Intervista a DNEWS Roma
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Intervista a DNEWS Roma
Marco Mengoni in giro per l’Italia per la promozione del suo album
«Sono coerente nell’incoerenza conosco i miei limiti e ve li dico»
Il terzo classificato al Festival di Sanremo presenta il cd “Re matto”:
«Voglio fare il mio, godermela al massimo»
Vuole prendersi tutto quello che può, ora che può, Marco Mengoni.
Classe 1988, nel giro di poco si è portato a casa la vittoria di X Factor e un terzo posto al Festival di Sanremo al quale ha
partecipato con il brano Credimi Ancora incluso nell’Ep Re Matto (su etichetta Rca/Sony).
Il tempo di mostrare uno stile impeccabile e accaparrarsi i complimenti di Celentano e dall’Ariston è partito in giro per
l’Italia per la promozione dell’album. Rimbalza da un aeroporto all’altro anche con la febbre («L’altro ieri avevo 39° -
dice - ma non potevo mancare»).
Per le accuse di plagio di Morgan (che ieri ha spiegato non essere state farina del suo sacco) risponde
sereno e dispiaciuto: «Io sono tranquillo, vorrei sapere cos’è accaduto... ad X Factor ci siamo aiutati a vicenda».
Testa alta, piedi a terra, e via andare.
Cos’ha da imparare? Credo che si impari tutta la vita. Si cresce, ci si modifica, ma credo che non lo si debba cercare.
A Sanremo è entrato di diritto: se così non fosse stato, avrebbe scelto un altro brano?
No, perché le cose sicure non mi piacciono. Sono un pigro di natura, e se una cosa non mi fa tirare
fuori le palle non mi stimola affatto. Quindi ci avrei provato comunque, magari anche ricevendo
un “no”.
La prima volta all’Ariston: scelga una cosa tra le tante che l’ha colpito.
Sicuramente il fatto che è tutto un circo: è tutto frenetico, le persone corrono ovunque.
È un po’ troppo “Ah! Oddio!”(imita l’urlo isterico, ndr). Però è l’unico momento di vero lavoro, quando
senti la prima nota...
L’Università ? Ero iscritto, ma adesso è praticamente impossibile. Se faccio una cosa, devo farla bene.
E nuove canzoni, a quando? Adesso non c’è tempo di scrivere, ma ho le idee ben chiare per il
prossimo disco. Poi magari le modificherò, ho messo tante cose nel cesto e magari qualcosa la
cancellerò. Mi voglio muovere e cercare una strada che sia ancora più mia.
Le canzoni sono opera sua? C’è il mio zampino in tutte, sì.
Ci sono molti stili nell’album, ma invertiamo i ruoli: gli dia lei una definizione. Il titolo Re matto stava proprio
ad indicare un suono non uniforme. È sicuramente vario, come la mia multipersonalità. È per essere coerenti, anche se io
non sono coerente. Insomma ognuno ha i suoi difetti, io riconosco i miei e ve li dico!
Miti? Sono tanti, dei “nuovi” sicuramente Paolo Nutini, Franz Ferdinand, Muse, Coldplay, Radiohead...
Ah però! È un mondo che adesso mi affascina e io credo nell’influenza - dato che ne ho avuta una due
giorni fa...
Giusto. E allora l’etichetta “musica italiana” è buono o no per un artista?
È una bellissima e buonissima etichetta. Ci sono nomi validi che possono piacere o no, ma che
hanno comunque un peso e una credibilità. Ad una Elisa o ai Negramaro, che je voi di’?
Mica si metterà a cantare in inglese. Magari sì, perché no? Tutto il mondo è paese e io amo la sperimentazione.
A dire il vero prima di X Factor mi avevano proposto di andare all’estero. Ma io
voglio stare qui ora, fare il mio. Me la voglio godere e dare il massimo.
Andasse male, che farebbe?
Non credo di saper fare solo questo, non so cosa farei ma per quel
giorno un minimo di creatività per inventarmi qualcosa mi sarà rimasta.
Diletta Parlangeli - Roma Fonte (a pg 19)
«Sono coerente nell’incoerenza conosco i miei limiti e ve li dico»
Il terzo classificato al Festival di Sanremo presenta il cd “Re matto”:
«Voglio fare il mio, godermela al massimo»
Vuole prendersi tutto quello che può, ora che può, Marco Mengoni.
Classe 1988, nel giro di poco si è portato a casa la vittoria di X Factor e un terzo posto al Festival di Sanremo al quale ha
partecipato con il brano Credimi Ancora incluso nell’Ep Re Matto (su etichetta Rca/Sony).
Il tempo di mostrare uno stile impeccabile e accaparrarsi i complimenti di Celentano e dall’Ariston è partito in giro per
l’Italia per la promozione dell’album. Rimbalza da un aeroporto all’altro anche con la febbre («L’altro ieri avevo 39° -
dice - ma non potevo mancare»).
Per le accuse di plagio di Morgan (che ieri ha spiegato non essere state farina del suo sacco) risponde
sereno e dispiaciuto: «Io sono tranquillo, vorrei sapere cos’è accaduto... ad X Factor ci siamo aiutati a vicenda».
Testa alta, piedi a terra, e via andare.
Cos’ha da imparare? Credo che si impari tutta la vita. Si cresce, ci si modifica, ma credo che non lo si debba cercare.
A Sanremo è entrato di diritto: se così non fosse stato, avrebbe scelto un altro brano?
No, perché le cose sicure non mi piacciono. Sono un pigro di natura, e se una cosa non mi fa tirare
fuori le palle non mi stimola affatto. Quindi ci avrei provato comunque, magari anche ricevendo
un “no”.
La prima volta all’Ariston: scelga una cosa tra le tante che l’ha colpito.
Sicuramente il fatto che è tutto un circo: è tutto frenetico, le persone corrono ovunque.
È un po’ troppo “Ah! Oddio!”(imita l’urlo isterico, ndr). Però è l’unico momento di vero lavoro, quando
senti la prima nota...
L’Università ? Ero iscritto, ma adesso è praticamente impossibile. Se faccio una cosa, devo farla bene.
E nuove canzoni, a quando? Adesso non c’è tempo di scrivere, ma ho le idee ben chiare per il
prossimo disco. Poi magari le modificherò, ho messo tante cose nel cesto e magari qualcosa la
cancellerò. Mi voglio muovere e cercare una strada che sia ancora più mia.
Le canzoni sono opera sua? C’è il mio zampino in tutte, sì.
Ci sono molti stili nell’album, ma invertiamo i ruoli: gli dia lei una definizione. Il titolo Re matto stava proprio
ad indicare un suono non uniforme. È sicuramente vario, come la mia multipersonalità. È per essere coerenti, anche se io
non sono coerente. Insomma ognuno ha i suoi difetti, io riconosco i miei e ve li dico!
Miti? Sono tanti, dei “nuovi” sicuramente Paolo Nutini, Franz Ferdinand, Muse, Coldplay, Radiohead...
Ah però! È un mondo che adesso mi affascina e io credo nell’influenza - dato che ne ho avuta una due
giorni fa...
Giusto. E allora l’etichetta “musica italiana” è buono o no per un artista?
È una bellissima e buonissima etichetta. Ci sono nomi validi che possono piacere o no, ma che
hanno comunque un peso e una credibilità. Ad una Elisa o ai Negramaro, che je voi di’?
Mica si metterà a cantare in inglese. Magari sì, perché no? Tutto il mondo è paese e io amo la sperimentazione.
A dire il vero prima di X Factor mi avevano proposto di andare all’estero. Ma io
voglio stare qui ora, fare il mio. Me la voglio godere e dare il massimo.
Andasse male, che farebbe?
Non credo di saper fare solo questo, non so cosa farei ma per quel
giorno un minimo di creatività per inventarmi qualcosa mi sarà rimasta.
Diletta Parlangeli - Roma Fonte (a pg 19)
Kaiser- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Località : Milano
Re: Intervista a DNEWS Roma
Magari per sapere cosa è accaduto con Morgan potrebbero cominciare a farsi una telefonata... Che sono? Alieni? Vivono in iperspazi diversi? Io non capisco perché non scambiarsi due parole a quattrocchi, giusto perché vanno in giro dicendo che si stimano... però non hablano fra di loro.
La cosa che temo è che Marco, avendo troppe carte da giocare, devii dalla cosa per cui è nato, cioè cantare. Troppe lusinghe in altri campi. E' troppo di impatto come immagine, la gente gli ronza intorno parlandogli di cinema, di fashion... e alla fine invece deve concentrarsi sulla musica. Sono contenta che abbia già idee sul prossimo disco e sono contenta che ami sfidarsi e che pensi a sperimentare. Lui è estemamente moderno, direi avanti e per questo molti non fanno ancora un po' fatica ad apprezzarlo, ne hanno paura. Come Fegiz che lo definisce inquietante, ma che poi gli affianca nomi davanti ai quali ci togliamo il cappello, come Bowie e Lou Reed. Magari.
Marco è molto concreto, nonostante sembri svagato ed è onesto con se stesso e con il pubblico. E' bello che non faccia voli pindarici. Tanto poi il suo estro lo riversa tutto quando canta, in quei momenti in cui dimentica tutto quello che ha detto di sé e persino di essere così poco fiducioso in una carriera futura piena di luce.
Marco, datti una spinta per saltare! Credici ancora!
E non smettere mai di cantare per noi. 
La cosa che temo è che Marco, avendo troppe carte da giocare, devii dalla cosa per cui è nato, cioè cantare. Troppe lusinghe in altri campi. E' troppo di impatto come immagine, la gente gli ronza intorno parlandogli di cinema, di fashion... e alla fine invece deve concentrarsi sulla musica. Sono contenta che abbia già idee sul prossimo disco e sono contenta che ami sfidarsi e che pensi a sperimentare. Lui è estemamente moderno, direi avanti e per questo molti non fanno ancora un po' fatica ad apprezzarlo, ne hanno paura. Come Fegiz che lo definisce inquietante, ma che poi gli affianca nomi davanti ai quali ci togliamo il cappello, come Bowie e Lou Reed. Magari.
Marco è molto concreto, nonostante sembri svagato ed è onesto con se stesso e con il pubblico. E' bello che non faccia voli pindarici. Tanto poi il suo estro lo riversa tutto quando canta, in quei momenti in cui dimentica tutto quello che ha detto di sé e persino di essere così poco fiducioso in una carriera futura piena di luce.
Marco, datti una spinta per saltare! Credici ancora!



Re: Intervista a DNEWS Roma
EffeCi ha scritto:Magari per sapere cosa è accaduto con Morgan potrebbero cominciare a farsi una telefonata... Che sono? Alieni? Vivono in iperspazi diversi? Io non capisco perché non scambiarsi due parole a quattrocchi, giusto perché vanno in giro dicendo che si stimano... però non hablano fra di loro.
La cosa che temo è che Marco, avendo troppe carte da giocare, devii dalla cosa per cui è nato, cioè cantare. Troppe lusinghe in altri campi. E' troppo di impatto come immagine, la gente gli ronza intorno parlandogli di cinema, di fashion... e alla fine invece deve concentrarsi sulla musica. Sono contenta che abbia già idee sul prossimo disco e sono contenta che ami sfidarsi e che pensi a sperimentare. Lui è estemamente moderno, direi avanti e per questo molti non fanno ancora un po' fatica ad apprezzarlo, ne hanno paura. Come Fegiz che lo definisce inquietante, ma che poi gli affianca nomi davanti ai quali ci togliamo il cappello, come Bowie e Lou Reed. Magari.
Marco è molto concreto, nonostante sembri svagato ed è onesto con se stesso e con il pubblico. E' bello che non faccia voli pindarici. Tanto poi il suo estro lo riversa tutto quando canta, in quei momenti in cui dimentica tutto quello che ha detto di sé e persino di essere così poco fiducioso in una carriera futura piena di luce.
Marco, datti una spinta per saltare! Credici ancora!![]()
E non smettere mai di cantare per noi.
Staquoto e scappo! Notte

Grace- Utente Residente: 150-500 Post
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Re: Intervista a DNEWS Roma

ANNA- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Intervista a DNEWS Roma



Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Intervista a DNEWS Roma
anny_skod ha scritto:Mica si metterà a cantare in inglese.
Why not?cos'è un male?
A me piaceva moltissimo quando ha cantato in inglese ... e il brano di Clepton come la mettiamo da paura ... Man in the mirror, anche mia madre che ha 80 anni dice che in inglese è ganzo da matti. Basta che canti ... MARCO CANTA CANTA SENNO' QUI VIENE LA MALINCONIA A TUTTI!
dada- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Data d'iscrizione : 15.01.10
Re: Intervista a DNEWS Roma
a me farebbe piacere se cantasse in inglese e sfondasse all'estero, però senza rinunciare a cantare in italiano. Un po' come Elisa che dall'inglese si è adeguata a cantare anche nella sua lingua (anche se il percorso sarebbe inverso)
ForsesiForseno- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Data d'iscrizione : 05.02.10
Re: Intervista a DNEWS Roma
Magari scappasse in Inghilterra per un po'...preferirei Marco all'estero che nel nostro paese a fare l'attore o il modello!!! bah.... 

tiki- Utente Colonna: 2001-5000 post
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