Rockstar dell'anno
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Re: Rockstar dell'anno
Ci manca solo che lo nominino miss Italia, da lì a diventare Papa poi è un attimo...
Cheers!
Cheers!
Re: Rockstar dell'anno
completamente daccordo con te... e a proposito delle marchettone di Rolling Stone mi viene in mente l'intervista a Rossella (Luttazzi abbandonò la collaborazione con rivista dopo la sua pubblicazione) ...mambu ha scritto:Non sarei così ottimista sul sarcasmo... visto che è una rivista specializzata in marchettoni.
poi magari te la rigirano col discorso della popolarità, dell'immagine forte e innovativa che non è più prerogativa solo di attori e musicisti e blablabla
Diciamo così: per me è una clamorosa leccata di culo ma si tengono aperta la porticina dell'ironia e la finestrella della sociologia per non farsi beccare nel cesso con la ligua sporca di merda.
Gaufre- Forum Expatriée
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Re: Rockstar dell'anno
Maurizio Caverzan per "il Giornale"
Chissà se andrà mai in porto un progetto così. Perché ambizioso, è
ambizioso assai. Ma l'ideatore, l'inventore, l'anima dell'operazione ha
la scorza per non arenarsi davanti al primo scoglio. E Pietrangelo
Buttafuoco, presidente del Teatro Stabile di Catania, di scogli ne
dovrà aggirare un tot se vorrà giungere in porto con la sua pazza idea
annunciata a tutta pagina sul Foglio.
Berlusconi - rolling stone cover
Un musical sul Cav, avete capito giusto: l'epopea di Silvio
Berlusconi raccontata alla maniera di Garinei e Giovannini. Da Si stava
meglio domani a Giove in doppiopetto, da Rinaldo in campo fino a
L'amore non è bello se non è litigarello, tanto per pescare in modo
disordinato in quel repertorio.
berlusconi
«Ci fossero ancora loro, ci avrebbero già pensato da un pezzo e,
visto che non l'ha fatto nessuno, noi andremo avanti sparati», annuncia
Buttafuoco che pensa in grande, elabora in modo articolato e bando ai
dubbi e alle titubanze di rito che colgono chiunque, lui no, prima di
varare un piano da polsi tremanti.
tremonti berlusconi di corradi il fattoLa
premessa è semplice: nessuno è riuscito finora a raccontare davvero
Berlusconi, eroe popolare di questi vent'anni. Non c'è riuscito il
cinema, da Nanni Moretti a Paolo Virzì. Non ce l'hanno fatta la
letteratura o la saggistica ostile, da Travaglio a Maltese. Meno che
mai la satira antagonista, da Sabina Guzzanti a Maurizio Crozza.
BERLUSCONI-CORNA
Tutta roba minata dal rancore, dalla frustrazione, dal moralismo. E,
dunque, non resta che la via leggera e un tantino ruffiana del musical,
linguaggio efficace anche per sottrarlo all'apologetica da dittatore
buono: «Avete presente quelle fotografie di lui mentre interra gigli e
tuberose? Ecco, tutto il contrario: ironia e modi beffardi degni di
un'anomalia prestata allo spirito del tempo», chiosa Buttafuoco.
Il modello, la chiave interpretativa per ritrarre il Berlusca
gliel'ha fornita Tomaso Staiti di Cuddia, gran tombeur de femmes che da
ragazzo bazzicava teatrini e varietà: «Tutto mi sarei immaginato
fuorché vedere Carlo Dapporto presidente del Consiglio». Già, lo
chansonnier, il gran barzellettiere, l'affabulatore della rivista anni
'60, tra ballerine scodinzolanti e attricette in ansia di vetrina, il
narciso ammiccante, dentatura luccicante e abito di sartoria spianati,
che imperversava nelle commedie di Garinei e Giovannini, appunto.
Silvio Berlusconi - copyright Pizzi
meta Berlusconi metà Rosi BindiButtafuoco
ha pensato a tutto. «Alla regia, e solo quella, vedrei bene proprio
Moretti e sono convinto che, una volta conosciuto il nome del
misterioso e più che autorevole sceneggiatore che appartiene alla
famiglia del Foglio e che è già al lavoro, anche il recalcitrante
regista del Caimano se ne persuaderebbe». E se invece no? «Proverei con
Roberta Torre». E chi si ferma è perduto.
Mentre tutti preconizzano finali di partita alla maniera di Craxi o
Andreotti o Enrico Mattei, per Buttafuoco la sorte del Cavaliere è già
entrata nell'happy ending. «Se si toglie dallo scenario attuale il
tassello Berlusconi, crolla tutto. Nemmeno l'antagonismo programmatico
saprebbe più raccapezzarsi.
Come accadde quindici anni fa, quando nessuno paventava l'improvvisa
scomparsa della Democrazia cristiana, anche ora l'infarto delle
istituzioni sembra approssimarsi rapidamente». Berlusconi rappresenta
un'anomalia strana e vincente - l'antipolitica che governa - anche con
le sue derive sgangherate. «Berlusconi è un'icona pop. Non c'è nulla di
più ovvio che farne un racconto pop.
berlusconi-certosa
Anche perché a lui manca il senso del tragico. Per questo ha saputo
occupare le fantasie e le preoccupazioni dell'intero Paese. Il giorno
in cui si chiuderà il sipario finiranno al macero anche tutti i giochi
e le scommesse su possibili successori, delfini, numeri due, del resto
già ora a un passo dall'obitorio, politicamente parlando».
silvio berlusconiLa
pièce che Buttafuoco ha in mente comincia proprio dall'Happy Ending
(potrebbe essere questo il titolo) «con Berlusconi e il suo amico don
Verzè, due meravigliosi vecchietti immersi nella beatitudine di una
spiaggia incantevole e remota» che, sorseggiando tamarindo, riavvolgono
il nastro della storia nella quale hanno lasciato segni profondi, ben
più dell'Avvocato, ridimensionato a elegante comparsa nell'éra del Cav.
Oppure, più maliziosamente, recuperando trascorsi e traversie da
pigmalione, il titolo potrebbe essere My fair papy, concessione
all'anima più sulfurea della sinistra morettiana. L'interprete? «È
ancora da scegliere, ma Antonio Albanese sarebbe perfetto. Cercare la
somiglianza fisica è un errore.
Nel musical contano le sfumature, le doti artistiche. E la forza del
personaggio prevale sull'attore. In un momento in cui non si fa che
parlare del corpo delle donne», osserva l'autore di Fimmini
(Mondadori), depositario di una concezione virilmente galante
dell'universo femminile, «raccontare il corpo del capo, del Fregoli dai
mille volti, del Presidente-operaio, casalingo, partigiano, seduttore
sarà un gran divertimento».
Chissà se andrà mai in porto un progetto così. Perché ambizioso, è
ambizioso assai. Ma l'ideatore, l'inventore, l'anima dell'operazione ha
la scorza per non arenarsi davanti al primo scoglio. E Pietrangelo
Buttafuoco, presidente del Teatro Stabile di Catania, di scogli ne
dovrà aggirare un tot se vorrà giungere in porto con la sua pazza idea
annunciata a tutta pagina sul Foglio.

Un musical sul Cav, avete capito giusto: l'epopea di Silvio
Berlusconi raccontata alla maniera di Garinei e Giovannini. Da Si stava
meglio domani a Giove in doppiopetto, da Rinaldo in campo fino a
L'amore non è bello se non è litigarello, tanto per pescare in modo
disordinato in quel repertorio.

«Ci fossero ancora loro, ci avrebbero già pensato da un pezzo e,
visto che non l'ha fatto nessuno, noi andremo avanti sparati», annuncia
Buttafuoco che pensa in grande, elabora in modo articolato e bando ai
dubbi e alle titubanze di rito che colgono chiunque, lui no, prima di
varare un piano da polsi tremanti.

premessa è semplice: nessuno è riuscito finora a raccontare davvero
Berlusconi, eroe popolare di questi vent'anni. Non c'è riuscito il
cinema, da Nanni Moretti a Paolo Virzì. Non ce l'hanno fatta la
letteratura o la saggistica ostile, da Travaglio a Maltese. Meno che
mai la satira antagonista, da Sabina Guzzanti a Maurizio Crozza.

Tutta roba minata dal rancore, dalla frustrazione, dal moralismo. E,
dunque, non resta che la via leggera e un tantino ruffiana del musical,
linguaggio efficace anche per sottrarlo all'apologetica da dittatore
buono: «Avete presente quelle fotografie di lui mentre interra gigli e
tuberose? Ecco, tutto il contrario: ironia e modi beffardi degni di
un'anomalia prestata allo spirito del tempo», chiosa Buttafuoco.
Il modello, la chiave interpretativa per ritrarre il Berlusca
gliel'ha fornita Tomaso Staiti di Cuddia, gran tombeur de femmes che da
ragazzo bazzicava teatrini e varietà: «Tutto mi sarei immaginato
fuorché vedere Carlo Dapporto presidente del Consiglio». Già, lo
chansonnier, il gran barzellettiere, l'affabulatore della rivista anni
'60, tra ballerine scodinzolanti e attricette in ansia di vetrina, il
narciso ammiccante, dentatura luccicante e abito di sartoria spianati,
che imperversava nelle commedie di Garinei e Giovannini, appunto.


ha pensato a tutto. «Alla regia, e solo quella, vedrei bene proprio
Moretti e sono convinto che, una volta conosciuto il nome del
misterioso e più che autorevole sceneggiatore che appartiene alla
famiglia del Foglio e che è già al lavoro, anche il recalcitrante
regista del Caimano se ne persuaderebbe». E se invece no? «Proverei con
Roberta Torre». E chi si ferma è perduto.
Mentre tutti preconizzano finali di partita alla maniera di Craxi o
Andreotti o Enrico Mattei, per Buttafuoco la sorte del Cavaliere è già
entrata nell'happy ending. «Se si toglie dallo scenario attuale il
tassello Berlusconi, crolla tutto. Nemmeno l'antagonismo programmatico
saprebbe più raccapezzarsi.
Come accadde quindici anni fa, quando nessuno paventava l'improvvisa
scomparsa della Democrazia cristiana, anche ora l'infarto delle
istituzioni sembra approssimarsi rapidamente». Berlusconi rappresenta
un'anomalia strana e vincente - l'antipolitica che governa - anche con
le sue derive sgangherate. «Berlusconi è un'icona pop. Non c'è nulla di
più ovvio che farne un racconto pop.

Anche perché a lui manca il senso del tragico. Per questo ha saputo
occupare le fantasie e le preoccupazioni dell'intero Paese. Il giorno
in cui si chiuderà il sipario finiranno al macero anche tutti i giochi
e le scommesse su possibili successori, delfini, numeri due, del resto
già ora a un passo dall'obitorio, politicamente parlando».

pièce che Buttafuoco ha in mente comincia proprio dall'Happy Ending
(potrebbe essere questo il titolo) «con Berlusconi e il suo amico don
Verzè, due meravigliosi vecchietti immersi nella beatitudine di una
spiaggia incantevole e remota» che, sorseggiando tamarindo, riavvolgono
il nastro della storia nella quale hanno lasciato segni profondi, ben
più dell'Avvocato, ridimensionato a elegante comparsa nell'éra del Cav.
Oppure, più maliziosamente, recuperando trascorsi e traversie da
pigmalione, il titolo potrebbe essere My fair papy, concessione
all'anima più sulfurea della sinistra morettiana. L'interprete? «È
ancora da scegliere, ma Antonio Albanese sarebbe perfetto. Cercare la
somiglianza fisica è un errore.
Nel musical contano le sfumature, le doti artistiche. E la forza del
personaggio prevale sull'attore. In un momento in cui non si fa che
parlare del corpo delle donne», osserva l'autore di Fimmini
(Mondadori), depositario di una concezione virilmente galante
dell'universo femminile, «raccontare il corpo del capo, del Fregoli dai
mille volti, del Presidente-operaio, casalingo, partigiano, seduttore
sarà un gran divertimento».
the power of bec- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Rockstar dell'anno
evvai,altra bella pubblicita' a quest essere.ma la gente non ha da fa altro che pensare a lui? non vorrei ritrovarmelo su qualche palco a cantare(accompagnato dal fido Apicella,nell occasione con chitarra elettrica)vestito di pelle e visibilmente ubriaco.Bondi alla batteria, Bossi alle maracas e Brunetta al basso,eh beh,questo mi pare logico.se poi c'e qualche problema tecnico ci pensa Alfano con un bel decretino salva-show.speriamo che al prossimo consiglio dei ministri non si presenti in parlamento con il chiodo e con la felpa dei metallica...
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"...Sono un uomo che cammina solo".(Iron Maiden)
"Se i giovani si organizzano,si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi,non c'e' scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia". (Enrico Berlinguer)
"meglio essere un ubriacone famoso che un alcolista anonimo".
killer73- Metallo Pensante
- Messaggi : 3036
Data d'iscrizione : 30.09.09
Località : versilia
Re: Rockstar dell'anno
Per la rivista "Rolling Stone" la rockstar dell'anno è Silvio Berlusconi.
"Men's Health" intervista Giuliano Ferrara.
mozart e tenco dall'aldilà parlano a MIKA.
repetita juvant
"Men's Health" intervista Giuliano Ferrara.
mozart e tenco dall'aldilà parlano a MIKA.
repetita juvant
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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