Terremoto ad Haiti
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Re: Terremoto ad Haiti
E questa l'avete letta?
''Il terremoto è una cosa buona per noi''. Frase choc del console haitiano in Brasile
Brasilia, 15 gen. (Adnkronos) - Il
console di Haiti a San Paolo del Brasile, Gerge Samuel Antoine, ha
affermato che il terremoto che ha colpito il Paese caraibico "è una
cosa buona per noi". La dichiarazione è stata registrata dalle
telecamere dell'emittente televisiva brasiliana Sbt. "La disgrazia di
Haiti è una buona cosa per noi, perché così ci fa pubblicità", ha detto il console haitiano, che ha parlato non sapendo che le telecamere erano rimaste accese.
Per il diplomatico, il terremoto sarebbe stato causato dal "tanto
praticare la macumba", un culto molto comune ad Haiti. "Tutta questa
macumba, io non so cosa cavolo sia", ha detto il console. Pochi minuti
prima, nell'intervista alla tv aveva detto di essere "molto teso e
depresso per i fatti ad Haiti" e che per questo utilizzava un amuleto
vodoo per "calmarsi". "L'africano stesso è maledetto - ha detto
Antoine, che fa parte della minoranza bianca di Haiti - tutti i posti dove ci sono africani sono fottuti".
Bello parlare di "cosa buona" quando si è lontani miglia e miglia...
''Il terremoto è una cosa buona per noi''. Frase choc del console haitiano in Brasile
Brasilia, 15 gen. (Adnkronos) - Il
console di Haiti a San Paolo del Brasile, Gerge Samuel Antoine, ha
affermato che il terremoto che ha colpito il Paese caraibico "è una
cosa buona per noi". La dichiarazione è stata registrata dalle
telecamere dell'emittente televisiva brasiliana Sbt. "La disgrazia di
Haiti è una buona cosa per noi, perché così ci fa pubblicità", ha detto il console haitiano, che ha parlato non sapendo che le telecamere erano rimaste accese.
Per il diplomatico, il terremoto sarebbe stato causato dal "tanto
praticare la macumba", un culto molto comune ad Haiti. "Tutta questa
macumba, io non so cosa cavolo sia", ha detto il console. Pochi minuti
prima, nell'intervista alla tv aveva detto di essere "molto teso e
depresso per i fatti ad Haiti" e che per questo utilizzava un amuleto
vodoo per "calmarsi". "L'africano stesso è maledetto - ha detto
Antoine, che fa parte della minoranza bianca di Haiti - tutti i posti dove ci sono africani sono fottuti".
Bello parlare di "cosa buona" quando si è lontani miglia e miglia...
mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Terremoto ad Haiti
mariele4ever ha scritto:E questa l'avete letta?
''Il terremoto è una cosa buona per noi''. Frase choc del console haitiano in Brasile
Brasilia, 15 gen. (Adnkronos) - Il
console di Haiti a San Paolo del Brasile, Gerge Samuel Antoine, ha
affermato che il terremoto che ha colpito il Paese caraibico "è una
cosa buona per noi". La dichiarazione è stata registrata dalle
telecamere dell'emittente televisiva brasiliana Sbt. "La disgrazia di
Haiti è una buona cosa per noi, perché così ci fa pubblicità", ha detto il console haitiano, che ha parlato non sapendo che le telecamere erano rimaste accese.
Per il diplomatico, il terremoto sarebbe stato causato dal "tanto
praticare la macumba", un culto molto comune ad Haiti. "Tutta questa
macumba, io non so cosa cavolo sia", ha detto il console. Pochi minuti
prima, nell'intervista alla tv aveva detto di essere "molto teso e
depresso per i fatti ad Haiti" e che per questo utilizzava un amuleto
vodoo per "calmarsi". "L'africano stesso è maledetto - ha detto
Antoine, che fa parte della minoranza bianca di Haiti - tutti i posti dove ci sono africani sono fottuti".
Bello parlare di "cosa buona" quando si è lontani miglia e miglia...
Ma che bastardo!
Re: Terremoto ad Haiti
Su FB stan nascendo gruppi assurdi.
Ho anche rimosso i titoli ... vergognosi.
Ho anche rimosso i titoli ... vergognosi.
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Re: Terremoto ad Haiti
Pur non avendoli letti (i nomi dei gruppi a cui ti riferisci) posso tranquillamente affermare che internet fa venir fuori il peggio di molte persone...
mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Terremoto ad Haiti
athelas ha scritto:Se ce li dite, i nomi intendo, noi segnaliamo, eccome se segnaliamo
Sono stati già segnalati i gruppi di FB inneggianti al terremoto
rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Terremoto ad Haiti
http://www.giornalettismo.com/archives/47820/haiti-voci-american-airlines/
c'è sempre chi si diverte in queste occasioni...bah...che idioti!
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Re: Terremoto ad Haiti
http://it.peacereporter.net/articolo/19792/Haiti%2C+dal+nostro+inviato
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Re: Terremoto ad Haiti
Un consiglio... se riportate un articolo, sarebbe meglio non inserire soltanto il link. La cosa ottimale sarebbe riportare l'articolo per intero, se possibile, e poi mettere il link da cui si è preso.
Scusate... E' che spesso i link vengono rimossi dai siti... allora è meglio fare copia/incolla. Grazie.
Scusate... E' che spesso i link vengono rimossi dai siti... allora è meglio fare copia/incolla. Grazie.
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Se vuoi perdere la fede diventa amico di un prete.
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Re: Terremoto ad Haiti
Violatrix ha scritto:Un consiglio... se riportate un articolo, sarebbe meglio non inserire soltanto il link. La cosa ottimale sarebbe riportare l'articolo per intero, se possibile, e poi mettere il link da cui si è preso.
Scusate... E' che spesso i link vengono rimossi dai siti... allora è meglio fare copia/incolla. Grazie.
hai ragione ora provvedo!
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Re: Terremoto ad Haiti
Haiti: le voci su American Airlines sono false
I rumors sono arrivati anche da noi. Sta iniziando a leggersi sulle bacheche di Facebook, ma anche su Friendfeed e su Twitter: ”American Airlines trasporta gratis ad Haiti tutti i medici e infermieri che vogliono recarvisi per prestare soccorso, chiamando al numero + 1 212 – 697 – . 9767. Copiatelo nella vs bacheca affinché lo veda il maggior numero di persone. Grazie.”
American Airlines ha smentito almeno quattro giorni fa. Non trasporta medici o infermieri qualunque. Non solo: ha proprio difficoltà a volare, da quelle parti. Basta una veloce ricerca su google per verificare poi che l numero di telefono indicato è in realtà quello del Consolato di Haiti a NewYork . Il sito della compagnia aerea www.aa.com/ non riporta alcuna comunicazione speciale di soccorso e voli gratuiti, e questo avrebbe già dovuto darci qualche indicazione. Non solo: lo scorso 14 gennaio la CNN ha riportato la risposta di un portavoce della AA, Tim Smith, che ha dissolto ogni dubbio. La voce non è vera. Sarebbe partita giovedì scorso su Twitter, non si sa bene come né da chi, e benché stiano oramai già circolando anche le smentite, continua a diffondersi, tanto che è giunta da noi, così come in altre parti del mondo, tradotta nelle differenti lingue. Il portavoce della AA ha spiegato come la compagnia stia incentivando gli aiuti alla Croce Rossa, e sostenendo l’ospedale di Port au Prince e i propri dipendenti che prestano servizio nell’aereoporto del posto, ma che ha oggettivamente delle difficoltà ad effettuare i voli. E quel numero, quello del consolato, meglio lasciarlo stare. In tilt dovrebbe ancora risultare occupato, dato il traffico di chiamate generato all’eco di questi rumors non veritieri.
Alison Croyle, un portavoce della compagnia aerea JetBlue, che pure è stata coinvolta da rumors simili, ha detto che il volo è gratuito per gli operatori della Croce Rossa Americana di Santo Domingo nella vicina Repubblica Dominicana, ma solo dopo che sono stati esaminati dal Consolato di Haiti, che ne organizza il trasporto fino a Port-au-Prince. ”Non stiamo offrendo il trasporto gratuito per un qualsiasi medico o infermiere che desiderari di volare lì” “Molta gente su twitter si è mobilizzata chiedendoci aiuto, ed è da questo, forse, che ha avuto origine il rumors“. E infatti ieri, ancora, si poteva leggere un signore, un certo Bryan Thatcher, che chiedeva alla JetBlue, ma anche alla VirginAmerica, un passaggio per la terra devastata dal terremoto. La settimana scorsa sui social network è circolata anche la voce che la compagnia UPS avrebbe trasportato gratuitamente qualsiasi pacchetto sotto le 50 lbs ad Haiti. Anche in questo caso il messaggio continua a circolare, su twitter come su friendfeed, sebbene-ci rende noto la CNN- in un post sul blog del suo sito web, già mercoledì scorso la stessa UPS abbia smentito questa ipotesi. “Le strade e le altre vie di comunicazione sono distrutte. Ciò significa che i nostri servizi di trasporto marittimo proprio ad Haiti sono in attesa. ”
http://www.giornalettismo.com/archives/47820/haiti-voci-american-airlines/
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Re: Terremoto ad Haiti
Miriam non ha più di sei anni, è avvolta in una confezione regalo, una carta lucida e colorata di quelle rumorose natalizie, forse i resti delle feste ormai troppo lontane. È adagiata sul pavimeto del patio della sezione logistica di Medici Senza Frontiere Belgio. Sola. Un tubo va dalla sua vena a una borsa che una giovane infermiera sotiene, un’ altra cerca da quasi cinque minuti di far emergere una seconda vena per infilarci un’altra borsa. “Non dovremmo curare le persone qui – commenta Loris responsabile della regione Caraibica di msf – ma arrivano feriti davanti al cancello e ci chiedono aiuto, cosa dovremmo fare?”.
Vicino a Miriam decine di persone distese su dei cartoni, i più fortunati hanno una coperta o un familiare, molti non hanno nula. “Ho 250 persone da operare a Cité Du Soleil, una bidonville, e altre 210 nell’ ospedale di Martisan – continua Loris - anche se riuscissimo a fare miracoli e operarne 20 al giorno, ne avremmo per settimane.” Fuori dall’ ospedale improvvisato, si muove una massa di disperati senza meta, camminano nel buio, illuminati solo dai fari delle macchine, molti portano mascherine per proteggersi dalla polvere dei calcinacci e dall’ odore penetrante della morte che emana dagli edifici polverizzati. Nessuno sta cercando le vittime sepolte, semplicemente non esistono i mezzi per farlo. Un girone dell’ inferno dantesco. “A quest’ ora le strade sarebbero comunque piene di gente – racconta Fiammetta mentre ci spostiamo verso le zone più colpite dal sisma – chi va casa, chi aspetta un autobus, chi esce da scuola; ma oggi è diverso, la gente sembra frastornata, come se si muovesse senza una meta.” I negozi sono chiusi, non esistono autobus, la luce non arriva nemmeno quelle quattro o sei ore che sono la normalità nella città, non c’è acqua, nè cibo, gli aiuti umanitari sono distribuiti con il contagocce e le poche pompe di benzina aperte stanno esaurendo le scorte. Fiammetta è capo missione ad Haiti di AVSI, una ONG Italiana molto attiva ad Haiti e conosce molto bene la città: “nessuno sa cosa fare, pochi, non avendo un tetto, sono tornati nelle loro case pericolanti, però la maggiorparte dorme in strada e dato che non vogliono farlo sotto balconi e palazzi, occupano le vie e dormono lì in mezzo.”
Petion Ville, era un quartiere bene, dove resideva la maggior parte degli stranieri che lavorano all’ ONU nelle numerose ONG attive ad Haiti, ora la metà degli edifici si è sbriciolata o inginocchiata. Cité Du Soleil era la bidonville più violenta, quella dei gruppi armati organizzati che i caschi blu hanno sconfitto. Difficile capire quale sia la miseria nuova e quella preesistente. Il sistema idraulico che forniva l’acqua con le pompe è distrutto e l’unica acqua disponibile è quella dei canali di scolo che confluiscono dal resto della città. Fiammetta è stata fortunata, molti altri no: “incontrarmi con coleghi vuoldire ascoltare storie di amici in comune che non ci sono più. L’ Onu è stata colpita in maniera durissima, hanno perso la lora capo missione, la vice e centinaia di colleghi sono morti o dispersi.” In questi giorni dentro la MINUSTAH ci sono persone che hanno appeso al collo un cartello: “peer helper”, i loro colleghi più provati possono avvicinarli per parlare e trovare un po’ di conforto,mentre tutto intorno la enorme macchina dei soccorsi fatica ancora a decollare.
Simone Bruno
http://it.peacereporter.net/articolo/19792/Haiti%2C+dal+nostro+inviato
Vicino a Miriam decine di persone distese su dei cartoni, i più fortunati hanno una coperta o un familiare, molti non hanno nula. “Ho 250 persone da operare a Cité Du Soleil, una bidonville, e altre 210 nell’ ospedale di Martisan – continua Loris - anche se riuscissimo a fare miracoli e operarne 20 al giorno, ne avremmo per settimane.” Fuori dall’ ospedale improvvisato, si muove una massa di disperati senza meta, camminano nel buio, illuminati solo dai fari delle macchine, molti portano mascherine per proteggersi dalla polvere dei calcinacci e dall’ odore penetrante della morte che emana dagli edifici polverizzati. Nessuno sta cercando le vittime sepolte, semplicemente non esistono i mezzi per farlo. Un girone dell’ inferno dantesco. “A quest’ ora le strade sarebbero comunque piene di gente – racconta Fiammetta mentre ci spostiamo verso le zone più colpite dal sisma – chi va casa, chi aspetta un autobus, chi esce da scuola; ma oggi è diverso, la gente sembra frastornata, come se si muovesse senza una meta.” I negozi sono chiusi, non esistono autobus, la luce non arriva nemmeno quelle quattro o sei ore che sono la normalità nella città, non c’è acqua, nè cibo, gli aiuti umanitari sono distribuiti con il contagocce e le poche pompe di benzina aperte stanno esaurendo le scorte. Fiammetta è capo missione ad Haiti di AVSI, una ONG Italiana molto attiva ad Haiti e conosce molto bene la città: “nessuno sa cosa fare, pochi, non avendo un tetto, sono tornati nelle loro case pericolanti, però la maggiorparte dorme in strada e dato che non vogliono farlo sotto balconi e palazzi, occupano le vie e dormono lì in mezzo.”
Petion Ville, era un quartiere bene, dove resideva la maggior parte degli stranieri che lavorano all’ ONU nelle numerose ONG attive ad Haiti, ora la metà degli edifici si è sbriciolata o inginocchiata. Cité Du Soleil era la bidonville più violenta, quella dei gruppi armati organizzati che i caschi blu hanno sconfitto. Difficile capire quale sia la miseria nuova e quella preesistente. Il sistema idraulico che forniva l’acqua con le pompe è distrutto e l’unica acqua disponibile è quella dei canali di scolo che confluiscono dal resto della città. Fiammetta è stata fortunata, molti altri no: “incontrarmi con coleghi vuoldire ascoltare storie di amici in comune che non ci sono più. L’ Onu è stata colpita in maniera durissima, hanno perso la lora capo missione, la vice e centinaia di colleghi sono morti o dispersi.” In questi giorni dentro la MINUSTAH ci sono persone che hanno appeso al collo un cartello: “peer helper”, i loro colleghi più provati possono avvicinarli per parlare e trovare un po’ di conforto,mentre tutto intorno la enorme macchina dei soccorsi fatica ancora a decollare.
Simone Bruno
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Re: Terremoto ad Haiti
Haiti: crociera, barbecue e shopping con vista sul morto
La lussuosa «Independence of the Seas» non ha mutato itinerario nonostante il terremoto; alcuni passeggeri sono scesi dalla nave, altri si sono rifiutati: «disgustoso»
Labedee è a 96 chilometri da Port au Prince. Di fronte a Labedee venerdi scorso approda una nave, non trasporta soccorsi ma turisti. Hanno comprato una vacanza e la vacanza comprende escursioni e bagni di mare ad Haiti. Organizzatori e turisti si pongono un problema: e se qualcuno dei terremotati assalta il resort che è a terra, il resort che è la meta, fissata e pagata, della vacanza? Problema risolto: ci sarà scorta armata. E quindi, come da contratto: barbecue sulla spiaggia, cocktail sulle amache, sci nautico, shopping nel mercato artigianali del resort di lusso. E’ la vergognosa pagina di piccola mostruosa storia che hanno scritto molti dei 3100 passeggeri della lussuosa nave da crociera “Independence of the Seas”, di proprietà della Royal Caribbean International.
Qualcuno si è rifiutato, ha provato umanissimo schifo. Qualcuno non ha voluto scendere dalla nave per rispetto delle vittime e del dolore dei sopravvissuti. «Disgustoso», ha commentato un passeggero, lasciando un post nel forum della Royal Caribbean dedicato ai suggerimenti. «Non posso pensare di stare steso al sole, giocare in acqua e mangiare carne arrostita in riva al mare, mentre a Port-au-Prince ci sono decine di migliaia di persone morte per strada».
Per rimorso o per solidarietà le scialuppe hanno lasciato cibo ai terremotati.
Per la stampa e per il mercato la compagnia della Florida, che continuerà a includere nell’itinerario di viaggio Haiti nelle prossime settimane, ha prodotto il seguente comunicato: “Abbiamo deciso di offrire un’esperienza a due passi dall’epicentro del terremoto, dopo un dibattito interno molto acceso”, come riferisce John Weis, vicepresidente della Royal Caribbean International. “Nelle nostre conversazioni con l’inviato speciale dell’Onu Leslie Voltaire – ha aggiunto Weis – abbiamo pensato che Haiti beneficerà del turismo. Inoltre abbiamo una grande opportunità di trasportare aiuti nella penisola. Il 100 per cento del ricavato dal tour a Labadee verrà donato per la ricostruzione di Port-au-Prince”. Una crociera in cui l’umana pietà era imbarcata come clandestina molesta, un comunicato della compagnia in cui il pudore è stato bandito e schiacciato come una fastidiosa zanzara.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/haiti-crociera-barbecue-e-shopping-con-vista-sul-morto-208985/
La lussuosa «Independence of the Seas» non ha mutato itinerario nonostante il terremoto; alcuni passeggeri sono scesi dalla nave, altri si sono rifiutati: «disgustoso»
Labedee è a 96 chilometri da Port au Prince. Di fronte a Labedee venerdi scorso approda una nave, non trasporta soccorsi ma turisti. Hanno comprato una vacanza e la vacanza comprende escursioni e bagni di mare ad Haiti. Organizzatori e turisti si pongono un problema: e se qualcuno dei terremotati assalta il resort che è a terra, il resort che è la meta, fissata e pagata, della vacanza? Problema risolto: ci sarà scorta armata. E quindi, come da contratto: barbecue sulla spiaggia, cocktail sulle amache, sci nautico, shopping nel mercato artigianali del resort di lusso. E’ la vergognosa pagina di piccola mostruosa storia che hanno scritto molti dei 3100 passeggeri della lussuosa nave da crociera “Independence of the Seas”, di proprietà della Royal Caribbean International.
Qualcuno si è rifiutato, ha provato umanissimo schifo. Qualcuno non ha voluto scendere dalla nave per rispetto delle vittime e del dolore dei sopravvissuti. «Disgustoso», ha commentato un passeggero, lasciando un post nel forum della Royal Caribbean dedicato ai suggerimenti. «Non posso pensare di stare steso al sole, giocare in acqua e mangiare carne arrostita in riva al mare, mentre a Port-au-Prince ci sono decine di migliaia di persone morte per strada».
Per rimorso o per solidarietà le scialuppe hanno lasciato cibo ai terremotati.
Per la stampa e per il mercato la compagnia della Florida, che continuerà a includere nell’itinerario di viaggio Haiti nelle prossime settimane, ha prodotto il seguente comunicato: “Abbiamo deciso di offrire un’esperienza a due passi dall’epicentro del terremoto, dopo un dibattito interno molto acceso”, come riferisce John Weis, vicepresidente della Royal Caribbean International. “Nelle nostre conversazioni con l’inviato speciale dell’Onu Leslie Voltaire – ha aggiunto Weis – abbiamo pensato che Haiti beneficerà del turismo. Inoltre abbiamo una grande opportunità di trasportare aiuti nella penisola. Il 100 per cento del ricavato dal tour a Labadee verrà donato per la ricostruzione di Port-au-Prince”. Una crociera in cui l’umana pietà era imbarcata come clandestina molesta, un comunicato della compagnia in cui il pudore è stato bandito e schiacciato come una fastidiosa zanzara.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/haiti-crociera-barbecue-e-shopping-con-vista-sul-morto-208985/
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Re: Terremoto ad Haiti
Lunedì 3 maggio, ore 20:30 presso l’Auditorium di Milano in Largo Gustav Mahler, Simona Ventura presenta “Friends for Haiti. In coro per ricominciare”, un concerto organizzato dalla ONLUS ANPIL (Amici Nella Promozione Internazionale Lasalliana) in collaborazione con l’Istituto Gonzaga di Milano, per ricordare il terribile terremoto che ha colpito Haiti il 12 gennaio di quest’anno. La serata si propone di raccogliere fondi destinati al progetto di trasferimento di oltre 200 bambini orfani o in difficoltà nel Centro di Accoglienza ANPIL a nord di Haiti.
Alla serata parteciperanno Antonella Elia, l'illusionista Antonio Casanova, Giusy Ferreri, Laura Susan con i piccoli Cantori, Daniele Magro, Andrea Giops, Paola Canestrelli, John Bellevue con i ragazzi del Coro Gonzaga coordinati dal Maestro Roberto Conte, Alessandra Pepe, Anna Agnello, Veronica Pandini, Rosalina Neri, Silver, Yavanna.
La straordinaria gara di solidarietà vedrà la presenza di alcuni fra i più autorevoli rappresentanti della politica, della cultura e delle Associazioni collegate ad ANPIL, con il patrocinio, fra gli altri, del Consolato di Haiti a Milano e la collaborazione di Agema Corporation, in veste di sponsor tecnico.
Nel foyer del teatro sarà possibile acquistare il nuovo libro di Alessandro Corallo "Haiti non muore mai", il libro di Luca Cantoni "Il mistero della chiave d'oro", la borsa Pandorina Haiti, i gadgets e magliette personalizzate Friends For Haiti. L'intero ricavato della serata sarà devoluto a sostegno dei progetti di ANPIL a favore dei bambini di Haiti.
Info qui:
http://www.friendsforhaiti.it/
Alla serata parteciperanno Antonella Elia, l'illusionista Antonio Casanova, Giusy Ferreri, Laura Susan con i piccoli Cantori, Daniele Magro, Andrea Giops, Paola Canestrelli, John Bellevue con i ragazzi del Coro Gonzaga coordinati dal Maestro Roberto Conte, Alessandra Pepe, Anna Agnello, Veronica Pandini, Rosalina Neri, Silver, Yavanna.
La straordinaria gara di solidarietà vedrà la presenza di alcuni fra i più autorevoli rappresentanti della politica, della cultura e delle Associazioni collegate ad ANPIL, con il patrocinio, fra gli altri, del Consolato di Haiti a Milano e la collaborazione di Agema Corporation, in veste di sponsor tecnico.
Nel foyer del teatro sarà possibile acquistare il nuovo libro di Alessandro Corallo "Haiti non muore mai", il libro di Luca Cantoni "Il mistero della chiave d'oro", la borsa Pandorina Haiti, i gadgets e magliette personalizzate Friends For Haiti. L'intero ricavato della serata sarà devoluto a sostegno dei progetti di ANPIL a favore dei bambini di Haiti.
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