considerazioni sul pop
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Re: considerazioni sul pop
fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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Quando vuoi sai farti capire.....

Ed è anche un bell'intervento....

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Re: considerazioni sul pop
questo l'ho letto ma secondo me svicoli con eleganza...Lucadev ha scritto:Sarò breve perchè la questione generi musicali è una questione piuttosto dibattuta. E' praticamente impossibile dare una definizione di pop.
Il motivo è che siamo arrivati ad una compenetrazione dei vari generi musicali che è difficile dire, per esempio, quel pezzo è pop, rock, funky, soul, R&B....ecc ecc con estrema esattezza.
Al limite si può andare per esclusione e dire, per esempio: quel pezzo non è blues, oppure, quel pezzo non è heavy metal, non è jazz ecc ecc
Per esempio: Sade è pop ? E' soul ? E' jazz ?
Il modo per catalogare i vari generi musicali, dal punto di vista prettamente musicale non è semplice. Per alcuni generi è più facile, per esempio si può riconoscere chiaramente che un pezzo appartiene al genere blues perchè ha una certa struttura armonica e ritmica ed è composto strutturalmente, per esempio, da 12 battute. Poi possiamo andare avanti e dire che è blues perchè c'è un largo uso delle pentatoniche, delle note "blues", di una certa struttura melodica nella forma: "domanda - risposta" e di altri espedienti espressivi che appartengono propriamente a quel genere.
Non importa che abbiate capito o no quello che no scritto, era solo per dare un'idea della complessità di fare una analisi di un genere musicale, anche per una musica veramente molto semplice come è il blues.
Anche io sono curioso di avere una definizione di pop, se qualcuno ci vuole provare leggerò, veramente e sinceramente, con grande interesse.
a me sembra di risentire sempre gli stessi parametri nel pop commerciale, possibile che non ci siano canoni? non ci credo...
ma forse ti colgo in fallo?

bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
infatti secondo me stiamo parlando di due cose completamete diverse. Io quando parlo di POP non intendo la musica popolare di cui parli tu (folk) ma del pop commerciale all'inglese per intenderci (e qui quoterei, se fossi capace, l'ultimo intervento di fear, che condivido in pieno ed é molto ben espresso, si vede che studia né!)Cantastorie ha scritto:principè ... l'importante è che non escludi la musica d'autore italiana dalla musica popolare italiana perchè in quella è assolutamente compresa.
Nel POP inteso col significato inglese forse hai ragione tu perchè la musica popolare che intendo io, ossia anche quella autorale si indica col termine FOLK.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
Amantide_Religiosa ha scritto:Concordo con te in questo senso. Ma più che altro il nostro discorso era su cosa si dovrebbe intendere per POP, non per cosa è diventato.chiav ha scritto:Per quel che mi riguarda POP ha ormai solo un'accezione solo di tipo commerciale, senza scomodare generi e bisogna scrollarci di dosso riferimenti di tipo tecnico, perché un buon pezzo pop è soltanto un replicante di ciò che in passato ha fatto la fortuna di un genere.
Ora il rock, che era la musica del popolo per eccellezze, è divenuto genere di culto e nicchia, sfido il comune ascoltatore a sorbirsi un album mediatissimo come l'ultimo dei WILCO.
Pop è massa...il pop è la parte involuta della musica..oltre a ciò....entriamo nei generi musicali.
NON SI è SEMPRE QUALCOSA IN SENSO STRETTO, LA MUSICA, I GENERI, non sono dei comparti stagno, le categorie sono soltanto dei luoghi fittizi ove per convenzione le cose ritrovano un ordine, ma non è l'ordine a fare la categoria.
Il concetto di pop, nel senso immobile del termine, è cosa già data, e allora, senza andare a cercare il pelo nell'uovo, accontentiamoci dei concetti che gli storici della musica ci hanno inculcato. Oltre a ciò c'è un concetto che si evolve e perciò inafferrabile.
Io ho letto tutti i discorsi, ho visto scomodare Verdi e tutta l'opera italiana.
La storia si evolve, le menti umane si evolvono, le cose entrano ed escono e girano da una categoria all'altra.
Il pop è un cocetto evoluto e se decontestualizziamo il termine da tutto ciò che accade nell'ora e qui, compreso il commercio, allora stiamo parlando di qualcosa che esiste solo nelle vostre menti.
L'accordo di do maggiore è pop.
Il commercio detta le leggi della scrittura musicale, è un tale incastrarsi delle cose che nemmeno le note stesse sanno più dove andare.
chiav- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: considerazioni sul pop
Lucadev ha scritto:fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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Ed è anche un bell'intervento....
thanks...

fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
bellaprincipessa ha scritto:questo l'ho letto ma secondo me svicoli con eleganza...Lucadev ha scritto:Sarò breve perchè la questione generi musicali è una questione piuttosto dibattuta. E' praticamente impossibile dare una definizione di pop.
Il motivo è che siamo arrivati ad una compenetrazione dei vari generi musicali che è difficile dire, per esempio, quel pezzo è pop, rock, funky, soul, R&B....ecc ecc con estrema esattezza.
Al limite si può andare per esclusione e dire, per esempio: quel pezzo non è blues, oppure, quel pezzo non è heavy metal, non è jazz ecc ecc
Per esempio: Sade è pop ? E' soul ? E' jazz ?
Il modo per catalogare i vari generi musicali, dal punto di vista prettamente musicale non è semplice. Per alcuni generi è più facile, per esempio si può riconoscere chiaramente che un pezzo appartiene al genere blues perchè ha una certa struttura armonica e ritmica ed è composto strutturalmente, per esempio, da 12 battute. Poi possiamo andare avanti e dire che è blues perchè c'è un largo uso delle pentatoniche, delle note "blues", di una certa struttura melodica nella forma: "domanda - risposta" e di altri espedienti espressivi che appartengono propriamente a quel genere.
Non importa che abbiate capito o no quello che no scritto, era solo per dare un'idea della complessità di fare una analisi di un genere musicale, anche per una musica veramente molto semplice come è il blues.
Anche io sono curioso di avere una definizione di pop, se qualcuno ci vuole provare leggerò, veramente e sinceramente, con grande interesse.
a me sembra di risentire sempre gli stessi parametri nel pop commerciale, possibile che non ci siano canoni? non ci credo...
ma forse ti colgo in fallo?
Ehehehhehe...ti piacerebbe eh ?

Ma...scusa....fallo in che senso ?



Vabbè adesso ti rispondo in un altro post dopo questo.....ma vuoi una risposta articolata o concisa ? Anzi no facciamo concisa sennò non se ne esce più......
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Re: considerazioni sul pop
mambu ha scritto:Mamma mia... scrivete troppo... è dalle tre che cerco di tornare in pari e non ci riesco... c'è pure il dibattito uomo/donna politica/società natura /cultura![]()
Non sistematicamente riprendo qualche spunto, ma non offrndetevi se non vi cito o vi ho capito male
MUSICA POPOLARE IN ITALIA: Verdi è stato il killer della musica popolare italiana, assieme ai napoletani (più o meno... mi pare che Bovio fosse abruzzese) suoi contemporanei o di poco dopo.
Ma non è stata colpa tutta sua: l'assassinio era cominciato da quasi tre secoli con tutti i canzonettisti colti o semicolti che riempirono l'italia colta di composizioni in una lingua inesistente e in una musica (tonale) nuova. (caro mio ben.... bel fiorellin.... dolce visin)
Il successo di questa musica presso le classi alte portò al disprezzo o alla noncuranza della vera musica popolare. L'italia qui ha subito l'effetto negativo dell'essere all'avanguardia in Europa. Mentre altrove, pur tra mille ambiguità, nasceva l'interesse per le manifestazioni culturali popolari, da noi ottenevano solo disprezzo. E quando qualcosa cominciò a cambiare, nella seconda metà dell'800 (Nigra, Pitré), era già tardi e comunque non cambiò lo snobismo della cultura ufficiale.
E così i gondolieri veneziani incantavano Goethe cantando le ottave del Tasso, ma nessuno li ascoltava mentre cantavano la loro musica in darsena o all'osteria.
Se non fosse arrivato un americano, Lomax, negli anni '50, della musica popolare italiana non sapremmo proprio niente. E per trovare qualcosa di veramente diverso, che non fosse influenzato dalla musica colta, è dovuto andare in vallette isolate delle alpi o dellappennino o sull'altopiano siculo o nel cuore della Sardegna.
E interessante che mentre i musicisti colti di tutta europa "rubavano" cose alle musiche popolari (soprattutto ritmi, v. ciaccona, sarabanda, fandango e 1000 altre... da un certo momento soprattutto nei paesi dell'est, guarda caso immuni da una tradizione canzonettistica colta, diffusa invece in Europa occidentale), i nostri grandi compositori non lo facevano. Usavano magari ritmi rubati in Italia da musicisti stranieri (saltarello, pavana, furlana...).
Ho scritto anche troppo... in sintesi vorrei dire che l'Italia non è diventata un paese di merda con Berlusconi e D'alessio... abbiamo una solida tradizione.
Ah.... amo Verdi
more more..ma grazie..
ps. anche io ho dovuto scegliere a quale dibattito culturale addentrarmi..
e visto che musicalmente sono ignorante con qualche lacuna..tappa obbligatoria!
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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Passaggio dal fordismo, con diffusione di massa di beni standardizzati prima inaccessibili, alla post-modernità con l'espansione del mercato affidato a una sempre maggiore differenziazione (almeno apparente) dell'offerta? e col mercato che occupa sempre nuovi spazi, dove fino a poco fa c'erano altre forme di incontro tra domanda e offerta?
E se si può applicare alla musica?
Credo proprio di sì

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Re: considerazioni sul pop
bellaprincipessa ha scritto:infatti secondo me stiamo parlando di due cose completamete diverse. Io quando parlo di POP non intendo la musica popolare di cui parli tu (folk) ma del pop commerciale all'inglese per intenderci (e qui quoterei, se fossi capace, l'ultimo intervento di fear, che condivido in pieno ed é molto ben espresso, si vede che studia né!)Cantastorie ha scritto:principè ... l'importante è che non escludi la musica d'autore italiana dalla musica popolare italiana perchè in quella è assolutamente compresa.
Nel POP inteso col significato inglese forse hai ragione tu perchè la musica popolare che intendo io, ossia anche quella autorale si indica col termine FOLK.






fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
mambu ha scritto:fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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studi economia?
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E se si può applicare alla musica?
Credo proprio di sì
eh si studio economia ....spero di laurearmi entro l'anno!sempre che riesca a disintossicarmi da questo forum...

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Re: considerazioni sul pop
ecco chiav, credo che sia quello che cerchiamo di dire io e Fear (tu e lei meglio di me che io a speigarmi sono sempre una chiavica!).chiav ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Concordo con te in questo senso. Ma più che altro il nostro discorso era su cosa si dovrebbe intendere per POP, non per cosa è diventato.chiav ha scritto:Per quel che mi riguarda POP ha ormai solo un'accezione solo di tipo commerciale, senza scomodare generi e bisogna scrollarci di dosso riferimenti di tipo tecnico, perché un buon pezzo pop è soltanto un replicante di ciò che in passato ha fatto la fortuna di un genere.
Ora il rock, che era la musica del popolo per eccellezze, è divenuto genere di culto e nicchia, sfido il comune ascoltatore a sorbirsi un album mediatissimo come l'ultimo dei WILCO.
Pop è massa...il pop è la parte involuta della musica..oltre a ciò....entriamo nei generi musicali.
NON SI è SEMPRE QUALCOSA IN SENSO STRETTO, LA MUSICA, I GENERI, non sono dei comparti stagno, le categorie sono soltanto dei luoghi fittizi ove per convenzione le cose ritrovano un ordine, ma non è l'ordine a fare la categoria.
Il concetto di pop, nel senso immobile del termine, è cosa già data, e allora, senza andare a cercare il pelo nell'uovo, accontentiamoci dei concetti che gli storici della musica ci hanno inculcato. Oltre a ciò c'è un concetto che si evolve e perciò inafferrabile.
Io ho letto tutti i discorsi, ho visto scomodare Verdi e tutta l'opera italiana.
La storia si evolve, le menti umane si evolvono, le cose entrano ed escono e girano da una categoria all'altra.
Il pop è un cocetto evoluto e se decontestualizziamo il termine da tutto ciò che accade nell'ora e qui, compreso il commercio, allora stiamo parlando di qualcosa che esiste solo nelle vostre menti.
L'accordo di do maggiore è pop.
Il commercio detta le leggi della scrittura musicale, è un tale incastrarsi delle cose che nemmeno le note stesse sanno più dove andare.
Il pop, oggi é commerciale. ma questo non é per forza negativo. e' un dato di fatto. Quello che pero' puo' essere gradevole da ascoltare, rilassante etc. non necessariamente resterà nella storia. Ma anche qui il discorso si puo' ampliare. perché qualcosa resta nella storia? Quanto tempo dopo si puo' dire che qualcosa ha "fatto storia"?
Per ora io sento tante canzoni piacevoli (ascolto molto la radio, spece la mattina andando al lavoro). Mi piacciono i Gossips, qualcosa dei Killers, il famigerato Mika e tanti altri di cui non ricordo nemmeno il nome... chissà pero' se qualcuno di questi resterà... per ora mi sembrano semplicemente gradevoli, freschi, rilassanti e commerciali (altrimenti in radio non li sentirei)
Questo per me é pop
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
E' questo che confondi, il pop dovrebbe essere una cosa che non dovrebbe farti pensare? Cioè non dovrebbe trasmetterti nientr tranne che una "leggerezza" semplice allegria buttimoci in caciara tutti? Non capisco questo ragionamentobellaprincipessa ha scritto:non ha abbastanza "leggerezza" per essere pop. Il pop si puo' ascoltare anche distrattamente, nel pop i testi non sono preponderanti, il pop ti dà un benessere irrazionale, leggero. de André ti fa pensare. Non é la stessa cosa, a mio parere e per come intendo io il pop.Amantide_Religiosa ha scritto:Ma perchè De andrè che cos'è? Non è strapopolare? E' anche colui che ha usato molto, e approfondito, la musica folk (non solo italiana) nelle sue canzoni. Cioè De Andre per te è un autore di nicchia?bellaprincipessa ha scritto:pero' anche questa musica ha, secondo me, una sua funzione di relax, valvola di sfogo, alleggerimento dello stress quotidiano...Cantastorie ha scritto:un'uultima cosa e poi me ne vò ...la musica popolare di qualità (musica-testi) mantiene il pregio della musica cosiddetta Colta ....
Non è legata al Tempo in cui è stata scritta.......e si mantiene attuale anche dopo 20...40...80 anni ......
o pensate che i beatles o fossati sono a scadenza come lo yogurt?
della musica usagetta, detta popolare in dispregiativa, non si ricorderanno tra due anni se non per fasse du risate......amica di padella
Io non sono brava come voi con le parole... provo a fare due esempi. Quando sono stanca, sterssata, stufa, etc. leggo fumetti (principalmente Bonelli), o gialli (di vario tipo). Questo non mi impedisce di leggere ed apprezzare classici della letteratura passata e moderna (sono una divoratrice di libri), ma tutto dipende dallo stato d'animo.*ecco per me il pop é come i fumetti... un "rilassatore" che non impegna troppo ma che da un momento di piacere. Non é necessario che resti e che segni la "storia".
Un'altro esempio. Adoro il cinema, chi legge il topic dei film lo sa, pero' ad es. odio guardare i film in tv. Per la la tv é un mezzo atto a veicolare quotidianità (cfr Marshall McLuhan), provvisorietà...
Insomma ogni mezzo di comunicazione e ogni momento hanno delle caratteristiche diverse.
Non sono d'accordo sulla vostra definizione di pop per cui il cantautorato italiano, ad es., é pop. Nononono.
Sorry

Si può essere leggeri ma con gusto, esattamente come si può essere sexy ma mai volgare e viceversa.
_________________________________
""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
Yes Minister!

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Re: considerazioni sul pop
no, no, articolata che a me le sveltine non piacciono... non sono più una ragazzina, ho bisogno di approfondire...Lucadev ha scritto:bellaprincipessa ha scritto:questo l'ho letto ma secondo me svicoli con eleganza...Lucadev ha scritto:Sarò breve perchè la questione generi musicali è una questione piuttosto dibattuta. E' praticamente impossibile dare una definizione di pop.
Il motivo è che siamo arrivati ad una compenetrazione dei vari generi musicali che è difficile dire, per esempio, quel pezzo è pop, rock, funky, soul, R&B....ecc ecc con estrema esattezza.
Al limite si può andare per esclusione e dire, per esempio: quel pezzo non è blues, oppure, quel pezzo non è heavy metal, non è jazz ecc ecc
Per esempio: Sade è pop ? E' soul ? E' jazz ?
Il modo per catalogare i vari generi musicali, dal punto di vista prettamente musicale non è semplice. Per alcuni generi è più facile, per esempio si può riconoscere chiaramente che un pezzo appartiene al genere blues perchè ha una certa struttura armonica e ritmica ed è composto strutturalmente, per esempio, da 12 battute. Poi possiamo andare avanti e dire che è blues perchè c'è un largo uso delle pentatoniche, delle note "blues", di una certa struttura melodica nella forma: "domanda - risposta" e di altri espedienti espressivi che appartengono propriamente a quel genere.
Non importa che abbiate capito o no quello che no scritto, era solo per dare un'idea della complessità di fare una analisi di un genere musicale, anche per una musica veramente molto semplice come è il blues.
Anche io sono curioso di avere una definizione di pop, se qualcuno ci vuole provare leggerò, veramente e sinceramente, con grande interesse.
a me sembra di risentire sempre gli stessi parametri nel pop commerciale, possibile che non ci siano canoni? non ci credo...
ma forse ti colgo in fallo?
Ehehehhehe...ti piacerebbe eh ?![]()
Ma...scusa....fallo in che senso ?.....
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Vabbè adesso ti rispondo in un altro post dopo questo.....ma vuoi una risposta articolata o concisa ? Anzi no facciamo concisa sennò non se ne esce più......

bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
scommetto che studia sociologia... mia moglie mi distrusse le chiocche con l'esame di economia!mambu ha scritto:fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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Passaggio dal fordismo, con diffusione di massa di beni standardizzati prima inaccessibili, alla post-modernità con l'espansione del mercato affidato a una sempre maggiore differenziazione (almeno apparente) dell'offerta? e col mercato che occupa sempre nuovi spazi, dove fino a poco fa c'erano altre forme di incontro tra domanda e offerta?
E se si può applicare alla musica?
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dino75- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: considerazioni sul pop
Da come la vedo io POP è negativo.........è inutile che pensiamo di salvare i concetti, pop è un concetto che per motivi storici è divenuto il sinonimo di schifezza musicale, ciò esula dal gusto soggettivo.
Tutti i termini si evolvono e divengono altro dalla loro originaria radice etimologica.
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chiav- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: considerazioni sul pop
non ci riuscirai mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!fear-of-the-dark ha scritto:mambu ha scritto:fear-of-the-dark ha scritto:il pop risponde ad una logica di produzione rivolta al consumo di massa. Dove non è importante la qualità , ma la quantità. Nasce infatti agli inizi del 900 , quando si pnsava che il prgresso tecnologico potesse portare ad un sicuro futuro di sana competizione , secondo standard fissati. In questa logica il produttore si allontana dal consumatore e così il pubblico dal musicista. Quindi il pubblico vuole un'arte che sia prolungamento della tradizione o che abbia un orientamento storicistico( mozart, bach, ecc ). Il problema è che andando avanti il livello culturale è aumentato , le possibilità di fruizione della musica e dei prodotti commerciali in genere è aumentata. Ci si è resi conto di quanto sia falimentare in un questo contesto la produzione di massa , così come ci si è resi conto che l'offerta deve essere personalizzata e che quindi non può esistere un prodotto valido per tutti, ma un prodotto che risponde a più esigenze o che è personalizzato alle proprie esigenze. In questo senso non credo si possa parlare di pop , perchè dovremmo farci rientrare qualsiasi cosa e non farci rientrare niente. E il tutto risponderebbe a criteri soggetivi. Ma questo è solo il mio punto di vista sulla faccenda.e scommetto che non si è capita una mazza.
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Passaggio dal fordismo, con diffusione di massa di beni standardizzati prima inaccessibili, alla post-modernità con l'espansione del mercato affidato a una sempre maggiore differenziazione (almeno apparente) dell'offerta? e col mercato che occupa sempre nuovi spazi, dove fino a poco fa c'erano altre forme di incontro tra domanda e offerta?
E se si può applicare alla musica?
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eh si studio economia ....spero di laurearmi entro l'anno!sempre che riesca a disintossicarmi da questo forum...
dino75- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: considerazioni sul pop
"leggerezza" non é "caciara". "allegria" non é "cattivo gusto". Tu non hai mai bisogno di staccare la spina? di "metter in stand by" il cervello? beata te! Io si'!, e ci sono alcune cose che mi danno benessere senza impegnarmi troppo, appunto con leggerezza, senza essere volgari. Per me, nella musica, questa funzione é svolta dal pop.Amantide_Religiosa ha scritto:E' questo che confondi, il pop dovrebbe essere una cosa che non dovrebbe farti pensare? Cioè non dovrebbe trasmetterti nientr tranne che una "leggerezza" semplice allegria buttimoci in caciara tutti? Non capisco questo ragionamentobellaprincipessa ha scritto:non ha abbastanza "leggerezza" per essere pop. Il pop si puo' ascoltare anche distrattamente, nel pop i testi non sono preponderanti, il pop ti dà un benessere irrazionale, leggero. de André ti fa pensare. Non é la stessa cosa, a mio parere e per come intendo io il pop.Amantide_Religiosa ha scritto:Ma perchè De andrè che cos'è? Non è strapopolare? E' anche colui che ha usato molto, e approfondito, la musica folk (non solo italiana) nelle sue canzoni. Cioè De Andre per te è un autore di nicchia?bellaprincipessa ha scritto:pero' anche questa musica ha, secondo me, una sua funzione di relax, valvola di sfogo, alleggerimento dello stress quotidiano...Cantastorie ha scritto:un'uultima cosa e poi me ne vò ...la musica popolare di qualità (musica-testi) mantiene il pregio della musica cosiddetta Colta ....
Non è legata al Tempo in cui è stata scritta.......e si mantiene attuale anche dopo 20...40...80 anni ......
o pensate che i beatles o fossati sono a scadenza come lo yogurt?
della musica usagetta, detta popolare in dispregiativa, non si ricorderanno tra due anni se non per fasse du risate......amica di padella
Io non sono brava come voi con le parole... provo a fare due esempi. Quando sono stanca, sterssata, stufa, etc. leggo fumetti (principalmente Bonelli), o gialli (di vario tipo). Questo non mi impedisce di leggere ed apprezzare classici della letteratura passata e moderna (sono una divoratrice di libri), ma tutto dipende dallo stato d'animo.*ecco per me il pop é come i fumetti... un "rilassatore" che non impegna troppo ma che da un momento di piacere. Non é necessario che resti e che segni la "storia".
Un'altro esempio. Adoro il cinema, chi legge il topic dei film lo sa, pero' ad es. odio guardare i film in tv. Per la la tv é un mezzo atto a veicolare quotidianità (cfr Marshall McLuhan), provvisorietà...
Insomma ogni mezzo di comunicazione e ogni momento hanno delle caratteristiche diverse.
Non sono d'accordo sulla vostra definizione di pop per cui il cantautorato italiano, ad es., é pop. Nononono.
Sorry.
Si può essere leggeri ma con gusto, esattamente come si può essere sexy ma mai volgare e viceversa.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
Questa sembra una stupida, ma è bravissima, lei ha capito cosa sia pop, suona da dio, canta da dio, ma poi le conviene fare cagate
chiav- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: considerazioni sul pop
io resto fedele al mio di continuum...delle logiche di vendita e commerciali mi riguarda poco o nulla e se quelle sono determinanti nel definire il genere pop come easy da ascoltare...io identifico la musica popolare con la musica che ha radici nella tradizione musicale di un Luogo fisico con una cultura e un'identità che si rispecchia anche nel linguaggio musicale..
se la musica popolare italiana ha trovato un filone ANCHE nella musica colta e da quella è stata contaminata io la considero una FORTUNA non un indebolimento..perchè senza quella contaminazione sarebbe andata probabilmente perduta, non scritta, non incisa su dischi, non diffusa...
senza il connubio tra musica bianca e musica blues di origine afro-americana...non avremmo probabilmente avuto nella stessa forma il rock...il funky...lo swing...e il pop di cui si cerca qui la cintura.limite...
musica non è un fungo che nasce da solo, isolato, ma è un connubio, una commistione, un mix che per tradizione se non incrocia il consenso del gruppo umano che ha le chiavi del profitto commerciale......resta per pochi e rischia di estinguersi o di esser rinchiusa in cerchi piccoli piccoli, come la musica nazionale oramai invasa dalla musica di radica anglofona....invasione che riguarda sia il meglio di quel mercato che ..il peggio, che io forse per mancanza di termini identifico proprio col pop easy...o con la musica da ballo usagetta.
drrrrrrrrrrrinnnnnnnnn escooooooooooo che lo dovevo fare un'ora fa
se la musica popolare italiana ha trovato un filone ANCHE nella musica colta e da quella è stata contaminata io la considero una FORTUNA non un indebolimento..perchè senza quella contaminazione sarebbe andata probabilmente perduta, non scritta, non incisa su dischi, non diffusa...
senza il connubio tra musica bianca e musica blues di origine afro-americana...non avremmo probabilmente avuto nella stessa forma il rock...il funky...lo swing...e il pop di cui si cerca qui la cintura.limite...
musica non è un fungo che nasce da solo, isolato, ma è un connubio, una commistione, un mix che per tradizione se non incrocia il consenso del gruppo umano che ha le chiavi del profitto commerciale......resta per pochi e rischia di estinguersi o di esser rinchiusa in cerchi piccoli piccoli, come la musica nazionale oramai invasa dalla musica di radica anglofona....invasione che riguarda sia il meglio di quel mercato che ..il peggio, che io forse per mancanza di termini identifico proprio col pop easy...o con la musica da ballo usagetta.
drrrrrrrrrrrinnnnnnnnn escooooooooooo che lo dovevo fare un'ora fa

Re: considerazioni sul pop
dino75 ha scritto:
non ci riuscirai mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!






fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
dino75 ha scritto:non ci riuscirai mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!fear-of-the-dark ha scritto:eh si studio economia ....spero di laurearmi entro l'anno!sempre che riesca a disintossicarmi da questo forum...
e se ci riesce le spezziamo le gambine

che di un'altra broker o consulente finanziaria o analista di confindustia non ne sentiamo proprio il bisogno

mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
Certo che lo faccio, ma non con la musica di Ggigi d'alessio. Lui è leggerissimo assai e non ti fa nemmeno pensare un attimo anche se tu volessi.bellaprincipessa ha scritto:"leggerezza" non é "caciara". "allegria" non é "cattivo gusto". Tu non hai mai bisogno di staccare la spina? di "metter in stand by" il cervello? beata te! Io si'!, e ci sono alcune cose che mi danno benessere senza impegnarmi troppo, appunto con leggerezza, senza essere volgari. Per me, nella musica, questa funzione é svolta dal pop.Amantide_Religiosa ha scritto:E' questo che confondi, il pop dovrebbe essere una cosa che non dovrebbe farti pensare? Cioè non dovrebbe trasmetterti nientr tranne che una "leggerezza" semplice allegria buttimoci in caciara tutti? Non capisco questo ragionamentobellaprincipessa ha scritto:non ha abbastanza "leggerezza" per essere pop. Il pop si puo' ascoltare anche distrattamente, nel pop i testi non sono preponderanti, il pop ti dà un benessere irrazionale, leggero. de André ti fa pensare. Non é la stessa cosa, a mio parere e per come intendo io il pop.Amantide_Religiosa ha scritto:Ma perchè De andrè che cos'è? Non è strapopolare? E' anche colui che ha usato molto, e approfondito, la musica folk (non solo italiana) nelle sue canzoni. Cioè De Andre per te è un autore di nicchia?bellaprincipessa ha scritto:pero' anche questa musica ha, secondo me, una sua funzione di relax, valvola di sfogo, alleggerimento dello stress quotidiano...Cantastorie ha scritto:un'uultima cosa e poi me ne vò ...la musica popolare di qualità (musica-testi) mantiene il pregio della musica cosiddetta Colta ....
Non è legata al Tempo in cui è stata scritta.......e si mantiene attuale anche dopo 20...40...80 anni ......
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
Yes Minister!

Amantide_Religiosa- Moderatore
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Re: considerazioni sul pop
la mia fear è jamie sommers! 

lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: considerazioni sul pop
mettimo tutti gli altri compositori allora, che si sono "azzardati" a toccare la musica popolare. Mambu, in italia avete un'idea molto contorta di Verdi, non è colpa sua se viene usato come la bandiera della padania. Per favore lasciamo stare fuori Bossi, almeno in questo.mambu ha scritto:Mamma mia... scrivete troppo... è dalle tre che cerco di tornare in pari e non ci riesco... c'è pure il dibattito uomo/donna politica/società natura /cultura![]()
Non sistematicamente riprendo qualche spunto, ma non offrndetevi se non vi cito o vi ho capito male
MUSICA POPOLARE IN ITALIA: Verdi è stato il killer della musica popolare italiana, assieme ai napoletani (più o meno... mi pare che Bovio fosse abruzzese) suoi contemporanei o di poco dopo.
Ma non è stata colpa tutta sua: l'assassinio era cominciato da quasi tre secoli con tutti i canzonettisti colti o semicolti che riempirono l'italia colta di composizioni in una lingua inesistente e in una musica (tonale) nuova. (caro mio ben.... bel fiorellin.... dolce visin)
Il successo di questa musica presso le classi alte portò al disprezzo o alla noncuranza della vera musica popolare. L'italia qui ha subito l'effetto negativo dell'essere all'avanguardia in Europa. Mentre altrove, pur tra mille ambiguità, nasceva l'interesse per le manifestazioni culturali popolari, da noi ottenevano solo disprezzo. E quando qualcosa cominciò a cambiare, nella seconda metà dell'800 (Nigra, Pitré), era già tardi e comunque non cambiò lo snobismo della cultura ufficiale.
E così i gondolieri veneziani incantavano Goethe cantando le ottave del Tasso, ma nessuno li ascoltava mentre cantavano la loro musica in darsena o all'osteria.
Se non fosse arrivato un americano, Lomax, negli anni '50, della musica popolare italiana non sapremmo proprio niente. E per trovare qualcosa di veramente diverso, che non fosse influenzato dalla musica colta, è dovuto andare in vallette isolate delle alpi o dellappennino o sull'altopiano siculo o nel cuore della Sardegna.
E interessante che mentre i musicisti colti di tutta europa "rubavano" cose alle musiche popolari (soprattutto ritmi, v. ciaccona, sarabanda, fandango e 1000 altre... da un certo momento soprattutto nei paesi dell'est, guarda caso immuni da una tradizione canzonettistica colta, diffusa invece in Europa occidentale), i nostri grandi compositori non lo facevano. Usavano magari ritmi rubati in Italia da musicisti stranieri (saltarello, pavana, furlana...).
Ho scritto anche troppo... in sintesi vorrei dire che l'Italia non è diventata un paese di merda con Berlusconi e D'alessio... abbiamo una solida tradizione.
Ah.... amo Verdi
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Amantide_Religiosa- Moderatore
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