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[ MUSICA] Francesco Guccini

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[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 Empty Re: [ MUSICA] Francesco Guccini

Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 16:40

xenas ha scritto:
Bea ha scritto:
fear-of-the-dark ha scritto:Io sono con Bea.... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 736873 Ci sono alcune canzoni di guccini che mi piacciono molto, ma alcune sono..... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 847118 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 198696 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 62720 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 253539

Fear... noi siamo tamarre. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 27272

E' che Guccini lo percepisco... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 335795 ... sarà per la voce. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 130219 Lo trovo irritante. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 904928

guccini, a mio parere deve essere ascoltato per i testi la voce oddio..... certi a me (un po' tutti lo ammetto [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 277752 ) mi toccano il cuore o mi fanno riflettere o ridere o incazzare

Per esempio nostra signora dell'ipocrisia fotografa la realtà anche attuale in maniera lucida e con un italiano scritto così bene che mi fa impressione

Descrive un po' quello di cui discutiamo sul 3d gasfom.....





Alla fine della baldoria c'era nell' aria un silenzio strano,
qualcuno
ragliava con meno boria e qualcun altro grugniva piano;
alle sfilate
degli stilisti si trasgrediva con meno allegria
ed in quei visi sazi
e stravisti pulsava un' ombra di malattia.
Un artigiano di scoop
forzati scrisse che Weimar già si scorgeva
e fra biscotti
sponsorizzati videro un anchorman che piangeva
e poi la nebbia
discese a banchi ed il barometro segnò tempesta,
ci risvegliammo più
vecchi e stanchi, amaro in bocca, cerchio alla testa...

Il
mercoledì delle Ceneri ci confessarono bene o male
che la festa era
ormai finita e ormai lontano il carnevale
e proclamarono penitenza e
in giro andarono col cilicio
ruttando austeri: "Ci vuol pazienza!
Siempre adelante ma con juicio!"
E fecero voti con faccia scaltra a
Nostra Signora dell' Ipocrisia
perchè una mano lavasse l' altra,
tutti colpevoli e così sia!
E minacciosi ed un po' pregando, incenso
sparsero al loro Dio,
sempre accusando, sempre cercando il
responsabile, non certo io...

La domenica di Mezza Quaresima fu
processione di etere di Stato
dai puttanieri a diversi pollici dai
furbi del " chi ha dato ha dato "
ed echeggiarono tutte le sere, come
rintocchi schioccanti a morto,
amen, mea culpa e miserere, ma
neanche un cane che sia risorto
e i cavalieri di tigri a ore e i
trombettieri senza ritegno
inamidarono un nuovo pudore, misero a
lucido un nuovo sdegno:
si andò alle prime con casto lusso e i quiz
pagarono sobri milioni
e in pubblico si linciò il riflusso per farci
ridiventare buoni...

Così domenica dopo domenica fu una stagione
davvero cupa,
quel lungo mese della quaresima, rise la iena, ululò la
lupa,
stelle comete ed altri prodigi facilitarono le conversioni,
mulini
bianchi tornaron grigi, candidi agnelli certi ex-leoni.
Soltanto i
pochi che si incazzarono dissero che era l' usato passo
fatto dai
soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in basso!
Poi
tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si posò il mare,
solo
qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio, tornò a pensare...

hai ragione .. la storia come un idiota si ripete..
bello davvero questo testo


E fecero voti con faccia scaltra a Nostra Signora dell' Ipocrisia
perchè
una mano lavasse l' altra, tutti colpevoli e così sia!
E
minacciosi ed un po' pregando, incenso sparsero al loro Dio,
sempre
accusando, sempre cercando il responsabile, non certo io...


Soltanto i pochi che si incazzarono dissero che era l' usato passo
fatto
dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in
basso!
Poi tutto tacque, vinse ragione, si placò il cielo, si
posò il mare,
solo qualcuno in resurrezione, piano, in silenzio,
tornò a pensare


bello il parallelo/metafora con la quaresima.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 939831
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[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 Empty Re: [ MUSICA] Francesco Guccini

Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 17:45

yoko ono ha scritto:
questo è per Bea che trova Guccini irritante, io lo trovo geniale

Caricatura del ragazzino impomatato e spavaldo che, con la sua Gilera e
il suo ridicolo "savoir faire", fa strage di cuori nelle balere di
paese. I tic della vita di provincia forniscono lo spunto per questa
divertente canzone.






IL BELLO
Bello col vestito della festa, bello con la
brillantina in testa

bello, con le scarpe di coppale e l'andata un po' per male, ed in
bocca il riso amar...

Le donne treman quando monto la Gilera, fremono aspettando alla
balera,

muoion spasimando nell'attesa che ad un mio cenno d'intesa io le
stringa nel "casché"

Modestamente: olè!



Poi mi decido e avanzo tra la folla, lalala, e con un fischio invito
la più bella, lalala:

lei mi stramazza sulla spalla, poverina, quell' odor di brillantina è
il profumo dell'amor

e mentre il tango dolcemente vola sussurro piano: "bambola, il tuo
nome!"

Risponde dolce "Sguazzinelli Argìa, sto qui in fondo alla via al
centoventitrè..."

Dimenticavo: olè!



Bello con la mossa, olè, dell'anca, bello mentre turbina la danza,

bello con lo sguardo vellutato ed il labbro corrucciato e la voluttà
nel cor!

Oh, la stringo forte in una spastica carezza e nello spasimo una
costola si spezza,

ma che m'importa, poichè sono quasi un mito

questo è il minimo tributo che una donna pagar dè...

Sono fatale: olè!



Tace il violino, si tace la chitarra, lalala, sazio d'amore la
risbatto sulla panca, lalala,

lei sta piangendo il suo dolore, poverina, quell' odor di
brillantina non scorderà mai più...

Mentre la notte tenebrosa impera, risalto al volo sulla mia Gilera:

per questa sera ho troppo amato e sono stanco,

la notte tutto in bianco non posso fare perchè

sono anemico! Olè!

[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 507626 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 507626 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 277752
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[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 Empty Re: [ MUSICA] Francesco Guccini

Messaggio Da Waltzing Matilda Gio 13 Mag 2010, 18:04


AMERIGO
Probabilmente uscì chiudendo dietro a se la porta verde,
qualcuno si era alzato a preparargli in fretta un caffè d' orzo.
Non so se si girò, non era il tipo d' uomo che si perde
in nostalgie da ricchi, e andò per la sua strada senza sforzo.

Quand' io l' ho conosciuto, o inizio a ricordarlo, era già vecchio
o così a me sembrava, ma allora non andavo ancora a scuola.
Colpiva il cranio raso e un misterioso e strano suo apparecchio,
un cinto d' ernia che sembrava una fondina per la pistola.

Ma quel mattino aveva il viso dei vent' anni senza rughe
e rabbia ed avventura e ancora vaghe idee di socialismo,
parole dure al padre e dietro tradizione di fame e fughe
E per il suo lavoro, quello che schianta e uccide: "il fatalismo".
Ma quel mattino aveva quel sentimento nuovo per casa e madre
e per scacciarlo aveva in corpo il primo vino di una cantina
e già sentiva in faccia l' odore d' olio e mare che fa Le Havre,
e già sentiva in bocca l' odore della polvere della mina.

L' America era allora, per me i G.I. di Roosvelt, la quinta armata,
l' America era Atlantide, l' America era il cuore, era il destino,
l' America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,
l' America era il mondo sognante e misterioso di Paperino.

L' America era allora per me provincia dolce, mondo di pace,
perduto paradiso, malinconia sottile, nevrosi lenta,
e Gunga-Din e Ringo, gli eroi di Casablanca e di Fort Apache,
un sogno lungo il suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra.

Non so come la vide quando la nave offrì New York vicino,
dei grattacieli il bosco, città di feci e strade, urla, castello
e Pavana un ricordo lasciato tra i castagni dell' Appennino,
l' inglese un suono strano che lo feriva al cuore come un coltello.

E fu lavoro e sangue e fu fatica uguale mattina e sera,
per anni da prigione, di birra e di puttane, di giorni duri,
di negri ed irlandesi, polacchi ed italiani nella miniera,
sudore d' antracite in Pennsylvania, Arkansas, Texas, Missouri.

Tornò come fan molti, due soldi e giovinezza ormai finita,
l' America era un angolo, l' America era un' ombra, nebbia sottile,
l' America era un' ernia, un gioco di quei tanti che fa la vita,
e dire boss per capo e ton per tonnellata, "raif" per fucile.

Quand' io l' ho conosciuto o inizio a ricordarlo era già vecchio,
sprezzante come i giovani, gli scivolavo accanto senza afferrarlo
e non capivo che quell' uomo era il mio volto, era il mio specchio
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo...
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Messaggio Da liut123** Gio 13 Mag 2010, 18:10

riguardo l'avvelenata posto questo articolo interessante
http://www.redgolpe.com/curiosita.html
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[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 Empty Re: [ MUSICA] Francesco Guccini

Messaggio Da Waltzing Matilda Gio 13 Mag 2010, 18:30



100, Pennsylvania Avenue
La strada dalla Pennsylvania Station sembrava attraversasse il continente
come se non tornasse più all' indietro, ma andasse sempre avanti ad occidente
fra tombe in ferro-vetro, pianura, pali e gente.
E indietro invece e in fretta ci tornai, ma in certi miei momenti forse oziosi
mi chiedo dove sei e che cosa fai e come passi i tuoi giorni noiosi,
io che non ti risposi in questa casa mia che sai e non sai.

E immagino tu e lui, due americani sicuri e sani, un poco alla John Wayne,
portare avanti i miti kennedyani e far scuola agli indiani:
amore e ecologia lassù nel Maine.

E là insegnare alla povera gente per poco o niente, vita quasi pia,
fingendo o non sapendo proprio niente di quello che può ancora far la CIA,
santi dell'occidente, per gli USA, e così sia...
Mi ha detto chi t' ha vista là da poco che sei rimasta quella che eri allora,
un po' più vecchia, ma quasi per gioco e forse solo appena un po' signora,
vorrei vederti ora perchè il ricordo mi diventa fioco...

E provo a immaginare in un momento per ridere di stare qui con te,
ma sarebbe poi stato un cambiamento? Ci penso, ma non sento
che un' altra ancora ha i soliti perchè...

Però tu sai che è il gioco d' un istante perchè da allora già lo sentivamo
che possibilità ce ne son tante per quei due tipi che allora eravamo:
io son quasi importante, tu cosa sei, e chi siamo?
Ma forse almeno tu hai conservato quell' ideale che avevamo in testa,
probabilmente in te cenni ha lasciato,ogni cosa alla lunga mi molesta
e cerco un' altra festa e poi le feste in fondo mi han stancato...

Poi erano ideali alla cogliona fatti coi miti del '63,
i due Giovanni e pace un po' alla buona, Ramblas di Barcellona,
la prima crisi dura dentro in me...

Io credo che sappiamo che è diverso se le cose son state poi più avare,
le accetti, tiri avanti e non hai perso se sono differenti dal sognare
perchè non è uno scherzo sapere continuare.
E scusami se sono qui a pensare a te, alle tue parole e ai tuoi sorrisi,
come il "Matto" fra carte da giocare può risolvere un attimo di crisi,
anche se allora smisi, ora vado, e "via andare"...

Non voglio far felice proprio adesso tua madre che odiò l' italiano istrione
quando disse a tuo padre che era un fesso lui e il liberal-progresso
e urlò "rivoluzione!".

Son cose spero che perdonerai com' io ti ho perdonato ormai a quest' ora,
come se fossi solo un piantaguai, il "but I love him" che gli urlasti allora,
così ti canto ancora in questa casa mia che sai e non sai...
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Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 18:54

yoko ono ha scritto:riguardo l'avvelenata posto questo articolo interessante
http://www.redgolpe.com/curiosita.html

[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 187966

questa intervista merita di essere inserita anche nel topo delle "interviste" ..
macomer fort Apache..
il C.A.R lo facevano tutti lì.
anche Concato ad espiare le sue colpe musicali.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 277752 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 583831
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Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 20:01

la storia dell'avvelenata non la sapevo..
mi rendo conto che sto un filo indietro..
però che onore, no?
davvero ora sostituisce con Berlusconi?
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Messaggio Da Cantastorie Gio 13 Mag 2010, 20:17

nzi Lepidè...e fa riferimenti al beneamato Premier anche quando canta Cirano et Don Chisciotte :vacanza:
La cosa che poi fa piacere ai suoi concerti...è che la band che ha è fatta da suoi coetanei che suonano con lui per "goliardia" piu' che per il portafoglio...al piano di solito c'è Vince Tempera e alla batteria c'è Bandini (batterista superlativo che lavorava anche con De Andrè e Pagani per es.)..
e questo clima da rimpatriata tra vecchi amici t'arriva da spettatore...e poi c'è Illo che fa gli intramezzi tra una canzone all'altra basandosi sulle "reazioni del pubblico" come se dialogasse con noi platea..e questa riduzione di distanze e contemporaneità di discorso diretto...ti fa sentire davvero parte del "concerto" ...ti fa sentire che non stai assistendo ad uno show rodato-standard-uguale per tutte le piazze ...ma in qualche maniera adattato-modulato sul pubblico presente...insomma se cerchi il significato del termine CONCERTO - scambio/offerta reciproca tra pubblico e artisti...là lo senti forte e chiaro..
e un'altra cosa: io 40enne me la son goduta l'ultima volta ancora di piu' perchè c'era un pubblico il piu' vario possibile per età - meno per "base identificazione politica"..ma qusto è nelle cose per un personaggio a tutto tondo come Guccini - io ero in mezzo a 14enni e 70enni che avevano uguale energia quando cantavano le canzoni-invettiva ..come L'avvelenata o la locomotiva o Dio è morto.. o Noi non ci saremo ....e che sussurravano con Aschwitz come se fossimo in preghiera laica timidone
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Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 20:33

fantastico canta.
quest'intervista che svela i retroscena del guccini mi ha confermato l'idea del NON PRODOTTO.. a parte la feltrinelli..

è quel che voglio cogliere canta.
la sincerità di un racconto che pare superare barriere del tempo e di generazioni.
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Messaggio Da Cantastorie Gio 13 Mag 2010, 20:40

se c'è una cosa che arriva netta e chiara è di uno che è rimasto coerente con se stesso, che non ha inseguito alcun "mercato disco", che s'è limitato a scrivere e cantare quello che gli va di scrivere-cantare....e impressione personale: cantarlo davanti a un pubblico se lo vive come un piacere e non come un "sto qua a cantarvela perchè devo pur fare 14 date l'anno" o perchè "mi serve star qui perchè devo aumentare le vendite dell'ultima raccolta o ultimo cd"..insomma ti appare come uno "autentico" e di autentici (questo sono e questo vi mostro essere) ce ne sono pochini, pochini in giro..e soprattutto pochini al di sotto dei cinquant'anni bang-bang bang-bang (uffffffffffffffffffffffff)
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Messaggio Da liut123** Gio 13 Mag 2010, 20:45

mio marito è andato la settimana scorsa a vederlo in concerto e mi diceva che er abbastanza affaticato.
Cos'ha 70 anni o più?
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Messaggio Da lepidezza Gio 13 Mag 2010, 20:47

Cantastorie ha scritto:se c'è una cosa che arriva netta e chiara è di uno che è rimasto coerente con se stesso, che non ha inseguito alcun "mercato disco", che s'è limitato a scrivere e cantare quello che gli va di scrivere-cantare....e impressione personale: cantarlo davanti a un pubblico se lo vive come un piacere e non come un "sto qua a cantarvela perchè devo pur fare 14 date l'anno" o perchè "mi serve star qui perchè devo aumentare le vendite dell'ultima raccolta o ultimo cd"..insomma ti appare come uno "autentico" e di autentici (questo sono e questo vi mostro essere) ce ne sono pochini, pochini in giro..e soprattutto pochini al di sotto dei cinquant'anni bang-bang bang-bang (uffffffffffffffffffffffff)

esatto questo è quel che diceva l'avvelenato in quell'intervista.
parliamo del signore che faceva il pelo e contropelo del Guccini tanto da meritarsi una canzone..
sia per quanto riguarda i dischi che i concerti. come dici tu!
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Messaggio Da liut123** Gio 13 Mag 2010, 20:49

e che a più di 80 anni anni ha fatto il pelo anche a Morgan
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Messaggio Da Cantastorie Gio 13 Mag 2010, 20:52

Guccini è del 1940...come Faber e Minona e j.Lennon...che annata eh [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 483101 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 483101

io visto un paio di anni fa - fine estate al teatro antico a Taormina, dopo un pomeriggio di temporalone estivo..e non sapevamo se avrebbe o meno cantato la sera...e cantò.
Ho visto altri due concerti live suoi..uno insieme ai nomadi inizi anni 80..e un altro una 15na di anni fa (ma quest'ultimo al chiuso di un palazzetto...e non fu lo stesso per quanto mi riguarda - non mi piace la musica live nei palazzetti sport...è tutto dispersivo- e il suono arriva strapompato dall'amplificazione a palla..e le mie orecchie sono abituate a sentire la musica in altro modo non ci posso far niente) :incazz2:
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Messaggio Da liut123** Gio 13 Mag 2010, 20:56

quando cantava col bottiglione a fianco della sedia.
In ogni caso vietato stare in piedi ai suoi concerti, seduti nel prato o in ginocchio....che male!
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Messaggio Da Violatrix Ven 14 Mag 2010, 04:43

yoko ono ha scritto:
questo è per Bea che trova Guccini irritante, io lo trovo geniale

Tesoro, la canzone mi piace un sacco... se non fosse lui a cantarla. Non mi piace proprio la voce. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 27272

Quindi non potrei godermi un suo disco intero perché... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 930296 E' un grosso limite, eh! Al contrario mi sono avvicinata ad autori che avevano voci che io ritenevo interessanti e magari un repertorio che solo dopo ho imparato ad apprezzare. Come Paolo Conte, per esempio. Conte lo conoscevo come autore di canzoni che mi facevano schifo (leggi "Azzurro" che, cantata da Celentano, trovo MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMUUUUAAARGH!!!! [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 217632 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 217632 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 217632 ... cantata da lui la adoro. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 304814 )

Come c'è gente che non sopporta Tom Waits o Johnny Cash, che io amo, proprio per la voce.

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Messaggio Da liut123** Ven 14 Mag 2010, 06:44

si come io amo gli After, ma non sopporto Agnelli
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 08:51

Waltzing Matilda ha scritto:
AMERIGO
Probabilmente uscì chiudendo dietro a se la porta verde,
qualcuno si era alzato a preparargli in fretta un caffè d' orzo.
Non so se si girò, non era il tipo d' uomo che si perde
in nostalgie da ricchi, e andò per la sua strada senza sforzo.

Quand' io l' ho conosciuto, o inizio a ricordarlo, era già vecchio
o così a me sembrava, ma allora non andavo ancora a scuola.
Colpiva il cranio raso e un misterioso e strano suo apparecchio,
un cinto d' ernia che sembrava una fondina per la pistola.

Ma quel mattino aveva il viso dei vent' anni senza rughe
e rabbia ed avventura e ancora vaghe idee di socialismo,
parole dure al padre e dietro tradizione di fame e fughe
E per il suo lavoro, quello che schianta e uccide: "il fatalismo".
Ma quel mattino aveva quel sentimento nuovo per casa e madre
e per scacciarlo aveva in corpo il primo vino di una cantina
e già sentiva in faccia l' odore d' olio e mare che fa Le Havre,
e già sentiva in bocca l' odore della polvere della mina.

L' America era allora, per me i G.I. di Roosvelt, la quinta armata,
l' America era Atlantide, l' America era il cuore, era il destino,
l' America era Life, sorrisi e denti bianchi su patinata,
l' America era il mondo sognante e misterioso di Paperino.

L' America era allora per me provincia dolce, mondo di pace,
perduto paradiso, malinconia sottile, nevrosi lenta,
e Gunga-Din e Ringo, gli eroi di Casablanca e di Fort Apache,
un sogno lungo il suono continuo ed ossessivo che fa il Limentra.

Non so come la vide quando la nave offrì New York vicino,
dei grattacieli il bosco, città di feci e strade, urla, castello
e Pavana un ricordo lasciato tra i castagni dell' Appennino,
l' inglese un suono strano che lo feriva al cuore come un coltello.

E fu lavoro e sangue e fu fatica uguale mattina e sera,
per anni da prigione, di birra e di puttane, di giorni duri,
di negri ed irlandesi, polacchi ed italiani nella miniera,
sudore d' antracite in Pennsylvania, Arkansas, Texas, Missouri.

Tornò come fan molti, due soldi e giovinezza ormai finita,
l' America era un angolo, l' America era un' ombra, nebbia sottile,
l' America era un' ernia, un gioco di quei tanti che fa la vita,
e dire boss per capo e ton per tonnellata, "raif" per fucile.

Quand' io l' ho conosciuto o inizio a ricordarlo era già vecchio,
sprezzante come i giovani, gli scivolavo accanto senza afferrarlo
e non capivo che quell' uomo era il mio volto, era il mio specchio
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo,
finché non verrà il tempo in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo...

un commento su amerigo (ho letto da poco non so che viso avesse, la biografia quindo le so tutte [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 277752 ) Questa canzone è scritta per lo zio, il fratello del padre, che veramente partì in america per poi tornare e scoprire che chi è povero qui in america povero restava. Il bello del libro è che inserisce nella realtà le canzoni, probabilmente per questo guccini è sempre attuale perchè racconta la sua quotidianità
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 08:57

lepidezza ha scritto:la storia dell'avvelenata non la sapevo..
mi rendo conto che sto un filo indietro..
però che onore, no?
davvero ora sostituisce con Berlusconi?

A proposito dell'avvelenata Ligabue nel suo ultimo Album scrive una canzone rivolta a guccini in cui "risponde" all'avvelenata... ci ha provato...



scusate nn trovo il testo
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Messaggio Da liut123** Ven 14 Mag 2010, 09:33

ma....del Liga ho tanta nostalgia di quando ai concerti eravamo in 40
come diceva Cantastorie la generazione cresciuta nel dopo guerra ha avuto tanto altro da dire
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 09:59

Nell'intervista postata da Yoko ono la storia dell'Avvelenata.

Bertoncelli:
Io
di solito tratto altro, rock d'avanguardia o jazz improvvisato, e i
cantautori non son proprio nel mio cuore; ma per Guccini, su, dai,
faccio volentieri un'eccezione. Conosco le sue canzoni dall'epoca di
«Folk Beat», anzi, da prima ancora, da «Per quando noi non ci saremo»
dei Nomadi, colorata reliquia beat apribile che conservo ancora (pagata
un occhio della testa lire 3200 dell'aprile 1967). All'epoca mi
piacevano le sue visioni italico-beat, in tono con certe poesie scritte
per il cassetto dei miei quindici anni, ma più avanti apprezzerò anche
cose completamente diverse: Il compleanno per esempio, quella crudele
storia da film di Pupi Avati sul secondo album, o Asia, sull'«Isola non
trovata», oppure Incontro, il pezzo con cui apre «Radici».

Ecco, Radici è un disco che mi ha intrigato: e non tanto per La
locomotiva, inno troppo facile e simil-peronista, ma per il clima in
generale e per il linguaggio, aulico e controcorrente, che in quella mia
gassmaniana stagione me fa impazzì. Quelle «stoviglie color nostalgia»,
quei metri gozzanian-pascoliani per me sono una libidine. Io adoro il
Pascoli, quando sono in vena c'è chi ama farsi una pista di coca e io
invece apro i Poemi conviviali e declamo, mi piace declamare («Sòlon,
dicesti un giorno tu: beat o/ chi ama, chi cavalli ha solidunghi/ Cani
da preda, un ospite lontano»): e non immaginate il gusto, il piacere, la
complicità quando il Guccini incise Amerigo, quella bella canzone sul
suo avo emigrato, e il tempo di un verso («e dire 'bos' per capo, 'ton'
per tonnellata, 'raif' per fucile») mi si stagliò subito innanzi
l'originale pascoliano a cui s'era ispirato - «Italy», massì, quel
favoloso mosaico anglo-broccolino che dovrebbero far studiare a scuola,
anziché perder tempo con le cavalle storne e le querce cadute - «Poor
Molly! Qui non trovi il pai con fleva»
.


Ma, eccoci al punto, in Stanze di vita quotidiana quel clima e quel
dolce gas poetico erano svaniti. Forse ero io che avevo il naso chiuso
ma tirava un'altra aria che mi sembrava più triste, stanca, apatica.
Facevo fatica a trovare canzoni belle (in realtà solo una, e ancor oggi
la penso così: Canzone delle situazioni differenti) e soprattutto mi
dava fastidio la rassegnazione che aleggiava in molti testi e fin da
subito, nella Canzone delle osterie di fuori porta. Mi indignava in
particolare quel verso, «stare a letto il giorno dopo è forse l'unica
mia meta».
Ma come, proprio in quegli anni, con tutto quello che fuori
accadeva! In realtà, a considerar le cose a mente fredda, quel brano e
un po' tutto il disco erano una specie di «Guccini contro Guccini»,
l'addio alle speranze e ai ricordi di un periodo che si chiudeva senza
che nulla di preciso si fosse ancora annunciato
. Non per niente il tempo
avrebbe rimarcato questa vena di passaggio dell'album, che sta fra
Radici e Via Paolo Fabbri come un vaso di coccio tra due otri di ferro.
Certo con il senno di poi viene facile dirlo, ma anche senza avrei
dovuto meditare, distinguere, dar la tara, insomma, per usare una
parolaccia, sforzarmi di capire. Ma ero un piccolo ayatollah che amava
usare scudiscio e scimitarra e così scrissi la recensione che segue. La
rileggo oggi dopo tanti anni e, beh, insomma, me la ricordavo più soft.

«Non intendo discutere le scelte di vita del Francesco. Vino + intimismo
+ lezioni d'italiano + vita provinciale è una somma che non comprendo
nel momento stesso in cui non è la mia: e il raccontare che 'stare a
letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta', come insegna Canzone
delle osterie di fuori porta, non mi fa nemmeno rabbia, tanto è
personale e piena di pudori l'occhiata all'esistenza che ognuno di noi
deve dare. Quello che intendo dire è che non capisco perché Guccini
continui a far canzoni: dato che i primi tre album erano il fischio
ingenuo a speranze e illusioni di un '67-'68 effimero come i propri
vent'anni e Radici era l'amarcord inevitabile che getta fuori ciò che è
rimasto e poi più niente, perché lasciarsi irretire da una ruota come
quella del bisogno discografico che rende impossibile l'abbandono del
Francesco Guccini-trentamila-copie-per-LP?


«Buona parte della tristezza sciorinata lungo queste Stanze (tristezza
feroce, impietosa, senza deroghe o pentimenti) credo vada a parare
all'angolo del ruolo che l'uomo sa di avere assunto oggi come oggi; la
poesia è un pezzo di carta da consegnare al pubblico e non mai un
esercizio di rabbia/purificazione intima,
la musica è una vecchia stampa
con cui tappezzare il salotto dell'acquirente e meno che mai la
scintilla individuale del 'mi piace' o dell''io la penso così'.

Francesco Guccini non appartiene più a se stesso: e finisce col
ripetersi, regalando una 'pianta topografica' della propria anima tanto
diffusa quanto vana. I suoi testi sono senza magia, nudi, freddi, con
piccoli rami sfrondati dall'albero francese o dall'America anni
Trenta-Cinquanta, che già sappiamo sino all'ebbrezza: noiosi,
addirittura
, e si perdoni la cattiveria di un uomo-ex ragazzo alle prese
con gli stessi problemi di crescita del Francesco e con i medesimi
sbalzi d'umore letterario che qui suggeriscono Canzone della vita
quotidiana o Canzone delle ragazze che se ne vanno - magniloquenza dal
cuore fragile, come già la Canzone dei dodici mesi su «Radici» insegnava
a sufficienza. Insomma, «vanità delle vanità», bombe non esplose, morti
nel cuore e morti nel fisico, impotenza e paura del domani, il «son
sempre qui a scrivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta» che
equivale all'«io son sempre lo stesso, sempre diverso
» che compendiava
la tenera Piccola città un po' di tempo addietro. Per chi sgranare un
rosario assolutamente senza novità?

«Questo senza malizia, 'con amore', come dicevamo sulle rive dell'Amstel
1968 che Francesco, 'i blue jeans vecchi e le poche lire', certo
conosce, mentre un po' di malvagità la voglio sparare su Vince Tempera,
che distrugge la già traballante musica con un arrangiamento dai mille
strumenti, tanto ambizioso quanto stridente con i testi che scivolano
sotto.

Meno male che era scritta con amore, sennò sai che botti.
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 10:05

«E poi
non sono amico di Guccini, neanche lo conosco». «Sarà, ma lui conosce
te. Ha scritto una canzone in cui ti cita.» Pensai a uno scherzo, che
strana storia era quella? Poi mi capitò tra le mani un numero di
«Muzak», l'altra tendenziosa rivista di tendenza di quegli anni, e anche
lì Guccini a sorpresa mi citava. «Bertoncelli è uno che non capisce
niente
» ricordo a memoria, «uno di quelli che scrive ancora Amerika con
la kappa.» Non era un'offesa così grave, e in effetti scrivevo
volentieri Amerika con la kappa, ma insomma, si era accertato un caso
tra di noi; e come nei film dei cowboy che si rispettino, «tra la via
Emilia e il West», la questione andava risolta affrontandosi.

Presi il telefono e chiamai Francesco per fissare un incontro: una sfida
all'OK Corral, un duello dietro il convento delle carmelitane scalze,
una gara di versi in ottava rima, facesse lui. Fu sorpreso ma gentile.
Mi invitò a casa sua, in Via Paolo Fabbri.

Fu una bella serata a cominciare da subito, da quando Francesco mi aprì
la porta e mi apostrofò stupito: «Ti credevo piccolo, brufoloso e con
gli occhiali». No, non ero quel tipo di frustrato con Olivetti lettera
22: mentre lui invece era proprio il tranquillo ciclone che mi ero
immaginato, diviso fra cento interessi anche e soprattutto non musicali.

Parlammo di Bob Dylan ma anche di Carl Barks e Paperino, di feuilleton
d'inizio secolo, dell'improbabile Trimurti Ginsberg-Kerouac-Giovanni
Pascoli. Fu un bel «riscaldamento» per arrivare al momento topico:
quella canzone, L'avvelenata, come diavolo ti è venuta in mente?

Mi raccontò che l'aveva scritta di getto, in treno, sull'onda di quella
recensione che io mi ero dimenticato e che per lui era stata la classica
goccia non più sopportabile. Tutti lo tiravano per la manica, in quel
periodo, tutti gli dicevano cosa fare e chi essere, trasformandolo da
«personaggio pubblico» in una sorta di «pubblico prigioniero», secondo
usi e modi che presto sarebbero degenerati (ero con Francesco, un anno
più tardi, quando lo informarono di De Gregori «sequestrato» su un palco
a Milano dagli autonomi: e ricordo la sua amarezza e il suo smarrimento
per quella brutta storia che purtroppo era nell'aria da tempo - il
«gioco» del fare musica stava diventando una dannazione). Quella
recensione su «Gong» aveva incendiato i suoi umori più cupi e la sua
voglia di polemica.
«Guarda che non hai capito un cazzo» mi spiegò,
«l'idea che io possa far dischi per soddisfare la casa discografica è
pura fantascienza. Non ho mai avuto una carriera e non ce l'avrò mai.
Faccio i dischi quando voglio, tengo (pochi) concerti quando mi viene. E
il paragone con «Radici» è sbagliato: quello era un momento di
stanchezza, non viceversa.»
Era lucido, tranquillo. Prese la chitarra,
si appoggiò indietro sulla sedia e in diretta, vivo live, mi cantò
L'Avvelenata tutta d'un fiato, senza errori e senza omissis. Fu
divertente, davvero, ero stupito dalla valanga che le mie parole avevano
provocato più che offeso dall'insulto che andava in onda: e respinsi con
sdegno la sincera offerta di levare il mio nome dalla canzone, «ora che
ci siamo conosciuti non ha più senso». «Guai a te» lo minacciai, «è la
volta che ti denuncio per 'omissione dolosa'. La canzone è nata così e
così deve rimanere». «Comunque è un pezzo che non inciderò mai» mi
rassicurò alla fine, «uno sfogo da concerto che non ha senso su un LP.»

La storia sarebbe andata un po' diversamente. Nel giro di pochi mesi,
quella «canzone con le parolacce» diventò un classico dei concerti e a
furor di popolo venne inclusa nel disco successivo, «Via Paolo Fabbri
43» 43, con una breve, affettuosa spiega per la citazione. A un certo
punto diventò addirittura un 45, se non ricordo male, di quelli per i
jukebox.
Ancor oggi il brano è un must dei concerti e, se manca, il
popolo gucciniano fa bùu. Francesco ha provato a cambiare più volte i
versi e ora, per esempio, il mi
o spazio viene regolarmente usurpato da
Berlusconi, che al di là di tutto è anche lui quadrisillabo.
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 10:17

grazie Lepi! [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 3 277752

Sulla parte che hai evidenziato

«l'idea che io possa far dischi per soddisfare la casa
discografica è
pura fantascienza. Non ho mai avuto una carriera e non
ce l'avrò mai.
Faccio i dischi quando voglio, tengo (pochi) concerti
quando mi viene. E
il paragone con «Radici» è sbagliato: quello era
un momento di
stanchezza, non viceversa.

Ho letto nel libro che sulle sue prime canzoni non si registro' nemmeno alla siae eprchè pensava che mai avrebbe vissuto di questo. alla fine lo iscrisse un amico... scusate nn ricordo i dettagli ma appena trovo integro.

es: si fece inoltre notare per la traduzione (che però non firmò) di Bang
Bang (My Baby Shot Me Down)
di Sonny
Bono e Cher,
cantata sempre dall'Equipe 84.

Oggi invece scrivono per vendere... la differenza di qualità secondo me sta tutta li...
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Messaggio Da Cantastorie Ven 14 Mag 2010, 10:52

Tutti lo tiravano per la manica, in quel
periodo, tutti gli dicevano cosa fare e chi essere, trasformandolo da
«personaggio pubblico» in una sorta di «pubblico prigioniero», secondo
usi e modi che presto sarebbero degenerati
........................
Io segnalo questa parte dell'intervista, perchè a metà anni settanta, la mania di assegnare a chi cantava su temi "d'impegno" l'etichetta di "portavoce-divulgatore schierato a oltranza" ideologico e non di "libero pensatore-cantante" era assolutamente scontata. E se il cantautore s'azzardava a scriver qualcosa di NON-allineato o non di pari-impegno eran contestazioni rasentanti la violenza-imposizione, come nel caso del concerto di De Gregori cui si fa riferimento nell'intervista..ma non fu mica il solo quel concerto ad esser viziato da violenza nell'aria.
Non è un caso - ellloso che ho la fissa di Faber - che a fine anni settanta quell'omino, per poter far concerti live in giro per l'Italia avvio' la collaborazione-riarrangiamento delle sue canzoni - anche le piu' antiche - con la PFM..proprio per innescare un meccanismo virtuoso tra canzone d'autore-canzone di protesta..ma vivaddio CANZONE e nulla altro a pretendere.
Negli stessi anni, Guccini fece tournee con i Nomadi.
Credo per identiche ragioni musical-ideali.

Sono gli anni di scontro ideologico piu' acceso e di estremismi che han falciato una generazione - quella che oggi ha o avrebbe intorno ai 70 anni appunto - con annessa esplosione di violenza che ha lasciato a terra intorno a 500 morti (contando chi ci ha lasciato la vita sia per le idee che per il mestiere/funzione che svolgeva).
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 13:21

Non è un caso - ellloso che ho la fissa di Faber - che a fine anni
settanta quell'omino, per poter far concerti live in giro per l'Italia
avvio' la collaborazione-riarrangiamento delle sue canzoni
- anche le
piu' antiche - con la PFM..proprio per innescare un meccanismo virtuoso
tra canzone d'autore-canzone di protesta..ma vivaddio CANZONE e nulla
altro a pretendere.
Negli stessi anni, Guccini fece tournee con i
Nomadi.
Credo per identiche ragioni musical-ideali.

che poi fa il paio con la dichiarazione dell'attrice Mezzogiorno( topo sul cinema)sull'opportunità di farsi megafono di uno schieramento"
è sottile la distanza tra la volontà di aderire a una visione e rivendicare il diritto di essere coerenti con la propria rispetto a quella di una fazione intera.

sottile ma pesante il carico che si attribuisce a un cantastorie, che è libertà d'espressione in musica, non leaderismo.
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