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Re: G.A.S.Fo.M.
fear-of-the-dark ha scritto:che tristezza....comunque ho paura che il 14 accada lo stesso....uffa!
tanto tu hai finito no? Oppure ti manca la specialistica se non sbaglio? Cosa hai deciso poi di fare?

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Re: G.A.S.Fo.M.
la specialistica purtroppo. credo di andare a Roma. 

fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
che bellooooooofear-of-the-dark ha scritto:la specialistica purtroppo. credo di andare a Roma.


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Re: G.A.S.Fo.M.
non c'entra niente con la scuola ma guardate qui, fantastica sta ragazza che ha creato questo sito
E' impressionante però....
http://costofwar.com/

http://costofwar.com/
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Re: G.A.S.Fo.M.
Veramente SENZA PAROLE
Sciopero, si recupera il 19 gennaio
A rischio anche la 17.ma giornata
Ormai è deciso, sempre che le parti - ed è molto difficile - non trovino un accordo nelle prossime ore e non riescano a scongiurare uno sciopero già proclamato. Dando quindi per scontato che 16.ma giornata di campionato salti, non resta che cercare la data buona per il recupero. Rovistando tra impegni vari, si scopre che il primo giorno libero per giocare è mercoledì 19 gennaio. C'è però il pericolo di un nuovo sciopero per il 18/19 dicembre.
La questione, pare, non è di poco conto perché sui punti di scontro - due, per essere precisi: i giocatori fuori rosa e i trasferimenti coatti - Aic e Lega sono distanti anni luce. Da una parte ci sono calciatori che, ricchi quanto volete, hanno il diritto di difendere diritti sanciti contrattualmente. Dall'altra, invece, ci sono le società, che vorrebbero, chissà se a ragione, poter disporre come gli pare dei loro dipendenti. Il che, tradotto, significa metterli fuori rosa specie se non accettano trasferimenti o non discutono rinnovi (già, perché questo è accaduto finora: per capirlo bastino i casi Pandev, Ledesma e Marchetti) e mandarli altrove in caso di scarso rendimento. Altrove e, soprattutto, dove vogliono loro.
La questione sta più o meno così: io società ti acquisto, tu giocatore non rendi, io società ti vendo a chi voglio io e, cioè, al miglior offerente. Se poi il miglior offerente - sempre rispettando parametri discutibilissimi di eguale livello di competitività - non è di tuo gradimento, pace. Semplice, no?
La risposta è, ovviamente, no. Perché ai calciatori l'equazione non rendi-ti vendo non piace per nulla e, quindi, lo hanno fatto sapere. Sciopero per la 16.ma giornata, che verrà forse recuperata a metà gennaio, e, se la discussione non migliora, sciopero anche per la 17.ma, in programma a ridosso di Natale.
Ultimo punto da non sottovalutare: le società, dallo sciopero dei calciatori, ci guadagnano. Come ogni dipendente, al giocatore che protesta non viene pagato parte dello stipendio. Per i calciatori la perdita economica è alta: una settimana senza soldi.
http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/articoli/articolo48284.shtml
Sciopero, si recupera il 19 gennaio
A rischio anche la 17.ma giornata
Ormai è deciso, sempre che le parti - ed è molto difficile - non trovino un accordo nelle prossime ore e non riescano a scongiurare uno sciopero già proclamato. Dando quindi per scontato che 16.ma giornata di campionato salti, non resta che cercare la data buona per il recupero. Rovistando tra impegni vari, si scopre che il primo giorno libero per giocare è mercoledì 19 gennaio. C'è però il pericolo di un nuovo sciopero per il 18/19 dicembre.
La questione, pare, non è di poco conto perché sui punti di scontro - due, per essere precisi: i giocatori fuori rosa e i trasferimenti coatti - Aic e Lega sono distanti anni luce. Da una parte ci sono calciatori che, ricchi quanto volete, hanno il diritto di difendere diritti sanciti contrattualmente. Dall'altra, invece, ci sono le società, che vorrebbero, chissà se a ragione, poter disporre come gli pare dei loro dipendenti. Il che, tradotto, significa metterli fuori rosa specie se non accettano trasferimenti o non discutono rinnovi (già, perché questo è accaduto finora: per capirlo bastino i casi Pandev, Ledesma e Marchetti) e mandarli altrove in caso di scarso rendimento. Altrove e, soprattutto, dove vogliono loro.
La questione sta più o meno così: io società ti acquisto, tu giocatore non rendi, io società ti vendo a chi voglio io e, cioè, al miglior offerente. Se poi il miglior offerente - sempre rispettando parametri discutibilissimi di eguale livello di competitività - non è di tuo gradimento, pace. Semplice, no?
La risposta è, ovviamente, no. Perché ai calciatori l'equazione non rendi-ti vendo non piace per nulla e, quindi, lo hanno fatto sapere. Sciopero per la 16.ma giornata, che verrà forse recuperata a metà gennaio, e, se la discussione non migliora, sciopero anche per la 17.ma, in programma a ridosso di Natale.
Ultimo punto da non sottovalutare: le società, dallo sciopero dei calciatori, ci guadagnano. Come ogni dipendente, al giocatore che protesta non viene pagato parte dello stipendio. Per i calciatori la perdita economica è alta: una settimana senza soldi.
http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/articoli/articolo48284.shtml
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Re: G.A.S.Fo.M.
Mi viene in mente la frase di Crozza di ieri sera... E' la prima volta che si minaccia uno sciopero da parte di chi non ha mai lavorato in vita sua!!
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Re: G.A.S.Fo.M.
bilquis ha scritto:
bellissimooooo



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Re: G.A.S.Fo.M.
Tutti i segreti di Julian Assange
l'uomo che fa tremare il potere
Viaggia sotto falso nome, usa telefoni criptati, paga solo in contanti. Ecco come vive il "James Bond della contronformazione". Con lui giornalisti e hacker, che lavorando davanti a computer in bunker atomici grazie a finanziamenti da donazioni volontarie
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK - Ottantamila lettori di Time vogliono che sia Julian Assange l'"uomo dell'anno" da mettere in copertina. "Va braccato come Osama Bin Laden", intima invece la leader della destra americana Sarah Palin. "Condanniamo a morte tutte le gole profonde", invoca sulla Fox News l'anchorman Bill O'Reilly mentre il deputato repubblicano Peter King propone "il reato di terrorismo" per le fughe di notizie. Ma chi c'è davvero dietro WikiLeaks? A chi giova politicamente il cataclisma diplomatico orchestrato dal suo capo Assange? Come funziona il suo universo parallelo, che usa un'impenetrabile segretezza interna per imporre il massimo della trasparenza ai governi di tutto il mondo? A meno di protettori potenti, solo un genio può sottrarsi alla caccia all'uomo planetaria, e resuscitare il suo sito dopo formidabili attacchi informatici. Questo australiano di 39 anni si è già conquistato un posto nel Pantheon dei grandi dell'èra Internet.
Come Bill Gates (Microsoft), Larry Page (Google) o Mark Zuckerberg (Facebook) anche Assange è un innovatore rivoluzionario, usando le nuove tecnologie ha scardinato consuetudini diplomatiche antiche di secoli. Un "gigante dell'informatica" lo definiscono anche quegli ex collaboratori che hanno deciso di abbandonarlo per divergenze politiche o etiche. E' un giustiziere o un criminale, angelo o Mefistofele? Daniel Ellsberg, la gola profonda che nel 1971 rivelò al New York Times le bugie di Stato sul Vietnam (i Pentagon Papers), considera Assange l'eroe del nostro tempo: "Ho aspettato 40 anni - dice - per vedere qualcuno che abbattesse i segreti di Stato in modo da cambiare il corso della storia". Le defezioni polemiche di tanti suoi collaboratori possono dipingere un altro personaggio: ambiguo, irresponsabile, o manipolato.
Dalla clandestinità, rispondendo per email alle interviste, Assange sfida i suoi avversari: "Quel che abbiamo fatto finora è una millesima parte della nostra missione". A Hillary Clinton che lo accusa di mettere in pericolo vite umane: "Da 50 anni questo è l'alibi usato da ogni governo americano, per impedire che l'opinione pubblica sappia ciò che fanno. Ma il coraggio è contagioso: più dimostriamo che la verità è vincente, più avremo nuove rivelazioni".
Conduce "una vita da James Bond della contro-informazione", come la definisce lui stesso. Viaggia sotto falso nome, evita gli alberghi, si tinge i capelli, cambia continuamente telefonino (criptato) e impone ai suoi collaboratori di fare lo stesso. Paga solo in contanti (le carte di credito lasciano tracce) e anche quelli deve farseli prestare per non usare il Bancomat. Eppure l'inizio di questa storia è ben diverso, il che infittisce il mistero di WikiLeaks. Catalogata al suo battesimo nel 2006 come un "organo d'informazione internazionale non-profit", si autodefinisce così: "Un sistema a prova di censura, per generare fughe massicce di documenti riservati senza tradirne l'origine". Tra le regole statutarie: "Accetta solo materiali segreti", e i documenti devono avere "rilevanza politica, diplomatica, storica, etica". Un anno dopo il suo lancio, sul sito WikiLeaks c'erano già 1,2 milioni di documenti. Assange non figura subito come il capo. Alle origini l'organizzazione si descriveva come un collettivo, animato da noti dissidenti cinesi come Xiao Qiang, Wang Youcai e Wang Dan; giornalisti in lotta contro le dittature; matematici ed esperti informatici che cooperavano da Stati Uniti, Europa, Australia, Taiwan, Sudafrica. La componente cinese nel nucleo fondatore è importante: quei dissidenti si sono allenati a "bucare" un muro impenetrabile, la Grande Muraglia di Fuoco, la censura informatica della Repubblica Popolare. La loro presenza è anche all'origine di velenosi sospetti - probabilmente infondati - sull'infiltrazione dei servizi segreti di Pechino in WikiLeaks.
Nei primi anni la battaglia è rivolta soprattutto contro i regimi autoritari, i genocidi, la repressione del dissenso. Nel 2008 WikiLeaks si guadagna un riconoscimento da Amnesty per le rivelazioni sulle esecuzioni sommarie della polizia in Kenya. The Economist assegna al sito il premio New Media Award. Tutto cambia di colpo nell'aprile di quest'anno, quando su WikiLeaks appare il video di una strage di civili iracheni da parte dei soldati americani. Poi a luglio esce la prima infornata di 76.900 documenti segreti sulla guerra in Afghanistan. Seguita da 400.000 comunicazioni confidenziali sul conflitto in Iraq. Per arrivare al grande botto che domenica scorsa ha sparpagliato alla luce del sole 250.000 dispacci diretti al Dipartimento di Stato dalle ambasciate Usa. L'America di Barack Obama diventa il bersaglio numero uno. In coincidenza con questa svolta, aumenta a dismisura la visibilità di WikiLeaks.
Emerge come leader l'australiano Assange, con un passato di pirata informatico. La novità sconvolge alcuni sostenitori del "primo" WikiLeaks. L'agenzia stampa Associated Press, il Los Angeles Times, la federazione degli editori di giornali Usa, che avevano finanziato il sito, ci ripensano. Amnesty International e Reporters senza frontiere criticano Assange con lo stesso argomento della Clinton, "per avere messo in pericolo vite umane" (divulgando nomi di informatori afgani della Cia, ora esposti alla vendetta dei Taliban). Alla ritirata dei grandi sostenitori Assange reagisce appoggiandosi su una miriade di simpatizzanti, i micro-pagamenti affluiscono dal mondo intero usando il sistema Paypal. Più inquietanti sono le defezioni tra gli amici e i collaboratori più stretti. Un vero e proprio "scisma", accelerato dopo le accuse di molestie sessuali da parte di due donne svedesi contro Assange (lui nega, sostiene che i rapporti furono consensuali). Almeno una dozzina di volontari del nucleo originario di WikiLeaks sono partiti. Alcuni parlano. Come il 25enne islandese Herbert Snorrason che di Assange dice: "Ormai è fuori di testa". Birgitta Jonsdottir, una parlamentare islandese che era stata anche lei tra gli attivisti fondatori, accusa Assange di aver deciso tutto da solo sui segreti militari americani in Afghanistan. Altri, dietro l'anonimato, lo accusano di essere diventato "megalomane, dittatoriale".
Non lo abbandonano però i fedelissimi: 40 volontari, 800 aiutanti esterni. Un miracolo economico, per un'organizzazione che sopravvive con un budget di soli 200.000 euro all'anno. Senza una sede fisica. Spostandosi virtualmente in quelle "piazze giuridiche off-shore" dalle leggi più tolleranti per la libertà di espressione. Un prodigio tecnologico, soprattutto: "Com'è possibile - hanno chiesto le autorità inglesi in questo weekend di attese isteriche - che il Pentagono con tutta la sua potenza nella guerra elettronica non riesca a oscurare per sempre WikiLeaks?". La risposta è tutta nel genio di Assange. In fuga perpetua dall'Australia alla Svezia, da Berlino a Londra, forse in procinto di chiedere asilo alla Svizzera, anche per i "server" di Internet lui usa lo stesso metodo, cambia costantemente i propri snodi di comunicazione. E ha un'arma segreta, quella che lui definisce la sua "polizza vita": molti documenti riservati in suo possesso sono già stati "scaricati" via Twitter in forma criptata sui computer di decine o forse centinaia di simpatizzanti. "Se succede qualcosa a me - minaccia Assange - o al sito principale, scatta automaticamente la divulgazione della password che consentirà di diffondere tutto questo materiale". Bluff o verità? Tutto ciò che riguarda Assange si presta a doppie letture, è circondato da un alone di mistero.
Lo stesso uso politico che ne viene fatto: la destra americana lo denuncia come un terrorista, ma al tempo stesso strumentalizza le fughe di notizie contro l'Amministrazione Obama. I mass media hanno imparato quanto Assange possa essere implacabile: il New York Times è stato messo "in quarantena" per non avere accettato a scatola chiusa i diktat di WikiLeaks, il Wall Street Journal e la Cnn sono stati messi al bando dalle rivelazioni. Braccato da polizie e magistrature, bersagliato dagli hacker, la primula rossa che ha abbattuto ogni regola dei segreti di Stato si fa beffe dell'annuncio che la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato rivedranno tutti i sistemi di comunicazione: "Il nuovo volto della censura moderna è impedire le fughe di notizie riservate. Ma per quanto inventino nuove protezioni, sarà sempre possibile escogitare i sistemi per aggirale".
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12/01/news/rampini_segreti_wikileaks-9707843/
l'uomo che fa tremare il potere
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Come Bill Gates (Microsoft), Larry Page (Google) o Mark Zuckerberg (Facebook) anche Assange è un innovatore rivoluzionario, usando le nuove tecnologie ha scardinato consuetudini diplomatiche antiche di secoli. Un "gigante dell'informatica" lo definiscono anche quegli ex collaboratori che hanno deciso di abbandonarlo per divergenze politiche o etiche. E' un giustiziere o un criminale, angelo o Mefistofele? Daniel Ellsberg, la gola profonda che nel 1971 rivelò al New York Times le bugie di Stato sul Vietnam (i Pentagon Papers), considera Assange l'eroe del nostro tempo: "Ho aspettato 40 anni - dice - per vedere qualcuno che abbattesse i segreti di Stato in modo da cambiare il corso della storia". Le defezioni polemiche di tanti suoi collaboratori possono dipingere un altro personaggio: ambiguo, irresponsabile, o manipolato.
Dalla clandestinità, rispondendo per email alle interviste, Assange sfida i suoi avversari: "Quel che abbiamo fatto finora è una millesima parte della nostra missione". A Hillary Clinton che lo accusa di mettere in pericolo vite umane: "Da 50 anni questo è l'alibi usato da ogni governo americano, per impedire che l'opinione pubblica sappia ciò che fanno. Ma il coraggio è contagioso: più dimostriamo che la verità è vincente, più avremo nuove rivelazioni".
Conduce "una vita da James Bond della contro-informazione", come la definisce lui stesso. Viaggia sotto falso nome, evita gli alberghi, si tinge i capelli, cambia continuamente telefonino (criptato) e impone ai suoi collaboratori di fare lo stesso. Paga solo in contanti (le carte di credito lasciano tracce) e anche quelli deve farseli prestare per non usare il Bancomat. Eppure l'inizio di questa storia è ben diverso, il che infittisce il mistero di WikiLeaks. Catalogata al suo battesimo nel 2006 come un "organo d'informazione internazionale non-profit", si autodefinisce così: "Un sistema a prova di censura, per generare fughe massicce di documenti riservati senza tradirne l'origine". Tra le regole statutarie: "Accetta solo materiali segreti", e i documenti devono avere "rilevanza politica, diplomatica, storica, etica". Un anno dopo il suo lancio, sul sito WikiLeaks c'erano già 1,2 milioni di documenti. Assange non figura subito come il capo. Alle origini l'organizzazione si descriveva come un collettivo, animato da noti dissidenti cinesi come Xiao Qiang, Wang Youcai e Wang Dan; giornalisti in lotta contro le dittature; matematici ed esperti informatici che cooperavano da Stati Uniti, Europa, Australia, Taiwan, Sudafrica. La componente cinese nel nucleo fondatore è importante: quei dissidenti si sono allenati a "bucare" un muro impenetrabile, la Grande Muraglia di Fuoco, la censura informatica della Repubblica Popolare. La loro presenza è anche all'origine di velenosi sospetti - probabilmente infondati - sull'infiltrazione dei servizi segreti di Pechino in WikiLeaks.
Nei primi anni la battaglia è rivolta soprattutto contro i regimi autoritari, i genocidi, la repressione del dissenso. Nel 2008 WikiLeaks si guadagna un riconoscimento da Amnesty per le rivelazioni sulle esecuzioni sommarie della polizia in Kenya. The Economist assegna al sito il premio New Media Award. Tutto cambia di colpo nell'aprile di quest'anno, quando su WikiLeaks appare il video di una strage di civili iracheni da parte dei soldati americani. Poi a luglio esce la prima infornata di 76.900 documenti segreti sulla guerra in Afghanistan. Seguita da 400.000 comunicazioni confidenziali sul conflitto in Iraq. Per arrivare al grande botto che domenica scorsa ha sparpagliato alla luce del sole 250.000 dispacci diretti al Dipartimento di Stato dalle ambasciate Usa. L'America di Barack Obama diventa il bersaglio numero uno. In coincidenza con questa svolta, aumenta a dismisura la visibilità di WikiLeaks.
Emerge come leader l'australiano Assange, con un passato di pirata informatico. La novità sconvolge alcuni sostenitori del "primo" WikiLeaks. L'agenzia stampa Associated Press, il Los Angeles Times, la federazione degli editori di giornali Usa, che avevano finanziato il sito, ci ripensano. Amnesty International e Reporters senza frontiere criticano Assange con lo stesso argomento della Clinton, "per avere messo in pericolo vite umane" (divulgando nomi di informatori afgani della Cia, ora esposti alla vendetta dei Taliban). Alla ritirata dei grandi sostenitori Assange reagisce appoggiandosi su una miriade di simpatizzanti, i micro-pagamenti affluiscono dal mondo intero usando il sistema Paypal. Più inquietanti sono le defezioni tra gli amici e i collaboratori più stretti. Un vero e proprio "scisma", accelerato dopo le accuse di molestie sessuali da parte di due donne svedesi contro Assange (lui nega, sostiene che i rapporti furono consensuali). Almeno una dozzina di volontari del nucleo originario di WikiLeaks sono partiti. Alcuni parlano. Come il 25enne islandese Herbert Snorrason che di Assange dice: "Ormai è fuori di testa". Birgitta Jonsdottir, una parlamentare islandese che era stata anche lei tra gli attivisti fondatori, accusa Assange di aver deciso tutto da solo sui segreti militari americani in Afghanistan. Altri, dietro l'anonimato, lo accusano di essere diventato "megalomane, dittatoriale".
Non lo abbandonano però i fedelissimi: 40 volontari, 800 aiutanti esterni. Un miracolo economico, per un'organizzazione che sopravvive con un budget di soli 200.000 euro all'anno. Senza una sede fisica. Spostandosi virtualmente in quelle "piazze giuridiche off-shore" dalle leggi più tolleranti per la libertà di espressione. Un prodigio tecnologico, soprattutto: "Com'è possibile - hanno chiesto le autorità inglesi in questo weekend di attese isteriche - che il Pentagono con tutta la sua potenza nella guerra elettronica non riesca a oscurare per sempre WikiLeaks?". La risposta è tutta nel genio di Assange. In fuga perpetua dall'Australia alla Svezia, da Berlino a Londra, forse in procinto di chiedere asilo alla Svizzera, anche per i "server" di Internet lui usa lo stesso metodo, cambia costantemente i propri snodi di comunicazione. E ha un'arma segreta, quella che lui definisce la sua "polizza vita": molti documenti riservati in suo possesso sono già stati "scaricati" via Twitter in forma criptata sui computer di decine o forse centinaia di simpatizzanti. "Se succede qualcosa a me - minaccia Assange - o al sito principale, scatta automaticamente la divulgazione della password che consentirà di diffondere tutto questo materiale". Bluff o verità? Tutto ciò che riguarda Assange si presta a doppie letture, è circondato da un alone di mistero.
Lo stesso uso politico che ne viene fatto: la destra americana lo denuncia come un terrorista, ma al tempo stesso strumentalizza le fughe di notizie contro l'Amministrazione Obama. I mass media hanno imparato quanto Assange possa essere implacabile: il New York Times è stato messo "in quarantena" per non avere accettato a scatola chiusa i diktat di WikiLeaks, il Wall Street Journal e la Cnn sono stati messi al bando dalle rivelazioni. Braccato da polizie e magistrature, bersagliato dagli hacker, la primula rossa che ha abbattuto ogni regola dei segreti di Stato si fa beffe dell'annuncio che la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato rivedranno tutti i sistemi di comunicazione: "Il nuovo volto della censura moderna è impedire le fughe di notizie riservate. Ma per quanto inventino nuove protezioni, sarà sempre possibile escogitare i sistemi per aggirale".
http://www.repubblica.it/esteri/2010/12/01/news/rampini_segreti_wikileaks-9707843/
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Re: G.A.S.Fo.M.
Personalmente a me questa storia puzza e non mi convince per niente. Ero una simpatizzante di Wikileaks, ora non so' più cosa pensare....ma non mi piace quel poco che riesco a leggere tra le righe di tutta questa storia e della strada che si è messa a percorrere.
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Re: G.A.S.Fo.M.
Come Berlusconi droga i sondaggi su internet del Corriere della Sera
La paura del premier si manifesta anche in queste cose. ForzaSilvio.it il suo sito di mobilitazione di Silvio Berlusconi ha invitato venerdì con una newsletter tutti i suoi iscritti a votare sul sito del Corriere della Sera (alleghiamo una schermata della newsletter ricevuta da un utente che siamo riusciti a procurarci).

Attualmente il sondaggio sul corriere della sera raggiungibile a questo link è ancora attivo vede infatti un oltre 60% degli utenti dichiararsi fiduciosi che Silvio incasserà la fiducia, frutto del lavoro di Antonio Palmieri (responsabile delle attività internet di Silvio Berlusconi) e del massiccio invio di inviti a votare da parte dei propri iscritti?
votate numerosi

La paura del premier si manifesta anche in queste cose. ForzaSilvio.it il suo sito di mobilitazione di Silvio Berlusconi ha invitato venerdì con una newsletter tutti i suoi iscritti a votare sul sito del Corriere della Sera (alleghiamo una schermata della newsletter ricevuta da un utente che siamo riusciti a procurarci).

Attualmente il sondaggio sul corriere della sera raggiungibile a questo link è ancora attivo vede infatti un oltre 60% degli utenti dichiararsi fiduciosi che Silvio incasserà la fiducia, frutto del lavoro di Antonio Palmieri (responsabile delle attività internet di Silvio Berlusconi) e del massiccio invio di inviti a votare da parte dei propri iscritti?
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Re: G.A.S.Fo.M.
Geniale!VivaMatteo ha scritto:
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Avrei dovuto pensarci quando preparavamo i nostri cartelli.
sarà per il prossimo corteo

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Re: G.A.S.Fo.M.
Wikileaks oscurato su Internet, gli uomini di Assange accusano gli Usa.
Intanto il sito cerca casaWikileaks è stato oscurato. Gli uomini di Assange accusano gli Usa, attraverso Twitter, di aver oscurato il loro dominio.
Intanto il sito cerca casaWikileaks è stato oscurato. Gli uomini di Assange accusano gli Usa, attraverso Twitter, di aver oscurato il loro dominio.
La lotta si trasferisce dunque dal campo diplomatico a quello informatico. “Il dominio è stato ucciso dagli Stati Uniti”, recita la pagina Wikileaks di Twitter e, in realtà, questa mattina non è possibile collegarsi al sito. Secondo il sito della tv americana Cnbc, il provider che forniva il dominio wikileaks.org, EveryDNS.net, ha reso noto in una dichiarazione di aver interrotto la fornitura del dominio a Wikileaks.org. Wikileaks ha comunque trasferito il sito su altri indirizzi. Uno è wikileaks.ch, in svizzera, l'altro un indirizzo ip, questo: http://213.251.145.96/cablegate.html. Qui continuano a essere consultabili i "cablogrammi" segreti del dipartimento di stato americano.
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Re: G.A.S.Fo.M.
Avete visto questo?
Roma è piena di questi poster
http://www.partitodupilu.it/
Non capivo cosa cazz erano quei poster
poi ho scoperto che si tratta del suo film.


http://www.partitodupilu.it/
Non capivo cosa cazz erano quei poster


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Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: G.A.S.Fo.M.
Amantide_Religiosa ha scritto:Avete visto questo?Roma è piena di questi poster
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http://www.partitodupilu.it/
Non capivo cosa cazz erano quei posterpoi ho scoperto che si tratta del suo film.
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seunanotte- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: G.A.S.Fo.M.
http://213.251.145.96/
questo è il nuovo indirizzo ip di WikiLeaks, al momento è accessibile
questo è il nuovo indirizzo ip di WikiLeaks, al momento è accessibile

violablu- Utente Aficionado: 501-2000 post
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bilquis- Utente Colonna: 2001-5000 post
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fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Berlusconi: Wikileaks minimizza.
Divulgate migliaia di comunicazioni riservate: la diplomazia mondiale non era così in imbarazzo dai tempi dell’abbuffata di Rocher.
Per il Governo italiano una figura patetica. Frattini.
L’ambasciatore americano disse di Frattini che “a livello professionale, risorse ed esperienza sono scarse”. E Frattini gli rispose “Yes, thank you”.
I rapporti dipingono Putin come un capobranco, Gheddafi dedito al botox, Sarkozy despota senza scrupoli, Netanyahu bugiardo che fa promesse a vuoto, Kim Jong Il vecchio flaccido, Mugabe psicopatico e Karzai paranoico. Berlusconi è un medley.
(Putin è definito “maschio dominante”. A ben vedere è questa la rivelazione scomoda per Berlusconi)
La Russa: “I rapporti tra Italia e Usa non cambieranno”. A meno che da Washington arrivino ordini in questo senso.
Gli Usa rassicurano Berlusconi: “Non abbiamo amico migliore”. È che non ne avete più.
Nelle rivelazioni di Wikileaks neanche una parola sul Pd. Questo dimostra che sono autentiche.
Accusato di stupro, il fondatore di Wikileaks è ricercato in 188 nazioni. Non si fermeranno finchè non lo trovano in tutte.
Sarah Palin: “Assange ricercato come Bin Laden”. Quindi è al sicuro.
No-Gelmini, la protesta raggiunge il centro di Roma. Il traffico intenso ha causato rallentamenti al corteo.
Gli studenti cercano di ribaltare i blindati della polizia, ma a causa dei tagli nessuno conosce più il principio della leva.
Il 9 febbraio si celebrerà la giornata nazionale degli stati vegetativi. Il 2 giugno non andava più bene?
(Per l’occasione sarà organizzato un pigiama party)
Dal primo gennaio Berlusconi può diventare padrone di un giornale. Spero prenda una bella testata.
Ristampata la biografia di Vittorio Feltri. Pare ci sia un secondo acquirente.
Spinoza.it
Divulgate migliaia di comunicazioni riservate: la diplomazia mondiale non era così in imbarazzo dai tempi dell’abbuffata di Rocher.
Per il Governo italiano una figura patetica. Frattini.
L’ambasciatore americano disse di Frattini che “a livello professionale, risorse ed esperienza sono scarse”. E Frattini gli rispose “Yes, thank you”.
I rapporti dipingono Putin come un capobranco, Gheddafi dedito al botox, Sarkozy despota senza scrupoli, Netanyahu bugiardo che fa promesse a vuoto, Kim Jong Il vecchio flaccido, Mugabe psicopatico e Karzai paranoico. Berlusconi è un medley.
(Putin è definito “maschio dominante”. A ben vedere è questa la rivelazione scomoda per Berlusconi)
La Russa: “I rapporti tra Italia e Usa non cambieranno”. A meno che da Washington arrivino ordini in questo senso.
Gli Usa rassicurano Berlusconi: “Non abbiamo amico migliore”. È che non ne avete più.
Nelle rivelazioni di Wikileaks neanche una parola sul Pd. Questo dimostra che sono autentiche.
Accusato di stupro, il fondatore di Wikileaks è ricercato in 188 nazioni. Non si fermeranno finchè non lo trovano in tutte.
Sarah Palin: “Assange ricercato come Bin Laden”. Quindi è al sicuro.
No-Gelmini, la protesta raggiunge il centro di Roma. Il traffico intenso ha causato rallentamenti al corteo.
Gli studenti cercano di ribaltare i blindati della polizia, ma a causa dei tagli nessuno conosce più il principio della leva.
Il 9 febbraio si celebrerà la giornata nazionale degli stati vegetativi. Il 2 giugno non andava più bene?
(Per l’occasione sarà organizzato un pigiama party)
Dal primo gennaio Berlusconi può diventare padrone di un giornale. Spero prenda una bella testata.
Ristampata la biografia di Vittorio Feltri. Pare ci sia un secondo acquirente.
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bilquis- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: G.A.S.Fo.M.
DAVANTI AD UNA COSA SIMILE SI RIMANE SENZA PAROLE.fear-of-the-dark ha scritto:
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sophia- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Questo è il vice questore di Brescia, tale Emanuele Ricifari. Sul web c'è qualche informazione interessante... 

fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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