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Re: G.A.S.Fo.M.
Io non riesco a seguire le trasmissioni dove c'è La Russa,non riesco a sopportarlo,non ce la posso fare e non posso aggiungere altro perchè il forum è pubblico
seunanotte- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Se x questo motivo chiudo almeno in casa posso dire quello che voglio,
rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
la vignetta era un pò pesantuccia..ma è satira...ma poi che ha fatto se l'è portata da casa?
Re: G.A.S.Fo.M.
seunanotte ha scritto:Io non riesco a seguire le trasmissioni dove c'è La Russa,non riesco a sopportarlo,non ce la posso fare e non posso aggiungere altro perchè il forum è pubblico
puoi sempre sfogarti con me in privato.........lo sai che adoro le donne che dicono parolacce
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Re: G.A.S.Fo.M.
anny_skod ha scritto:la vignetta era un pò pesantuccia..ma è satira...ma poi che ha fatto se l'è portata da casa?
io l'avevo già letta e non la ritengo pesante
rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
notte a tutti.
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Re: G.A.S.Fo.M.
Signore e signore era Lepidezza.
............................
Grande chiusa Lepi...........grande.
Applausi prego.
............................
Grande chiusa Lepi...........grande.
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LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Lepi notte
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Re: G.A.S.Fo.M.
Tensione Berlusconi-Fini, Schifani: se divisi al voto
Presidente della Camera pronto a creare gruppi autonomi, premier: allora lasci la sua carica
15 aprile, 23:06
Fini e Berlusconi
ROMA - Rifletti bene su questa decisione di dar vita a gruppi autonomi perche' se lo farai l'inevitabile conseguenza dovrebbe essere quella di dover lasciare la presidenza della Camera. Silvio Berlusconi, a quanto riferiscono fonti della maggioranza, avrebbe replicato cosi' al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che nel corso del pranzo a Montecitorio avrebbe ventilato l'ipotesi di dar vita a gruppi autonomi. All'avvertimento del Cavaliere, stando alle stesse fonti, Fini si sarebbe riservato di comunicare una decisione entro la prossima settimana.
Ora Berlusconi ''ha il diritto di esaminare la situazione ed io avverto il dovere di attendere serenamente le sue valutazioni'', afferma Fini in una nota diffusa dopo il suo con Berlusconi.SCHIFANI: SE MAGGIORANZA SI DIVIDE SI TORNA A VOTO - ''Quando una maggioranza si divide non resta che dare la parola agli elettori''. Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani.
BOCCHINO: GRUPPI AUTONOMI? SI' SE RISPOSTE NEGATIVE - ''I gruppi autonomi possono esserci nel caso in cui arrivassero risposte negative ai problemi posti''. Lo afferma il vice capogruppo del Pdl, Italo Bocchino, conversando con i cronisti fuori Montecitorio.
COORDINATORI PDL A FINI: COMPORTAMENTO INCOMPRENSIBILE - ''Gli italiani hanno riconfermato la fiducia al governo e premiato il progetto del Pdl''. Per questo, in una nota, i coordinatori del Pdl Denis Verdini, Sandro Bondi ed Ignazio La Russa parlano di ''profonda amarezza per l'atteggiamento dell'On. Gianfranco Fini, che appare sempre piu' incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni, un progetto di importanza storica che gode di un consenso maggioritario nel popolo italiano''
DI PIETRO: BENE FINI, HA APERTO GLI OCCHI - ''Per il bene del Paese prima ci liberiamo del sistema piduista, che sta portando avanti Berlusconi nel governare non solo il Paese, ma anche nel guidare il Parlamento, meglio . Mi fa piacere che lo abbia capito anche Fini e mi auguro che la prossima volta lo capiscano anche gli italiani'': cosi' il leader di Idv, Antonio di Pietro, alla notizia di una possibile formazione di gruppi autonomi da parte dei deputati finiani.
FINI: BERLUSCONI DEVE GOVERNARE PER INTERA LEGISLATURA - ''Berlusconi deve governare fino al termine della legislatura perche' cosi' hanno voluto gli italiani. Il Pdl, che ho contribuito a fondare, e' lo strumento essenziale perche' cio' avvenga. Pertanto il Pdl va rafforzato, non certo indebolito. Cio' significa scelte organizzative ma soprattutto cio' presuppone che il Pdl abbia piena coscienza di essere un grande partito nazionale, attento alla coesione sociale dell'intero Paese, capace di dare risposte convincenti ai bisogni economici del mondo del lavoro e delle famiglie, garante della legalita' e dei diritti civili, motore di riforme istituzionali equilibrate e quanto piu' possibile condivise. Ho rappresentato tutto cio' al Presidente Berlusconi''. E' quanto afferma Gianfranco Fini dopo il colloquio con Silvio Berlusconi.ù
FINIANI RIUNITI: SI FA LA 'CONTA' DEI FEDELISSIMI - Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Andrea Ronchi, Flavia Perina, Roberto Menia, Giulia Bongiorno, Enzo Raisi, Amedeo Laboccetta, Adolfo Urso, Pasquale Viespoli, Alessandro Ruben. Sono alcuni dei 'finiani' di stretta osservanza che, immediatamente dopo il teso vertice tra Berlusconi e Fini negli appartamenti del presidente della Camera a Montecitorio, si sono riuniti nello studio di Fini. Si e' ad un punto di non ritorno, dopo che il presidente della Camera ha annunciato al premier di essere pronto a costituire gruppi autonomi alla Camera? ''Di fronte a risposte negative ai problemi politici posti da Fini si''', spiega Italo Bocchino. I numeri minimi per costituire gruppo sono di venti deputati alla Camera e dieci senatori a Palazzo Madama. E stando alla 'conta' che in queste ore i finiani vanno svolgendo, si puo' toccare la soglia. Difficile non definire finiani 'icto oculi' esponenti della vecchia Alleanza Nazionale come Donato Lamorte, Francesco Proietti, Angela Napoli, Silvano Moffa, Riccardo Migliori, Mirko Tremaglia, Basilio Catanoso, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti. O nuovi 'finiani' come Gianfranco Paglia o Fabio Granata. Alla Camera gia' cosi' si supera il numero di venti. Al Senato, per fare gruppo servono dieci senatori. E come 'finiani' possono essere reclutati Pasquale Viespoli, Filippo Berselli, Luigi Ramponi, Pierfrancesco Gamba, Laura Allegrini, Antonino Caruso, Giuseppe Valentino, Mario Baldassarri, Domenico Gramazio, Domenico Benedetti Valentini, Vincenzo Nespoli. Anche al Senato la soglia dei dieci e' superata.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2010/04/15/visualizza_new.html_1762691432.html
Presidente della Camera pronto a creare gruppi autonomi, premier: allora lasci la sua carica
15 aprile, 23:06
Fini e Berlusconi
ROMA - Rifletti bene su questa decisione di dar vita a gruppi autonomi perche' se lo farai l'inevitabile conseguenza dovrebbe essere quella di dover lasciare la presidenza della Camera. Silvio Berlusconi, a quanto riferiscono fonti della maggioranza, avrebbe replicato cosi' al presidente della Camera, Gianfranco Fini, che nel corso del pranzo a Montecitorio avrebbe ventilato l'ipotesi di dar vita a gruppi autonomi. All'avvertimento del Cavaliere, stando alle stesse fonti, Fini si sarebbe riservato di comunicare una decisione entro la prossima settimana.
Ora Berlusconi ''ha il diritto di esaminare la situazione ed io avverto il dovere di attendere serenamente le sue valutazioni'', afferma Fini in una nota diffusa dopo il suo con Berlusconi.SCHIFANI: SE MAGGIORANZA SI DIVIDE SI TORNA A VOTO - ''Quando una maggioranza si divide non resta che dare la parola agli elettori''. Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani.
BOCCHINO: GRUPPI AUTONOMI? SI' SE RISPOSTE NEGATIVE - ''I gruppi autonomi possono esserci nel caso in cui arrivassero risposte negative ai problemi posti''. Lo afferma il vice capogruppo del Pdl, Italo Bocchino, conversando con i cronisti fuori Montecitorio.
COORDINATORI PDL A FINI: COMPORTAMENTO INCOMPRENSIBILE - ''Gli italiani hanno riconfermato la fiducia al governo e premiato il progetto del Pdl''. Per questo, in una nota, i coordinatori del Pdl Denis Verdini, Sandro Bondi ed Ignazio La Russa parlano di ''profonda amarezza per l'atteggiamento dell'On. Gianfranco Fini, che appare sempre piu' incomprensibile rispetto ad un progetto politico comune per il quale abbiamo lavorato concordemente in questi ultimi anni, un progetto di importanza storica che gode di un consenso maggioritario nel popolo italiano''
DI PIETRO: BENE FINI, HA APERTO GLI OCCHI - ''Per il bene del Paese prima ci liberiamo del sistema piduista, che sta portando avanti Berlusconi nel governare non solo il Paese, ma anche nel guidare il Parlamento, meglio . Mi fa piacere che lo abbia capito anche Fini e mi auguro che la prossima volta lo capiscano anche gli italiani'': cosi' il leader di Idv, Antonio di Pietro, alla notizia di una possibile formazione di gruppi autonomi da parte dei deputati finiani.
FINI: BERLUSCONI DEVE GOVERNARE PER INTERA LEGISLATURA - ''Berlusconi deve governare fino al termine della legislatura perche' cosi' hanno voluto gli italiani. Il Pdl, che ho contribuito a fondare, e' lo strumento essenziale perche' cio' avvenga. Pertanto il Pdl va rafforzato, non certo indebolito. Cio' significa scelte organizzative ma soprattutto cio' presuppone che il Pdl abbia piena coscienza di essere un grande partito nazionale, attento alla coesione sociale dell'intero Paese, capace di dare risposte convincenti ai bisogni economici del mondo del lavoro e delle famiglie, garante della legalita' e dei diritti civili, motore di riforme istituzionali equilibrate e quanto piu' possibile condivise. Ho rappresentato tutto cio' al Presidente Berlusconi''. E' quanto afferma Gianfranco Fini dopo il colloquio con Silvio Berlusconi.ù
FINIANI RIUNITI: SI FA LA 'CONTA' DEI FEDELISSIMI - Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Andrea Ronchi, Flavia Perina, Roberto Menia, Giulia Bongiorno, Enzo Raisi, Amedeo Laboccetta, Adolfo Urso, Pasquale Viespoli, Alessandro Ruben. Sono alcuni dei 'finiani' di stretta osservanza che, immediatamente dopo il teso vertice tra Berlusconi e Fini negli appartamenti del presidente della Camera a Montecitorio, si sono riuniti nello studio di Fini. Si e' ad un punto di non ritorno, dopo che il presidente della Camera ha annunciato al premier di essere pronto a costituire gruppi autonomi alla Camera? ''Di fronte a risposte negative ai problemi politici posti da Fini si''', spiega Italo Bocchino. I numeri minimi per costituire gruppo sono di venti deputati alla Camera e dieci senatori a Palazzo Madama. E stando alla 'conta' che in queste ore i finiani vanno svolgendo, si puo' toccare la soglia. Difficile non definire finiani 'icto oculi' esponenti della vecchia Alleanza Nazionale come Donato Lamorte, Francesco Proietti, Angela Napoli, Silvano Moffa, Riccardo Migliori, Mirko Tremaglia, Basilio Catanoso, Giuseppe Scalia, Antonino Lo Presti. O nuovi 'finiani' come Gianfranco Paglia o Fabio Granata. Alla Camera gia' cosi' si supera il numero di venti. Al Senato, per fare gruppo servono dieci senatori. E come 'finiani' possono essere reclutati Pasquale Viespoli, Filippo Berselli, Luigi Ramponi, Pierfrancesco Gamba, Laura Allegrini, Antonino Caruso, Giuseppe Valentino, Mario Baldassarri, Domenico Gramazio, Domenico Benedetti Valentini, Vincenzo Nespoli. Anche al Senato la soglia dei dieci e' superata.
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Re: G.A.S.Fo.M.
ho trovato il testo integrale della lettera di quel signore che ha pagato la retta della mensa
in mezzo a tanto schifo è un toccasana
(se è già stata postata mi scuso)
http://www.corriere.it/Media/Foto/2010/04/13/letteracittadinoadro.pdf?fr=correlati
in mezzo a tanto schifo è un toccasana
(se è già stata postata mi scuso)
http://www.corriere.it/Media/Foto/2010/04/13/letteracittadinoadro.pdf?fr=correlati
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Re: G.A.S.Fo.M.
<table style="border-style: none solid solid; border-color: -moz-use-text-color rgb(169, 173, 176) rgb(169, 173, 176); border-width: 0px 1px 1px;" width="980" bgcolor="#d1dae4" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr align="left"><td width="100%" valign="top"> </td></tr></table> |
<table width="660" align="left" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td class="BoxArticolo">Comune di Latina nella bufera, decade il sindaco Zaccheo dopo Striscia la notizia Valanga di dimissioni. Il primo cittadino chiede alla Polverini favori per le figlie. Il governatore: non era raccomandazione <table width="100%" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0"><tr><td style="padding-top: 8px;" align="center"></td></tr><tr><td style="padding-top: 5px;" align="right" valign="top"> </td></tr></table> </td></tr><tr><td style="padding-top: 15px;"> ROMA (15 aprile) - È bufera al Comune di Latina dopo il video di Striscia la notizia mandato in onda ieri sera, in cui il sindaco Vincenzo Zaccheo, in un colloquio con la presidente della Regione Renata Polverini, chiede di «non dimenticare le sue figlie» e di «non appaltare più a Fazzone», coordinatore provinciale del Pdl. Si dimettono 22 consiglieri, decade il sindaco Zaccheo a metà della seconda consiliatura. I consiglieri, ex Forza Italia, Pd e gruppo Progetto per Latina hanno depositato in Comune le proprie dimissioni facendo ufficialmente cadere l'amministrazione di centrodestra. Si va verso il commissariamento. La città di Latina tornerà al voto per l'elezione del sindaco la prossima primavera mentre il Comune sarà guidato da un commissario nominato dalla prefettura. La nomina avverrà entro le 48 ore dalla presentazione in prefettura della documentazione da parte del segretario generale del Comune. La Polverini: non era una raccomandazione. «Lei tranquillizzi i cittadini, io non raccomando nessuno». aveva detto ieri la neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini a proposito del servizio mandato in onda ieri dal Tg satirico. Durante lo scambio di battute tra i due Zaccheo le raccomandava le sue due figlie. «Sono due ragazze che studiano - ha spiegato Polverini - ed escludo che fosse una raccomandazione. Tante persone mi chiedono di poter rappresentare bene la componente femminile della politica, perchè tante ragazze mi osservano. Forse voleva dire questo. E poi lei - ha chiesto Polverini all'inviato di Striscia la notizia - avrebbe raccomandato una persona quella sera in mezzo a tutte quelle persone? Mi sembra abbastanza complicato». Quando poi l'inviato del Tg satirico le ha chiesto spiegazioni sulla frase detta da Zaccheo che chiedeva di «non appaltare più a Fazzone», Polverini ha risposto: «I giornali li leggo anche io, qualche problema a livello politico locale c'è del quale però io non mi interesso, anche perchè è una questione che riguarda un partito. È un problema loro». Al termine dell'incursione di Striscia la notizia, la Polverini ha poi incontrato fuori dalla scuola di Polizia il ministro degli Interni Roberto Maroni al quale ha ribadito: «Non mi ricordo quello che mi hanno detto quella sera, ero nel pallone perchè ero nel bel mezzo dei festeggiamenti». Proprio oggi la Polverini si è insediata nella sede della Regione Lazio. «Sono qui per il mio insediamento e vorrei parlare di questo» risponde a margine della conferenza stampa dopo il passaggio di consegne, a chi le chiedeva di commentare lo scioglimento del Comune di Latina. Il senatore Claudio Fazzone, coordinatore provinciale del Pdl e oggetto della frase di Zaccheo afferma che lo scioglimento del consiglio comunale «è un atto di responsabilità nei confronti della città, credo che sia stata raggiunta la giusta misura che era stracolma. Zaccheo? Provo pena e vergogna per lui. È una persona alla quale non rivolgerò mai più la parola, né politicamente né personalmente». Le frasi rubate da Striscia la notizia alla Polverini. Il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, ex esponente di An, durante un incontro pubblico vede la neo eletta presidente della Regione Lazio Renata Polverini e stando alle battute "rubate" dalle telecamere di Striscia La notizia «cerca di screditare agli occhi della Polverini il collega e senatore Claudio Fazzone (PdL). «Ti prego - dice Zaccheo a Polverini - non appaltare più a Fazzone, ha perso 15.000 voti». «No, no, stai tranquillo!», risponde lei. Nel corso della conversazione riferita da Striscia Zaccheo non manca poi di chiedere una raccomandazione per le sue figlie («Non ti dimenticare delle mie figlie!»), ottenendo come risposta: «No, ma stai scherzando?». La conversazione tra Polverini e Zaccheo prosegue così: Polverini: «Ciao Vincè mi raccomando hai portato 4 voti, hai portato!», risposta di Zaccheo: «Ti voglio bene, guarda ci ho creduto. Ti devo dire una cosa: complimenti! Hai dimostrato di essere come me: una donna tenace! Io ho lottato, guarda, io sono andato a nuoto per te. Sono andato a Ponza, a Ventotene. A Ventotene sono andato a prendere 57 voti per te, non uno di meno. Il Sindaco di Ventotene ti aspetta. Poi ho fatto... non ti dimenticare delle mie figlie!». Polverini: «No, ma stai scherzando? Domani mi faccio il calendario, mi faccio un giro». E, ancora: Zaccheo: «E soprattutto ti prego: non appaltare più a Fazzone». Polverini risponde: «No, no. Stai tranquillo». Il sindaco insiste: «Ha perso 15.000 voti». La crisi al Comune era stata annunciata nei giorni scorsi con le dimissioni già presentate da 13 consiglieri ex Forza Italia ma poi smentite dal coordinatore provinciale del Pdl Claudio Fazzone. C'era stato un fuoco di fila di polemiche, rigorosamente a distanza, tra il gruppo ex An del sindaco Zaccheo e gli ex Forza Italia. Le dimissioni dei 13 consiglieri erano stato subito smentito da Fazzone, che aveva precisato: «Si tratta solo di un atto dimostrativo, non c'è nessuna intenzione di sfiduciare Zaccheo». Nella giornata di ieri sono arrivate anche le dimissioni dei consiglieri di opposizione, sei del Pd e altri quattro del gruppo Progetto per Latina. Alemanno: Striscia? Solo 4 chiacchiere in libertà. «Non ho visto il filmato di Striscia la notizia ma credo che si sia trattato solo di quattro chiacchiere in libertà da parte del sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo» aveva commentato ieri il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Alemanno ha detto di non credere «che la Polverini accetti suggerimenti da parte di nessuno e, per quello che so, non ha nemmeno replicato». Lucherini (Pd): pessimo inizio per la Polverini. «L'interpretazione del fuori onda della presidente Polverini purtroppo lascia il tempo che trova visto che tutti i telespettatori di Striscia la Notizia hanno potuto sentire con le proprie orecchie quello che si sono detti la Presidente e il sindaco Zaccheo - commenta in una nota il segretario provinciale del Pd, Carlo Lucherini, consigliere regionale. - È evidentemente un pessimo inizio che non fa ben sperare per il futuro. La Polverini dovrà dimostrare con i fatti di non avere preferenze per nessuno e di operare seriamente per tutti i ragazzi e le ragazze del Lazio che sono in difficoltà e senza lavoro e che certamente non si saranno sentiti incoraggiati e gratificati dallo scambio di battute trasmesso nel fuori onda di Canale 5». </td></tr></table> |
rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
anny_skod ha scritto:ma che significa gruppi autonomi?si intende il partito di Fini?
Si un gruppo autonomo che esce dai banchi della maggioranza e crea un nuovo gruppo che comunque da quanto ho sentito stamani in una intervista appoggia comunque il signor b
bonjour!!!
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
IL RETROSCENA
Lo strappo definitivo
di Gianfranco
"Rimanere così non è più dignitoso"
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lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
dai carrogna!!! ma ascolti radio press?
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
on line.. si!
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Re: G.A.S.Fo.M.
Nichi Vendola
«Io, gay e cattolico: più facile
dirlo ai preti che al partito»
«Amo Pasolini, Testori e Fassbinder, ma rifiuto la loro visione del senso di colpa»
«Sono sempre stato cattolico e omosessuale, non l’ho mai nascosto. E dichiararsi non è pettegolezzo. E’ carne, fatica, sangue, dolore, emarginazione, offese, violenza. Sono sempre stato anche cattolico e comunista, come la mia famiglia. Ed è stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito». Nichi Vendola, eletto per due volte a sorpresa presidente di una grande Regione del Sud, si dichiarò nel 1978, quando aveva vent’anni e da sei era nella Federazione giovanile comunista, con un articolo su un giornale da lui fondato, «In/contro». Titolo: «Le farfalle non volano nel ghetto». «Era un verso che avevo trovato in una raccolta di poesie scritte nel ghetto di Varsavia. E ho avuto tutte le difficoltà che potevo avere, nel partito, al Sud, al paese», Terlizzi, periferia di Molfetta, terra di braccianti. «Mi ha sempre affascinato il pensiero religioso. Ero uno di quei comunisti per cui il libro più importante è la Bibbia.
Ma ha contato molto per me anche il pessimismo di Sergio Quinzio, ho amato i libri del cardinal Martini, e sono stato discepolo del vescovo di Molfetta, il mio vescovo, Tonino Bello». «Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa — racconta Vendola —. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca. Nella Chiesa ci sono molte sensibilità, molte cose; e qualcuna crea dolore e tristezza, quando evoca stereotipi pseudomorali che non hanno solo l’effetto di indicare identità ideologiche, ma anche di ferire la vita delle persone». E’ di Vendola la prefazione agli scritti di monsignor Bello, «Teologia degli oppressi». Comincia così: «Io ero sull’altra riva, quindi ero un rivale». «Tutta la teologia di Bello è una teologia della differenza— sostiene oggi il presidente della Puglia —. Come quando spiega il dogma della Trinità con la metafora della convivialità delle differenze: la presenza di tre differenze in un’unità ci insegna la bellezza della convivenza, che è qualcosa di più della tolleranza». Dice Vendola di non aver mai rinunciato alla fede, di credere più che alla rivoluzione alla conversione permanente, di confidare che Dio saprà capire anche quelli come lui, perché «Dio non è un tribunale islamico». Dice di non amare il coté «pirotecnico, esibizionista». Per questo in passato non app r e z z ò le confessioni di bisessualità rese da altri politici, «una dichiarazione che si faceva a 18 anni per fiutare un po’ l’aria. Anch’io sono stato bisex, e avevo fidanzate bellissime. Sono stato sul punto di sposarmi due volte. Ma non ho mai raccontato bugie, ho sempre vissuto quei rapporti da omosessuale». Storie lontane, «ho avuto molti amori, ho molto sofferto. Non mi sono mai arreso però, non ho mai permesso a nessuno di chiudere la mia storia dentro uno spigolo di rancore. Anche se mi hanno fatto di tutto». Tempo fa raccontò di quando «un dirigente nazionale di An venne a fare campagna elettorale nel ‘94 e tentò di stroncarmi accusandomi di andare con i ragazzini, peraltro pagati per dirlo. Andò via con le pive nel sacco, mentre io ricevevo migliaia di lettere di ragazzi che mi dicevano grazie per avergli dato coraggio». Anche questa è una storia lontana, «oggi ho disimparato l’odio». Spiega il presidente della Puglia di essere rammaricato per aver fatto soffrire la madre; a sua volta rammaricata per aver sofferto. Mamma Antonetta, casalinga e donna all’antica di Terlizzi, ha ricordato il giorno in cui una nipote le aprì gli occhi sul terzo dei suoi quattro figli: «Ci siamo pentiti di averne patito e oggi siamo orgogliosi, anche se di sesso parliamo per accenni e per sottintesi».
Nichi le portava in casa le fidanzate: «Ne ricordo una, Aurelia. Era bellissima. Ed è vissuta in casa con noi e con mio figlio per più di un mese». Una volta, nel comitato centrale del Pci, l’autorevole compagna Marisa Rodano disse rivolgendosi indirettamente a lui: «Se uno di questi mettesse le mani su uno dei miei nipotini gli darei subito una sberla». Si dibatteva dei diritti degli omosessuali, dei carcerati, di tutte le minoranze e Vendola, che stava già nell’Arcigay, predicava la liberazione dei «soggetti smarriti» che è il titolo del suo primo libro. Prima aveva scritto la tesi di laurea sul Pasolini degli Anni 50, cacciato dal Pci per indegnità morale. Pasolini: anch’egli cattolico, comunista, omosessuale. «Ma lo si può amare senza essere come lui— dice Vendola —. Pasolini, come Testori e in fondo anche Fassbinder, ha avuto il grande merito di tirare la sua condizione di omosessuale fuori dall’oscurità; ma l’ha illuminata con le fiamme dell’inferno. L’omosessualità di Pasolini è molto segnata dal suo cattolicesimo. Lui si percepisce come il Cristo della diversità: una condizione vocata al martirio, a causa del senso di colpa. Il peccato e l’espiazione del peccato, per cui la sua letteratura diventa premonizione della sua stessa morte. La diversità come impossibilità dell’amore, un’identità che si afferma negandosi, come la Jeanne Moreau che canta "Ogni uomo uccide come ama”. Io amo Pasolini come amo Testori e Fassbinder, ma mi rifiuto di accettare questa visione. Ho sempre cercato di trascenderla, e questo mi ha aiutato a essere una persona serena, a uscire dal tunnel senza fine del senso di colpa».
Tempo fa, Vendola fece discutere quando disse: «Non vorrei morire senza aver vissuto l’esperienza della paternità». «Non intendevo annunciare che sarei diventato padre, o che avrei fatto un’adozione che peraltro la legge mi vieta — spiega oggi —. Ma mi sento di ribad i r e i l mio d e s i d e r i o d i genitorialità. Sento molto la tutela della vita, la difesa del vivente. Sono contro la mercificazione e la privatizzazione della vita. Il tema fondativo del futuro è la costruzione della vita nelle forme di comunità. Il sangue non c’entra: per me la paternità non è un dato fisiologico, limitato al proprio seme. Allevare un figlio significa accudirlo, conoscerlo, ascoltarlo; amarlo. Dev’essere una cosa bellissima. Per questo, ogni volta che leggo di un neonato abbandonato, provo una stretta al cuore».
http://www.corriere.it/politica/10_aprile_16/vendola-gay-cattolico_fc1b98b0-491f-11df-af35-00144f02aabe.shtml
«Io, gay e cattolico: più facile
dirlo ai preti che al partito»
«Amo Pasolini, Testori e Fassbinder, ma rifiuto la loro visione del senso di colpa»
«Sono sempre stato cattolico e omosessuale, non l’ho mai nascosto. E dichiararsi non è pettegolezzo. E’ carne, fatica, sangue, dolore, emarginazione, offese, violenza. Sono sempre stato anche cattolico e comunista, come la mia famiglia. Ed è stato forse più facile dire la mia omosessualità ai preti che al partito». Nichi Vendola, eletto per due volte a sorpresa presidente di una grande Regione del Sud, si dichiarò nel 1978, quando aveva vent’anni e da sei era nella Federazione giovanile comunista, con un articolo su un giornale da lui fondato, «In/contro». Titolo: «Le farfalle non volano nel ghetto». «Era un verso che avevo trovato in una raccolta di poesie scritte nel ghetto di Varsavia. E ho avuto tutte le difficoltà che potevo avere, nel partito, al Sud, al paese», Terlizzi, periferia di Molfetta, terra di braccianti. «Mi ha sempre affascinato il pensiero religioso. Ero uno di quei comunisti per cui il libro più importante è la Bibbia.
Ma ha contato molto per me anche il pessimismo di Sergio Quinzio, ho amato i libri del cardinal Martini, e sono stato discepolo del vescovo di Molfetta, il mio vescovo, Tonino Bello». «Ho parlato della mia omosessualità con molti preti, con uomini e anche con donne di Chiesa — racconta Vendola —. Non mi sono mai sentito rifiutato. Sono state anzi interlocuzioni belle, profonde. La Chiesa è un universo ricchissimo e complicato, non riducibile a nessuna delle categorie politiche che usa la cronaca. Nella Chiesa ci sono molte sensibilità, molte cose; e qualcuna crea dolore e tristezza, quando evoca stereotipi pseudomorali che non hanno solo l’effetto di indicare identità ideologiche, ma anche di ferire la vita delle persone». E’ di Vendola la prefazione agli scritti di monsignor Bello, «Teologia degli oppressi». Comincia così: «Io ero sull’altra riva, quindi ero un rivale». «Tutta la teologia di Bello è una teologia della differenza— sostiene oggi il presidente della Puglia —. Come quando spiega il dogma della Trinità con la metafora della convivialità delle differenze: la presenza di tre differenze in un’unità ci insegna la bellezza della convivenza, che è qualcosa di più della tolleranza». Dice Vendola di non aver mai rinunciato alla fede, di credere più che alla rivoluzione alla conversione permanente, di confidare che Dio saprà capire anche quelli come lui, perché «Dio non è un tribunale islamico». Dice di non amare il coté «pirotecnico, esibizionista». Per questo in passato non app r e z z ò le confessioni di bisessualità rese da altri politici, «una dichiarazione che si faceva a 18 anni per fiutare un po’ l’aria. Anch’io sono stato bisex, e avevo fidanzate bellissime. Sono stato sul punto di sposarmi due volte. Ma non ho mai raccontato bugie, ho sempre vissuto quei rapporti da omosessuale». Storie lontane, «ho avuto molti amori, ho molto sofferto. Non mi sono mai arreso però, non ho mai permesso a nessuno di chiudere la mia storia dentro uno spigolo di rancore. Anche se mi hanno fatto di tutto». Tempo fa raccontò di quando «un dirigente nazionale di An venne a fare campagna elettorale nel ‘94 e tentò di stroncarmi accusandomi di andare con i ragazzini, peraltro pagati per dirlo. Andò via con le pive nel sacco, mentre io ricevevo migliaia di lettere di ragazzi che mi dicevano grazie per avergli dato coraggio». Anche questa è una storia lontana, «oggi ho disimparato l’odio». Spiega il presidente della Puglia di essere rammaricato per aver fatto soffrire la madre; a sua volta rammaricata per aver sofferto. Mamma Antonetta, casalinga e donna all’antica di Terlizzi, ha ricordato il giorno in cui una nipote le aprì gli occhi sul terzo dei suoi quattro figli: «Ci siamo pentiti di averne patito e oggi siamo orgogliosi, anche se di sesso parliamo per accenni e per sottintesi».
Nichi le portava in casa le fidanzate: «Ne ricordo una, Aurelia. Era bellissima. Ed è vissuta in casa con noi e con mio figlio per più di un mese». Una volta, nel comitato centrale del Pci, l’autorevole compagna Marisa Rodano disse rivolgendosi indirettamente a lui: «Se uno di questi mettesse le mani su uno dei miei nipotini gli darei subito una sberla». Si dibatteva dei diritti degli omosessuali, dei carcerati, di tutte le minoranze e Vendola, che stava già nell’Arcigay, predicava la liberazione dei «soggetti smarriti» che è il titolo del suo primo libro. Prima aveva scritto la tesi di laurea sul Pasolini degli Anni 50, cacciato dal Pci per indegnità morale. Pasolini: anch’egli cattolico, comunista, omosessuale. «Ma lo si può amare senza essere come lui— dice Vendola —. Pasolini, come Testori e in fondo anche Fassbinder, ha avuto il grande merito di tirare la sua condizione di omosessuale fuori dall’oscurità; ma l’ha illuminata con le fiamme dell’inferno. L’omosessualità di Pasolini è molto segnata dal suo cattolicesimo. Lui si percepisce come il Cristo della diversità: una condizione vocata al martirio, a causa del senso di colpa. Il peccato e l’espiazione del peccato, per cui la sua letteratura diventa premonizione della sua stessa morte. La diversità come impossibilità dell’amore, un’identità che si afferma negandosi, come la Jeanne Moreau che canta "Ogni uomo uccide come ama”. Io amo Pasolini come amo Testori e Fassbinder, ma mi rifiuto di accettare questa visione. Ho sempre cercato di trascenderla, e questo mi ha aiutato a essere una persona serena, a uscire dal tunnel senza fine del senso di colpa».
Tempo fa, Vendola fece discutere quando disse: «Non vorrei morire senza aver vissuto l’esperienza della paternità». «Non intendevo annunciare che sarei diventato padre, o che avrei fatto un’adozione che peraltro la legge mi vieta — spiega oggi —. Ma mi sento di ribad i r e i l mio d e s i d e r i o d i genitorialità. Sento molto la tutela della vita, la difesa del vivente. Sono contro la mercificazione e la privatizzazione della vita. Il tema fondativo del futuro è la costruzione della vita nelle forme di comunità. Il sangue non c’entra: per me la paternità non è un dato fisiologico, limitato al proprio seme. Allevare un figlio significa accudirlo, conoscerlo, ascoltarlo; amarlo. Dev’essere una cosa bellissima. Per questo, ogni volta che leggo di un neonato abbandonato, provo una stretta al cuore».
http://www.corriere.it/politica/10_aprile_16/vendola-gay-cattolico_fc1b98b0-491f-11df-af35-00144f02aabe.shtml
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Re: G.A.S.Fo.M.
Quando Vendola ha finito lì da voi, ce lo mandate in Lombardia?
Ne abbiamo taaaanto bisogno.
Ne abbiamo taaaanto bisogno.
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Re: G.A.S.Fo.M.
KARENINA ha scritto:Quando Vendola ha finito lì da voi, ce lo mandate in Lombardia?
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Re: G.A.S.Fo.M.
L' unico che riuscirà a far cadere il nano sarà Fini????
Fini è il nostro Obama??????????!!!!!!!!!
...............ma come siamo messi.
E' ora dell' espatrio. Prima i bambini , poi le donne per il ultime .....ancora le donne.
Organizzasi pulman a remi per SanFrancisco , città dell' amoro, della tolleranza, dei sali e scendi , e del divertimento.........
.....................
tradotto chi mi ama mi segua.
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