L'angolo dei libri
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Re: L'angolo dei libri
http://www.salonelibro.it/it/salone/tema.html
La memoria, motivo conduttore del Salone 2010
Scopri gli incontri del programma dedicato al tema dell'anno, la memoria
Che cosa è per noi, oggi, la memoria? Come la pensiamo, come la
utilizziamo? La scelta della memoria come motivo conduttore del Salone
2010 nasce dalla constatazione di un paradosso: proprio nel momento in
cui, grazie alle nuove tecnologie, possiamo disporre di sterminate
banche dati, tanto vaste come da sfidare la nostra stessa immaginazione
e capacità di gestione, ci siamo accorti che il nostro rapporto con il
passato si è fatto distratto, intermittente, quasi infastidito.
Il mondo sembra appiattirsi su un presente superficiale e nevrotico,
incapace di fare realmente i conti con la propria storia, persino di
interessarsene. La memoria finisce per diventare una generica nostalgia,
rimpianto, vagheggiamento rétro, escamotage post-modernista.
Intanto la sorte delle democrazie sembra legata al controllo sempre
più pervasivo e capillare di un Grande Fratello che sa tutto di noi, dei
nostri consumi, della nostra identità e rende obsolete perfino le più
fosche profezie di George Orwell. Eppure la capacità di codificare e
trasmettere la memoria, cioè le esperienze acquisite, si è rivelato un
fattore decisivo nell’evoluzione delle società umane, che si sono potute
sviluppare proprio nel momento in cui hanno cominciato a consegnare
alle nuove generazioni la testimonianza delle proprie esperienze.
Se fino a Gutenberg sapere a memoria era sinonimo di sapere tout
court, con la rivoluzione della stampa le ingegnose tecniche classiche
di memorizzazione, costruite sull’immagine di un teatro, perdono
importanza. Nell’Ottocento si afferma l’uso politico della memoria che
mira a consolidare l’identità collettiva e per questo crea feste ed eroi
nazionali, come in Francia Giovanna d’Arco. Nasce «l’invenzione della
tradizione». La memoria assume un ruolo centrale in psicoanalisi e nella
biologia, attraverso le mappature del Dna; con Proust si afferma come
il motore primo della narrazione. Torna a riproporsi più forte che mai
la questione del delicato rapporto fra tradizione e innovazione: che
cosa conservare e cosa buttare?
Sono questi alcuni dei temi, all’incrocio fra scienza, storia,
letteratura, arti, che saranno al centro degli incontri e dei dibattiti
del Salone 2010, a partire dalle lectio magistralis di Gianfranco Ravasi
sulle religioni del ricordo («Fate questo in memoria di me»), di Mario
Botta sul delicato rapporto dialettico che l’architettura intrattiene
con il passato e di registi come Giuseppe Tornatore (Ba’aria) e il
francese Claude Lanzmann, autore del monumentale docu-film sulla Shoah,
ma anche della travolgente autobiografia La lepre della Patagonia,
sull’uso cinematografico e letterario della memoria. Sul medesimo tema
anche il dialogo tra Pupi Avati e Andrea Vitali.
Si partirà con le neuroscienze. Edoardo Boncinelli, un biologo che ha
rivelato ottime capacità divulgative, dialogherà con il neurochirurgo
Arnaldo Benini su quell’hardware che nel nostro cervello gestisce la
memorizzazione del vissuto. Della funzione primaria che la memoria ha
nella psicoanalisi discutono il freudiano Roberto Speziale Bagliacca e
lo junghiano Luigi Zoja. Luciano Canfora dedica una lectio magistralis
all’invenzione della memoria nell’età di Pericle, mentre Valerio M.
Manfredi ricostruisce il favoloso intreccio di leggende e di miti che si
è andato tessendo intorno alla tomba di Alessandro.
Del «delirio della lista», la vertigine di catalogazione ed
elencazione dell’esistente, con cui l’uomo cerca di esorcizzare i guasti
del tempo e i limiti delle proprie capacità mnemoniche, ma anche della
necessità dell’oblio, parlano Umberto Eco e il filosofo Maurizio
Ferraris, con la semiologa Patrizia Violi. L’incontro è intitolato
L’avvenire della memoria.
In che modo i segni della memoria possono corroborare una «sfida
educativa» oggi più che mai necessaria, ma anche sempre più difficile? È
questo il tema della lectio magistralis di S.E. il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Già Primo Levi ci ricordava che la memoria personale va sottoposta a
verifica stringente, perché tende a modificare, abbellire, «riscrivere»
continuamente se stessa. Proprio a Levi e alle sue riflessioni sul caso e
la fortuna in Lager è dedicata una conversazione dell’italianista
inglese Robert Gordon, che dello scrittore torinese è uno degli studiosi
più acuti, in dialogo con Domenico Scarpa. Il rapporto tra Storia e
memoria è oggetto della lectio magistralis di Giovanni De Luna. In che
modo la memoria personale può diventare ricostruzione condivisa di un
passato? Ne discute con lo stesso De Luna Benedetta Tobagi, che con il
suo libro ha saputo compiere questo percorso. Un tragitto in qualche
modo affine, dal documento alla reinvenzione letteraria, è quello che
illustreranno due maestri del romanzo storico italiano, Alessandro
Barbero e Melania Mazzucco.
Ma è nel Novecento che si sono addensate tragedie con cui non si può
smettere di fare i conti. Così la Shoah, che porta con sé anche la
difficoltà di dire l’indicibile (i libri di Enrico Donaggio, Diego Guzzi
e Carlo de Matteis; o il libro di Helga Schneider, La baracca dei
tristi piaceri. Il sesso forzato come strategia del nazismo). O ancora
le relazioni pericolose tra cultura della razza e cultura letteraria
nell’Italia del Novecento (ne parlano lo storico polacco Bronislaw
Backo, Luciano Canfora e Carlo Ossola). Mentre Francesco Cataluccio
insegue i fantasmi della grande cultura mitteleuropea, distrutta prima
dal nazismo e poi dallo stalinismo.
La memoria, motivo conduttore del Salone 2010
Scopri gli incontri del programma dedicato al tema dell'anno, la memoria
Che cosa è per noi, oggi, la memoria? Come la pensiamo, come la
utilizziamo? La scelta della memoria come motivo conduttore del Salone
2010 nasce dalla constatazione di un paradosso: proprio nel momento in
cui, grazie alle nuove tecnologie, possiamo disporre di sterminate
banche dati, tanto vaste come da sfidare la nostra stessa immaginazione
e capacità di gestione, ci siamo accorti che il nostro rapporto con il
passato si è fatto distratto, intermittente, quasi infastidito.
Il mondo sembra appiattirsi su un presente superficiale e nevrotico,
incapace di fare realmente i conti con la propria storia, persino di
interessarsene. La memoria finisce per diventare una generica nostalgia,
rimpianto, vagheggiamento rétro, escamotage post-modernista.
Intanto la sorte delle democrazie sembra legata al controllo sempre
più pervasivo e capillare di un Grande Fratello che sa tutto di noi, dei
nostri consumi, della nostra identità e rende obsolete perfino le più
fosche profezie di George Orwell. Eppure la capacità di codificare e
trasmettere la memoria, cioè le esperienze acquisite, si è rivelato un
fattore decisivo nell’evoluzione delle società umane, che si sono potute
sviluppare proprio nel momento in cui hanno cominciato a consegnare
alle nuove generazioni la testimonianza delle proprie esperienze.
Se fino a Gutenberg sapere a memoria era sinonimo di sapere tout
court, con la rivoluzione della stampa le ingegnose tecniche classiche
di memorizzazione, costruite sull’immagine di un teatro, perdono
importanza. Nell’Ottocento si afferma l’uso politico della memoria che
mira a consolidare l’identità collettiva e per questo crea feste ed eroi
nazionali, come in Francia Giovanna d’Arco. Nasce «l’invenzione della
tradizione». La memoria assume un ruolo centrale in psicoanalisi e nella
biologia, attraverso le mappature del Dna; con Proust si afferma come
il motore primo della narrazione. Torna a riproporsi più forte che mai
la questione del delicato rapporto fra tradizione e innovazione: che
cosa conservare e cosa buttare?
Sono questi alcuni dei temi, all’incrocio fra scienza, storia,
letteratura, arti, che saranno al centro degli incontri e dei dibattiti
del Salone 2010, a partire dalle lectio magistralis di Gianfranco Ravasi
sulle religioni del ricordo («Fate questo in memoria di me»), di Mario
Botta sul delicato rapporto dialettico che l’architettura intrattiene
con il passato e di registi come Giuseppe Tornatore (Ba’aria) e il
francese Claude Lanzmann, autore del monumentale docu-film sulla Shoah,
ma anche della travolgente autobiografia La lepre della Patagonia,
sull’uso cinematografico e letterario della memoria. Sul medesimo tema
anche il dialogo tra Pupi Avati e Andrea Vitali.
Si partirà con le neuroscienze. Edoardo Boncinelli, un biologo che ha
rivelato ottime capacità divulgative, dialogherà con il neurochirurgo
Arnaldo Benini su quell’hardware che nel nostro cervello gestisce la
memorizzazione del vissuto. Della funzione primaria che la memoria ha
nella psicoanalisi discutono il freudiano Roberto Speziale Bagliacca e
lo junghiano Luigi Zoja. Luciano Canfora dedica una lectio magistralis
all’invenzione della memoria nell’età di Pericle, mentre Valerio M.
Manfredi ricostruisce il favoloso intreccio di leggende e di miti che si
è andato tessendo intorno alla tomba di Alessandro.
Del «delirio della lista», la vertigine di catalogazione ed
elencazione dell’esistente, con cui l’uomo cerca di esorcizzare i guasti
del tempo e i limiti delle proprie capacità mnemoniche, ma anche della
necessità dell’oblio, parlano Umberto Eco e il filosofo Maurizio
Ferraris, con la semiologa Patrizia Violi. L’incontro è intitolato
L’avvenire della memoria.
In che modo i segni della memoria possono corroborare una «sfida
educativa» oggi più che mai necessaria, ma anche sempre più difficile? È
questo il tema della lectio magistralis di S.E. il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Già Primo Levi ci ricordava che la memoria personale va sottoposta a
verifica stringente, perché tende a modificare, abbellire, «riscrivere»
continuamente se stessa. Proprio a Levi e alle sue riflessioni sul caso e
la fortuna in Lager è dedicata una conversazione dell’italianista
inglese Robert Gordon, che dello scrittore torinese è uno degli studiosi
più acuti, in dialogo con Domenico Scarpa. Il rapporto tra Storia e
memoria è oggetto della lectio magistralis di Giovanni De Luna. In che
modo la memoria personale può diventare ricostruzione condivisa di un
passato? Ne discute con lo stesso De Luna Benedetta Tobagi, che con il
suo libro ha saputo compiere questo percorso. Un tragitto in qualche
modo affine, dal documento alla reinvenzione letteraria, è quello che
illustreranno due maestri del romanzo storico italiano, Alessandro
Barbero e Melania Mazzucco.
Ma è nel Novecento che si sono addensate tragedie con cui non si può
smettere di fare i conti. Così la Shoah, che porta con sé anche la
difficoltà di dire l’indicibile (i libri di Enrico Donaggio, Diego Guzzi
e Carlo de Matteis; o il libro di Helga Schneider, La baracca dei
tristi piaceri. Il sesso forzato come strategia del nazismo). O ancora
le relazioni pericolose tra cultura della razza e cultura letteraria
nell’Italia del Novecento (ne parlano lo storico polacco Bronislaw
Backo, Luciano Canfora e Carlo Ossola). Mentre Francesco Cataluccio
insegue i fantasmi della grande cultura mitteleuropea, distrutta prima
dal nazismo e poi dallo stalinismo.
seunanotte- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: L'angolo dei libri
Grazie mille Bluesky, li ho trovati tutti in stock e li leggerò proprio nell'ordine che mi hai suggerito!bluesky ha scritto:
Ti consiglio "Una città o l'altra. Viaggi in Europa" che racconta della sua esperienza in giro per l'Europa ripercorrendo un viaggio fatto in gioventù e "Una passeggiata tra i boschi" in cui si mette zaino in spalla per percorrere l'Appalachian Trail (meglio se in quest'ordine anche se non è indispensabile) e poi io ho adorato "Breve storia di quasi tutto" in cui Bryson mette da parte i racconti di viaggio e si tuffa nella scienza ma solo come lui sa fare.
Sai che ha scritto anche un libro su Shakespeare?
Per fortuna ti ho chiesto consiglio, sono andata a guardare la pagina di Bryson su Amazon e mi si è aperto un mondo, ma quanto ha scritto? Peggio che essere in pasticceria, avrei preso tutto Il libro su Shakespeare pare sia irresistibile, ottime recensioni, una biografia del personaggio fatta alla sua maniera e una esilarante descrizione dell'età elisabettiana, poi i modi di dire ancora in uso che derivano da Shakespeare. Grazie ancora
Waltzing Matilda- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: L'angolo dei libri
Waltzing Matilda ha scritto:Grazie mille Bluesky, li ho trovati tutti in stock e li leggerò proprio nell'ordine che mi hai suggerito!bluesky ha scritto:
Ti consiglio "Una città o l'altra. Viaggi in Europa" che racconta della sua esperienza in giro per l'Europa ripercorrendo un viaggio fatto in gioventù e "Una passeggiata tra i boschi" in cui si mette zaino in spalla per percorrere l'Appalachian Trail (meglio se in quest'ordine anche se non è indispensabile) e poi io ho adorato "Breve storia di quasi tutto" in cui Bryson mette da parte i racconti di viaggio e si tuffa nella scienza ma solo come lui sa fare.
Sai che ha scritto anche un libro su Shakespeare?
Per fortuna ti ho chiesto consiglio, sono andata a guardare la pagina di Bryson su Amazon e mi si è aperto un mondo, ma quanto ha scritto? Peggio che essere in pasticceria, avrei preso tutto Il libro su Shakespeare pare sia irresistibile, ottime recensioni, una biografia del personaggio fatta alla sua maniera e una esilarante descrizione dell'età elisabettiana, poi i modi di dire ancora in uso che derivano da Shakespeare. Grazie ancora
Figurati!Sì ha scritto tanto per fortuna...aspetto commenti ma comunque sono sicura che non rimmarrai delusa
bluesky- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: L'angolo dei libri
da qualche giorno sto rileggendo un libro letto una decina di anni fa,o forse piu."oblomov",scritto da Goncarov.divertentissimo,spesso amaro,triste.per chi non lo conoscesse e' la storia di un uomo,oblomov,che e' la pigrizia fatta persona,li sa fatica pure respirare,tutto li sa fatica,anche uscire di casa.si legge piu che bene,e la storia invoglia quasi una lettura tutta d un fiato per sapere quali altre cose oblomov inventera' pur di non far nulla.almeno a me ha fatto quest effetto la prima volta che l ho letto.
_________________________________
"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)
"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)
"meglio essere un ubriacone famoso che un alcolista anonimo".
killer73- Metallo Pensante
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Data d'iscrizione : 30.09.09
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Re: L'angolo dei libri
Sai che l'ho sempre sentito nominare ma non l'ho mai affrontato? Non pensavo che fosse così divertente (se pur magari un umorismo amaro), mi hai fatto proprio venir voglia di leggerlo
miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 29.12.09
Re: L'angolo dei libri
almeno io l ho trovato come descritto poco fa,poi magari cio che a me diverte ad altri puo lasciare indifferente.che sia umorismo amaro e' vero,perche' questo nasconde un dramma,pero' un po di risate le fa fare.
_________________________________
"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)
"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)
"meglio essere un ubriacone famoso che un alcolista anonimo".
killer73- Metallo Pensante
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Località : versilia
Re: L'angolo dei libri
ti saprò dire
miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
- Messaggi : 10487
Data d'iscrizione : 29.12.09
Re: L'angolo dei libri
Oggi inizio questo libro
lo avete letto?
lo avete letto?
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: L'angolo dei libri
io di saramago ho provato più volte a leggere "la caverna" ma non sono mai riuscita... non so perché, la sua scrittura mi risulta molto ostica... mi saprai dire...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 05.10.09
Località : Roquebrune Cap-Martin (Costa Azzurra)
Re: L'angolo dei libri
Nel senso di periodi infiniti e contorti??.... staremo a vedere....bellaprincipessa ha scritto:io di saramago ho provato più volte a leggere "la caverna" ma non sono mai riuscita... non so perché, la sua scrittura mi risulta molto ostica... mi saprai dire...
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: L'angolo dei libri
ma, chissà, non saprei neanche dire... forse il tipo di pensieri, forse troppo "filosofico", dovrei provare a riprenderlo... so solo che non son proprio riuscita a leggerlo...fear-of-the-dark ha scritto:Nel senso di periodi infiniti e contorti??.... staremo a vedere....bellaprincipessa ha scritto:io di saramago ho provato più volte a leggere "la caverna" ma non sono mai riuscita... non so perché, la sua scrittura mi risulta molto ostica... mi saprai dire...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 05.10.09
Località : Roquebrune Cap-Martin (Costa Azzurra)
Re: L'angolo dei libri
Segnalo che è uscito il nuovo libro di Gianrico Carofiglio
http://www.ibs.it/code/9788817040709/carofiglio-gianrico/non-esiste-saggezza.html
http://www.ibs.it/code/9788817040709/carofiglio-gianrico/non-esiste-saggezza.html
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Mede@- Admin Medea
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Re: L'angolo dei libri
Io sto leggendo:
dopo aver assistito alla conferenza Fante/cinasky/capossela a novello. Non conoscevo questo autore e mi ha incuriosita talmente da andarmelo a comprare. questo é il suo primo romanzo.
Qualcuno ha letto Fante? vorrei dei pareri!
dopo aver assistito alla conferenza Fante/cinasky/capossela a novello. Non conoscevo questo autore e mi ha incuriosita talmente da andarmelo a comprare. questo é il suo primo romanzo.
Qualcuno ha letto Fante? vorrei dei pareri!
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 05.10.09
Località : Roquebrune Cap-Martin (Costa Azzurra)
Re: L'angolo dei libri
Oddio, ne ho letto uno ma non mi ricordo quale!!!bellaprincipessa ha scritto:Io sto leggendo:
dopo aver assistito alla conferenza Fante/cinasky/capossela a novello. Non conoscevo questo autore e mi ha incuriosita talmente da andarmelo a comprare. questo é il suo primo romanzo.
Qualcuno ha letto Fante? vorrei dei pareri!
In compenso ieri notte ho letto l'ultimo Montalbano, ma non mi è piaciuto molto... prevedibilissimo.
Gaufre- Forum Expatriée
- Messaggi : 9992
Data d'iscrizione : 22.11.09
Re: L'angolo dei libri
chiedi alla polvere di fante..
Non vorrei ricordare male, mi pare che il rilancio di Fante lo si debba a una segnalazione di Bukowsky.. “il
migliore scrittore che abbia mai letto”,
"Chinasky" quindi con il figlio di John è un sequel
Non vorrei ricordare male, mi pare che il rilancio di Fante lo si debba a una segnalazione di Bukowsky.. “il
migliore scrittore che abbia mai letto”,
"Chinasky" quindi con il figlio di John è un sequel
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: L'angolo dei libri
Bukowsky su Fante:
"Le parole scorrevano con facilità, in un flusso ininterrotto. Ognuna aveva la sua energia ed era seguita da un’altra simile che ti impedivano di smettere; dovevi andare avanti per forza, sapere come andavano a finire le cose raccontate. Ecco finalmente uno scrittore che non aveva paura delle emozioni: ironia e dolore erano intrecciate tra loro con una straordinaria semplicità. Lessi altri suoi romanzi ed erano tutti dello stesso tipo, scritti con le viscere e per le viscere, con il cuore e per il cuore"
Io non l'ho mai letto però....
"Le parole scorrevano con facilità, in un flusso ininterrotto. Ognuna aveva la sua energia ed era seguita da un’altra simile che ti impedivano di smettere; dovevi andare avanti per forza, sapere come andavano a finire le cose raccontate. Ecco finalmente uno scrittore che non aveva paura delle emozioni: ironia e dolore erano intrecciate tra loro con una straordinaria semplicità. Lessi altri suoi romanzi ed erano tutti dello stesso tipo, scritti con le viscere e per le viscere, con il cuore e per il cuore"
Io non l'ho mai letto però....
Ultima modifica di fear-of-the-dark il Lun 14 Giu 2010, 19:06 - modificato 1 volta.
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: L'angolo dei libri
ma tra fante di qua e le condizioni dei protagonisti del soggetto di lucy?
che è?
le coincidenze non esistono..
che è?
le coincidenze non esistono..
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: L'angolo dei libri
Mah! Fante è per me un mezzo mistero. Molte persone che stimo negli ultimi 15 si sono intrippate con quest'omo - ho pure i miei dubbi sulla famosa "riscoperta" di Bukowski: una citazione occasionale che ha dato il via a un'operazione di marketing cui B. s'è prestato per pagarsi birre e mignotte?
Bandini era stato ai suoi tempi un mezzo evento, non era certo passato inosservato, poi il tempo l'aveva sgonfiato.
Rientrava in un genere (il romanzo di formazione semi-autobiografico del giovane scrittore di umili origini e dai mille mestieri) allora molto diffuso, quasi la nuova epopea americana figlia di una tradizione giovane ma già solida; un po' tutti venivano da Winesburg, Ohio di Anderson oltre che dagli stravolgimenti economici e sociali di quegli anni che videro tra l'altro un enorme crescita del mercato, e quindi dell'industria, della scrittura.
La sua caduta presso la critica e il pubblico fu causata anche dalla crisi del genere, certo (c'entra la guerra? sicuramente sì ma in che modo non saprei), ma pure dalle sue incertezze stilistiche e dalla palese debolezza di struttura dei suoi romanzi - quella che forse qualcuno prende per "verità" e che per me è un irritante andare a tentoni.
La cosa curiosa è che la sua "riscoperta" è contestuale a una ri-eplosione di romanzi di tal genere, tutti talmente simili negli elementi narrativi (il gruppo sociale marginale - l'ambiente urbano provinciale o di quartieri-ghetto se metropolitano - la situazione familiare complicata ma con l'ossessione della famiglia e la figura del padre quasi sempre oppressiva e dominante - la ribellione fatta di continui conati, di movimenti di fuga e ritorno nel nucleo di partenza - il peso delle responsabilità e l'ossessione del guadagno e del "sogno americano", disprezzato e cercato - i mille mestieri ma nella luce quasi sacra della scelta della scrittura) da sembrare tirati col ciclostile.
E allora la cosa interessante per me è un'altra: cos'hanno in comune i tardi anni '30 con gli anni '80 e '90?
Ovviamente non lo so
Il dato importante credo sia che queste sono epopee individuali, storie di salvezza (non lineari, lo so, ma se guardate bene c'è sempre la salvezza anche se un po' mascherata quasi fosse obbligatorio mantenere un tono - ma dopotutto se scrivono vuol dire che ci campano e non son caduti da un ponteggio o finiti sotto una pressa)
Quelle degli anni '30 hanno perlopiù un colore di progresso sociale, l'ambizione di ottenere qualcosa cui si pensa di aver diritto e da cui finora milioni erano stati esclusi (e questo in effetti successe con la guerra, già durante il periodo della neutralità grazie alla clamorosa espansione dell'attività produttiva legata alle forniture di guerra). La dimensione collettiva è sullo sfondo, poco esplicitata ma c'è. Nella letteratura della generazione precedente gli elementi di analisi e critica sociale sono molto presenti, in alcuni casi diventano addirittura critica politica esplicita.
Nei nipoti anni '80 di Bandini & bros la critica sociale è assolutamente assente; c'è solo (sfruttatissimo) il motivo della "pietà per i vinti", ma nessuno pone domande basilari su una società che permette l'ascesa sociale di alcuni al prezzo della caduta di molti. E anche stavolta scrivono in presenza di una generazione dominante di scrittori ricca di riflessioni sociali.
Banalizzando si può parlare di trionfo dell'individualismo, un "salvarsilculo e mettere i fiori sulla tomba dichicèmmorto"; e quindi il mio dubbio è che Bandini sia stato riletto per quello che era congeniale, gli elementi narrativi di cui parlavo prima nella cornice di una storia di successo individuale nella terra delle opportunità (quando parlo di successo i bandiniani di solito s'incazzano )
Niente di strano: la forza della produzione culturale mmericana è proprio il celebrare la propria società rappresentandone anche gli aspetti peggiori. per cui ogni bravo scolaro legge Furore e guarda il film, ma nessuno mette in discussione il totem della assoluta libertà economica anche se gli fanno vedere il sangue delle sue vittime.
Ok... come al solito: se avete capito qualcosa spiegatemelo che per le tre di notte è abbastanza se ho la forza di salutarvi
Bandini era stato ai suoi tempi un mezzo evento, non era certo passato inosservato, poi il tempo l'aveva sgonfiato.
Rientrava in un genere (il romanzo di formazione semi-autobiografico del giovane scrittore di umili origini e dai mille mestieri) allora molto diffuso, quasi la nuova epopea americana figlia di una tradizione giovane ma già solida; un po' tutti venivano da Winesburg, Ohio di Anderson oltre che dagli stravolgimenti economici e sociali di quegli anni che videro tra l'altro un enorme crescita del mercato, e quindi dell'industria, della scrittura.
La sua caduta presso la critica e il pubblico fu causata anche dalla crisi del genere, certo (c'entra la guerra? sicuramente sì ma in che modo non saprei), ma pure dalle sue incertezze stilistiche e dalla palese debolezza di struttura dei suoi romanzi - quella che forse qualcuno prende per "verità" e che per me è un irritante andare a tentoni.
La cosa curiosa è che la sua "riscoperta" è contestuale a una ri-eplosione di romanzi di tal genere, tutti talmente simili negli elementi narrativi (il gruppo sociale marginale - l'ambiente urbano provinciale o di quartieri-ghetto se metropolitano - la situazione familiare complicata ma con l'ossessione della famiglia e la figura del padre quasi sempre oppressiva e dominante - la ribellione fatta di continui conati, di movimenti di fuga e ritorno nel nucleo di partenza - il peso delle responsabilità e l'ossessione del guadagno e del "sogno americano", disprezzato e cercato - i mille mestieri ma nella luce quasi sacra della scelta della scrittura) da sembrare tirati col ciclostile.
E allora la cosa interessante per me è un'altra: cos'hanno in comune i tardi anni '30 con gli anni '80 e '90?
Ovviamente non lo so
Il dato importante credo sia che queste sono epopee individuali, storie di salvezza (non lineari, lo so, ma se guardate bene c'è sempre la salvezza anche se un po' mascherata quasi fosse obbligatorio mantenere un tono - ma dopotutto se scrivono vuol dire che ci campano e non son caduti da un ponteggio o finiti sotto una pressa)
Quelle degli anni '30 hanno perlopiù un colore di progresso sociale, l'ambizione di ottenere qualcosa cui si pensa di aver diritto e da cui finora milioni erano stati esclusi (e questo in effetti successe con la guerra, già durante il periodo della neutralità grazie alla clamorosa espansione dell'attività produttiva legata alle forniture di guerra). La dimensione collettiva è sullo sfondo, poco esplicitata ma c'è. Nella letteratura della generazione precedente gli elementi di analisi e critica sociale sono molto presenti, in alcuni casi diventano addirittura critica politica esplicita.
Nei nipoti anni '80 di Bandini & bros la critica sociale è assolutamente assente; c'è solo (sfruttatissimo) il motivo della "pietà per i vinti", ma nessuno pone domande basilari su una società che permette l'ascesa sociale di alcuni al prezzo della caduta di molti. E anche stavolta scrivono in presenza di una generazione dominante di scrittori ricca di riflessioni sociali.
Banalizzando si può parlare di trionfo dell'individualismo, un "salvarsilculo e mettere i fiori sulla tomba dichicèmmorto"; e quindi il mio dubbio è che Bandini sia stato riletto per quello che era congeniale, gli elementi narrativi di cui parlavo prima nella cornice di una storia di successo individuale nella terra delle opportunità (quando parlo di successo i bandiniani di solito s'incazzano )
Niente di strano: la forza della produzione culturale mmericana è proprio il celebrare la propria società rappresentandone anche gli aspetti peggiori. per cui ogni bravo scolaro legge Furore e guarda il film, ma nessuno mette in discussione il totem della assoluta libertà economica anche se gli fanno vedere il sangue delle sue vittime.
Ok... come al solito: se avete capito qualcosa spiegatemelo che per le tre di notte è abbastanza se ho la forza di salutarvi
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: L'angolo dei libri
Le mie letture, ultimamente, sono MOLTO impegnate.
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Re: L'angolo dei libri
@Mambu: Grazie! Mi sei mancato!!!!! Che bello leggere la tua analisi!
Io proseguo con la lettura e cercjero' di formarmi, nei limiti, un'opinione personale anche se, per ora, l'impressione che questo scrittore sia un po' sopravvalutato ce l'ho anch'io.
Il libro pero' si fa leggere bene, é scorrevole, accattivante, divertente, coinvolgente quindi... vediamo se mi "entrerà dentro" o se me ne dimentichero' facilmente...
P.S. sono l'unica che non riesce ad apprezzare Bucowsky?
Io proseguo con la lettura e cercjero' di formarmi, nei limiti, un'opinione personale anche se, per ora, l'impressione che questo scrittore sia un po' sopravvalutato ce l'ho anch'io.
Il libro pero' si fa leggere bene, é scorrevole, accattivante, divertente, coinvolgente quindi... vediamo se mi "entrerà dentro" o se me ne dimentichero' facilmente...
P.S. sono l'unica che non riesce ad apprezzare Bucowsky?
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: L'angolo dei libri
Consiglio questo bellissimo libro di Dave Eggers, Katrina e post-Katrina visti con gli occhi di una famiglia di New Orleans
“Immaginatevi un Charles Dickens, meno sentimentale ma coi suoi occhi di giornalista ben spalancati, a zonzo per New Orleans, dopo l’uragano Kathrina… Il tono di Eggers è perfetto: suspense mista alla dose di informazione necessaria a muovere i lettori allo scandalo e a quella che probabilmente è la reazione tipica: come può essere successa una cosa del genere in America?… Questa è nonfiction narrativa di gran classe… Fra cinquant’anni, quando qualcuno vorrà capire cosa sia successo a quella che era stata una grande città in occasione di un evento così vergognoso della nostra storia, dovrà ancora fare i conti con una famiglia di nome Zeitoun…” [The New York Times Book Review]
“Zeitoun è una storia emozionante e affascinante che mette perfettamente in luce la tragedia di Kathrina, la vita dopo l’11 settembre degli arabi e dei musulmani, e la splendida natura della società multiculturale americana.” [Yousef Munayyer, Comitato americano-arabo antidiscriminazione]
“Immaginatevi un Charles Dickens, meno sentimentale ma coi suoi occhi di giornalista ben spalancati, a zonzo per New Orleans, dopo l’uragano Kathrina… Il tono di Eggers è perfetto: suspense mista alla dose di informazione necessaria a muovere i lettori allo scandalo e a quella che probabilmente è la reazione tipica: come può essere successa una cosa del genere in America?… Questa è nonfiction narrativa di gran classe… Fra cinquant’anni, quando qualcuno vorrà capire cosa sia successo a quella che era stata una grande città in occasione di un evento così vergognoso della nostra storia, dovrà ancora fare i conti con una famiglia di nome Zeitoun…” [The New York Times Book Review]
“Zeitoun è una storia emozionante e affascinante che mette perfettamente in luce la tragedia di Kathrina, la vita dopo l’11 settembre degli arabi e dei musulmani, e la splendida natura della società multiculturale americana.” [Yousef Munayyer, Comitato americano-arabo antidiscriminazione]
Ultima modifica di bluesky il Mar 24 Ago 2010, 11:18 - modificato 1 volta.
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Re: L'angolo dei libri
io sto leggendo questo:
é lunghissimo e, a tratti, un po' noioso e pesante, pero' é estremamante interessante.
Per gli amanti di Chatwin (In Patagonia, Le vie dei Canti, e altri) e dei libri di viaggi in generale, é da leggere.
Magari qualche pagina ogni tanto, in alternativa a un romanzo...
é lunghissimo e, a tratti, un po' noioso e pesante, pero' é estremamante interessante.
Per gli amanti di Chatwin (In Patagonia, Le vie dei Canti, e altri) e dei libri di viaggi in generale, é da leggere.
Magari qualche pagina ogni tanto, in alternativa a un romanzo...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: L'angolo dei libri
Anch'io amo molto i libri di viaggi, il mio autore preferito resta Tiziano Terzani di cui ho particolarmente amato 'un indovino mi disse' e 'un altro giro di giostra'
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: L'angolo dei libri
non lo concosco. mi puoi dire qualcosa di più di questi due libri che hai citato?nonhol'età ha scritto:Anch'io amo molto i libri di viaggi, il mio autore preferito resta Tiziano Terzani di cui ho particolarmente amato 'un indovino mi disse' e 'un altro giro di giostra'
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Re: L'angolo dei libri
Scusa Princi se non ti ho risposto subito, ma ieri è stata una giornata campale.
Ho cominciato a leggere i libri di Terzani per il mio interesse per l'oriente e soprattutto per la Cina. Lui è stato inviato in Asia per quotidiani italiani e stranieri già negli anni '70 e ha vissuto lì i cambiamenti degli equilibri internazionali dopo il Vietnam. In 'un indovino mi disse' racconta appunto di una predizione avuta riguardo al pericolo che avrebbe corso nel 1993 se avesse volato. Con il dubbio del ci credo non ci credo approfitta di quell'anno per visitare molti paesi asiatici dove aveva vissuto,senza prendere un aereo. A distanza di 20 anni si accorge di quanto sia cambiato questo mondo che è ormai lontano dall'idea che lui ne conservava, comincia così un viaggio alla ricerca di spiritualità che troverà ormai molto forte solo in India.
'Un altro giro di giostra' invece è il suo ultimo libro e narra del suo ultimo viaggio intrapreso dopo la scoperta e la cura di un cancro con la medicina tradizionale, alla ricerca di cure alternative orientali ma la verità è che lui vuol trovare il modo di prepararsi serenamente al suo ultimo viaggio. Bello, commovente e vero
Ho cominciato a leggere i libri di Terzani per il mio interesse per l'oriente e soprattutto per la Cina. Lui è stato inviato in Asia per quotidiani italiani e stranieri già negli anni '70 e ha vissuto lì i cambiamenti degli equilibri internazionali dopo il Vietnam. In 'un indovino mi disse' racconta appunto di una predizione avuta riguardo al pericolo che avrebbe corso nel 1993 se avesse volato. Con il dubbio del ci credo non ci credo approfitta di quell'anno per visitare molti paesi asiatici dove aveva vissuto,senza prendere un aereo. A distanza di 20 anni si accorge di quanto sia cambiato questo mondo che è ormai lontano dall'idea che lui ne conservava, comincia così un viaggio alla ricerca di spiritualità che troverà ormai molto forte solo in India.
'Un altro giro di giostra' invece è il suo ultimo libro e narra del suo ultimo viaggio intrapreso dopo la scoperta e la cura di un cancro con la medicina tradizionale, alla ricerca di cure alternative orientali ma la verità è che lui vuol trovare il modo di prepararsi serenamente al suo ultimo viaggio. Bello, commovente e vero
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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