LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Monica Setta è simpatica come un calcio nei denti
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
o una randellata sulle rotole, a piacere
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
ha litigato anche con la Ventura? per una volta che ha detto delle cose giuste
ANNA- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
ubik ha scritto:o una randellata sulle rotole, a piacere
o un foruncolo sul deretano...
Chiara 75- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
è lei il foruncolo sul culo della societàChiara 75 ha scritto:ubik ha scritto:o una randellata sulle rotole, a piacere
o un foruncolo sul deretano...
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Gaufre ha scritto:è lei il foruncolo sul culo della societàChiara 75 ha scritto:ubik ha scritto:o una randellata sulle rotole, a piacere
o un foruncolo sul deretano...
Chiara 75- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Da Andrea Scanzi
Qual è il tuo programma politico preferito?
I porno.
Ah, non sapevo che ti piacesse Monica Setta.
Eh.
http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/03/il-droide-stracquadanio-le-lettere-di-travaglio-e-molto-altro-ancora/
Qual è il tuo programma politico preferito?
I porno.
Ah, non sapevo che ti piacesse Monica Setta.
Eh.
http://scanzi-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/03/03/il-droide-stracquadanio-le-lettere-di-travaglio-e-molto-altro-ancora/
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
La Setta fa un programma in cui annuncia continuamente Scoop per poi lasciare a bocca aperta i telespettatori. Fa una tivù che è disinformare continuamente per garantire una continua discussione monotematica. Mi sta profondamente sulle palle.
giops- Fattore Produttivo
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Peggio, Giops.giops ha scritto:La Setta fa un programma in cui annuncia continuamente Scoop per poi lasciare a bocca aperta i telespettatori. Fa una tivù che è disinformare continuamente per garantire una continua discussione monotematica. Mi sta profondamente sulle palle.
Fa una tv di regime. Due venerdì fa ero a casa e per curiosità ho dato una sbirciata al suo programma. Una cosa da far vomitare, con battutine che strizzano l'occhio alla politica governativa, su magistratura e quant'altro... Pensa a quante persone subiscono un tale lavaggio di cervello pomeridiano.
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Quello che succede in Rai è davvero vergognoso, imbarazzante e anche terrificante, a ben pensarci. Morgan, Bigazzi, Busi... "epurazioni" che lasciano sbigottiti.
La cosa che mi lascia sbalordita è che va bene, ti può capitare il personaggio che in tv dice qualcosa che è sgradito... ok, basta far notare quanto sia stato sgradito, ma che bisogno c'é di creare la cittadella degli appestati? Qui si comincia a creare i ghetti... scherzi a parte, mi vengono i brividi, è una situazione davvero terrificante!
La cosa che mi lascia sbalordita è che va bene, ti può capitare il personaggio che in tv dice qualcosa che è sgradito... ok, basta far notare quanto sia stato sgradito, ma che bisogno c'é di creare la cittadella degli appestati? Qui si comincia a creare i ghetti... scherzi a parte, mi vengono i brividi, è una situazione davvero terrificante!
Nikki- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
1 - ALDO BUSI, LA MIA VITA SENZA SENSO
Antonella Amendola per "Oggi", in edicola domani
Radiato dalla Rai, Aldo Busi si consola ritrovando l'affetto dei suoi compaesani a Montichiari. «Queste violette me le regalò mia mamma», mi dice mostrandomi un prato punteggiato di viola, davanti alla bella casa zeppa di quadri e libri. «Sua mamma aveva in casa una madia antica», ricordo al grande scrittore che con Seminario sulla gioventù segnò una generazione di lettori della quale faccio parte con fierezza. Che cosa sarebbe stata la mia vita di trentenne curiosa e spavalda senza la spinta di Busi ad andare oltre, a non temere, a usare i libri come mattoni della propria esistenza?
Aldo, perché è andato all'Isola dei famosi?
«Innanzitutto perché me l'hanno chiesto, trovai la proposta così sfacciata che d'impulso dissi di sì. Per me il lavoro ha una sacralità totale. Sono uno che firma contratti, incrementa l'erario italiano».
Ma immagino che ci siano anche delle motivazioni psicologiche.
«Due, per l'esattezza. La prima: due o tre mesi fa mi trovavo, e forse mi trovo ancora, in una sorta di malia suicidale, disamorato a tal punto del Paese che mi sono disamorato della mia stessa opera scritta in italiano. Mi sembra che sia la nazione che la lingua siano destinate all'oblio».
Lei ha puntato tutto sulla sua scrittura?
«Sì, io nella mia vita ho solo scritto: non ho storie d'amore, matrimoni, figli, detriti esistenzialistici. Pur di scrivere mi sono ridotto a vivere, nel senso che se non vivo non ho materiali per la scrittura».
Quindi lei è entrato in crisi come scrittore?
«A 62 anni, molto amareggiato, stavo ripudiando me stesso in quanto scrittore in una lingua vana che s'impoverisce di anno in anno. Tra cinque anni useranno trecento lessemi per dire niente. La mia opera ha bisogno della partecipazione attiva del lettore, ma chi si avvicinerà ai miei libri?».
Il suo è il malessere dello scrittore che ha forgiato una lingua bellissima e si trova sul baratro verso il quale, mi creda, pencolano tutte le persone che hanno letto un po'.
«Il malessere si riassume in quello che m'ha detto un naufrago: "Ma parla come magni!". Ecco questo è il Paese. La mia è una crisi estetica, di cui forse s'interessano pochi lettori di Oggi».
Parliamo allora della seconda ragione psicologica, forse più condivisibile.
«Sono troppo spiritoso per suicidarmi. D'altronde la mia vita è diventata troppo ripetitiva per le ragioni prima esposte. Dal 2002 di fatto non scrivo più (a parte i tre racconti col titolo Aaa! usciti da Bompiani). Di notte mi capita d'alzarmi per annotare un sogno, minutaglie. Mi dicevo: ma come faccio io a morire? Sono sano. Tranne il pap test ho fatto tutti i tipi di esame, con risultati funesti, volevo dire ottimi. A un certo punto ho quasi avuto paura dell'immortalità fisica. Ma lo sa che mi capitava?».
Dica.
«Camminavo sotto una gronda e m'è caduta una tegola pesante sfiorandomi i piedi. All'Isola è venuta giù una noce di cocco di parecchi chili che m'ha mancato per poco. Dall'elicottero, a otto metri, son saltato giù in un metro d'acqua senza un graffio. Ma la cosa più curiosa è che si stava impennando il barcone nel Rio Escondido, pieno di coccodrilli, e io ho riequilibrato i pesi alzandomi di scatto per afferrare la Galanti che stava cadendo in acqua...».
Questo vuol dire essere baciati dalla fortuna.
«No. Uno che si mette in testa che a lui non succede niente, non morirà mai, vuol dire che vuol morire. A Montichiari faccio una vita senza senso».
Perché senza senso?
«Sto qui a proteggere la mia opera da chi la rimuove, cioè un intero Paese: dormo, mangio, vado di corpo e veglio su di essa. Delle volte sa che faccio? Prendo degli aerei per andare a dormire in camere forestiere e spero che svegliandomi di soprassalto, in un luogo che non conosco, ci sia come un cortocircuito mentale e una ribellione alla rassegnazione. Io ho lavorato tantissimo anche alle traduzioni, ma non sono stanco, la mia linfa si rigenera sempre per incanto: senza il ceppo alla mente della fede e della superstizione, senza marce che ti respingano indietro, il mio cervello è un vulcano infinito. Poi c'è un argomento che non so quanto si può affrontare».
Si può affrontare tutto.
«Ho da anni una perdita d'interesse totale per il sesso e mi chiedo come ho fatto in gioventù a cercare il sesso, che tra due uomini è sempre meccanicistico e anaffettivo: cinque minuti e via, senza solidarietà. Alla fine ho un'avversione per la mia stessa carne, perché troppo fresca e reattiva malgrado l'età, per tutti i fantasmi che potrebbe celarmi o le trappole future che mi sta tendendo».
Nessuno ci crederà. La descrivono sempre come uno molto intrigato dal sesso.
«Nella subcultura italiana mi considerano un castrato o un ossesso perché io subisco il fascino delle parole di qualità, gratuitamente profferte, senza finalità, a parte la loro intrinseca, utile, civile bellezza. Le parole per definire, non per ottenere, strappare qualcosa. E invece oggi il sesso è merce di scambio per ottenere favori. Io non ho mai fatto marchette, ero troppo egocentrico per preoccuparmi, fosse pure per denaro, del piacere e della meschinità altrui».
Mi par di capire che dall'Isola si aspettava uno choc terapeutico.
«Da misantropo malinconico ho pensato che la convivenza, sebbene forzata, potesse aiutarmi. E poi mi piace la signora Ventura, una che pensa oltre il proprio nasino, che vuol contare come madre e capitana di impresa, che si è assunta la responsabilità di tirare su tre figli da sola».
Lei, secondo me, ha l'animo del pedagogo, i ragazzi li sa tirar su.
«Sì, a me, in paese, hanno sempre affidato bambini da istruire e vigilare, non solo i miei fratelli e mia sorella. Ho tirato su delle nipotine bellissime, responsabili, lavoratrici, compassionevoli, infinitamente più amate da me, e tutta la mia opera è un grido di dolore contro l'infanzia maltrattata, l'adolescenza umiliata e sfruttata.
Ma i benpensanti mi giudicano senza neppure aver letto un rigo o essere venuti a Montichiari per sapere in che considerazione sono tenuto io. Magari non sarò amatissimo dai miei concittadini ma altamente rispettato sì, mi conoscono da quando sono nato, ai monteclarensi le frottole mica le racconti impunemente ».
Com'erano i 15 naufraghi visti da vicino?
«Un blob dell'Italietta più becera e nostalgica, fascistoide. Tutti di una destra rassegnata, inconsapevole, furbastra. Cercano un padrone che li tenga al guinzaglio. E nessuno di essi, che si professano tanto cattolici, in un mese ha mai fatto un cenno ai Vangeli o a un sacerdote. Leggono tutti l'oroscopo, mica san Matteo».
Non salva nessuno?
«L'unica che vedrò è Claudia. Magari vado a prenderla alla trasmissione, anche se non mi fanno entrare. Ho voglia di abbracciarla. È una che sgobba, non è leggera come la descrivono. Da orfana di madre ha tirato su due fratellini gemelli e mi ha chiesto di darle consigli per il loro piano di studi. Non si nasconde dietro né un dito né un paio di tette, per quanto belle. Le altre che fanno le moraliste le comperi tutte, alla fine, lei no. Ho affetto per lei».
La Lecciso com'è?
«Una che rompe le scatole agli uomini chiedendo loro sicurezza. Cammina in punta di piedi, si tocca in continuazione i capelli e perde identità di passo in passo. Stava ore e ore sola in capanna. È intelligentissima, peccato le sia mancato il vero affetto di un maestro disinteressato. Poi sa tutti i nomi dei direttori dei giornali, dei giornalisti di gossip. A me è capitato d'incontrare in aeroporto Al Bano e Romina: li vedevo come due emigranti meridionali con le chitarre in mano.
Mi facevano sentire il miracolo della coppia, l'amore, che è volontà, progetto, mi suscitavano un rispetto profondo, insieme. I naufraghi non mi hanno fatto sentire niente, sono alla canna del gas, anche gente che calca le scene, sempre più scenette e promozione di talismani farlocchi, da una vita, debiti, sfratti all'orizzonte, carissime ambizioni sbagliate».
Lei cercava di provocarli? Di indurli a parlare?
«Sì, ma mi parlavano solo in segreto, lontano dalle telecamere. Come Federico, che, nella piscina di un albergo di Corn Island, mi confessò che non ne poteva più della gelosia della sua fidanzata Pamela, che nemmeno ci dormiva. Io consigliai che entrambi si liberassero di quel vincolo. Ma quando sull'isola ho fatto il simposio sul tema del leopardiano "pensiero dominante" Federico se l'è data a gambe. Sperava che fossi io a mettere in piazza i suoi problemi, per incolparmi di assurde ingerenze, ma io non mi sono prestato alla sua volpinità».
Adesso è venuto allo scoperto. Lei è uscito dall'Isola dicendo che non c'era più racconto con i suoi compagni di avventura. Come la percepivano?
«Io ero protettivo, parlavo di Cesare Beccaria, della distinzione tra peccato e reato, di quel poco di Illuminismo italiano che abbiamo avuto, ma loro erano interessati solo alle mie rimostranze, delle vere e proprie comiche, contro la Milo che russa come un cingolato e va in giro oscenamente in bikini anche con le telecamere dietro. Ha presente il didietro della Milo? Era un ufo che mi si è piantato in faccia per un mese a ogni risveglio, risveglio si fa per dire, perché chi può dormire con un russare e un culo così nelle costole?
Quei poveretti, livorosi, ignoranti, fintamente bonaccioni, mi vedevano come lo scrittore ricco e famoso. Quello che ce l'ha fatta. Loro invece hanno vite grame proiettate verso lo spettacolo e io mi chiedo: come può la televisione incamerare tante aspettative mal riposte? Io non ho vita intima, ma solo pubblica, sono un patriota che chiede agli ingegni benestanti che possono provvedere a se stessi di non abbandonare l'Italia, di non lasciarla andare alla deriva. Quei naufraghi neghittosi sperano nelle serate in discoteca, a mostrare la mutanda sotto il jeans per poco più del rimborso spese, ormai».
Senza di lei l'Isola m'è parsa un po' smorta.
«Ho visto il programma solo per motivi professionali: Simona lanciava palle, le mie a parte, che nessuno raccoglieva e rilanciava. Era bellissima col vestito rosso, quell'altra accanto, quell'opinionista, sembrava una povera vecchia serva di scena, le mancava solo il manico dello spazzettone a sostenerle il doppiomento. Le ho mandato il seguente sms: "Sei stata sublime darling, tanto più che nessuno ti ha dato una mano e che il tuo sguardo tradiva la stanchezza di essere sola"».
Ora che farà, Aldo?
«Intanto querelo. Tale Setta, già con una querela in arrivo per un'altra sua trasmissione, ha sostenuto che avrei subito un processo per atti osceni in luogo pubblico a Trieste, che non c'è mai stato nemmeno altrove. Io sono fiero di essere stato processato solo per la mia opera, a Trento, per il libro Sodomie in corpo 11, farsa che finì in un nulla di fatto per reato inesistente. Sono in buona compagnia: Flaubert, Pasolini... Ma quello che m'indigna di più è la storia dell'apologia della pedofilia, veramente assurda».
RACCONTI.
«Ero al Costanzo show, quindici anni fa. Narravo di una consuetudine tra i contadini delle nostre parti. La mamma fa il bagno al piccolo in pubblico e gli appioppa un bacino sul sesso: un rito apotropaico, pagano, tipo il famoso affresco a Pompei, per invocare la fertilità. Da scrittore prendo la palla al balzo e lancio delle verità sulla sessualità infantile, ma parlando di me bambino, di me che ero già un uomo pieno a 11 anni.
Da scrittore io ho la capacità di far venire a galla non solo i cadaveri, ma i sepolcri imbiancati. Da scrittore io posso immedesimarmi in un pedofilo, in un bambino violato, in un genitore tradito dal migliore amico di famiglia o dallo stesso padre, ma questo non significa che io sia tutti loro, io uomo sto fuori, rappresento da scrittore i drammi e i crimini dell'umanità con parole dense, dolorose, che però danno mezzi psichici per far fronte al male assoluto, tutelarsi e, soprattutto, per non indicare un mostro troppo lontano, allorché i veri mostri stanno dentro, accanto a noi.
poi ne approfitto per fare una distinzione netta tra il bambino vittima totale e il minore, spesso complice, perché lo scrittore non può fare di tutte le erbe un fascio ed è solo con i distinguo che si distinguono le vittime vere e i mostri veri e le vittime finte e i capri espiatori. Insomma, in altre parole, si tenta di infangarmi perché ho asserito che c'è un incolmabile abisso d'infamia e di degrado tra la molestia a una bimba di 7 anni e una donna di 17.
Oggi tutti lo capiscono, ma quindici anni fa questa linea di demarcazione, ormai entrata e accettata in ogni processo a proposito, era inaccettabile dai bacchettoni e dai difensori, sporchissimi, dei cosiddetti sacri valori. Lei si immagina se io, che mi ritengo e sono ritenuto lo zio perfetto e cittadino adamantino, posso mai legittimare un comportamento così o cosà nei confronti di un bambino, penso che se toccasse a un mio figlioletto di essere molestato avrei una reazione omicida e suicida, come qualunque genitore.
Ma da scrittore io devo innanzitutto snidare i fantasmi dei pedofili in agguato, e secondo me sono proprio costoro ad accusarmi nel modo più inconsulto, perché ne ho scoperto la mellifluità e i nascondigli più segreti. Sarebbe come dire che Agatha Christie, poiché scrive gialli pieni di morti ammazzati, è un'assassina».
Ma che successe al Costanzo show?
«Bene, si alzò dal pubblico una donna che urlò al mio indirizzo: "Pedofilo". Una cosa senza senso che mi fa più incazzare che soffrire perché per me i bambini, almeno fino a 14 anni di età per entrambi i sessi, sono sacri e intangibili. Personalmente, non dovrei nemmeno dirlo, sono gerontofilo, si può dire sin dalle fasce, mi piacevano gli uomini più grandi di me. Adesso il problema vero è che non mi piaccio tanto nemmeno io, ma mai potrò farmi nausea quanto un ipocrita che sa di esserlo».
2 - DUE LETTERE DI BUSI A MAURIZIO COSTANZO VIA EMAIL, SENZA ALCUNA RISPOSTA DEL DESTINATARIO, CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE INTEGRALE SU DAGOSPIA DOPO CHE IL CORSERA HA DECLINATO, SEMBRA PER RAGIONI LESSICALI E NON DI CONTENUTO, L'INVITO A RENDERLE PUBBLICHE
Riceviamo e pubblichiamo:
Subject: due lettere di Busi a Maurizio Costanzo via email, senza alcuna risposta del destinatario, con preghiera di pubblicazione integrale su Dagospia dopo che il Corsera ha declinato, sembra per ragioni lessicali e non di contenuto, l'invito a renderle pubbliche. I nomi dei giornalisti contattati vengono citati solo con iniziale per una questione di etichetta.
Caro C., ti invio, con copia a F., le due email con preghiera di pubblicazione/rettifica integrale sul Corsera. La mia prima email risale al 27 c.m., la seconda a stamane 29 marzo, e prendono spunto dall'intervista di Maurizio Costanzo al Corsera del 20 c.m. .Le due email differiscono dall'originale e per i refusi corretti e per alcuni frammenti di precisazione dispiegati in vista di una pubblicazione, che in origine non era nei miei intenti e che lo è diventata solo dopo l'invio a Costanzo della seconda email e dopo la vana attesa di una sua risposta.
27.3.2010
Caro Costanzo, ancora mi chiedo come Lei,nella sua recente intervista al Corsera, abbia potuto prendere alla lettera la frase trovata sul web, come Lei mi ha riferito al telefono, e fatta Sua e a me ascritta (e come detta in una Sua trasmissione, e qui sta la Sua prima incongruenza), "Da quando in qua la pedofilia è criminalità?", senza alquanto superficialmente spiegarne l'origine né l'assurdità. Io una frase del genere o non l'ho mai pronunciata o può essere solo il primo postulato di un sillogismo che tento di ricostruire a Suo uso e consumo, visto che io, contrariamente a chi afferma il contrario, non ho proprio un bel niente da ritrattare in tema di pedofilia e del mio odio acerrimo per quanti se ne macchiano.
Per Sua informazione aggiungo il secondo postulato e quindi il terzo, "Visto che io ho denunciato in un tema in classe alle elementari la pedofila di don Tullio e come ricompensa, passato il tema in caserma e al Provveditorato degli Studi di Brescia, mi sono preso un fracco di botte da mio padre e nessun provvedimento è stato preso contro il don Tullio, arguisco che la pedofilia è coperta dalle istituzioni (ecclesiastiche e quindi politiche) ed è un crimine da addossare mai a un vero pedofilo ma semmai a un capro espiatorio".
Di questo tema in classe c'è ancora testimonianza a Montichiari perché io andavo in giro, credo a nove/dieci anni, a farlo leggere nelle case, visto che proprio stamane una mia anziana conoscente me lo ha ricordato (anche se non avevo bisogno di rinfrescarmi la memoria, visto che è raccontato nel mio romanzo breve "La signorina Gentilin dell'omonima cartoleria", Mondadori 2002). Cordialità. Aldo Busi Ps: solo qui a Montichiari i preti pedofili in modo conclamato sono stati ben tre, oltre a don Tullio ci furono don Attilio e don Francesco, e mai niente è stato fatto contro il loro abominio perpetrato dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
29.3.2010
Finalmente, caro Costanzo, mi sono rivisto la puntata del Suo £Costanzo show£ tanto antica (1996) quanto anche recentemente contestata, dalla quale parte la caccia alle streghe che ancora mi coinvolge in un'assurda,supposta apologia della pedofilia: direi le stesse cose anche oggi, tanto sono prive di malvagità.
Innanzitutto io parlo delle mie esperienze di gerontofilo sin dalla più tenera età e sto raccontando esattamente quello che è successo a me, molestatore di persone adulte sin da piccolo; dico che non ho subito mai alcuna violenza di tipo penetrativo, infine il tutto si potrebbe riassumere così: ero sanamente curioso, come ogni bambino e bambina vivi, e stop.
Rievoco poi un rito apotropaico, di cui c'è testimonianza in un affresco dissepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., di mamme o famigliari che, dopo il bagno, sollevavano il bimbo in alto e lanciavano un bacio al pene del bambino (le bambine venivano invece lavate in ambienti chiusi) anche accostandovi le labbra e che solo un sepolcro imbiancato e uno psicopatico potrebbero vedere quale atto sessuale, visto che è una invocazione pubblica alla fertilità che risale alla notte dei tempi.
La difesa della masturbazione ovvero, citando lo spezzone in questione, "sega" (la parola onanismo mi fa orrore!) a tredici anni (che è un rito iniziatico spesso collettivo tra maschi, e tanto più lo è stato per me che sono diventato uomo a undici facendo a gara a chi veniva prima sugli argini del Chiese tra un nugolo di coetanei e di quindicenni e di ventenni tutti intenti nella stessa allegrissima prova e che se lo prendevano in mano l'un l'altro e che oggi sono tutti nonnetti felici e contenti) è, mi sembra, una cosa di tale innocenza che non merita ulteriori parole.
Da qui a difendere la pedofilia cruenta, assassina e comunque criminale (sempre altrui, visto che in me, nel mio pensiero, nella mia opera, nella mia famiglia di un simile orrore non v'è l'ombra più remota) ce ne corre: in sintesi, nel filmato io non rinnego la mia storia sessuale adolescenziale non traumatica, in tutto e per tutto simile a quella di milioni di adolescenti di un'epoca ormai arcaica in cui non esistevano le brutture morbose dei pervertiti asessuati di Internet, e ogni altra considerazione e manipolazione e strumentalizzazione non mi riguardano.
non vi è traccia nel filmato della frase "Da quando in qua la pedofilia è criminalità?", pura invenzione dei naufraghi del web ai quali Lei, nella sua intervista al Corriere della Sera, dà man forte buttando alle ortiche tutto un passato di distinguo giuridici e di lotte in tribunale insieme e pregiudicando il ricordo che mi sarebbe piaciuto conservare di Lei.
Aldo Busi
Antonella Amendola per "Oggi", in edicola domani
Radiato dalla Rai, Aldo Busi si consola ritrovando l'affetto dei suoi compaesani a Montichiari. «Queste violette me le regalò mia mamma», mi dice mostrandomi un prato punteggiato di viola, davanti alla bella casa zeppa di quadri e libri. «Sua mamma aveva in casa una madia antica», ricordo al grande scrittore che con Seminario sulla gioventù segnò una generazione di lettori della quale faccio parte con fierezza. Che cosa sarebbe stata la mia vita di trentenne curiosa e spavalda senza la spinta di Busi ad andare oltre, a non temere, a usare i libri come mattoni della propria esistenza?
Aldo, perché è andato all'Isola dei famosi?
«Innanzitutto perché me l'hanno chiesto, trovai la proposta così sfacciata che d'impulso dissi di sì. Per me il lavoro ha una sacralità totale. Sono uno che firma contratti, incrementa l'erario italiano».
Ma immagino che ci siano anche delle motivazioni psicologiche.
«Due, per l'esattezza. La prima: due o tre mesi fa mi trovavo, e forse mi trovo ancora, in una sorta di malia suicidale, disamorato a tal punto del Paese che mi sono disamorato della mia stessa opera scritta in italiano. Mi sembra che sia la nazione che la lingua siano destinate all'oblio».
Lei ha puntato tutto sulla sua scrittura?
«Sì, io nella mia vita ho solo scritto: non ho storie d'amore, matrimoni, figli, detriti esistenzialistici. Pur di scrivere mi sono ridotto a vivere, nel senso che se non vivo non ho materiali per la scrittura».
Quindi lei è entrato in crisi come scrittore?
«A 62 anni, molto amareggiato, stavo ripudiando me stesso in quanto scrittore in una lingua vana che s'impoverisce di anno in anno. Tra cinque anni useranno trecento lessemi per dire niente. La mia opera ha bisogno della partecipazione attiva del lettore, ma chi si avvicinerà ai miei libri?».
Il suo è il malessere dello scrittore che ha forgiato una lingua bellissima e si trova sul baratro verso il quale, mi creda, pencolano tutte le persone che hanno letto un po'.
«Il malessere si riassume in quello che m'ha detto un naufrago: "Ma parla come magni!". Ecco questo è il Paese. La mia è una crisi estetica, di cui forse s'interessano pochi lettori di Oggi».
Parliamo allora della seconda ragione psicologica, forse più condivisibile.
«Sono troppo spiritoso per suicidarmi. D'altronde la mia vita è diventata troppo ripetitiva per le ragioni prima esposte. Dal 2002 di fatto non scrivo più (a parte i tre racconti col titolo Aaa! usciti da Bompiani). Di notte mi capita d'alzarmi per annotare un sogno, minutaglie. Mi dicevo: ma come faccio io a morire? Sono sano. Tranne il pap test ho fatto tutti i tipi di esame, con risultati funesti, volevo dire ottimi. A un certo punto ho quasi avuto paura dell'immortalità fisica. Ma lo sa che mi capitava?».
Dica.
«Camminavo sotto una gronda e m'è caduta una tegola pesante sfiorandomi i piedi. All'Isola è venuta giù una noce di cocco di parecchi chili che m'ha mancato per poco. Dall'elicottero, a otto metri, son saltato giù in un metro d'acqua senza un graffio. Ma la cosa più curiosa è che si stava impennando il barcone nel Rio Escondido, pieno di coccodrilli, e io ho riequilibrato i pesi alzandomi di scatto per afferrare la Galanti che stava cadendo in acqua...».
Questo vuol dire essere baciati dalla fortuna.
«No. Uno che si mette in testa che a lui non succede niente, non morirà mai, vuol dire che vuol morire. A Montichiari faccio una vita senza senso».
Perché senza senso?
«Sto qui a proteggere la mia opera da chi la rimuove, cioè un intero Paese: dormo, mangio, vado di corpo e veglio su di essa. Delle volte sa che faccio? Prendo degli aerei per andare a dormire in camere forestiere e spero che svegliandomi di soprassalto, in un luogo che non conosco, ci sia come un cortocircuito mentale e una ribellione alla rassegnazione. Io ho lavorato tantissimo anche alle traduzioni, ma non sono stanco, la mia linfa si rigenera sempre per incanto: senza il ceppo alla mente della fede e della superstizione, senza marce che ti respingano indietro, il mio cervello è un vulcano infinito. Poi c'è un argomento che non so quanto si può affrontare».
Si può affrontare tutto.
«Ho da anni una perdita d'interesse totale per il sesso e mi chiedo come ho fatto in gioventù a cercare il sesso, che tra due uomini è sempre meccanicistico e anaffettivo: cinque minuti e via, senza solidarietà. Alla fine ho un'avversione per la mia stessa carne, perché troppo fresca e reattiva malgrado l'età, per tutti i fantasmi che potrebbe celarmi o le trappole future che mi sta tendendo».
Nessuno ci crederà. La descrivono sempre come uno molto intrigato dal sesso.
«Nella subcultura italiana mi considerano un castrato o un ossesso perché io subisco il fascino delle parole di qualità, gratuitamente profferte, senza finalità, a parte la loro intrinseca, utile, civile bellezza. Le parole per definire, non per ottenere, strappare qualcosa. E invece oggi il sesso è merce di scambio per ottenere favori. Io non ho mai fatto marchette, ero troppo egocentrico per preoccuparmi, fosse pure per denaro, del piacere e della meschinità altrui».
Mi par di capire che dall'Isola si aspettava uno choc terapeutico.
«Da misantropo malinconico ho pensato che la convivenza, sebbene forzata, potesse aiutarmi. E poi mi piace la signora Ventura, una che pensa oltre il proprio nasino, che vuol contare come madre e capitana di impresa, che si è assunta la responsabilità di tirare su tre figli da sola».
Lei, secondo me, ha l'animo del pedagogo, i ragazzi li sa tirar su.
«Sì, a me, in paese, hanno sempre affidato bambini da istruire e vigilare, non solo i miei fratelli e mia sorella. Ho tirato su delle nipotine bellissime, responsabili, lavoratrici, compassionevoli, infinitamente più amate da me, e tutta la mia opera è un grido di dolore contro l'infanzia maltrattata, l'adolescenza umiliata e sfruttata.
Ma i benpensanti mi giudicano senza neppure aver letto un rigo o essere venuti a Montichiari per sapere in che considerazione sono tenuto io. Magari non sarò amatissimo dai miei concittadini ma altamente rispettato sì, mi conoscono da quando sono nato, ai monteclarensi le frottole mica le racconti impunemente ».
Com'erano i 15 naufraghi visti da vicino?
«Un blob dell'Italietta più becera e nostalgica, fascistoide. Tutti di una destra rassegnata, inconsapevole, furbastra. Cercano un padrone che li tenga al guinzaglio. E nessuno di essi, che si professano tanto cattolici, in un mese ha mai fatto un cenno ai Vangeli o a un sacerdote. Leggono tutti l'oroscopo, mica san Matteo».
Non salva nessuno?
«L'unica che vedrò è Claudia. Magari vado a prenderla alla trasmissione, anche se non mi fanno entrare. Ho voglia di abbracciarla. È una che sgobba, non è leggera come la descrivono. Da orfana di madre ha tirato su due fratellini gemelli e mi ha chiesto di darle consigli per il loro piano di studi. Non si nasconde dietro né un dito né un paio di tette, per quanto belle. Le altre che fanno le moraliste le comperi tutte, alla fine, lei no. Ho affetto per lei».
La Lecciso com'è?
«Una che rompe le scatole agli uomini chiedendo loro sicurezza. Cammina in punta di piedi, si tocca in continuazione i capelli e perde identità di passo in passo. Stava ore e ore sola in capanna. È intelligentissima, peccato le sia mancato il vero affetto di un maestro disinteressato. Poi sa tutti i nomi dei direttori dei giornali, dei giornalisti di gossip. A me è capitato d'incontrare in aeroporto Al Bano e Romina: li vedevo come due emigranti meridionali con le chitarre in mano.
Mi facevano sentire il miracolo della coppia, l'amore, che è volontà, progetto, mi suscitavano un rispetto profondo, insieme. I naufraghi non mi hanno fatto sentire niente, sono alla canna del gas, anche gente che calca le scene, sempre più scenette e promozione di talismani farlocchi, da una vita, debiti, sfratti all'orizzonte, carissime ambizioni sbagliate».
Lei cercava di provocarli? Di indurli a parlare?
«Sì, ma mi parlavano solo in segreto, lontano dalle telecamere. Come Federico, che, nella piscina di un albergo di Corn Island, mi confessò che non ne poteva più della gelosia della sua fidanzata Pamela, che nemmeno ci dormiva. Io consigliai che entrambi si liberassero di quel vincolo. Ma quando sull'isola ho fatto il simposio sul tema del leopardiano "pensiero dominante" Federico se l'è data a gambe. Sperava che fossi io a mettere in piazza i suoi problemi, per incolparmi di assurde ingerenze, ma io non mi sono prestato alla sua volpinità».
Adesso è venuto allo scoperto. Lei è uscito dall'Isola dicendo che non c'era più racconto con i suoi compagni di avventura. Come la percepivano?
«Io ero protettivo, parlavo di Cesare Beccaria, della distinzione tra peccato e reato, di quel poco di Illuminismo italiano che abbiamo avuto, ma loro erano interessati solo alle mie rimostranze, delle vere e proprie comiche, contro la Milo che russa come un cingolato e va in giro oscenamente in bikini anche con le telecamere dietro. Ha presente il didietro della Milo? Era un ufo che mi si è piantato in faccia per un mese a ogni risveglio, risveglio si fa per dire, perché chi può dormire con un russare e un culo così nelle costole?
Quei poveretti, livorosi, ignoranti, fintamente bonaccioni, mi vedevano come lo scrittore ricco e famoso. Quello che ce l'ha fatta. Loro invece hanno vite grame proiettate verso lo spettacolo e io mi chiedo: come può la televisione incamerare tante aspettative mal riposte? Io non ho vita intima, ma solo pubblica, sono un patriota che chiede agli ingegni benestanti che possono provvedere a se stessi di non abbandonare l'Italia, di non lasciarla andare alla deriva. Quei naufraghi neghittosi sperano nelle serate in discoteca, a mostrare la mutanda sotto il jeans per poco più del rimborso spese, ormai».
Senza di lei l'Isola m'è parsa un po' smorta.
«Ho visto il programma solo per motivi professionali: Simona lanciava palle, le mie a parte, che nessuno raccoglieva e rilanciava. Era bellissima col vestito rosso, quell'altra accanto, quell'opinionista, sembrava una povera vecchia serva di scena, le mancava solo il manico dello spazzettone a sostenerle il doppiomento. Le ho mandato il seguente sms: "Sei stata sublime darling, tanto più che nessuno ti ha dato una mano e che il tuo sguardo tradiva la stanchezza di essere sola"».
Ora che farà, Aldo?
«Intanto querelo. Tale Setta, già con una querela in arrivo per un'altra sua trasmissione, ha sostenuto che avrei subito un processo per atti osceni in luogo pubblico a Trieste, che non c'è mai stato nemmeno altrove. Io sono fiero di essere stato processato solo per la mia opera, a Trento, per il libro Sodomie in corpo 11, farsa che finì in un nulla di fatto per reato inesistente. Sono in buona compagnia: Flaubert, Pasolini... Ma quello che m'indigna di più è la storia dell'apologia della pedofilia, veramente assurda».
RACCONTI.
«Ero al Costanzo show, quindici anni fa. Narravo di una consuetudine tra i contadini delle nostre parti. La mamma fa il bagno al piccolo in pubblico e gli appioppa un bacino sul sesso: un rito apotropaico, pagano, tipo il famoso affresco a Pompei, per invocare la fertilità. Da scrittore prendo la palla al balzo e lancio delle verità sulla sessualità infantile, ma parlando di me bambino, di me che ero già un uomo pieno a 11 anni.
Da scrittore io ho la capacità di far venire a galla non solo i cadaveri, ma i sepolcri imbiancati. Da scrittore io posso immedesimarmi in un pedofilo, in un bambino violato, in un genitore tradito dal migliore amico di famiglia o dallo stesso padre, ma questo non significa che io sia tutti loro, io uomo sto fuori, rappresento da scrittore i drammi e i crimini dell'umanità con parole dense, dolorose, che però danno mezzi psichici per far fronte al male assoluto, tutelarsi e, soprattutto, per non indicare un mostro troppo lontano, allorché i veri mostri stanno dentro, accanto a noi.
poi ne approfitto per fare una distinzione netta tra il bambino vittima totale e il minore, spesso complice, perché lo scrittore non può fare di tutte le erbe un fascio ed è solo con i distinguo che si distinguono le vittime vere e i mostri veri e le vittime finte e i capri espiatori. Insomma, in altre parole, si tenta di infangarmi perché ho asserito che c'è un incolmabile abisso d'infamia e di degrado tra la molestia a una bimba di 7 anni e una donna di 17.
Oggi tutti lo capiscono, ma quindici anni fa questa linea di demarcazione, ormai entrata e accettata in ogni processo a proposito, era inaccettabile dai bacchettoni e dai difensori, sporchissimi, dei cosiddetti sacri valori. Lei si immagina se io, che mi ritengo e sono ritenuto lo zio perfetto e cittadino adamantino, posso mai legittimare un comportamento così o cosà nei confronti di un bambino, penso che se toccasse a un mio figlioletto di essere molestato avrei una reazione omicida e suicida, come qualunque genitore.
Ma da scrittore io devo innanzitutto snidare i fantasmi dei pedofili in agguato, e secondo me sono proprio costoro ad accusarmi nel modo più inconsulto, perché ne ho scoperto la mellifluità e i nascondigli più segreti. Sarebbe come dire che Agatha Christie, poiché scrive gialli pieni di morti ammazzati, è un'assassina».
Ma che successe al Costanzo show?
«Bene, si alzò dal pubblico una donna che urlò al mio indirizzo: "Pedofilo". Una cosa senza senso che mi fa più incazzare che soffrire perché per me i bambini, almeno fino a 14 anni di età per entrambi i sessi, sono sacri e intangibili. Personalmente, non dovrei nemmeno dirlo, sono gerontofilo, si può dire sin dalle fasce, mi piacevano gli uomini più grandi di me. Adesso il problema vero è che non mi piaccio tanto nemmeno io, ma mai potrò farmi nausea quanto un ipocrita che sa di esserlo».
2 - DUE LETTERE DI BUSI A MAURIZIO COSTANZO VIA EMAIL, SENZA ALCUNA RISPOSTA DEL DESTINATARIO, CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE INTEGRALE SU DAGOSPIA DOPO CHE IL CORSERA HA DECLINATO, SEMBRA PER RAGIONI LESSICALI E NON DI CONTENUTO, L'INVITO A RENDERLE PUBBLICHE
Riceviamo e pubblichiamo:
Subject: due lettere di Busi a Maurizio Costanzo via email, senza alcuna risposta del destinatario, con preghiera di pubblicazione integrale su Dagospia dopo che il Corsera ha declinato, sembra per ragioni lessicali e non di contenuto, l'invito a renderle pubbliche. I nomi dei giornalisti contattati vengono citati solo con iniziale per una questione di etichetta.
Caro C., ti invio, con copia a F., le due email con preghiera di pubblicazione/rettifica integrale sul Corsera. La mia prima email risale al 27 c.m., la seconda a stamane 29 marzo, e prendono spunto dall'intervista di Maurizio Costanzo al Corsera del 20 c.m. .Le due email differiscono dall'originale e per i refusi corretti e per alcuni frammenti di precisazione dispiegati in vista di una pubblicazione, che in origine non era nei miei intenti e che lo è diventata solo dopo l'invio a Costanzo della seconda email e dopo la vana attesa di una sua risposta.
27.3.2010
Caro Costanzo, ancora mi chiedo come Lei,nella sua recente intervista al Corsera, abbia potuto prendere alla lettera la frase trovata sul web, come Lei mi ha riferito al telefono, e fatta Sua e a me ascritta (e come detta in una Sua trasmissione, e qui sta la Sua prima incongruenza), "Da quando in qua la pedofilia è criminalità?", senza alquanto superficialmente spiegarne l'origine né l'assurdità. Io una frase del genere o non l'ho mai pronunciata o può essere solo il primo postulato di un sillogismo che tento di ricostruire a Suo uso e consumo, visto che io, contrariamente a chi afferma il contrario, non ho proprio un bel niente da ritrattare in tema di pedofilia e del mio odio acerrimo per quanti se ne macchiano.
Per Sua informazione aggiungo il secondo postulato e quindi il terzo, "Visto che io ho denunciato in un tema in classe alle elementari la pedofila di don Tullio e come ricompensa, passato il tema in caserma e al Provveditorato degli Studi di Brescia, mi sono preso un fracco di botte da mio padre e nessun provvedimento è stato preso contro il don Tullio, arguisco che la pedofilia è coperta dalle istituzioni (ecclesiastiche e quindi politiche) ed è un crimine da addossare mai a un vero pedofilo ma semmai a un capro espiatorio".
Di questo tema in classe c'è ancora testimonianza a Montichiari perché io andavo in giro, credo a nove/dieci anni, a farlo leggere nelle case, visto che proprio stamane una mia anziana conoscente me lo ha ricordato (anche se non avevo bisogno di rinfrescarmi la memoria, visto che è raccontato nel mio romanzo breve "La signorina Gentilin dell'omonima cartoleria", Mondadori 2002). Cordialità. Aldo Busi Ps: solo qui a Montichiari i preti pedofili in modo conclamato sono stati ben tre, oltre a don Tullio ci furono don Attilio e don Francesco, e mai niente è stato fatto contro il loro abominio perpetrato dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
29.3.2010
Finalmente, caro Costanzo, mi sono rivisto la puntata del Suo £Costanzo show£ tanto antica (1996) quanto anche recentemente contestata, dalla quale parte la caccia alle streghe che ancora mi coinvolge in un'assurda,supposta apologia della pedofilia: direi le stesse cose anche oggi, tanto sono prive di malvagità.
Innanzitutto io parlo delle mie esperienze di gerontofilo sin dalla più tenera età e sto raccontando esattamente quello che è successo a me, molestatore di persone adulte sin da piccolo; dico che non ho subito mai alcuna violenza di tipo penetrativo, infine il tutto si potrebbe riassumere così: ero sanamente curioso, come ogni bambino e bambina vivi, e stop.
Rievoco poi un rito apotropaico, di cui c'è testimonianza in un affresco dissepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., di mamme o famigliari che, dopo il bagno, sollevavano il bimbo in alto e lanciavano un bacio al pene del bambino (le bambine venivano invece lavate in ambienti chiusi) anche accostandovi le labbra e che solo un sepolcro imbiancato e uno psicopatico potrebbero vedere quale atto sessuale, visto che è una invocazione pubblica alla fertilità che risale alla notte dei tempi.
La difesa della masturbazione ovvero, citando lo spezzone in questione, "sega" (la parola onanismo mi fa orrore!) a tredici anni (che è un rito iniziatico spesso collettivo tra maschi, e tanto più lo è stato per me che sono diventato uomo a undici facendo a gara a chi veniva prima sugli argini del Chiese tra un nugolo di coetanei e di quindicenni e di ventenni tutti intenti nella stessa allegrissima prova e che se lo prendevano in mano l'un l'altro e che oggi sono tutti nonnetti felici e contenti) è, mi sembra, una cosa di tale innocenza che non merita ulteriori parole.
Da qui a difendere la pedofilia cruenta, assassina e comunque criminale (sempre altrui, visto che in me, nel mio pensiero, nella mia opera, nella mia famiglia di un simile orrore non v'è l'ombra più remota) ce ne corre: in sintesi, nel filmato io non rinnego la mia storia sessuale adolescenziale non traumatica, in tutto e per tutto simile a quella di milioni di adolescenti di un'epoca ormai arcaica in cui non esistevano le brutture morbose dei pervertiti asessuati di Internet, e ogni altra considerazione e manipolazione e strumentalizzazione non mi riguardano.
non vi è traccia nel filmato della frase "Da quando in qua la pedofilia è criminalità?", pura invenzione dei naufraghi del web ai quali Lei, nella sua intervista al Corriere della Sera, dà man forte buttando alle ortiche tutto un passato di distinguo giuridici e di lotte in tribunale insieme e pregiudicando il ricordo che mi sarebbe piaciuto conservare di Lei.
Aldo Busi
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Tutti quelli che lavorano in Rai sono lottizzati, Nikki.
Ieri ho visto il telegiornale di Raiuno, quello di Raidue e poi quello di Canale 5 (qui all'estero lo danno in differita, su un canale Mediaset). Quello di Canale 5 era il meno fazioso.
Ieri ho visto il telegiornale di Raiuno, quello di Raidue e poi quello di Canale 5 (qui all'estero lo danno in differita, su un canale Mediaset). Quello di Canale 5 era il meno fazioso.
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
che poi bigazzi non ha invitato a mangiare gatti,ha solo spiegato cosa succedeva in alcune parti d italia in tempo di guerra.i vicentini son famosi,son chiamati magnagati,penso si scriva cosi,non conosco il dialetto.anche nel paese dove e' nata la mi mamma li mangiavano in tempo di guerra,non c era altro e gia che si moriva per la guerra se poi si doveva morire anche di fame sarebbe stato proprio il massimo.a qualcuno ha fatto massa il cervello.
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"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)
"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Ubik, grazie di aver postato l'intervista
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
è stato un piacere
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Anche mio suocero in gioventù ha mangiato i gatti... e poi anche per me Bigazzi ha solo divulgato quel che era un'usanza di una certa regione.killer73 ha scritto:che poi bigazzi non ha invitato a mangiare gatti,ha solo spiegato cosa succedeva in alcune parti d italia in tempo di guerra.i vicentini son famosi,son chiamati magnagati,penso si scriva cosi,non conosco il dialetto.anche nel paese dove e' nata la mi mamma li mangiavano in tempo di guerra,non c era altro e gia che si moriva per la guerra se poi si doveva morire anche di fame sarebbe stato proprio il massimo.a qualcuno ha fatto massa il cervello.
E comunque se anche Bigazzi ogni settimana si mangia un gatto, ricordo che si lascia tranquillamente trapanare il cervello ai gatti per vedere che effetto fa su di loro l'aspirina. Io, da amante dei gatti, so che ancora oggi i gatti sono usati per scopi molto più abominevoli che l'essere usati come nutrimento come si fa con gli altri animali (e anche qui potremmo discutere della nostra ipocrisia sugli animali "sacrificabili" sulle nostre tavole e quelli no).
Bella l'intervista postata da ubik... mi urta solo questo passaggio:
Come odio quando fanno passare la Ventura per una madre-coraggio, poverina deve sbattersi tra lavoro e figli... ma che vada a cagare, volesse vedere una buona volta come ci si sbatte davvero tra lavoro e 3 figli la invito a casa mia! (scusate la sfogo... )E poi mi piace la signora Ventura, una che pensa oltre il proprio
nasino, che vuol contare come madre e capitana di impresa, che si è
assunta la responsabilità di tirare su tre figli da sola».
Nikki- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
bella intervista,grazie ubik
@Nikki
quell'affermazione fa arrabbiare tutte noi
@Nikki
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
...tutte scafate capitane d'industria
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
OT (posso?)killer73 ha scritto:,son chiamati magnagati,penso si scriva cosi,non conosco il dialetto.
Piccola nota folcloristica
- Spoiler:
- ci abbiamo costruito sopra pure un sacco di merchandising: c'è un gruppo teatrale/musicale (l'Anonima Magnagati), un dolce ("La Gata"- e la pubblicità dice "i Vicentini magna... la Gata"), uno speciale mensile abbinato al quotidiano locale ("Cats"), varie associazioni sportive (perfino un club del Subbuteo!) locali si chiamano "Magnagati" e la mascotte del Vicenza Calcio è Gatton Gattoni...
e per finire...
Veneziani gran signori,
Padovani gran dotori,
Visentini magna gati,
Veronesi tuti mati,
Udinesi castelani
col cognome de Furlani,
Trevisani pan e tripe,
Rovigoti baco e pipe,
i Cremaschi fa cojoni,
i Bressan tajacantoni,
ghe n'è anca de pì tristi:
Bergamaschi brusa cristi
miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
dal Fatto Quotidiano di oggi, un'altra notizia in tema col post che Nikki ha scritto prima:
TG1, MINZOLINI NO LIMITS diCar. Tec.
Il “d irettorissimo” epura ancora
C’è il direttorissimo in testa ai caroselli
celebrativi di Pdl e Lega. Annunciato
da una Busi tesa e nervosa, Augusto Minzolini
festeggia la vittoria della destra con il suo ennesimo
editoriale: “Ci siamo messi alle spalle
una delle più cattive campagne elettorali della
storia della Repubblica, piena di interferenze
extrapolitiche. Dal voto, è un dato difficilmente
confutabile, è uscito un quadro politico più
stabile che rafforza il governo”. Commentatore,
e pure statista: “Ci sono le condizioni
per accettare la sfida delle riforme: istituzioni,
economia, sistema giudiziario, federalismo”.
Il direttorissimo, invece, combatte
gli indipendenti della redazione. Altro
giro di epurazioni: dopo aver rimosso De
Strobel dall’ufficio centrale, Di Giannantonio
e Damosso non saranno più conduttori.
E presto toccherà alla Ferrario.
TG1, MINZOLINI NO LIMITS diCar. Tec.
Il “d irettorissimo” epura ancora
C’è il direttorissimo in testa ai caroselli
celebrativi di Pdl e Lega. Annunciato
da una Busi tesa e nervosa, Augusto Minzolini
festeggia la vittoria della destra con il suo ennesimo
editoriale: “Ci siamo messi alle spalle
una delle più cattive campagne elettorali della
storia della Repubblica, piena di interferenze
extrapolitiche. Dal voto, è un dato difficilmente
confutabile, è uscito un quadro politico più
stabile che rafforza il governo”. Commentatore,
e pure statista: “Ci sono le condizioni
per accettare la sfida delle riforme: istituzioni,
economia, sistema giudiziario, federalismo”.
Il direttorissimo, invece, combatte
gli indipendenti della redazione. Altro
giro di epurazioni: dopo aver rimosso De
Strobel dall’ufficio centrale, Di Giannantonio
e Damosso non saranno più conduttori.
E presto toccherà alla Ferrario.
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Augusto Minzolini
festeggia la vittoria della destra con il suo ennesimo
editoriale: “Ci siamo messi alle spalle
una delle più cattive campagne elettorali della
storia della Repubblica, piena di interferenze
extrapolitiche. Dal voto, è un dato difficilmente
confutabile, è uscito un quadro politico più
stabile che rafforza il governo”. Commentatore,
e pure statista: “Ci sono le condizioni
per accettare la sfida delle riforme: istituzioni,
economia, sistema giudiziario, federalismo”.
Non ho parole.Questo è autoritarismo,questa è tv di propaganda di stampo dittatoriale.Ormai siamo nella monnezza
seunanotte- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
seunanotte ha scritto:Augusto Minzolini
festeggia la vittoria della destra con il suo ennesimo
editoriale: “Ci siamo messi alle spalle
una delle più cattive campagne elettorali della
storia della Repubblica, piena di interferenze
extrapolitiche. Dal voto, è un dato difficilmente
confutabile, è uscito un quadro politico più
stabile che rafforza il governo”. Commentatore,
e pure statista: “Ci sono le condizioni
per accettare la sfida delle riforme: istituzioni,
economia, sistema giudiziario, federalismo”.
Non ho parole.Questo è autoritarismo,questa è tv di propaganda di stampo dittatoriale.Ormai siamo nella monnezza
Quasi tutta la tv della Rai lo è
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
poveri noi....
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
Nikki ha scritto:
Bella l'intervista postata da ubik... mi urta solo questo passaggio:Come odio quando fanno passare la Ventura per una madre-coraggio, poverina deve sbattersi tra lavoro e figli... ma che vada a cagare, volesse vedere una buona volta come ci si sbatte davvero tra lavoro e 3 figli la invito a casa mia! (scusate la sfogo... )E poi mi piace la signora Ventura, una che pensa oltre il proprio
nasino, che vuol contare come madre e capitana di impresa, che si è
assunta la responsabilità di tirare su tre figli da sola».
ecco
miniatina ha scritto:OT (posso?)killer73 ha scritto:,son chiamati magnagati,penso si scriva cosi,non conosco il dialetto.
Piccola nota folcloristica
- Spoiler:
ci abbiamo costruito sopra pure un sacco di merchandising: c'è un gruppo teatrale/musicale (l'Anonima Magnagati), un dolce ("La Gata"- e la pubblicità dice "i Vicentini magna... la Gata"), uno speciale mensile abbinato al quotidiano locale ("Cats"), varie associazioni sportive (perfino un club del Subbuteo!) locali si chiamano "Magnagati" e la mascotte del Vicenza Calcio è Gatton Gattoni...
e per finire...
Veneziani gran signori,
Padovani gran dotori,
Visentini magna gati,
Veronesi tuti mati,
Udinesi castelani
col cognome de Furlani,
Trevisani pan e tripe,
Rovigoti baco e pipe,
i Cremaschi fa cojoni,
i Bressan tajacantoni,
ghe n'è anca de pì tristi:
Bergamaschi brusa cristi
io mi fermavo a veronesi tutti mati. i bresani chi sono? quelli di bassano?? e perchè i bergamaschi brusacristi?? (insomma me li devi spiegare un po' sti detti, aparte quelli di venezia padova vicenza e verona) mi rendo conto che c'è, bene o male, tutto il territorio della serenissima in questo proverbio
Gaufre ha scritto:dal Fatto Quotidiano di oggi, un'altra notizia in tema col post che Nikki ha scritto prima:
TG1, MINZOLINI NO LIMITS diCar. Tec.
Il “d irettorissimo” epura ancora
C’è il direttorissimo in testa ai caroselli
celebrativi di Pdl e Lega. Annunciato
da una Busi tesa e nervosa, Augusto Minzolini
festeggia la vittoria della destra con il suo ennesimo
editoriale: “Ci siamo messi alle spalle
una delle più cattive campagne elettorali della
storia della Repubblica, piena di interferenze
extrapolitiche. Dal voto, è un dato difficilmente
confutabile, è uscito un quadro politico più
stabile che rafforza il governo”. Commentatore,
e pure statista: “Ci sono le condizioni
per accettare la sfida delle riforme: istituzioni,
economia, sistema giudiziario, federalismo”.
Il direttorissimo, invece, combatte
gli indipendenti della redazione. Altro
giro di epurazioni: dopo aver rimosso De
Strobel dall’ufficio centrale, Di Giannantonio
e Damosso non saranno più conduttori.
E presto toccherà alla Ferrario.
è una frase che odio dire: non ho parole. ma davvero. ma come si fa? ma poi PERCHè??? e dove andranno questi giornalisti? la gente penserà che hanno avuto offerte migliori? oppure, sempre la stessa gente, capirà cosa sta succedendo?
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: LA RAI CACCIA BUSI DA TUTTI I PROGRAMMI
scusate, magari rischio l'impopolarità, però vorrei sottolineare che Busi non ha detto che Ventura è una madre coraggio né che è una poverina, al contrario
ha detto che è una che sa quello che vuole e che prende decisioni, senza trascurare i figli
chi vi dice che non sia un'ottima madre?
ha detto che è una che sa quello che vuole e che prende decisioni, senza trascurare i figli
chi vi dice che non sia un'ottima madre?
Gaufre- Forum Expatriée
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