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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 17:12

Avevo già pubblicato ieri questa notizia, ma forse in altro topic: l'aveva data in anteprima il Fatto...
tira davvero una bruttissima aria
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 17:17

volete ridere?

da Repubblica:

A difendere la decisione di Augusto Minzolini è il consigliere Rai
di maggioranza Antonio Verro. "L'autonomia editoriale dei direttori
delle testate del servizio pubblico va tutelata da qualsiasi
ingerenza di tipo politico", dichiara Verro. "Come noto - aggiunge
- il direttore Minzolini è al lavoro ormai da diversi mesi su un
piano di rilancio e di rinnovamento del Tg1 che prevede, tra le
altre cose, anche novità importanti dal punto di vista
organizzativo e gestionale. Gli avvicendamenti negli incarichi e
nelle funzioni sono del tutto naturali nelle grandi aziende:
evidenziano la fiducia che un direttore ripone nella sua redazione
e danno prova che non esistono feudi precostituiti".


http://www.repubblica.it/politica/2010/03/31/news/rai_cambiamenti_tg1-3048109/
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Messaggio Da bellaprincipessa Mer 31 Mar 2010, 17:17

ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
Delilah ha scritto:Non mi sembra così semplice invece educare al sociale. Manca la partecipazione perfino quando si tratta dei problemi dei propri figli all'interno della scuola. Tagliano i laboratori? Tagliano il tempo pieno? Si risolve tutto in un brontolio indistinto e quando chiedi di partecipare a qualche iniziativa (non di tipo politico e tanto meno legata a qualche partito) fuggono tutti a gambe levate (forse devono andare a vedere la finale di Amici?).

Facevo una distinzione tra l'educazione alla conoscenza e l'educazione al sociale. Quest'ultima, secondo me, è possibile, a differenza della prima, e comunque è riferita ai ragazzi non agli altri genitori.
E' un tipo di educazione che parte all'interno della famiglia.
Senza giudicare nessuno, se i genitori sono individualisti è difficile che quel tipo di educazione avvenga.
Forse quello di cui parli tu è proprio il risultato di un modello culturale che si è spostato verso l'individualismo.
Aggiungiamo anche che si è persa la fiducia nel fatto che le cose pubbliche siano amministrate in linea con l'interesse collettivo e il gioco è fatto.
Il pensiero che porta ad allontanarsi dalla partecipazione collettiva è:
1. "sono più bravo e più bello di tutti, non ho bisogno degli altri"
2. "anche se protestiamo tutti, tanto non cambia niente"

Ed è proprio quello che ci stanno portando a pensare.

Perchè cambi questo modello di pensiero deve succedere qualcosa di forte.


Non ne sono molto convinto, la società cambia sempre di più. La famiglia, nella sua struttura e nel suo significato, è cambiata molto, anche il ruolo genitori-figli è confuso. I bambini sono soggetti ad una infinità di impulsi che provengono dall'esterno, in un senso o nell'altro ... mi capita spesso di vedere una forte discrepanza tra il modello di vita che si presume da un determinato nucleo familiare e la crescita dell'adolescente che può dare anche risultati opposti.

Per il resto condivido

Se hai voglia, puoi spiegarti meglio ?

La famiglia è cambiata in tutto. Intanto i bambini crescono fuori casa; gli uomini lavorano, le donne anche e questo porta i figli a vivere molto meno la famiglia (questo non è un giudizio di per sè negativo, anzi), la vita frenetica dei coniugi lavoratori li rende ancora più distanti dai propri figli (non solo distanza fisica). La scuola è importante, ma anche altre strutture dove il bambino passa del tempo. Per fare un esempio i circoli sportivi, dove molti passano interi pomeriggi.

Sin da piccoli diventano rilevanti le relazioni di amicizia, tuoi coetanei con i quali ti confronti, anche nelle diverse modalità del "giocare".
Inoltre la famiglia "tipo", non esiste più (in realtà non è mai esistita e per questo non è detto che sia un male). Rispetto al passato i divorzi crescono, il nucleo familiare è ridotto o vario (con zii, nonni che fanno da genitori), molti bambini vivono in due famiglie, ambienti diversi, che li pongono davanti ad una difficile sintesi delle due esperienze e, spesso, desiderosi di una terza via.

Altra componente è la incomunicabilità all'interno di un nucleo familiare (questo è trasversale rispetto al modello di vita) che incoraggia l'adolescente a lasciarsi schiacciare dai modelli esterni, provenienti dalla tv, dallo spettacolo, dallo star system, dal web, dai videogiochi ... e in genere dalla esasperazione tecnologica che accelera la crescita del bambino e svilisce troppo velocemente quella componente naturale-creativa che ciascun essere umano possiede e che è destinato a perdere con il passare del tempo, a causa delle sovrastrutture ...
e in ogni caso la forza della comunicazione (come la pubblicità e tutti i messaggi quotidiani che ci passano) finiscono per bombardare anche loro.
La famiglia ha la sua importanza, ma non è così decisiva come si potrebbe pensare, nel bene o nel male

non so se mi sono spiegato meglio
Caro Conte, l'analisi che fai é dolorosamente vera. Scuola, Sport, Circoli ricreativi, parrocchie, amici, baby sitter, nonni... e questo quando non si "affidano" i ragazzi a tv, videogiochi e altre "baby sitter" virtuali...
Famiglie ricomposte, genitori che lavorano entrambi... il quadro é cosi' complesso e i fattori che intervengono cosi' tanti e disparati che é dificcile avere il controllo su tutto...
Per esperienza quotidiana posso dire che la qualità della presenza (perché in quantità si é sicuramente perdenti) é fondamentale. Che i messaggi che si passano e i modelli che si danno nel tempo che si ha a disposizione sono fondamentali. E che, almeno nei primri anni, quello che si riesce a far "passare" in famiglia ha un ruolo importantissimo, proprio nei casi in cui é "centellinato".
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 17:28

bellaprincipessa ha scritto:
ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
Delilah ha scritto:Non mi sembra così semplice invece educare al sociale. Manca la partecipazione perfino quando si tratta dei problemi dei propri figli all'interno della scuola. Tagliano i laboratori? Tagliano il tempo pieno? Si risolve tutto in un brontolio indistinto e quando chiedi di partecipare a qualche iniziativa (non di tipo politico e tanto meno legata a qualche partito) fuggono tutti a gambe levate (forse devono andare a vedere la finale di Amici?).

Facevo una distinzione tra l'educazione alla conoscenza e l'educazione al sociale. Quest'ultima, secondo me, è possibile, a differenza della prima, e comunque è riferita ai ragazzi non agli altri genitori.
E' un tipo di educazione che parte all'interno della famiglia.
Senza giudicare nessuno, se i genitori sono individualisti è difficile che quel tipo di educazione avvenga.
Forse quello di cui parli tu è proprio il risultato di un modello culturale che si è spostato verso l'individualismo.
Aggiungiamo anche che si è persa la fiducia nel fatto che le cose pubbliche siano amministrate in linea con l'interesse collettivo e il gioco è fatto.
Il pensiero che porta ad allontanarsi dalla partecipazione collettiva è:
1. "sono più bravo e più bello di tutti, non ho bisogno degli altri"
2. "anche se protestiamo tutti, tanto non cambia niente"

Ed è proprio quello che ci stanno portando a pensare.

Perchè cambi questo modello di pensiero deve succedere qualcosa di forte.


Non ne sono molto convinto, la società cambia sempre di più. La famiglia, nella sua struttura e nel suo significato, è cambiata molto, anche il ruolo genitori-figli è confuso. I bambini sono soggetti ad una infinità di impulsi che provengono dall'esterno, in un senso o nell'altro ... mi capita spesso di vedere una forte discrepanza tra il modello di vita che si presume da un determinato nucleo familiare e la crescita dell'adolescente che può dare anche risultati opposti.

Per il resto condivido

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La famiglia è cambiata in tutto. Intanto i bambini crescono fuori casa; gli uomini lavorano, le donne anche e questo porta i figli a vivere molto meno la famiglia (questo non è un giudizio di per sè negativo, anzi), la vita frenetica dei coniugi lavoratori li rende ancora più distanti dai propri figli (non solo distanza fisica). La scuola è importante, ma anche altre strutture dove il bambino passa del tempo. Per fare un esempio i circoli sportivi, dove molti passano interi pomeriggi.

Sin da piccoli diventano rilevanti le relazioni di amicizia, tuoi coetanei con i quali ti confronti, anche nelle diverse modalità del "giocare".
Inoltre la famiglia "tipo", non esiste più (in realtà non è mai esistita e per questo non è detto che sia un male). Rispetto al passato i divorzi crescono, il nucleo familiare è ridotto o vario (con zii, nonni che fanno da genitori), molti bambini vivono in due famiglie, ambienti diversi, che li pongono davanti ad una difficile sintesi delle due esperienze e, spesso, desiderosi di una terza via.

Altra componente è la incomunicabilità all'interno di un nucleo familiare (questo è trasversale rispetto al modello di vita) che incoraggia l'adolescente a lasciarsi schiacciare dai modelli esterni, provenienti dalla tv, dallo spettacolo, dallo star system, dal web, dai videogiochi ... e in genere dalla esasperazione tecnologica che accelera la crescita del bambino e svilisce troppo velocemente quella componente naturale-creativa che ciascun essere umano possiede e che è destinato a perdere con il passare del tempo, a causa delle sovrastrutture ...
e in ogni caso la forza della comunicazione (come la pubblicità e tutti i messaggi quotidiani che ci passano) finiscono per bombardare anche loro.
La famiglia ha la sua importanza, ma non è così decisiva come si potrebbe pensare, nel bene o nel male

non so se mi sono spiegato meglio
Caro Conte, l'analisi che fai é dolorosamente vera. Scuola, Sport, Circoli ricreativi, parrocchie, amici, baby sitter, nonni... e questo quando non si "affidano" i ragazzi a tv, videogiochi e altre "baby sitter" virtuali...
Famiglie ricomposte, genitori che lavorano entrambi... il quadro é cosi' complesso e i fattori che intervengono cosi' tanti e disparati che é dificcile avere il controllo su tutto...
Per esperienza quotidiana posso dire che la qualità della presenza (perché in quantità si é sicuramente perdenti) é fondamentale. Che i messaggi che si passano e i modelli che si danno nel tempo che si ha a disposizione sono fondamentali. E che, almeno nei primri anni, quello che si riesce a far "passare" in famiglia ha un ruolo importantissimo, proprio nei casi in cui é "centellinato".
Quoto Princi e aggiungo che purtroppo in molti fanno i figli pensando poi di non doversene occupare... conosco molte coppie che fanno dei figli una questione di status (ovviamente la maggior parte non in Italia). E anche quelli che magari cercano di occuparsene spesso non sono capaci di vedere i loro stati di malessere o capirne le necessità . Non è facile fare i genitori, ma se si decide di esserlo bisogna almeno essere profondamente motivati.
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Messaggio Da bellaprincipessa Mer 31 Mar 2010, 17:38

Gaufre ha scritto:
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Facevo una distinzione tra l'educazione alla conoscenza e l'educazione al sociale. Quest'ultima, secondo me, è possibile, a differenza della prima, e comunque è riferita ai ragazzi non agli altri genitori.
E' un tipo di educazione che parte all'interno della famiglia.
Senza giudicare nessuno, se i genitori sono individualisti è difficile che quel tipo di educazione avvenga.
Forse quello di cui parli tu è proprio il risultato di un modello culturale che si è spostato verso l'individualismo.
Aggiungiamo anche che si è persa la fiducia nel fatto che le cose pubbliche siano amministrate in linea con l'interesse collettivo e il gioco è fatto.
Il pensiero che porta ad allontanarsi dalla partecipazione collettiva è:
1. "sono più bravo e più bello di tutti, non ho bisogno degli altri"
2. "anche se protestiamo tutti, tanto non cambia niente"

Ed è proprio quello che ci stanno portando a pensare.

Perchè cambi questo modello di pensiero deve succedere qualcosa di forte.


Non ne sono molto convinto, la società cambia sempre di più. La famiglia, nella sua struttura e nel suo significato, è cambiata molto, anche il ruolo genitori-figli è confuso. I bambini sono soggetti ad una infinità di impulsi che provengono dall'esterno, in un senso o nell'altro ... mi capita spesso di vedere una forte discrepanza tra il modello di vita che si presume da un determinato nucleo familiare e la crescita dell'adolescente che può dare anche risultati opposti.

Per il resto condivido

Se hai voglia, puoi spiegarti meglio ?

La famiglia è cambiata in tutto. Intanto i bambini crescono fuori casa; gli uomini lavorano, le donne anche e questo porta i figli a vivere molto meno la famiglia (questo non è un giudizio di per sè negativo, anzi), la vita frenetica dei coniugi lavoratori li rende ancora più distanti dai propri figli (non solo distanza fisica). La scuola è importante, ma anche altre strutture dove il bambino passa del tempo. Per fare un esempio i circoli sportivi, dove molti passano interi pomeriggi.

Sin da piccoli diventano rilevanti le relazioni di amicizia, tuoi coetanei con i quali ti confronti, anche nelle diverse modalità del "giocare".
Inoltre la famiglia "tipo", non esiste più (in realtà non è mai esistita e per questo non è detto che sia un male). Rispetto al passato i divorzi crescono, il nucleo familiare è ridotto o vario (con zii, nonni che fanno da genitori), molti bambini vivono in due famiglie, ambienti diversi, che li pongono davanti ad una difficile sintesi delle due esperienze e, spesso, desiderosi di una terza via.

Altra componente è la incomunicabilità all'interno di un nucleo familiare (questo è trasversale rispetto al modello di vita) che incoraggia l'adolescente a lasciarsi schiacciare dai modelli esterni, provenienti dalla tv, dallo spettacolo, dallo star system, dal web, dai videogiochi ... e in genere dalla esasperazione tecnologica che accelera la crescita del bambino e svilisce troppo velocemente quella componente naturale-creativa che ciascun essere umano possiede e che è destinato a perdere con il passare del tempo, a causa delle sovrastrutture ...
e in ogni caso la forza della comunicazione (come la pubblicità e tutti i messaggi quotidiani che ci passano) finiscono per bombardare anche loro.
La famiglia ha la sua importanza, ma non è così decisiva come si potrebbe pensare, nel bene o nel male

non so se mi sono spiegato meglio
Caro Conte, l'analisi che fai é dolorosamente vera. Scuola, Sport, Circoli ricreativi, parrocchie, amici, baby sitter, nonni... e questo quando non si "affidano" i ragazzi a tv, videogiochi e altre "baby sitter" virtuali...
Famiglie ricomposte, genitori che lavorano entrambi... il quadro é cosi' complesso e i fattori che intervengono cosi' tanti e disparati che é dificcile avere il controllo su tutto...
Per esperienza quotidiana posso dire che la qualità della presenza (perché in quantità si é sicuramente perdenti) é fondamentale. Che i messaggi che si passano e i modelli che si danno nel tempo che si ha a disposizione sono fondamentali. E che, almeno nei primri anni, quello che si riesce a far "passare" in famiglia ha un ruolo importantissimo, proprio nei casi in cui é "centellinato".
Quoto Princi e aggiungo che purtroppo in molti fanno dei figli pensando poi di non doversene occupare... conosco molte coppie che fanno dei figli una questione di status (ovviamente la maggior parte non in Italia). E anche quelli che magari cercano di occuparsene spesso non sono capaci di vedere gli stati di malessere o capire le necessità dei loro figli. Non è facile fare i genitori, ma se si decide di esserlo bisogna almeno essere profondamente motivati.

difficile? terribile! G.A.S.Fo.M. 483101
mio figlio da un po' ha una spece di tic nervoso..., dà dei "colpi" in avanti con il collo... é impressionante vederlo...
é stanco, é esaurito, ha una vita troppo pesante...
io e mio marito siamo preoccupati, ho eliminato parecchie eattività, gli do' uno sciroppo (naturale ovviamente) calmante/rilassante perché era cosi' "schizzato" che non riusciva neanche a dormire. E mi rendo conto dello stress, fretta, malumore, ansia che gli trasmettiamo noi...
e poi mi chiedo se non c'é dell'altro, se questo non é n segnale... alcuni bambini sono più "sensibili" di altri, sono delle spugne che assorbono tutto. e si tengono tutto dentro.
cerchiamo di parlare con lui ma non é facile. a volte mi sento sopraffatta dell'enormità della responsabilità dell'essere genitore.
pero' poi, quando vedo gli atteggiamenti meravigliosi che ha con i bambini più piccoli, con la mia cuginetta autistica (lui é l'unico che é riuscito a farla entrare in mare l'estate scorsa, tenendola per mano...) e altre cose, mi risollevo... e allora gli mostro la terra, i diversi paesi, gli spiego che il pianeta é piccolo e che stiamo tutti insieme. Cerco di insegnargli il rispetto per gli altri e per la terra che ci ospita. insomma... scusate l'OT... (in questo periodo sono un po' emotiva G.A.S.Fo.M. 984920 )
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Messaggio Da lepidezza Mer 31 Mar 2010, 17:40

oppure vedono nei figli il teatrino che si sono messi in testa.
e guai a non rappresentare il personaggio che hanno attribuito a ciascuno.
mostrando di non conoscerli affatto.
certo che se i tuoi non leggono e non mostrano interesse per la cultura è un po' difficile essere credibili nell'imporre un impegno nello studio.
Così come è difficile da adulti manifestare affetto e sentimenti se in famiglia il contatto e le dimostrazioni di affetto si sono centellinate.
Poi però ci sono gli incontri nella vita.
Ciascun nuovo incontro può tatuare o cancellare queste prospettive e questo imprinting.
E gli ncontri possono essere anche essere indiretti.
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Messaggio Da Ospite Mer 31 Mar 2010, 17:49

a famiglia ha la sua importanza, ma non è così decisiva come si potrebbe
pensare, nel bene o nel male
No Forse, io non sono d'accordo perché la famiglia è comunque più "forte". L'adolescenza è un periodo della vita particolare dove giustamente, alla ricerca di una propria identità, ci si allontana apparentemente dai valori proposti dalla famiglia. Ma io sono sicura che se la partecipazione e l'interesse verso ciò che ci circonda fa parte della nostra vita e non è insegnata a parole, allora questo valore rimane anche nella vita di un figlio.
E' come dice lepi: vedo tanti genitori che si lamentano perché i figli non leggono, poi vai a casa loro e non vedi neanche un libro in giro. E si potrebbe continuare con tanti esempi.

Princi: quanti anni ha tuo figlio?

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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 17:50

Princi, ma vedi, tu sei una mamma che vede che c'è qualcosa che non va...
La scorsa estate io l'ho passata in parte con degli amici che hanno dei figli (abbiamo affittato una casa insieme).
Entrambi, a mio avviso, avevano dei problemi a capire i figli. La prima coppia ne ha due, una di tre anni e mezzo, l'altro di 18 mesi. Mangiano in continuazione, prevalentemente dolci, sono entrambi iperviziati. La bimba è odiosa e maleducata, urla in continuazione e fa continui dispetti al fratello. Mi sembrava di assistere a una commedia dark, quando li guardavo. In tutto questo, i genitori sono incapaci di dare delle regole, la bambina li comanda a bacchetta.
L'altra coppia ha due figlie, una di 3 anni e mezzo, l'altra di 11. La più piccola è mille volte più sveglia della grande. La grande è molto avanti con la scuola, è avanti di una classe rispetto ai suoi coetanei, ma è ipersensibile, molto timida e ancora immatura. Un po' troppo bambina per la sua età, non so se mi spiego. Ecco, i genitori non si accorgono di questo, e la considerano più matura degli altri bambini per il solo fatto di essere avanti con gli studi....
Sappi che dopo l'esperienza io e mio marito abbiamo deciso di non fare mai più una vacanza con amici che hanno bambini... non tanto per l'ultima coppia che ho citato, quanto per la prima...
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 17:55

lepidezza ha scritto:oppure vedono nei figli il teatrino che si sono messi in testa.

ecco, questo è il caso dei miei amici
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Messaggio Da lepidezza Mer 31 Mar 2010, 18:03

delle due una gaufre:
o non hanno voglia di sbattersi( è più sbrigativo cedere che stare a spiegare insistere per poi sentirli urlare e piangere)
o fanno quello che hanno fatto con loro da bambini.
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 18:11

lepidezza ha scritto:delle due una gaufre:
o non hanno voglia di sbattersi( è più sbrigativo cedere che stare a spiegare insistere per poi sentirli urlare e piangere)
o fanno quello che hanno fatto con loro da bambini.

un tempo pensavo che solo gente come il signore e la signora Hitler non dovessero avere figli (questa è una citazione da un telefilm che adoro), oggi penso che siano molti di più i genitori che dovrebbero far parte della categoria.
La bambina col carattere dominante è già rovinata: l'hanno portata da uno psicopedagogo e nemmeno lui è riuscito a farla ubbidire...
Non capisco il menefreghismo, perché in ogni caso se non urla lei che viene accontentata, urla il fratellino, che viene picchiato e spesso torturato anche psicologicamente dalla sorella. E' un comportamento che non paga in ogni caso. Nessuno dei due genitori giocava con i figli, si limitavano a sorvegliarli. Ma dico io, che cazzo li fai a fare questi bambini se poi non te ne devi occupare? Fosse per me legherei le tube a parecchie donne e vasectomizzerei altrettanti maschietti... sembra un po' radicale come pensiero, ma davanti agli esempi che vedo è il primo pensiero che mi viene in mente.
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Messaggio Da lepidezza Mer 31 Mar 2010, 18:20

io lo vedo coi miei nipotini..
due famiglie distinte con due diferenti scuole di pensiero.
io rappresento per loro il gioco e il coinvolgimento.
quando domando loro di fare qualcosa non si negano mai.
c'è un ruolo diverso ovviamente.
ma spesso i messaggi che i genitori danno sono contrastanti.
Non puoi pretendere che assorbano il concetto che non si usa mai la violenzae quindi non devono fare a botte tra fratelli o in classe se poi il genitore mostra che le questioni con loro le risolve a sculaccioni.
Le regole stabilite dalla famiglia vanno fatte rispettare da tutti.
la linea non dovrebbe essere cambiata all'occorrenza.
E' forse il lavoro più delicato in assoluto.
e comunque non ci può essere lo stesso approccio con tutti i figli.
ciascuno è diverso e occorre trovare la chiave giusta per farsi ascoltare.
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 18:27

Lepi, sono d'accordo con te... il problema è che la gente nemmeno sa a volte perché fa figli.
Solo che poi se ne deve occupare.
In Francia i figli sono ormai uno status... penso che Princi confermerebbe. Se ne fai 3 hai inoltre un sacco di sgravi fiscali e molti aiuti per la famiglia.
Se non hai o non vuoi avere figli sei visto o come un poveraccio o come uno da curare. I miei amici francesi sono quasi tutti dei borghesi con tanti soldi che vogliono riprodurre un modello senza nemmeno chiedersi se quel modello sia fatto per loro o se possa ancora essere considerato valido. A me questa cosa fa orrore.
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Messaggio Da ubik Mer 31 Mar 2010, 19:17

@ bellaprinci

i tic nella preadolescenza sono un fatto del tutto normale G.A.S.Fo.M. 670314

io strizzavo gli occhi G.A.S.Fo.M. 483101
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Messaggio Da ubik Mer 31 Mar 2010, 19:33

Se il PDL raccoglie il 29,6% dei voti alle elezioni regionali 2010, quanti voti ha al netto? Si detrae il 12% di AN (il minimo sindacale) confluita nel PDL che però sconfluirà a breve insieme a Fini. Si arriva così al 17,6% (29,6-12). Il 17,6% si applica solo al 64,2% dei votanti, gli altri sono schede bianche, nulle, ecc. Si raggiunge così l'11,30% della popolazione elettorale italiana che vota Forza Italia, un partito minore del peso del vecchio PSI di Craxi. Un risultato raggiunto però attraverso uno sforzo disumano, con il controllo di 6 televisioni nazionali su 7, una quarantina di giornali e la peggiore opposizione d'Europa. Non male per il più amato dalla minoranza assoluta degli italiani.

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Messaggio Da ubik Mer 31 Mar 2010, 19:37

8 - Da "Il Fatto Quotidiano" - Non siamo a Pyongyang, ma ci avviciniamo. Per Nichi Vendola, unica luce di un centrosinistra al buio, arriva già la prima canzone. Si intitola ''L'ultimo dei romantici (in politica)'' e porterà la firma di Bungaro, il musicista e autore salentino che al neoletto presidente della Regione Puglia ha deciso di dedicare, senza ironie, il suo prossimo brano.

Non siamo dalle parti di "Meno male che Silvio c'è", ma nelle immediate vicinanze. ''Appena ho appreso la notizia della vittoria schiacciante, ho pensato subito di mettere in musica e parole la gioia e la soddisfazione provate per questo risultato e il titolo è venuto da sé: Nichi Vendola è un romantico, è un personaggio che racchiude dentro di sé romanticismo tale che gli permette di parlare alle persone, in maniera speciale. Ero sicuro che la Puglia avrebbe scelto così, perché merita un leader come lui''.

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Messaggio Da ubik Mer 31 Mar 2010, 19:39

6 - Come spiega Alessandra Comazzi sulla "Stampa", la mancanza di padrini politici (di destra e di sinistra) sta costando a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari la consueta epurazione.
A farne le spese stavolta il programma "Parliamo italiano", striscia quotidiana per Rai International. E' cambiato il direttore, via Piero Badaloni, dentro Daniele Renzoni, e, com'è come non è, il programma viene soppresso, questa è la sua ultima settimana. La protesta corre accanita su Facebook. E il canto del cigno sarà proprio con Luciana Littizzetto...

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Messaggio Da seunanotte Mer 31 Mar 2010, 19:43

''Appena ho appreso la notizia della vittoria schiacciante, ho pensato subito di mettere in musica e parole la gioia e la soddisfazione provate per questo risultato e il titolo è venuto da sé: Nichi Vendola è un romantico, è un personaggio che racchiude dentro di sé romanticismo tale che gli permette di parlare alle persone, in maniera speciale. Ero sicuro che la Puglia avrebbe scelto così, perché merita un leader come lui''.
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NO!!Che nessuno mi tocchi Gloria De Antoni e Oreste De Fornari G.A.S.Fo.M. 70398
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Messaggio Da ANNA Mer 31 Mar 2010, 19:46

ubik ha scritto:6 - Come spiega Alessandra Comazzi sulla "Stampa", la mancanza di padrini politici (di destra e di sinistra) sta costando a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari la consueta epurazione.
A farne le spese stavolta il programma "Parliamo italiano", striscia quotidiana per Rai International. E' cambiato il direttore, via Piero Badaloni, dentro Daniele Renzoni, e, com'è come non è, il programma viene soppresso, questa è la sua ultima settimana. La protesta corre accanita su Facebook. E il canto del cigno sarà proprio con Luciana Littizzetto...

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Messaggio Da lepidezza Mer 31 Mar 2010, 20:18

magazine 3!
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Messaggio Da Gaufre Mer 31 Mar 2010, 20:22

lepidezza ha scritto:magazine 3!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
oreste e gloria G.A.S.Fo.M. 867348
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Messaggio Da anny_skod Mer 31 Mar 2010, 20:30

ANNA ha scritto:
ubik ha scritto:6 - Come spiega Alessandra Comazzi sulla "Stampa", la mancanza di padrini politici (di destra e di sinistra) sta costando a Gloria De Antoni e Oreste De Fornari la consueta epurazione.
A farne le spese stavolta il programma "Parliamo italiano", striscia quotidiana per Rai International. E' cambiato il direttore, via Piero Badaloni, dentro Daniele Renzoni, e, com'è come non è, il programma viene soppresso, questa è la sua ultima settimana. La protesta corre accanita su Facebook. E il canto del cigno sarà proprio con Luciana Littizzetto...

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il grande fratello,l'isola dei famosi,la pupa e il secchione,uomini e donne,studio aperto,pomeriggio cinque,il fatto del giorno,pupo,il principe.devo continuare?

Niente più video per i giornalisti Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso
I consiglieri Rizzo Nervo e Van Straten: "In Rai situazione insostenibile, richiediamo l'intervento del presidente"

Tg1, allontanati dal video tre conduttori Minzolini: "Non si tratta di epurazione"
Il cdr: "Penalizzato chi non ha firmato la lettera in favore del direttore". La replica: "Servono volti nuovi, i documenti pro o contro non c'entrano"
Garimberti scrive al dg Masi: "Opportuno sollecitare il direttore affinché valorizzi tutte le professionalità senza discriminazioni di sorta"

ROMA - Tre giornalisti sollevati dall'incarico di conduttori al Tg1 "per dare un segnale di cambiamento": Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Lo ha annunciato al comitato di redazione il direttore Augusto Minzolini. Attaccano Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, consiglieri di minoranza Rai: "E' una vera e propria epurazione dei giornalisti che non hanno firmato la lettera in favore del direttore. La situazione in Rai non è più tollerabile". E il presidente Paolo Garimberti scrive al direttore generale Mauro Masi: "Valorizzare tutte le professionalità senza discriminazioni di sorta". Per Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, la rimozione dagli incarichi "rischia di configurarsi come rappresaglia piuttosto che come un normale esercizio dei poteri del direttore".

L'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, chiede il reintegro dei tre e parla di "delirio di onnipotenza" di un "direttore nei fatti dimezzato", un abuso di potere consentito "dall'acquiescenza del direttore generale" Mauro Masi. E in una nota il comitato di redazione del Tg1 definisce la decisione di Minzolini come "un precedente molto grave", un provvedimento che "sembra confermare la volontà del direttore di penalizzare i colleghi che non si sono schierati al suo fianco nella raccolta di firme sul caso Mills".

Alle critiche risponde Minzolini stesso: nessuna epurazione, solo un ricambio generazionale. "Sono stati assunti diciotto precari - spiega il direttore - e per dare un segnale di cambiamento al Tg1 bisogna mostrare volti nuovi. Sono decisioni prese da tempo e i documenti, né quelli a favore, né quelli contro, non c'entrano assolutamente niente. Sono liturgie che non mi appartengono".

I consiglieri di minoranza, però, richiedono un intervento del presidente Paolo Garimberti "a garanzia di chi lavora in Rai". "Ormai è evidente - dichiarano Rizzo Nervo e Van Straten - che al Tg1 è in corso una vera e propria epurazione dei giornalisti che non hanno firmato il documento in favore del direttore. La settimana scorsa era toccato al caporedattore Massimo De Strobel, oggi Minzolini ha annunciato al comitato di redazione che sono stati sollevati dal loro incarico di conduttore Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, tutti professionisti che hanno contribuito a scrivere la storia di quella che un tempo è stata la più importante testata televisiva".

"Avevamo chiesto al direttore generale di fermare il disegno di annientamento dei valori, delle culture e delle autonomie professionali portato avanti con determinazione stalinista dal direttore del Tg1 e pertanto lo riteniamo corresponsabile di queste decisioni. Al presidente - concludono i due consiglieri - chiediamo un intervento a garanzia e in difesa di tutti coloro che in questa azienda hanno lavorato e lavorano con professionalità, serietà ed apprezzamento generale. Quanto sta avvenendo al Tg1 è il segno di un'arroganza che calpesta regole aziendali e dignità personali e per questo non è più tollerabile: non è in gioco soltanto la credibilità di quella testata ma dell'intero servizio pubblico".

Della questione si è occupato anche il presidente della Rai, Paolo Garimberti, che ha inviato una lettera al direttore generale Mauro Masi. Nel pieno rispetto delle reciproche competenze e fermo restano l'articolo 6 del contratto di lavoro giornalistico, Garimberti ha scritto di ritenere "sommamente opportuno" che il dg solleciti Minzolini a "valorizzare tutte le professionalità senza discriminazioni di sorta", anche perchè guidare il maggiore tg del Paese impone di "far lavorare al meglio delle condizioni possibili le diverse professionalità" chiamate a realizzare il prodotto. Garimberti si aspetta quindi che i giornalisti sostituiti alla conduzione, in particolare i cosiddetti "volti noti", "trovino tempestivamente collocazione adeguata e idonea a non svilire la loro professionalità". Il presidente chiede infine a Masi di tenerlo informato per le valutazioni del caso.

Preoccupazione per l'allontanamento dal video dei tre giornalisti è stata espressa anche da Franco Siddi, segretario Fnsi. "Le vicende dei poteri di gestione e governo delle redazioni della Rai continuano a suscitare inquietudini e preoccupazione - dichiara - E' veramente inconcepibile che persino l'impiego nel lavoro dei giornalisti possa risultare connesso a valori non meramente professionali. La notizia della rimozione dagli incarichi di conduzione del Tg1, di colleghi come Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario e del capo redattore Massimo De Strobel, rischia di configurarsi come rappresaglia piuttosto che come un normale esercizio dei poteri del direttore che il contratto tutela". Per il segretario del sindacato dei giornalisti, "è inevitabile che ciò accada in un luogo attraversato da invasioni di campo politiche e permanenti. E non sarebbe peraltro la prima volta. Ma cambi così massicci che riguardano tre colleghi autorevoli che, guarda caso, appena poche settimane fa non firmarono un documento di sostegno al direttore, suscitano più di un dubbio. Se così dovesse essere nella sostanza il sindacato non starà di certo a guardare".

A difendere la decisione di Augusto Minzolini è il consigliere Rai di maggioranza Antonio Verro. "L'autonomia editoriale dei direttori delle testate del servizio pubblico va tutelata da qualsiasi ingerenza di tipo politico", dichiara Verro. "Come noto - aggiunge - il direttore Minzolini è al lavoro ormai da diversi mesi su un piano di rilancio e di rinnovamento del Tg1 che prevede, tra le altre cose, anche novità importanti dal punto di vista organizzativo e gestionale. Gli avvicendamenti negli incarichi e nelle funzioni sono del tutto naturali nelle grandi aziende: evidenziano la fiducia che un direttore ripone nella sua redazione e danno prova che non esistono feudi precostituiti".

Il Cdr Rai lamenta anche il fatto che il provvedimento non sia stato concordato con i tre conduttori. "E' la prima volta che al Tg1 si tolgono incarichi di rilievo senza che sia concordato con gli interessati", si legge nella nota. "In passato, ai conduttori di edizioni principali del Tg1 cui è stato chiesto di lasciare la conduzione sono stati proposti incarichi equivalenti. Questa volta invece i colleghi non hanno dato il loro consenso di fronte a ipotesi indeterminate nei tempi e nell'inquadramento professionale. Un precedente che riteniamo molto grave".
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Messaggio Da Ospite Mer 31 Mar 2010, 20:48

ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
ForsesiForseno ha scritto:
Lucadev ha scritto:
Delilah ha scritto:Non mi sembra così semplice invece educare al sociale. Manca la partecipazione perfino quando si tratta dei problemi dei propri figli all'interno della scuola. Tagliano i laboratori? Tagliano il tempo pieno? Si risolve tutto in un brontolio indistinto e quando chiedi di partecipare a qualche iniziativa (non di tipo politico e tanto meno legata a qualche partito) fuggono tutti a gambe levate (forse devono andare a vedere la finale di Amici?).

Facevo una distinzione tra l'educazione alla conoscenza e l'educazione al sociale. Quest'ultima, secondo me, è possibile, a differenza della prima, e comunque è riferita ai ragazzi non agli altri genitori.
E' un tipo di educazione che parte all'interno della famiglia.
Senza giudicare nessuno, se i genitori sono individualisti è difficile che quel tipo di educazione avvenga.
Forse quello di cui parli tu è proprio il risultato di un modello culturale che si è spostato verso l'individualismo.
Aggiungiamo anche che si è persa la fiducia nel fatto che le cose pubbliche siano amministrate in linea con l'interesse collettivo e il gioco è fatto.
Il pensiero che porta ad allontanarsi dalla partecipazione collettiva è:
1. "sono più bravo e più bello di tutti, non ho bisogno degli altri"
2. "anche se protestiamo tutti, tanto non cambia niente"

Ed è proprio quello che ci stanno portando a pensare.

Perchè cambi questo modello di pensiero deve succedere qualcosa di forte.


Non ne sono molto convinto, la società cambia sempre di più. La famiglia, nella sua struttura e nel suo significato, è cambiata molto, anche il ruolo genitori-figli è confuso. I bambini sono soggetti ad una infinità di impulsi che provengono dall'esterno, in un senso o nell'altro ... mi capita spesso di vedere una forte discrepanza tra il modello di vita che si presume da un determinato nucleo familiare e la crescita dell'adolescente che può dare anche risultati opposti.

Per il resto condivido

Se hai voglia, puoi spiegarti meglio ?

La famiglia è cambiata in tutto. Intanto i bambini crescono fuori casa; gli uomini lavorano, le donne anche e questo porta i figli a vivere molto meno la famiglia (questo non è un giudizio di per sè negativo, anzi), la vita frenetica dei coniugi lavoratori li rende ancora più distanti dai propri figli (non solo distanza fisica). La scuola è importante, ma anche altre strutture dove il bambino passa del tempo. Per fare un esempio i circoli sportivi, dove molti passano interi pomeriggi.

Sin da piccoli diventano rilevanti le relazioni di amicizia, tuoi coetanei con i quali ti confronti, anche nelle diverse modalità del "giocare".
Inoltre la famiglia "tipo", non esiste più (in realtà non è mai esistita e per questo non è detto che sia un male). Rispetto al passato i divorzi crescono, il nucleo familiare è ridotto o vario (con zii, nonni che fanno da genitori), molti bambini vivono in due famiglie, ambienti diversi, che li pongono davanti ad una difficile sintesi delle due esperienze e, spesso, desiderosi di una terza via.

Altra componente è la incomunicabilità all'interno di un nucleo familiare (questo è trasversale rispetto al modello di vita) che incoraggia l'adolescente a lasciarsi schiacciare dai modelli esterni, provenienti dalla tv, dallo spettacolo, dallo star system, dal web, dai videogiochi ... e in genere dalla esasperazione tecnologica che accelera la crescita del bambino e svilisce troppo velocemente quella componente naturale-creativa che ciascun essere umano possiede e che è destinato a perdere con il passare del tempo, a causa delle sovrastrutture ...
e in ogni caso la forza della comunicazione (come la pubblicità e tutti i messaggi quotidiani che ci passano) finiscono per bombardare anche loro.
La famiglia ha la sua importanza, ma non è così decisiva come si potrebbe pensare, nel bene o nel male

non so se mi sono spiegato meglio

Scusa ma continuo a non capire la relazione tra il tuo discorso e l'affermazione con cui, dicevi, non sei d'accordo.
Riassumo: dicevo che si possono educare i figli alla coscienza del sociale e che in una famiglia di genitori individualisti questo è difficile che avvenga.

La tua tesi sarebbe che la famiglia non esiste ? Oppure che non ha influenza sullo sviluppo dei figli ?
Poi: secondo te come è possibile sviluppare la coscienza sociale ? O attraverso quali canali ?
Sempre che secondo te esista una coscienza sociale, sia chiaro.

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Messaggio Da nonhol'età Mer 31 Mar 2010, 21:05

Leggo ora su Repubblica: TG1 allontanati dal video tre conduttori - Minzolini: non si tratta di epurazione

http://www.repubblica.it/politica/2010/03/31/news/rai_cambiamenti_tg1-3048109/

E' iniziata la notte dei lunghi coltelli
Scusate vedo adesso che era già postato, il commento mio resta lo stesso G.A.S.Fo.M. 27101


Ultima modifica di nonhol'età il Mer 31 Mar 2010, 21:08 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da anny_skod Mer 31 Mar 2010, 21:08

Li hanno allontanati perchè non hanno firmato la petizione di Giorgino a favore di Minzolini fatta dopo che il direttore aveva dichiarato durante il telegiornale che Berlusconi era stato assolto sul caso Mills.
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