Il Papa si dimette
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piedonex
Noemi9999
bellaprincipessa
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Il Papa si dimette
Il Papa: “Lascio per l’età avanzata”
Benedetto XVI era stato eletto il 19 aprile del 2005
L’annuncio durante un discorso
in Vaticano. Dal 28 febbraio
inizierà la “sede vacante”.
A marzo ci sarà il Conclave
andrea tornielli
città del vaticano
Benedetto XVI ha deciso di dimettersi e di lasciare il pontificato il prossimo 28 febbraio. Il Pontefice lo ha annunciato a sorpresa, nel corso del concistoro per le nuove canonizzazioni. È la prima volta che accade nell’epoca moderna. Ratzinger ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede - ha detto - per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo»
La decisione che il cardinale Angelo Sodano, decano del collegio cardinalizio, ha definito «Un fulmine a ciel sereno». La possibilità della rinuncia, prevista dal codice canonico, era stata citata proprio da Benedetto XVI nel libro nel libro intervista con Peter Seewald «Luce del mondo» pubblicato nel novembre 2010: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli – disse Benedetto XVI – allora ha il diritto e in talune circostanze anche il dovere di dimettersi».
Il Papa, che ben ha conosciuto il suo predecessore e ha seguito dall’interno della curia romana la lunga fase della malattia di Giovanni Paolo II, intendeva chiarire che in certe condizioni riteneva opportuna la rinuncia. Nell’estate 2011 aveva cominciato a circolare con insistenza, fuori e dentro il Vaticano, una voce relativa a possibili dimissioni «programmate» e non legate a malattie invalidanti. Di questa ipotesi aveva parlato per primo Antonio Socci sul quotidiano «Libero»: «Il Papa non scarta la possibilità di dimettersi allo scoccare dei suoi 85 anni, ovvero nell’aprile del prossimo anno», cioè nell’aprile 2012. Quell’articolo e quella notizia furono allora seccamente smentiti dalle fonti vaticane e dai più stretti collaboratori del Pontefice. Evidentemente però il Papa stava davvero pensando alle dimissioni.
Non essendoci evidenti e conosciuti impedimenti fisici, il Papa lascia perché non si sente più in grado di svolgere il suo compito. Non bisogna dimenticare che la decisione viene comunicata dopo un anno particolarmente difficile del pontificato, con il caso vatileaks. Alla luce di questa clamorosa decisione - che il Papa si limita a comunicare, dato che le sue dimissioni non devono essere accettate da nessuno - si comprende meglio anche la decisione di «correggere» il concistoro per la creazione dei nuovi cardinali del febbraio 2012, molto italiano e curiale, con la nuova e a questo punto ultima creazione ratzingeriana dello scorso novembre, tutta internazionale.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
sono sotto shock...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
Secondo me, se non se la sente più, fa solo bene.
Noemi9999- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
su questo sono assolutamente d'accordo
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
Secondo me è stanco di fare il burattino.
Quando, giustamente, all'inzio del suo pontificato ha espresso idee molto radicali circa il rapporto tra religione cristiana e musulmana fu aspramente criticato e si dovette pure scusare.
Forse dopo otto anni così ha deciso che ne aveva abbastanza...
Quando, giustamente, all'inzio del suo pontificato ha espresso idee molto radicali circa il rapporto tra religione cristiana e musulmana fu aspramente criticato e si dovette pure scusare.
Forse dopo otto anni così ha deciso che ne aveva abbastanza...
Ultima modifica di piedonex il Lun 11 Feb 2013, 20:58 - modificato 1 volta.
piedonex- Admin Piedonex
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Re: Il Papa si dimette
ma il papa a chi presenta le dimissioni?
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Re: Il Papa si dimette
Amantide_Religiosa ha scritto:ma il papa a chi presenta le dimissioni?
Penso abbia soltanto l'obbligo di fare l'annuncio pubblicamente, anche perché non c'è nessuno che possa respingere delle dimissioni del genere.
Noemi9999- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
Amantide_Religiosa ha scritto:ma il papa a chi presenta le dimissioni?
A nessuno.
Decide lui e basta.
piedonex- Admin Piedonex
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Re: Il Papa si dimette
Noemi9999 ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:ma il papa a chi presenta le dimissioni?
Penso abbia soltanto l'obbligo di fare l'annuncio pubblicamente, anche perché non c'è nessuno che possa respingere delle dimissioni del genere.
Ma non viene scelto da Lui?
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Re: Il Papa si dimette
Viene scelto dai cardinali in conclave[strike]
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
bellaprincipessa ha scritto:Viene scelto dai cardinali in conclave[strike]
lo so ma non dicono che vengono "guidati" da Lui?
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Re: Il Papa si dimette
Certo, quindi?
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
Amantide_Religiosa ha scritto:bellaprincipessa ha scritto:Viene scelto dai cardinali in conclave[strike]
lo so ma non dicono che vengono "guidati" da Lui?
Sì, ma il Papa resta sempre un semplice essere umano ed in quanto tale può decidere di abbandonare il suo ruolo se non si sente più all'altezza
G.Kaplan- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
piedonex ha scritto:Secondo me è stanco di fare il burattino.
Quando, giustamente, all'inzio del suo pontificato ha espresso idee molto radicali circa il rapporto tra religione cristiana e musulmana fu aspramente criticato e si dovette pure scusare.
Forse dopo otto anni così ha deciso che ne aveva abbastanza...
Potresti avere ragione Piedo... io onestamente non so trovare grandi motivazioni, è stato abbastanza imprevisto. Quel che posso dire è che non mi sentivo molto in sintonia "a pelle" con questo Papa, quindi non sono troppo dispiaciuto: credo che se non la sente più faccia bene a lasciare, per forza un si fa neanche l'aceto (come si dice dalle mie parti)
Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
bellaprincipessa ha scritto:Certo, quindi?
e quindi non dovrebbe aspettare un "segno" da Lui, che venga a conclave?
No cosi per sapere. Se non parla con Lui mi si apre una finestra, non per altro.
Sì, ma il Papa resta sempre un semplice essere umano
Semplice essere umano un corno. Non è il vicario di Cristo e pastore in terra della Chiesa universale???
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Re: Il Papa si dimette
Amantide_Religiosa ha scritto:bellaprincipessa ha scritto:Certo, quindi?
e quindi non dovrebbe aspettare un "segno" da Lui, che venga a conclave?
No cosi per sapere. Se non parla con Lui mi si apre una finestra, non per altro.Sì, ma il Papa resta sempre un semplice essere umano
Semplice essere umano un corno. Non è il vicario di Cristo e pastore in terra della Chiesa universale???
Vicario sì, ma sempre uomo fu
Con Lui ci parlerà di sicuro, forse era la volontà di tutti quella che Benedetto lasciasse...
Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
piedonex ha scritto:Secondo me è stanco di fare il burattino.
Quando, giustamente, all'inzio del suo pontificato ha espresso idee molto radicali circa il rapporto tra religione cristiana e musulmana fu aspramente criticato e si dovette pure scusare.
Forse dopo otto anni così ha deciso che ne aveva abbastanza...
In effetti dopo aver tirato i fili dientro le quinte per anni, trovarsi adesso a fare il burattino deve essere davvero stancante.
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Re: Il Papa si dimette
Saix91 ha scritto:
Vicario sì, ma sempre uomo fu
Non semplice però. Poi sicuramente parlerà anche con Lui, in fondo hanno fatto guerre e massacri nel suo nome per secoli. Capirai se non parla delle sue dimissioni.
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Re: Il Papa si dimette
Evidentemente Lui non avrà avuto nulla da ridire sulle dimissioni
Noemi9999- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
Noemi9999 ha scritto:Evidentemente Lui non avrà avuto nulla da ridire sulle dimissioni
Evidentemente. Bizzara come scelta di parola in questi casi.
Cmq, per chi conosce lo spagnolo ed è curioso ecco qui un articolo di el pais.
http://internacional.elpais.com/internacional/2013/02/11/actualidad/1360588257_314838.html
Certo che se lui era il "moderato" chissà gli altri cosa sono.
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Re: Il Papa si dimette
piedonex ha scritto:Secondo me è stanco di fare il burattino.
Si divertiva di più a fare il burattinaio quando era a capo del Santo uffizio
ne ha bannati a cintine
e comunque ultimamente lo vedevo piuttosto dimesso
P.S.: s'è dimesso pure Dimitri dei bambini di Satana
1 - 1 e palla al centro
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
Amantide_Religiosa ha scritto:Saix91 ha scritto:
Vicario sì, ma sempre uomo fu
Non semplice però. Poi sicuramente parlerà anche con Lui, in fondo hanno fatto guerre e massacri nel suo nome per secoli. Capirai se non parla delle sue dimissioni.
Come no... il Papa è uno come tutti gli altri... è un prete che ha fatto carriera
G.Kaplan- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
G.Kaplan ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Saix91 ha scritto:
Vicario sì, ma sempre uomo fu
Non semplice però. Poi sicuramente parlerà anche con Lui, in fondo hanno fatto guerre e massacri nel suo nome per secoli. Capirai se non parla delle sue dimissioni.
Come no... il Papa è uno come tutti gli altri... è un prete che ha fatto carriera
Per chi è credente no.
Noemi9999- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Il Papa si dimette
Articolo interessante....
L'addio legato a una crisi di sistema fatta di conflitti, manovre e tradimenti
Dietro il sacrificio estremo di un intellettuale
le ombre di un «rapporto segreto» choc
Benedetto XVI avrebbe maturato la decisione definitiva dell'annuncio domenica: stava preparando un'enciclica
Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto: anche se la decisione vera e propria è maturata domenica.
Quello a cui si assiste è il sintomo estremo, finale, irrevocabile della crisi di un sistema di governo e di una forma di papato; e della ribellione di un «Santo Padre» di fronte alla deriva di una Chiesa-istituzione passata in pochi anni da «maestra di vita» a «peccatrice»; da punto di riferimento morale dell'opinione pubblica occidentale, a una specie di «imputata globale», aggredita e spinta quasi a forza dalla parte opposta del confessionale. Senza questo trauma prolungato e tuttora in atto, riesce meno comprensibile la rinuncia di Benedetto XVI. È la lunga catena di conflitti, manovre, tradimenti all'ombra della cupola di San Pietro, a dare senso ad un atto altrimenti inesplicabile; e per il quale l'aggettivo «rivoluzionario» suona inadeguato: troppo piccolo, troppo secolare. Quanto è successo ieri lascia un senso di vuoto che stordisce.
E nonostante la sua volontà di fare smettere il clamore e lo sconcerto intorno alla Città del Vaticano, le parole accorate pronunciate dal Papa li moltiplicano. Aggiungono mistero a mistero. Ne marcano la silhouette in modo drammatico, proiettando ombre sul recente passato. Consegnano al successore che verrà eletto dal prossimo Conclave un'istituzione millenaria, di colpo appesantita e logorata dal tempo. E adesso è cominciata la caccia ai segni: i segni premonitori. Come se si sentisse il bisogno di trovare una ragione recondita ma visibile da tempo, per dare una spiegazione alla decisione del Papa di dimettersi: a partire dall'accenno fatto l'anno scorso da monsignor Luigi Bettazzi; e poco prima dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che si era lasciato scappare questa possibilità durante un viaggio in Cina, ipotizzando perfino un complotto contro Benedetto XVI.
Ma la ricerca rischia di essere una «via crucis» nella crisi d'identità del Vaticano. Riaffiora l'immagine di Joseph Ratzinger che lascia il suo pallio, il mantello pontificio sulla tomba di Celestino V, il Papa che «abdicò» nel 1294, durante la sua visita all'Aquila dopo il terremoto, il 28 aprile del 2009. Oppure rimbalza l'anomalia dei due Concistori indetti nel 2012 «per sistemare le cose e perché sia tutto in ordine», nelle parole anodine di un cardinale. O ancora tornano in mente le ripetute discussioni col fratello sacerdote Georg, sulla possibilità di lasciare. Qualcuno ritiene di vedere un indizio della volontà di dimettersi perfino nei lavori di ristrutturazione dell'ex convento delle suore di clausura in corso nei giardini vaticani: perché è lì che Benedetto XVI andrà a vivere da «ex Papa», dividendosi col palazzo sul lago di Castel Gandolfo, sui colli a sud di Roma.
L' Osservatore romano scrive che aveva deciso da mesi, dall'ultimo viaggio in Messico. Ma è difficile capire quando l'intenzione, quasi la tentazione di farsi da parte sia diventata volontà e determinazione di compiere un gesto che «per il bene della Chiesa», nel breve periodo non può non sollevare soprattutto domande; e mostrare un Vaticano acefalo e delegittimato nella sua catena di comando ma soprattutto nel suo primato morale: proprio perché di tutto questo Benedetto XVI è stato l'emblema e il garante. «Il Papa continua a scrivere, a studiare. È in salute, sta bene», ripetono quanti hanno contatti con lui e la sua cerchia. «Non è vero che sia malato: stava preparando una nuova enciclica». Dunque, la traccia della malattia sarebbe fuorviante.
Smonta anche il precedente delle lettere riservate preparate segretamente da Giovanni Paolo II nel 1989 e nel 1994, nelle quali offriva le proprie dimissioni in caso di malattia gravissima o di condizioni che gli rendessero impossibile «fare il Papa» in modo adeguato. Ma l'assenza di motivi di salute rende le domande più incalzanti. E ripropone l'unicità del passo indietro. Il gesuita statunitense Thomas Reese calcola che nella storia siano state ipotizzate le dimissioni di una decina di pontefici. Ma fa notare che in generale i papi moderni hanno sempre scartato questa possibilità. Eppure, gli scritti di Ratzinger non hanno mai eluso il problema, anzi: lentamente affiora la realtà di un progetto accarezzato da tempo. «I due Georg sapevano», si dice adesso, alludendo al fratello Georg Ratzinger e a Georg Gänswein, segretario particolare del pontefice.
Forse, però, colpisce di più che fosse all'oscuro di tutto il cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato e numero uno del Collegio Cardinalizio; e con lui altre «eminenze», che parlano di «fulmine a ciel sereno». È come se perfino in queste ore si intravedesse una singolare struttura tribale, che ha dominato la vita di Curia con amicizie e ostilità talmente radicate da essere immuni a qualunque richiamo all'unità del pontefice. Sotto voce, si parla del contenuto «sconvolgente» del rapporto segreto che tre cardinali anziani hanno consegnato nei mesi scorsi a proposito di Vatileaks, la fuga di notizie riservate per la quale è stato incriminato e condannato solo il maggiordomo papale, Paolo Gabriele. Si fa notare che da oltre otto mesi lo Ior, l'Istituto per le opere di religione considerato «la banca del Papa», è senza presidente dopo la sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi. Rimane l'eco intermittente dello scandalo dei preti pedofili, che pure il pontefice ha affrontato a costo di scontrarsi con una cultura del segreto ancora diffusa negli ambienti vaticani.
E continuano a spuntare «buchi» di bilancio a carico di istituti cattolici, dopo la presunta truffa milionaria a danno dei Salesiani: un episodio imbarazzante per il quale il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inutilmente cercato la solidarietà e la comprensione della magistratura italiana. È questa eredità di inimicizie, protagonismi, lotta fra correnti, faide economiche con risvolti giudiziari che sembra aver pesato più di quanto si immaginasse sulle spalle infragilite di Benedetto XVI. È come se avesse interiorizzato la «malattia» della crisi vaticana di credibilità, irrisolta e apparentemente irrisolvibile. Conferma il ministro Andrea Riccardi, che lo conosce bene: «Ha trovato difficoltà e resistenze più grandi di quelle che crediamo. E non ha trovato più la forza per contrastarle e portare il peso del suo ministero. Bisogna chiedersi perché».
Ma nel momento in cui decide di dimettersi da Papa, Benedetto XVI infrange un tabù plurisecolare, quasi teologico. Fa capire alla nomenklatura vaticana che nessuno è insostituibile: nemmeno l'uomo che siede sulla «Cattedra di Pietro». E apre la porta a una potenziale ondata di dimissioni. Soprattutto, addita al Conclave la drammaticità della situazione della Chiesa. Dà indirettamente ragione a quegli episcopati mondiali, in particolare occidentali, che da mesi osservano la Roma papale come un nido di conflitti e manovre fra cordate che da tempo pensano solo alla successione. L'annuncio delle dimissioni avviene in coincidenza con l'anniversario dei Patti lateranensi; e nel bel mezzo di una campagna elettorale: al punto che ieri alcuni leader si chiedevano se interrompere per un giorno i comizi. Ma già si guarda avanti. Bertone ha chiesto di incontrare per una decina di minuti il capo dello Stato Giorgio Napolitano prima della festa in ambasciata di oggi pomeriggio. E il «toto-Papa» impazza, con le scommesse fuorvianti sull'«italiano» o il «non italiano». Stavolta, in realtà, sarà un Conclave diverso. Il sacrificio di Benedetto XVI, per quanto controverso, mette tutti davanti a responsabilità ineludibili.
L'addio legato a una crisi di sistema fatta di conflitti, manovre e tradimenti
Dietro il sacrificio estremo di un intellettuale
le ombre di un «rapporto segreto» choc
Benedetto XVI avrebbe maturato la decisione definitiva dell'annuncio domenica: stava preparando un'enciclica
Non essendo riuscito a cambiare la Curia, Benedetto XVI è arrivato ad una conclusione amara: va via, è lui che cambia. Si tratta del sacrificio estremo, traumatico, di un pontefice intellettuale sconfitto da un apparato ritenuto troppo incrostato di potere e autoreferenziale per essere riformato. È come se Benedetto XVI avesse cercato di emancipare il papato e la Chiesa cattolica dall'ipoteca di una specie di Seconda Repubblica vaticana; e ne fosse rimasto, invece, vittima. È difficile non percepire la sua scelta come l'esito di una lunga riflessione e di una lunga stanchezza. Accreditarlo come un gesto istintivo significherebbe fare torto a questa figura destinata e entrare nella storia più per le sue dimissioni che per come ha tentato di riformare il cattolicesimo, senza riuscirci come avrebbe voluto: anche se la decisione vera e propria è maturata domenica.
Quello a cui si assiste è il sintomo estremo, finale, irrevocabile della crisi di un sistema di governo e di una forma di papato; e della ribellione di un «Santo Padre» di fronte alla deriva di una Chiesa-istituzione passata in pochi anni da «maestra di vita» a «peccatrice»; da punto di riferimento morale dell'opinione pubblica occidentale, a una specie di «imputata globale», aggredita e spinta quasi a forza dalla parte opposta del confessionale. Senza questo trauma prolungato e tuttora in atto, riesce meno comprensibile la rinuncia di Benedetto XVI. È la lunga catena di conflitti, manovre, tradimenti all'ombra della cupola di San Pietro, a dare senso ad un atto altrimenti inesplicabile; e per il quale l'aggettivo «rivoluzionario» suona inadeguato: troppo piccolo, troppo secolare. Quanto è successo ieri lascia un senso di vuoto che stordisce.
E nonostante la sua volontà di fare smettere il clamore e lo sconcerto intorno alla Città del Vaticano, le parole accorate pronunciate dal Papa li moltiplicano. Aggiungono mistero a mistero. Ne marcano la silhouette in modo drammatico, proiettando ombre sul recente passato. Consegnano al successore che verrà eletto dal prossimo Conclave un'istituzione millenaria, di colpo appesantita e logorata dal tempo. E adesso è cominciata la caccia ai segni: i segni premonitori. Come se si sentisse il bisogno di trovare una ragione recondita ma visibile da tempo, per dare una spiegazione alla decisione del Papa di dimettersi: a partire dall'accenno fatto l'anno scorso da monsignor Luigi Bettazzi; e poco prima dall'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che si era lasciato scappare questa possibilità durante un viaggio in Cina, ipotizzando perfino un complotto contro Benedetto XVI.
Ma la ricerca rischia di essere una «via crucis» nella crisi d'identità del Vaticano. Riaffiora l'immagine di Joseph Ratzinger che lascia il suo pallio, il mantello pontificio sulla tomba di Celestino V, il Papa che «abdicò» nel 1294, durante la sua visita all'Aquila dopo il terremoto, il 28 aprile del 2009. Oppure rimbalza l'anomalia dei due Concistori indetti nel 2012 «per sistemare le cose e perché sia tutto in ordine», nelle parole anodine di un cardinale. O ancora tornano in mente le ripetute discussioni col fratello sacerdote Georg, sulla possibilità di lasciare. Qualcuno ritiene di vedere un indizio della volontà di dimettersi perfino nei lavori di ristrutturazione dell'ex convento delle suore di clausura in corso nei giardini vaticani: perché è lì che Benedetto XVI andrà a vivere da «ex Papa», dividendosi col palazzo sul lago di Castel Gandolfo, sui colli a sud di Roma.
L' Osservatore romano scrive che aveva deciso da mesi, dall'ultimo viaggio in Messico. Ma è difficile capire quando l'intenzione, quasi la tentazione di farsi da parte sia diventata volontà e determinazione di compiere un gesto che «per il bene della Chiesa», nel breve periodo non può non sollevare soprattutto domande; e mostrare un Vaticano acefalo e delegittimato nella sua catena di comando ma soprattutto nel suo primato morale: proprio perché di tutto questo Benedetto XVI è stato l'emblema e il garante. «Il Papa continua a scrivere, a studiare. È in salute, sta bene», ripetono quanti hanno contatti con lui e la sua cerchia. «Non è vero che sia malato: stava preparando una nuova enciclica». Dunque, la traccia della malattia sarebbe fuorviante.
Smonta anche il precedente delle lettere riservate preparate segretamente da Giovanni Paolo II nel 1989 e nel 1994, nelle quali offriva le proprie dimissioni in caso di malattia gravissima o di condizioni che gli rendessero impossibile «fare il Papa» in modo adeguato. Ma l'assenza di motivi di salute rende le domande più incalzanti. E ripropone l'unicità del passo indietro. Il gesuita statunitense Thomas Reese calcola che nella storia siano state ipotizzate le dimissioni di una decina di pontefici. Ma fa notare che in generale i papi moderni hanno sempre scartato questa possibilità. Eppure, gli scritti di Ratzinger non hanno mai eluso il problema, anzi: lentamente affiora la realtà di un progetto accarezzato da tempo. «I due Georg sapevano», si dice adesso, alludendo al fratello Georg Ratzinger e a Georg Gänswein, segretario particolare del pontefice.
Forse, però, colpisce di più che fosse all'oscuro di tutto il cardinale Angelo Sodano, ex segretario di Stato e numero uno del Collegio Cardinalizio; e con lui altre «eminenze», che parlano di «fulmine a ciel sereno». È come se perfino in queste ore si intravedesse una singolare struttura tribale, che ha dominato la vita di Curia con amicizie e ostilità talmente radicate da essere immuni a qualunque richiamo all'unità del pontefice. Sotto voce, si parla del contenuto «sconvolgente» del rapporto segreto che tre cardinali anziani hanno consegnato nei mesi scorsi a proposito di Vatileaks, la fuga di notizie riservate per la quale è stato incriminato e condannato solo il maggiordomo papale, Paolo Gabriele. Si fa notare che da oltre otto mesi lo Ior, l'Istituto per le opere di religione considerato «la banca del Papa», è senza presidente dopo la sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi. Rimane l'eco intermittente dello scandalo dei preti pedofili, che pure il pontefice ha affrontato a costo di scontrarsi con una cultura del segreto ancora diffusa negli ambienti vaticani.
E continuano a spuntare «buchi» di bilancio a carico di istituti cattolici, dopo la presunta truffa milionaria a danno dei Salesiani: un episodio imbarazzante per il quale il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha inutilmente cercato la solidarietà e la comprensione della magistratura italiana. È questa eredità di inimicizie, protagonismi, lotta fra correnti, faide economiche con risvolti giudiziari che sembra aver pesato più di quanto si immaginasse sulle spalle infragilite di Benedetto XVI. È come se avesse interiorizzato la «malattia» della crisi vaticana di credibilità, irrisolta e apparentemente irrisolvibile. Conferma il ministro Andrea Riccardi, che lo conosce bene: «Ha trovato difficoltà e resistenze più grandi di quelle che crediamo. E non ha trovato più la forza per contrastarle e portare il peso del suo ministero. Bisogna chiedersi perché».
Ma nel momento in cui decide di dimettersi da Papa, Benedetto XVI infrange un tabù plurisecolare, quasi teologico. Fa capire alla nomenklatura vaticana che nessuno è insostituibile: nemmeno l'uomo che siede sulla «Cattedra di Pietro». E apre la porta a una potenziale ondata di dimissioni. Soprattutto, addita al Conclave la drammaticità della situazione della Chiesa. Dà indirettamente ragione a quegli episcopati mondiali, in particolare occidentali, che da mesi osservano la Roma papale come un nido di conflitti e manovre fra cordate che da tempo pensano solo alla successione. L'annuncio delle dimissioni avviene in coincidenza con l'anniversario dei Patti lateranensi; e nel bel mezzo di una campagna elettorale: al punto che ieri alcuni leader si chiedevano se interrompere per un giorno i comizi. Ma già si guarda avanti. Bertone ha chiesto di incontrare per una decina di minuti il capo dello Stato Giorgio Napolitano prima della festa in ambasciata di oggi pomeriggio. E il «toto-Papa» impazza, con le scommesse fuorvianti sull'«italiano» o il «non italiano». Stavolta, in realtà, sarà un Conclave diverso. Il sacrificio di Benedetto XVI, per quanto controverso, mette tutti davanti a responsabilità ineludibili.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Il Papa si dimette
Noemi9999 ha scritto:G.Kaplan ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Saix91 ha scritto:
Vicario sì, ma sempre uomo fu
Non semplice però. Poi sicuramente parlerà anche con Lui, in fondo hanno fatto guerre e massacri nel suo nome per secoli. Capirai se non parla delle sue dimissioni.
Come no... il Papa è uno come tutti gli altri... è un prete che ha fatto carriera
Per chi è credente no.
Non volevo sminuire il Papa, sicuramente per chi crede è una figura Sacra... però lui resta sempre una persona nonostante tutto, non è un essere divino
Anche se la dottrina dice che il conclave viene illuminato nella scelta dallo Spirito Santo, rimane l'arbitrio del Papa a rinunciare al ruolo proprio in considerazione dei suoi limiti umani
Io la trovo una bella cosa
G.Kaplan- Utente Colonna: 2001-5000 post
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