1°Marzo 24 H senza di noi.

Nikki ha scritto:Buongiorno a tutti, ho letto con attenzione gli articoli postati da Lepidezza, che ha messo davvero il dito nella piaga.
Io non conosco bene la realtà italiana, ma è da anni che vivo con apprensione un forte sentimento xenofobo che si è sviluppato qui, in Svizzera. L'apoteosi si è raggiunta con l'iniziativa contro i minareti (in Italia hanno continuamente parlato di referendum, ma non era un referendum, era un'iniziativa).
Comunque, non conosco le leggi italiane, però può essere utile anche portare l'esempio della Svizzera.
Da noi gli stranieri vengono divisi in 2 categorie: i richiedenti d'asilo e gli stranieri domiciliati. I richiedenti d'asilo sono le persone entrate in Svizzera e in attesa di sapere la loro destinazione, cioé se la loro richiesta d'asilo verrà accettata o se verranno rimandati nei loro Paesi d'origine. I richiedenti d'asilo non possono lavorare, viene loro corrisposto un sussidio durante la loro permanenza in Svizzera e vengono ospitati o in Centri per richiedenti d'asilo (gestiti dalla Croce Rossa) o, se questi centri sono occupati, in pensioni e hotel. È la legge che gli proibisce di lavorare, non è una loro scelta: eppure qui c'é un gran disprezzo per "quei negri che non fanno niente dalla mattina alla sera e che vivono sulle nostre spalle" (tra virgolette il pensiero dello svizzero medio). Naturalmente a loro viene attribuito tutto il traffico di droga: il ticinese medio che vede una persona di colore passeggiare sul lungolago di Lugano, pensa immediatamente che sia un richiedente d'asilo intento a spacciare.
Poi vi sono gli stranieri che hanno ricevuto il permesso di stare nel nostro Paese (vi sono diversi tipi di permesso, con scadenze diverse). Naturalmente trovano lavori sottopagati che li costringono a lavorare anche in nero.
Nella Svizzera italiana c'é molta acredine anche verso i frontalieri, lavoratori in prevalenza della Lombardia che "ci rubano i posti di lavoro" (sempre pensieri del ticinese medio). Vengono impiegati soprattutto nelle fabbriche e percepiscono uno stipendio molto inferiore rispetto agli operai svizzeri. Tra l'altro, non rubano niente perché non ci sono svizzeri che si "abbassano" a lavorare in fabbrica, senza i frontalieri avremmo tutte le fabbriche chiuse, ma il ticinese medio non è in grado di fare questo ragionamento.
La cosa che più mi delude, è che la Svizzera è per forza di cose multiculturale: solo 7 milioni di abitanti e 4 lingue nazionali. Dobbiamo per forza di cose condividere con mentalità diverse, perché tra uno svizzero tedesco e uno svizzero italiano vi sono enormi differenze. Per non parlare degli svizzero francesi che si sentono un'entità aliena rispetto agli svizzero tedeschi.
Eppure in questi ultimi anni rappresentiamo gli stranieri come pecore nere intente a devastare i bei prati svizzeri...
Scusate lo sfogo!

Nikki ha scritto:Buongiorno a tutti, ho letto con attenzione gli articoli postati da Lepidezza, che ha messo davvero il dito nella piaga.
Io non conosco bene la realtà italiana, ma è da anni che vivo con apprensione un forte sentimento xenofobo che si è sviluppato qui, in Svizzera. L'apoteosi si è raggiunta con l'iniziativa contro i minareti (in Italia hanno continuamente parlato di referendum, ma non era un referendum, era un'iniziativa).
Comunque, non conosco le leggi italiane, però può essere utile anche portare l'esempio della Svizzera.
Da noi gli stranieri vengono divisi in 2 categorie: i richiedenti d'asilo e gli stranieri domiciliati. I richiedenti d'asilo sono le persone entrate in Svizzera e in attesa di sapere la loro destinazione, cioé se la loro richiesta d'asilo verrà accettata o se verranno rimandati nei loro Paesi d'origine. I richiedenti d'asilo non possono lavorare, viene loro corrisposto un sussidio durante la loro permanenza in Svizzera e vengono ospitati o in Centri per richiedenti d'asilo (gestiti dalla Croce Rossa) o, se questi centri sono occupati, in pensioni e hotel. È la legge che gli proibisce di lavorare, non è una loro scelta: eppure qui c'é un gran disprezzo per "quei negri che non fanno niente dalla mattina alla sera e che vivono sulle nostre spalle" (tra virgolette il pensiero dello svizzero medio). Naturalmente a loro viene attribuito tutto il traffico di droga: il ticinese medio che vede una persona di colore passeggiare sul lungolago di Lugano, pensa immediatamente che sia un richiedente d'asilo intento a spacciare.
Poi vi sono gli stranieri che hanno ricevuto il permesso di stare nel nostro Paese (vi sono diversi tipi di permesso, con scadenze diverse). Naturalmente trovano lavori sottopagati che li costringono a lavorare anche in nero.
Nella Svizzera italiana c'é molta acredine anche verso i frontalieri, lavoratori in prevalenza della Lombardia che "ci rubano i posti di lavoro" (sempre pensieri del ticinese medio). Vengono impiegati soprattutto nelle fabbriche e percepiscono uno stipendio molto inferiore rispetto agli operai svizzeri. Tra l'altro, non rubano niente perché non ci sono svizzeri che si "abbassano" a lavorare in fabbrica, senza i frontalieri avremmo tutte le fabbriche chiuse, ma il ticinese medio non è in grado di fare questo ragionamento.
La cosa che più mi delude, è che la Svizzera è per forza di cose multiculturale: solo 7 milioni di abitanti e 4 lingue nazionali. Dobbiamo per forza di cose condividere con mentalità diverse, perché tra uno svizzero tedesco e uno svizzero italiano vi sono enormi differenze. Per non parlare degli svizzero francesi che si sentono un'entità aliena rispetto agli svizzero tedeschi.
Eppure in questi ultimi anni rappresentiamo gli stranieri come pecore nere intente a devastare i bei prati svizzeri...
Scusate lo sfogo!

lepidezza ha scritto:vero rossa..
guarda ti racconto un episodio che c'entra e non c'entra direttamente.
mio fratello subiva il Nonnismo dei comilitoni e un giorno rimpendosi le palle ha affrontato i"vetrani" difendendo due sue amici.
i Nonni apprezzarono e dal giorno lasciarono in pace i due e lui compreso.
passa il tempo e la situazione vede i due ex primini vestire i pann

al tentativo di mio fratello di capire cosa stessero facendo la loro risposta:
è sempre stato così,e sempre sarà.

io credo che la tua nota coincida perfettamente con questa reincarnazione..
purtroppo!

lepidezza ha scritto:rossa la realtà di una cultura della diffidenza per l'emigrato che Gatti riesce a mettere in parallelo con quello che prima non veniva dal continente africano o dall'albania e paesi dell'est,ma dal sud italia è lo stesso sentimento che cova nell'italiano che giustifica con la paura la segregazione ele misure di sicurezza di cui non si parla con il dovuto approfondimento, ma ribadendo il populismo fascista di chi ha bisogno di spostare su altri i disagi che non riesce a risolvere.
serve sempre un nemico forte sul quale far ricadere le colpe e la paura..

lepidezza ha scritto:anche io ho amici a parigi che hanno i loro odi di riferimento: i portoghesi..
ma Ellis Island non ha insegnato niente a nessuno?

lepidezza ha scritto:fear da quando la lega fa parte dell'esecutivo non urla più ROMA ladrona..
questione di prospettive!

bellaprincipessa ha scritto:

lepidezza ha scritto:anche io ho amici a parigi che hanno i loro odi di riferimento: i portoghesi..
ma Ellis Island non ha insegnato niente a nessuno?

io vivo nelle "Alpes Maritimes" (il dipartimento che va da Nizza a Ventimiglia e che prende tutta la zona montagnosa che confina con la provincia di Cuneo, per intenderci). E' la regione più di destra della Francia...
Nonostante questo, Nizza é LA città gay (a parte parigi) francese e nelle scuole la percentuale di bmbinii/ragazzi di origine algerina, marocchina, libanese etc. é altissima.
Per me (cresciuta nella "bianchissima" Pavia), é stata una scoperta fantastica. Ricordo pic nic pasquali al parco con amici e figli di amici, nei quali ognuno portava la sua specialità (un piatto italiano, uno francese, uno libanese, uno marocchino, uno algerino...), per me é normale avere amiche che fanno ramadan, invitare bambini a cena e preoccuparmi di comprare pollo "halal"... eh, dimenticavo, la maestra di mio figlio é dichiaratamente lesbica e cio' non disturba nessuno. e' un'ottima insegnante (severissima, forse anche troppo ) e questo basta a tutti.
Questa accozzaglia di informazioni per raccontare la mia esperienza nella regione più a destra in Francia...
Qui l'integrazione e la tolleranza hanno radici molto più lontane e profonde che in Italia, e questo é il risultato...
ho perso il filo perché sono stata interrotta... spero si capisca quello che volevo dire senno' chiariro'...

lepidezza ha scritto:fear da quando la lega fa parte dell'esecutivo non urla più ROMA ladrona..
questione di prospettive!

fear-of-the-dark ha scritto:

lepidezza ha scritto:fear da quando la lega fa parte dell'esecutivo non urla più ROMA ladrona..
questione di prospettive!

non lo urlano ai piani alti lepi....è diverso! quando fanno i loro comizi del cazzo lo urlano e come.
Qualche anno fa andai in un paesino vicino trento con amici, il proprietario dell'albergo ci disse "sappiamo che voi napoletani siete casinisti , ritardatari e rompete tutto. Qui non permettettevi che ve lo facciamo pagare".
Leghista o no, era uno stronzo!

sarebbe "utile" rammentare che le onde migratorie di coloro che lasciarono l'Italia per altri continenti -
Americhe et Australia in primis - e che si svolse a cavallo tra 800 e
900 vide largamente emigrare popolazione proveniente da Friuli-Veneto
(si imbarcavano a GENOVA per ....)