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Messaggio Da xenas Gio 30 Set 2010, 15:06

nonhol'età ha scritto:No, ma guarda lo sguardo amorevole e sorpreso di Bondi, è la prima volta che lo vede addormentarsi senza che lui gli abbia letto una sua poesia UAUAUA! UAUAUA! UAUAUA!
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Messaggio Da Cantastorie Gio 30 Set 2010, 19:22

xenas ha scritto:Birmania: "Aung San Suu Kyi libera il 13 novembre"
RANGOON - La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi sarà liberata dopo le elezioni del prossimo mese di novembre. Già fissata la data: la giunta militare farà tornare in libertà la dissidente il 13 novembre, una settimana dopo le prime elezioni libere nel Myanmar degli ultimi vent'anni, in programma il 7. Lo hanno riferito fonti governative. "Novembre - ha riferito la fonte - sarà un mese importante e impegnativo per noi, sia perché ci saranno le elezioni, sia perché Aung San Suu Kyi sarà rilasciata''.

San Suu Kyi, leader dei diritti civili e premio Nobel per la Pace nel '91, da oltre 20 anni si trova in stato di detenzione e attualmente è agli arresti domiciliari. Attualmente sta scontando una pena di 18 mesi ai domiciliari per aver incontrato un cittadino americano che era entrato illegalmente nella sua residenza. Il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, che vinse l'ultima consultazione nel 1990, non parteciperà alle prossime elezioni.


Era ora che ci fosse una BBBUONA NOVELLA...sperando sia confermata :tifo: :tifo: :tifo: :tifo:

aggiungo articolo-web su Lastampa

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201009articoli/59005girata.asp

"San Suu Kyi libera il 13 novembre"
La Nobel a casa solo dopo le elezioni
G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 Suukyi01g
La leader democratica birmana Aung San Suu Kyi
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La giunta militare birmana pronta
a rilasciare l'attivista ora in cella:
ma non potrà presentarsi ai seggi.
Il legale scettico: serve conferma.
Fassino: ora si apra una nuova fase
RANGOON
Aung San Suu Kyi tornerà in libertà il prossimo 13 novembre, una settimana dopo le elezioni legislative in Birmania. La giunta militare al potere ha annunciato oggi la sua decisione: dopo due decenni di lotta per la democrazia e 15 anni di carcere, la leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la Pace potrà lasciare la sua abitazione, dov’è tuttora sottoposta agli arresti domiciliari.

«La sua detenzione terminerà il 13 novembre, una settimana dopo le elezioni in Birmania. Sarà liberata conformemente alla legge», ha confermato una fonte di Rangoon. Il 7 novembre prossimo si svolgeranno in Birmania le prime elezioni legislative degli ultimi 20 anni. Il partito di Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia (LDN), è stato sciolto prima dello scrutinio. La leader democratica, esclusa da ogni forma di candidatura alle elezioni legislative, sarà autorizzata a votare. Un permesso che, in ogni caso, non dovrebbe valere per il giorno delle elezioni, quando il Premio Nobel per la Pace sarà costretta a rimanere a casa per evitare contatti con i suoi sostenitori e gli oppositori all’attuale governo. Per San Suu Kyi, infatti, le autorità locali starebbero pensando a un voto anticipato.

Intanto la notizia del suo prossimo rilascio è stata accolta più con scetticismo che con moderata soddisfazione da uno dei suoi legali. «Non abbiamo ancora conferme su questo annuncio e ci crederò solo quando lo vedrò. Il regime ha più volte annunciato la liberazione di San Suu Kyi in questi ultimi sette anni, anche indicando delle date precise. Annunci che poi si sono sempre rivelati falsi. Quindi, aspettiamo a vedere cosa succede», ha detto Jared Genser ai microfoni di CnrMedia. Dubbioso si è detto anche Aung Naing Oo, analista ed esperto di Birmania. «Sarà ufficialmente libera, ma non avrà libertà di movimento», ha spiegato. «Siamo di fronte a una dittatura militare. Poco importa il quadro legale, se non vogliono restituirle la libertà non lo faranno. Sono un pò scettico. Ci crederò quando lo vedrò con i miei occhi», ha aggiunto.

«Auguriamoci che la notizia sia vera e che Aung San Suu Kyi possa essere presto restituita al suo popolo e alla sua famiglia», ha commentato da parte sua Piero Fassino, deputato Pd e inviato in Birmania per l’Unione Europea. «Certamente le pressioni internazionali - ha affermato a CnrMedia - hanno dato dei risultati e credo che anche le autorità al potere si siano rese conto che alla vigilia delle elezioni si dovesse dare un segnale alla comunità internazionale sulla reale volontà di arrivare a questo appuntamento in maniera trasparente». Con la scarcerazione di San Suu Kyi, secondo Fassino, potrebbe aprirsi «una fase nuova nella vita della Birmania». «È importante che queste elezioni siano trasparenti e vi sia la libertà di partecipare per tutti. Sarebbe per quel paese una pagina nuova, l’avvio di una fase che fino ad oggi è stata impossibile», ha sottolineato l’inviato Onu.
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Messaggio Da sophia Gio 30 Set 2010, 19:25

che bella notizia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :corna: :corna: trallallà dancing

Ma é strano, troppo strano.
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Messaggio Da sophia Gio 30 Set 2010, 19:28

bilquis ha scritto:Google earth - aggiornamento 29-09-2010

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=59800025ed9e2ec2
Grazie blisquis,risposta assolutamente esaustiva. Non l'avevo vista. sorrisodiscuse risate triste risate triste risate sudo freddo
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Messaggio Da nonhol'età Gio 30 Set 2010, 19:29

Speriamo, veramente bella notizia gruppo trallallà
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Messaggio Da sophia Gio 30 Set 2010, 19:35

Chiara 75 ha scritto:


risate risate risate

nonhol'età ha scritto:Poverino, in fin dei conti ha 74 anni pirla
Beh siamo sicuri che é vivo?
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Messaggio Da Chiara 75 Gio 30 Set 2010, 23:00

Ciarrapico: «Fini ordini le kippah»

È bufera, Berlusconi si dissocia
Sdegno bipartisan contro le frasi dell'editore ciociaro, che poi precisa: «Nessuna intenzione antisemita»
«cicchitto: «parole inaccettabili». IL PD: «una vergogna»


ROMA - «I 35 parlamentari finiani non sarebbero mai stati eletti se non li avesse fatti eleggere lei signor presidente» e «torneranno nell'ombra. Come nell'ombra tornerà la terza carica dello Stato che Ella, molto generosamente, gli aveva affidato». Così il senatore del Pdl, Giuseppe Ciarrapico, nel suo intervento al Senato dopo il discorso del presidente del Consiglio. «Fini ha fatto sapere che presto fonderà un nuovo partito. Spero che abbia già ordinato le kippah- ha aggiunto Ciarrapico, riferendosi al copricapo maschile usato dagli ebrei osservanti- perché è di questo che si tratta. Chi ha tradito una volta, tradisce sempre. Può darsi pure che Fini svolga una missione ma è una missione tutta sua personale. Se la tenga. Quando andremo a votare vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini».

IL PREMIER PSI DISSOCIA - Le parole del senatore provocano immediatamente lo sdegno bipartisan. Alla luce del quale, lo stesso Ciarrapico corregge in un secondo momento il tiro, spiegando che nelle sue frasi «non vi era alcuna intenzione antisemita». La miccia della polemica però è già stata accesa. E dopo le critiche d maggioranza e opposizione, anche il premier Silvio Berlusconi, nel suo discorso in Aula, prende le distanze dalle dichiarazioni dell'editore ciociaro, liquidandole con «una parola sfuggita». «In tutta la mia vita sono sempre stato amico di Israele», ha tagliato corto il presidente del Consiglio. «Anche io - ha aggiunto - mi sento israeliano.

REAZIONI - Le frasi pronunciate dal senatore a Palazzo Madama sono arrivate immediatamente alla Camera dove il deputato del Pd, Emanuele Fiano, ha chiesto la parola in aula, attaccando: «Era da qualche decina d'anni che non sentivamo risuonare in un'aula del Parlamento cose del genere. Si parla del copricapo degli ebrei come di un disvalore». Si associa Fini al «tradimento perché forse è sceso a patti con qualche ebreo. Forse - si rivolge sarcastico a Ciarrapico- perché c'è un complotto demo-pluto-giudaico». È, ha concluso Fiano, «una vergogna» e quel Ciarrapico «fascista e antisemita si deve vergognare». All'esponente Pd ha fatto eco la collega di partito Anna Finocchiaro, bollando quelle di Ciarrapico come «inaccettabili dichiarazioni antisemite». Anche dai banchi del Pdl si è alzata Fiamma Nirenstein per appoggiare il collega democratico: quelle di Ciarrapico sono «parole intollerabili, noi dobbiamo opporci a qualunque tipo di antisemitismo, è intollerabile questo atteggiamento, è una questione di civiltà». Le parole del senatore Ciarrapico sono totalmente inaccettabili» ha rincarato la dose il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Solidale anche Luca Barbareschi di Fli: «È scandaloso quanto sta accadendo, parole di tale imbecillità sono una offesa per il nostro Paese».


http://www.corriere.it/politica/10_settembre_30/ciarrapico-fini_senato_4f0f01ec-cc79-11df-b9cd-00144f02aabe.shtml




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Messaggio Da LucyGordon Ven 01 Ott 2010, 10:22

"WALK ON" Aung San Suu Kyi "WALK ON"



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Messaggio Da LucyGordon Ven 01 Ott 2010, 10:24

Maurizio Belpietro sfugge ad un agguato, sparatoria a Milano.




http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/10/belpietro-attentato.html
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Messaggio Da xenas Ven 01 Ott 2010, 10:37


Berlusconi, pennichella meritata: «Ho risolto tutti i problemi del mondo»
di Mario Ajello

Ha salvato le banche americane da un crollo che sarebbe stato molto peggiore di quello del 1929 («Grazie a me è stato evitato un disastro», ha annunciato ieri). E' riuscito a sventare il riscoppio della Guerra Fredda lo scorso anno, mettendo d'accordo gli Usa e la Russia che si stavano combattendo in Georgia. A pensarci bene, anche la la Guerra Fredda originale finì perchè in qualche maniera lui la fece finire. Ha salvato l'Italia dai comunisti nascosti con i loro cannoni dentro la faccia a Mortadella di Prodi. Ha scacciato la crisi economica europea. Ha rilanciato il cristianesimo con l'aiuto di don Gelmini e di don Verzè, nonostante i catto-comunisti di "Famiglia Cristiana" remino contro. Ha sconfitto Saddam in Iraq e i mullah in Afghanistan, senza spargimento di sangue. Sta terrorizzando l'atomicissimo Amhadinejad che non ha paura di nessuno ma di lui sì. Ha ridato forza, pace, cibo e salvezza all'Africa con l'aiutino di Gheddafi. Ha creato Obama, l'«abbronzato», che senza di lui non sarebbe esistito. Ha esportato la democrazia occidentale nel mondo in tandem con Putin che è un noto democratico occidentale. Ha fatto vincere una valanga di scudetti al Milan. Ha fermato («Ghe pensi mi») l'Islam che avanzava (ma ora non più) e che preoccupava (ma adesso è tutto risolto) non solo Ratzinger ma anche Gesù Cristo. Poi, ieri, in Senato, finalmente, il Cavaliere s'è potuto schiacciare una pennica.
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Messaggio Da xenas Ven 01 Ott 2010, 11:46

http://tv.repubblica.it/copertina/silvio-show-con-i-fan-per-i-74-anni/53894?video=&ref=HREA-1

guardate questo meraviglioso (!) video in cui mrB parla del suo processo e dove mica si dichiara innocente ma dice che dovrebbe essere prescritto... che paese orrendo...
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Messaggio Da bilquis Ven 01 Ott 2010, 12:03

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Messaggio Da xenas Ven 01 Ott 2010, 12:03

bilquis ha scritto:http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=7101009d4bb41e6a

ma è terribile!!!! che rischio!!!! stupore
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Messaggio Da Vale82 Ven 01 Ott 2010, 12:08

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Messaggio Da bilquis Ven 01 Ott 2010, 12:20

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Messaggio Da Cantastorie Ven 01 Ott 2010, 13:04

Naturalmente non ho idea se sia o meno "vero" l'episodio del sicario che attende in pianerottolo ..
triste triste triste (mi viene in mente la lineaOmino della Lagostina di Carosello per quelli veci come me o de piu' ..).

E..... mi perplimo:

da quando i sicari-killer aspettano la vittima scortata con tre Fanciulli addestrati apposta sul Pianerottolo di casa triste triste ?

da quando tre fanciulli addestrati si fanno Sfuggire un corridore di pianerottoli triste triste ?
O non sono professionisti o il corridore è il gemello di Bolt il fulmine giamaicano triste triste triste


Mi sfugge anche il pericolo "improvviso" dell'uso ascensore anzicchè scale...


Se "reale" quel tale con la pistola giocattolo stava provando al max uno scherzo di carnevale da fare a capodanno G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 475446 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 475446 masssiamoserisuuuuuuuuuuu G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494
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Messaggio Da sophia Ven 01 Ott 2010, 13:45

Cantastorie ha scritto:Naturalmente non ho idea se sia o meno "vero" l'episodio del sicario che attende in pianerottolo ..
triste triste triste (mi viene in mente la lineaOmino della Lagostina di Carosello per quelli veci come me o de piu' ..).

E..... mi perplimo:

da quando i sicari-killer aspettano la vittima scortata con tre Fanciulli addestrati apposta sul Pianerottolo di casa triste triste ?

da quando tre fanciulli addestrati si fanno Sfuggire un corridore di pianerottoli triste triste ?
O non sono professionisti o il corridore è il gemello di Bolt il fulmine giamaicano triste triste triste


Mi sfugge anche il pericolo "improvviso" dell'uso ascensore anzicchè scale...


Se "reale" quel tale con la pistola giocattolo stava provando al max uno scherzo di carnevale da fare a capodanno G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 475446 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 475446 masssiamoserisuuuuuuuuuuu G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494 G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 89494

Cantastorie concordo. Questa sembra proprio una mezza bufala per creare consenso in un momento di disgrazia. Fahreneith 451 insegna. Ricordate il tam tam mediatico sul pericoloso criminale con tanto di partecipazione alla caccia del medesimo da parte della popolazione ed in diretta TV. Sono cose che accadono nelle dittature.
Ve lo ricordate Beppe Braida a Zelig quando faceva la rassegna stampa e finendo col telegioranale di Fede concludeva : POTEVA ESSERE UNA TRAGEDIA!
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Messaggio Da Brina78 Ven 01 Ott 2010, 14:57

Dal link che ha postato Lucy Gordon http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/10/belpietro-attentato.html vi stralcio questo pezzetto per farvi notare una passaggio, che metto in grassetto, che per me la dice lunga

Maurizio Belpietro sfugge ad un agguato: "In questo paese non è possibile sostenere le proprie opinioni"All'indomani degli spari sul suo pianerottolo, "prevale il senso di ingiustizia: perché - si è domandato Maurizio Belpietro, ospite di Mattino cinque - in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?". In trasmissione, dopo aver ricostruito quanto successo ieri sera, il direttore di Libero ha detto di essere uno dei pochi direttori sotto scorta, insieme ai colleghi Vittorio Feltri ed Emilio Fede: "Siamo tutti dell'area moderata e non sono casi: sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà". Per Belpietro, quanto successo ieri dipende anche dal clima politico avvelenato: "Il clima conta: basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come 'mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scorta'. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte".
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Messaggio Da mambu Ven 01 Ott 2010, 15:03

Ah certo... loro sono dell'area moderata ed esprimono idee contro la vulgata corrente.


Ormai i vincitori vogliono comandare come maggioranza e essere tutelati come una minoranza perseguitata.
Almeno si decidano
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Messaggio Da Brina78 Ven 01 Ott 2010, 15:08

mambu ha scritto:Ah certo... loro sono dell'area moderata ed esprimono idee contro la vulgata corrente.


Ormai i vincitori vogliono comandare come maggioranza e essere tutelati come una minoranza perseguitata.
Almeno si decidano
G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 483101 E' che loro sono contrari al ribaltone ma favorevoli alla frittata G.A.S.Fo.M. - Pagina 16 483101
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Messaggio Da sophia Ven 01 Ott 2010, 15:59

Brina78 ha scritto:Dal link che ha postato Lucy Gordon http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/10/10/belpietro-attentato.html vi stralcio questo pezzetto per farvi notare una passaggio, che metto in grassetto, che per me la dice lunga

Maurizio Belpietro sfugge ad un agguato: "In questo paese non è possibile sostenere le proprie opinioni"All'indomani degli spari sul suo pianerottolo, "prevale il senso di ingiustizia: perché - si è domandato Maurizio Belpietro, ospite di Mattino cinque - in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?". In trasmissione, dopo aver ricostruito quanto successo ieri sera, il direttore di Libero ha detto di essere uno dei pochi direttori sotto scorta, insieme ai colleghi Vittorio Feltri ed Emilio Fede: "Siamo tutti dell'area moderata e non sono casi: sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà". Per Belpietro, quanto successo ieri dipende anche dal clima politico avvelenato: "Il clima conta: basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come 'mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scorta'. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte".
Ma quale clima politico avvelenato! Quelli della sinistra non sanno come sono girati, non sono stati rinvenuti. Sarà invece che Belpietro ed i suoi insigni colleghi della disinformazione e della propaganda di governo seminano aggressioni verbali e cinismo ovunque. Belpietro ha parole scandalose pure alle orecchie dei sordi.
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Messaggio Da Mede@ Ven 01 Ott 2010, 18:46

AGGUATO A BELPIETRO, C'È
IDENTIKIT DELL'AGGRESSORE
"È ITALIANO DI 40 ANNI" -FOTO



La questura di Milano ha realizzato l'identikit del presunto aggressore del caposcorta di Maurizio Belpietro sulla base della testimonianza dello stesso poliziotto. L'immagine raffigura un uomo di corporatura massiccia, circa 1,80, occhi scuri, pupille dilatate, naso grosso e di probabile cittadinanza italiana.
La scheda dell'identikit dell'uomo sorpreso ieri nel condominio di Milano dal caposcorta di Belpietro definisce il presunto aggressore di età apparente attorno ai 40 anni, 1.80 corporatura robusta e altetica, capelli con gel pettinati all'insù, naso grosso alla punta, bocca con labbro superiore carnoso e sporgente, labbro inferiore piccolo e sottile. L'uomo è di razza caucasica, occhi scuri, ma con pupille che al testimone, e nell'dentikit, appaiono dilatate. La forma del viso è regolare con zigomi marcati. L'aggressore indossava pantaloni bianchi con riga latelare nera camicia grigio-verde estiva da finanziere con mostrine.

"COME NEGLI ANNI DI PIOMBO" Per il direttore di Libero, Maurizio Belpietro l'agguato di cui è stato fatto segno ricorda quelli degli anni '70. La vicenda che gli torna alla mente di più - dice - risale agli albori degli anni di piombo «prima dell'omicidio di Calabresi, quando un militante extraparlamentare di sinistra aspettò nell'androne di casa un esponente dell'Msi». L'attentatore in quel caso si ferì ma - ha sottolineato il direttore di Libero - avrebbe potuto uccidere.
«Sto bene, sono tranquillo. Io sono una persona tranquilla e serena, certo, da ieri un pò meno»: il direttore di Libero Maurizio Belpietro, è tornato così a parlare dopo l'agguato subito ieri sera a Milano. Belpietro ha ripercorso la vicenda e ha ribadito che il suo caposcorta gli ha salvato la vita rischiando la sua, visto che l'aggressore gli ha puntato addosso la pistola, che poi si è inceppata. Dopo quello che è accaduto però, Belpietro non ha intenzione di modificare il suo lavoro. «Non cambio il mio lavoro. Non l'ho cambiato neanche stamattina - ha spiegato -. Ho fatto le cose che faccio sempre, il mio programma tv, la riunione di redazione e oggi pomeriggio scriverò per raccontare cosa è successo e cosa penso». Ha però ammesso che «ora c'è più preoccupazione. Io - ha spiegato - sono un semplice cronista che fa il suo lavoro, ma sono preoccupato per la mia famiglia». Ora la scorta di Belpietro è stata rafforzata. «Ho visto qualche persona in più - ha confermato - e ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà da tutte le parti politiche e moltissimi dai lettori».

L'ATTENTATO Attimi di vera paura giovedì notte nel condominio milanese dove abita Maurizio Belpietro in via Monti di Pietà. Il direttore di "Libero" è stato fatto oggetto di un vero e proprio attentato con un uomo che lo ha atteso sulle scale del palazzo. Secondo quanto ricostruito, l'uomo, circa un metro e 80, sui 40 anni, ha puntato l'arma verso l'agente, che è riuscito a ripararsi dietro una colonna del pianerottolo e ha poi sparato due colpi a scopo intimidatorio. Un terzo colpo è stato poi poi esploso. L'uomo è riuscito a fuggire anche perché il condomimio ha diverse uscite. Non sono state trovate tracce di sangue. Sulla vicenda indaga la Digos e la squadra mobile della questure di Milano. Sul posto sono confluite diverse volanti.

Belpietro racconta tutto a Mattino Cinque (video da Repubblica Tv)

FELTRI: "PAURA? PREOCCUPATO PER LUI" «Paura? Io la mia vita l'ho fatta, ho figli grandi e vado per i 68 anni e poi meglio morire per una schioppettata che in ospedale pieno di flebo». Così il direttore editoriale de Il Giornale, Vittorio Feltri, commenta con l'ANSA l'agguato di ieri sera al collega Maurizio Belpietro. Lo stesso Feltri, così come Belpietro, è sotto scorta da circa 8 anni: «All'inizio - afferma - è una scocciatura ma poi ci si abitua a tutto». «Ma mi metto nei panni di Belpietro - continua Feltri - che ha 52 anni, due figlie piccole e una moglie che non lavora. Io di questo mi preoccuperei, come cittadino oltre che come amico». Qualcuno dice che c'è un clima di odio che provoca questi episodi: «Ormai in Italia - risponde Feltri - ci sono due tifoserie, gli ultrà di Berlusconi e gli ultrà degli anti-Berlusconi e questo dà luogo a una reciproca delegittimazione. E quando ti trovi tra due tifoserie, capita di prenderle da tutte e due le parti».

DA 8 ANNI SOTTO SCORTA Una vita «blindata» da otto anni, da quando, dal gennaio del 2003, gli fu assegnata una «tutela», come recita il gergo della sicurezza, con due agenti che lo accompagnano ovunque, e viaggiano con lui nell'auto. Il primo episodio di intimidazione nei confronti del direttore di «Libero» Mauruzio Belpietro, risale però al dicembre del 2002 quando Belpietro dirigeva 'Il Giornalè. Al quotidiano di via Negri, indirizzata al direttore, fu inviata una busta con due proiettili. Minacce reiterate appena un mese dopo, il 14 gennaio del 2003 quando al quotidiano milanese giunse un volantino firmato Nta (Nuclei territoriali antimperialisti, una sigla della galassia post Br). Il volantino, venne inviato per posta ordinaria, ed era identico, sia nel contenuto che nel formato, ad altri volantini inviati alle sedi de 'Il Piccolò di Trieste, della «Repubblica» di Roma, della 'La Stampà di Torino e anche a 'L'Unione Sardà di Cagliari«. Il volantino conteneva riferimenti generici all'attività della 'direzione strategicà dei Nuclei Territoriali Antimperialisti. Da quella data Maurizio Belpietro, vive sotto tutela. Sono state comunque decine, sia quando era alla direzione del Giornale, sia a quella di Libero, le lettere di minacce e le telefonate minatorie nei suoi confronti: buste con proiettili, pedinamenti, e in genere allarmi. Fino a ieri la tutela a Belpietro - in un'auto che non era blindata - era assicurata da due agenti di polizia, tra cui il caposcorta che ha sparato ieri sera all'aggressore, che viaggiavano e viaggiano sulla stessa vettura del giornalista. Da oggi, come annunciato dal Questore di Milano, Vincenzo Indolfi, è stato disposto invece un rafforzamento della vigilanza e a Belpietro è stata assicurata una vera e propria scorta composta dai due uomini che viaggiano con lui e da un'altra auto con due agenti a bordo che lo segue. La più grave tra le intimidazioni subite dal giornalista o senz'altro la più plateale, a parte quella di ieri sera accaduta nel suo condominio a Milano, risale al gennaio scorso, quando una persona si introdusse nella redazione di via Majno e minacciò di picchiare Belpietro. Negli anni scorsi la Digos segnalò due auto sospette che seguirono la vettura del direttore di Libero mentre si stava recando in Liguria al mare. In un'altra occasione Belpietro, a Milano, venne fatto allontanare in fretta e furia da un ristorante per la presenza sospetta fuori dal locale di un furgone, risultato poi rubato, con due individui a bordo.

DI PIETRO: "COINVOLGERMI È SCIACALLAGGIO"«Collegare il tentativo criminale di violenza ai danni di Belpietro al mio discorso alla Camera e, più in generale, all'opposizione portata avanti dall'Italia dei Valori nei confronti del Governo Berlusconi è un intollerabile atto di sciacallaggio politico». Lo ha affermato in una nota il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «Una cosa è la violenza del piombo che uccide ogni verità -sottolinea il leader Idv- altra è la forza della verità che libera da ogni violenza, compreso l'irresponsabile abuso delle istituzioni per sistemare gli affari personali del Presidente del Consiglio». «Si trovi la persona che, a mano armata -conclude- ha tentato di aggredire il direttore di 'Liberò e la si sbatta in galera senza indugio. Ma non si pensi che il comportamento di quel criminale possa far passare in cavalleria le malefatte di questo governo».

REDAZIONE AL LAVORO C'è un silenzio inusuale nella redazione di Libero, dopo l'agguato subito ieri sera dal direttore Maurizio Belpietro. Forse anche per le telecamere e i giornalisti delle altre testate venuti per avere qualche notizia e qualche impressione su quanto è successo. C'è decisamente più calma rispetto a ieri, quando Belpietro «con rara freddezza», raccontano i giornalisti, ha chiamato per avvisare di cos'era successo ed è iniziato il lavoro per ribattere il titolo di prima pagina. «Un ora dopo l'agguato - dicono - stava dettando i titoli». «Il direttore è scosso e anche noi» sintetizza il capocronista Diego Minolzio. La preoccupazione dei giornalisti è per il tipo di agguato compiuto con una pistola, davanti a casa. Un agguato che, dicono, riporta agli anni '70 e non sembra il gesto di un folle, piuttosto quello di un uomo pericoloso. «Ha sparato al caposcorta - aggiunge Minolzio -. Se la pistola non si fosse inceppata sarebbe morto». Il cdr in un comunicato ha definito quello che è successo ieri «il frutto maturo di un'ideologia di violenza e odio» augurandosi che «questo ennesimo episodio serva almeno a risvegliare in tutti quel senso di responsabilità ed equilibrio strangolato da un odio politico che ricorda, tragicamente, altre epoche non troppo lontane». Anche Belpietro ricorda gli attentati degli anni di piombo, «contro forze dell'ordine e giornalisti» e in particolare «a uno dei primissimi episodi di terrorismo, prima dell'omicidio Calabresi quando un militante della sinistra extraparlamentare aspetto un esponente dell'Msi nell'androne di casa per sparargli, ma invece si ferì». Di minacce a Libero e ai suoi direttori ne sono arrivate diverse negli anni - bossoli, buste di finta antrace, lettere minatorie - alcune di matrice islamica, altre più legate al terrorismo interno. Da tempo davanti alla sede della redazione in viale Majno a Milano c'è una pattuglia fissa di militari con una jeep. Nel 2007, quando il direttore era Vittorio Feltri, alcuni membri di una cellula delle Br furono arrestati con l'accusa di progettare un attentato incendiario. Però, osservano in redazione, tutto sarebbe dovuto succedere di domenica, quando il giornale è chiuso, senza vittime. Questa volta invece ci poteva scappare il morto. «Io sto bene - rassicura il direttore ai cronisti di tv, quotidiani e agenzie venuti a parlargli -. Sono una persona tranquilla e serena anche se da ieri un pò meno». Con lui è presente la scorta, che lo segue da otto anni, ed è appena stata rafforzata. Adesso lo sforzo è per continuare a lavorare come sempre. Questa mattina il direttore non ha cambiato le sue abitudini. Ha fatto il suo programma Tv e poi ha tenuto come al solito la riunione di redazione dove ha rispiegato come è andata la vicenda e ha parlato della valanga di messaggi di solidarietà che gli sono arrivati a partire dalle sei del mattino da Berlusconi in giù. Questa mattina è venuto a trovarlo di persona anche l'ex direttore del Giornale Mario Giordano. «C'è più preoccupazione - ha concluso - ma il lavoro non cambia».

INCHIESTA TENTATO OMICIDIO AGENTE La procura di Milano ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per tentato omicidio ai danni dell'agente della scorta che ieri sera ha sorpreso all'interno del palazzo dove abita il direttore di Libero Maurizio Belpietro, un uomo armato di pistola. L'uomo prima di fuggire ha puntato l'arma contro l'agente, il quale ha sparato alcuni colpi a scopo intimidatorio. Nell'inchiesta, coordinata dall'ex procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici e dal Pm Grazia Pradella, è ipotizzato anche il reato di detenzione e porto abusivo di armi. Sulla vicenda questa mattina si è tenuta una riunione nell'ufficio del procuratore della repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, alla quale hanno partecipato il capo del pool antiterrorismo, Armando Spataro, il pm Grazia Pradella e anche il responsabile della Digos di Milano, Bruno Megale. In procura è stata consegnata la relazione della Digos e in queste ore gli investigatori stanno lavorando sull'identikit dell'aggressore che dovrebbe essere pronto nelle prossime ore. Al momento non si è potuto stabilire se l'arma puntata verso il caposcorta di Maurizio Belpietro fosse un'arma giocattolo o una vera, il cui modello è comunque uguale a quello in dotazione alle forze dell'ordine.

IL RACCONTO DELL'AGENTE DI SCORTA «C'era una persona appoggiata alla ringhiera delle scale, mi ha puntato una pistola contro. Ho sentito il grilletto ma il colpo non è partito. Mi sono riparato dietro l'angolo del muro del corridoio e ho sparato». È questo il racconto dell'agente di scorta che ieri sera ha messo in fuga l'aggressore pronto a colpire il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Un 'faccia a faccià con nessun ferito, ma tre proiettili esplosi dal caposcorta. A raccontare la sua versione dei fatti è il Questore di Milano, Vincenzo Indolfi, durante una conferenza stampa in via Fatebenefratelli. Un incontro con la stampa per fornire tutti gli elementi dell'agguato, e per chiedere il «tempo di ricostruire tutti i dettagli, valutarli e analizzarli». Sono le 22.15 quando Belpietro, sotto scorta da otto anni, viene prelevato dagli agenti. Alle 22.40 l'auto della scorta varca il cancello automatico dello stabile in via Monte di Pietà, in centro a Milano. Belpietro e il capo scorta entrato in ascensore e raggiungono l'appartamento al quinto piano dove il giornalista vive con la famiglia. Si assicura che tutto sia in ordine, poi l'agente dell'ufficio scorte della Questura decide di scendere usando le scale. L'intenzione è quella di accendersi una sigaretta, ma dopo aver percorso il breve corridoio, vicino alle scale si trova lo sconosciuto con pistola in pugno. «Una semiautomatica scura» simile a quelle in dotazione alla Polizia.

SOTTO TUTELA DA 2003 Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, vive sotto tutela dal gennaio 2003. La tutela gli fu assegnata quando Belpietro, da direttore de «Il Giornale», ricevette minacce di vario genere, tra cui lettere e telefonate minatorie e consiste di due agenti di polizia che viaggiano sulla stessa auto del giornalista. Da oggi, come annunciato dal Questore di Milano, Raffaele Indolfi, è stato disposto invece un rafforzamento della vigilanza e a Belpietro è stata affidata una scorta composta da due uomini che viaggiano con lui e da un'altra auto con due agenti a bordo che lo segue.

SOLIDARIETÀ DI FITTO «Esprimo la mia solidarietà al direttore Maurizio Belpietro, vittima di un grave e molto preoccupante gesto di violenza i cui contorni non sono chiari. Auspico che in tempi brevissimi sia fatta completa luce sulla vicenda». È quanto afferma Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni e la Coesione territoriale.

AL VAGLIO OGNI IPOTESI Per far luce sull'agguato avvenuto ieri sera a Milano ai danni del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, «non si esclude alcuna ipotesi». È quanto ha spiegato il questore di Milano, Vincenzo Indolfi, nel corso di un incontro con la stampa convocato per fornire una ricostruzione dettagliata di quanto accaduto ieri. «Al momento - ha aggiunto Indolfi - possiamo soltanto fornire una ricostruzione di quanto accaduto. Stiamo indagando e speriamo, anche con l'ausilio di un identikit che sarà approntato in giornata, di fare chiarezza sulla vicenda». Tra gli elementi investigativi da non sottovalutare è che il fuggitivo avrebbe agito dopo aver 'studiatò la planimetria dello stabile: è fuggito da una porta secondaria che non dà sul cortile interno riuscendo così a evitare il secondo agente di scorta fermo in auto. L'ipotesi è che abbia scavalcato un muro. Gli investigatori tendono a scartare l'ipotesi del rapinatore e cercano riscontri oggettivi al racconto fornito dal capopattuglia della scorta che ha affrontato l'aggressore. Da analizzare resta se l'uomo abbia fatto un 'sopralluogò nei giorni scorsi, se abbia davvero agito da solo. Elementi che potrebbero arrivare dal racconto del custode o dei condomini dello stabile, mentre gli uomini della Digos continuano a visionare i filmati delle telecamere che, in zona, sono piuttosto numerose. È caccia anche alle impronte che il fuggitivo potrebbe aver lasciato nello stabile. «Non mi sento di escludere nulla», sottolinea il Questore. Diverse le lettere minatorie o di insulti indirizzate a Belpietro, mentre nel febbraio 2010 un uomo aveva tentato di entrare nella sede del quotidiano Libero, tutt'ora vigilata dalle forze dell'ordine dopo essere stata indicata tra i possibili obiettivi dei brigatisti arrestati nell'operazione 'Tramontò.

MARONI: «ATTO GRAVISSIMO» L'episodio che ha visto coinvolto il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, è un «atto gravissimo che ha rischiato di produrre una vittima» e sul quale da parte del Viminale c'è «massima attenzione». Lo dice il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a margine della cerimonia di consegna delle medaglie d'oro ai Vigili del fuoco. «Ho chiamato Belpietro per esprimergli la mia totale solidarietà» dice il ministro sottolineando che le forze di polizia stanno «attentamente monitorando la situazione dell'ordine pubblico». Quello di Belpietro, infatti, spiega il ministro è un atto che si inserisce in un contesto già in fibrillazione. «Ci sono stati nei giorni precedenti altri episodi - sottolinea Maroni - è dunque stiamo prestando la massima attenzione perchè non succedano cose che abbiamo già visto anni fa e che non vogliamo che si ripetano».

"PAGO LE MIE IDEE" Il giorno dopo la brutta avventura, con i colpi di pistola nel suo pianerottolo, «prevale il senso di ingiustizia: perchè - si è domandato Maurizio Belpietro, ospite di 'Mattino cinque' - in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?». In trasmissione, dopo aver ricostruito quanto successo ieri sera, il direttore di 'Liberò ha detto di essere uno dei pochi direttori sotto scorta, insieme ai colleghi Vittorio Feltri ed Emilio Fede: «siamo tutti dell'area moderata e non sono casi: sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà». Per Belpietro, quanto successo ieri dipende anche dal clima politico avvelenato: «il clima conta: basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come 'mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scortà. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte». Belpietro ha anche ricordato di aver ricevuto delle minacce già a gennaio, quando un uomo ha tentato di introdursi nella redazione di 'Liberò e, fermato dalla scorta, ha poi confessato «cattive intenzioni». «E quello di gennaio non era un pazzo, tanto che - ha detto il direttore - non gli hanno fatto il trattamento sanitario obbligatorio». Belpietro, che si definisce «una persona tranquilla, calma e fredda», non ha negato di sentirsi «amareggiato»: «ieri ho pensato alle persone care, come è naturale, sono amareggiato per la mia famiglia». Quando l'agente della scorta ha trovato un uomo armato nascosto vicino all'appartamento di Belpietro, in casa del direttore di 'Liberò c'erano la moglie e le figlie: «le piccole dormivano, ho raccontato loro stamattina ciò che è successo».

BELPIETRO: "MI STAVA ASPETTANDO" «La sensazione è che quell'uomo stesse aspettando il mio ritorno a casa. E se il mio caposcorta avesse preso l'ascensore per scendere, e non le scale, non so come sarebbe andata». Maurizio Belpietro raccomta così la vicenda. «Il mio caposcorta - racconta Belpietro, sotto scorta da otto anni - mi aveva accompagnato all'uscio di casa come al solito. Ci siamo salutati ma lui poi mi ha spiegato che invece di prendere l'ascensore ha preferito scendere le scale per fumarsi una sigaretta. Sulla rampa tra il quinto e il quarto piano si è imbattuto in questa persona che pare indossasse una camicia simile a quella usata dai militari della Guardia di finanza, ma su pantaloni di una tuta. Questo signore ha puntato l'arma sul poliziotto, ma pare si sia inceppata. Il mio caposcorta ha fatto fuoco e lo sconosciuto è scappato». «Certo - spiega il direttore di "Libero" - che se avessero bussato alla mia porta, poco dopo che mi avevano accompagnato, avrei aperto e non so come sarebbe andata a finire». Il direttore di Libero spiega di aver sentito da dentro casa i colpi di pistola: «Sulle prime ho pensato a dei libri che cadevano da una mensola, poi ho capito che erano spari». «Minacce? - dice Belpietro - certo mi arrivano; qualche tempo fa al giornale una persona cercò di introdursi nella redazione. Certo si può pensare qualsiasi cosa».

ZAIA: «VICENDA OSCURA» «Il fallito attentato di questa notte costituisce una vicenda oscura e preoccupante, che testimonia di un pericoloso clima d'odio verso le idee e le persone che, come te, le esprimono e divulgano con coraggio e chiarezza». Inizia così una lettera inviata dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia al direttore di «Libero», Maurizio Belpietro, bersaglio di un attentato sventato dalla sua scorta. «Ti prego di accogliere i miei più sinceri sentimenti di vicinanza e solidarietà - aggiunge Zaia - che traggono origine dalla stima personale e professionale che nutro nei tuoi confronti, ma anche dall'amicizia che ci lega». «Sono certo - conclude il presidente del Veneto - che chiunque avesse voluto intimidirti, 'tapparti la boccà, far tacere la voce libera e che tu ed il tuo giornale esprimete quotidianamente, avrebbe fallito il suo obiettivo».

VERNA (USIGRAI): VICENDA CHE PREOCCUPA «La vicenda che ha avuto al centro Maurizio Belpietro fortunatamente senza conseguenze inquieta e preoccupa non poco». Così Carlo Verna, segretario dell'Usigrai che aggiunge: «È commutativa di un clima che sta degenerando nel paese e intorno agli organi di informazione e che deve assolutamente cambiare. Al direttore di Libero la piena totale solidarietà e vicinanza dell'Usigrai».

CICCHITTO: «SEGNALE PREOCCUOPANTE» «Esprimiamo la nostra totale solidarietà a Maurizio Belpietro. Quello che è accaduto costituisce comunque un segnale molto preoccupante»: lo afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, commentando il fallito attentato contro il direttore di 'Liberò. «Proprio ieri, provocando la reazione di Leoluca Orlando (e, visto il soggetto, ci onora) avevamo detto che il linguaggio violento usato nelle piazze, in Parlamento e in televisione e l'esaltazione della contestazione che toglie la parola agli avversari politici metteva in moto un meccanismo che alla fine suscita e provoca la violenza autentica. Come è noto, gli apprendisti stregoni che stanno in campo si fanno anche concorrenza sul piano di chi fa affermazioni più spericolate. L'esempio classico è stato il discorso di Di Pietro alla Camera contro Berlusconi. Purtroppo, guardando i giornali di oggi, vediamo che alcuni di loro hanno chiaramente e volutamente sottovalutato un episodio - conclude - che, solo per caso e per merito della scorta di Belpietro, ha evitato possibili conseguenze drammatiche».



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Messaggio Da sophia Ven 01 Ott 2010, 19:18

Scusate se mi permetto ma qui ci vorrebbe un bel vaffa...Io non ho visto questa gente indignarsi un mese fa per la bomba nell'androne del condominio del procuratore generale di Reggio Calabria Di Landro. Di Landro la scorta di notte non gliel'hanno data perchè costava. Alfano ha elemosinato alla procura pochi spiccioli, é dovuto intervenire Maroni.Questo esimio Belpietrino aveva pure la scorta. Bene d'altro canto visti i meriti...é giusto.Altro che Saviano.
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Messaggio Da bilquis Ven 01 Ott 2010, 19:32

Alcuni indizi portano a pensare che l’attentatore sia del Pd........

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Messaggio Da sophia Ven 01 Ott 2010, 19:52

bilquis ha scritto:Alcuni indizi portano a pensare che l’attentatore sia del Pd........

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