MORTO MARIO MONICELLI
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
echo ha scritto:Ciao Mario!
Come ho letto altrove, ha voluto decidere tutto lui fino all'ultimo.
Concordo con te echo! Sono più che triste perchè adoravo ascoltare sempre quello che aveva da dire e dare, e ne aveva ancora molto.
E' stato un grande artista, un genio e un grande uomo! Ha avuto una vita piena e, almeno per come la penso io, una morte con coraggio. Voleva la sua libertà, la sua autonomia da vivo e ha scelto questo anche nella morte.
Che la madre natura ti abbia in gloria amattissimo Maestro.

Riposi in pace!
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
Mi spiace doppiamente... capisco e ringrazio.

Riposa in pace.

Riposa in pace.
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
Caspita ci sono rimasta molto male stamattina quando ho sentito la notizia...
la scomparsa di un grande uomo di cultura dispiace sempre, soprattutto se avviene in circostante violente...
però credo che come avete detto voi non abbia voluto che altri decidessero della sua vita per lui e abbia preso la sua ultima decisione personalmente.
Tanto di cappello e rispetto
Ciao Mario e riposa in pace
la scomparsa di un grande uomo di cultura dispiace sempre, soprattutto se avviene in circostante violente...
però credo che come avete detto voi non abbia voluto che altri decidessero della sua vita per lui e abbia preso la sua ultima decisione personalmente.
Tanto di cappello e rispetto
Ciao Mario e riposa in pace
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
IL RITRATTO
Il Balzac del cinema
di CURZIO MALTESE
"Se dovessi essere costretto a una vita che non è vita, la farei finita anch'io". Mario Monicelli me lo disse anni fa, a casa sua nel rione Monti. Erano i giorni del caso Welby. Sembrava più una presa di posizione intellettuale di un grande laico che non una confessione personale. A novant'anni era ancora bellissimo, elegante, ironico, sempre dentro qualche battaglia. L'altro giorno era ancora in piazza a protestare contro i tagli alla cultura. Questa notte ha deciso lui dove mettere la parola fine. Con Monicelli se ne va un genio e un maestro del cinema, anche se entrambe le definizioni l'avrebbero fatto sorridere.
"Appartengo ancora a una generazione dove si diventava registi di cinema soltanto perché non si era capaci di scrivere un bel romanzo. Potendo scegliere, avrei continuato a cercare d'imitare Dostoevskji". Si è ucciso come il padre Tomaso, giornalista di gran talento. Da giornalista aveva cominciato anche Mino e diceva di non aver mai smesso. Sempre curioso, polemico, informatissimo, divoratore di notizie grandi e piccole.
Nessuno come Monicelli ha indagato tanto e descritto meglio gli italiani dal dopoguerra a oggi. E' stato il nostro Balzac, l'autore di una gigantesca commedia umana degli italiani, attraverso decine di film, spesso capolavori. Titoli e storie che conoscono tutti, entrati nel linguaggio comune per descrivere l'oroscopo dei caratteri nazionali. L'elenco mette i brividi, dagli inizi col Totò di "Guardie e Ladri" a "I soliti ignoti", da "La grande guerra" a "I Compagni", e poi "L'Armata Brancaleone", "Amici miei", "I nuovi mostri", "Il marchese del Grillo", "Speriamo che sia femmina". Senza contare i film definiti minori dalla critica, come "Risate di gioia" o "Romanzo popolare", che da soli valgono più di alcune decine di presunti capolavori da festival.
Monicelli ha inventato la commedia all'italiana nel '58 con "I soliti ignoti" e ne ha dichiarato la fine vent'anni dopo con "Il borghese piccolo piccolo". In mezzo ha fabbricata l'unica epica di cui disponiamo, tragicomica, amorale, ma grande. Da parte sua, era quanto di più lontano dai suoi personaggi si potesse immaginare. Anti retorico, moralista, sempre a schiena dritta, con un profondo credo nei suoi valori laici, socialisti, libertari, antropologicamente antifascista. E' paradossale che un anti italiano tanto fieramente minoritario abbia ottenuto un tale immenso successo. Frutto, secondo Monicelli, anche di un significativo fraintendimento. "Ho quasi sempre descritto personaggi mostruosi. All'estero si stupiscono che gli italiani li trovino tanto simpatici".
Non credeva nella religione. Diceva che gli sarebbe piaciuto credere negli dei greci perché erano tanti, cialtroni ma allegri, mentre "il dio della Bibbia è in assoluto uno dei personaggi più cupi della letteratura mondiale". Sul set dell'ultimo film, "Le rose del deserto", girato a novant'anni, in condizioni ambientali eroiche anche per un trentenne, confessò di non avere paura della morte, ma del giorno in cui avrebbe smesso di lavorare. Come sempre, era la verità.
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/30/news/balzac_cinema-9670361/?ref=HREA-1
Il Balzac del cinema
di CURZIO MALTESE
"Se dovessi essere costretto a una vita che non è vita, la farei finita anch'io". Mario Monicelli me lo disse anni fa, a casa sua nel rione Monti. Erano i giorni del caso Welby. Sembrava più una presa di posizione intellettuale di un grande laico che non una confessione personale. A novant'anni era ancora bellissimo, elegante, ironico, sempre dentro qualche battaglia. L'altro giorno era ancora in piazza a protestare contro i tagli alla cultura. Questa notte ha deciso lui dove mettere la parola fine. Con Monicelli se ne va un genio e un maestro del cinema, anche se entrambe le definizioni l'avrebbero fatto sorridere.
"Appartengo ancora a una generazione dove si diventava registi di cinema soltanto perché non si era capaci di scrivere un bel romanzo. Potendo scegliere, avrei continuato a cercare d'imitare Dostoevskji". Si è ucciso come il padre Tomaso, giornalista di gran talento. Da giornalista aveva cominciato anche Mino e diceva di non aver mai smesso. Sempre curioso, polemico, informatissimo, divoratore di notizie grandi e piccole.
Nessuno come Monicelli ha indagato tanto e descritto meglio gli italiani dal dopoguerra a oggi. E' stato il nostro Balzac, l'autore di una gigantesca commedia umana degli italiani, attraverso decine di film, spesso capolavori. Titoli e storie che conoscono tutti, entrati nel linguaggio comune per descrivere l'oroscopo dei caratteri nazionali. L'elenco mette i brividi, dagli inizi col Totò di "Guardie e Ladri" a "I soliti ignoti", da "La grande guerra" a "I Compagni", e poi "L'Armata Brancaleone", "Amici miei", "I nuovi mostri", "Il marchese del Grillo", "Speriamo che sia femmina". Senza contare i film definiti minori dalla critica, come "Risate di gioia" o "Romanzo popolare", che da soli valgono più di alcune decine di presunti capolavori da festival.
Monicelli ha inventato la commedia all'italiana nel '58 con "I soliti ignoti" e ne ha dichiarato la fine vent'anni dopo con "Il borghese piccolo piccolo". In mezzo ha fabbricata l'unica epica di cui disponiamo, tragicomica, amorale, ma grande. Da parte sua, era quanto di più lontano dai suoi personaggi si potesse immaginare. Anti retorico, moralista, sempre a schiena dritta, con un profondo credo nei suoi valori laici, socialisti, libertari, antropologicamente antifascista. E' paradossale che un anti italiano tanto fieramente minoritario abbia ottenuto un tale immenso successo. Frutto, secondo Monicelli, anche di un significativo fraintendimento. "Ho quasi sempre descritto personaggi mostruosi. All'estero si stupiscono che gli italiani li trovino tanto simpatici".
Non credeva nella religione. Diceva che gli sarebbe piaciuto credere negli dei greci perché erano tanti, cialtroni ma allegri, mentre "il dio della Bibbia è in assoluto uno dei personaggi più cupi della letteratura mondiale". Sul set dell'ultimo film, "Le rose del deserto", girato a novant'anni, in condizioni ambientali eroiche anche per un trentenne, confessò di non avere paura della morte, ma del giorno in cui avrebbe smesso di lavorare. Come sempre, era la verità.
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/30/news/balzac_cinema-9670361/?ref=HREA-1
Chiara 75- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
Grazie Chiara! Bellissimo articolo e molto veritiero. Sono egoisticamente triste
ma serena per lui.

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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
Monicelli, saluto con 'Bella ciao'
Il rione Monti ha salutato il maestro radunandosi sotto casa sua. Il feretro è stato poi trasportato alla Casa del cinema per la camera ardente.
http://tv.repubblica.it/dossier/addio-a-monicelli/monicelli-saluto-con-bella-ciao/57517?video=&pagefrom=1&ref=HREA-1
Il rione Monti ha salutato il maestro radunandosi sotto casa sua. Il feretro è stato poi trasportato alla Casa del cinema per la camera ardente.
http://tv.repubblica.it/dossier/addio-a-monicelli/monicelli-saluto-con-bella-ciao/57517?video=&pagefrom=1&ref=HREA-1
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: MORTO MARIO MONICELLI
Roma, addio a Mario Monicelli
alla Camera polemica sull'eutanasia
La salma del regista è arrivata nel quartiere Monti a Roma.Tra brindisi, pugni chiusi e segni della croce. Il presidente Napolitano alla camera ardente: "Rispettare sua volontà". Polemiche a Montecitorio
ROMA - La salma di Mario Monicelli 1è arrivata questa mattina intorno alle dieci in piazza Madonna dei Monti, dove i cittadini del popolare quartiere romano, dove ha vissuto per anni, lo hanno salutato per l'utima volta. Alcuni di loro hanno brindato con una bottiglia di vino e mentre la folla si metteva in fila per salutare la bara, un'orchestrina accompagnava i saluti al maestro intonando 'Bella Ciao'. Poi è stata la volta del suono delle campane della vicina chiesa. 'Queste campane - ha spiegato il parroco Don Francesco - erano anche le sue, era una brava persona. Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno". Tra pugni chiusi e segni della croce, in molti commossi si sono scambiati ricordi legati agli attimi di vita quotidiana passati con il regista.
Sulla bara solo tre fiori: una rosa rossa e due garofani. Tutti sanno che "a Mario non sarebbero piaciuti tanti fiori". Chiara, la moglie, ha ricordato come "a Mario sarebbe piaciuta l'atmosfera di questo saluto", composto, silenzioso e interrotto solo da due applausi e un paio di "Mario ci hai fatto divertire".
Poi la salma di Monicelli è stata portata alla Casa del Cinema dove è stata allestita la camera ardente. Tra i primi a renderle omaggio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Bisogna rispettare il suo estremo scatto di volontà", ha commentato il Capo dello Stato. A portare un ultimo saluto al grande regista è arrivato quindi il sindaco di Roma Gianni Alemanno seguito da un lungo elenco di personaggi del mondo dello spettacolo, dai fratelli Vanzina a Paolo Virzì. All'interno della sala proiezioni la bara del padre della commedia all'italiana è stata posizionata di fronte allo schermo, dove si alternano una sua foto scattata negli ultimi anni che lo ritrae con un panno rosso in testa e la proiezione di brevi filmati che lo riguardano.
E stamattina l'aula di Montecitorio ha ricordato il regista con un lungo applauso. "Mario era un italiano con la schiena dritta" ha detto Walter Veltroni. "Non gli piaceva l'Italia di oggi, la mortificazione della sua vita culturale. Mario pensava che ribellarsi fosse giusto e aveva detto poco tempo fa, in un incontro con gli studenti, 'sovvertite, protestate, voi che siete giovani'".
"Tutta l'aula si associa al doveroso ricordo di un italiano illustre" ha ricordato Gianfranco Fini. Un clima che una polemica sull'eutanasia trova il modo di guastare. La radicale Rita Bernardini ha chiesto "una riflessione sul modo in cui Monicelli ha scelto di lasciare la vita. Per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare, ha scelto il suicidio, buttandosi da un balcone. Semplicemente, voglio dire che l'Aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anziché morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte". Furiosa la reazione dell'ex pd (adesso Udc) Paola Binetti: "Basta con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati: Monicelli era stato lasciato solo, il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà". Parole a cui fanno da contraltare quelle che la moglie del regista affida al Corriere della Sera: "Ha preso una decisione forte e coerente come sempre da uomo coraggioso e noi familiari la consideriamo tremenda ma la rispettiamo".
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/12/01/news/funerali_monicelli-9714080/
alla Camera polemica sull'eutanasia
La salma del regista è arrivata nel quartiere Monti a Roma.Tra brindisi, pugni chiusi e segni della croce. Il presidente Napolitano alla camera ardente: "Rispettare sua volontà". Polemiche a Montecitorio
ROMA - La salma di Mario Monicelli 1è arrivata questa mattina intorno alle dieci in piazza Madonna dei Monti, dove i cittadini del popolare quartiere romano, dove ha vissuto per anni, lo hanno salutato per l'utima volta. Alcuni di loro hanno brindato con una bottiglia di vino e mentre la folla si metteva in fila per salutare la bara, un'orchestrina accompagnava i saluti al maestro intonando 'Bella Ciao'. Poi è stata la volta del suono delle campane della vicina chiesa. 'Queste campane - ha spiegato il parroco Don Francesco - erano anche le sue, era una brava persona. Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno". Tra pugni chiusi e segni della croce, in molti commossi si sono scambiati ricordi legati agli attimi di vita quotidiana passati con il regista.
Sulla bara solo tre fiori: una rosa rossa e due garofani. Tutti sanno che "a Mario non sarebbero piaciuti tanti fiori". Chiara, la moglie, ha ricordato come "a Mario sarebbe piaciuta l'atmosfera di questo saluto", composto, silenzioso e interrotto solo da due applausi e un paio di "Mario ci hai fatto divertire".
Poi la salma di Monicelli è stata portata alla Casa del Cinema dove è stata allestita la camera ardente. Tra i primi a renderle omaggio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Bisogna rispettare il suo estremo scatto di volontà", ha commentato il Capo dello Stato. A portare un ultimo saluto al grande regista è arrivato quindi il sindaco di Roma Gianni Alemanno seguito da un lungo elenco di personaggi del mondo dello spettacolo, dai fratelli Vanzina a Paolo Virzì. All'interno della sala proiezioni la bara del padre della commedia all'italiana è stata posizionata di fronte allo schermo, dove si alternano una sua foto scattata negli ultimi anni che lo ritrae con un panno rosso in testa e la proiezione di brevi filmati che lo riguardano.
E stamattina l'aula di Montecitorio ha ricordato il regista con un lungo applauso. "Mario era un italiano con la schiena dritta" ha detto Walter Veltroni. "Non gli piaceva l'Italia di oggi, la mortificazione della sua vita culturale. Mario pensava che ribellarsi fosse giusto e aveva detto poco tempo fa, in un incontro con gli studenti, 'sovvertite, protestate, voi che siete giovani'".
"Tutta l'aula si associa al doveroso ricordo di un italiano illustre" ha ricordato Gianfranco Fini. Un clima che una polemica sull'eutanasia trova il modo di guastare. La radicale Rita Bernardini ha chiesto "una riflessione sul modo in cui Monicelli ha scelto di lasciare la vita. Per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare, ha scelto il suicidio, buttandosi da un balcone. Semplicemente, voglio dire che l'Aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anziché morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte". Furiosa la reazione dell'ex pd (adesso Udc) Paola Binetti: "Basta con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati: Monicelli era stato lasciato solo, il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà". Parole a cui fanno da contraltare quelle che la moglie del regista affida al Corriere della Sera: "Ha preso una decisione forte e coerente come sempre da uomo coraggioso e noi familiari la consideriamo tremenda ma la rispettiamo".
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/12/01/news/funerali_monicelli-9714080/
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