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IL GRAN MOGOL E LA MALEDETTA POLITICA

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Messaggio Da the power of bec Lun 16 Nov 2009, 18:53

Antonio Lodetti per "il Giornale"IL GRAN MOGOL E LA MALEDETTA POLITICA 39096_tnLucio Battisti e Giulio Rapetti - in arte Mogol
«Quanti successi io e Lucio Battisti, quante soddisfazioni, ma non
posso dimenticare le amarezze dovute a un clima politico da trogloditi;
gli attacchi delle femministe, le accuse di fascismo, tutto questo ha
contribuito a cambiare il carattere di Lucio e il suo rapporto con la
gente». Mogol, principe dei parolieri, ops, degli autori, perché per
lui paroliere è parola che non esiste («ci sono forse i musichieri?»),
rende omaggio alla memoria di Battisti.
Lo fa con il doppio cd "I capolavori di Battisti-Mogol" (primo parto
della Mogol Edition), proponendo 33 classici della coppia, ma
soprattutto commentandoli uno per uno, nel libretto del cd, con
aneddoti, curiosità, riflessioni inedite. Poi ristamperà tutti i cd
battistiani (sempre con le sue note), per farci conoscere la verità su
un rapporto magico ma pieno di chiaroscuri.
Caro Mogol, questo è un documento prezioso per «pensieri e parole» più che per musica.
«È
il ricordo di una fetta importante della mia vita. Ho parlato a braccio
per tre ore ed è stato ripreso tutto fedelmente e legato a ogni brano».IL GRAN MOGOL E LA MALEDETTA POLITICA Pete-townshend_tnpete townshend
Come quando scriveva con Lucio.
«Sì, anche se quando scrivevamo ci pensavamo un po' di più. La nostra forza? Eravamo spontanei e primitivi».
Eppure tutto quel successo vi ha portato anche tanti problemi.
«Ci
fu una follia politica collettiva. Una rivoluzione estetica, senza
possibilità di dialogo. Se non alzavi il pugno chiuso eri dall'altra
parte. Così le femministe mi misero in croce per "Emozioni" e "Il tempo
di morire"».
Come mai?
«In "Il tempo di morire" fu frainteso
il messaggio del ragazzo che, per una notte d'amore, è pronto a
sacrificare la sua moto. Per noi era la storia semplice di un ragazzo
infantile, ma le femministe mi diedero del maschilista di merda».
E «Emozioni»?
«Pensi che la scrissi in viaggio,
mentre portavo in campagna mia madre e i bambini. È dedicata a mia
moglie, ma la frase "capire tu non puoi" fu considerata un'offesa alla
donna. Mah, all'estero non erano così chiusi. Io e Lucio andammo a
Londra a portare il testo tradotto di "Emozioni" a Pete Townshend degli
Who e lui impazzì, la declamò nel suo ufficio e disse: "sentite questo
capolavoro"».IL GRAN MOGOL E LA MALEDETTA POLITICA Degregori_tnDe Gregori
Siete una delle coppie più di successo della storia, ma non potevate piacere a tutti.
«Certo,
ma quell'atmosfera ha cambiato il carattere di Lucio; prima era
pacioso, divertente, poi si chiuse in sé. In un certo senso lo spinsi
io. Quando vidi De Gregori sul palco che piangeva, insultato
dall'ultrasinistra, dissi a Lucio: "chi te lo fa fare di cantare per
gente che come minimo ti dà dello stronzo?"; così lo convinsi a
smettere coi concerti.
Noi rivendicavamo l'onore di essere uomini qualunque, che non vuol
dire essere qualunquisti, ma è la condizione dell'uomo che è padrone
della sua testa. Quella gente invece confondeva Shakespeare con Amleto:
l'uno scriveva, l'altro era un personaggio di fantasia».
Così Lucio venne bollato come fascista.
«Storia
ridicola. Eravamo in tv, a Tutti insieme, lui cantava "E penso a te" ed
intorno a lui c'era un semicerchio di pubblico. Alzò il braccio per
dare il via all'orchestra ed incitare il pubblico a fare il coro, un
fotografo strinse l'immagine e venne fuori lui col braccio alzato, e
tutti dissero: fa il saluto romano. Fu una mistificazione totale. E
allo stesso modo vennero interpretate le braccia tese al cielo sulla
copertina di "Il mio canto libero". Tentammo di partecipare al Festival
del proletariato a Milano ma, in un dibattito con gli organizzatori ci
furono contestazioni, sempre femministe, per "Io ti venderei" e non se
ne fece nulla».IL GRAN MOGOL E LA MALEDETTA POLITICA Tenco353_tntenco353
Anche quel «mare nero» de «La canzone del sole» fu interpretato male.
«Non
merita neppure risposta. "La canzone del sole" è uno dei miei brani
davvero autobiografici e si riferisce al primo amore che vissi quando
avevo cinque anni. Il brano parla del mare di Silvi Marina in Abruzzo,
dove andavo in vacanza coi miei genitori e quelli di Titti. È lei
quella delle "bionde trecce gli occhi azzurri e poi"; non la vidi più,
l'ho sentita per telefono un paio d'anni fa».
Insomma ogni brano parte da una storia vera.
«Sì,
direttamente o indirettamente, perché di fantasia ne ho poca;
preferisco raccontare i sentimenti o far cronaca. La fantasia è fiction
e la fiction non mi piace».
Altri momenti magici con Lucio?
«Tantissimi, ma
uno in particolare lo voglio raccontare. Un momento magico che mi
capitò anche con Tenco. Scrissi "Se stasera sono qui" e la diedi a
Wilma Goich, ma poi dissi a Tenco: "Se mi canti Se stasera sono qui
t'invito a cena". Lo fece e divenne il successo che tutti conosciamo.
Allo stesso modo Battisti scrisse "Vendo casa", hit dei Dik Dik, ma non
la interpretò mai. Un giorno lo portai in sala d'incisione a Milano;
una stanza di quattro metri che pareva una sauna con due sedie, una
chitarra e un registratore che accese lo stesso Lucio: la cantò e
vent'anni dopo quella stessa versione volò in testa alla hit parade».
Come mai vi siete separati?
«Non per i diritti
d'autore come tutti dicono. All'inizio io prendevo il 4 per cento e lui
l'8 anche se era un ragazzotto. Poi il rapporto divenne paritario, ma
nella società Acqua azzurra lui aveva una percentuale più alta. Non è
comunque questo il motivo della fine della nostra collaborazione; non
c'è un motivo, fu un allontanamento».http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/articolo-10905.htm
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Messaggio Da mambu Lun 16 Nov 2009, 19:23

Uffa, c'ha sempre sta tigna delle femministe... la storia del Re Nudo la sapevo un po' diverse e comunque è inutile che si nasconda dietro a un dito: ha scritto alcune canzoni maschiliste e molte qualunquiste. Che poi sia da discutere che peso dare a una canzonetta è altra questione, vedere quanto è celebrazione di certi sentimenti e quanto è cronaca, quanto c'è d'ironia e quanto di adesione. Ma qualcuno è in grado di sostenere che La canzone della terra e Le allettanti promesse non sono maschiliste?

E negare che in Anima Latina, disco che adoro, ci sono espliciti riferimenti al tradizionalismo evoliano? (da Evola, il padre filosofico della deestra estrema)

I casini con le femministe nacquero in un periodo che era già un po' in crisi - e Anima Latina fu infatti il tentattivo di rinnovarsi per legarsi alla musica allora ritenuta più avanti - e che ormai non viveva quasi più in Italia. Dopo aver stravenduto dischi per anni e anni, promiosso e sostenuto da tutti i media, poveri perseguitati. Adesso ricordano solo le voci di quelli che gli rompevano le palle.

Ah, tra parentesi, il casino di de Gregori è di almeno due anni dopo, nel periodo in cui fece Una donna per amico, il suo disco più brutto che però vendette un casino pure quello.
E in cui il caro Mogol, col dente avellenato con le femministe e con l'appoggio dei vertici della RCA, costrinse Gaetano a cantare quella puttanata di Resta vile maschio, dove vai?
Gaetano fu messo alla corda con clausole contrattuali, anche se il pezzo gli faceva, giustamente, schifo.
Questo è Mogol, uomo di potere e spirito libero di miei coglioni

(so' 'ncazzato... non rileggo perché se no aggiungo di peggio)
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Messaggio Da Amantide_Religiosa Lun 16 Nov 2009, 20:10

mambu ha scritto:Uffa, c'ha sempre sta tigna delle femministe... la storia del Re Nudo la sapevo un po' diverse e comunque è inutile che si nasconda dietro a un dito: ha scritto alcune canzoni maschiliste e molte qualunquiste. Che poi sia da discutere che peso dare a una canzonetta è altra questione, vedere quanto è celebrazione di certi sentimenti e quanto è cronaca, quanto c'è d'ironia e quanto di adesione. Ma qualcuno è in grado di sostenere che La canzone della terra e Le allettanti promesse non sono maschiliste?

E negare che in Anima Latina, disco che adoro, ci sono espliciti riferimenti al tradizionalismo evoliano? (da Evola, il padre filosofico della deestra estrema)

I casini con le femministe nacquero in un periodo che era già un po' in crisi - e Anima Latina fu infatti il tentattivo di rinnovarsi per legarsi alla musica allora ritenuta più avanti - e che ormai non viveva quasi più in Italia. Dopo aver stravenduto dischi per anni e anni, promiosso e sostenuto da tutti i media, poveri perseguitati. Adesso ricordano solo le voci di quelli che gli rompevano le palle.

Ah, tra parentesi, il casino di de Gregori è di almeno due anni dopo, nel periodo in cui fece Una donna per amico, il suo disco più brutto che però vendette un casino pure quello.
E in cui il caro Mogol, col dente avellenato con le femministe e con l'appoggio dei vertici della RCA, costrinse Gaetano a cantare quella puttanata di Resta vile maschio, dove vai?
Gaetano fu messo alla corda con clausole contrattuali, anche se il pezzo gli faceva, giustamente, schifo.
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