Telefilm vari
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Re: Telefilm vari
E cosa aspetti a entrare nel tunnel pure tu?bellaprincipessa nel thread memorie di una somara ha scritto:eh, io faccio marketing e tratto dati di vendita tutto il giorno
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
brina parli di mad man? non so dove vederlo... qui in francia non lo danno, dovrei comperare la serie ma, per ora, non é una priorità
pero' mi avete incuriosita!
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bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
Ho urgente bisogno di qualcuno che abbia visto la prima puntata di Events e ci abbia capito qualcosa
Aluuuuuuux, ma dove sei ??!!!
Tanto lo so che non te lo sarai perso, non sarebbe da te!!!
E' un complotto. Events, dico...ma: che complotto?
C'è pure il Presidente USA che imita Obama
E' tutto troppo complicato
Aluuuuuuux, ma dove sei ??!!!
Tanto lo so che non te lo sarai perso, non sarebbe da te!!!
E' un complotto. Events, dico...ma: che complotto?
C'è pure il Presidente USA che imita Obama
E' tutto troppo complicato
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
fantastici, niente da dire la bbc è su un altro pianetaAmantide_Religiosa ha scritto:Quotes da Yes (Prime) Minister, per me la sitcom più brillante ancora oggi. Non solo per la satira feroce, ma perchè è cosi attuale .
Sir Humphrey: "Prime Minister, what about the people who read the Sun?"
Bernard: "Sun readers don't care who runs the country, as long as she's got big tits."
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Re: Telefilm vari
lepidezza ha scritto: ma l'hai vista The beautiful girls?
- Spoiler:
- Bella la tua analisi, la condivido.
E che te ne pare di Peggy che litiga con quel tipo che voleva fare un pezzo giornalistico del suo sfogo sulla discriminazione delle donne al lavoro? Se si volesse fare un collegamento con il precedente episodio si potrebbe riagganciare questa scena allo sfogo tra Joan e Peggy per il licenziamento del copywriter.
Anche in questo caso si parla di sessismo e di una proposta esterna di difesa. Anche qui la vittima rifiuta il sostegno e accusa chi lo offre di usare la causa per scopi personali e carrietristici. Ma io trovo una differenza saliente. Nel caso di Joan, come scrivevo il licenziamento è stato una sorta di lezione nei confronti di tutti i colleghi dell'agenzia, un precedente che ha messo in riga tutti; nel caso di Peggy l'articolo le avrebbe probabilmente arrecato più danni che vantaggi. Si sarebbe facilmente intuito che la fonte del giornalista era lei con conseguenze gravi per la sua carriera. Mi dirai: ma sarebbe servito come denuncia sociale! Certo che sì, ma Peggy non vuole essere politicizzata.
A me pace molto questo personaggio (...non si era capito...). Perchè è una donna forte e non cerca l'appoggio di nessuno per combattere le sue battaglie. Non si vuole giustificare per la sua vita e le sue scelte. Le svolge come fosse la cosa più naturale del mondo. Chi le sta intorno si chiede chi stia dietro al suo successo. E in realtà dietro c'è solo lei. Nè potere sociale, nè sessuale, nè politico.
Nessun compromesso.
Altro tema della puntata mi sembra essere l'abnegazione al lavoro. Stavolta gli sceneggiatori sono stati davvero ironici.
Don che si divide tra l'ufficio in cui si svolge l'incontro con i clienti, quello in cui la figlia troneggia incazzata alla sua scrivania e il corridoio in cui boccheggia la segretaria morta, credo sia la scena più divertente dell'intera serie.
E mentre Draper si affanna come un giocoliere in questo caos, una domanda mi sorge spontanea: ma non è davvero tutto superfluo?
Quella scena simboleggia bene l'intreccio tra vita professionale e personale, vissuta da Don come da Roger, che si è sposato con la segretaria sbagliata.
Ormai sappiamo che questa è l'edizione della "crisi", direi anche nel significato più antico del termine. L'agenzia si separa dall'originaria nel tentativo disperato di dare nuova linfa ai suoi titolari. Don si separa definitivamente da Betty, come anche da Anna, e più ancora da Dick.
Ma c'è un rammarico che oltrepassa la stessa nostalgia. Don lo ripete a sè stesso, mentre narra sul foglio il suo panico. L'uomo determina la sua propria infelicità per colpa della sua limitatezza. Nel momento in cui raggiunge ciò che crede di volere, si accorge di quanto è stato effimero il suo disegno e di voler essere ciò che non è più.
Il libro di Roger non viene pubblicato perchè non è interessante. E non è interessante perchè non contiene alcuna verità, come invece il diario che stila Don per affrontare l'alcolismo.
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
Brina78 ha scritto:lepidezza ha scritto: ma l'hai vista The beautiful girls?
- Spoiler:
Bella la tua analisi, la condivido.
E che te ne pare di Peggy che litiga con quel tipo che voleva fare un pezzo giornalistico del suo sfogo sulla discriminazione delle donne al lavoro? Se si volesse fare un collegamento con il precedente episodio si potrebbe riagganciare questa scena allo sfogo tra Joan e Peggy per il licenziamento del copywriter.
Anche in questo caso si parla di sessismo e di una proposta esterna di difesa. Anche qui la vittima rifiuta il sostegno e accusa chi lo offre di usare la causa per scopi personali e carrietristici. Ma io trovo una differenza saliente. Nel caso di Joan, come scrivevo il licenziamento è stato una sorta di lezione nei confronti di tutti i colleghi dell'agenzia, un precedente che ha messo in riga tutti; nel caso di Peggy l'articolo le avrebbe probabilmente arrecato più danni che vantaggi. Si sarebbe facilmente intuito che la fonte del giornalista era lei con conseguenze gravi per la sua carriera. Mi dirai: ma sarebbe servito come denuncia sociale! Certo che sì, ma Peggy non vuole essere politicizzata.
A me pace molto questo personaggio (...non si era capito...). Perchè è una donna forte e non cerca l'appoggio di nessuno per combattere le sue battaglie. Non si vuole giustificare per la sua vita e le sue scelte. Le svolge come fosse la cosa più naturale del mondo. Chi le sta intorno si chiede chi stia dietro al suo successo. E in realtà dietro c'è solo lei. Nè potere sociale, nè sessuale, nè politico.
Nessun compromesso.
Altro tema della puntata mi sembra essere l'abnegazione al lavoro. Stavolta gli sceneggiatori sono stati davvero ironici.
Don che si divide tra l'ufficio in cui si svolge l'incontro con i clienti, quello in cui la figlia troneggia incazzata alla sua scrivania e il corridoio in cui boccheggia la segretaria morta, credo sia la scena più divertente dell'intera serie.
E mentre Draper si affanna come un giocoliere in questo caos, una domanda mi sorge spontanea: ma non è davvero tutto superfluo?
Quella scena simboleggia bene l'intreccio tra vita professionale e personale, vissuta da Don come da Roger, che si è sposato con la segretaria sbagliata.
Ormai sappiamo che questa è l'edizione della "crisi", direi anche nel significato più antico del termine. L'agenzia si separa dall'originaria nel tentativo disperato di dare nuova linfa ai suoi titolari. Don si separa definitivamente da Betty, come anche da Anna, e più ancora da Dick.
Ma c'è un rammarico che oltrepassa la stessa nostalgia. Don lo ripete a sè stesso, mentre narra sul foglio il suo panico. L'uomo determina la sua propria infelicità per colpa della sua limitatezza. Nel momento in cui raggiunge ciò che crede di volere, si accorge di quanto è stato effimero il suo disegno e di voler essere ciò che non è più.
Il libro di Roger non viene pubblicato perchè non è interessante. E non è interessante perchè non contiene alcuna verità, come invece il diario che stila Don per affrontare l'alcolismo.
sei un drago Brina!
- Spoiler:
- non posso commentare alcune analisi perchè devi vederti anche la 10..
ma sulla consapevolezza di Peggy di avere delle idee politiche perchè comprende in prima persona le difficoltà delle minoranze emarginate da diritti e opportunità di lavoro sono d'accordo.
Rifiuta di far pubblicare l'articolo ad Abe,ma non sa trattenersi dal combattere per la causa.Dice bene Abe:hai delle opinioni politiche anche se non te ne accorgi.
Proporre provocatoriamente Henry Bellafonte per lo spot e domandare perchè l'agenzia lavorasse per una società razzista, spiazza i due colleghi e Don che da privilegiati non provano empatia per la categoria emarginata.Colleghi che sono a conocenza del caso ben prima che lei lo scoprisse davanti a un drink con il suo amico scrittore.
Le classi sociali rappresentate in questo "Drama" sono per la maggior parte esponenti della uppur class o media borghesia.
Solo Peggy insieme alla sua famiglia offre uno spaccato dell'altra faccia della società.
Ed è con questo personaggio che si racconta il "sogno americano" addirittura al femminile.
Gli sceneggiatori affidano a lei l'apertura alla battaglia sui diritti civili (a parte Stephanie la nipote di Anna con la strizzatina al movimento universitario).
Peggy dice ad Abe che anche lei è tagliata fuori dal mercato come la minoranza dei negri.
Non è ammessa ai club dove si decidono assetti aziendali assunzioni e carriere.
La risposta di Abe mostra a Peggy che persino uno scrittore anarchico ignora la condizione in cui vive una donna come lei.
Il solo modo per migliorare la propria condizione è sposare un medico( joan)
sposare il capo di una agenzia( jane)
fingere di essere sposata e rinunciare a una vita familiare( faye)
Mentre si pensa(colleghi e Dick) che non ci sia che una scopata con il suo capo dietro alla sua promozione a copyrighter.
Nessuno a parte se stessa può difendere i suoi meriti e i suoi diritti.
Lo dice a Joyce:ogni volta che devo assumere altri copyrighter temo che possano portarmi via il posto.
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
lepidezza ha scritto:
- Spoiler:
Solo Peggy insieme alla sua famiglia offre uno spaccato dell'altra faccia della società.
Ed è con questo personaggio che si racconta il "sogno americano" addirittura al femminile.
Gli sceneggiatori affidano a lei l'apertura alla battaglia sui diritti civili (a parte Stephanie la nipote di Anna con la strizzatina al movimento universitario).
Peggy dice ad Abe che anche lei è tagliata fuori dal mercato come la minoranza dei negri.
Non è ammessa ai club dove si decidono assetti aziendali assunzioni e carriere.
La risposta di Abe mostra a Peggy che persino uno scrittore anarchico ignora la condizione in cui vive una donna come lei.
Il solo modo per migliorare la propria condizione è sposare un medico( joan)
sposare il capo di una agenzia( jane)
fingere di essere sposata e rinunciare a una vita familiare( faye)
Mentre si pensa(colleghi e Dick) che non ci sia che una scopata con il suo capo dietro alla sua promozione a copyrighter.
Nessuno a parte se stessa può difendere i suoi meriti e i suoi diritti.
Lo dice a Joyce:ogni volta che devo assumere altri copyrighter temo che possano portarmi via il posto.
- Spoiler:
- Peggy è una contestataria autentica, questo più di ogni cosa mi piace.
Dall'inizio di questo drama si sono viste varie "macchiette" di trasgressivi anticonformisti, che personalmente ho sempre trovato dipinti con una notevole vena polemica. Personaggi cioè privi di uno spessore tale da far evolvere l'anticonformismo in alternativa etica. Ma te li ricordi i giovani che bivaccavano, nella prima serie a casa della designer (la prima amante di Don, per intenderci)? Fumavano, si davano un tono ad ascoltare concertini nei sobborghi, ma poi, di fatto, qual'era la loro costruttività?
E penso che Don abbia lasciato la donna per delusione, quando si è reso conto che anche lei apparteneva ad un mondo talmente stereotipato da non potersi più classificare come autenticamente polemico e dunque, fondamentalmente fasullo. Proprio lui che non voleva altro che evadere dalla plastica della sua vita familiare e professionale.
Ecco, Peggy è strutturata e non atteggiata nella sua ricerca di emancipazione. Vera fino in fondo. Vera fino al punto di rifiutare tutti i movimenti modaioli che le si sono accostati per arricchire la propria collezione di simboli stilistici anche di una donna in carriera.
Penso che i suoi colleghi non empatizzino con il dramma dell'emarginazione razziale non perchè distanti da quel problema, ma peggio: perchè cinici in maniera pragmatica. Bisogna mandare avanti l'agenzia, bellezza! E considera che il potentissimo Roger per questa ragione si è umiliato a essere il trastullo di un venditore di fumo, la vigilia di Natale.
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
'stardi... sono ancora alla seconda puntata della prima serie
già mi vedo tre due anni a cercare disperatamente le vostre analisi
già mi vedo tre due anni a cercare disperatamente le vostre analisi
- Spoiler:
- e comunque è una mega soap, fatta con cura e intelligenza ma sempre soap
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
mambu ha scritto:'stardi... sono ancora alla seconda puntata della prima serie
già mi vedo tre due anni a cercare disperatamente le vostre analisi
- Spoiler:
e comunque è una mega soap, fatta con cura e intelligenza ma sempre soap
- Spoiler:
- Si vede che di soap non hai esperienza diretta
La soap ha il compito principalmente di svolgere quelle funzioni di ipnoinduzione tipiche della TV.
Là gli intrecci sentimentali (è questa la fonte di ogni accusa?) sono completamente incongruenti e con i personaggi e con la linearità della vicenda base. Senza parlare poi dei vari morti che resuscitano e della completa inconsistenza delle caratterizzazioni e delle ambientazioni e logiche spazio-temporali.
Mad Men, se permetti, è diverso. O vuoi fare pure tu l'anticonformista?
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
Brina mi odia, me lo sento Io ho 9 serie, 9, in calendario, sto facendo di tutto per ignorare The Event e fingere che non esista, e lei viene qui e mi chiede che ne penso Così mi tentaBrina78 ha scritto:
Aluuuuuuux, ma dove sei ??!!!
Tanto lo so che non te lo sarai perso, non sarebbe da te!!!
E' un complotto. Events, dico...ma: che complotto?
In effetti appena finisco anche le ultime 3 puntate di Mad Men resto solo con 3 drama, quindi potrei trovare un po' di spazio per questa (mentre cercherò di recuperare tutti i papelli che avete scritto...). Ho solo paura dell'effetto Heroes (o Flash Foward che dir si voglia, che io però non ho visto): un inizio spettacolare per una serie che a poco a poco si perde e diventa pietosa.
Che faccio? Mi butto? Non mi butto?
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Re: Telefilm vari
Ohhhh Alux!!! Finalmente si hanno segni di vita......per essere lo si potrebbe dire pure per The Event...
Guarda, nella disperazione della mia solitudine sono andata a leggere le recensioni di serialmente, e più o meno mi sembra abbiano tutti sospeso il giudizio per attendere gli sviluppi.
C'è un bel cast, ( e ti consiglio di dare un'occhiata ad uno che in un'altra vita si chiamava Luke...), molto ritmato, ma il rischio in effetti (come ho letto su quel forum) è che si cada nella storia degli spingitori di spingitori di cavalieri .
Comunque se sei indietro con MM, direi che lo puoi lasciare anche al suo destino...
Piuttosto: puoi dire anche tu a Mr.mambu che non si tratta di una soap?
Guarda, nella disperazione della mia solitudine sono andata a leggere le recensioni di serialmente, e più o meno mi sembra abbiano tutti sospeso il giudizio per attendere gli sviluppi.
C'è un bel cast, ( e ti consiglio di dare un'occhiata ad uno che in un'altra vita si chiamava Luke...), molto ritmato, ma il rischio in effetti (come ho letto su quel forum) è che si cada nella storia degli spingitori di spingitori di cavalieri .
Comunque se sei indietro con MM, direi che lo puoi lasciare anche al suo destino...
Piuttosto: puoi dire anche tu a Mr.mambu che non si tratta di una soap?
- Spoiler:
- Poi ci mettiamo d'accordo e organizziamo da qualche parte una belle terapia di gruppo per disintossicarci.
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
Brina78 ha scritto:mambu ha scritto:'stardi... sono ancora alla seconda puntata della prima serie
già mi vedo tre due anni a cercare disperatamente le vostre analisi
- Spoiler:
e comunque è una mega soap, fatta con cura e intelligenza ma sempre soap
- Spoiler:
Si vede che di soap non hai esperienza diretta
La soap ha il compito principalmente di svolgere quelle funzioni di ipnoinduzione tipiche della TV.
Là gli intrecci sentimentali (è questa la fonte di ogni accusa?) sono completamente incongruenti e con i personaggi e con la linearità della vicenda base. Senza parlare poi dei vari morti che resuscitano e della completa inconsistenza delle caratterizzazioni e delle ambientazioni e logiche spazio-temporali.
Mad Men, se permetti, è diverso. O vuoi fare pure tu l'anticonformista?
- Spoiler:
- buuu
il solito discorso di differenziazione per qualità
vedila più neutramente: quello che chiamo è soap è l'intrecciarsi a tempo indefinito di vicende all'interno di un certo ambiente; e il suo meccanismo fondamentale è la costruzione dell'affezione dello spettatore per i personaggi, che avviene con vari metodi, dai più raffinati (soprattutto con la creazione di una varietà di personaggi) ai più biechi (soprattutto con la creazione di aspettative continuamente rimandate).
la credibilità della ricostruzione d'ambiente attiene solo alla qualità dei prodotti, ma il meccanismo soap può essere applicato pure con coerenza e intelligenza (vedi i Soprano, che pure ruotavano attorno alle solite cose basic: amore, odio, morte, tradimento...).
e ormai ha contaminato un po' tutto leproduzioni televisive seriali, pure quelle che tradizionalmente si reggevano sulla ripetitività (i polizieschi in primis)
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
Ma questo meccanismo che descrivi a me è sempre sembrato funzionale a quella che ho sentito dire chiamarsi "trama orizzontale".mambu ha scritto:
- Spoiler:
buuu
il solito discorso di differenziazione per qualità
vedila più neutramente: quello che chiamo è soap è l'intrecciarsi a tempo indefinito di vicende all'interno di un certo ambiente; e il suo meccanismo fondamentale è la costruzione dell'affezione dello spettatore per i personaggi, che avviene con vari metodi, dai più raffinati (soprattutto con la creazione di una varietà di personaggi) ai più biechi (soprattutto con la creazione di aspettative continuamente rimandate).
la credibilità della ricostruzione d'ambiente attiene solo alla qualità dei prodotti, ma il meccanismo soap può essere applicato pure con coerenza e intelligenza (vedi i Soprano, che pure ruotavano attorno alle solite cose basic: amore, odio, morte, tradimento...).
e ormai ha contaminato un po' tutto leproduzioni televisive seriali, pure quelle che tradizionalmente si reggevano sulla ripetitività (i polizieschi in primis)
Io vedo i serial un po' come dei romanzi. Nelle soap c'è un inizio ma non una fine, e dire uno sgrammatico sviluppo dell'intera trama, tale da annullarla concettualmente.
Nelle serie l'aspettativa è generata proprio dall'attesa dello sviluppo della narrazione principale, che se attento e di qualità ha una suo dinamismo logico. Non so, pensi sia una cosa negativa?
Io non mi immagino serie prive di una struttura centrale. Forse i cartoni animati sono fatti così, almeno alcuni. Sono macchiette che si relazionano in varie situazioni. Età, vestiti, capelli, stato civile e sociale resta sempre immutato.
Per i cartoni va bene, ma per gli essere umani non direi. Il serial per me dev'essere una sorta di film OGM, altrimenti non ha gusto
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
Mambu per me non si tratta di una soap, perché mancano alcuni degli elementi base della soap: lo scambio di partner tra i protagonisti, le resurrezioni, l'immortalità dei personaggi.
Gli altri elementi -amore, odio, morte, tradimenti- ci sono perché fanno parte della vita; ignorarli significherebbe scegliere un unico punto di osservazione e raccontare le vicende tenendo conto di un solo aspetto. Ma non è questo che la serie si propone: se lo scopo è quello di raccontare un decennio di "America", prendendo come spunto la vita di un tizio che lavora in un'agenzia pubblicitaria, è ovvio che ci si imbatterà in tanti piccoli avvenimenti.
La differenza principale con la soap la fa il modo di raccontare. A me colpisce il fatto che in questa serie ci siano poche lacrime, pochissime urla: non si cerca di stupire lo spettatore con una scena madre, ogni personaggio reagisce in maniera diversa, raramente esagerata
Gli altri elementi -amore, odio, morte, tradimenti- ci sono perché fanno parte della vita; ignorarli significherebbe scegliere un unico punto di osservazione e raccontare le vicende tenendo conto di un solo aspetto. Ma non è questo che la serie si propone: se lo scopo è quello di raccontare un decennio di "America", prendendo come spunto la vita di un tizio che lavora in un'agenzia pubblicitaria, è ovvio che ci si imbatterà in tanti piccoli avvenimenti.
La differenza principale con la soap la fa il modo di raccontare. A me colpisce il fatto che in questa serie ci siano poche lacrime, pochissime urla: non si cerca di stupire lo spettatore con una scena madre, ogni personaggio reagisce in maniera diversa, raramente esagerata
alux- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Telefilm vari
non volevo creare troppa polemica, e foorse sbaglio a etichettare come soap elementi narrativi che sono molto più vecchi della tivvù ma che in tivvù sono stati sfruttati sistematicamente dalle soap.
ma ci vogliono un paio di precisazioni.
La prima ripeto: non fate l'equivalenza "elementi narrativi da soap" = cattiva qualità
(come non sono giuste altre come "romanzo erotico-avventuroso" = cacca, "tragedia di vendetta" = pasticciaccio morboso ecc.
Per il resto ricadi nella stessa polarizzazione negativo-positivo parlando di macchiette. Ci sono cartoni animati, e serie, con macchiette; e ci sono serie con personaggi ben studiati e strutturati ma che comunque si rifanno a una tipizzazione funzionale al racconto. Quando questa tipizzazione è rozza o troppo evidente li chiamiamo macchiette, ma la funzione narrativa è la stessa sia nei prodotti alti che in quelli bassi
1. ridaje... confondi le soappacce che pur di proseguire se ne impippano della verosimiglianza (o addirittura si fregiano delle assurdità) e fai di queste incongruenze un carattere necessario e distintivo
2. fanno parte della vita ma in queste narrazioni sono concentrate in un modo che nella vita, sorry, non trovi. E' questa la funzione narrativa dei personaggi tipici di cui parlavo sopra.
Che poi questa cosa sia fatta bene, con misura e intelligenza, non lo metto in dubbio.
ma ripeto che sono gli stessi meccanismi di base delle soap (o dei feuiletton, se preferite)
ma ci vogliono un paio di precisazioni.
La prima ripeto: non fate l'equivalenza "elementi narrativi da soap" = cattiva qualità
(come non sono giuste altre come "romanzo erotico-avventuroso" = cacca, "tragedia di vendetta" = pasticciaccio morboso ecc.
Sballliato cara. I serial sono sì come romanzi, ma romanzii a trama aperta e i cui sviluppi sono decisi in corso d'opera, proprio come le soap o vecchi feuilleton.Brina78 ha scritto:(...)
Io vedo i serial un po' come dei romanzi. Nelle soap c'è un inizio ma non una fine, e dire uno sgrammatico sviluppo dell'intera trama, tale da annullarla concettualmente.
Nelle serie l'aspettativa è generata proprio dall'attesa dello sviluppo della narrazione principale, che se attento e di qualità ha una suo dinamismo logico. Non so, pensi sia una cosa negativa?
Io non mi immagino serie prive di una struttura centrale. Forse i cartoni animati sono fatti così, almeno alcuni. Sono macchiette che si relazionano in varie situazioni. Età, vestiti, capelli, stato civile e sociale resta sempre immutato.
Per i cartoni va bene, ma per gli essere umani non direi. Il serial per me dev'essere una sorta di film OGM, altrimenti non ha gusto
Per il resto ricadi nella stessa polarizzazione negativo-positivo parlando di macchiette. Ci sono cartoni animati, e serie, con macchiette; e ci sono serie con personaggi ben studiati e strutturati ma che comunque si rifanno a una tipizzazione funzionale al racconto. Quando questa tipizzazione è rozza o troppo evidente li chiamiamo macchiette, ma la funzione narrativa è la stessa sia nei prodotti alti che in quelli bassi
alux ha scritto:Mambu per me non si tratta di una soap, perché mancano alcuni degli elementi base della soap: [1] lo scambio di partner tra i protagonisti, le resurrezioni, l'immortalità dei personaggi.
[2] Gli altri elementi -amore, odio, morte, tradimenti- ci sono perché fanno parte della vita; ignorarli significherebbe scegliere un unico punto di osservazione e raccontare le vicende tenendo conto di un solo aspetto. Ma non è questo che la serie si propone: se lo scopo è quello di raccontare un decennio di "America", prendendo come spunto la vita di un tizio che lavora in un'agenzia pubblicitaria, è ovvio che ci si imbatterà in tanti piccoli avvenimenti.
La differenza principale con la soap la fa il modo di raccontare. A me colpisce il fatto che in questa serie ci siano poche lacrime, pochissime urla: non si cerca di stupire lo spettatore con una scena madre, ogni personaggio reagisce in maniera diversa, raramente esagerata
1. ridaje... confondi le soappacce che pur di proseguire se ne impippano della verosimiglianza (o addirittura si fregiano delle assurdità) e fai di queste incongruenze un carattere necessario e distintivo
2. fanno parte della vita ma in queste narrazioni sono concentrate in un modo che nella vita, sorry, non trovi. E' questa la funzione narrativa dei personaggi tipici di cui parlavo sopra.
Che poi questa cosa sia fatta bene, con misura e intelligenza, non lo metto in dubbio.
ma ripeto che sono gli stessi meccanismi di base delle soap (o dei feuiletton, se preferite)
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Re: Telefilm vari
Ma come ho già detto, Mad Men ha una trama già decisa in partenza. A meno che non cambino le cose in corso d'opera e decidano di prolungare la serie oltre le cinque stagioni previste all'inizio (per amore del vil denaro magari ), gli autori hanno già delineato una linea narrativa di base, sulla quale poi ovviamente innestano le varie sottotrame, a seconda di budget, attori o dell'estro del momento.mambu ha scritto:
Sballliato cara. I serial sono sì come romanzi, ma romanzii a trama aperta e i cui sviluppi sono decisi in corso d'opera, proprio come le soap o vecchi feuilleton
Riguardo la concentrazione degli avvenimenti: a me non sembra che ci siano tutti sti grandi sconvolgimenti, morti e tradimenti. Le cose succedono a un ritmo normale, sembrano tante anche perché i protagonisti sono tanti. L'unico personaggio più particolare è Don, gli altri mi sembrano molto realistici...
alux- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Telefilm vari
Waltzing Matilda ha scritto:fantastici, niente da dire la bbc è su un altro pianetaAmantide_Religiosa ha scritto:Quotes da Yes (Prime) Minister, per me la sitcom più brillante ancora oggi. Non solo per la satira feroce, ma perchè è cosi attuale .
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Bernard: "Sun readers don't care who runs the country, as long as she's got big tits."
Vero la BBC per me è il top. Voi per la scenneggiatura, voi gli attori. Poi la satira inglese è fuori dal comune. Per me i numeri uno anche per l'informazione.
_________________________________
""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
Yes Minister!
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Re: Telefilm vari
alux ha scritto:Ma come ho già detto, Mad Men ha una trama già decisa in partenza. A meno che non cambino le cose in corso d'opera e decidano di prolungare la serie oltre le cinque stagioni previste all'inizio (per amore del vil denaro magari ), gli autori hanno già delineato una linea narrativa di base, sulla quale poi ovviamente innestano le varie sottotrame, a seconda di budget, attori o dell'estro del momento.mambu ha scritto:
Sballliato cara. I serial sono sì come romanzi, ma romanzii a trama aperta e i cui sviluppi sono decisi in corso d'opera, proprio come le soap o vecchi feuilleton
Riguardo la concentrazione degli avvenimenti: a me non sembra che ci siano tutti sti grandi sconvolgimenti, morti e tradimenti. Le cose succedono a un ritmo normale, sembrano tante anche perché i protagonisti sono tanti. L'unico personaggio più particolare è Don, gli altri mi sembrano molto realistici...
ho visto solo le prime due puntate ed erano un concentrato di temi sensibili, Può darsi che andando avanti le cose cambino, non lo nego.
Che siano partiti subito con un progetto di 5 anni già ben delineato mi sembra poco probabile. Non fun<zionano così le produzioni mmericane. Magari questa cosa è stata decisa grazie al successo della prima serie.
E comunque basta capirsi sui termini, e bisognerebbe sapere cosa intendono per trama principale e sottotrame e l'importanza relativa che queste assunono a lavori in corso.
E' chiaro che non è una soap di quelle che tendono all'infinito (e magari finiscono dopo due anni ); infatti ho fatto l'esempio alto dei Soprano, che per me è stata una serie bellissima, ma con gli stessi elementi soap; e pure gli stessi anti-soap, come la strutturazione tematica delle puntate e pure, molto simili, i finali "riflessivi" e malinconici e non "col gancio" (però la prima puntata finiva col gancio ).
Allora per chiarezza ripeto cosa intendo con elementi soap:
sono quelli che devono suscitare la curiosità e l'affezione dello spettatore e sono principalmente:
a) l'ambientazione. Ricostruzione (più o meno ben fatta, l'ho detto) di un ambiente extra-ordinario ma non del tutto lontano dall'esperienza comune. Richiamare e incuriosire
b) personaggi. L'importante è creare l'affezione ai personaggi e questo avviene con la tipizzazione e con lo stimolare la curiosità sulle loro interazioni; far trombare tutti con tutti (tipo biùtiful) è la via più facile ma non certo l'unica. I rapporti sono mobili ed sono soprattutto questi che subiscono variazioni in corso di produzione (in base soprattutto alle inchieste sul gradimento del pubblico ). L'importante è che tutti i personaggi principali si trovino continuamente di fronte a scelte e che queste non vengano sciolte immediatamente.
ce ne sono sicuramente altre (non sono un analista della tivvì), ma il punto è che queste cose hanno fatto funzionare benissimo per anni soap anche di basso livello produttivo e di bassissima qualità di scrittura, regia, recitazione...
E hanno agganciato anche un pubblico non fatto solo di tonti e di casalinghe di Tortona.
Da un po' d'anni le applicano anche a produzioni di impegno e hanno visto che funziona benissimo
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
Quindi mambu mi sembra di capire che per te l'elemento principale che avvicina una serie all'impianto di una soap è la capacità di instaurare un rapporto di affezione-riconoscimento del pubblico verso i personaggi, tanto che gli sceneggiatori attendono la reazione del pubblico per decidere i risvolti della narrazione.
E duque il racconto dovrebbe essere funzionale ai personaggi, non viceversa, non ti pare?
Nel momento in cui mi scrivi che le tipizzazioni sono funzionali al racconto, come le interazioni, allora non capisco.
Comunque a proposito di questi rapporti identificativo-emotivi con i personaggi devo confessarvi che quando (in età di assoluta ingenua e smaliziata giovinezza ) seguivo Centovetrine alla morte diElena Novelli mi sono sognata di andare a casa di Giuliano (il fidanzato) a porgere le condoglianze...
E duque il racconto dovrebbe essere funzionale ai personaggi, non viceversa, non ti pare?
Nel momento in cui mi scrivi che le tipizzazioni sono funzionali al racconto, come le interazioni, allora non capisco.
Comunque a proposito di questi rapporti identificativo-emotivi con i personaggi devo confessarvi che quando (in età di assoluta ingenua e smaliziata giovinezza ) seguivo Centovetrine alla morte diElena Novelli mi sono sognata di andare a casa di Giuliano (il fidanzato) a porgere le condoglianze...
Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Telefilm vari
Brina78 ha scritto:Quindi mambu mi sembra di capire che per te l'elemento principale che avvicina una serie all'impianto di una soap è la capacità di instaurare un rapporto di affezione-riconoscimento del pubblico verso i personaggi, tanto che gli sceneggiatori attendono la reazione del pubblico per decidere i risvolti della narrazione.
E duque il racconto dovrebbe essere funzionale ai personaggi, non viceversa, non ti pare?
Nel momento in cui mi scrivi che le tipizzazioni sono funzionali al racconto, come le interazioni, allora non capisco.
Comunque a proposito di questi rapporti identificativo-emotivi con i personaggi devo confessarvi che quando (in età di assoluta ingenua e smaliziata giovinezza ) seguivo Centovetrine alla morte diElena Novelli mi sono sognata di andare a casa di Giuliano (il fidanzato) a porgere le condoglianze...
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
Brina78 ha scritto:Quindi mambu mi sembra di capire che per te l'elemento principale che avvicina una serie all'impianto di una soap è la capacità di instaurare un rapporto di affezione-riconoscimento del pubblico verso i personaggi, tanto che gli sceneggiatori attendono la reazione del pubblico per decidere i risvolti della narrazione.
E duque il racconto dovrebbe essere funzionale ai personaggi, non viceversa, non ti pare?
Nel momento in cui mi scrivi che le tipizzazioni sono funzionali al racconto, come le interazioni, allora non capisco.
Comunque a proposito di questi rapporti identificativo-emotivi con i personaggi devo confessarvi che quando (in età di assoluta ingenua e smaliziata giovinezza ) seguivo Centovetrine alla morte diElena Novelli mi sono sognata di andare a casa di Giuliano (il fidanzato) a porgere le condoglianze...
Guarda che capita anche a persone non ingenue e (smaliziate? ).
Non è mica una vergogna. Capita pure con la letteratura
- quello che ho detto (mannaggia a me che non sono sistematico).
La tipizzazione ci deve essere perché per sviluppare bene le trame non ci devono essere né ruoli vuoti né doppioni. Sta poi all'abilità degli scrittori/produttori non creare una serie di macchiette fisse (la squinternata, il carismatico, la bella tonta, l'amico simpatico un po' imbranato, l'invidioso orditore di trame....)
E bisogna lasciare possibilità di sviluppo e mutamento
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
Ho trovato questo paper: "A lezione di pubblicità dai Mad Men" ...non l'ho letto, ma forse vi può interessare. Qui il link: http://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2010/09/White%20Paper%20Mad%20men.pdf
Nello stesso sito si rimanda anche al numero di agosto/settembre di Cahiers du cinéma, dedicato alle serie americane.
Qui l'editoriale (solo in francese):
EDITORIAL, N°658
par Stéphane Delorme
Comme le vent, le « cinéma » souffle où il veut. A voir travailler les créateurs de grandes séries TV, les concepteurs de petites vidéos sur Internet, les artistes naviguant entre la salle et le musée, on sent bien que ça part dans tous les sens, avec une capacité multiforme à créer du foncièrement nouveau. Par exemple, Philippe Parreno, dont nous publions les images inédites du premier long métrage. L’artiste français, qui a enchaîné des courts pour la télé, les galeries et coréalisé un Zidane atypique, se lance dans un long métrage qu’il tourne petit à petit, morceau par morceau, sans scénario, en grattant la pellicule comme un apprenti cinéaste expérimental sur les images du chef op star Darius Khondji. Éclate le désir qui devrait être celui de chaque réalisateur : recommencer le cinéma tout entier avec son premier film. Pour cela, il faut d’abord inventer sa propre méthode. Ce souci rappelle le geste spontané de Quentin Dupieux, musicien et vidéaste, de partir quinze jours dans le désert pour filmer un road-movie sur un pneu, sans chef op, avec son seul appareil-photo. Les images de Parreno évoquent surtout la palme d’or, Oncle Boonmee du cinéaste et artiste Apichatpong Weerasethakul (sortie le 1er septembre) : son homme qui marche (p. 76) a la même puissance de surgissement que la silhouette en couverture du numéro de juin des Cahiers. Ce ne sont pas seulement les pratiques qui changent, c’est aussi le contenu, comme si, avec cette table rase, l’émerveillement redevenait fondateur, et engendrait des colonies de figures improbables et bricolées : homme-singe aux yeux de laser, pneu serial-killer téléguidé, Totoro lumineux gratté sur pellicule. Une partie de l’art contemporain, ni pop ni conceptuel, encourage aujourd’hui ces puissances d’émerveillement (cf. aussi le film de Pierre Huygue dans l’exposition « Dreamlands » au Centre Pompidou cet été) : il est logique que le pas glisse vers la salle obscure, le dispositif toujours le plus efficace pour émerveiller.
Liberté, maître mot. C’est aussi, à l’autre bout de la chaîne, celui qui vient dans la bouche de Matthew Weiner, créateur démiurge de la série Mad Men. Pour lui, comme pour David Simon (The Wire), Hollywood, qui vit une crise d’inspiration sans précédent, ne sert que de repoussoir. Hollywood produisait jadis des fresques ambitieuses (Le Parrain, La Porte du paradis, Il était une fois en Amérique), c’est la TV qui produit ces deux sagas exaltantes sur l’Amér ique d’aujourd’hui - Mad Men présentant le reflet déguisé de notre époque sous ses vêtements sixties. La TV donne les moyens, la liberté et le temps d’expérimenter sur de nouvelles formes (cf. en France, les 5h20 du Carlos d’Assayas, à voir d’une traite). Cette fois émerveillement et apparitions ne sont pas au programme, c’est la chronique et la répétition qu’on va chercher dans les séries, mais désormais avec une ampleur sans précédent, et un réalisme qui ne contredit pas la dimension romanesque ou épique. Il faut ajouter que les moyens de diffusion ont changé. Les séries sont vues souvent en coffrets DVD ou piratées sur Internet (comment patienter jusqu’à une diffusion française ? comment supporter une VF ?). Fini le temps de la diffusion hebdomadaire. On peut voir ces mega-movies en un week-end comme un seul grand film, ou « feuilletonner » la série tous les soirs, comme on feuillette un bon roman. Au moment où ces tentatives expérimentales de tournages, de figures, de durées, de récits, remettent en cause au grand jour les schémas traditionnels, les deux blockbusters attendus de l’été, Inception de Christopher Nolan et Le Dernier maître de l’air de M. Night Shyamalan sortiront sans avoir été montrés aux mensuels. Une pratique paranoïaque, déjà notée au moment d’Alice au pays des merveilles, par peur de retrouver sur Internet des rumeurs ou des images (comme si un critique allait filmer avec son portable !). Nous avons tout de même vu à temps le troisième épisode, remarquable, de Toy Story : Pixar est bien ce qui est arrivé de mieux à Hollywood depuis dix ans.
http://www.cahiersducinema.com/article1951.html
ciao
Nello stesso sito si rimanda anche al numero di agosto/settembre di Cahiers du cinéma, dedicato alle serie americane.
Qui l'editoriale (solo in francese):
EDITORIAL, N°658
par Stéphane Delorme
Comme le vent, le « cinéma » souffle où il veut. A voir travailler les créateurs de grandes séries TV, les concepteurs de petites vidéos sur Internet, les artistes naviguant entre la salle et le musée, on sent bien que ça part dans tous les sens, avec une capacité multiforme à créer du foncièrement nouveau. Par exemple, Philippe Parreno, dont nous publions les images inédites du premier long métrage. L’artiste français, qui a enchaîné des courts pour la télé, les galeries et coréalisé un Zidane atypique, se lance dans un long métrage qu’il tourne petit à petit, morceau par morceau, sans scénario, en grattant la pellicule comme un apprenti cinéaste expérimental sur les images du chef op star Darius Khondji. Éclate le désir qui devrait être celui de chaque réalisateur : recommencer le cinéma tout entier avec son premier film. Pour cela, il faut d’abord inventer sa propre méthode. Ce souci rappelle le geste spontané de Quentin Dupieux, musicien et vidéaste, de partir quinze jours dans le désert pour filmer un road-movie sur un pneu, sans chef op, avec son seul appareil-photo. Les images de Parreno évoquent surtout la palme d’or, Oncle Boonmee du cinéaste et artiste Apichatpong Weerasethakul (sortie le 1er septembre) : son homme qui marche (p. 76) a la même puissance de surgissement que la silhouette en couverture du numéro de juin des Cahiers. Ce ne sont pas seulement les pratiques qui changent, c’est aussi le contenu, comme si, avec cette table rase, l’émerveillement redevenait fondateur, et engendrait des colonies de figures improbables et bricolées : homme-singe aux yeux de laser, pneu serial-killer téléguidé, Totoro lumineux gratté sur pellicule. Une partie de l’art contemporain, ni pop ni conceptuel, encourage aujourd’hui ces puissances d’émerveillement (cf. aussi le film de Pierre Huygue dans l’exposition « Dreamlands » au Centre Pompidou cet été) : il est logique que le pas glisse vers la salle obscure, le dispositif toujours le plus efficace pour émerveiller.
Liberté, maître mot. C’est aussi, à l’autre bout de la chaîne, celui qui vient dans la bouche de Matthew Weiner, créateur démiurge de la série Mad Men. Pour lui, comme pour David Simon (The Wire), Hollywood, qui vit une crise d’inspiration sans précédent, ne sert que de repoussoir. Hollywood produisait jadis des fresques ambitieuses (Le Parrain, La Porte du paradis, Il était une fois en Amérique), c’est la TV qui produit ces deux sagas exaltantes sur l’Amér ique d’aujourd’hui - Mad Men présentant le reflet déguisé de notre époque sous ses vêtements sixties. La TV donne les moyens, la liberté et le temps d’expérimenter sur de nouvelles formes (cf. en France, les 5h20 du Carlos d’Assayas, à voir d’une traite). Cette fois émerveillement et apparitions ne sont pas au programme, c’est la chronique et la répétition qu’on va chercher dans les séries, mais désormais avec une ampleur sans précédent, et un réalisme qui ne contredit pas la dimension romanesque ou épique. Il faut ajouter que les moyens de diffusion ont changé. Les séries sont vues souvent en coffrets DVD ou piratées sur Internet (comment patienter jusqu’à une diffusion française ? comment supporter une VF ?). Fini le temps de la diffusion hebdomadaire. On peut voir ces mega-movies en un week-end comme un seul grand film, ou « feuilletonner » la série tous les soirs, comme on feuillette un bon roman. Au moment où ces tentatives expérimentales de tournages, de figures, de durées, de récits, remettent en cause au grand jour les schémas traditionnels, les deux blockbusters attendus de l’été, Inception de Christopher Nolan et Le Dernier maître de l’air de M. Night Shyamalan sortiront sans avoir été montrés aux mensuels. Une pratique paranoïaque, déjà notée au moment d’Alice au pays des merveilles, par peur de retrouver sur Internet des rumeurs ou des images (comme si un critique allait filmer avec son portable !). Nous avons tout de même vu à temps le troisième épisode, remarquable, de Toy Story : Pixar est bien ce qui est arrivé de mieux à Hollywood depuis dix ans.
http://www.cahiersducinema.com/article1951.html
ciao
Bess- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Telefilm vari
princiiiiiiiiiiiiiiiiii gaufreeeeeeeeeeeeeee
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Telefilm vari
:sorriso4:
...il paper però è in italiano ...
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Bess- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Telefilm vari
grazie Bess!
ma ti dirò a parte la prima serie, si è passati nel corso delle stagioni alla logica dell'agenzia pubblicitaria a livello amministrativo e di equilibri al suo interno piuttosto che descrivere la psicologia di massa applicata alla creazione di una campagna.
ma ti dirò a parte la prima serie, si è passati nel corso delle stagioni alla logica dell'agenzia pubblicitaria a livello amministrativo e di equilibri al suo interno piuttosto che descrivere la psicologia di massa applicata alla creazione di una campagna.
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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