NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ha ha ha che ridere! bellissima. Va meglio, quando cantava non mi sembrava male e parlando è migliorato via via che la voce si scaldava . Bravi i giornalisti, non hanno fatto come altri che accavallano i discorsi e non permettono di finire i concetti, qui puntualmente hanno ripreso questioni importanti che erano state interrotte consentendogli di esprimersi compiutamente.
miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
Una rosa è sempre una rosa: due domande a Morgan
di Marta Migliardi
Sono l’ultima persona al mondo in grado di scrivere giornalisticamente di Marco Castoldi, quello che si fa chiamare Morgan. Domando scusa in anticipo ai lettori, per questa occasione perduta o forse per questa occasione d’oro, a seconda di ciò che vorreste trovarvi scritto.
Conosco Marco dal 1989. 21 anni esatti. Sono una di quelle che si imbarazza a chiamarlo Morgan, arrossisco, credo di non averlo mai chiamato così. E non per cadere nella semplificazione banale di una qualsivoglia schizofrenia tra Marco e Morgan. Quella a cui si aggrappano normalmente i giornali, quella che quando fa scalpore è Morgan e quando commuove è Marco. E’ il mio modo di unificare una personalità di certo complessa e contrastante, in una sola parola, quella con cui io lo riconosco: Marco.
A 14 anni per me non c’era cosa più commovente che sentirlo suonare. La cosa che mi stupisce oggi è che non gli ho mai domandato di suonare per me. Era sempre lui a sedersi sul seggiolino del suo pianoforte e a cominciare, senza che io proferissi parola. Spesso, quando terminava, mi domandava con tono dolce e rassicurante “ Ti sei annoiata? “. Questa è la gentilezza del suo animo. Disarmante e crudele, perché mi impediva qualsiasi moto di ribellione. Marco a 16 anni. Il primo dandy nell’epoca del paninaro che ebbi modo di conoscere. Al Liceo Ginnasio Bartolomeo Zucchi di Monza, non potevi non notarlo, con i suoi cravattini, le giacche e le camicie stile Spandau Ballet, estrose manifestazioni del suo senso estetico sentimentale. Il suo profumo era un concentrato di vaniglia e non mangiava formaggi, a parte la mozzarella sulla pizza. Era già allora un abile sofista, in grado di sopraffarti con le parole e la musica. Innegabile il suo talento genialoide e la perseveranza con cui riuscì a passare dai concerti della scuola a palchi prestigiosi. E per il mio diciottesimo compleanno mi regalò una pelliccia ecologica azzurra e una zebra di peluche. Capirete da questi piccoli aneddoti, quanto sia distante la mia idea (nello spazio e nel tempo) di lui da quella dei più, da quella mediatica, del poeta maledetto, talvolta arrogante, sempre sopra le righe: io vi vorrei dare un’altra visione. E credo di non far dispiacere a nessuno, essendo trascorsa più di una decade, nel raccontare di questo grande amore che segnò la mia adolescenza per dieci lunghi anni. Dimenticate il gossip, non ci saranno rivelazioni inattese, outing o cattiverie, ma solo un grande affetto, che rimane indelebile e anzi, invecchiando, si contorna di tenerezza . Del resto, quando 10 giorni fa mi sono recata a casa sua per intervistarlo, ero partita con tutti i buoni propositi del caso: avevo preparato 8 domande, domande più filosofiche ed esistenziali che legate ai clamori che ultimamente lo accompagnano. Lui però sorprende sempre, e prima di cominciare a registrare le sue risposte mi chiede se lo aiuto a ripassare la Divina Commedia: “La devo ripetere ogni tanto sennò la dimentico”. E così mi dà in mano il libro e lui comincia con il quinto e poi il primo canto, si arrabbia se sbaglia e io lo correggo, talvolta. Poi si mette al piano, e suona. E’ generoso, Marco quando vuole.
Il pittore Basquiat sosteneva che quando si diventa famosi non si cambia atteggiamento verso gli altri ma che sono gli alti a cambiare il modo di rapportarsi a te che sei diventato famoso…nel tuo caso?
Si diventa famosi per scelta, normalmente. Per cui questo rapporto con gli altri è sempre stato un rapporto diverso. Ma ci sono due modi di diventare famosi, anche se io, francamente non ragiono molto in questi termini di fama. Non amo definire me stesso in questo modo. La fama non mi interessa. Io ho sempre avuto bisogno degli altri, perché gli altri sono quelli che ti permettono di esistere quando fai una cosa di cui c’è una fruizione. Qualsiasi opera d’arte viene fatta per gli altri. Non credo agli artisti che fanno le cose per se stessi. Si fa per esprimere, almeno nel mio caso, un bisogno di farsi amare, una specie di richiesta di contatto. Una rappresentazione che un artista regala agli altri, l’arte è un dono che si fa. Non è data a se stessi. Poi c’è chi è naturale nel suo produrre, chi macchinoso e artificioso: quelli che mettono insieme delle equipe perché da soli non ce la fanno. Questo è un po’ artificiale, a me piace chi è indipendente e artigianale, chi lo fa perché ha la necessità di fare quello che fa come una naturale pratica di espressione. Per cui il rapporto con gli altri fondamentalmente non cambia, è sempre stato, per me, voler l’attenzione degli altri, che sono il principale oggetto della mia comunicazione. Cioè quando io faccio una canzone la faccio perché possa essere ascoltata e capita. In questo però io non faccio quello che gli altri vogliono, ma porto gli altri verso di me. Dipende anche come si diventa famosi, ad esempio in questo momento storico la deriva del mondo dello spettacolo permette a qualcuno di diventare famoso senza saper fare nulla, ma soltanto perché si sono imbellettati e vanno in tv a fare i ciarlatani, non hanno arte, non fanno nulla che gli altri possono apprezzare e di cui nutrirsi. Certo a quel punto la fama diventa solo il fatto di essere riconosciuti per strada o privilegiati, ma questo non è il mio caso, io cerco di far capire il mio mondo interiore. Ed allora ecco che gli altri si avvicinano a me, perché mi hanno compreso, perché mi sono espresso. L’artista ha la necessità di aprire il suo mondo interiore all’altro e quindi di essere amato dagli altri. Se diventa famoso evidentemente è perché c’è tanta fruizione e quindi è ovvio che gli altri lo ameranno.
Qual è, quindi, per te il rapporto tra depressione e arte?
Riallacciandomi al discorso di prima, l’artista può essere anche amato, ma è un amore ideale, intellettuale, platonico che non ha niente a che fare con lo stare al mondo. La solitudine dell’artista rimane, sempre, anche se viene capito molto: gli altri rimangono veramente qualcosa di altro. L’artista è sempre da solo. Nella sua visione delle cose e nella sua disperazione. La depressione c’è sempre, questa disperazione latente che è parte della poetica che permette la vita dell’arte almeno nel senso romantico del termine, dell’ispirazione romantica, forti emozioni e uno sguardo sul mondo molto profondo e anche sturm und drung. Sì, c’è sempre una depressione latente.
A questo punto suona il suo cellulare, spengo il registratore: peccato, stava parlando liberamente, era bello ascoltarlo. Numero sconosciuto. “Non rispondo” mi dice accendendosi una sigaretta. Poi mi fa ascoltare i suoi brani preferiti del momento, con l’entusiasmo di un innamorato che presto tradirà: “Try to Remeber” e “Albergo a ore”. Un anno fa era Fossati con “Le cose che si dicono”. Mi suggerisce l’ascolto di Walker Scott e ci perdiamo in una conversazione fatta di musica, dove io posso solo stare zitta e imparare, da lui e dal suo entusiasmo, dagli occhi lucidi che trapelano l’amore per quello che fa: il musicista. Quant’è lontano adesso il personaggio che rilascia interviste sul crack e si pavoneggia in televisione agitando le mani. Ma forse sono io che lo vedo così, è la mia visione di lui. O forse fa parte del gioco, e lui ha scelto di diventare famoso. O meglio, non aveva altra scelta.
1992: un giorno fui presa da un violento attacco di gelosia: ero giovane e innamorata. Credevo che la musica fosse una rivale imbattibile, e senz’altro lo era. Così, dopo una lunga litigata, dove minacciai di lasciarlo riuscii a fargli firmare un contratto, che ancora oggi conservo. C’era scritto così su quel pezzo di carta: Io sottoscritto Marco Castoldi prometto solennemente che da oggi in avanti non suonerò mai più in pubblico e che mi occuperò di musica solo dietro le quinte.
Meno male che Marco non sempre mantiene le promesse.
Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. (Giulietta: atto II, scena II)
Se tornasse casomai
di Giulia Cavaliere
Faccio il giro di molte pagine internet, leggo alcune biografie e finisco persino in uno di quei siti in cui se ti registri ascolti gratis la musica che vuoi: per tre giorni, certo, poi se vorrai continuare, dovrai pagare. Mi muovo a vuoto, come quelli che non sanno, non conoscono e si avvicinano per la prima volta, girano intorno, annusano, e lo faccio forse nella speranza di dimenticarmi qualcosa, di poter ricominciare anch’io: io, che di questo Morgan ho scritto la biografia online più importante da cui quasi tutte le altre hanno rubato qualcosa più o meno celatamente, io che questa musica che sto ascoltando gratis dal web non solo l’ho sempre comprata il giorno stesso della sua uscita ma l’ho regalata a chi credevo capace di meritarla, di capirla, l’ho difesa dalle unghie dei più sprezzanti recensori, la conosco a memoria, l’ho fatta per anni mia, filtro mentale dei discorsi più importanti con me stessa e più ludici, in compagnia. In buona sostanza e banalità, io di Morgan ho così tanto da raccontare che non so da dove cominciare. Infiniti ritratti nella mia mente, si accostano gli uni agli altri e si sovrappongono, di quello che probabilmente è stato il più grande cantautore italiano di nuova generazione, il più importante musicista pop italiano degli anni ‘00. Morgan, lui, l’ex giudice di X-factor, Morgan che fa dichiarazioni shock e che poi cerca in un modo goffo che rasenta il patetico di difendere l’onestamente indifendibile. Io di questo Morgan, il Morgan odierno, personaggio per mamme e ragazzine, cantautore cantante di cover poco lucide e di certo non più autore, non vi parlerò, per quanto mi concerne, artisticamente parlando, lo dico in tutta sincerità, al momento non c’è pressoché più nulla da dire e quel che di giornalistico potrebbe esserci non mi interessa.
Mi piacerebbe invece raccontarvi dall’altro Morgan, quello che c’era prima e che ora stento quasi a ricordare, quello capace di regalare alla musica italiana contemporanea due grandi album d’autore come “Canzoni dell’appartamento” e “Da A ad A”, uno capace di fare in pop ciò che Frank Lloyd Wright con la sua “Casa sulla cascata” fece in architettura, uno capace di scrivere testi e armonie perfette senza ricorrere al gioco facile della parola e del suono, un Franco Battiato sentimentale e disperato, tendente alla sregolatezza e al poco equilibrio emotivo, capace nel suo “lavoro”, di fare benissimo il meglio, anzi, il bene, quello che non piace alla gente, che non riempie le sale da concerto ma che è la salute dell’arte. Morgan che suona per tre ore in un palazzetto dello sport dalle fattezze decadenti, nel centro dell’hinterland milanese e lo fa benissimo, gratuitamente, davanti a una scarsa cinquantina di spettatori e Morgan che in una calda sera di maggio del 2007, in piazza del Comune a Cremona, minuto dopo minuto, porta un luogo decisamente poco affollato a riempirsi di curiosi che diventano velocemente appassionati scopritori di un talento sconosciuto ai più, capace di meritare, sotto un cielo blu tersissimo, quasi dieci minuti di applausi. Morgan che, andando ancora un po’ più indietro, mi è piaciuto subito, quella domenica pomeriggio d’autunno di più di dieci anni fa, in televisione, perché sembrava così cinico, così distaccato dalle frivolezze poetiche, così poco concentrato a far canzoni in rima “fiore – amore” (ch’era “la più antica e difficile del mondo” l’avrei scoperto un po’ dopo)e così volto invece ai significati veri, alle profondità quasi inesplorate, l’Io, l’alternativa. A me piacque perché mi piaceva Bowie, ero una ragazzina tredicenne, lui un ragazzo ben più maturo, e Bowie piaceva anche a lui. E via di musica nuova, e nuove prospettive, io volevo conoscere, volevo sapere, mi facevo accompagnare da mio padre alle mostre in Triennale, a Milano, e lo costringevo ad ascoltare in auto Metallo non Metallo dei Bluvertigo. Morgan che mi ha spiegato, senza saperlo, alcune sfumature della bellezza, l’architettura di Lele Gaudì, quello della Sagrada Familia (”l’ottava meraviglia del mondo”), Morgan che amava la letteratura importante, Pavese e Musil, e come me, che da molto giovane mi ci avvicinai, la poesia. Morgan, di cui ho visto, occhio e croce, un centinaio di concerti che mi hanno fatto conoscere moltissime persone, di cui un buon sessanta percento, ad oggi, sono i miei più grandi amici. Morgan, soprattutto, che mi ha mostrato com’è più alto di tutto l’amore e come bello lanciarsi, e com’è bello cadere. Morgan innamorato che suonando piange un abbandono eppure a me non è mai parso così forte. Morgan, mi viene da pensare, che chi lo sa se tutto questo era vero o se noi che ci abbiamo creduto eravamo sciocchi o ci volevamo semplicemente credere. Morgan, che se questo Morgan è vero, tra due anni si risveglia da questo suo palese letargo dalla vita e mi chiede un’altra sigaretta fuori da un locale decisamente poco alla moda, dopo il live del suo nuovo disco, bellissimo e importante, da farmi tremare, ancora una volta, le vene dei polsi.
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
Queste foto ci sono? sono stupende!!
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Andate sull'icona con il pianoforte e guardate le ultime foto!!
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ci mette tremila anni a caricarsi.
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ho appena sentito l'intervsita audio a buenos aires 14. Posso solo dire che pastore quando parla mi mette l'ansia?
non ce la faccio proprio.
marco invece mi sembra in forma, lo lasciassero finire le frasi...
d'accordo con voi sui problemi alla voce.
non ce la faccio proprio.
marco invece mi sembra in forma, lo lasciassero finire le frasi...
d'accordo con voi sui problemi alla voce.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
http://www.105.net/sezioni/photogallery/photo.php?cartella=morganzoo_ospite&ospite=Morgan
ospite a 105
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
l'audio dove si trova?
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ma com'è che ci sfugge tutto in questi giorni? un tempo sapevamo anche a che ora sarebbe uscito a portare la spazzatura
Karenina- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
Gioia io dopo varie prove tecniche sono riuscita a mettere il link figurati se trovavo pure l'audio...fantascienza allo stato attuale delle mie conoscenze
sophia- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
KARENINA ha scritto:ma com'è che ci sfugge tutto in questi giorni? un tempo sapevamo anche a che ora sarebbe uscito a portare la spazzatura
sophia- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ok cerco io, scusami
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
http://www.105.net/sezioni/Player/sceltaplayer.php?url=105ondemand/replica_zoo/zoo_20100526
Audio qua
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
KARENINA ha scritto:ma com'è che ci sfugge tutto in questi giorni? un tempo sapevamo anche a che ora sarebbe uscito a portare la spazzatura
magari lo sapevamo pure e ce ne siamo dimenticate...
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
grazie medea
io sto da mozzilla, ma è normale che non c'è un player con la barra di scorrimento ma solo pausa e play??
io sto da mozzilla, ma è normale che non c'è un player con la barra di scorrimento ma solo pausa e play??
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
yesmaimeri ha scritto:grazie medea
io sto da mozzilla, ma è normale che non c'è un player con la barra di scorrimento ma solo pausa e play??
malwinka- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
maimeri ha scritto:grazie medea
io sto da mozzilla, ma è normale che non c'è un player con la barra di scorrimento ma solo pausa e play??
Eh pure a me stanno tutte le minchiate prima e nn si puo' andare avanti
Nemmeno il podcast c'è..uff
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
A me è lo stesso, solo pausa e play.maimeri ha scritto:
sto da mozzilla, ma è normale che non c'è un player con la barra di scorrimento ma solo pausa e play??
Grazie mille medea!
Pearl- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
vanno avanti ancora molto con 'sta roba?
Karenina- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
va bè, aspetto il podcast domani :urlouomo:
Karenina- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
ma non è questo il podcast? è una replica...
madò che gente. i medusa purre sono volgari ma almeno ironizzano sull'attualità
madò che gente. i medusa purre sono volgari ma almeno ironizzano sull'attualità
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: NUOVO! A proposito di Marco Morgan Castoldi
non li sopporto più :incazz2:
Karenina- Utente Colonna: 2001-5000 post
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maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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