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Re: G.A.S.Fo.M.
Eh, poveri ragazzi, tutti senza padre...fear-of-the-dark ha scritto:bah.... quella sulle donne e i figli ebla bla mepare propriouna stronzata colossale...però...
Toscani si sfila ma non posso credere che pensi che Sgarbi sia di un'intelligenza sopraffina e sia davvero un garantista... cerchiobottista!
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: G.A.S.Fo.M.
Gaufre ha scritto:Eh, poveri ragazzi, tutti senza padre...fear-of-the-dark ha scritto:bah.... quella sulle donne e i figli ebla bla mepare propriouna stronzata colossale...però...
Toscani si sfila ma non posso credere che pensi che Sgarbi sia di un'intelligenza sopraffina e sia davvero un garantista... cerchiobottista!
ma infatti mi sembrano un insieme di risposte qualunquiste e senza una direzione precisa...
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Re: G.A.S.Fo.M.
anche Verdini e Fusi rinviati a giudizio avanti il Tribunale del L'Aquila
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Re: G.A.S.Fo.M.
Amo Toscani come fotografo anche perchè spesso e volentieri è forto, diretto e provocatore. In questa intervista ci sono diverse cose che mi confondono e non capisco cosa pensa e cosa vuole dire alla fine.
Scriverò più a lungo domani, però una cosa lo voglio dire subito. Non sono assolutamente daccordo dire che "Le italiane sono in parte responsabili di come si comportano i maschi."
Prima di tutto mi sembra un ragionamento abbastanza infantile e ridicolo del tipo "è colpa tua se io sono cattivo" etc.
Inoltre, trattare questa cosa come un comportamento maschile (buttarlo lì nel mucchio) io proprio non ci sto, e lo trovo anche un modo subdolo di togliere la responsabilità, prima di tutto etico e morale, del presidente del consiglio.
Last but not least, quelle ragazze là-minoreni e non- non sono affatto delle vittime.
Scriverò più a lungo domani, però una cosa lo voglio dire subito. Non sono assolutamente daccordo dire che "Le italiane sono in parte responsabili di come si comportano i maschi."
Prima di tutto mi sembra un ragionamento abbastanza infantile e ridicolo del tipo "è colpa tua se io sono cattivo" etc.
Inoltre, trattare questa cosa come un comportamento maschile (buttarlo lì nel mucchio) io proprio non ci sto, e lo trovo anche un modo subdolo di togliere la responsabilità, prima di tutto etico e morale, del presidente del consiglio.
Last but not least, quelle ragazze là-minoreni e non- non sono affatto delle vittime.
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
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Re: G.A.S.Fo.M.
sophia ha scritto:hai ragione perchè non fanno spiegare in televisione le cose come stanno da gente che conosce tecnicamente le situazioni, invece di riempirle solo di giornalisti e politici che vanno a spanne?bilquis ha scritto:sophia ha scritto:Gasparri sta afferamndo menzogne giuridiche inaccettabili
la cosa che mi imbestialisce e che quegli incapaci dell'opposizione (di qualunque tipo/genere/colore) non sono mai in grado di contestare le menzogne che vengono dette..... quindi nell'immaginario collettivo le puttanate diventano verità......
Colpa del giornalista che fà e conduce il programma. Noi abbiamo uno molto bravo che non lascia passare manco una cazzate su ste cose. Spesso chiede ai suoi collaboratori in diretta di trovare un x legge o articolo per esempio quando scoppia la lite "è cosi, non è cosi" etc.
In Italia poi parlano 5 alla volta e non si capisce niente. Io sinceramente riesco a seguire solo L'Infedele.
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Re: G.A.S.Fo.M.
http://tv.repubblica.it/copertina/la-russa-vs-formigli-ecco-il-video/62198?video=&pagefrom=1&ref=HRER1-1
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Re: G.A.S.Fo.M.
sophia ha scritto:L'ho trovato:
12/11/2010 (7:34) - VERSO LA CRISI/ REAZIONI "Dimissioni? Piuttosto la guerra civile
Berlusconi si sfoga nella notte di Seul con i vertici del partito riuniti dopo l'incontro Fini- BossiUGO MAGRI
INVIATO A SEUL
[b]«Non mi dimetterò mai», quasi grida al telefono Berlusconi dal ventunesimo piano dell’Hotel Hyatt, e dall’altro capo del filo lo ascoltano tramite interfono tutti i gerarchi del suo partito, riuniti a 8962 chilometri di distanza. Il tono di voce è concitato, «Fini vuole eliminarmi, mi vuole morto fisicamente per la storia di Montecarlo, è convinto che gliel’abbia montata io. Ma se questi faranno il governo tecnico noi gli scateneremo contro la guerra civile, avranno una reazione come nemmeno s’immaginano...».
Lui non sta bene con la capoccia, questo si vede in tutto quello che fa', dice e anche dall'apparenza. Io ho sempre creduto quello che diceva la Lario. Non credo però che sia in grado di scattenare nessuna guerra. Non perchè lui non avrebbe la voglia, ma perchè tutti quelli che lo votano o che la circondano adesso, nel partito e nel governo, saranno gli stessi che abbandoneranno la barca appena comincerà ad affondare.
Ultima modifica di Amantide_Religiosa il Mer 16 Feb 2011, 12:34 - modificato 1 volta.
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Re: G.A.S.Fo.M.
sai ama io non mi fido di questo paese.La gente è peggiorata...e lui possiede aziende, soldi, tutto
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Re: G.A.S.Fo.M.
Ama, non copiare: " l'ho trovato con l'acca". Scusa l'errore, l'avevo messa maiuscola, volevo metterla minuscola e invece l'ho persa via...
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Re: G.A.S.Fo.M.
Ti autorizzo a correggerlo anche nella citazione...non si può guardare.
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Re: G.A.S.Fo.M.
Amantide_Religiosa ha scritto:sophia ha scritto:L'o trovato:
12/11/2010 (7:34) - VERSO LA CRISI/ REAZIONI "Dimissioni? Piuttosto la guerra civile
Berlusconi si sfoga nella notte di Seul con i vertici del partito riuniti dopo l'incontro Fini- BossiUGO MAGRI
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[b]«Non mi dimetterò mai», quasi grida al telefono Berlusconi dal ventunesimo piano dell’Hotel Hyatt, e dall’altro capo del filo lo ascoltano tramite interfono tutti i gerarchi del suo partito, riuniti a 8962 chilometri di distanza. Il tono di voce è concitato, «Fini vuole eliminarmi, mi vuole morto fisicamente per la storia di Montecarlo, è convinto che gliel’abbia montata io. Ma se questi faranno il governo tecnico noi gli scateneremo contro la guerra civile, avranno una reazione come nemmeno s’immaginano...».
Lui non sta bene con la capoccia, questo si vede in tutto quello che fa', dice e anche dall'apparenza. Io ho sempre creduto quello che diceva la Lario. Non credo però che sia in grado di scattenare nessuna guerra. Non perchè lui non avrebbe la voglia, ma perchè tutti quelli che lo votano o che la circondano adesso, nel partito e nel governo, saranno gli stessi che abbandoneranno la barca appena comincerà ad affondare.
Quoto pienamente, chi vota il pdl è attratto dai soldi e dal potere che ha Berlusconi, dai soldi facili, dai '' regali'' elargiti con facilità. Ma voglio di lavorare e conquistarsi le cose ne hanno poca. Io credo proprio che come cadrà in disgrazia rimarrà da solo ed i primi ad abbandonerlo saranno proprio i più fedeli sostenitori.
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Re: G.A.S.Fo.M.
Uno dei pochi fatti positivi di questa storia è che se cade il sultano inizieranno a venir fuori tante testimonianze, come successe nel 92.
“Berlusconi, un incontro che distrugge la vita”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/14/%E2%80%9Cberlusconi-un-incontro-che-distrugge-la-vita%E2%80%9D/91164/
Quanto sarà lunga questa lista?
Sempre in attesa che venga fuori la verità su fatti molto più importanti.
“Berlusconi, un incontro che distrugge la vita”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/14/%E2%80%9Cberlusconi-un-incontro-che-distrugge-la-vita%E2%80%9D/91164/
Quanto sarà lunga questa lista?
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Re: G.A.S.Fo.M.
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Mazzette per i seggi, indagato Cicchitto
Pubblico qui un articolo di Primo Di Nicola per “L’espresso” in edicola domani. Come vedete, le accuse di Guzzanti sulla compravendita dei seggi parlamentari non sono propriamente follie.
«Cherchez la femme. Da Mario Chiesa a Cesare Previti, dietro i grandi scandali politico-giudiziari c’è spesso profumo di donna. E anche quella che sta per scoppiare in Abruzzo è una tempesta tutta al femminile, che rischia di costare cara al Popolo della libertà.
Protagonista è Maria Maurizio, moglie separata di uno dei leader regionali del partito, Sabatino Aracu. Adesso Aracu vede a rischio la sua travolgente carriera di imprenditore e parlamentare, segretario del gruppo Pdl a Montecitorio, presidente della Federazione italiana hockey e pattinaggio: è finito sotto inchiesta con capi di imputazione che vanno dalla tentata concussione al peculato all’associazione per delinquere.
Al termine di una complicata e dolorosa rottura matrimoniale, l’ex signora Aracu ha scritto un infuocato memoriale al procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi. C’è di tutto. Accusa il marito di avere corrotto funzionari pubblici per mettere a segno i suoi affari privati. Lo chiama in causa per avere preteso tangenti dai baroni della sanità privata regionale, a cominciare da quel Vincenzo Angelini titolare della clinica Villa Pini di Chieti che lo scorso anno ha provocato con le sue rivelazioni l’arresto dell’ex governatore Ottaviano Del Turco.
Infine, un capitolo sulla compravendita dei posti in Parlamento: la donna parla di somme a cinque zeri intascate per inserire candidati nelle liste forziste al Senato. Come nel caso di Filippo Piccone, eletto nel 2006 a palazzo Madama e diventato primo coordinatore del Pdl in Abruzzo, che secondo la Maurizio avrebbe consegnato ad Aracu 600 mila euro.
Una parte dei soldi, secondo quanto la Maurizio ha riferito, sarebbero finiti a Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Popolo della libertà alla Camera: i pm lo hanno iscritto nel registro degli indagati.
Da mesi i magistrati lavorano per raccogliere riscontri alle dichiarazioni di Maria Maurizio. Vincenzo Angelini ha già confermato al procuratore Trifuoggi e ai sostituti Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli le accuse della signora, confessando di avere effettivamente consegnato ad Aracu oltre 500 mila euro. Su tutto il resto sono in corso accertamenti.
Nel j’accuse della moglie separata ci sono megatangenti e piccole ruberie. I nuovi condizionatori d’aria fatturati a Forza Italia, destinati alla sede pescarese di piazza Salotto e finiti invece a casa dell’onorevole. O la gestione disinvolta delle società del marito nel settore dei call center.
Ci sono persino i rimborsi da quest’ultimo richiesti come presidente della Federazione di hockey: anche il Coni ha svolto un’indagine interna inviando i risultati alla Procura regionale del Lazio della Corte dei conti. Un capitolo riguarda le spese del comitato promotore dei Giochi del Mediterraneo inaugurati a giugno.
Ma c’è anche spazio per le operazioni immobiliari in nero e la presunta corruzione di dirigenti per ottenere commesse: «Mio marito predisponeva con il mio aiuto scatole contenenti, oltre alle cravatte, notevoli somme di denaro. Il tutto da consegnare a dirigenti Inps, Enel e Telecom».
L’interesse della Procura si è concentrato soprattutto sulla nuova puntata dello scandalo sanitario che lo scorso anno ha travolto la giunta abruzzese di centrosinistra e coinvolto anche quella precedente di centrodestra, presieduta da Giovanni Pace.
Proprio insieme all’assessore alla Sanità di quest’ultimo, il forzista Vito Dominici (finito lo scorso anno agli arresti domiciliari), la Maurizio ha spiegato che Aracu avrebbe richiesto e ottenuto dalle case di cura private somme che di «solito si aggiravano intorno a un milione di euro per ciascuna clinica».
Secondo l’ex moglie queste tangenti, al pari di molte altre, Aracu era poi «solito dividerle con l’onorevole Fabrizio Cicchitto di Forza Italia. Quest’ultimo era ed è il padrino politico dell’onorevole Aracu».
Ogni cosa, secondo il memoriale, seguiva regole scientifiche. «Mi torna in mente che nel periodo in cui Dominici aveva l’incarico di assessore alla Sanità e mio marito era stato eletto coordinatore regionale di Fi, poco dopo il 2003, ci trovammo io, Dominici e mio marito seduti a un tavolo di una trattoria di Roma. Nell’occasione mio marito annotava i nomi delle case di cura operanti in Abruzzo con a fianco l’indicazione degli importi di denaro. Dominici esaminava i nomi e le cifre, correggendo o confermando. Fra le cliniche ricordo che era annotata la Villa Pini di Chieti per un milione di euro e la Villa Letizia dell’Aquila per circa 200 mila euro».
Di alcuni dei pagamenti, lei è stata testimone diretta: «A tanto hanno provveduto, anche in mia presenza, fra gli altri, Angelini e il dottor Conca manager della Asl di Chieti (anche lui arrestato lo scorso anno per lo scandalo sanitario, ndr). Tali somme avevano sicuro significato di tangenti».
Il racconto è ricco di dettagli e circostanze specifiche. Il manager Asl Conca si recava spesso nell’abitazione di Aracu in via Sulmona a Pescara per «consegnare a mio marito somme di denaro in contanti che variavano da 100 mila a 200 mila euro».
Dazioni che si ripetevano una volta al mese e che sarebbero proseguite per tutto il periodo in cui Aracu è stato coordinatore regionale di Fi. Un rito al quale si sottometteva anche Angelini che presso l’abitazione di via Sulmona consegnava «non solo il denaro, ma anche gioielli e orologi di marca Rolex» che sabbero andati pure «a ciascuna delle mogli di uomini politici con i quali l’Angelini stesso si relazionava»: oltre a lei, «anche la signora Dominici e la signora Paolini, consorte quest’ultima del vicepresidente della Regione Abruzzo» (si tratta di Enrico Paolini, non rieletto alle ultime elezioni).
Dove venivano acquistati questi preziosi? Dal rivenditore Rolex e presso la gioielleria Cazzaniga di Pescara, dove secondo la Maurizio venivano anche comprati «gli omaggi destinati alle consorti di uomini politici» puntualmente elencati nel memoriale: «On.le Cicchitto, on.le Bondi, on.le Letta, on.le Colucci, questore della Camera dei deputati».
Infine, gli altri brani scottanti sui passaggi di quattrini tra Aracu e Cicchitto. La ex moglie non ha prove, ma afferma di ritenere sulla base di una serie di elementi che suo marito «abbia consegnato all’onorevole Cicchitto, anche per sostenere la propria candidatura, somme certamente non inferiori a 500 mila euro».
Dice di avere saputo dallo stesso Aracu, «che quest’ultimo effettuava consegne di denaro nelle mani di Cicchitto per importi annui di almeno 500 mila euro. La cosa avveniva a Roma e la dazione consisteva in somme in contanti».
Con l’onorevole Cicchitto, aggiunge la Maurizio, «abbiamo trascorso una vacanza estiva in Sardegna. Il deputato di Fi, anche in mia presenza, assicurava a mio marito che gli avrebbe conservato l’incarico di coordinatore regionale del partito in considerazione delle attenzioni riservategli».
Attenzioni che avrebbero trovato puntuale conferma nella vicenda riguardante la candidatura di Filippo Piccone. «Ricordo che mio marito», scrive la moglie di Aracu, «si fece dare da costui l’importo di 600 mila euro per ottenere la candidatura al Senato. Di tale somma 150 mila euro circa vennero consegnati all’onorevole Cicchitto. Il tutto mi è stato riferito da mio marito.
Piccone, inoltre, che opera nel campo della realizzazione di infissi, non si è mai fatto pagare da mio marito per la vendita dei predetti». Finestre o porte in omaggio per avere ingresso nel portone del Palazzo: davvero riconoscente.
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Tag:Abruzzo, Fabrizio Cicchitto, Filippo Piccone, Gianni Letta, Maria Maurizio, Ottaviano Del Turco, Pdl, Primo Di Nicola, Sabatino Aracu, Sandro Bondi, tangenti, Vincenzo Angelini, Vito Dominici
Mazzette per i seggi, indagato Cicchitto
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«Cherchez la femme. Da Mario Chiesa a Cesare Previti, dietro i grandi scandali politico-giudiziari c’è spesso profumo di donna. E anche quella che sta per scoppiare in Abruzzo è una tempesta tutta al femminile, che rischia di costare cara al Popolo della libertà.
Protagonista è Maria Maurizio, moglie separata di uno dei leader regionali del partito, Sabatino Aracu. Adesso Aracu vede a rischio la sua travolgente carriera di imprenditore e parlamentare, segretario del gruppo Pdl a Montecitorio, presidente della Federazione italiana hockey e pattinaggio: è finito sotto inchiesta con capi di imputazione che vanno dalla tentata concussione al peculato all’associazione per delinquere.
Al termine di una complicata e dolorosa rottura matrimoniale, l’ex signora Aracu ha scritto un infuocato memoriale al procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi. C’è di tutto. Accusa il marito di avere corrotto funzionari pubblici per mettere a segno i suoi affari privati. Lo chiama in causa per avere preteso tangenti dai baroni della sanità privata regionale, a cominciare da quel Vincenzo Angelini titolare della clinica Villa Pini di Chieti che lo scorso anno ha provocato con le sue rivelazioni l’arresto dell’ex governatore Ottaviano Del Turco.
Infine, un capitolo sulla compravendita dei posti in Parlamento: la donna parla di somme a cinque zeri intascate per inserire candidati nelle liste forziste al Senato. Come nel caso di Filippo Piccone, eletto nel 2006 a palazzo Madama e diventato primo coordinatore del Pdl in Abruzzo, che secondo la Maurizio avrebbe consegnato ad Aracu 600 mila euro.
Una parte dei soldi, secondo quanto la Maurizio ha riferito, sarebbero finiti a Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Popolo della libertà alla Camera: i pm lo hanno iscritto nel registro degli indagati.
Da mesi i magistrati lavorano per raccogliere riscontri alle dichiarazioni di Maria Maurizio. Vincenzo Angelini ha già confermato al procuratore Trifuoggi e ai sostituti Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli le accuse della signora, confessando di avere effettivamente consegnato ad Aracu oltre 500 mila euro. Su tutto il resto sono in corso accertamenti.
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Ci sono persino i rimborsi da quest’ultimo richiesti come presidente della Federazione di hockey: anche il Coni ha svolto un’indagine interna inviando i risultati alla Procura regionale del Lazio della Corte dei conti. Un capitolo riguarda le spese del comitato promotore dei Giochi del Mediterraneo inaugurati a giugno.
Ma c’è anche spazio per le operazioni immobiliari in nero e la presunta corruzione di dirigenti per ottenere commesse: «Mio marito predisponeva con il mio aiuto scatole contenenti, oltre alle cravatte, notevoli somme di denaro. Il tutto da consegnare a dirigenti Inps, Enel e Telecom».
L’interesse della Procura si è concentrato soprattutto sulla nuova puntata dello scandalo sanitario che lo scorso anno ha travolto la giunta abruzzese di centrosinistra e coinvolto anche quella precedente di centrodestra, presieduta da Giovanni Pace.
Proprio insieme all’assessore alla Sanità di quest’ultimo, il forzista Vito Dominici (finito lo scorso anno agli arresti domiciliari), la Maurizio ha spiegato che Aracu avrebbe richiesto e ottenuto dalle case di cura private somme che di «solito si aggiravano intorno a un milione di euro per ciascuna clinica».
Secondo l’ex moglie queste tangenti, al pari di molte altre, Aracu era poi «solito dividerle con l’onorevole Fabrizio Cicchitto di Forza Italia. Quest’ultimo era ed è il padrino politico dell’onorevole Aracu».
Ogni cosa, secondo il memoriale, seguiva regole scientifiche. «Mi torna in mente che nel periodo in cui Dominici aveva l’incarico di assessore alla Sanità e mio marito era stato eletto coordinatore regionale di Fi, poco dopo il 2003, ci trovammo io, Dominici e mio marito seduti a un tavolo di una trattoria di Roma. Nell’occasione mio marito annotava i nomi delle case di cura operanti in Abruzzo con a fianco l’indicazione degli importi di denaro. Dominici esaminava i nomi e le cifre, correggendo o confermando. Fra le cliniche ricordo che era annotata la Villa Pini di Chieti per un milione di euro e la Villa Letizia dell’Aquila per circa 200 mila euro».
Di alcuni dei pagamenti, lei è stata testimone diretta: «A tanto hanno provveduto, anche in mia presenza, fra gli altri, Angelini e il dottor Conca manager della Asl di Chieti (anche lui arrestato lo scorso anno per lo scandalo sanitario, ndr). Tali somme avevano sicuro significato di tangenti».
Il racconto è ricco di dettagli e circostanze specifiche. Il manager Asl Conca si recava spesso nell’abitazione di Aracu in via Sulmona a Pescara per «consegnare a mio marito somme di denaro in contanti che variavano da 100 mila a 200 mila euro».
Dazioni che si ripetevano una volta al mese e che sarebbero proseguite per tutto il periodo in cui Aracu è stato coordinatore regionale di Fi. Un rito al quale si sottometteva anche Angelini che presso l’abitazione di via Sulmona consegnava «non solo il denaro, ma anche gioielli e orologi di marca Rolex» che sabbero andati pure «a ciascuna delle mogli di uomini politici con i quali l’Angelini stesso si relazionava»: oltre a lei, «anche la signora Dominici e la signora Paolini, consorte quest’ultima del vicepresidente della Regione Abruzzo» (si tratta di Enrico Paolini, non rieletto alle ultime elezioni).
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Infine, gli altri brani scottanti sui passaggi di quattrini tra Aracu e Cicchitto. La ex moglie non ha prove, ma afferma di ritenere sulla base di una serie di elementi che suo marito «abbia consegnato all’onorevole Cicchitto, anche per sostenere la propria candidatura, somme certamente non inferiori a 500 mila euro».
Dice di avere saputo dallo stesso Aracu, «che quest’ultimo effettuava consegne di denaro nelle mani di Cicchitto per importi annui di almeno 500 mila euro. La cosa avveniva a Roma e la dazione consisteva in somme in contanti».
Con l’onorevole Cicchitto, aggiunge la Maurizio, «abbiamo trascorso una vacanza estiva in Sardegna. Il deputato di Fi, anche in mia presenza, assicurava a mio marito che gli avrebbe conservato l’incarico di coordinatore regionale del partito in considerazione delle attenzioni riservategli».
Attenzioni che avrebbero trovato puntuale conferma nella vicenda riguardante la candidatura di Filippo Piccone. «Ricordo che mio marito», scrive la moglie di Aracu, «si fece dare da costui l’importo di 600 mila euro per ottenere la candidatura al Senato. Di tale somma 150 mila euro circa vennero consegnati all’onorevole Cicchitto. Il tutto mi è stato riferito da mio marito.
Piccone, inoltre, che opera nel campo della realizzazione di infissi, non si è mai fatto pagare da mio marito per la vendita dei predetti». Finestre o porte in omaggio per avere ingresso nel portone del Palazzo: davvero riconoscente.
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Re: G.A.S.Fo.M.
non ci posso credere!!!!
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Re: G.A.S.Fo.M.
Adesso cercheranno di sollevare il conflitto di attribuzioni per non presentarsi il 06 aprile. Confidano sui numeri in Corte Costituzionale.
Intanto il PD si sta vendendo alla Lega.
Intanto il PD si sta vendendo alla Lega.
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sophia ha scritto:Adesso cercheranno di sollevare il conflitto di attribuzioni per non presentarsi il 06 aprile. Confidano sui numeri in Corte Costituzionale.
Intanto il PD si sta vendendo alla Lega.
E' triste quando non ci riesci a battergli nelle elezioni.
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sophia ha scritto:Adesso cercheranno di sollevare il conflitto di attribuzioni per non presentarsi il 06 aprile. Confidano sui numeri in Corte Costituzionale.
Intanto il PD si sta vendendo alla Lega.
in attesa del parere sul conflitto di attribuzione il processo però va avanti lo stesso. E il conflitto di attribuzione ha tempi lunghi. Lo ha spiegato Travaglio molto bene in uno dei suoi passaparola!
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ah meno male
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essendo pubblicato sul Foglio, non so quanto sia attendibile......
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Improcedibilità
Il Pdl si prepara a far votare la Camera contro l’assedio al Cav. La Lega rifiuta le offerte del Pd
Un’ultima carta parlamentare per bloccare l’assedio giudiziario: chiedere alla Camera, a voto segreto, e in base all’articolo 96 della Costituzione, “l’improcedibilità” contro il presidente del Consiglio. L’alternativa, spiegano i consiglieri del premier, è una condanna in primo grado a Milano entro settanta giorni a decorrere dalla prima udienza sul caso Ruby (fissata ieri per il 6 aprile). La carta recita: “Il presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati”.
Silvio Berlusconi ieri ha scelto un basso profilo e istituzionale, si è occupato dell’emergenza di Lampedusa e non ha rilasciato dichiarazioni. Ma l’orientamento emerso ieri sera a Palazzo Grazioli è quello di un’ultima istanza, una carta estrema da giocare insieme a una chiamata del popolo in piazza. Se la maggioranza del plenum alla Camera (ovvero almeno 316 deputati, e il centrodestra pare ne abbia adesso 320) accogliesse la richiesta del premier, il processo milanese si spegnerebbe. Sarebbe a quel punto la controparte giudiziaria, i magistrati, a sollevare un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Ma intanto il procedimento (“concussione e prostituzione minorile”, le accuse) sarebbe interrotto, fino al pronunciamento della Consulta.
C’è un precedente che riguarda Altero Matteoli: il ministro fu rinviato a giudizio nel maggio del 2006 e la Camera votò a favore dell’improcedibilità. Si tratta di una mossa che l’entourage del Cavaliere vuole affiancare a una massiccia mobilitazione di piazza che suoni come deterrente nei confronti dei prevedibili riflessi antipolitici. Un’opzione muscolare, che abbia il sapore di un forte messaggio di reattività. “Non staremo sulla difensiva. Non come Craxi”, dicono a Palazzo Grazioli.
D’altra parte, il Palazzo registra una perfetta coincidenza delle manovre politiche dell’opposizione con il timing delle inchieste giudiziarie. Pier Luigi Bersani, ieri mattina, ha aperto (ospitato dal quotidiano la Padania) a una manovra avvolgente sul federalismo nei confronti della Lega. Proprio alla vigilia della decisione con la quale il gip di Milano ha stabilito il rito immediato per Berlusconi. Un’apertura (“facciamo insieme il governo del federalismo”) respinta dalla Lega (soprattutto dalla base, interpellata da Radio Padania), ma che Bersani ha poi affiancato alla richiesta perentoria del voto anticipato. E’ al partito di Umberto Bossi che il segretario pd e Massimo D’Alema guardano in queste ore. Non tanto per ottenere il voto, ma per delineare uno scenario di governo alternativo sostenuto dalla Lega e dalle opposizioni tutte.
Bossi per ora tace, anche perché dovrà incontrare Giorgio Napolitano. Ma ha privatamente consegnato la propria assoluta solidarietà al premier. C’è nervosismo, il leader deve tenersi in equilibrio tra la Lega di governo e quella di lotta; tra la tendenza a mantenere lo status quo manifestata da gran parte del proprio apparato di potere, e l’irrequietezza locale (che si riverbera negli atteggiamenti di Roberto Maroni e del più nativista dei dirigenti padani, Luca Zaia). “Se con l’accanimento giudiziario contro Berlusconi qualche magistrato pensa anche di indebolire il governo, si sbaglia di grosso”, ha detto il capogruppo della Lega in Senato, Federico Bricolo.
Bossi, spiegano nella Lega, ha ospitato sul proprio giornale l’intervista a Bersani per pungolare il Pdl sul federalismo: “Non si può traccheggiare”. Ma un cambio di casacca viene smentito con forza. Non soltanto per ragioni di lealtà personale tra Bossi e il Cavaliere. Troppe le incognite. Per il partito padano, l’alternativa al governo con Berlusconi è solo il voto anticipato. Un’opzione che ormai non viene più pregiudizialmente respinta a Palazzo Grazioli.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Salvatore Merlo
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=40404aed777c8303
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Improcedibilità
Il Pdl si prepara a far votare la Camera contro l’assedio al Cav. La Lega rifiuta le offerte del Pd
Un’ultima carta parlamentare per bloccare l’assedio giudiziario: chiedere alla Camera, a voto segreto, e in base all’articolo 96 della Costituzione, “l’improcedibilità” contro il presidente del Consiglio. L’alternativa, spiegano i consiglieri del premier, è una condanna in primo grado a Milano entro settanta giorni a decorrere dalla prima udienza sul caso Ruby (fissata ieri per il 6 aprile). La carta recita: “Il presidente del Consiglio dei ministri ed i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati”.
Silvio Berlusconi ieri ha scelto un basso profilo e istituzionale, si è occupato dell’emergenza di Lampedusa e non ha rilasciato dichiarazioni. Ma l’orientamento emerso ieri sera a Palazzo Grazioli è quello di un’ultima istanza, una carta estrema da giocare insieme a una chiamata del popolo in piazza. Se la maggioranza del plenum alla Camera (ovvero almeno 316 deputati, e il centrodestra pare ne abbia adesso 320) accogliesse la richiesta del premier, il processo milanese si spegnerebbe. Sarebbe a quel punto la controparte giudiziaria, i magistrati, a sollevare un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Ma intanto il procedimento (“concussione e prostituzione minorile”, le accuse) sarebbe interrotto, fino al pronunciamento della Consulta.
C’è un precedente che riguarda Altero Matteoli: il ministro fu rinviato a giudizio nel maggio del 2006 e la Camera votò a favore dell’improcedibilità. Si tratta di una mossa che l’entourage del Cavaliere vuole affiancare a una massiccia mobilitazione di piazza che suoni come deterrente nei confronti dei prevedibili riflessi antipolitici. Un’opzione muscolare, che abbia il sapore di un forte messaggio di reattività. “Non staremo sulla difensiva. Non come Craxi”, dicono a Palazzo Grazioli.
D’altra parte, il Palazzo registra una perfetta coincidenza delle manovre politiche dell’opposizione con il timing delle inchieste giudiziarie. Pier Luigi Bersani, ieri mattina, ha aperto (ospitato dal quotidiano la Padania) a una manovra avvolgente sul federalismo nei confronti della Lega. Proprio alla vigilia della decisione con la quale il gip di Milano ha stabilito il rito immediato per Berlusconi. Un’apertura (“facciamo insieme il governo del federalismo”) respinta dalla Lega (soprattutto dalla base, interpellata da Radio Padania), ma che Bersani ha poi affiancato alla richiesta perentoria del voto anticipato. E’ al partito di Umberto Bossi che il segretario pd e Massimo D’Alema guardano in queste ore. Non tanto per ottenere il voto, ma per delineare uno scenario di governo alternativo sostenuto dalla Lega e dalle opposizioni tutte.
Bossi per ora tace, anche perché dovrà incontrare Giorgio Napolitano. Ma ha privatamente consegnato la propria assoluta solidarietà al premier. C’è nervosismo, il leader deve tenersi in equilibrio tra la Lega di governo e quella di lotta; tra la tendenza a mantenere lo status quo manifestata da gran parte del proprio apparato di potere, e l’irrequietezza locale (che si riverbera negli atteggiamenti di Roberto Maroni e del più nativista dei dirigenti padani, Luca Zaia). “Se con l’accanimento giudiziario contro Berlusconi qualche magistrato pensa anche di indebolire il governo, si sbaglia di grosso”, ha detto il capogruppo della Lega in Senato, Federico Bricolo.
Bossi, spiegano nella Lega, ha ospitato sul proprio giornale l’intervista a Bersani per pungolare il Pdl sul federalismo: “Non si può traccheggiare”. Ma un cambio di casacca viene smentito con forza. Non soltanto per ragioni di lealtà personale tra Bossi e il Cavaliere. Troppe le incognite. Per il partito padano, l’alternativa al governo con Berlusconi è solo il voto anticipato. Un’opzione che ormai non viene più pregiudizialmente respinta a Palazzo Grazioli.
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Re: G.A.S.Fo.M.
che stillicidio questo per salvarsi non guarderà in faccia niente...non si riesce a processarlo
sophia- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
ecco perchè Bersani ha avvicinato la lega
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Re: G.A.S.Fo.M.
sophia ha scritto:ah meno male
eh volevo mettere il video, ma non l'ho trovato...
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Re: G.A.S.Fo.M.
non hai capito gnemtesophia ha scritto:leggendo la Minetti: a queste si é fermato lo sviluppo mentale da piccole.
Posso comprendere le conseguenze a passare dal lettino ai lettoni troppo in fretta, però queste oltre a occupare i posti pubblici senza saperi e competenze sono veramente persone squallide.
"perchè urlare che “le donne sono diverse” se abbiamo lottato per la parità dei
sessi? Suona come un'incoerenza."
Vualà... tutto risolto! e pensare a quanta jente s'è scervellata sulla quistione dell'uguaglianza e della differenza... 'sti 'inteletuali
VivaMatteo ha scritto:violablu ha scritto:
verrà giudicato da un collegio di 3 donne.....
Non è una battuta??
Nel suo destino ci sono tre pArche
chissà come sarà cAntento
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
eh mambu... meno male che la Minetti cultrice della materia, madrelingua, ha chiarito l'annosa questione ...direi che l'art. 3 della costituzione non serve più...VIA... BUTTARE!
sophia- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
sophia ha scritto:eh mambu... meno male che la Minetti cultrice della materia, madrelingua, ha chiarito l'annosa questione ...direi che l'art. 3 della costituzione non serve più...VIA... BUTTARE!
Ho visto la sua intervista sulla CNN e ti basta sapere che veniva presentata-scritto anche sotto il nome- come Ex-Dental Hygenic e non come Consigliere Regionale.
Avete visto l'wikipedia suo?
http://eml.wikipedia.org/wiki/Nicole_Minetti
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""The Common Market: We (British) went into it to screw the French by splitting them off from the Germans. The French went in to protect their inefficient farmers from commercial competition. The Germans went in to purge themselves of genocide and apply for readmission to the human race."
Yes Minister!
Amantide_Religiosa- Moderatore
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