Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
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Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
Roma, 15 gen. - (Adnkronos/Ign) - Chiuso un caso se ne apre un altro sulla canzone 'Eluana (la verità)' che Povia porterà in gara tra i Big a Sanremo. Liquidato come totalmente falso sia dal cantante che dal direttore artistico del festival Gianmarco Mazzi il testo diffuso via web da un anonimo sedicente ex collaboratore dello staff discografico del cantante (nella canzone fortemente contro l'eutanasia si leggevano frasi del tipo "La verità è che io voglio vivere/la verità è che io voglio sopravvivere/per favore la spina non staccare/lo sai che io posso ancora procreare"), si affaccia alle cronache un cantante friulano, Nicolas Rosan, che a fine 2008 ha scritto testi e musiche di una canzone intitolata proprio 'Eluana' ed arrangiata da Raffaele Chiatto, il chitarrista di Povia. Una canzone che canta la sofferenza di Eluana e la sua volontà di essere lasciata andare e che, secondo l'autore, ha ottenuto il placet di Beppino Englaro. La canzone è stata anche trasmessa mesi fa dal Tgr Rai del Friuli.
"La canzone -dichiara all'ADNKRONOS Nicolas Rosan- è stata arrangiata alla fine del 2008 da Raffaele Chiatto, che è il chitarrista di Povia. Alcuni mesi dopo, esattamente nell'estate del 2009, ho sentito che Povia, con largo anticipo rispetto agli annunci del Festival, ha detto che voleva andare a Sanremo con una canzone su Eluana. E mi sono insospettito della strana coincidenza. Io per pubblicare la canzone ho voluto aspettare che si calmassero le acque, per una questione di rispetto della famiglia. Poi quando ho sentito che Povia andava davvero a Sanremo con una canzone su Eluana a febbraio, abbiamo deciso di farla uscire anticipatamente a fine gennaio. Io la canzone di Povia non l'ho sentita. Non la conosco e non ho idea se c'entri nulla con la mia. Ma la coincidenza certo è strana. Però io presentai il mio progetto ai musicisti ed al manager che oggi seguono Giuseppe Povia. La mia canzone è stata appoggiata dall'associazione 'per Eluana' ed ha avuto il consenso di Beppino Englaro. Ora che Povia porta a San Remo questa canzone e tutto il progetto Eluana perderà sicuramente il valore e la visibilità che avrebbe meritato", conclude il musicista friulano che ha messo a disposizione dell'ADNKRONOS testo e l'mp3 della canzone.
L'incipit del testo di Rosan recita così: "Io sto pensando ancora/immobile per ora/distesa sopra questo letto povera me/la notte si avvicina/è quasi domattina/queste lenzuola troppo bianche sopra di me/parlare più non posso/toccarti non riesco/fatti bastare questo sguardo spento/ma perché non vuoi che me ne vada adesso/la pietà, se sarà, sarà per me un successo/io vivrò aldilà di questo mio tormento/correrò libera e così guarirò. Tesa come un violino/mi lavano il viso/questa esistenza buia è priva di dignità/non voglio più nessuno/non voglio vivere/è questa legge che non va aiuto papà/Eluana è il mio nome/vorrei poter gridare/e rotolare ai confini di questa realtà".
Interpellato dall'ADNKRONOS su questo nuovo 'caso', Povia lamenta di essere vittima di diverse persone in carca di pubblicità: "Non conosco questo brano e non so niente di questa storia. Raffaele Chiatto è semplicemente il mio chitarrista. E con questo? Su Eluana saranno state scritte mille cose. Sai quante volte ho pensato sentendo un brano di un collega: 'c'avevo pensato prima io a fare un pezzo su questo'. Ma non mi sono mai sognato di dire che l'idea di un brano altrui era mia. Questo mi sembra solo un tentativo di farsi pubblicità", dice il cantante.
Quanto al presunto testo della canzone di Povia che circola sul web (l'anonimo ha creato tanto di blog (http://blog.libero.it/musicainsieme/8163184.html), il cantante sottoscrive: "Quel testo non c'entra niente con il mio. Non gli assomiglia nemmeno lontanamente. Ma proprio neanche una parola". E ribadisce: "Tutte frottole. Poi dicono che sono io che voglio farmi pubblicità".
http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Audio_News/Nicolas-Rosan-canta-Eluana_4203918190.html
Salve a tutti.
Ho creato questo blog per condividere con voi una cosa che ha dell'incredibile.
Io ero fino all'inizio della settimana scorsa il collaboratore di un noto discografico italiano. Per divergenze irrisolvibili abbiamo cessato il nostro rapporto di lavoro. Una delle cause del nostro scontro è stato sull'opportunità (o meglio....sull'inopportunità) di affrontare il Festival di Sanremo facendo cantare a un nostro artista un brano su un tema molto delicato, e soprattutto affrontarlo con un certo tipo di testo. L'artista in questione è Povia. Mi è passato sotto mano il demo della sua canzone, l'ho conservato, mi sono appuntato il testo e ve lo riporto così com'è stato registrato (il brano per intero con tanto di musica non posso proprio postarlo, altrimenti quelli del Festival mi fanno espatriare, ma non è tanto dissimile nel ritmo da quello dell'anno scorso "Luca era gay").
La verità (Eluana)
Non importa se sei sportivo
non conta se sei sedentario
non importa se sei diverso
oppure sei solo malato
quello che è davvero importante è che sei vivo
non puoi sfuggire a questa regola anche se ti senti un divo.
Vivo la mia vita anche se non deglutisco
sono in coma perenne ma che ne sai che non reagisco?
sento le persone quelle che mi voglion bene
ma non mi può capire chi alla vita non ci tiene
nessun tipo di vita è mai irreversibile
nessun tipo di amore oramai è impossibile
non ci si può arrendere a chi il mondo vuol cambiare
non si può obbedire a chi non sente la morale
La verità è che io voglio vivere
la verità è che io voglio sopravvivere
per favore la spina non staccare
lo sai che io posso ancora procreare
c'è chi sogna che il mondo un giorno può cambiare
ma non serve perchè tanto la gente resta uguale
La normalità non è esser felici
la felicità è rispettare dei principi
non esiste legge che l'amore può cambiare
non esiste legge che la morte può salvare
Non è ipocrisia, è la verità
non ci si può imbottire con strane falsità
sai che nessun giudice è arbitro del male
sai che il solo bene è rispettare la morale
la vita non è correre in campi fioriti
non è nemmeno amare i propri simili
la vita non è la libertà
la libertà non è fare quel che mi va
solo se riesci ad accettare la realtà
riesci a comprendere la tua vitalità
non è importante agire, lavorare, respirare
quello che è importante è solamente uniformare
è solo falsità la dignità
solo non pensando hai una personalità
i soli pensieri non fanno mai la libertà
la vita si vive accettando la realtà!
La verità è che io voglio vivere
la verità è che io voglio sopravvivere
per favore le macchine non staccare
lo sai che io posso ancora procreare
c'è chi sogna che il mondo un giorno può cambiare
ma non serve perchè tanto la gente resta uguale
Non stare a sentire, son vivo!
http://blog.libero.it/musicainsieme/8163184.html
Meritava un topic a parte
"La canzone -dichiara all'ADNKRONOS Nicolas Rosan- è stata arrangiata alla fine del 2008 da Raffaele Chiatto, che è il chitarrista di Povia. Alcuni mesi dopo, esattamente nell'estate del 2009, ho sentito che Povia, con largo anticipo rispetto agli annunci del Festival, ha detto che voleva andare a Sanremo con una canzone su Eluana. E mi sono insospettito della strana coincidenza. Io per pubblicare la canzone ho voluto aspettare che si calmassero le acque, per una questione di rispetto della famiglia. Poi quando ho sentito che Povia andava davvero a Sanremo con una canzone su Eluana a febbraio, abbiamo deciso di farla uscire anticipatamente a fine gennaio. Io la canzone di Povia non l'ho sentita. Non la conosco e non ho idea se c'entri nulla con la mia. Ma la coincidenza certo è strana. Però io presentai il mio progetto ai musicisti ed al manager che oggi seguono Giuseppe Povia. La mia canzone è stata appoggiata dall'associazione 'per Eluana' ed ha avuto il consenso di Beppino Englaro. Ora che Povia porta a San Remo questa canzone e tutto il progetto Eluana perderà sicuramente il valore e la visibilità che avrebbe meritato", conclude il musicista friulano che ha messo a disposizione dell'ADNKRONOS testo e l'mp3 della canzone.
L'incipit del testo di Rosan recita così: "Io sto pensando ancora/immobile per ora/distesa sopra questo letto povera me/la notte si avvicina/è quasi domattina/queste lenzuola troppo bianche sopra di me/parlare più non posso/toccarti non riesco/fatti bastare questo sguardo spento/ma perché non vuoi che me ne vada adesso/la pietà, se sarà, sarà per me un successo/io vivrò aldilà di questo mio tormento/correrò libera e così guarirò. Tesa come un violino/mi lavano il viso/questa esistenza buia è priva di dignità/non voglio più nessuno/non voglio vivere/è questa legge che non va aiuto papà/Eluana è il mio nome/vorrei poter gridare/e rotolare ai confini di questa realtà".
Interpellato dall'ADNKRONOS su questo nuovo 'caso', Povia lamenta di essere vittima di diverse persone in carca di pubblicità: "Non conosco questo brano e non so niente di questa storia. Raffaele Chiatto è semplicemente il mio chitarrista. E con questo? Su Eluana saranno state scritte mille cose. Sai quante volte ho pensato sentendo un brano di un collega: 'c'avevo pensato prima io a fare un pezzo su questo'. Ma non mi sono mai sognato di dire che l'idea di un brano altrui era mia. Questo mi sembra solo un tentativo di farsi pubblicità", dice il cantante.
Quanto al presunto testo della canzone di Povia che circola sul web (l'anonimo ha creato tanto di blog (http://blog.libero.it/musicainsieme/8163184.html), il cantante sottoscrive: "Quel testo non c'entra niente con il mio. Non gli assomiglia nemmeno lontanamente. Ma proprio neanche una parola". E ribadisce: "Tutte frottole. Poi dicono che sono io che voglio farmi pubblicità".
http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Audio_News/Nicolas-Rosan-canta-Eluana_4203918190.html
Salve a tutti.
Ho creato questo blog per condividere con voi una cosa che ha dell'incredibile.
Io ero fino all'inizio della settimana scorsa il collaboratore di un noto discografico italiano. Per divergenze irrisolvibili abbiamo cessato il nostro rapporto di lavoro. Una delle cause del nostro scontro è stato sull'opportunità (o meglio....sull'inopportunità) di affrontare il Festival di Sanremo facendo cantare a un nostro artista un brano su un tema molto delicato, e soprattutto affrontarlo con un certo tipo di testo. L'artista in questione è Povia. Mi è passato sotto mano il demo della sua canzone, l'ho conservato, mi sono appuntato il testo e ve lo riporto così com'è stato registrato (il brano per intero con tanto di musica non posso proprio postarlo, altrimenti quelli del Festival mi fanno espatriare, ma non è tanto dissimile nel ritmo da quello dell'anno scorso "Luca era gay").
La verità (Eluana)
Non importa se sei sportivo
non conta se sei sedentario
non importa se sei diverso
oppure sei solo malato
quello che è davvero importante è che sei vivo
non puoi sfuggire a questa regola anche se ti senti un divo.
Vivo la mia vita anche se non deglutisco
sono in coma perenne ma che ne sai che non reagisco?
sento le persone quelle che mi voglion bene
ma non mi può capire chi alla vita non ci tiene
nessun tipo di vita è mai irreversibile
nessun tipo di amore oramai è impossibile
non ci si può arrendere a chi il mondo vuol cambiare
non si può obbedire a chi non sente la morale
La verità è che io voglio vivere
la verità è che io voglio sopravvivere
per favore la spina non staccare
lo sai che io posso ancora procreare
c'è chi sogna che il mondo un giorno può cambiare
ma non serve perchè tanto la gente resta uguale
La normalità non è esser felici
la felicità è rispettare dei principi
non esiste legge che l'amore può cambiare
non esiste legge che la morte può salvare
Non è ipocrisia, è la verità
non ci si può imbottire con strane falsità
sai che nessun giudice è arbitro del male
sai che il solo bene è rispettare la morale
la vita non è correre in campi fioriti
non è nemmeno amare i propri simili
la vita non è la libertà
la libertà non è fare quel che mi va
solo se riesci ad accettare la realtà
riesci a comprendere la tua vitalità
non è importante agire, lavorare, respirare
quello che è importante è solamente uniformare
è solo falsità la dignità
solo non pensando hai una personalità
i soli pensieri non fanno mai la libertà
la vita si vive accettando la realtà!
La verità è che io voglio vivere
la verità è che io voglio sopravvivere
per favore le macchine non staccare
lo sai che io posso ancora procreare
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Meritava un topic a parte

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Mede@- Admin Medea
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
il testo mi interessa poco,sia quello vero sia quello falso.per me la cosa sconcertante e' la facilita di povia di sfruttare drammi,situazioni estremamente difficili per farci dei soldi.ok,anche i giornali,le tv,fanno i loro bei servizietti,(vedi porta a porta) sui vari drammi,scandali ecc ecc,ma quelli son programmi d informazione,di approfondimento,e anche se talvolta un po sopra le righe,e' giusto che ci siano.per povia no,lui aspetta un dramma e ci fa na canzone,e dove miglior posto per presentarla?san remo! lui e' squallido e allo stesso tempo molto furbo,parleranno di lui,servizi fotografici,interviste,polemiche,tutta pubblicita che li portera' nelle tasche diversi eurini.questo mi fa schifo.e' vero anche che un cantante puo parlare di tutto e tutti,ma non ho mai visto nessuno,almeno in italia,non perdere un appuntamento con il dramma per farlo tornare a pro suo come lui.non fa canzoni di denuncia come altri cantautori,non fa canzoni per pensare,quelle si che sono utili,ma i grandi artisti non hanno bisogno di rimarcare un fatto triste ogni qualvolta si presenti per parlare alla gente,si vede che lui ha scoperto questo sistema e ha visto che li frutta.pero' non mi piace anche la gente che compra i suoi cd,dipendesse da me non li farei incidere manco il suo nome su una panchina di legno in un parco.
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"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)
"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
TI QUOTO IN TOTO!killer73 ha scritto:il testo mi interessa poco,sia quello vero sia quello falso.per me la cosa sconcertante e' la facilita di povia di sfruttare drammi,situazioni estremamente difficili per farci dei soldi.ok,anche i giornali,le tv,fanno i loro bei servizietti,(vedi porta a porta) sui vari drammi,scandali ecc ecc,ma quelli son programmi d informazione,di approfondimento,e anche se talvolta un po sopra le righe,e' giusto che ci siano.per povia no,lui aspetta un dramma e ci fa na canzone,e dove miglior posto per presentarla?san remo! lui e' squallido e allo stesso tempo molto furbo,parleranno di lui,servizi fotografici,interviste,polemiche,tutta pubblicita che li portera' nelle tasche diversi eurini.questo mi fa schifo.e' vero anche che un cantante puo parlare di tutto e tutti,ma non ho mai visto nessuno,almeno in italia,non perdere un appuntamento con il dramma per farlo tornare a pro suo come lui.non fa canzoni di denuncia come altri cantautori,non fa canzoni per pensare,quelle si che sono utili,ma i grandi artisti non hanno bisogno di rimarcare un fatto triste ogni qualvolta si presenti per parlare alla gente,si vede che lui ha scoperto questo sistema e ha visto che li frutta.pero' non mi piace anche la gente che compra i suoi cd,dipendesse da me non li farei incidere manco il suo nome su una panchina di legno in un parco.
valestella817- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
Neppure a me interessa sapere chi ha ragione o torto. Lo so già chi ha torto, torto marcio e a prescindere. Mi basta il titolo, per saperlo, ...con quel nome, che avrebbe invece bisogno solo di rispetto e silenzio.
E' vergognoso e di una bassezza inaudita. Lei mi fa schifo, sig. Giuseppe Povia.
E' vergognoso e di una bassezza inaudita. Lei mi fa schifo, sig. Giuseppe Povia.
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
un commento dell'anno scorso dal mio sito preferito su san remo, che la dice abbastanza lunga anche sull'oggi
Povia si comporta da star, ma non inventa niente di nuovo
L'ADRIANO DEL DUEMILA
Nelle more del Festival, abbiamo accuratamente evitato di parlarne, anche in privato. In un'intervista a Radio 24, Povia ha dichiarato: "non pensavo che l'omossessualità fosse una malattia: ho scoperto che è una religione". Per essere precisi, l'orientamento sessuale è un dato identitario. Quando la tua identità viene negata è abbastanza conseguenziale che si reagisca con rabbia. Povia è stato furbissimo, malizioso, crudele e finanche cattivo, quando ha mostrato lo sposo e la sposa baciarsi sul palcoscenico, come a dire. Si è comportato da rockstar, proponendosi come il nuovo Celentano, portatore del verbo e foriero di polemiche.
Perennemente strafottente, è fuggito dalla conferenza stampa dei vincitori adducendo motivi personali gravissimi (una sosta necessaria e impellente, si diceva), ma 15 minuti dopo era all'hotel Royal a fare le foto per TV Sorrisi e Canzoni. In perfetto stile Celentano sono stati i suoi cartelli mostrati alla fine della canzone di risposta a Benigni (Serenità è meglio di felicità) e a tutti (Ognuno difende la sua verità). L'operazione Luca era gay è stata concepita nei minimi particolari: il testo negato, la videografica più curata del resto dei concorrenti. Una vera e propria lenza, alla quale hanno immediatamente abboccato, per riflesso comprensibile, i portavoce dei movimenti e dell'associazionismo omosessuale, e per riflesso meno comprensibile tutti quei giornalisti e commentatori che hanno riportato per mesi un testo di cui conoscevano solo tre parole. Polemica cercata, voluta dallo stesso Povia, con la consapevolezza di avere poi l'ultima parola, con una canzone che inizia con "Premesso" e termina con "nessuna malattia, nessuna guarigione". La canzone di Povia è musicalmente orecchiabile, ben costruita, ben eseguita. Si presta a di ventare tormentone e luogo comune, ma stride.
Stride quando cita Freud a sproposito, stride quando propone l'ennesima storia di omosessuali con infanzia infelice, padre assente e madre possessiva. L'esperienza della redazione di Festivaldisanremo.com non conosce casi umani come quello raccontato nella canzone di Povia. Conosciamo felici persone straight di famiglia che hanno avuto esperienze gay, conosciamo felicissimi gay e lesbiche che, giovanissimi e timidi, hanno negato anche a sé stessi per alcuni anni la loro identità sessuale, tentando forzate relazioni con persone dell'altro sesso. I Luca che conosciamo noi hanno finto un'identità eterosessuale e poi, come il Luca di Povia, a una festa, hanno incontrato una persona del loro stesso sesso che ha cambiato loro la vita. Povia non ci è piaciuto (anche se il ritornello è pericolosissimo, si conficca in testa e non va più via), ma ha costruito un'operazione di sicuro impatto. Sarà un po' più difficile parlare di certi argomenti, rivendicare certi diritti, fare passare certi messaggi dopo il successo della canzone di Povia. L'Italia manda Luca era gay sul podio Sanremese, e il giorno dopo il mondo ritorna nel 2009 con l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale alla pellicola Milk.

Povia si comporta da star, ma non inventa niente di nuovo
L'ADRIANO DEL DUEMILA
Nelle more del Festival, abbiamo accuratamente evitato di parlarne, anche in privato. In un'intervista a Radio 24, Povia ha dichiarato: "non pensavo che l'omossessualità fosse una malattia: ho scoperto che è una religione". Per essere precisi, l'orientamento sessuale è un dato identitario. Quando la tua identità viene negata è abbastanza conseguenziale che si reagisca con rabbia. Povia è stato furbissimo, malizioso, crudele e finanche cattivo, quando ha mostrato lo sposo e la sposa baciarsi sul palcoscenico, come a dire. Si è comportato da rockstar, proponendosi come il nuovo Celentano, portatore del verbo e foriero di polemiche.
Perennemente strafottente, è fuggito dalla conferenza stampa dei vincitori adducendo motivi personali gravissimi (una sosta necessaria e impellente, si diceva), ma 15 minuti dopo era all'hotel Royal a fare le foto per TV Sorrisi e Canzoni. In perfetto stile Celentano sono stati i suoi cartelli mostrati alla fine della canzone di risposta a Benigni (Serenità è meglio di felicità) e a tutti (Ognuno difende la sua verità). L'operazione Luca era gay è stata concepita nei minimi particolari: il testo negato, la videografica più curata del resto dei concorrenti. Una vera e propria lenza, alla quale hanno immediatamente abboccato, per riflesso comprensibile, i portavoce dei movimenti e dell'associazionismo omosessuale, e per riflesso meno comprensibile tutti quei giornalisti e commentatori che hanno riportato per mesi un testo di cui conoscevano solo tre parole. Polemica cercata, voluta dallo stesso Povia, con la consapevolezza di avere poi l'ultima parola, con una canzone che inizia con "Premesso" e termina con "nessuna malattia, nessuna guarigione". La canzone di Povia è musicalmente orecchiabile, ben costruita, ben eseguita. Si presta a di ventare tormentone e luogo comune, ma stride.
Stride quando cita Freud a sproposito, stride quando propone l'ennesima storia di omosessuali con infanzia infelice, padre assente e madre possessiva. L'esperienza della redazione di Festivaldisanremo.com non conosce casi umani come quello raccontato nella canzone di Povia. Conosciamo felici persone straight di famiglia che hanno avuto esperienze gay, conosciamo felicissimi gay e lesbiche che, giovanissimi e timidi, hanno negato anche a sé stessi per alcuni anni la loro identità sessuale, tentando forzate relazioni con persone dell'altro sesso. I Luca che conosciamo noi hanno finto un'identità eterosessuale e poi, come il Luca di Povia, a una festa, hanno incontrato una persona del loro stesso sesso che ha cambiato loro la vita. Povia non ci è piaciuto (anche se il ritornello è pericolosissimo, si conficca in testa e non va più via), ma ha costruito un'operazione di sicuro impatto. Sarà un po' più difficile parlare di certi argomenti, rivendicare certi diritti, fare passare certi messaggi dopo il successo della canzone di Povia. L'Italia manda Luca era gay sul podio Sanremese, e il giorno dopo il mondo ritorna nel 2009 con l'Oscar per la migliore sceneggiatura non originale alla pellicola Milk.
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
Medea ha scritto:... Questo mi sembra solo un tentativo di farsi pubblicità", dice il cantante.
.....
U vouv disc' k'rnuut 'o ciucc!!!

mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
Povia, un rap per Eluana
e si prepara la polemica
di GIUSEPPE VIDETTI
MILANO - Un rap sommesso e incalzante, come quello
di "Luca era gay", ma la canzone che quest'anno Sanremo aspetta col
batticuore è ben più controversa di quella che Povia ha presentato
l'anno scorso sul palcoscenico dell'Ariston. Lì si trattava della
storia di un suo amico, omosessuale redento che "adesso sta con
lei". Era scontato che piovessero polemiche. Qui già il titolo, "La
verità (Eluana)", rimanda a una "scelta" che ha spaccato l'opinione
pubblica, il caso Englaro. Abbiamo letto il testo della canzone che
l'autore avrebbe voluto mantener segreto fino alla prima serata del
Festival, il 16 febbraio. La canzone è stata pensata come una
lettera indirizzata dalla ragazza ai genitori, un fiume di parole,
quasi Povia fosse entrato in contatto metafisico con la povera
Eluana che dall'aldilà ha sentito l'urgenza di lenire il dolore dei
suoi cari che l'hanno vegliata per anni e per anni hanno sperato
che riaprisse gli occhi, prima di decidere di staccare la spina.
"Padre, ora vivo nel tuo cuore / vivo nella tua battaglia / fate il
nome del mio nome / fate il nome di tua figlia / di una volontà da
rispettare / invece di dormire in fondo al mare", recita il testo
di Povia.
Questa volta non sono versi che fanno sognare o sorridere, come
quelli de "I bambini fanno ooh", la canzone che lanciò Povia nel
2005, oppure "Vorrei avere il becco", il brano con cui nel 2006
vinse il Festival di Sanremo. Quest'anno Povia s'impantana in una
questione che è difficile diluire in una canzonetta pop, anche
perché le ferite di tutti - non solo del papà ma anche di tutti
coloro che hanno considerato criminale la sua scelta - non sono
ancora rimarginate (a febbraio sarà trascorso giusto un anno dalla
morte di Eluana).
In realtà tutti si aspettavano che il testo di Povia fosse un atto
d'accusa contro la decisione di papà Englaro, ma di fatto l'artista
sorvola sull'eutanasia, non indugia sui particolari strazianti
della storia di Eluana e della sua vita attaccata ai fili. Le
parole non denunciano, accarezzano. "Mamma, che ne sanno del dolore
/ di quello che si può provare / per una disperata decisione / e di
quando avevi tu vent'anni / fatti di progetti e sogni": sono parole
di grande tenerezza che lasciano chiaramente intendere che nei
giorni dei veleni l'autore si sentiva più vicino a papà Englaro che
ai suoi detrattori. O almeno così sembra, almeno adesso che la
morte ha scritto la parola fine alla tragedia maturata in un mondo
dove sbagliare è umano: "Ora volo sopra le parole / sopra tutte le
persone / sopra quella convinzione di avere la verità".
La tenerezza del testo, verosimilmente, non smorzerà i toni delle
polemiche. Perché una canzone su Eluana in una gara canora, dove i
cantanti si sfidano a suon di banalità, luoghi comuni e
qualunquismi sull'Italia e persino sull'amore (la trovata del gay
redento non era più geniale de "Il mio miglior amico", la canzone
sull'omosessuale emarginato scritta da Gigi D'Alessio per la
Tatangelo due anni fa)?
Se non ci fossero state di mezzo la competizione e cinque prime
serate televisive (con un evento che nel peggiore dei casi farà
nove milioni di audience), l'operazione sarebbe stata più
trasparante.
Di fronte a un testo così personale, vien da pensare che Beppino
Englaro abbia avallato l'operazione. In effetti ha affermato di
essere grato a quanti gli hanno manifestato la loro vicinanza,
compresi i musicisti che hanno voluto dedicare canzoni alla figlia,
precisando però: "Senza mai entrare nei meriti artistici degli
stessi". Immaginiamo il gelo, più che la commozione, quando Povia,
sul palcoscenico di un teatro di varietà, pronuncerà quel nome alla
fine del suo brano: "Mamma, papà, un giorno ci rincontreremo /... /
quando sentirete un brivido che corre sulla vostra pelle / è lì che
io sarò presente / la vostra bambina per sempre,
Eluana".
da Repubblica
e si prepara la polemica
di GIUSEPPE VIDETTI
MILANO - Un rap sommesso e incalzante, come quello
di "Luca era gay", ma la canzone che quest'anno Sanremo aspetta col
batticuore è ben più controversa di quella che Povia ha presentato
l'anno scorso sul palcoscenico dell'Ariston. Lì si trattava della
storia di un suo amico, omosessuale redento che "adesso sta con
lei". Era scontato che piovessero polemiche. Qui già il titolo, "La
verità (Eluana)", rimanda a una "scelta" che ha spaccato l'opinione
pubblica, il caso Englaro. Abbiamo letto il testo della canzone che
l'autore avrebbe voluto mantener segreto fino alla prima serata del
Festival, il 16 febbraio. La canzone è stata pensata come una
lettera indirizzata dalla ragazza ai genitori, un fiume di parole,
quasi Povia fosse entrato in contatto metafisico con la povera
Eluana che dall'aldilà ha sentito l'urgenza di lenire il dolore dei
suoi cari che l'hanno vegliata per anni e per anni hanno sperato
che riaprisse gli occhi, prima di decidere di staccare la spina.
"Padre, ora vivo nel tuo cuore / vivo nella tua battaglia / fate il
nome del mio nome / fate il nome di tua figlia / di una volontà da
rispettare / invece di dormire in fondo al mare", recita il testo
di Povia.
Questa volta non sono versi che fanno sognare o sorridere, come
quelli de "I bambini fanno ooh", la canzone che lanciò Povia nel
2005, oppure "Vorrei avere il becco", il brano con cui nel 2006
vinse il Festival di Sanremo. Quest'anno Povia s'impantana in una
questione che è difficile diluire in una canzonetta pop, anche
perché le ferite di tutti - non solo del papà ma anche di tutti
coloro che hanno considerato criminale la sua scelta - non sono
ancora rimarginate (a febbraio sarà trascorso giusto un anno dalla
morte di Eluana).
In realtà tutti si aspettavano che il testo di Povia fosse un atto
d'accusa contro la decisione di papà Englaro, ma di fatto l'artista
sorvola sull'eutanasia, non indugia sui particolari strazianti
della storia di Eluana e della sua vita attaccata ai fili. Le
parole non denunciano, accarezzano. "Mamma, che ne sanno del dolore
/ di quello che si può provare / per una disperata decisione / e di
quando avevi tu vent'anni / fatti di progetti e sogni": sono parole
di grande tenerezza che lasciano chiaramente intendere che nei
giorni dei veleni l'autore si sentiva più vicino a papà Englaro che
ai suoi detrattori. O almeno così sembra, almeno adesso che la
morte ha scritto la parola fine alla tragedia maturata in un mondo
dove sbagliare è umano: "Ora volo sopra le parole / sopra tutte le
persone / sopra quella convinzione di avere la verità".
La tenerezza del testo, verosimilmente, non smorzerà i toni delle
polemiche. Perché una canzone su Eluana in una gara canora, dove i
cantanti si sfidano a suon di banalità, luoghi comuni e
qualunquismi sull'Italia e persino sull'amore (la trovata del gay
redento non era più geniale de "Il mio miglior amico", la canzone
sull'omosessuale emarginato scritta da Gigi D'Alessio per la
Tatangelo due anni fa)?
Se non ci fossero state di mezzo la competizione e cinque prime
serate televisive (con un evento che nel peggiore dei casi farà
nove milioni di audience), l'operazione sarebbe stata più
trasparante.
Di fronte a un testo così personale, vien da pensare che Beppino
Englaro abbia avallato l'operazione. In effetti ha affermato di
essere grato a quanti gli hanno manifestato la loro vicinanza,
compresi i musicisti che hanno voluto dedicare canzoni alla figlia,
precisando però: "Senza mai entrare nei meriti artistici degli
stessi". Immaginiamo il gelo, più che la commozione, quando Povia,
sul palcoscenico di un teatro di varietà, pronuncerà quel nome alla
fine del suo brano: "Mamma, papà, un giorno ci rincontreremo /... /
quando sentirete un brivido che corre sulla vostra pelle / è lì che
io sarò presente / la vostra bambina per sempre,
Eluana".
da Repubblica
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
facile quindi la canzone su eluana che non indugia sui particolari strazianti
della storia di Eluana e della sua vita attaccata ai fili. Le parole non denunciano, accarezzano...
invece il pezzo dei maxiata che non nasce per presentarlo a sanremo( per la gioia di mazzi che povia lo vuole solo lui e bonolis!)
e questo testo prende una posizione.oltre ad essere davvero ben
scritto e ben cantato( eccetto che sul finale con gli sfarfallamenti
alla concato che invece avrei lasciato senza voce
)
fiore di seta-maxiata
Disteso e immobile qui.
fiore di seta pallido e spento...
sul letto quel volto che non posso e non voglio sentire più mio
impenetrabile oscurità
avvolge in una morsa l'anima
non ho più scopo nè dignità
ho un disperato bisogno di pace per me
di pace per me
dentro il silenzio aspetterò
l'istante in cui mi spegnerò
un paradiso troverò
e nell'immenso resterò
staccala
arresta la mia agonia
questa vita inutile è la vita mia
staccala
lasciami andare via
ho un disperato bisogno di pace per me
dentro il silenzio aspetterò
l'istante in cui mi spegnerò
un paradiso troverò
e nell'immenso resterò
della storia di Eluana e della sua vita attaccata ai fili. Le parole non denunciano, accarezzano...
invece il pezzo dei maxiata che non nasce per presentarlo a sanremo( per la gioia di mazzi che povia lo vuole solo lui e bonolis!)
e questo testo prende una posizione.oltre ad essere davvero ben
scritto e ben cantato( eccetto che sul finale con gli sfarfallamenti
alla concato che invece avrei lasciato senza voce

fiore di seta-maxiata
Disteso e immobile qui.
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sul letto quel volto che non posso e non voglio sentire più mio
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ho un disperato bisogno di pace per me
di pace per me
dentro il silenzio aspetterò
l'istante in cui mi spegnerò
un paradiso troverò
e nell'immenso resterò
staccala
arresta la mia agonia
questa vita inutile è la vita mia
staccala
lasciami andare via
ho un disperato bisogno di pace per me
dentro il silenzio aspetterò
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un paradiso troverò
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lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Sanremo e il brano su Eluana. Povia: "Falso il testo sul web". Poi spunta un altro caso
Sanremo 2010: per Vecchioni Povia forse è un po’ furbo, ma dignitoso e comunque non fascista
Sulla bufera pre-festivaliera, ormai consueta per la partecipazione di Povia, prende oggi la parola uno dei grandi cantautori “senior” italiani: Roberto Vecchioni.
Povia di certo non sceglierà mai per le sue canzoni temi banali o che rischino di passare inosservati, magari giocando solamente con la semplice e scontata rima cuore-amore, forse, secondo il parere di qualcuno, più adatta all’atmosfera tradizionale del Festival della canzone italiana.
In passato per la verità, il cantante era salito alla ribalta sanremese, quasi per caso e non partecipando alla gara canora, ma con un pezzo delizioso dedicato allo stupore candido dei bambini piccoli. Dopo l’enorme e inaspettato successo di quella canzone, vero tormentone di grandi e bambini per mesi e mesi, era quindi stato ammesso d’ufficio alla categoria dei “big” del Festival, proponendo temi controversi, come quello dell’omosessualità, riletta in chiave quasi patologica, (vedi Luca era Gay) e oggi quello del diritto incondizionato alla vita, con la canzone dedicata al caso di Eluana Englaro, che presenterà a Sanremo 2010.
Nelle settimane scorse era stata resa pubblica da un blog una versione del testo della canzone La verità (Eluana), ma non è ancora certo se effettivamente si tratti davvero del brano originale che sarà cantato dall’artista sul palco della manifestazione canora. In ogni caso, la posizione di Povia in merito al fatto di cronaca che ha diviso l’Italia per settimane nel febbraio 2009, sembra essere dalla parte di chi si opponeva a staccare la spina alla ragazza in stato vegetativo da oltre 20 anni, sostenendo che la vita debba essere riconosciuta ed aiutata in tutte le sue fasi e con tutti i mezzi possibili.
Vecchioni, intervistato dai giornalisti in merito alla canzone oggetto delle polemiche e su Povia stesso afferma: “Ha diritto di scrivere quello che vuole e di mettersi in gioco. Sentiremo e ascolteremo. A volte si critica troppo presto” Sostenendo inoltre che il giovane cantautore secondo lui, pur essendo forse un po’ furbetto, non è comunque affatto un fascista.
http://www.newnotizie.it/2010/01/23/sanremo-2010-per-vecchioni-povia-forse-e-un-po-furbo-ma-dignitoso-e-comunque-non-fascista/
Sulla bufera pre-festivaliera, ormai consueta per la partecipazione di Povia, prende oggi la parola uno dei grandi cantautori “senior” italiani: Roberto Vecchioni.
Povia di certo non sceglierà mai per le sue canzoni temi banali o che rischino di passare inosservati, magari giocando solamente con la semplice e scontata rima cuore-amore, forse, secondo il parere di qualcuno, più adatta all’atmosfera tradizionale del Festival della canzone italiana.
In passato per la verità, il cantante era salito alla ribalta sanremese, quasi per caso e non partecipando alla gara canora, ma con un pezzo delizioso dedicato allo stupore candido dei bambini piccoli. Dopo l’enorme e inaspettato successo di quella canzone, vero tormentone di grandi e bambini per mesi e mesi, era quindi stato ammesso d’ufficio alla categoria dei “big” del Festival, proponendo temi controversi, come quello dell’omosessualità, riletta in chiave quasi patologica, (vedi Luca era Gay) e oggi quello del diritto incondizionato alla vita, con la canzone dedicata al caso di Eluana Englaro, che presenterà a Sanremo 2010.
Nelle settimane scorse era stata resa pubblica da un blog una versione del testo della canzone La verità (Eluana), ma non è ancora certo se effettivamente si tratti davvero del brano originale che sarà cantato dall’artista sul palco della manifestazione canora. In ogni caso, la posizione di Povia in merito al fatto di cronaca che ha diviso l’Italia per settimane nel febbraio 2009, sembra essere dalla parte di chi si opponeva a staccare la spina alla ragazza in stato vegetativo da oltre 20 anni, sostenendo che la vita debba essere riconosciuta ed aiutata in tutte le sue fasi e con tutti i mezzi possibili.
Vecchioni, intervistato dai giornalisti in merito alla canzone oggetto delle polemiche e su Povia stesso afferma: “Ha diritto di scrivere quello che vuole e di mettersi in gioco. Sentiremo e ascolteremo. A volte si critica troppo presto” Sostenendo inoltre che il giovane cantautore secondo lui, pur essendo forse un po’ furbetto, non è comunque affatto un fascista.
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