Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
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Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Lucy, in materia di diritti civili vorrei portarti il caso da me vissuto quest'estate in ospedale dove avevo portato mio padre aggravatosi per la disidratazione dovuta alla canicola.
Lui venne ricoverato in astanteria perchè i reparti erano chiusi per metà e fu uno dei fortunati, mentre i corridoi si riempivano per la maggior parte di anziani soli in casa e nella vita. Una signora messa a sedere su una sedia di fortuna mi chiese dell'acqua, mentre andavo ad acquistare una bottiglietta alle macchinette, un'infermiera mi fermò e mi chiese se ero una parente, al mio diniego mi disse che non potevo assisterla. La signora disse di non avere parenti e di avvisare la sua vicina di casa, al che l'infermiera rispose di no perchè anche quella non aveva titolo per assisterla in pronto soccorso. Dopo aver minacciato la denuncia al posto di polizia in ospedale e il ricorso al tribunale del malato, riuscii a farle avere ciò che aveva chiesto.
Questo era per dire che io sono pro tutti i riconoscimenti di convivenze che siano fatte per amore, per compagnia, per affinità elettive etcetc.
Per quanto riguarda la ns. situazione, penso che Moretti nel finale del 'Caimano' sia stato preveggente
Lui venne ricoverato in astanteria perchè i reparti erano chiusi per metà e fu uno dei fortunati, mentre i corridoi si riempivano per la maggior parte di anziani soli in casa e nella vita. Una signora messa a sedere su una sedia di fortuna mi chiese dell'acqua, mentre andavo ad acquistare una bottiglietta alle macchinette, un'infermiera mi fermò e mi chiese se ero una parente, al mio diniego mi disse che non potevo assisterla. La signora disse di non avere parenti e di avvisare la sua vicina di casa, al che l'infermiera rispose di no perchè anche quella non aveva titolo per assisterla in pronto soccorso. Dopo aver minacciato la denuncia al posto di polizia in ospedale e il ricorso al tribunale del malato, riuscii a farle avere ciò che aveva chiesto.
Questo era per dire che io sono pro tutti i riconoscimenti di convivenze che siano fatte per amore, per compagnia, per affinità elettive etcetc.
Per quanto riguarda la ns. situazione, penso che Moretti nel finale del 'Caimano' sia stato preveggente
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
non ho l'età, sono schockata dalla tua storia...
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
nonhol'età ha scritto:Lucy, in materia di diritti civili vorrei portarti il caso da me vissuto quest'estate in ospedale dove avevo portato mio padre aggravatosi per la disidratazione dovuta alla canicola.
Lui venne ricoverato in astanteria perchè i reparti erano chiusi per metà e fu uno dei fortunati, mentre i corridoi si riempivano per la maggior parte di anziani soli in casa e nella vita. Una signora messa a sedere su una sedia di fortuna mi chiese dell'acqua, mentre andavo ad acquistare una bottiglietta alle macchinette, un'infermiera mi fermò e mi chiese se ero una parente, al mio diniego mi disse che non potevo assisterla. La signora disse di non avere parenti e di avvisare la sua vicina di casa, al che l'infermiera rispose di no perchè anche quella non aveva titolo per assisterla in pronto soccorso. Dopo aver minacciato la denuncia al posto di polizia in ospedale e il ricorso al tribunale del malato, riuscii a farle avere ciò che aveva chiesto.
Questo era per dire che io sono pro tutti i riconoscimenti di convivenze che siano fatte per amore, per compagnia, per affinità elettive etcetc.
Per quanto riguarda la ns. situazione, penso che Moretti nel finale del 'Caimano' sia stato preveggente
senza parole.....
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Io no, perché purtroppo ho avuto a che fare con episodi simili non molto tempo fa... e qui si potrebbe aprire un altro topic su quello che succede negli ospedali. Se non sei informato sui tuoi diritti fanno di te quello che vogliono, e non nell'interesse del paziente.bellaprincipessa ha scritto:non ho l'età, sono schockata dalla tua storia...
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
nonhol'età ha scritto:Lucy, in materia di diritti civili vorrei portarti il caso da me vissuto quest'estate in ospedale dove avevo portato mio padre aggravatosi per la disidratazione dovuta alla canicola.
Lui venne ricoverato in astanteria perchè i reparti erano chiusi per metà e fu uno dei fortunati, mentre i corridoi si riempivano per la maggior parte di anziani soli in casa e nella vita. Una signora messa a sedere su una sedia di fortuna mi chiese dell'acqua, mentre andavo ad acquistare una bottiglietta alle macchinette, un'infermiera mi fermò e mi chiese se ero una parente, al mio diniego mi disse che non potevo assisterla. La signora disse di non avere parenti e di avvisare la sua vicina di casa, al che l'infermiera rispose di no perchè anche quella non aveva titolo per assisterla in pronto soccorso. Dopo aver minacciato la denuncia al posto di polizia in ospedale e il ricorso al tribunale del malato, riuscii a farle avere ciò che aveva chiesto.
Questo era per dire che io sono pro tutti i riconoscimenti di convivenze che siano fatte per amore, per compagnia, per affinità elettive etcetc.
Per quanto riguarda la ns. situazione, penso che Moretti nel finale del 'Caimano' sia stato preveggente
non è davvero impossibile visto che mia nonna,bonanima, dovette andare in bagno con la flebo altrimenti se la faceva addosso dopo aver chiamato per un ora e sporcò nell'entrare nel bagno,ma quanche goccia..
la trovò l'infermierà e la sgridò..tentò di spiegarle e lei la finì di umiliare spingendola lachè in sardò disse:
no mi sgridi la prego, pulisco io..
e quella :vada vada..
non che tutte siano così amorevoli come questo esempio, ma casi simili ce ne sono tanti e sono più frequenti di quel che si pensi.
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Guardate è tutto vero e ci sarebbe molto di peggio da raccontare e denunciare.
Dopo la morte di mio padre a metà luglio, la rabbia e lo strazio per ciò che avevo visto e vissuto sulla mia pelle era tale che volevo aprire un topic qui con un j'accuse sulla malasanità italiana, poi ho pensato che non era il caso e ho lasciato perdere.
Scusate l'OT ma non auguro al mio peggior nemico di vivere un'esperienza simile
Dopo la morte di mio padre a metà luglio, la rabbia e lo strazio per ciò che avevo visto e vissuto sulla mia pelle era tale che volevo aprire un topic qui con un j'accuse sulla malasanità italiana, poi ho pensato che non era il caso e ho lasciato perdere.
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nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
lo puoi fare anche adesso....se te la senti ovviamente. A me interessa.
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
quoto ama. credo che ce ne siano molti, purtroppo, che hanno cose da raccontare.
Io ho sempre vissuto in un "cocoon", perché ho due genitori medici, per cui non sono mai dovuta andare all'ospedale da "perfetta sconosciuta"... e nenche i miei nonni, zii, cugini...
é una bella fortuna, lo so.
credo che sarebbe utile parlarne.
Io ho sempre vissuto in un "cocoon", perché ho due genitori medici, per cui non sono mai dovuta andare all'ospedale da "perfetta sconosciuta"... e nenche i miei nonni, zii, cugini...
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bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Ebbi la tua stessa reazione tempo fa, mi ritrovai in una situazione analoga (anche se fortunatamente finita bene, grazie all'aiuto di amici e conoscenti che ci consigliarono come muoverci, sennò non so come sarebbe andata...).nonhol'età ha scritto:Guardate è tutto vero e ci sarebbe molto di peggio da raccontare e denunciare.
Dopo la morte di mio padre a metà luglio, la rabbia e lo strazio per ciò che avevo visto e vissuto sulla mia pelle era tale che volevo aprire un topic qui con un j'accuse sulla malasanità italiana, poi ho pensato che non era il caso e ho lasciato perdere.
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La Malasanità
Amantide_Religiosa ha scritto:lo puoi fare anche adesso....se te la senti ovviamente. A me interessa.
bellaprincipessa ha scritto:quoto ama. credo che ce ne siano molti, purtroppo, che hanno cose da raccontare.
Io ho sempre vissuto in un "cocoon", perché ho due genitori medici, per cui non sono mai dovuta andare all'ospedale da "perfetta sconosciuta"... e nenche i miei nonni, zii, cugini...
é una bella fortuna, lo so.
credo che sarebbe utile parlarne.
Vi ringrazio, ma vorrei prima sentire il parere di un'admin perchè mi sembra che in questo periodo siano strapiene di lavoro per via del numero di topic aperti per xf e non vorrei caricarle ulteriormente......poi magari mi cazziano anche
:salta:
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
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- Non è che dovete avere paura di aprire nuovi topic eh!?
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Grazie mia pasticciotta :grrrrr:
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Purtroppo uno dei tanti casi di cronaca di queste ultime settimane! Pazzesco
Nata cieca e invalida: denuncia
Bergamo,ennesima lite in una sala parto
Una bimba albanese è nata invalida agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dopo una presunta lite tra due dottoresse per il cesareo. Secondo la denuncia presentata dal padre, Saimir Zekaj, 38 anni, operaio albanese da 16 anni in Italia, la moglie sarebbe stata lasciata due giorni in sala travaglio con dolori fortissimi. La bimba, nata al termine di una gravidanza tranquilla, è invalida al 95% e la madre non potrà più avere figli. Aperta un'inchiesta.
Nata cieca e invalida: denuncia
La coppia, secondo quanto riporta il sito bergamonews.it, ha già una figlia di sei anni, Sara. Secondo quanto dichiarato dal padre, la donna si è presentata all'ospedale il 28 gennaio con i normali dolori da contrazione. I medici hanno fatto i controlli di routine e l'hanno poi ricoverata in sala travaglio. E qui è cominciato l'inferno: per due giorni, Albana Zekaj, ha sofferto ma i medici si limitavano a invitarla ad attendere.
Il giorno successivo viene sottoposta a trattamento di prostaglandine, farmaco per indurre il travaglio e il parto. Tre le somministrazioni, i dolori aumentano, sono fortissimi ma, nonostante le lamentele, Albana non viene seguita, semplicemente continuano a suggerirle di spingere. Il bimbo non nasce e viene finalmente decisa un'ecografia secondo la quale il feto peserebbe 3 chili e 800 grammi: è un errore perché la bimba quando nascerà peserà ben 700 grammi in più, quattro chili e mezzo.
Il 30 gennaio, la signora Zekaj perde sangue e acqua amniotica, i dolori sono atroci. Nel pomeriggio viene visitata da due dottoresse che si mettono a litigare davanti a lei, una suggerisce il cesareo, l’altra è contraria. “Vince” quella che insiste sul parto naturale, l’altra se ne va decisamente seccata.
Qualche ora dopo il cambio di turno e i medici che arrivano ritengono vada fatto il cesareo. Ma è tardi, il feto è stato espulso nella cavità addominale attraverso una lacerazione nella parete uterina. La bimba che viene estratta non mostra segni di vita. Ci vuole tempo e pazienza da parte dei medici neonatologi che alla fine riescono a rianimarla. Alla fine la bimba nasce totalmente invalida, viene nutrita da un sondino nell’addome, è cieca, bisogna continuamente aspirarle il muco che altrimenti la soffoca perché non deglutisce. E la sua mamma di appena 31 anni ha l’utero lacerato e non potrà più avere figli.
Il padre: "Mia moglie urlava di dolore"
Secondo i genitori tante le inadempienze dell'ospedale, lo stesso ospedale e lo stesso reparto in cui, nella notte tra il 29 e il 30 gennaio è morto un neonato (a poche ore dal parto cesareo) e dove il mese prima un altro neonato era morto a due ore dalla nascita. Posizione e grandezza del feto avrebbero dovuto indurre subito al cesareo e poi, dice Saimir “mia moglie urlava di dolore, era immersa in un lago di sangue e loro non sapevano far altro che dirle di spingere, addirittura uno dei sanitari le ha detto di schiacciare un pisolino”.
L'ospedale: "Nessun litigio"
La ricostruzione degli avvenimenti è stata smentita dall'azienda ospedaliera di Bergamo, secondo cui non vi è stato nessun litigio tra i medici. "La signora è stata assistita correttamente per tutta la degenza - si legge in un comunicato -. Pur capendo il dolore della famiglia l'azienda ospedaliera smentisce fermamente che le condizioni della bambina siano imputabili a un contrasto fra gli operatori".
La procura apre un'inchiesta
La procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di lesioni colpose gravi per fare chiarezza sulla vicenda della piccola Samanta Sekaj. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti e non ci sono dunque medici indagati.
Nata cieca e invalida: denuncia
Bergamo,ennesima lite in una sala parto
Una bimba albanese è nata invalida agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dopo una presunta lite tra due dottoresse per il cesareo. Secondo la denuncia presentata dal padre, Saimir Zekaj, 38 anni, operaio albanese da 16 anni in Italia, la moglie sarebbe stata lasciata due giorni in sala travaglio con dolori fortissimi. La bimba, nata al termine di una gravidanza tranquilla, è invalida al 95% e la madre non potrà più avere figli. Aperta un'inchiesta.
Nata cieca e invalida: denuncia
La coppia, secondo quanto riporta il sito bergamonews.it, ha già una figlia di sei anni, Sara. Secondo quanto dichiarato dal padre, la donna si è presentata all'ospedale il 28 gennaio con i normali dolori da contrazione. I medici hanno fatto i controlli di routine e l'hanno poi ricoverata in sala travaglio. E qui è cominciato l'inferno: per due giorni, Albana Zekaj, ha sofferto ma i medici si limitavano a invitarla ad attendere.
Il giorno successivo viene sottoposta a trattamento di prostaglandine, farmaco per indurre il travaglio e il parto. Tre le somministrazioni, i dolori aumentano, sono fortissimi ma, nonostante le lamentele, Albana non viene seguita, semplicemente continuano a suggerirle di spingere. Il bimbo non nasce e viene finalmente decisa un'ecografia secondo la quale il feto peserebbe 3 chili e 800 grammi: è un errore perché la bimba quando nascerà peserà ben 700 grammi in più, quattro chili e mezzo.
Il 30 gennaio, la signora Zekaj perde sangue e acqua amniotica, i dolori sono atroci. Nel pomeriggio viene visitata da due dottoresse che si mettono a litigare davanti a lei, una suggerisce il cesareo, l’altra è contraria. “Vince” quella che insiste sul parto naturale, l’altra se ne va decisamente seccata.
Qualche ora dopo il cambio di turno e i medici che arrivano ritengono vada fatto il cesareo. Ma è tardi, il feto è stato espulso nella cavità addominale attraverso una lacerazione nella parete uterina. La bimba che viene estratta non mostra segni di vita. Ci vuole tempo e pazienza da parte dei medici neonatologi che alla fine riescono a rianimarla. Alla fine la bimba nasce totalmente invalida, viene nutrita da un sondino nell’addome, è cieca, bisogna continuamente aspirarle il muco che altrimenti la soffoca perché non deglutisce. E la sua mamma di appena 31 anni ha l’utero lacerato e non potrà più avere figli.
Il padre: "Mia moglie urlava di dolore"
Secondo i genitori tante le inadempienze dell'ospedale, lo stesso ospedale e lo stesso reparto in cui, nella notte tra il 29 e il 30 gennaio è morto un neonato (a poche ore dal parto cesareo) e dove il mese prima un altro neonato era morto a due ore dalla nascita. Posizione e grandezza del feto avrebbero dovuto indurre subito al cesareo e poi, dice Saimir “mia moglie urlava di dolore, era immersa in un lago di sangue e loro non sapevano far altro che dirle di spingere, addirittura uno dei sanitari le ha detto di schiacciare un pisolino”.
L'ospedale: "Nessun litigio"
La ricostruzione degli avvenimenti è stata smentita dall'azienda ospedaliera di Bergamo, secondo cui non vi è stato nessun litigio tra i medici. "La signora è stata assistita correttamente per tutta la degenza - si legge in un comunicato -. Pur capendo il dolore della famiglia l'azienda ospedaliera smentisce fermamente che le condizioni della bambina siano imputabili a un contrasto fra gli operatori".
La procura apre un'inchiesta
La procura di Bergamo ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di lesioni colpose gravi per fare chiarezza sulla vicenda della piccola Samanta Sekaj. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti e non ci sono dunque medici indagati.
rapa nui- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Ciao Rapetta, scusa se ti sembro una stracciamaroni... ma un topic di questo tipo c'è già:
https://xfactor.forumattivo.it/attualita-notizie-f4/la-malasanita-t1820.htm
so che sei nuova, perciò prima di creare un nuovo topic, guarda prima nelle sezioni del forum.
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so che sei nuova, perciò prima di creare un nuovo topic, guarda prima nelle sezioni del forum.
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
io ne so qualcosa delle disavventure in sala parto e parto dopo 32 ore con rottura della acque............................................
sono stata fortunata mio figlio alla fine non ha avuto conseguenze
pazzesco
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rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Grazie Gaufre per aver fatto le feci degli Admin
Thread accorpati e titolo rubato
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Mede@- Admin Medea
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Cerco di farmi perdonare per tutte le volte che devi cancellare la coda dei miei postMede@ ha scritto:Grazie Gaufre per aver fatto le feci degli Admin
Thread accorpati e titolo rubato
Scusa ancora se son stata brusca, Rapa Nui
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
............una volta c'erano i cani assassini
............poi fu la volta dei rumeni stupratori
............poi delle auto pirata
............adesso dei medici che litigano
Forse tutto questo c'è sempre stato e sempre ci sarà...........anche i TG che dettano i tempi dello sconforto, ma mai nessuno che dia le soluzioni.
LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
Sangue infetto, le vittime sono 80mila. Ma sui risarcimenti pesa l’incubo della prescrizione
Il reato previsto si estingue in cinque anni. Ma i nuovo sviluppi dell'inchiesta giudiziaria potrebbero trasformarlo in omicidio colposo plurimo allungando i tempi dell'archiviazione penale.
Morti o ammalati per trasfusioni di sangue infetto. In Italia sono 80mila negli ultimi 30 anni, 409 le vittime accertate e solo fino al 2001. Appena 700 quelle che hanno ottenuto un risarcimento. Mentre altre 5mila persone che attendono i soldi dallo Stato molto probabilmente non vedranno un euro a causa della prescrizione del reato. Una lunga strage silenziosa che dopo anni di buio e pantani burocratici sembra intravedere una soluzione. La svolta starebbe nel tipo di reato inizialmente rubricato sotto la formula “omessa vigilanza della tracciabilità del sangue” e trasformato prima dal gup di Trento nel 2002, Giorgio Flaim, poi confermata nel 2007 dal gip di Napoli, Maria V. De Simone, in “epidemia colposa”, rimodulata sotto la dicitura “omicidio colposo plurimo aggravato”. Reati che comunque allungano la prescrizione da 5 a 15 anni, restituendo il diritto di risarcimento alle vittime. Ma il condizionale è d’obbligo, perché a oggi vale e resta una sentenza della Cassazione Sezioni unite civili che nel gennaio 2008 (la n.581) blinda a cinque anni il termine per cui il reato viene estinto. E addio ai risarcimenti.
Da 17 giorni, intanto, un gruppo di cittadini, infettati per colpa di una trasfusione sbagliata di malattie come l’Hiv, l’epatite B o C, provenienti da tutta Italia, stazionano con un camper davanti a Montecitorio. Giorno e notte. Attendono che il ministro della Salute Ferruccio Fazio o qualcuno della maggioranza li riceva e che con loro prenda un impegno scritto. “Questo governo ci aveva promesso – dichiara Sara, una ragazza che ha perso il padre a causa di una trasfusione con sangue contaminato – che avrebbe riammesso le persone escluse per prescrizione dal risarcimento attraverso un decreto legge apposito, ma ancora non abbiamo visto nulla”. Al danno si aggiunge la beffa: l’indennità di 500 euro al mese circa, riconosciuta alle vittime delle trasfusioni da una sentenza della cassazione del 2005, è stata tagliata con la recente manovra finanziaria. “Un aumento che avrebbe portato circa 150 euro al mese – racconta Andrea, affetto da hiv, epatite B e C – se non fosse che l’ultima Finanziaria di Tremonti ha stoppato tutto”.
Per i familiari delle vittime, dunque, gli sviluppi giudiziari restano una buona notizia solo a metà. Tutto, infatti, è appeso ai prossimi esiti giudiziari di un’inchiesta imponente partita nel 1994 dalla procura di Trento con l’aiuto della Guardia di finanza. Fin da subito nel mirino dei magistrati ci sono i grandi nomi delle case farmaceutiche. Dall’elenco dei 12 indagati spunta anche il nome dell’imprenditore farmaceutico Guelfo Marcucci. Di lui sono noti i rapporti con l’avvocato inglese David Mills molto vicino a Silvio Berlusconi. Mills avrebbe curato gli interessi off shore dello stesso gruppo farmaceutico. L’inchiesta è talmente vasta che coinvolge anche Duilio Poggiolini, ex potente direttore del servizio farmaceutico nazionale del ministero della Salute, coinvolto nel troncone romano di Tangentopoli. Poggiolini, secondo l’accusa, per anni avrebbe omesso di controllare il plasma importato e utilizzato per la produzione di farmaci salva-vita.
Nel 2003, però, tutto si blocca perché gli avvocati della difesa sollevano una questione di competenza. In sostanza la prima denuncia non sarebbe stata fatta a Trento, ma a Napoli. E dal capoluogo campano il processo riparte. Ma non nel 2003, bensì quattro anni dopo. E qui il gip De Simone spariglia le carte parlando di “epidemia colposa” accertata. Sulla carta cambierebbe tutto. In particolare la prescrizione. Condizionale d’obbligo, perché poche settimande dopo la svolta giudiziaria, arriva la mazzata della Cassazione del 2008. “La sentenza – dichiara l’avvocato Ermanno Zancla, legale di alcune delle vittime – ha stabilito che il termine di prescrizione per intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti del ministero della Salute, per omessa vigilanza sulla “tracciabilità” del sangue, sarebbe di 5 anni dalla presentazione della domanda di indennizzo se il danneggiato è in vita e di 10 anni dal decesso del danneggiato causato dalla malattia connessa a cause inerenti la patologia”.
Intanto l’inchiesta del pm napoletano Pasquale Ucci promette di allargare la lista degli indagati anche alle ditte farmaceutiche straniere che fino ad oggi sono rimaste nell’ombra e non è escluso che venga cambiato anche il capo di imputazione a carico degli indagati, da: “omicidio colposo plurimo aggravato” al ben più pesante “omicidio volontario plurimo pluriaggravato”. Gli avvocati delle vittime poi sollevano un altro punto decisivo. Si tratta di alcuni documenti che dimostrano, inequivocabilmente, che lo stesso ministero della Salute ha riconosciuto l’epidemia proprio nei processi di Trento e nel procedimento in corso a Napoli. “Sull’epidemia – racconta l’avvocato di parte civile Stefano Bertone – il ministero ci ha fondato la sua richiesta di risarcimento danni da 60 milioni di euro a Poggiolini e alle industrie farmaceutiche sul processo in corso a Napoli, dunque oggi semplicemente non può dire che non esiste. Ed ecco perché oggi non possono esistere danneggiati prescritti: perché per nessuno sono trascorsi 15 anni tra il momento di presentazione delle domande di indennizzo e il momento di presentazione della causa di risarcimento”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/01/sangue-infetto-le-vittime-sono-80mila-ma-sui-risarcimenti-pesa-lincubo-della-prescrizione/65401/
Il reato previsto si estingue in cinque anni. Ma i nuovo sviluppi dell'inchiesta giudiziaria potrebbero trasformarlo in omicidio colposo plurimo allungando i tempi dell'archiviazione penale.
Morti o ammalati per trasfusioni di sangue infetto. In Italia sono 80mila negli ultimi 30 anni, 409 le vittime accertate e solo fino al 2001. Appena 700 quelle che hanno ottenuto un risarcimento. Mentre altre 5mila persone che attendono i soldi dallo Stato molto probabilmente non vedranno un euro a causa della prescrizione del reato. Una lunga strage silenziosa che dopo anni di buio e pantani burocratici sembra intravedere una soluzione. La svolta starebbe nel tipo di reato inizialmente rubricato sotto la formula “omessa vigilanza della tracciabilità del sangue” e trasformato prima dal gup di Trento nel 2002, Giorgio Flaim, poi confermata nel 2007 dal gip di Napoli, Maria V. De Simone, in “epidemia colposa”, rimodulata sotto la dicitura “omicidio colposo plurimo aggravato”. Reati che comunque allungano la prescrizione da 5 a 15 anni, restituendo il diritto di risarcimento alle vittime. Ma il condizionale è d’obbligo, perché a oggi vale e resta una sentenza della Cassazione Sezioni unite civili che nel gennaio 2008 (la n.581) blinda a cinque anni il termine per cui il reato viene estinto. E addio ai risarcimenti.
Da 17 giorni, intanto, un gruppo di cittadini, infettati per colpa di una trasfusione sbagliata di malattie come l’Hiv, l’epatite B o C, provenienti da tutta Italia, stazionano con un camper davanti a Montecitorio. Giorno e notte. Attendono che il ministro della Salute Ferruccio Fazio o qualcuno della maggioranza li riceva e che con loro prenda un impegno scritto. “Questo governo ci aveva promesso – dichiara Sara, una ragazza che ha perso il padre a causa di una trasfusione con sangue contaminato – che avrebbe riammesso le persone escluse per prescrizione dal risarcimento attraverso un decreto legge apposito, ma ancora non abbiamo visto nulla”. Al danno si aggiunge la beffa: l’indennità di 500 euro al mese circa, riconosciuta alle vittime delle trasfusioni da una sentenza della cassazione del 2005, è stata tagliata con la recente manovra finanziaria. “Un aumento che avrebbe portato circa 150 euro al mese – racconta Andrea, affetto da hiv, epatite B e C – se non fosse che l’ultima Finanziaria di Tremonti ha stoppato tutto”.
Per i familiari delle vittime, dunque, gli sviluppi giudiziari restano una buona notizia solo a metà. Tutto, infatti, è appeso ai prossimi esiti giudiziari di un’inchiesta imponente partita nel 1994 dalla procura di Trento con l’aiuto della Guardia di finanza. Fin da subito nel mirino dei magistrati ci sono i grandi nomi delle case farmaceutiche. Dall’elenco dei 12 indagati spunta anche il nome dell’imprenditore farmaceutico Guelfo Marcucci. Di lui sono noti i rapporti con l’avvocato inglese David Mills molto vicino a Silvio Berlusconi. Mills avrebbe curato gli interessi off shore dello stesso gruppo farmaceutico. L’inchiesta è talmente vasta che coinvolge anche Duilio Poggiolini, ex potente direttore del servizio farmaceutico nazionale del ministero della Salute, coinvolto nel troncone romano di Tangentopoli. Poggiolini, secondo l’accusa, per anni avrebbe omesso di controllare il plasma importato e utilizzato per la produzione di farmaci salva-vita.
Nel 2003, però, tutto si blocca perché gli avvocati della difesa sollevano una questione di competenza. In sostanza la prima denuncia non sarebbe stata fatta a Trento, ma a Napoli. E dal capoluogo campano il processo riparte. Ma non nel 2003, bensì quattro anni dopo. E qui il gip De Simone spariglia le carte parlando di “epidemia colposa” accertata. Sulla carta cambierebbe tutto. In particolare la prescrizione. Condizionale d’obbligo, perché poche settimande dopo la svolta giudiziaria, arriva la mazzata della Cassazione del 2008. “La sentenza – dichiara l’avvocato Ermanno Zancla, legale di alcune delle vittime – ha stabilito che il termine di prescrizione per intraprendere un’azione risarcitoria nei confronti del ministero della Salute, per omessa vigilanza sulla “tracciabilità” del sangue, sarebbe di 5 anni dalla presentazione della domanda di indennizzo se il danneggiato è in vita e di 10 anni dal decesso del danneggiato causato dalla malattia connessa a cause inerenti la patologia”.
Intanto l’inchiesta del pm napoletano Pasquale Ucci promette di allargare la lista degli indagati anche alle ditte farmaceutiche straniere che fino ad oggi sono rimaste nell’ombra e non è escluso che venga cambiato anche il capo di imputazione a carico degli indagati, da: “omicidio colposo plurimo aggravato” al ben più pesante “omicidio volontario plurimo pluriaggravato”. Gli avvocati delle vittime poi sollevano un altro punto decisivo. Si tratta di alcuni documenti che dimostrano, inequivocabilmente, che lo stesso ministero della Salute ha riconosciuto l’epidemia proprio nei processi di Trento e nel procedimento in corso a Napoli. “Sull’epidemia – racconta l’avvocato di parte civile Stefano Bertone – il ministero ci ha fondato la sua richiesta di risarcimento danni da 60 milioni di euro a Poggiolini e alle industrie farmaceutiche sul processo in corso a Napoli, dunque oggi semplicemente non può dire che non esiste. Ed ecco perché oggi non possono esistere danneggiati prescritti: perché per nessuno sono trascorsi 15 anni tra il momento di presentazione delle domande di indennizzo e il momento di presentazione della causa di risarcimento”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/01/sangue-infetto-le-vittime-sono-80mila-ma-sui-risarcimenti-pesa-lincubo-della-prescrizione/65401/
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Re: Malasanità del XXI secolo....no comment!!!
PRIMARIO ASPORTAVA PER
LUCRO ORGANI SANI -FOTO
RAGUSA - Avrebbe indotto i pazienti ricoverati a farsi operare a pagamento, ma sopratutto avrebbe asportato organi sani, in modo da far lievitare il costo dell'intervento chirurgico, facendo credere ai degenti di essere invece ammalati di tumore. Protagonista di questa vicenda che richiama alla memoria altri casi orribili di malasanità è il primario del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale di Ragusa, Ignazio Massimo Civello, 62 anni, arrestato con l'accusa di concussione, falso ideologico e abuso d'ufficio. Il professionista è finito ai domiciliari, nella propria casa a Modica, dopo che i carabinieri del Nas lo hanno prelevato nell'aeroporto di Fontanarossa, a Catania. Secondo le indagini, il medico avrebbe convinto i pazienti a chiedere la proprie prestazioni a pagamento, in regime di attività libero professionale intramoenia, con la falsa prospettazione, in caso contrario, di lunghissime liste d'attesa. Sarebbero stati accertati, oltre all'alterazione delle liste d'attesa, anche casi di falsificazione dei registri nelle sale operatorie. Alcuni interventi chirurgici, inoltre, sarebbero stati eseguiti senza il consenso informato dei pazienti.
Ma l'aspetto più sconcertante emerso dalle indagini è un altro: in talune circostanze, il primario e la sua equipe avrebbero asportato organi sani, come un'ovaia ad una giovane donna e l'unico rene funzionante ad un'altra paziente che da quel momento era stata costretta a sottoporsi a dialisi. Secondo gli investigatori sarebbero anche stati asportati due sotmaci sani, per tumori inesistenti. Non basta: in un'occasione una paziente sarebbe stata operata due volte nell'arco di pochi giorni: prima per la patologia della quale soffriva, poi per rimuovere una garza dimenticata nel suo addome. Il secondo intervento sarebbe stato giustificato con una falsa diagnosi per una nuova ed inesistente patologia.
I carabinieri hanno denunciato anche altri sette medici, appartenenti allo stesso reparto e ad altre unità operative, alcuni dei quali facevano parte dell'equipe che eseguiva gli interventi. L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Nas è stata emessa dal gip Claudio Maggioni, su richiesta del sostituto procuratore Carmelo Petralia. L'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha avviato un'ispezione nell'ospedale ragusano. «Siamo sconcertati - ha detto - per quello che è successo e per questo motivo ho già avviato un'ispezione per comprendere come sia potuto accadere e, soprattutto, per verificare se tutto ciò sia il risultato di un sistema di connivenze. Nel contempo ho chiesto anche una relazione dettagliata al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa». «Voglio esprimere inoltre - ha aggiunto - un plauso ai carabinieri e alla magistratura, per avere fatto venire alla luce una vicenda che mi auguro sia solo un caso isolato, anche se protrattosi nel tempo. Domani, chiederò ufficialmente gli atti dell'inchiesta alla Procura di Ragusa».
http://www.leggo.it/articolo.php?id=100673
LUCRO ORGANI SANI -FOTO
RAGUSA - Avrebbe indotto i pazienti ricoverati a farsi operare a pagamento, ma sopratutto avrebbe asportato organi sani, in modo da far lievitare il costo dell'intervento chirurgico, facendo credere ai degenti di essere invece ammalati di tumore. Protagonista di questa vicenda che richiama alla memoria altri casi orribili di malasanità è il primario del reparto di chirurgia toracica dell'ospedale di Ragusa, Ignazio Massimo Civello, 62 anni, arrestato con l'accusa di concussione, falso ideologico e abuso d'ufficio. Il professionista è finito ai domiciliari, nella propria casa a Modica, dopo che i carabinieri del Nas lo hanno prelevato nell'aeroporto di Fontanarossa, a Catania. Secondo le indagini, il medico avrebbe convinto i pazienti a chiedere la proprie prestazioni a pagamento, in regime di attività libero professionale intramoenia, con la falsa prospettazione, in caso contrario, di lunghissime liste d'attesa. Sarebbero stati accertati, oltre all'alterazione delle liste d'attesa, anche casi di falsificazione dei registri nelle sale operatorie. Alcuni interventi chirurgici, inoltre, sarebbero stati eseguiti senza il consenso informato dei pazienti.
Ma l'aspetto più sconcertante emerso dalle indagini è un altro: in talune circostanze, il primario e la sua equipe avrebbero asportato organi sani, come un'ovaia ad una giovane donna e l'unico rene funzionante ad un'altra paziente che da quel momento era stata costretta a sottoporsi a dialisi. Secondo gli investigatori sarebbero anche stati asportati due sotmaci sani, per tumori inesistenti. Non basta: in un'occasione una paziente sarebbe stata operata due volte nell'arco di pochi giorni: prima per la patologia della quale soffriva, poi per rimuovere una garza dimenticata nel suo addome. Il secondo intervento sarebbe stato giustificato con una falsa diagnosi per una nuova ed inesistente patologia.
I carabinieri hanno denunciato anche altri sette medici, appartenenti allo stesso reparto e ad altre unità operative, alcuni dei quali facevano parte dell'equipe che eseguiva gli interventi. L'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Nas è stata emessa dal gip Claudio Maggioni, su richiesta del sostituto procuratore Carmelo Petralia. L'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha avviato un'ispezione nell'ospedale ragusano. «Siamo sconcertati - ha detto - per quello che è successo e per questo motivo ho già avviato un'ispezione per comprendere come sia potuto accadere e, soprattutto, per verificare se tutto ciò sia il risultato di un sistema di connivenze. Nel contempo ho chiesto anche una relazione dettagliata al direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa». «Voglio esprimere inoltre - ha aggiunto - un plauso ai carabinieri e alla magistratura, per avere fatto venire alla luce una vicenda che mi auguro sia solo un caso isolato, anche se protrattosi nel tempo. Domani, chiederò ufficialmente gli atti dell'inchiesta alla Procura di Ragusa».
http://www.leggo.it/articolo.php?id=100673
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