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[ MUSICA] Francesco Guccini

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Messaggio Da Cantastorie Ven 14 Mag 2010, 13:32

e questo perchè ..parere personale ...un artista (in senso lato) NON è un contemporaneo assorbito dal tempo presente, ma uno che guarda il reale e lo riveste d'altro, per superare la dimensione-tempo-ora (non fa le fotografie-fisse per intenderci). E non si può chiedere ad un artista di farsi assorbire del tutto da cio' che lo circonda (fosse pure la battaglia ideale piu' alta)...hanno bisogno di uno spiraglio di libertà, di distacco, di osservazione esterna...e non so perchè, mi viene in mente Fellini su questi discorsi.
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Messaggio Da Waltzing Matilda Ven 14 Mag 2010, 14:04

xenas ha scritto:
un commento su amerigo (ho letto da poco non so che viso avesse, la biografia quindo le so tutte [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 ) Questa canzone è scritta per lo zio, il fratello del padre, che veramente partì in america per poi tornare e scoprire che chi è povero qui in america povero restava. Il bello del libro è che inserisce nella realtà le canzoni, probabilmente per questo guccini è sempre attuale perchè racconta la sua quotidianità
Sì Xenas, ha proprio ragione, io non sono obiettiva quando si parla di Guccini perchè per me è uno dei più grandi poeti che l'Italia abbia avuto per questa sua capacità di raccontare l'esperienza personale e farne riflessione di carattere universale, è questo che fanno i poeti. Forse l'incanto del suo sguardo sul mondo. E poi per me Guccini è Bologna, la bellissima Bologna di tanti anni fa, quando non esisteva la parola extracomunitario ma ci passava lo stesso il mondo, tra la sua università e la Johns Hopkins University, americani, giapponesi, australiani.
Io questa canzone non riesco ad ascoltare senza commuovermi ogni volta. Dovrebbe essere insegnata nelle scuole, soprattutto in certe zone del nord est dove hanno dimenticato cosa significa emigrazione. Ma io ci vedo quasi un filo conduttore che arriva fino al canto di Ulisse della Commedia, in questo bellissimo ritratto dell'emigrante che va incontro al suo nuovo destino oltre le colonne d'Ercole, con il suo carico di speranze ed entusiasmo e ne esce vincente anche se sconfitto.
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Messaggio Da morgan4ever Ven 14 Mag 2010, 14:14

entro a mani giunte e già genuflessa...posso dire che guccini mi fa c...e?chiamiamola antipatia epidermica...esco come neanche fossi entrata....
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 14:21

morgan4ever ha scritto:entro a mani giunte e già genuflessa...posso dire che guccini mi fa c...e?chiamiamola antipatia epidermica...esco come neanche fossi entrata....

Puoi anche stare tra noi mica siamo contagiosi!!! [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
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Messaggio Da Waltzing Matilda Ven 14 Mag 2010, 14:26

morgan4ever ha scritto:entro a mani giunte e già genuflessa...posso dire che guccini mi fa c...e?chiamiamola antipatia epidermica...esco come neanche fossi entrata....
[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 Lo puoi pure urlare saltando! Oh, è arte, mica scienza, son sentimenti de panza, se ti fa schifo ti fa schifo [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 670314
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 14:31

morgan ti capisco.. io professavo lo stesso credo. per ora ti posso dire che non conosco bene la sua produzione per dire di apprezzarne l'opera omnia.
mi affido ai conoscitori e per ora ci sono almeno 5 pezzi che trovo favolosi.
ascoltarlo seduto però non saprei dirti.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 867348
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 14:38

Per Lepi allora l'attimo del buonumore a proposito di veline e di
papi...

ogni mio [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 commento è pleonastico


testo nello spoiler
Spoiler:


Ultima modifica di xenas il Lun 07 Giu 2010, 09:42 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 14:44

Si è sistemata Fantoni Cesira, fra letto e seno guadagna milioni:
ha
cominciato a studiar da signora e si fa chiamare Cesy Phantoni (col
ph),
si è messa stabile, ed è l'amante di un produttore molto
influente,
tre o quattro film le produrrà, e un "premio Strega"
glielo scriverà.

Lui è già sposato, ma che cosa importano
queste sciocchezze se si hanno i
quattrini,presto nel Messico si
sposeranno, potranno fare tanti
bambini.
E la morale di questa
storia al giorno d'oggi non è tanto
strana:per aver soldi, la
fama e
la gloria bisogna essere un poco
puttana!

ok sono 6 i brani.. sono di bocca buona o non può che piacermi? [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
poesia satira e verità in musica..
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 14:46

lepi e sto lasciando il meglio per mantenere alta l'attenzione [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 sono donna da reality.... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 647803
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 14:56

xenas ha scritto:lepi e sto lasciando il meglio per mantenere alta l'attenzione [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 sono donna da reality.... [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 647803
no cara.. sbagli candeggio.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
butta tutto sull'ironia poi qualche storia personale per stabilire un legame con il francesco, poi qualche difetto che me lo renda umano e infine l'obiettivo e l'antagonista..
se vuoi la fidelizzazione devi saperla raccontare
è il racconto che permette di legarsi al personaggio..
ma siccome non è lui ma la sua opera che lo sovrasta non la spunterai.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 14:58

oddio come difetto nn ti basta la r moscia? [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 28293
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Messaggio Da liut123** Ven 14 Mag 2010, 14:59

xenas ha scritto:Per Lepi allora l'attimo del buonumore a proposito di veline e di
papi...

ogni mio [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 commento è pleonastico



Si... si chiamava Fantoni Cesira, era la figlia d' un alcolizzato
che
non aveva mai in tasca una lira e per il vino avea tutto lasciato,
lavoro
e casa, figlia e consorte, che non potendo scordar col bere,
perchè
era astemia, la sua triste sorte, si tirò un colpo nel '53.

Povera
giovane rimasta orfana mentre suo padre si ubriacava
trovò lavoro in
una fabbrica e sul lavoro ogni tanto sognava,
sognava panfili,
pellicce ed abiti, non più la fabbrica, ville e piscine,
la dolce
vita, il bel mondo dei principi, come le dive che vedeva al cine.

Ma
quel bel sogno sarebbe rimasto soltanto un sogno mai realizzato,
quando
in paese nel giorno del santo un gran veglione fu organizzato,
ci
furon musiche, canti e allegria, danze e coriandoli, spumante e suoni,
poi
a mezzanotte una scelta giuria fece "miss tette" Cesira Fantoni.

Le
circondarono il petto e le spalle con nastri e fasce di seta scarlatte
su
cui era scritto con lettere d'oro "evviva sempre le mucche da latte",
le
regalarono trenta garofani, un "necessaire" similoro da viaggio,
quattro
biglietti con sconto per cinema, cinque flaconi di shampoo in omaggio.

La
sera stessa a Fantoni Cesira si presentò, assai distinto, un signore.
Disse:
"Permette? Il suo viso m' attira; voglia scusarmi, sono un
produttore...
Se lei permette, io l' accompagno, a far del cine c'è
un gran guadagno",
ma quella sera non certo del cine il produttore
s'interessò.

La brava giovane per far del cinema consentì a
perdere la castità,
ma non per questo si perse d'animo: le rimaneva
Cinecittà!
Lasciò il moroso, piantò il lavoro, comperò un "topless"
per mostrare il seno,
fece mandare suo padre in ricovero e arrivò a
Roma con il primo treno.

Cento anticamere fece Cesira e visitò
una decina di letti,
un onorevole che la manteneva le fece fare un
romanzo a fumetti,
ebbe da amanti tre o quattro negri, due segretari,
tre cardinali,
si spogliò nuda a fontana di Trevi e qualche sera
batteva sui viali.

La brava giovane campava bene, ma ormai
sentiva il richiamo dell'arte:
qualunque cosa lei avrebbe donato sol
per avere in un film una parte.
Se ne andò a letto con tre
produttori, studiò dizione, bel canto, regia,
mimica, scenica,
recitazione e apparve nuda in un film di Golia.

Si è sistemata
Fantoni Cesira, fra letto e seno guadagna milioni:
ha cominciato a
studiar da signora e si fa chiamare Cesy Phantoni (col ph),
si è
messa stabile, ed è l'amante di un produttore molto influente,
tre o
quattro film le produrrà, e un "premio Strega" glielo scriverà.

Lui
è già sposato, ma che cosa importano queste sciocchezze se si hanno i
quattrini,
presto nel Messico si sposeranno, potranno fare tanti
bambini.
E la morale di questa storia al giorno d'oggi non è tanto
strana:
per aver soldi, la fama e la gloria bisogna essere un poco
puttana!
ah ah questa la canto al mio piccolo mentre gli do la pappa e lui ride
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 15:16

xenas ha scritto:oddio come difetto nn ti basta la r moscia? [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 28293
il bottglione meglio.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 939831
yoko ma fino alla fine gliela canti.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 169499
ride perchè capisce la sottile ironia.. [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 248374
questione di DNA? [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
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Messaggio Da liut123** Ven 14 Mag 2010, 15:44

E' lento a mangiare, prova tu a cantare per mezz'ora batti batti le manine, ci si salva come si può! Ogni tanto gli canto pure questa con tanto di accento e r moscia

]
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 16:02

la genesi! una delle cose più divertenti mai sentite insieme a nappo l'orso capo capo del pd
Il testo

La genesi
Parlato]

Una canzone molto più... più seria e più impegnata, oserei dire
impegnatissima, una canzone che

mi è stata ispirata, a me succede poche volte, però questa canzone
mi è stata ispirata

direttamente dall'alto. Ero lì, nel mio candido lettino... e ho
sentito una voce che diceva "Francesco",

dico "socc..., chi è?"... dico "eh?", diceeeeee "svegliati sono il
tuo Dio." E allora così, in questo modo sollecitato, ho pensato di,
di... fare un' opera musicale colossale e mettere in musica l'Antico
Testamento. Per ora sono riuscito a fare soltanto la Genesi... che è la
vera storia della creazione del mondo...


Per capire la nostra storia bisogna farsi ad un tempo remoto:

c'era un vecchio con la barba bianca, lui, la sua barba, ed il resto
era vuoto.

Voi capirete che in tale frangente quel vecchio solo lassù si
annoiava,

si aggiunga a questo che, inspiegabilmente, nessuno aveva la T.V.
inventata...


Beh, poco male, pensò il vecchio un giorno, a questo affare ci
penserò io:

sembra impossibil, ma in roba del genere, modestia a parte, ci so
far da Dio!

"Dixit", ma poi toccò un filo scoperto, prese la scossa, ci fu un
gran boato:

come T.V. non valeva un bel niente, ma l' Universo era stato
creato...


Come son bravo che, a tempo perso, ti ho creato l'Universo!

Non mi sembra per niente male, sono davvero un tipo geniale!

"Zitto, Lucifero, non disturbare, non stare sempre qui a criticare!

Beh sì, lo ammetto, sarà un po' buio, ma non dir più che non si vede
un tubo!"


[parlato]

"Che sono parolacce che non sopporto!", disse il vecchio a Lucifero.
"E poi se c'è una cosa e un'altra che non posso sopportare sono i
criticoni: fattelo te l' Universo se sei capace! Che me at dig un
quel... disse il ve..." Era d' antica origine modenese da parte di madre
il ve... "Io parlo chiaro: pane al pane, vino al vino, anzi vin santo
al vin santo. Sono buono e bravo, ma se mi prendono i cinque secoli me
at sbat a l' inferen, com'è vero Dio!"


Ma poi volando sull' acqua stagnante e sopra i mari di quell'
Universo,

mentre pensava se stesso pensante in mezzo a quel buio si sentì un
po' perso.

Sbattè le gambe su un mucchio di ghiaia dopo una tragica caduta in
mare,

quando andò a sbattere sull' Himalaya il colpo gli fece persino un
po' male...


Fece crollare anche un gran continente soltanto urtandolo un poco
col piede:

si consolò che non c'era ancor gente e che non gli era venuto poi
bene.

Ma quando il buio gli fece impressione, disse, facendosi in viso un
po' truce:

"diavol d' un angelo, avevi ragione! Si chiami l' Enel, sia fatta la
luce!"


Commutatori, trasformatori, dighe idroelettriche e isolatori,

turbine, dinamo e transistori per mille impianti di riflettori,

albe ed aurore fin boreali, giorni e tramonti fin tropicali.

"Fate mo' bene che non bado a spese, tanto ho lo sconto alla fine
del mese..."


[parlato]

"Te Lucifero non ti devi interessare come faccio ad avere io lo
sconto alla fine del mese. Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava
l' altra, come si dice; vuoi che uno nella mia posizione non conosca
nessuno? Però intanto, ragazzi, andateci piano perchè la bolletta la
portano a me. M' avete lasciato accesa la luce al polo sei mesi, sei
mesi, no, sei mesi! Grazie, c'era freddo, i surgelati li debbo pur
tenere da qualche parte! Adesso la tenete spenta sei mesi come ... e poi
quei ragazzi lì, come si chiamano quei ragazzini che vanno in giro con
quella cosa? Aureola si chiama? No no, am pies menga, no no no, ragazzi
quelle cose li, io vi invento il peccato di superbia e vi frego tutti
eh, adesso ve lo dico, bisogna guadagnarsele... a parte il fatto che non
mi adorate abbastanza... no no no Lucifero, è inutile che tu mi chiedi
scusa: adorare significa non dovere mai dire mi dispiace! Tientelo in
mente... Voi, ecco, io vi do ogni dieci atti di adorazione vi do un
buono, ogni dieci buoni voi mandate la cartolina che il 6 gennaio... che
poi ci ho tutta un'altra idea in testa per la... facciamo Aureolissima
che è una festa che mi sembra molto bella. Piuttosto Lucifero, non
sgamare, vieni qua ragazzo... Com' è, mi hanno detto che hai stampato un
libro... Il Libretto Rosso dei Pensieri di... oh, bella roba il
libretto rosso dei pensieri di Lucifero! Ragazzi mi spiace... ma cosa
vuol dire di sinistra, di sinistra... non sono un socialdemocratico
anch' io? avanti al centro contro gli opposti estremismi! ...eh ma,
...no no no, non ci siamo mica qua: se c' è uno che può pensare
anzitutto sono io ... e non tirare mica in ballo mio figlio, quel
capellone, con tutti i sacrifici che ho fatto... per me lui lì finisce
male... ah me, me a tal deg ... finisce male. E attento che te e lui, io
ho delle soluzioni per voi che non vi piaceranno, per Dio! E non
guardarmi male che qui dentro "per Dio" lo dico come e quando mi pare!"


Ma fatta la luce ci vide più chiaro: là nello spazio girava una
palla.

Restò pensoso e gli parve un po' strano, ma scosse il capo: chi non
fa non falla.

Rise Lucifero stringendo l' occhio quando lui e gli angeli furon da
soli:

"Guarda che roba! Si vede che è vecchio: l'ha fatto tutto
schiacciato sui poli!"


Per riempire 'sto bell'ambiente voglio metterci tante piante.

"Forza, Lucifero, datti da fare, ordina semi, concime e trattore,

voglio un giardino senza uguali, voglio riempirlo con degli animali!

Ma cosa fa 'sto cane che ho appena creato? Boia d'un Giuda, m' ha
morsicato!


[parlato]

"Piuttosto fallo vedere da un veterinario, che non vorrei aver
creato anche la rabbia, già così...cos'è che non ho creato? Lo sapevo:
l'uomo non ho creato! Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi tocca
sempre fare! Qua se non ci sono io che penso a tutto.. va beh, nessuno è
perfetto... sì, lo so che sono l'Essere Perfettissimo Creatore e
Signore. Grazie! Adesso ti trasformo in serpente così impari, striscia
mo' lì! Viuscia via!"

E portarono al vecchio quello che c' era rimasto ... c'era un po' di
formaggio e due scatolette di Simmenthal, cioè lui li mise assieme e
poi...


Prese un poco di argilla rossa, fece la carne, fece le ossa,

ci sputò sopra, ci fu un gran tuono ed è in quel modo che è nato
l'uomo...

era un venerdì 13 dell'anno zero del paradiso....
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Messaggio Da bellaprincipessa Ven 14 Mag 2010, 16:20

vi leggo, vi leggo...
yoko, e io che pensavo di esser pazza a cantare "il vecchio e il bambino " "autogrill" come ninna nanna...
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Messaggio Da xenas Ven 14 Mag 2010, 16:31

OT: mio fratello per far calmare il pupo gli cantava puglia di caparezza.. a due anni la sapeva tutta..... e voleva pogare!!!!
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Messaggio Da liut123** Ven 14 Mag 2010, 16:48

Comme ninna nanna uso questa


tornando a Guccini solo io non sopporto i Nomadi che cantano Guccini?
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Messaggio Da bellaprincipessa Ven 14 Mag 2010, 16:53

anch'io cara!...
inascoltabili.
bella la ninna nanna [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 178149 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752
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Messaggio Da lepidezza Ven 14 Mag 2010, 17:22

xenas ha scritto:la genesi! una delle cose più divertenti mai sentite insieme a nappo l'orso capo capo del pd
Il testo

La genesi
Parlato]

Una canzone molto più... più seria e più impegnata, oserei dire
impegnatissima, una canzone che

mi è stata ispirata, a me succede poche volte, però questa canzone
mi è stata ispirata

direttamente dall'alto. Ero lì, nel mio candido lettino... e ho
sentito una voce che diceva "Francesco",

dico "socc..., chi è?"... dico "eh?", diceeeeee "svegliati sono il
tuo Dio." E allora così, in questo modo sollecitato, ho pensato di,
di... fare un' opera musicale colossale e mettere in musica l'Antico
Testamento. Per ora sono riuscito a fare soltanto la Genesi... che è la
vera storia della creazione del mondo...


Per capire la nostra storia bisogna farsi ad un tempo remoto:

c'era un vecchio con la barba bianca, lui, la sua barba, ed il resto
era vuoto.

Voi capirete che in tale frangente quel vecchio solo lassù si
annoiava,

si aggiunga a questo che, inspiegabilmente, nessuno aveva la T.V.
inventata...


Beh, poco male, pensò il vecchio un giorno, a questo affare ci
penserò io:

sembra impossibil, ma in roba del genere, modestia a parte, ci so
far da Dio!

"Dixit", ma poi toccò un filo scoperto, prese la scossa, ci fu un
gran boato:

come T.V. non valeva un bel niente, ma l' Universo era stato
creato...


Come son bravo che, a tempo perso, ti ho creato l'Universo!

Non mi sembra per niente male, sono davvero un tipo geniale!

"Zitto, Lucifero, non disturbare, non stare sempre qui a criticare!

Beh sì, lo ammetto, sarà un po' buio, ma non dir più che non si vede
un tubo!"


[parlato]

"Che sono parolacce che non sopporto!", disse il vecchio a Lucifero.
"E poi se c'è una cosa e un'altra che non posso sopportare sono i
criticoni: fattelo te l' Universo se sei capace! Che me at dig un
quel... disse il ve..." Era d' antica origine modenese da parte di madre
il ve... "Io parlo chiaro: pane al pane, vino al vino, anzi vin santo
al vin santo. Sono buono e bravo, ma se mi prendono i cinque secoli me
at sbat a l' inferen, com'è vero Dio!"


Ma poi volando sull' acqua stagnante e sopra i mari di quell'
Universo,

mentre pensava se stesso pensante in mezzo a quel buio si sentì un
po' perso.

Sbattè le gambe su un mucchio di ghiaia dopo una tragica caduta in
mare,

quando andò a sbattere sull' Himalaya il colpo gli fece persino un
po' male...


Fece crollare anche un gran continente soltanto urtandolo un poco
col piede:

si consolò che non c'era ancor gente e che non gli era venuto poi
bene.

Ma quando il buio gli fece impressione, disse, facendosi in viso un
po' truce:

"diavol d' un angelo, avevi ragione! Si chiami l' Enel, sia fatta la
luce!"



Commutatori, trasformatori, dighe idroelettriche e isolatori,

turbine, dinamo e transistori per mille impianti di riflettori,

albe ed aurore fin boreali, giorni e tramonti fin tropicali.

"Fate mo' bene che non bado a spese, tanto ho lo sconto alla fine
del mese..."


[parlato]

"Te Lucifero non ti devi interessare come faccio ad avere io lo
sconto alla fine del mese. Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava
l' altra, come si dice; vuoi che uno nella mia posizione non conosca
nessuno?
Però intanto, ragazzi, andateci piano perchè la bolletta la
portano a me. M' avete lasciato accesa la luce al polo sei mesi, sei
mesi, no, sei mesi! Grazie, c'era freddo, i surgelati li debbo pur
tenere da qualche parte! Adesso la tenete spenta sei mesi come ... e poi
quei ragazzi lì, come si chiamano quei ragazzini che vanno in giro con
quella cosa? Aureola si chiama? No no, am pies menga, no no no, ragazzi
quelle cose li, io vi invento il peccato di superbia e vi frego tutti
eh, adesso ve lo dico, bisogna guadagnarsele... a parte il fatto che non
mi adorate abbastanza... no no no Lucifero, è inutile che tu mi chiedi
scusa: adorare significa non dovere mai dire mi dispiace! Tientelo in
mente... Voi, ecco, io vi do ogni dieci atti di adorazione vi do un
buono, ogni dieci buoni voi mandate la cartolina che il 6 gennaio... che
poi ci ho tutta un'altra idea in testa per la... facciamo Aureolissima
che è una festa che mi sembra molto bella. Piuttosto Lucifero, non
sgamare, vieni qua ragazzo... Com' è, mi hanno detto che hai stampato un
libro... Il Libretto Rosso dei Pensieri di... oh, bella roba il
libretto rosso dei pensieri di Lucifero! Ragazzi mi spiace... ma cosa
vuol dire di sinistra, di sinistra... non sono un socialdemocratico
anch' io? avanti al centro contro gli opposti estremismi
! ...eh ma,
...no no no, non ci siamo mica qua: se c' è uno che può pensare
anzitutto sono io ... e non tirare mica in ballo mio figlio, quel
capellone, con tutti i sacrifici che ho fatto... per me lui lì finisce
male... ah me, me a tal deg ... finisce male. E attento che te e lui, io
ho delle soluzioni per voi che non vi piaceranno, per Dio! E non
guardarmi male che qui dentro "per Dio" lo dico come e quando mi pare
!"


Ma fatta la luce ci vide più chiaro: là nello spazio girava una
palla.

Restò pensoso e gli parve un po' strano, ma scosse il capo: chi non
fa non falla.

Rise Lucifero stringendo l' occhio quando lui e gli angeli furon da
soli:

"Guarda che roba! Si vede che è vecchio: l'ha fatto tutto
schiacciato sui poli!"


Per riempire 'sto bell'ambiente voglio metterci tante piante.

"Forza, Lucifero, datti da fare, ordina semi, concime e trattore,

voglio un giardino senza uguali, voglio riempirlo con degli animali!

Ma cosa fa 'sto cane che ho appena creato? Boia d'un Giuda, m' ha
morsicato!


[parlato]

"Piuttosto fallo vedere da un veterinario, che non vorrei aver
creato anche la rabbia,
già così...cos'è che non ho creato? Lo sapevo:
l'uomo non ho creato! Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi tocca
sempre fare! Qua se non ci sono io che penso a tutto.. va beh, nessuno è
perfetto... sì, lo so che sono l'Essere Perfettissimo Creatore e
Signore. Grazie! Adesso ti trasformo in serpente così impari, striscia
mo' lì! Viuscia via!"

E portarono al vecchio quello che c' era rimasto ... c'era un po' di
formaggio e due scatolette di Simmenthal, cioè lui li mise assieme e
poi...


Prese un poco di argilla rossa, fece la carne, fece le ossa,

ci sputò sopra, ci fu un gran tuono ed è in quel modo che è nato
l'uomo...

era un venerdì 13 dell'anno zero del paradiso....

[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 277752 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 583831 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 583831
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[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 Empty Re: [ MUSICA] Francesco Guccini

Messaggio Da Bess Sab 15 Mag 2010, 16:57

una bella intervista di qualche anno fa [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 670314
(un pò lunga, mi scuso)


Inferni metropolitani
Intervista di Nicola Bonazzi
pubblicata su Griseldaonline, 2002

Via Libia, via Palmieri, via Paolo Fabbri...la “mitica” via Paolo Fabbri. Eccomi arrivato. Prima di suonare ricapitolo mentalmente le domande che mi sono ripromesso di fare. Non voglio che mi trovi impreparato. La leggenda ci ha consegnato l’immagine di un artista impegnato e indignato, sempre in lotta con i luoghi comuni e le sopraffazioni del potere, un cantautore che ha collocato il proprio lavoro dentro i rischiosi percorsi della dialettica giusto-ingiusto, bene-male. E’ per questo, credo, che Francesco Guccini merita più di altri il diritto di essere intervistato sul tema “inferni”. Nel frattempo ha aperto la porta: i modi cortesi contraddicono subito la leggenda di cui sopra. Mi conduce in uno studio ricolmo di libri e carte, come si conviene a chi un tempo, si è definito “burattinaio di parole”. Cominciamo.

D.: Direi che un buon modo per cominciare è chiederle della situazione presente, che, a dispetto di tanti oroscopi che davano il nuovo millennio come epoca di pace e serenità, ci ha fatto balenare davanti l’inferno della guerra. Ho letto recentemente che lei avrebbe deciso di cestinare delle canzoni dopo l’11 settembre.
R.: Canzoni non ne avevo. Avevo qualche idea e queste idee non mi sembravano aderenti al panorama che avevamo intorno. Non è che scelgo dei temi necessariamente legati ai tempi che viviamo, però, sì, questa volta sono rimasto bloccato. Aspetto un po’ per vedere, per fare un po’ di pulizia, di bilancio…

D.: Questo riporta a una concezione etica dell’artista.
R.: Deve esserci una veste etica. Adesso vedo un panorama della musica leggera in cui quello che era stato un po’ la peculiarità di certi cantautori - oltre a me parlo di De André, Vecchioni, De Gregori - è andata smarrita. Questa dimensione etica nella maggior parte dei giovani è sottaciuta , siamo tornati alla canzoncina, che non vuole essere necessariamente dispregiativo, ma insomma c'è un ritorno alla canzone per la canzone. Di solito il tema è l’amore, o altre frivolezze. Intendiamoci: l’amore non è un tema da poco, ma c’è modo e modo e modo di scrivere canzoni d’amore. Jacques Brel scrive certe canzoni d’amore e questi cantautori ne scrivono altre. La canzone come momento di riflessione, come modo per dire quello che uno pensa su un personaggio, un argomento, un fatto si è un po' persa.


D.: Tornando alla guerra, pensavo al titolo di una sua canzone, dell'album Guccini: Schomér ma-mi-llailah...
R.: Significa: sentinella a che punto è la notte. C'è anche la risposta: la notte sta per passare, ma il mattino deve ancora arrivare. E' un riferimento biblico, un verso di Isaia. Mi ha colpito perché di solito Isaia è un profeta che maledice, che insulta, mentre qui ha un’improvvisa apertura umana. Pone cioè per me quella che è la condizione dell’uomo: le risposte non ci sono, bisogna domandare, bisogna interrogare.

D.: La condizione dell’uomo inserito in una storia di cui non sembra vedere mai la luce.
R.: Sicuramente: vedere la luce credo che sia impossibile. Le risposte non ci sono. Certo qualcuno le ha, qualcuno che crede fermamente in qualche divinità o che so io...Pensiamo solo al grande conflitto ideologico dell'Occidente: da una parte il marxismo e dall’altra il cristianesimo. L'uno e l'altro però fornivano le proprie risposte. Se le promesse fossero state mantenute...beh, allora sì...si sarebbe realizzata la famosa età dell’oro, ma non è stato così, e ora finalmente la gente che non crede né in una cosa né nell’altra sa che le risposte non ci sono. Penso che sia fondamentale continuare a interrogarsi.


D.: Sempre a proposito di inferni della storia, mi vengono in mente altre sue canzoni come Auschwitz o Lager
R.: Quelli sono inferni veri, inferni sulla terra. Ieri sono stato al funerale di un mio amico (c’è un periodo in cui si va solo ai matrimoni, un altro in cui si va solo ai funerali…), così assisto a questo rito funebre con gesti che a un non credente possono sembrare anche folklorici, tutto sommato: la benedizione con l’acqua, la dispersione dell'incenso...Questo mio amico naturalmente non era credente, ma era una buonissima persona e ieri mi chiedevo: se per caso esistesse un inferno cristiano, lui sarebbe destinato a questo? Mi viene in mente un’obiezione che mi faceva un amico qualche tempo fa: come può Dio, nella sua grande bontà, permettere una punizione di questo genere? Perciò credo che l’inferno vero sia sulla terra: l’inferno di Auschwitz, l’inferno della tortura, del carcere dei non garantiti. Che dire poi delle condizioni di vita del sud del mondo? Noi ci vantiamo di avere una vita media molto più lunga di quella di un antico romano, ma in fondo ci sono milioni di persone che hanno ancora quella media di vita.

D.: Esiste poi un altro tipo di inferno: quello della quotidianità, una quotidianità infestata dalla televisione e da falsi profeti. In Addio, l'ultima canzone dell'ultimo album, c’è un atto d’accusa molto esplicito.
R.: Il discorso è leggermente diverso, perché si tratta di un inferno che molto spesso la gente subisce senza accorgersene. E gli inferni di questo tipo sono molti. Penso per esempio anche alle vacanze obbligate: negli anni ’40, dopo la guerra, pochi potevano permettersi di andare in vacanza e magari andavano qui vicino, nell’Appennino...tra l'altro ora, con la paura di volare seguita all'11 settembre, è tornato di moda... ma fino a qualche tempo fa la gente si sentiva obbligata ad affrontare delle fatiche disumane per poter dire “sono stato in vacanza”. E poi gli aeroporti sono scomodi, gli aerei sono scomodi, ritardi, file, valigie che si perdono, tutto di corsa …se lo facessero per lavoro sarebbe una protesta continua, invece lo affrontano con uno spirito di sacrificio encomiabile. E questa è una delle condizioni del nostro mondo attuale. Per non parlare dell'inferno del traffico: spesso capito per lavoro a Milano, vado in tangenziale e ogni giorno ci trovo un ingorgo! Un ingorgo al giorno! Se penso a uno che tutti i giorni deve andare al posto di lavoro... E poi i telefonini, con cui uno viene raggiunto continuamente! Ho preso un treno da Firenze a Bologna recentemente e telefonavano tutti. Mi domando: quando non c’era il telefonino cosa faceva la gente? Io peraltro il telefonino non ce l'ho…Sono tutti inferni che la gente si autoimpone…E i governi che parlano solo di PIL: cioè bisogna consumare, ma per consumare bisogna lavorare… un circolo vizioso. Qualche tempo fa parlavo con degli amici americani e mi raccontavano la loro situazione: là sono indebitati dall'Università fino alla pensione, perché l’Università costa moltissimo, la vita costa moltissimo, bisogna fare l’ipoteca per la casa, l’ipoteca per mandare il figlio all’università, perciò si lavora continuamente col terrore di essere licenziati perché se sei licenziato sei veramente sul lastrico.

D.: Sempre a proposito di America…come è cambiato il suo rapporto con gli Stati Uniti?
R.: E’ un rapporto cambiato tanti anni fa. La mia generazione è stata molto influenzata dall’America; io poi ho avuto gli Americani su a Pavana in tempo di guerra. E in quegli anni ci lasciarono le loro cose straordinarie. Io bambino di allora ricordo la Coca -Cola, i pancakes. Dopo la guerra sono arrivati i film, la letteratura, la musica, ci vestivamo con i Jeans, le T-shirt…Poi sono stato in America nel ’70 e lì ho avuto la prima schiarita, mi sono accorto che non era quella che pensavo...Tra l'altro dal 1965, per vent'anni, ho insegnato italiano in un istituto americano qui a Bologna: dopo vent’anni di insegnamento ho smesso perché non li sopportavo più. Non sopportavo, e non sopporto, le loro ipocrisie. Basta leggere fra le righe di tanti film, ricorre sempre una frase: «Vuoi parlarne?». Ma che significa? Adesso poi ho notato che nei film fumano soltanto i personaggi negativi. Ho lasciato molto tempo fa questo sogno adolescenziale.


D.: L'America come un inferno, insomma…
R.: Sì, per molti aspetti sì…

D.: Ricordo un suo vecchio fumetto scritto per Bonvi, Storie dallo spazio profondo: la città di New York era chiamata Mega York ed era un luogo sovraffollato, abitato da gente completamente alienata.
R.: La china è quella. Chissà, io forse sono retrivo da questo punto di vista...

D.: In Addio lei parla di “saggi ignoranti di montagna che sapevano Dante a memoria”. Ora Dante non significa necessariamente inferno…
R.: E' vero però che imparavano soprattutto l’Inferno perché era la cantica più immediata, per così dire. Adesso onestamente non conosco giovani che sappiano Dante. Io li ricordo i vecchi della montagna quando si spostavano dall’ Appennino e andavano in Maremma, e in Sardegna, soprattutto, per fare il carbone di legna. Partivano attorno al giorno dei Santi o dei Morti e tornavano a primavera avanzata, quando riprendeva il lavoro qua. Intanto toglievano una bocca dalla famiglia e guadagnavano un po’ di soldi. Ricordo le capanne che si costruivano per vivere questi mesi praticamente alla macchia: erano capanne con un letto che chiamavano rapazzòla, che era poi un giaciglio di frasche. Per mesi mangiavano solo polenta e formaggio sardo: facevano due polente al giorno che diventavano tre quando le giornate si allungavano; tre perché lavoravano di più. Polenta e acqua di fonte. E nella loro sacca mettevano, oltre a due o tre maglie e due o tre paia di scarpe, un Orlando Furioso o un Inferno di Dante. Lo leggevano e rileggevano e dopo un po’ lo sapevano a memoria. Li cantavano addirittura.

D.: Li cantavano?
R.: Sì, su un modulo fisso, che era sempre quello dell’ottava rima. E li ho sentiti discutere se era meglio l’Orlando furioso o la Gerusalemme Liberata.

D.: Ora la cultura orale si è persa.
R.: Sicuramente. Molti mi dicono che ho una memoria di ferro, ma è perché ho partecipato di quella cultura, dove i vecchi si tramandavano le cose a memoria. Una volta un’anziana signora mi recitò quaranta ottave scritte da un suo cugino. Oh, quaranta ottave!

D.: E la cultura orale si ritrova molto nella sua opera: parlo dei dischi, ma anche dei romanzi.
R.: L'oralità fa parte del mio bagaglio culturale. L'oralità del racconto che si fa all'osteria, che si fa con gli amici.

D.: A proposito di osteria, giusto per tornare al tema di partenza: ricordo un brano di un suo vecchio disco, Opera buffa, dove c'era un Lucifero un po' dispettoso. Si chiamava Genesi, se non ricordo male.
R.: Sì. sì, quello che c'è nel disco è un quinto di quello che facevo dal vivo, nel disco hanno tagliato, e c'è questo Lucifero che è una presenza maliziosa più che maligna, è un rompiballe, e c'è la figura di Dio che questo vecchietto iroso. Era un brano che facevo all'osteria delle Dame. C'era un dialogo continuo col pubblico, con alcune battute che ormai francamente trovo obsolete.

D.: Era un Lucifero che trovo molto vicino a certa cultura padana, nutrita anche di oralità, come si diceva prima. Mi viene in mente il Baldus di Folengo, con l'eroe principale che finisce all'inferno, ma è un inferno un po' da ridere.
R.: In realtà bisogna distinguere. La cultura nordica è più gotica, tutto sommato, quindi più cupa. Però è vero che, almeno ai miei tempi, l'inferno non veniva vissuto con terrore. Onestamente non ricordo che i miei vecchi mi abbiano mai parlato dell'inferno o della paura dell'inferno. Era più una specie di superstizione, c'era un senso di magico, più che di religioso. Per esempio, quando durante un temporale estivo si sentiva suonare, qualche zia, o mia nonna, diceva: "Senti, è il diavolo che tira le ciabatte dietro a sua moglie perché gli ha fatto i necci troppo cotti".

D.: I necci?
R.: I necci sono delle cialde di farina di castagne. Si trattava insomma di un diavolo brontolone; sposato, tra l'altro. E poi ci sono le storie del diavolo burlato. Per esempio il diavolo decide di costruire un ponte. Sfida un prete dicendogli che lui è in grado di costruirlo in una sola notte e che rapirà l'anima del primo che ci passerà sopra. E il prete, quando il diavolo ha finito l'opera, si apposta per far passare un cane. Riesce a beffare il diavolo. Tuttavia, non ostante queste storie, i montanari costruivano sempre delle edicole con una madonnina, ai trivi o presso un ponte.

D.: Restava la superstizione.
R.: Eh, beh, col diavolo non si sa mai...

L'intervista è finita. Guccini si accende una sigaretta e dice: “Anche questo è un inferno. Non l'inferno della droga, per carità, ma insomma, è un vizio e in quanto tale ha a che fare con Lucifero”. Sulle scale mi sorprende una vecchia stampa che reclamizza i bagni di Porretta Terme. Porretta sta proprio sotto Pavana. Io, per averne conosciuti parecchi, esprimo il mio apprezzamento per i porrettani. Li trovo più cordiali di tanti altri. Dico che forse è una caratteristica di chi abita in provincia. Guccini coglie la palla al balzo: "E' perché hanno meno vizi". Allora capisco che è proprio la città con i suoi ritmi assurdi, il suo traffico, la sua gente incollata alla televisione e desiderosa di farsi una vacanza per il solo gusto di farla, uno degli inferni che più devono irritare questo cantautore-letterato. E' per aver vissuto l'infanzia a Pavana che Guccini è così "apocalittico" e così poco "integrato". Via Paolo Fabbri è una strada silenziosa e tranquilla. Poco più il là, anche la paciosa Bologna apre le sue fauci di cemento, allestisce il suo quotidiano circo di apparenza e inganni.
E mentre mi allontano in direzione inferno, penso che il vero paradiso è quella che uno sa costruirsi col coraggio delle proprie scelte:

Io dico addio
alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni e ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati ,
a questo orizzonte di affaristi ed imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede in cui sperare.
(Francesco Guccini, Addio, 1999)


http://www.griseldaonline.it/percorsi/archivio/bonazzi_guccini.htm
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Messaggio Da Cantastorie Sab 15 Mag 2010, 17:14

D.: In Addio lei parla di “saggi ignoranti di montagna che sapevano Dante a memoria”. Ora Dante non significa necessariamente inferno…
R.: E' vero però che imparavano soprattutto l’Inferno perché era la cantica più immediata, per così dire. Adesso onestamente non conosco giovani che sappiano Dante. Io li ricordo i vecchi della montagna quando si spostavano dall’ Appennino e andavano in Maremma, e in Sardegna, soprattutto, per fare il carbone di legna. Partivano attorno al giorno dei Santi o dei Morti e tornavano a primavera avanzata, quando riprendeva il lavoro qua. Intanto toglievano una bocca dalla famiglia e guadagnavano un po’ di soldi. Ricordo le capanne che si costruivano per vivere questi mesi praticamente alla macchia: erano capanne con un letto che chiamavano rapazzòla, che era poi un giaciglio di frasche. Per mesi mangiavano solo polenta e formaggio sardo: facevano due polente al giorno che diventavano tre quando le giornate si allungavano; tre perché lavoravano di più. Polenta e acqua di fonte. E nella loro sacca mettevano, oltre a due o tre maglie e due o tre paia di scarpe, un Orlando Furioso o un Inferno di Dante. Lo leggevano e rileggevano e dopo un po’ lo sapevano a memoria. Li cantavano addirittura.

D.: Li cantavano?
R.: Sì, su un modulo fisso, che era sempre quello dell’ottava rima. E li ho sentiti discutere se era meglio l’Orlando furioso o la Gerusalemme Liberata.

D.: Ora la cultura orale si è persa.
R.: Sicuramente. Molti mi dicono che ho una memoria di ferro, ma è perché ho partecipato di quella cultura, dove i vecchi si tramandavano le cose a memoria. Una volta un’anziana signora mi recitò quaranta ottave scritte da un suo cugino. Oh, quaranta ottave!

D.: E la cultura orale si ritrova molto nella sua opera: parlo dei dischi, ma anche dei romanzi.
R.: L'oralità fa parte del mio bagaglio culturale. L'oralità del racconto che si fa all'osteria, che si fa con gli amici.


I cantastori e i cantautori...mi ricorda un certo Discorso oh YES! , come la scelta di vivere in una dimensione umana-raccolta e non in frenetica città...ma ve la racconto un'altra volta quest'ultima somiglianza..
Grazie Bess bacio
Cantastorie
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Messaggio Da Bess Sab 15 Mag 2010, 17:45

Cantastorie ha scritto:
I cantastori e i cantautori...mi ricorda un certo Discorso oh YES! , come la scelta di vivere in una dimensione umana-raccolta e non in frenetica città...ma ve la racconto un'altra volta quest'ultima somiglianza..
Grazie Bess bacio

[ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 492913 [ MUSICA] Francesco Guccini - Pagina 4 596715 e io aspetto di sentirti raccontare, Canta

... io sono di Bologna e Guccini per me rappresenta la "città", meglio un mondo, che non c'è più...
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Messaggio Da Cantastorie Sab 15 Mag 2010, 18:05

ho sentito anni fa in un'intervista raccontare da Guccini, quando gli chiesero se avesse mai pensato di scrivere qualcosa con De Andrè, rispondere che le volte che avevano preso dei contatti, poi non si erano mai incontrati e concluso quindi nulla e lui razionalizzando la cosa del "non incontrarsi" diceva che in fondo era meglio così perchè la differenza maggiore che lui notava tra il suo "mondo-scrittura" e quello a cui attingeva Faber era proprio questa: Guccini dà la visuale di uomini che hanno scelto o che sono rimasti in realtà provinciali o comunque rurali - non urbanizzate ...De Andrè da cittadino metropolitano, ha il taglio da "cittadino" nel raccontare-inquadrare la realtà..
Io collego questo discorso all'esigenza emersa in De Andrè, prima del sequestro, di allontanarsi del tutto da quella frenesia tutta cittadina e andare a recuperare un rapporto piu' diretto ed elementare con la terra, col territorio.....e da quest'esigenza nacque il bisogno di "sardegna"... di recuperare le radici tradizional-dialettali..insomma da quell'allontanarsi dalla città è nato il Faber della seconda parte di carriera.
Piu' o meno è questo il filo che ho trovato anche in quest'intervista di Guccini.
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Messaggio Da Bess Sab 15 Mag 2010, 19:02

Cantastorie ha scritto: Guccini dà la visuale di uomini che hanno scelto o che sono rimasti in realtà provinciali o comunque rurali

Concordo.

C'è una frase che viene spesso riportata in vari documenti su Guccini e che è stata detta da sua mamma:

"Sapeste quante scopate che ci ho dato sulla schiena quando invece di studiare si metteva a suonare in camera sua con quelli dell'Equipe 84?"
(http://www.viafabbri43.net/)


Ecco, lui viene da lì


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