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Da CantaStori a Cantautori

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Messaggio Da mambu Lun 14 Dic 2009, 18:48

lepidezza ha scritto:grazie canta e grazie mambu.
ero certo che tu avresti potuto dipanare il riferimento di capossela..
trovi nel suo repertorio citazioni e commistione?

Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 277752 qua mi chiedi troppo. Citazioni dirette direi di no; c'è una distanza generazione che è quasi una distanza di epoche. Salvatore ha imparato a suonare da un mitico vecchio cieco quasi centenario, Capossela ha fatto il conservatorio;
Salvatore ha conosciuto il sud di prima della rifoma agraria, fatto di analfabetismo, miseria e schiavitù, e l'emigrazione stracciona, quella che si accalcava ai margini delle grandi città per vivere di espedienti e di lavoretti e avanzava letteralmente a dorso di mulo; Vinicio l'emigrazione operaia, miserrima anch'essa ma che aveva come obbiettivo il cantiere e la fabbrica.

Vinicio ha sempre giustamente cantato il suo mondo, che è un mondo urbano, moderno anche se popolato di marginali e disperati. Un mondo di night e sale da balle, magari trasfigurato dalla sua poesia e dal gusto per l'assurdo.

La sua visione del sud è quello di uno straniero, o meglio di uno sradicato
(Sud, fuga dell'anima tornare a sud.... Sudati è meglio e il morso è più maturo e la fame è più fame e la sete è più sete.... da Camera a Sud).

Per semplificare direi che c'è una differenza sostanziale ma un amore di Vinicio per quel mondo poetico, anche per quei suoni, ma non un tentativo d'imitazione.
Forse qualcuno più acuto potrà trovare qualcosa di più preciso...
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Messaggio Da lepidezza Lun 14 Dic 2009, 18:55

mambu sei una risorsa!
grazie davvero. e io che pensavo di conoscere capossela! Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 648204
Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 44979
grazie.
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Messaggio Da Cantastorie Lun 14 Dic 2009, 19:33

Salvatore ha in sè l'esperienza di vita vissuta di espedienti, di mille mestieri, di stenti, di galera.... e di ritorno a casa (pur avendo vissuto a Roma per anni...poi è finito per tornare "a casa"). Il tale cieco che gli insegno' a strimpellare una chitarra a me l'altra sera ricordava un altro cieco famoso che si inventava storie che poi ci sono state tramandate... (papà Omero ppe capisse..chi non vede, vede lontano perchè non si lascia abbagliare dalle belleviste ihihihihih..)..anche il fatto che il padre abbia scritto insieme a Di Vittorio un canto di libertà-protesta quando chi si occupava di lotte sindacali e bracciantili finiva in galera e in altri casi pure morto ammazzato...testimonia proprio un altro modo di vivere e di affrontare le questioni di Disuguaglianza (con buona pace di noi moderni e viziatissimi bbuonialamentasse sulla pelle altrui..ma questa è un'altra facenna...)..

Non ho davanti le % di migrazione sud-nord del dopoguerra, ma sul fatto che i pugliesi siano tra coloro che in massa hanno affollato almeno un paio delle tre cittadone del triangolo industriale nord-ovest (TO-MI-GE) mi sembra fuori dubbio...

Se mi metto a scorrere anche i nomi di chi ha fatto fortuna nel mondo della canzone o dello spettacolo...beh i pugliesi non son secondi ad altri...Ne volete tre/quattro da valore assoluto nei rispettivi campi?
Un tal Walter Annichiarico vi dice qualcosa?
Un tal Domenico Modugno....o un tal Adriano Celentano?
Un tal Renzo Arbore?

---Di questi quattro, solo D. Modugno ha fatto l'emigrante per qualche anno ...tra TO e Roma...
mentre sia Celentano che Chiari erano figli di seconda generazione (ossia nati da genitori emigranti al nord..)..Arbore è quello che ha solo cambiato città elettiva, inventandosi ogni volta un nuovo programma radio prima...e piu' programmi tv poi..
................................

Ho già detto, ho intenzione di concentrare l'attenzione su Modugno perchè quell'omino è stato un punto imprescindibile che, partito da suoni-parole tradizional-dialettali se n'è poi allontanato, facendo un mix tutto suo tra tradizione-innovazione...
quando inizia, il cantante-tipo italiano e quello col vocione tenorile impostato alla Villa e Togliani....le canzoni parlano di mamme, di giovanotti timidi e fanciulle arrossenti, di malinconie e lontananze...tranne quelle scritte da un pianista napoletano che cantava in dialetto....e di un chitarrista-autore napoletano che riprendeva la tradiz alta della canzone napoletana...lasciando perdere le canzoni strappalacrime del periodo pre e post guerra...

per dar traccia di tutto questo, ricopierò le classifiche dei dischi piu' venduti dei primi anni 50...riportati dal sito
Singoli piu' venduti in Italia - a partire dal 1947
...........
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Messaggio Da Cantastorie Lun 14 Dic 2009, 20:03

Prendiamo ad es la classifica dei dischi piu' venduti nel 1952 ...
sul sito trovate anche qualche link ad youtube...
Classifica 1952

1. Anema e core - Roberto Murolo [1951/52]
2. Les Feuilles mortes - Yves Montand [1951/53]
3. Vola colomba - Nilla Pizzi
4. Non ti ricordi - Antonio Vasquez [1952/53]
5. C'est si bon - Yves Montand [1951/52]
6. Papaveri e papere - Nilla Pizzi
7. Jezebel - Carla Boni [1952/53]
8. Stelle e lacrime - Nilla Pizzi
9. Madonna delle rose - Oscar Carboni
10. Una Donna prega - Nilla Pizzi

in spoiler trovate la classifica fino al n 100

Spoiler:

Scorrendo la lista, almeno a me, colpisce: i pochi nomi dei cantanti in classifica...saranno al max una 15na...e il miscuglio evidente tra la canzone in lingua italiana e in dialetto napoletano. La presenza di canzoni straniere è infinitesimale e le eccezioni sono in lingua francese (vedi Montand in 3' posizione..)
Se guardo o ricordo il modo di cantare dei cantanti, vanno per la maggiore le voci-impostate...tranne due eccezioni: Murolo e Teddy Reno...

.....
Roberto Murolo
http://www.italica.rai.it/monografie/canzone_italiana/pionieri/murolo/index.htm
Spoiler:
è figlio d'arte, il papà era un poeta-paroliere e Murolo figlio, per anni s'è occupato oltre che della propria carriera da cantan-chitarrista singolo, del recupero e della pulizia stilistica della canzone napoletana classica....nonchè un vero e proprio lavoro di ricerca meticolosa con il maestro Caliendo a prop della tradizione musicale in lingua napoletana dal medioevo in giu'...


Spoiler:
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Messaggio Da Cantastorie Lun 14 Dic 2009, 20:16

Facciamo lo stesso giochino-classifica nel 1956 Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 483101 ?

Classifica singoli piu' venduti nel 1956
# Maruzzella - Renato Carosone [1955/57]
# Guaglione - Aurelio Fierro [1956/57]
# Love is a many splendored thing - The Four Aces and Al Alberts [1956/57]
# Mambo italiano - Rosemary Clooney [1955/56]
# Io, mammeta e tu - Renato Carosone
# Piccerella - Claudio Villa [1956/57]
# Giuvanne cu 'a chitarra - Renato Carosone
# Smile - Nat King Cole [1955/56]
# Oho aha - Caterina Valente
# Aprite le finestre - Franca Raimondi

Spoiler:

Se scorrete gli altri titoli, troverete tra gli italiani nomi nuovi...Modugno e Buscaglione...e l'avvento di un tot numero di cantanti USA ...Presley, Perry Como..F. Sinatra...

......
Carosone è un pianista-cantante napoletano che nell'arco degli anni 50 ebbe notevole successo pur cantando prettamente in dialetto napoletano....canzonette dal tema leggero e canzonatorio che spesso erano una non velata presa in giro proprio della canzone napoletana-italiana melensa, malinconica, strappalacrime che allora era in voga...
Biografia in Spoiler..
Spoiler:

Caravan petrol? Tu vuò fà l'americano? Torero? O sarracin? E la barca torno' sola? Io mammeta e tu? ....Io mammetà e tu fu scritta con Modugno
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Messaggio Da mambu Lun 14 Dic 2009, 20:28

Scusa se torno un pochino indietro, Canta Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 492913

Quella di suo padre e Di Vittorio è una delle tante balle che Salvatore ha raccontato per "darsi un tono". Dopotutto era ben accolto e coccolato dagli ambienti di sinistra e forse ha voluto attribuirsi un quarto di nobiltà, e in questo dimostrò ancora di più quella mentalità da poar christ che lo imprigionò tutta la vita.
Altrove, forse più sinceramente, parla di suo padre che per un soldo cantava le orazioni ai morti, facendo incazzare il prete che gli mandava dietro i carabinieri per non avere un concorrente.

Sull'emigrazione interna ci sarà sicuramente qualche sito, ma non avendo tanto tempo e non essendo bravo a ravanare segnalo un vecchio libro molto documentato e pieno di grafici e tabelle
Ugo Ascoli, Movimenti migratori in Italia, BO, 1979

Sicuramente reperibile in molte biblioteche.
(per tutto il discorso che vuoi fare non sarebbe male tener bene presenti i fatti storici e sociali del periodo, quindi da bravi, voi seguaci di Canta, studiate Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 382133 )

dal libro di Ascoli si può vedere come i pugliesi in termini assoluti furono secondi solo ai siciliani nelle migrazioni interne. Però si concentrarono soprattutto su Roma nell'immediato dopoguerra e poi su Milano. Genova molto meno e Torino in modo significativo solo negli anni 60. La maggior parte dei migranti era della grande zona agricola del foggiano e del barese, dove c'era appunto una grande tradizione di lotte bracciantili, e i migranti venivano spesso da quelle famiglie che per motivi politici furono escluse o meno beneficiate dalla riforma agraria iniziata nel 1950.

Continuiamo con Carosone e il mitico autore di Non ho l'età (Nisa) Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 277752
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Messaggio Da Cantastorie Lun 14 Dic 2009, 21:20

e non so documentare sulla veridicità-falsità di quell'aneddoto su canzonetta tra Di Vittorio e papà poverodiavolo Salvatore....quello che posso immaginare è che i due avevano lo stesso "mondo di indifesi alle spalle" e quel mondo ha contemporaneamente una forza e una fragilità che parecchi avevano come propriomondo di provenienza...e parlo proprio di quelle persone che dal secondo dopoguerra ai primi annisessanta fecero fagotto e da contadini di terra povera si trasformarono in popolazione di urbane periferie...fenomeno di cui ha scritto e filmato e raccontato in tv un tale delle tue parti...un tal PPP che credo scrisse anche qualcosa in dialetto per Endrigo...ma mink..il titolo della canzone non me lo ricord....

cmq, non si capisce un'emerito nisba di quel periodo - anni 50 - se non si considera che quel decennio fu sostanzialmente un decennio di brusco passaggio da una società italiana prettamente agricola e rurale...ad una società ndustrioso-urbana..

io non so dove diamine lessi...ai tempi dell'università, che in soldoni, l'emigrazione meridionale verso le città nord-ovest era fatta sostanzialmente da poveri-cristi, i cosiddetti terroni che arrivavano su con la valigia di cartone, ospitati da qualche paesano che già stava su...finchè trovato un lavoro e un buco-casa, richiamavano su mogli e figlioli, mentre l'emigrazione verso Roma è piu'antica e composita, essendone parte non solo la parte di popolazione piu' povera e senza mezzi, ma anche quella fetta che si trasfer' in quella città ma con professionalità specifiche e cmq legate al posto fisso pubblico....penso alla Pubblica Amministrazione centrale..uffici pubblici ...ministeriali e non..

Tutto questo c'entra con la canzone? Si che c'entra...perchè è proprio in quel periodo che la canzone smetterà di occuparsi solo di temi "privati-da fidanzatini" per aprir taccuini e suoni a tutto il circondario...
Se penso al testo di "amara terra mia" o "vecchio frac" ..non mi viene in mente il ragionare di un singolo che parla di singoli..ma di un singolo che parla di molti, indicando qualcosa che non riguarda solo sè, ma nel caso di vecchiofrac, di un periodo che si chiude per sempre..per avviare qualcosa che ancora non c'è (e gli anni 50 sono un decennio di attesa...di fuga da un periodo di macerie e di disfatte verso qualcosa che ancora non si sa come sarà...). Rassegnateve: su Vecchiofrac ho una valangata di cose da scrivere linguaccia
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Messaggio Da mambu Lun 14 Dic 2009, 22:36

Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 144135 e io aspetto con ansia di leggere.

sull'immigrazione a Roma ricordo molte cose le libro di Portelli, L'ordine è già stato eseguito, che accennava a due periodi espansivi: la Roma umbertina neocapitale e gli anni dell'espasione burocratica dello stato fascista.
Come dicevi tu era un'immigrazione a due facce: i funzionari statali e lavoratori a quel giro collegati, quindi principalmente piccoli e medi borghesi; e la plebe funzionale alla crescita della città, cavatori e muratori per primi, ma anche piccoli commercianti, artigiani, bottegai, persone di servizio (le mitiche balie friulane Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 277752 che già avevano invaso le grandi città del nord).

Nel dopoguerra ci fu invece una vera ondata di miseria su Roma da un po' tutte le zone del sud: e si formò quella cinta di baracche che l'ha circondato fino addirittura agli anni '80.

PPP non scrisse esplicitamente per Endrigo, ma dietro sua proposta gli propose di adattare una delle poesie friulane di La miej zoventut (La meglio gioventù). Endrigo fece dei minimi adattamenti alla traduzione pasoliniana e nacque
Il soldato di Napoleone (1962, ma questa è la versione live del 1970)
ovviamente censurata dalla Rai.

Testo friulano e traduzione italiana
Spoiler:

Di Pasolini sono interessanti le canzoni in romanesco che fece per la Betti, oltre a quella con Modugno.

Associazioni di idee: Endrigo fece pure una canzone sull'emigrazione, Il treno che viene dal Sud (1967) in aperta polemica con Lauzi, La donna del sud (1966) e la sua visione pittoresca e porcellosa.

Associazione di idee 2: anche l'espressione "la meglio gioventù" viene da una canzone. Ve lo lascio come quiz Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 939831
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Messaggio Da mambu Lun 14 Dic 2009, 23:16

Visto che ci sono metto le canzoni romanesche di Pasolini cantate da Laura betti
Valzer della toppa (musica di Piero Umiliani, che ricorderete come l'inventore del Crime jazz all'italiana de I soliti ignoti, parodia e affettuosa citazione del jazz da film neri, oltre che del mitico Mah na' mah na' Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 488981 )

Macrì Teresa detta Pazzia (qui la musica è di P. Piccioni, un altro ccènio della musica per cinema)

Cristo al Mandrione non nella versione della Betti e neanche in quella della Ferri, che non ho trovato, ma di Grazia De Marchi, una degna interprete del repertorio "popolare" (anche se è veronese e si sente)
Qui si potrebbe deviare a parlare del teatro canzone ma chiudo l'OT Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 449332
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Messaggio Da Cantastorie Lun 14 Dic 2009, 23:35

ecco in questa page c'è il colleg anche per scaricarsi l'mp3 della canzone di Endrigo su Napo62...
Su Endrigo-Pasolini

Ferri-Toppa-Pasolini

cercavo un link-page riassuntivo, ma non ci fu vers :chedici:
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Messaggio Da Cantastorie Mar 15 Dic 2009, 21:01

Riprendendo un paio di fili delle matasse precedenti...
nei primi anni '50, c'erano alcuni filoni musical-canzonettari concomintanti:
un filone di canzoni in italiano, cantate da signori cantanti dalla voce impostata, che cantavano temi standard (sempre quell...), un filone di canzoni in dialetto (soprattutto napoletano) cantate sia da ugole d'oro (A.Fierro e S. Bruni..) che da cantanti confidenziali (Murolo e T. Reno su altri, che spesso cantavano accompagnandosi con la sola chitarra..), un terzo filone scanzonato, dai temi assolutamente leggeri-disimpegnati che aveva come max rappresentante R. Carosone e le sue canzoni in napoletano che mixavano ritmi non proprio italianissimi...bensì quelli sbarcati nelle sale-ballo italiane nell'immediato dopoguerra..

In questo panorama generale, s'affaccia un giovanotto, pugliese, che inizia trasferendosi prima a To e poi a Roma (dove frequenta il centro cinematografia) e nel frattempo si automantiene canticchiando canzoni altrui e poi anche le sue...
La sua carriera inizia scrivendo-cantando in dialetto...siciliano e napoletano...anche perchè allora un cantante non con la voce impostata poteva incidere ben poco del repertorio in voga...
ed infatti quel tale inizia incidendo brani in dialetto o in altri casi sono altri che incidono canzoni sue (Io mammeta e tu la scrive con Carosone... Musetto la incide il Q. Cetra..)..

Quel ragazzo ha un paio di filoni musicali di riferimento: la canzone in dialetto con testi disimpegnati ed allegri da un lato e malinconico-popolari dall'altra.. e la canzone a tema prettamente d'amour, argomento che nelle sue canzoni a volte è espresso in dialetto e altre volte in italiano...

Se s'ascolta "U pisci spada" canzone in siciliano con la sola chitarra ...il richiamo agli ambienti musicali di Murolo risulta facile facile...
Se si ascolta "resta ccu mme"
.....si stenta a collocarla da qualche parte "anteriore":
...perchè ha un ritmo musicale discontinuo, quasi in levare come le canzoni swingate.., nel testo si fa riferimento a chi ha già avuto a che fare con amori precedenti e ci si pone nell'atteggiamento di accettarne i precedenti perchè l'amore vuol dire quello (ma quando mai prima s'era cantato questo da qualche parte?)
Se si ascolta "vecchio frac" ...versione solochitarra e voce, si stenta a credere che sia dello stesso cantante di io mammeta e tu e della donna riccia :chedici:

Eppure...quella canzone non solo appartiene al tale, ma NON somiglia a nessuna canzone precedente e...come la futura Nelbludipintodiblu....è una sequenza di istantanee fotografiche, ogni frase un minivideo, un quadro di un cartellone da cantastorie dell'ei fu..

Quel modo di scrivere e narrare una canzone come un racconto chiuso diventerà, suo malgrado, un apripista per chi in futuro si cimenterà con lo scrivere-musicare una storia, un fatto, un evento fatto di emotività e sensibilità insieme..

Personalmente - naturalmente parere personale - la canzone d'autore italiana se ha dei punti di partenza fissi, questi si collocano a metà annicinquanta,e passano per: resta ccu mme (per le canzoni intimistico-amorose) e Vecchio frac (per le canzoni che attraverso il testo vogliono disegnare un determinato periodo-frangente collettivo).
Accanto a questi due filoni, il terzo è quello che inizia con Carosone e viene ampliato da Buscaglione...ossia è quel filone che assume ritmi musicali non consueti per le melodie italiane del tempo, ma che arriva d'oltralpe e soprattutto che ha in testi demenziali-scanzonati la sua chiave distintiva.

Ora scusassero, vado a cenare e se riesco dopo scrivo papellino su Vecchiofrac ....e sinnò lo scriverò dimane

OCCHEI!


Ultima modifica di Cantastorie il Gio 17 Dic 2009, 19:36 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Cantastorie Mar 15 Dic 2009, 23:59

Brano di struggente malinconia, scritto nel 1955, "Vecchio frack" è uno dei capolavori di Domenico Modugno. Indimenticabile l'esecuzione dal vivo dell'artista che si accompagnava con la sola chitarra, suonando le corde con il pollice per rendere il suono più morbido.

L'ispirazione per questa ballata lirica e raffinata, che ricorda lo stile degli chansonnier francesi, è legata a un fatto di cronaca: il suicidio del Principe Raimondo Lanza di Trabia, un trentenne della nobiltà romana di grande eleganza, che era stato a lungo fidanzato con Susanna Agnelli e che, rapito dallo splendore dell'attrice Olga Villi al San Domenico di Taormina, se ne innamorò e la sposò, per poi gettarsi dalla finestra del proprio palazzo di via Sistina a Roma pochi mesi dopo il matrimonio.
Forse anche Riccardo Pazzaglia, paroliere di Modugno, che all'epoca studiava da regista al Centro Sperimentale per la Cinematografia di Roma, influenzò la composizione del brano con il suo cortometraggio sul lavoro dei netturbini romani all'alba.
L'inquadratura del corto a un certo punto si sofferma su un uomo dall'aria triste, che indossa un frac, per poi inquadrare a terra, vicino alla pala dei netturbini, un papillon.

La canzone raggiunse la vetta delle classifiche solo nel 1959, quando Modugno già si era affermato come fuori classe con "Nel blu dipinto di blu" (1958) e "Piove" (1959).

Il successo di "Vecchio frack" si diffuse ben presto in Spagna, Grecia, Argentina, Cile, Perù, Brasile e Giappone. In Francia, il brano, già tradotto come "L'homme en habit", valse a Modugno l'esordio all'Olympia, tempio parigino della chanson. Da notare anche qui come la censura proibisse ogni accenno a rapporti fisici:

nell'incisione del 1955 il verso finale non menzionava "un attimo d'amore" ma un più casto "abito da sposa primo ed ultimo suo amor".

................................
Il testo

E' giunta mezzanotte si spengono i rumori
si spegne anche l'insegna di quell'ultimo caffè
le strade son deserte, deserte e silenziose
un'ultima carrozza cigolando se ne va

il fiume scorre lento frusciando sotto i ponti
la luna splende in cielo dorme tutta la città
solo va un vecchio frack


Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Si avvicina lentamente con incedere elegante
ha l'aspetto trasognato malinconico ed assente
non si sa da dove viene nè dove va

di chi mai sarà quel vecchio frac?
bonne nuit, bonne nuit bonne nuit
bonne nuit buonanotte
va dicendo ad ogni cosa ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato che randagio se ne va

E' giunta ormai l'aurora si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco tutta quanta la città
la luna si è incantata, sorpresa e impallidita,
pian piano scolorandosi nel cielo sparirà.
Sbadiglia una finestra sul fiume silenzioso
e nella luce bianca galleggiando se ne van
un cilindro, un fiore, un frac



Ha un cilindro per cappello due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello
e sul candido gilet un papillon un papillon di seta blu

Galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne va

di chi sarà, di chi sarà quel vechio frack
adieu adieu adieu adieu vecchio mondo
ai ricordi del passato ad un sogno mai sognato
ad un attimo d'amore che mai più ritornerà


........................................

Nelle città del secondo dopoguerra, una delle cose che colpivano i "migranti campagnoli" sono proprio le strade "deserte e silenziose"...
Quel desertico silenzio è una di quelle abitudini di vita cui dovranno rinunciare ben presto.
Così come i cigolii delle carrozze erano già piu' che un ricordo...c'erano già tram e circolavano automobili e lambrette, anche se in proporzioni decisamente diverse dai decenni seguenti...
mentre tutti dormono, l'unico che non gode del sonno e della quiete notturna è quel vecchio frac (non l'uomo che lo indossa...ma l'abito...è l'abito che è il protagonista non chi lo indossò...)
E' un abito senza identità, senza appartenenza, è il modo di vivere di un periodo che ormai non trova piu' spazio e habitat tra i moderni contemporanei...ed è quel mondo che mai piu' ritornerà....che se ne va verso il mare (un luogo che se restituisce restituisce brandelli e non interi..)
Sbadiglia una finestra.....ogni volta che canto questa parte io la vedo una finestra che si socchiude svogliata...una di quelle imposte che nelle mattine invernali tutti proviamo ad aprire controvoglia....ed è controvoglia che da quella finestra si intravvede quel che sta per andarsene e non tornare piu'...e non lo si guarda nè con sollievo, nè con senso liberatorio....ma con la certezza di sapere benissimo cosa non ci sarà piu'....e di non sapere un acca di quello che ci sarà...
Chi aveva 20 anni in quel periodo,aveva diffusamente quella sensazione ..di sapere benissimo cosa non ci sarebbe stato piu'..ma di avere addosso una gran fretta per trovarsi dentro qualcosa che si stava per affermare...
Vecchio frac è una canzone in sospeso...d'attesa...e chissà perchè a me fa sempre venire in mente il vagabondone di Charlot che se ne va spalle alle telecamera....
chissà perchè, sono due immagini che per me si sovrappongono: l'una richiama l'altra con una forza che solo il biancoenero sa avere...per non parlare del tamburellare delle dita sulla chitarra..un'incisività che non ti scordi manco a martellate.



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Messaggio Da Cantastorie Gio 17 Dic 2009, 20:00

In nota aggiungo una breve biografia online di Modugno
Spoiler:

Da questo link si può accedere al video di un'intervista tv del 1962, in cui D. Modugno risponde a domande sui suoi inizi carriera e spiega brevemente COME NASCE UNA CANZONE..

VideoIntervista tv a Modugno del 1962..

* * * * * *
Resta ccu me

Ammore...Ammore...Ammore...
Dimme tu che ll' aggi' 'a di',
dimme tu comme aggi' 'a fa
stasera,
dimane
pe' 'a fa restà...
Resta cu' mme
pe' carità,
statte cu' mme
nun me lassà.
Famme penà,
famme 'mpazzì,
famme dannà,
ma dimme si.
Moro pe' tte,
vivo pe' tte,
vita d' 'a vita mia.
Nun me 'mporta d'o passato,
nun me 'mporta 'e chi t'avuto,
resta cu' mme, cu' mme.


1957. Domenico Modugno invia uno spartito nel camerino di Dino Verde, a Milano con uno spettacolo teatrale. Nascono così, scritti di getto, i versi in napoletano che cantano un amore tormentato in forma di preghiera alla donna amata, culminanti in un grido di disperazione. La censura Rai non risparmia i versi appassionati di Dino Verde ed impone la sostituzione dei sospetti "Nun me 'mporta d'o passato, / nun me 'mporta 'e chi t'avuto" - che adombrano il tema della verginità perduta - in un più casto "Nun me 'mporta si 'o passato / sulo lacrime m'ha dato".
La canzone, inclusa nella colonna sonora del film di Luigi Comencini "Mariti in città" (in cui recita anche la moglie di Modugno, Franca Gandolfi), ottiene un buon successo di pubblico. La versione interpretata da Roberto Murolo raggiunge il decimo posto nelle classifiche. Nel 1976 è Marcella a riproporre il brano, mentre restano nella storia le interpretazioni di Mina e di Ornella Vanoni. Molti anni dopo, nel 1994, è di nuovo Murolo a riproporre "Resta cu'mme" in duetto con Lina Sastri. Nel 2002 Renzo Arbore traduce il brano in inglese "Stay here with me", nell'album "Tonite! Renzo swing!".

* * * *
Ho trovato online un videoaudio con la versione di Murolo che per me chiude il cerchio, ossia riassorbe nella trad. melodica napoletana classica una canzone che ha un testo assolutamente lontano dalla consuetudine canzonettara anni 50 e oltre: "nun m'emporta do passato, nun m'emporta e chi t'ha avut.."...come dire, i rapporti d'amore iniziano a svincolarsi (almeno nelle parole di una canzone) dalla mentalità e dalle convenzioni in piena impermeabilità.
http://video.libero.it/app/play?id=2e33c40b9a2005fd35532e4333c99b31
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Messaggio Da Cantastorie Gio 17 Dic 2009, 20:23

Il riferimento aFred Buscaglione, voglio invece iniziarlo copiaincollandovi i Titoli delle sue canzoni:


'A coda 'e cavallo
Al chiar di luna porta fortuna
Amare un altra
Apri la porta Tommaso
A qualcuno piace Fred
Armen's theme
Astermambo
Le bambole d'Italia
Bocca rosa
Boccuccia di rosa
Bonsoir Jolie madame Trénet
Buonasera
La cambiale
Carina
Cha cha cha de los carinosos
Che bambola
Che bella cosa che sei
Che notte
Ciao Joe
Cielo dei bars
5-10-15 hours
Cocco bello
Colonel Bogey
Come prima
Con tutto il cuore
Cos'e' un bacio
Criminalmente bella
Dixieland '53
Donna di nessuno
Dors mon amour
Il dritto di Chicago
Eri piccola cosi'
Fantastica
Five'o clock rock
Frankie and Johnny Colt
Giorgio
Guarda che luna
Habana
I love you forestiera
Io
Io piaccio
Juke box
Julia
Lasciati baciare
Let's bop
Lontano da te
Love in Portofino
Magic moments
Making whoopee
Margie
Mariagiuana
Mia cara Venezia
La mia piccola pena
Mi sei rimasta negli occhi
Mister Sandman
Il moralista
Moreto moreto
Nel blu, dipinto di blu
Night train rock
Niente visone
Ninna nanna del duro
Noi duri
Non e' cosi'
Non partir
Non potrai dimenticare
Non sei bellissima
Ogni notte cosi'
Parlami d'amore Mariu'
Pensa ai fatti tuoi
Pericolosissima
Piangi
Piove
Pity pity
Porfirio Villarosa
Ricordati di Rimini
Rififi'
Rock right
Sei chic
Sei donna
Senora Santos
Senza sogni
Sgancia e pedala
Siamo gli evasi
Siero di Strokomogoloff
Silbando Mambo
Si son rotti i Platters
Sofisticata
Sogno d'estate
Strade
Lo stregone
Supermolleggiata
Tango delle capinere
La tazza di te'
Teresa non sparare
Terziglia
Too marvelous for words
La trifola
Troviamoci domani a Portofino
Tu che ne dici?
Non devi farlo piu'
Una sigaretta
Un piccolo bacio
Vecchio boxeur
Voglio scoprir l'America
Vuoi
Whisky facile


Basta scorrere i soli titoli per sentirsi di buonumore, leggeri, disincantati, nessun titolo fa pensare all'ovvio, a temi banalotti triti e ritriti...già detti e già sentiti...
E' per questo che per me Buscaglione non somiglia ad altri, e insieme a Carosone è in qualche modo il papà-ispiratore delle canzonette dai testi sorridenti ma non usuali...ed è attraverso quelle canzoni che una parte dei ritmi musicali non legati alla tradizione italiana, ma in parte jazzati e in parte acquisiti dalla canzone francese in voga all'epoca, entrano a far parte del DNA cantautorale di questo paese.

http://web.tiscali.it/fredbuscaglione/

Allego anche la biografia di Fred ..

Classe 1921, nato a Torino il 23 Novembre, fin da piccolo sente la musica nel sangue, cosi' il Conservatorio Giuseppe Verdi e' la prima tappa di preparazione. Ma la sua passione e' il jazz. A 15 anni, per pagarsi gli studi, lo troviamo mentre suona il contrabbasso in piccole formazioni locali come quella del maestro Gino Filippini dell'Hotel Ligure di Torino. Frequenta locali notturni (i famosi "night") ed e' qui che conosce Leo Chiosso (allora studente universitario) che in seguito sara' l'autore dei versi delle sue canzoni piu' famose.

Per sbarcare il lunario suona anche il violino e canta come interprete di standard jazz. A 17 anni e' ormai musicista richiestissimo in Torino e dintorni, ma arriva la chiamata alle armi. Nel 1943, catturato dalle truppe americane e' internato in un campo in Sardegna. Fred non manca di iniziativa ed entra a far parte della band militare che trasmette dalla radio alleata di Cagliari. Finita la guerra torna a Torino e riprende la sua solita vita di musicista a serata. Nel 1946 il fisarmonicista Germonio lo vuole con se nella sua formazione che si ispira al jazz di Count Basie. E' questo il periodo in cui si mette a scrivere le prime canzoni con Leo Chiosso. Ormai e' considerato artista di talento e non si contano le scritture in Italia ed all'estero: talvolta con formazioni altrui, talvolta con gruppi da lui costituiti, in ogni caso sempre con musicisti di spessore. E' proprio durante un ingaggio al Cecile di Lugano che incontra la donna della sua vita: Fatima Ben Embarek, una 18enne marocchina che si cimentava in numeri di alta acrobazia e contorsionismo nel TRIO ROBIN's (gli altri due componenti erano suo padre Mohamed ex colonello dell'esercito francese e sua sorella maggiore Aisha) Fatima nata casualmente a Dresda era una bellissima brunetta dagli ardenti occhi neri su un volto tondo e ben in carne e con una bellissima voce.

Leo Chiosso intanto insiste perche' Fred incida le canzoni che hanno scritto insieme. Ad introdurli nel mondo discografico e' Gino Latilla, anche lui torinese, per il quale la coppia ha scritto "Tchumbala-Bey". Gia' dai primi brani viene delineandosi il personaggio che Fred deve interpretare: il duro dal cuore tenero, una sorta di Clark Gable made in italy, rubacuori, sciupafemmine, messo pero' alle corde da maggiorate esplosive. L'idea piace al pubblico, anzi ha davvero un esito strepitoso: "Che bambola" vende 980mila copie senza nemmeno un battage pubblicitario. Per il musicista jazz con la "voce di carta di vetro" inizia il periodo del grande successo: non c'e' locale esclusivo che non voglia accaparrarselo almeno per una serata. Le sue esibizioni sono delle vere e proprie performance da cabaret, in piu' gli strumentisti che lo accompagnano (gli Asternovas) sono di tutto rispetto e di rimando i dischi si vendono alla grande tanto che Fred Buscaglione si puo' considerare il campione del primo vero boom discografico italiano.

La ricetta del successo e' chiara: il musicista torinese mette in scena stereotipi del cinema americano, tanto per intenderci i personaggi dei musical alla "Bulli & Pupe" o se preferite dei polizieschi alla Mike Hammer. Il nostro mette su un delisioso teatrino di bulli & pupe nostrani e da vita ad un universo canoro ispirato con evidenza a Damon Runyon. Brani che ce lo presentano di volta in volta come Dave lo Sciccoso, Cielo Masterson, Nathan Detroit, improbabili gangester chicagoani o newyorkesi, spietati coi nemici e sensibili al fascino femminile. Con quell'aria scanzonata da attore consumato mentre la voce ,quasi recitante, scivola su ritmi jazz di presa immediata. Strepitoso, mai sentito prima e impossibile da replicare, in seguito, se non come parodia dello stesso Fred! Incredibile anche l'immedesimazione fisica di Buscaglione con i testi delle canzoni, tanto da far pensare che qualche cromosoma dei personaggi stile Chicago anni '30 facesse parte del suo DNA.

E i succesi? Eccoli: preceduta dal fischio "Che bambola" (1956), "Teresa non sparare" (1957), "Eri piccola cosi'" (1958) e poi "Guarda che luna", "Porfirio Villarosa" (quello che faceva il manovale alla Viscosa!), "Whisky facile"...Anche la telvsione , la pubblicita' e il cinema lo vogliono, e lui accondiscende riproponendo il suo cliche' di duro. Una vita al massimo, insomma, sia nella finzione che nella realta', ma proprio mentre e' all'apice della parabola la morte lo ghermisce all'alba, alle 6,20 di un freddo mercoledi' qualsiasi del 3 Febbraio del 1960 mandando la sua Thunderbird rosa confetto a schiantarsi contro un camion carico di tufo in una strada del quartiere romano dei Parioli. In mille frangenti Fred si era accasciato a terra colpito dalle micidiali pallottole sparate dalle sue "bambole", e in altrettante occasioni era stato fulminato dalle scariche del fucile della sua Teresa o bersagliato da decine di pugni alla Rocky Marciano di splendide ragazze "modello 103" sempre si era rialzato, piu' vivo e divertito che mai, con stampata sulla bocca l'abituale e fragorosa risata che metteva in pericolo il mozzicone di sigaretta e l'equilibrio del bicchiere rigorosamente stracolmo di wisky. In quella circostanza invece, gli era andato tutto storto: cio' che era successo in quell'alba maledetta si rivelo' drammaticamente reale e irrimediabile. Poco prima, forse col cuore gonfio d'amarezza per essersi separato dall'amata moglie Fatima aveva scritto della disperazione lieve che abita le prime luci del mattino in una strofa di "Nei cieli dei bar", melodia fra le sue piu'struggenti:

"Ci vediamo al fondo di un bicchiere/
fino a quando l'alba nel cielo tornera'/
e nell'alba disperata/ sara' triste rincasare/
per attendere la notte/ e poterti ritrovare/
al fondo di un bicchiere/ nel cielo dei bar."

Tutto il resto, ci pare, e' silenzio...

velocemente su youtube trovato solo ..questo
mah


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Messaggio Da Cantastorie Dom 20 Dic 2009, 14:05

Promemoria:
Carosone si ritira dalle scene - no concerti e no dischi a fine 1959, dicendo di aver esaurito la vena creativa e che la musicaleggera si allontani dal suo modo di intenderla...
A fine anni 50, trovano spazio cantanti di nuova-generazione(all'epoca intorno ai 20-25 anni)che iniziano a cantare in un altro modo e soprattutto cantano una generazione che prima di allora non aveva alcuna attenzione discografica: la categoria "Giovani" praticamente non esisteva ancora....la musicaleggera era regno della generazione precedente-adulta, quella che ha prima sofferto gli stenti e i lutti della guerra, poi i sacrifici e i distacchi del dopoguerra e si sta preparando ad uno stile di vita ignoto in precedenza: sono gli anni in cui arriva la tv, in cui si cominciano a vendere le automobili a rate, in cui si inizia ad andare in ferie-vacanza, in cui la musicaleggera ti segue anche fuoricasa, coi giradischi-valigetta "geloso", le radioline portatili, i mangiadischi e soprattutto...i juke-box nei bar e locali pubblici... Ultima cosa: le canzoni "di nuova generazione" si suonano soprattutto con la chitarra, che può essere acquistata da tutti, imparata negli accordi-strimpello senza sapere alcunchè di musica, può esser portata appresso fuoricasa ovunque...
Altro dettaglio: le canzoni, se prima erano fatte per essere ascoltate - perchè per cantarle occorreva una vocalità specifica e curata - adesso le possono cantare proprio tutti..nessuno escluso.


*********
Dicevo nel topic sulle covers che:

Sul pokerino degli anni Sessanta, ho qualche problema di Affollamento :vacanza:

Cioè:
SO che vorrei un capitolo sul Cantautorato Milaness - Gaber-Jannacci-Svampa......e co
SO che vorrei un capitolo sul Cantautorato Genovese - e i nomi non li faccio
so che vorrei un capitoletto su P. Conte
So che vorrei un capitoletto su certe cantantesse "regionali" ....ossia la Ferri e M.Carta la sarda..
So che vorrei un capitolo sui "complessini" ...ossia i Nomadi, i Giganti, i Ribelli, L'Equipe...insomma quella truppppppalllllà


MA NON SO SCEGLIERNE QUATTRO E BASTA :urlooo:
Quindi mò, voi Veci m'aiutate :urlouomo: sennò fasso sorteggio è stato lui pianto2

.....
Sto metabolizzando una MIA sintesi, quindi se nisciun interviene, poi vi beccate la sintesi-scelta..che ovviamente non anticipo adesso :prrrr

Buona domanica :xmas:
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Messaggio Da Cantastorie Mar 22 Dic 2009, 19:16

Pensavate che non intervenendo m'arrendessi? Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 483101
Errato fanciulli :vacanza:
Nemmeno foste un silente trattore in retromarcia, figuramose se ci si riesce semplicemente non balbettando baucipeciop BURP!

A mio insindacabile e univoco judissio ho deciso che:

Anni Sessanta:

* Area Lumbarda: Gaber-Jannacci (con intermezzi con Fo, Svampa e chi mi pass per la test di richiamare..)

* Area Piemont-genovese: I romanticoni e gli Impegnatoni(lo so io chi sono..poi ve lo dico Shhht!)

* Area appennin-emiliana: gli Impegnatoni e i gruppss :;p27: (anche qua, li so io chi sono)

* W le Donne (..ecchevvelodicoafffa)


-------

Di quanto sopra scrivero' a saltelli e pulzelli durante sto periodo festivalier-freddoso, sempre lieta di legger spunti, diramazioni, divagassioni che vorrete ggiungere-suggerir...

sbataplan abbraccio
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Messaggio Da Cantastorie Gio 24 Dic 2009, 14:32

Questa è una puntata di "Correva l'anno" dedicata al passaggio dagli anni cinquanta agli anni sessanta....basta seguire il Racconto-video per avere un minimo di coordinate valide per rendersi conto che se la canzone negli anni cinquanta era destinata ad un pubblico adulto, nel decennio successivo è sia fatta che diretta ad un pubblico giovanile di consumatori che si identificano come generazione con chi canta Di loro e per loro...a cui serve la musica che parli di loro, che li faccia ballare ed aggregare come mai prima..sono loro gli Acquirenti.
Si racconta il boom di vendite e successi velocissimi della Pavone e di Morandi..e gli inizi si Celentano e Mina..
Si racconta l'esperienza della Ricordi che si dedica alla musica d'autore ......cantautori genovesi e milanesi...alla RCA di Roma che invece si dedica sostanzialmente ai cantanti di canzonette estive...e si parla del PIPER di Roma e i balli da soli, i complessi musicali inglesi e il beat-oltre che il rock....i Rockets, l'Equipe84, Patti Pravo (che nella canzone fa quello che al cinema fece Bardot)....etc etc etc etc


http://video.google.it/videoplay?docid=4662972457300724787&ei=x2gzS9-vD5a62wLEpJ2QDw&q=correva+l%27anno+raitre+-+la+canzone&hl=it&client=firefox-a#docid=-33137081528138328

insomma questo è un primo Cadeau natalizio di questo topic:pollicesu:
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Messaggio Da Cantastorie Mar 29 Dic 2009, 19:47

Deroga Attualità amici


Simone cristicchi - Canti di Miniera,Amore, Vino e Anarchia

Ogni luogo dove andiamo a cantare..si trasforma magicamente in OSTERIA


Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 Simone-CristicchiSito Ufficiale CristicchiSito del comune di Santafiora

Un articolo estivo su "Repubblica" ..

Ho conosciuto il coro di minatori grazie a un amico che mi ha portato a Santa Fiora, paese sulle pendici del Monte Amiata - racconta il cantautore romano - La prima volta li ho sentiti cantare in una cantina: sono rimasto folgorato e mi è venuta subito l'idea di portarli su un palco vero davanti a un pubblico più vasto. Così è stato, abbiamo costruito insieme lo spettacolo cantando le loro canzoni alternate a monologhi sulle loro storie".

Cristicchi ha cominciato un lavoro di ricerca e di recupero di questo repertorio di canzoni tradizionali che vengono tramandate oralmente e che sono strettamente legate alla vita dei minatori. Contrariamente al buio e alla fatica delle loro condizioni di lavoro, i canti sono allegri e variopinti, come i giorni di festa in cui venivano eseguiti.

"Alla ricerca musicale si è affiancato il tema della memoria - prosegue - incontrando le persone e i parenti dei minatori, morti sempre troppo giovani. Alla fine è diventato uno spettacolo di teatro e canzoni, che ha acquisito un valore civile e sociale perché racconta lo sforzo dei minatori che hanno contribuito a ricostruire l'Italia nel dopoguerra".

"Ho incontrato molte persone, ho visitato altre miniere, anche in Sardegna" dice Cristicchi, diventato un esperto. "Il coro in particolare ha contribuito raccontandomi storie e aneddoti, ora riportati nei monologhi in cui cerco di dire al meglio e con le loro parole quello che era il loro mondo. Ho voluto che restassero così come li ho visti in quella cantina, perché hanno un modo naturale di stare sul palco, con una semplicità e una purezza che sono la forza dello spettacolo".

Ogni serata è diversa dall'altra perché cambiano gli ospiti. "Camilleri va abitualmente in vacanza a Santa Fiora ed è stato semplice coinvolgerlo nello spettacolo, ha accettato con entusiasmo, lui come Laura Morante, nata a Santa Fiora, che torna nel paese di origine. Il bello è che rimane un progetto aperto, che si arricchisce di richieste in posti meravigliosi che si riempiono ogni volta, ed è impreziosito dalla partecipazione di Alessandro Benvenuti, Ginevra Di Marco, Mannarino. Mi hanno già dato la disponibilità Ascanio Celestini, Gianmaria Testa, e anche Erri De Luca che sarà a Torino".


Se trovo online i testi di qualche canto...inserisco
amici amici
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Messaggio Da Cantastorie Mar 29 Dic 2009, 20:55

In nota, la storia del corominatori ..

Spoiler:
storia..

SITO quasi ufficiale con info e news..
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Messaggio Da mambu Mar 29 Dic 2009, 21:18

Balducci era di Santa Fiora, uno dei pochi preti che non mi è dispiaciuto conoscere Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 134443

ma è proprio lui? non ricordo quella trasmissione
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Messaggio Da bellaprincipessa Mar 29 Dic 2009, 22:05

Sono passati da Baudo a "Domenica In" domenica scorsa... Cristicchi ha lanciato le sue frecciatine sulle nostre ministre quando hanno cantato "volemo le bambole"... Baudo ha abbozzato... 'na tristezza....
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Messaggio Da Cantastorie Mar 29 Dic 2009, 23:42

x Mambu:
Della trasmissione tv citata non ricordo nulla nemmeno io, però E.Balducci era nato a Santa Fiora e il papà faceva il minatore...altra tempra di preti quelli di quella generazione post-concilio oh YES!

http://www.fondazionebalducci.it/balducci_01.htm

l'unica canzone popolare di quella zona che conoscevo e' Maremma amara..
http://archiviotradizionipopolarimaremma.comune.grosseto.it/index.php/tradizione-orale/canto-popolare
in questo sito si trovano alcuni testi di canto popolare maremmano e si riparla della tradiz dei canti di maggio a cui ho fatto riferimento nei primi messaggi di questo topic ..


X Principessa ..
Non ho visto domenica in
...avevo visto la partecipazione a Parlaconme della Dandini su Raitre e da là m'è venuta la connessione col tematopic qui..
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Messaggio Da mambu Mer 30 Dic 2009, 00:04

Di corsa: cerca cose di Caterina Bueno.

Qui puoi scaricare suoi mp3 aggratis. Qui son cose solo maremmane o quasi, ma ha fatto di un po' tutta la toscana, dalla lunigiana al grossetano

http://www.corodeglietruschi.it/cdcaterina.htm
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Messaggio Da killer73 Mer 30 Dic 2009, 00:35

santa fiora di buono ha qualche pub e la grande vasca coi pesci nel centro storico,poi gli abitanti son chiamati "ciacciai", nel gergo del luogo significa gente che parla molto e fa poco.lo dico perche' son nato a 7 km da santa fiora.la vita pero' e' strana,il pezzo "le bambole",quella con cui cristicchi ha chiuso la partecipazione da baudo,la sentivo cantare dal mi babbo quando ero molto piccolo,e di solito si cantava,e si canta ancora,quando nel corpo c'e un bel po di alcol Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 277752 durante cene in cantina o nei ritrovi abituali.sentirla eseguire in tutta italia nei loro concerti mi ha fatto uno strano effetto,anche se e' molto piu lunga rispetto a quella incisa.l amiata e' piena di mercurio nel sottosuolo,di certo non fa bene alla salute,pero' e' un posto meraviglioso( qui son di parte Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 277752 ),venite a visitarla Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 206838 ,e specialmente il mio paese,altro che santa fiora! ecco,mo l ho detto Da CantaStori a Cantautori - Pagina 2 206838 .vabe comunque so contento escludendo il campanilismo,che si sia dato risalto ad un luogo e alla sua storia,e io che li ho visti proprio a santa fiora ad agosto mi son davvero divertito.

_________________________________
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"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)



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Messaggio Da killer73 Mer 30 Dic 2009, 00:47


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"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)

"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)



"meglio essere un ubriacone famoso che un alcolista anonimo".
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