Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
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Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Cantastorie ModAdminon aggiunge :
Indice 3dCantastorie ha scritto:Testi e Minivideo da Conservare:
Gli Elenchi
Elenchi della I puntata
Elenchi della II puntata
Elenchi della III puntata
Elenchi della IV puntata
*****
I monologhi di Saviano
I monologhi di Saviano
*******
Vado/Resto perchè ....
Vado/Resto perchè...
Le canzoni e le cover di Vieni via con me - Le Coreografie
Canzoni e Coreografie
webdiretta 1ma puntata pag. 1-10
commenti 1ma puntata pp 11-29
webdiretta 2da puntata pp 30-37
commenti 2da puntata pp 38-50
webdiretta 3za puntata pp 51-66
commenti 3za puntata pp 67 -72
webdiretta 4rta puntata pp 72 -Fine 3d
---------------------------
Per chi volesse vedere o rivedere, qui altrove abbiamo raccolto i minivideo da sitoRaiyoutube ...
la 1ma puntata ... https://www.youtube.com/user/ForumAcademyfanclub#grid/user/2726EF94BAD1F068
la 2nda puntata.... https://www.youtube.com/user/ForumAcademyfanclub#grid/user/0B02074B9C5DA2D7
la 3rza puntata (ancora incompleta...ma mamma RaiYoutubb caricherà..)
https://www.youtube.com/user/ForumAcademyfanclub#grid/user/4B4768E1C5DF8EB6
Cantastorie modAdminoff
________
Lunedì 8 novembre Nichi Vendola sarà ospite del programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano 'Vieni via con me', in onda alle 21 su Rai3.
Nichi Vendola a "Vieni via con me" per raccontare l’Italia di oggi, il suo farsi e disfarsi, i suoi problemi e le sue contraddizioni, ma anche le sue risorse e le sue speranze.
Con Fabio Fazio e Roberto Saviano anche le testimonianze di Roberto Benigni, Claudio Abbado, Angela Finocchiaro, Daniele Silvestri e gli interventi di esponenti della società civile e di persone comuni.
Ultima modifica di echo il Mar 09 Nov 2010, 12:03 - modificato 1 volta.
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Si puo' fare la webdiretta
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Allora si farà questo benedetto programma?
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Amantide_Religiosa ha scritto:Allora si farà questo benedetto programma?
Eh si sta Nicol
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Oggi ti inseguo


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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Ogni tanto la tv riesce a proporre qualcosa di interessante anche ad orari normali. Spero di riuscire ad appropriarmi di un televisore e seguirlo dall'inizio
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Welcome back Mister Abbado
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e su Saviano..per chi non avesse visto il suo Dall'Inferno alla bellezza ..lo special chetempochefa dell'anno scorso..
trovasi sur tubo in playlist here
https://www.youtube.com/user/aieiesbrazorf#g/c/A6FBF790568D9DEF
ps: mettete un timer a Nico' - essendo unico politico in attività presente in trasm faranno 123 pippe sul Tempo offerto ...la prox volta, inviteranno Bondi che ci parlerà della Tutela del patrimonio italiano, partendo dai Gladiatori estinti :urlouomo: :urlouomo: :urlouomo: :urlouomo: :urlouomo:
Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Saviano: "Così racconterò i segreti
della macchina del fango"
Dalla censura alle bugie sui compensi, la sfida di "Vieni via con me". Oggi in prima serata su RaiTre va in onda la prima puntata del programma con Fazio. "Nella tv italiana il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti. E questo, soprattutto la tv pubblica, è ingiusto"
di ROBERTO SAVIANO
Io vorrei rivolgermi ai giovani, stasera, nella prima puntata di "Vieni via con me", per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo. Quando si dà fastidio a chi comanda si attiva un meccanismo fatto di dossier, di giornalisti conniventi, di politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali.
Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia: delegittimare. Delegittimare il rivale agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà, così che le persone quando lo vedono comparire in pubblico possano tenere in mente le immagini raccontate e non considerarlo credibile.
Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici. La disinformazione invece punta a distruggere le vittime nel campo degli amici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere.
La macchina del fango è il tema della prima puntata di "Vieni via con me", la trasmissione che per la prima volta mi ha messo alla prova come autore televisivo. Anche questa è una esperienza da raccontare. Lavorare ad un programma, costruirlo dal suo primo minuto all'ultimo ha qualcosa di irreale per uno che fa lo scrittore.
Sulla pagina tutto ciò che scrivi è spazio di immaginazione, tutto ciò che racconti può essere vissuto, pensato e rielaborato nella testa e nell'anima del lettore. Con la tv questo non lo puoi generare, le parole non sono scritte, le parole in tv si devono vedere. La narrazione è più efficace proprio quando non cerchi di riprodurre fedelmente la vita, ma quando con onestà la trasformi in un racconto. E nel racconto televisivo gli articoli sono le luci dello studio, gli aggettivi sono i filmati, i verbi sono i movimenti di scena, le frasi sono le inquadrature, la punteggiatura sono gli ospiti. In un tempo limitato deve entrare tutto: la volontà di raccontare uno spaccato significativo di esistenza e l'onestà di raccontarla come un punto di vista, non come verità assoluta. Capisci di essere un abusivo della tv, così come lo sono stato del teatro. In fondo tranne che sulla pagina ti senti straniero ovunque e forse questa è anche la magia di chi lavora con le parole, quella di doversi riconquistare ogni volta sul campo la legittimità a pronunciarle.
"Vieni via con me" era nata come una trasmissione che voleva raccontare il Paese con l'obiettivo di far bene le cose che crediamo di poter offrire al pubblico. Poi lentamente ci siamo accorti che iniziavamo a non essere graditi e arrivarono molti segnali in questo senso. Segnali che ci impedivano di continuare a lavorare. Poi siamo riusciti a riprenderci almeno in parte il nostro spazio di lavoro, a non farci cancellare. Il tanto rumore per nulla, di cui spesso si è accusati, quel pensiero latente di chi dice: "Avete visto, tanto gridare alla censura e poi la trasmissione la fate, e alle vostre condizioni".
Se fossimo stati in silenzio subendo le condizioni che la Rai di Masi ci stava dando, avremmo lavorato nella consapevolezza di stare costruendo qualcosa che non era nei patti e soprattutto non coincideva con le idee che avevo, con i racconti che avevo preparato. Nel caso della televisione italiana purtroppo il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti e con una comunità pronta a difenderti. Senza ascolti non si ha una seconda opportunità. E questo soprattutto per la tv pubblica è una dialettica ingiusta, bisognerebbe guardare alla qualità, alla necessità di un programma. Perché ti si giudichi per quello che sai fare e per quanto vali non è sufficiente fare bene il tuo lavoro, ma diventa necessario anche difenderlo e con molto rumore se la situazione lo richiede.
Questo è il nuovo meccanismo della censura, porre mille difficoltà alla realizzazione di un progetto, ma nell'ombra, in sedi il cui accesso è riservato a pochi, a persone coinvolte, che hanno tutto da perdere a mostrare i meccanismi e poco o nulla da guadagnare. E poi far parlare i fatti: "Andate male", "Non vi guarda nessuno", "Avete fatto ascolti da terza serata". Se l'unica protezione, oggi, alla televisione che non sia reality, che non sia leggero intrattenimento sono gli ascolti, l'unico modo per tagliare fuori chi ha proposte non migliori, non politicamente impegnate, ma semplicemente alternative, è dimostrare che quel tipo di racconto non ha mercato. Togliere i mezzi perché la qualità si affermi, ridurre luce perché resti in ombra il discorso: questo il nuovo modo per far morire in televisione tutto ciò che può essere cultura, racconto, libri, e facilmente dire "non funzionano", per poter investire su altro.
E così spesso hai la sensazione di lavorare non con il tuo editore ma contro di lui. E se da un progetto di quattro puntate si passa a due, e se poi le due puntate devono competere con partite di coppa a chi raccontiamo che gli ascolti sono stati bassi perché quelle erano le condizioni e non altre? A chi raccontiamo che non si tratta di dettagli ma di pilastri che quando si progetta una trasmissione contano quasi quanto i contenuti? A chi raccontiamo che non vale il "fate bene il vostro lavoro che poi raccoglierete i frutti".
E poi le balle sui compensi dette in un Paese come il nostro, irritato, esacerbato, esausto. Che campa con stipendi da fame. Nessuno, ma proprio nessuno che abbia detto cifre vere, perché lo scopo era innescare diffidenza, non dare informazioni. Del resto i compensi sono generati dal mercato e non da un'idea. Sono direttamente proporzionali a quanto fai guadagnare. E non ci sarebbe nulla di immorale a parlarne se non fossimo vittime del preconcetto secondo cui chi guadagna lo fa sempre senza merito alcuno. Che lavoro è il tuo: criticare a pagamento? Forse è inutile spiegare che si tratta di altro. Del resto, tutto questo ciarpame evapora di fronte al sorriso di Benigni. Di fronte al genio organizzativo di Fabio Fazio che è anche altro dal preciso conduttore che siamo abituati a vedere. E poi Claudio Abbado, un uomo raro, delicato ma che ruggisce ogni qual volta s'imbatte nella stupidità del potere, nella bruttezza dell'ignoranza. Un passerotto da combattimento per usare le parole di Faber. Di loro il nostro Paese ha bisogno come dell'aria.
In ultimo le prove durante le quali, per quanto blindate, cercano di ficcarsi persone pronte a riportare il minimo dettaglio. Il clima del Paese lo intuiscono tutti, ed è un clima di profonda diffidenza. E di più teme chi ha paura che lo si sveli. E quindi in molti a spiare e cercare di carpire. Ma lo sappiamo, e quindi durante le prove sappiamo anche cosa non dire: passaggi, considerazioni, racconti che in diretta soltanto si potranno ascoltare. In trasmissione giocheremo con gli elenchi invitando tutti, personaggi più o meno noti e gente comune, a dirci i motivi per cui vale la pena restare in Italia o per cui vale la pena andare via, emigrare, cercare realizzazione altrove. Abbiamo iniziato a raccogliere elenchi e commenti, ci aspettavamo una valanga di malanimo. Immaginavamo che le persone, anche coloro che sono emigrate, guardassero al nostro Paese, al loro Paese, come a una palude che ti impedisce qualunque tipo di realizzazione. E invece non è così. Ed è per questo che siamo qui, per provare a raccontare quella parte del Paese, che è la più grande, che ha voglia di ridisegnare questa terra, ha voglia di dire che non siamo tutti uguali, che la nostra diversità risiede nel saper sbagliare senza essere corrotti, nell'avere delle debolezze che non comportino ricatti ed estorsioni. E nel sognare, senza vergognarcene, di tornare a chiamare questa terra ora tanto infelice, patria.
http://www.repubblica.it/politica/2010/11/08/news/saviano_macchina_fango-8866795/?ref=HREC2-4
della macchina del fango"
Dalla censura alle bugie sui compensi, la sfida di "Vieni via con me". Oggi in prima serata su RaiTre va in onda la prima puntata del programma con Fazio. "Nella tv italiana il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti. E questo, soprattutto la tv pubblica, è ingiusto"
di ROBERTO SAVIANO
Io vorrei rivolgermi ai giovani, stasera, nella prima puntata di "Vieni via con me", per spiegare che la macchina del fango non è nata oggi, ma lavora da tempo. Quando si dà fastidio a chi comanda si attiva un meccanismo fatto di dossier, di giornalisti conniventi, di politici faccendieri che cercano attraverso media e ricatti di delegittimare i rivali.
Qualunque sia il tuo stile di vita, qualunque sia il tuo lavoro, qualunque sia il tuo pensiero, se ti poni contro certi poteri questi risponderanno sempre con un'unica strategia: delegittimare. Delegittimare il rivale agli occhi della pubblica opinione, cercare di renderlo nudo raccontando storie su di lui, descrivere comportamenti intimi per metterlo in difficoltà, così che le persone quando lo vedono comparire in pubblico possano tenere in mente le immagini raccontate e non considerarlo credibile.
Questa è disinformazione, più sottile della semplice calunnia che agisce soprattutto con i nemici. La disinformazione invece punta a distruggere le vittime nel campo degli amici, seminando quei dubbi e quei sospetti che proprio gli amici debbono temere.
La macchina del fango è il tema della prima puntata di "Vieni via con me", la trasmissione che per la prima volta mi ha messo alla prova come autore televisivo. Anche questa è una esperienza da raccontare. Lavorare ad un programma, costruirlo dal suo primo minuto all'ultimo ha qualcosa di irreale per uno che fa lo scrittore.
Sulla pagina tutto ciò che scrivi è spazio di immaginazione, tutto ciò che racconti può essere vissuto, pensato e rielaborato nella testa e nell'anima del lettore. Con la tv questo non lo puoi generare, le parole non sono scritte, le parole in tv si devono vedere. La narrazione è più efficace proprio quando non cerchi di riprodurre fedelmente la vita, ma quando con onestà la trasformi in un racconto. E nel racconto televisivo gli articoli sono le luci dello studio, gli aggettivi sono i filmati, i verbi sono i movimenti di scena, le frasi sono le inquadrature, la punteggiatura sono gli ospiti. In un tempo limitato deve entrare tutto: la volontà di raccontare uno spaccato significativo di esistenza e l'onestà di raccontarla come un punto di vista, non come verità assoluta. Capisci di essere un abusivo della tv, così come lo sono stato del teatro. In fondo tranne che sulla pagina ti senti straniero ovunque e forse questa è anche la magia di chi lavora con le parole, quella di doversi riconquistare ogni volta sul campo la legittimità a pronunciarle.
"Vieni via con me" era nata come una trasmissione che voleva raccontare il Paese con l'obiettivo di far bene le cose che crediamo di poter offrire al pubblico. Poi lentamente ci siamo accorti che iniziavamo a non essere graditi e arrivarono molti segnali in questo senso. Segnali che ci impedivano di continuare a lavorare. Poi siamo riusciti a riprenderci almeno in parte il nostro spazio di lavoro, a non farci cancellare. Il tanto rumore per nulla, di cui spesso si è accusati, quel pensiero latente di chi dice: "Avete visto, tanto gridare alla censura e poi la trasmissione la fate, e alle vostre condizioni".
Se fossimo stati in silenzio subendo le condizioni che la Rai di Masi ci stava dando, avremmo lavorato nella consapevolezza di stare costruendo qualcosa che non era nei patti e soprattutto non coincideva con le idee che avevo, con i racconti che avevo preparato. Nel caso della televisione italiana purtroppo il diritto a parlare lo conquisti con gli ascolti e con una comunità pronta a difenderti. Senza ascolti non si ha una seconda opportunità. E questo soprattutto per la tv pubblica è una dialettica ingiusta, bisognerebbe guardare alla qualità, alla necessità di un programma. Perché ti si giudichi per quello che sai fare e per quanto vali non è sufficiente fare bene il tuo lavoro, ma diventa necessario anche difenderlo e con molto rumore se la situazione lo richiede.
Questo è il nuovo meccanismo della censura, porre mille difficoltà alla realizzazione di un progetto, ma nell'ombra, in sedi il cui accesso è riservato a pochi, a persone coinvolte, che hanno tutto da perdere a mostrare i meccanismi e poco o nulla da guadagnare. E poi far parlare i fatti: "Andate male", "Non vi guarda nessuno", "Avete fatto ascolti da terza serata". Se l'unica protezione, oggi, alla televisione che non sia reality, che non sia leggero intrattenimento sono gli ascolti, l'unico modo per tagliare fuori chi ha proposte non migliori, non politicamente impegnate, ma semplicemente alternative, è dimostrare che quel tipo di racconto non ha mercato. Togliere i mezzi perché la qualità si affermi, ridurre luce perché resti in ombra il discorso: questo il nuovo modo per far morire in televisione tutto ciò che può essere cultura, racconto, libri, e facilmente dire "non funzionano", per poter investire su altro.
E così spesso hai la sensazione di lavorare non con il tuo editore ma contro di lui. E se da un progetto di quattro puntate si passa a due, e se poi le due puntate devono competere con partite di coppa a chi raccontiamo che gli ascolti sono stati bassi perché quelle erano le condizioni e non altre? A chi raccontiamo che non si tratta di dettagli ma di pilastri che quando si progetta una trasmissione contano quasi quanto i contenuti? A chi raccontiamo che non vale il "fate bene il vostro lavoro che poi raccoglierete i frutti".
E poi le balle sui compensi dette in un Paese come il nostro, irritato, esacerbato, esausto. Che campa con stipendi da fame. Nessuno, ma proprio nessuno che abbia detto cifre vere, perché lo scopo era innescare diffidenza, non dare informazioni. Del resto i compensi sono generati dal mercato e non da un'idea. Sono direttamente proporzionali a quanto fai guadagnare. E non ci sarebbe nulla di immorale a parlarne se non fossimo vittime del preconcetto secondo cui chi guadagna lo fa sempre senza merito alcuno. Che lavoro è il tuo: criticare a pagamento? Forse è inutile spiegare che si tratta di altro. Del resto, tutto questo ciarpame evapora di fronte al sorriso di Benigni. Di fronte al genio organizzativo di Fabio Fazio che è anche altro dal preciso conduttore che siamo abituati a vedere. E poi Claudio Abbado, un uomo raro, delicato ma che ruggisce ogni qual volta s'imbatte nella stupidità del potere, nella bruttezza dell'ignoranza. Un passerotto da combattimento per usare le parole di Faber. Di loro il nostro Paese ha bisogno come dell'aria.
In ultimo le prove durante le quali, per quanto blindate, cercano di ficcarsi persone pronte a riportare il minimo dettaglio. Il clima del Paese lo intuiscono tutti, ed è un clima di profonda diffidenza. E di più teme chi ha paura che lo si sveli. E quindi in molti a spiare e cercare di carpire. Ma lo sappiamo, e quindi durante le prove sappiamo anche cosa non dire: passaggi, considerazioni, racconti che in diretta soltanto si potranno ascoltare. In trasmissione giocheremo con gli elenchi invitando tutti, personaggi più o meno noti e gente comune, a dirci i motivi per cui vale la pena restare in Italia o per cui vale la pena andare via, emigrare, cercare realizzazione altrove. Abbiamo iniziato a raccogliere elenchi e commenti, ci aspettavamo una valanga di malanimo. Immaginavamo che le persone, anche coloro che sono emigrate, guardassero al nostro Paese, al loro Paese, come a una palude che ti impedisce qualunque tipo di realizzazione. E invece non è così. Ed è per questo che siamo qui, per provare a raccontare quella parte del Paese, che è la più grande, che ha voglia di ridisegnare questa terra, ha voglia di dire che non siamo tutti uguali, che la nostra diversità risiede nel saper sbagliare senza essere corrotti, nell'avere delle debolezze che non comportino ricatti ed estorsioni. E nel sognare, senza vergognarcene, di tornare a chiamare questa terra ora tanto infelice, patria.
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
il maritozzo stasera lavora... ci sono anch'io!!!!
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
che si è ben guardato dal fare dichiarazioni di censura..Di fronte al genio organizzativo di Fabio Fazio che è anche altro dal preciso conduttore che siamo abituati a vedere.
loris mazzetti e saviano si sono esposti.. lui si prende la solita finta etichetta di impavido donchisciotte...ma sta in silenzio e non pesta un callo a nessuno.
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
ho poca batteria e non ho il caricabatterie, se scompaio... a domani!
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
ecco..vedi..mò parliamo della "scorta erratica".....le passeggiatrici ...
e le "delicate e famose" che si prostituivano per influenzare la politica dei potenti..
come cambia il monn
e le "delicate e famose" che si prostituivano per influenzare la politica dei potenti..
come cambia il monn

Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
ahhhhh!!!! silvestri che canta gaber!!!!

bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
:salta: :salta: :salta: :salta: :salta: :salta: :salta: :salta:




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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
Giorgio Gaber
G. Gaber
(2003)
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
...cantata da D. Silvestri
G. Gaber
(2003)
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.
Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.
Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.
...cantata da D. Silvestri

bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
e pppoi diciono che il neurone non serv :corna: :corna: :corna:
Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
comunque io trovo che saviano abbia una faccia inquietante...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
mò parliamo di "macchina del fango"....diffamazione di chi "s'espone contro.."

Re: Vieni Via Con Me [ Saviano - Fazio ]
se poi non ti pieghi............chiedetelo a Falcone al prossimo giro.
Buonasera..........c'è posto per un pochino?
Buonasera..........c'è posto per un pochino?

LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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