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Messaggio Da bellaprincipessa Gio 14 Apr 2011, 16:17

rapa nui ha scritto:
bellaprincipessa ha scritto:mah, io saro' antiquata ma ritengo che la alla realtà "filtrata" del computer sia meglio arrivare dopo aver imparato a prendere contatto con il mondo che ci circonda in modo "diretto".
Pensavo alla mia mattinata di oggi con i bimbi dell'asilo nel parco, a come le maestre avessero organizzato delel attività nelle quali facevano loro "colorare" dei fogli con quello che trovavano in natura (foglie, fiori, terra), oppure fare composizioni con rami, erba, etc....
Insomma, il contatto con la materia é fondamentale...
Non rischiamo una generazione di alienati senno'?
Io sono d'accordo con te, Princi, senz'altro. E' quello che intendo anch'io quando parlo di aspetto ludico.
E fuori di dubbio però che il computer e la tecnologia facciano parte integrante della vita dei nostri ragazzi e questo non si può ignorare. Secondo me ormai non è possibile lasciare completamente da parte questo aspetto. Certo, l'ideale sarebbe un approccio molto graduale e molto ben controllato e guidato.
infatti ritengo che, a partire dalle elementari, sarebbe fondamentale integrare l'uso del computer all'interno della didattica.
Lo trovo prematuro all'asilo.
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Messaggio Da violablu Gio 14 Apr 2011, 17:21

Il ministro Alfano contestato a Berlino, lui si nega agli studenti

(14 aprile 2011)
Il Guardasigilli era stato invitato alla Humboldt-Universität di Berlino. Nel video alcuni studenti urlano "avete giurato sulla bandiera di difendere la Repubblica". Quando Alfano non si è presentato qualcuno di loro ha urlato in italiano "vergogna". Il clima in aula era tale che uno studente tedesco è intervenuto chiedendo se l'Università fosse "consapevole di chi stesse invitando".

il video
http://tv.repubblica.it/copertina/il-ministro-alfano-contestato-a-berlino-lui-si-nega-agli-studenti/66321?video=&pagefrom=1

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Messaggio Da sophia Gio 14 Apr 2011, 17:50

Effettivamente è stato come invitare Gheddafi a parlare di pace.
Grazie a questi studenti per la solidarietà.


comunque essere nominato delfino, o meglio sogliola, dal tirannosauro porta una rogna... da Craxi a Fini.... occhiolino
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Messaggio Da Mede@ Gio 14 Apr 2011, 17:59

Per chi nn lo sapesse:

Emergenza immagrazione: Annozero, stasera su Rai 2 con Vendola, Porro e la Bonino

“Mi chiedo se davvero abbia un senso continuare a far parte dell’Unione Europea”. Questa è la dura e forte dichiarazione rilasciata dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni, per via del flusso record di clandestini e rifugiati politici che in queste ultime settimane sta interessando le coste italiane. Da questa esternazione parte la nuova puntata di Annozero, intitolata Perfida Europa. L’arrabbiatura di Maroni è dovuta al fatto che il nostro paese è rimasto solo a gestire gli immigrati arrivati principalmente dal Nord Africa. L’abbandono da parte dell’Europa è veritiero o semplicemente una scusa per nascondere la malgestione dell’emergenza profughi? Quello che è stato fatto fino ad ora, è sufficiente? Ha avuto un effetto positivo? L’iniziativa di rilasciare permessi temporanei agli immigrati, a prescindere che siano rifugiati politici o clandestini, è giusta? Queste sono alcune delle domande che stasera, Michele Santoro, porrà ai suoi ospiti.

In studio interverranno il Presidente della Regione Puglia e del Sel Nichi Vendola, il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, Emma Bonino, Leader dei Radicali e il vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro.


Il tema è delicato, in quanto il problema dell’immigrazione scatena molte questioni: politiche, economiche ed umanitarie. Basti pensare al collasso di Lampedusa di una settimana fa, anche se gli sbarchi sono ripresi, dove gli immigrati avevano raggiunto un numero superiore agli abitanti dell’isola.

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Messaggio Da sophia Gio 14 Apr 2011, 18:11

Mede@ ha scritto:Per chi nn lo sapesse:

Emergenza immagrazione: Annozero, stasera su Rai 2 con Vendola, Porro e la Bonino

.

In studio interverranno il Presidente della Regione Puglia e del Sel Nichi Vendola, il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, Emma Bonino, Leader dei Radicali e il vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro.


.
Vendola contro Cota e quel bugiardo di Porro. Ma quanto prendono il direttore ed vicedirettore del giornale per zerbinarsi al padrone.
Grazie Medea stasera Annozero.
Ieri sera avete visto da quell'altro di Vespa la battaglia di Rosy Bindi. Si é difesa bene considerato l'attacco maleducato di Lupi e di Nosferatu-Sallusti.


Ultima modifica di sophia il Gio 14 Apr 2011, 20:12 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da nonhol'età Gio 14 Apr 2011, 18:12

Medeaaaaaaaaaaaaaa ciao!
scommetto che stasera sei davanti alla tv chissà :neve:
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Messaggio Da Mede@ Gio 14 Apr 2011, 18:16

Ioooo??

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Messaggio Da VivaMatteo Ven 15 Apr 2011, 08:54

Cronache


Gaza, ucciso il volontario italiano
Venerdí 15.04.2011 07:58
È stato ucciso Vittorio Arrigoni, il volontario italiano rapito a Gaza da un gruppo islamico salafita. Il ritrovamento del corpo è avvenuto dopo un blitz condotto dai miliziani di Hamas, il movimento islamico al potere nella Striscia, in un appartamento di Gaza City. Ma è probabile che Arrigoni fosse già morto al momento in cui è avvenuto l'assalto. Il corpo è stato riconosciuto nell'obitorio dello Shifa Hospital a Gaza City. L'operazione si è comunque conclusa con l'arresto di almeno due salafiti, mentre voci non confermate fanno riferimento anche all'uccisione di un terzo. Il 36enne italiano sarebbe stato strangolato.

In un filmato i rapitori minacciavano di uccidere Arrigoni se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di stamane (le 10 in Italia), il governo di Hamas non avesse liberato alcuni detenuti salafiti. Arrigoni è stato sequestrato da tre miliziani armati a Gaza City. Il cooperante è stato rapito mentre lasciava il campo di Jerbala con uno dei quadri delle milizie delle Brigate di al-Aqsa. "Ho riconosciuto l'uomo nel video, è un nostro attivista che è entrato e uscito da Gaza molte volte negli ultimi due anni". Così Huwaida Arraf, cofondatrice dell'Ism, conferma che nel video c'è Arrigoni che è uno degli attivisti del Movimento di solidarietà internazionale.

Bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Così è apparso Arrigoni, rapito a Gaza da un gruppo islamico salafita, nel video postato su YouTube da 'This is Gaza Voice'. Il volontario italiano, con indosso una maglia nera, sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovraimpressione appare una scritta in inglese che recita: "Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo".


Al termine del filmato scorrono scritte in arabo con la data di oggi in cui si sono accuse contro l'Italia e contro Hamas. Nelle scritte i rapitori accusano Arrigoni di diffondere "i vizi occidentali", il governo italiano di combattere contro i Paesi musulmani e il governo del premier di Hamas Ismail Haniyeh di lottare contro la sharia (la legge religiosa musulmana). Nel messaggio sul video inoltre le scritte in arabo esortano i giovani di Gaza a sollevarsi contro il governo Haniyeh, reo ai loro occhi di gravi ingiustizie.

CHI ERA - Vittorio Arrigoni, 36 anni nativo di Besana Brianza, era arrivato a Gaza nell’agosto del 2008, come inviato de il manifesto, per raccontare il dramma che vivono i palestinesi della striscia di Gaza. In particolare celebre è stata la sua cronaca degli avvenimenti seguenti la nota operazione delle forze armate israeliane denominata «Piombo fuso». In quest'occasione Arrigoni riuscì a mandare i suoi servizi dalla Striscia di Gaza sfruttando i pochi internet point funzionanti. "Vittorio Arrigoni ha iniziato a collaborare con noi mandando pezzi di cronaca sul conflitto a Gaza, dove si trovava come volontario di una ong", riferisce il vicedirettore del manifesto Angelo Mastrandrea. "Pur non essendo un giornalista erano testimonianze in presa diretta - prosegue il vicedirettore del quotidiano - Quando è esploso il conflitto, gli abbiamo chiesto di fare un diario: erano cronache quotidiane molto vissute tanto che poi gli abbiamo proposto di metterle insieme per farci un libro, poi pubblicato, dal titolo 'Restiamo Umani'".


triste triste triste

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Messaggio Da lepidezza Ven 15 Apr 2011, 09:52

G.A.S.Fo.M. - Pagina 12 Arrigoniride

ADDIO VITTORIO
di Pino Cabras

Non hanno nemmeno aspettato il farsesco ultimatum che avevano inscenato. Vittorio Arrigoni, un uomo mite e coraggiosissimo, è stato ucciso. Con il contrappasso del soffocamento dopo il contrappasso degli occhi bendati, per giunta: per dirci - a tutti noi che in tanti paesi del mondo perdiamo un fratello - che saranno soffocate le voci libere, i corpi che respirano, gli occhi che vedono e non nascondono.Gli dobbiamo molto: quello che ci ha raccontato, in questi anni, la sua testimonianza, sono stati preziosi per capire la ferocia dell'aggressione israeliana contro Gaza.
di Pino Cabras - Megachip

L’incitazione è esplicita: uccidere un gruppo di persone, con nome e cognome, abitudini e idee, appartenenze politiche e immagini facilmente identificabili. Chiedono la collaborazione di delatori per completare le liste con gli indirizzi. La schedatura è esplicitamente rivolta ai militari, quelli israeliani, se non ci pensano altri killer, per facilitarli nell’eliminazione fisica di “pericolosi” bersagli: i nemici da colpire sono gli attivisti occidentali – infermieri e altri volontari - che lavorano e sono testimoni di quanto succede nei Territori occupati.


Tutto questo lo potete leggere in un sito web, gestito da un gruppo di estremisti, una sorta di Ku Klux Klan ebraico americano: Stop the ISM. Può essere di interesse far notare che fra i bersagli c’è anche un cittadino italiano, Vittorio Arrigoni, di cui abbiamo letto i toccanti reportage da Gaza. Il tenutario del sito è Lee Kaplan.

arrigoni-megaKaplan è uno dei tanti agitatori fascisteggianti della pancia reazionaria americana, un coagulo che ultimamente ha preso piede sia nell’ambito dei movimenti cristianisti, sia nelle frange del fondamentalismo ebraico, ora uniti in un inedito oltranzismo anti-islamico.

In USA la saldatura fra questi ambienti si è rafforzata, tanto che Kaplan talora ascende anche al salotto buono, si fa per dire, dei talk show con la bava alla bocca, su Fox News.

Ma si rafforza soprattutto in Terrasanta.

I fondamentalisti ebrei controllano gli insediamenti coloniali più estremisti dei territori (come già si leggeva in un libro di Israel Shahak e Norton Mezvinsky, Jewish fundamentalism in Israel, London, Pluto Press, 1999). I fondamentalisti cristiani li appoggiano per accelerare l’avvento dell’Armageddon, la lotta finale fra il Bene e il Male, che proprio da quelle parti dovrà svolgersi.

Forse per portarsi un po’ di lavoro avanti, il signor Kaplan lascia briglia sciolta al sito per sollecitare l’eliminazione di Arrigoni e altri. Non senza profetizzare che il governo italiano non si preoccuperà più di tanto se qualcuno provvederà all’auspicata «rimozione permanente» del nostro connazionale. Lo ripetiamo: questi auspici criminali non appaiono in un forum semiclandestino, ma in un sito accessibile gestito da un noto personaggio pubblico.

Ora, dal momento che anche le forze armate israeliane non vogliono testimoni nello scempio di Gaza, e il nostro mainstream si è subito docilmente accodato rispettando il divieto, siccome l’unica voce ci giunge da Arrigoni, in tal caso facciamo due più due e fiutiamo un grosso pericolo. Abbiamo visto che lì non si va per il sottile, se già vengono bombardati ospedali, ambulanze, scuole, e se si prende di mira qualunque soccorso.

Mentre la conta dei morti ammazzati a Gaza si avvicina a quota mille, accade una cosa singolare. Il cumulo di cadaveri non si può più nascondere sotto un editoriale di Bernard-Henry Lévy, l’uso di armi orrende – che un domani vedrete proibire - nemmeno. I giornali nostrani cominciano timidamente a parlarne. Ma non in prima pagina e in apertura, come abbiamo fatto già diversi giorni fa su questi schermi, ma a pagina dieci e in taglio basso. Nascondere non si può. Ma diluire, questo sì. E questo i nostri grandi organi di informazione lo fanno benissimo. In attesa di chissà cosa, un successo politico militare, una chimera, la fine di Hamas. A che prezzo? È in atto la censura più sottile, ma questa sottigliezza non la salva dall’essere accostata alla censura più violenta e più minacciosa, quella che vuole colpire chi vuole salvare il popolo palestinese dalla sua distruzione.

Tanti intellettuali italiani indicano inorriditi il dito insanguinato del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas), ma non vedono la luna desolata degli altri fondamentalismi che egemonizzano sempre di più la classe dirigente israeliana. L’idea che le forze armate israeliane difendano i Lumi contro la barbarie è un ideologismo foriero di tragedie, dal quale è bene liberarsi con un’operazione onesta di ricognizione storica e politica della memoria mediorientale. Il racconto di quel che accade ora è un passo fondamentale, con tutti i testimoni da rispettare.

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Messaggio Da Mede@ Ven 15 Apr 2011, 09:59

triste triste che tristezza WUB

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Messaggio Da rossadavino Ven 15 Apr 2011, 10:06

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..................cresciuto in un'aridità di cuori pazzesco...................



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Messaggio Da LucyGordon Ven 15 Apr 2011, 10:19

per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore



Alla fine i signori della guerra lo hanno ucciso. Era la spina nel fianco di Israele, la voce di Gaza sotto le bombe al fosforo bianco.

Ma quali Salafiti. L’atroce morte di Arrigoni rappresenta in realtà una svolta per i “falchi” di Tel Aviv: Vittorio era rimasto l’unico, sul campo, a testimoniare le atrocità israeliane contro la popolazione palestinese.


http://www.libreidee.org/2011/04/ucciso-arrigoni-denuncio-le-atrocita-di-israele-a-gaza/


Vittorio Arrigoni arriva a Gaza nell’Agosto del 2008, come inviato de “Il Manifesto”, ed arriva per raccontare il dramma che vivono i palestinesi della striscia di Gaza. Alla fine del 2008, durante l’operazione israeliana “Piombo Fuso”, una orrenda operazione militare che causerà la morte di migliaia di persone,Vittorio Arrigoni riesce a documentare a tutto il mondo il dramma di quei giorni. Riesce a farlo con dei memorabili reportage inviati dai pochi internet point in funzione durante quelle giornate tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009. Un capodanno che Vittorio Arrigoni non dimenticherà mai. L’operazione militare “Piombo Fuso” è stata successivamente condannata dalle Nazioni Unite (vedi il rapporto Goldstone) come crimine contro l’umanità.

Non è facile riuscire a parlare con Vittorio. I continui attacchi israeliani e le continue difficoltà di spostamento rendono difficile un contatto. Ma siamo riusciti a metterci in contatto con lui, e con estrema lucidità ci ha raccontato le ultime notizie provenienti da Gaza:

“Gli attacchi israeliani ci sono quotidianamente, sempre contro i civili della striscia di Gaza. Ci sono ogni giorno alcuni adolescenti che raccolgono al confine materiale riciclabile e sono sempre bersaglio dei cecchini. Ormai sono 4 anni che Israele impedisce l’ingresso di materiali edili per la ricostruzione. Manca il cemento,manca il ferro, manca il vetro. Per cui questi ragazzi si recano spesso al confine, a Nord, dove ci sono molti edifici distrutti dopo “Piombo Fuso”, e cercano di riciclare quello che possono. E questi ragazzi sono sempre le vittime rituali dei cecchini israeliani. Vi è stata un escalation nelle ultime settimane. Vi è stato un rapporto di ben 21 organizzazioni che operano qui a Gaza per il rispetto dei diritti umani, tra cui Amnesty International e Save The Children, che hanno messo in luce una cosa importante. Lo scorso 20 Giugno Israele aveva dichiarato che l’assedio era stato “allentato”, ma secondo quanto denunciano le organizzazioni, si è trattato solo di un operazione ipotetica e di facciata.

Nei negozi di Gaza possiamo trovare 5 tipi di bibite israeliane, 3 tipi di patatine , mentre negli ospedali mancano le attrezzature mediche. Una lista stilata da alcune organizzazioni documenta come manchino 130 tipi di farmaci e di attrezzature mediche. A Gaza non si può fare la dialisi, non si può fare la chemioterapia, mancano le valvole cardiache. Il tanto ventilato “allentamento” dell’assedio a Gaza non è avvenuto. Per i progetti delle Nazioni Unite per la ricostruzione degli oltre 50.000 edifici danneggiati durante l’operazione militare “Piombo Fuso” era necessario l’invio di 670.000 camion per iniziare il progetto della ricostruzione. Di questi 670.000 ne sono entrati solo 700. Parliamo quindi solo dell’ 1% . Si tratta di progetti di ricostruzione certificati dalle “Nazioni Unite”. A Gaza, anche se hai i documenti in regola, con passaporti e visti, è molto difficile lasciare la regione. Per 500 malati curabili, l’assedio alla striscia di Gaza ha rappresentato una vera condanna a morte. Pur avendo avuto la disponibilità ad essere ospitati da altre strutture ospedaliere, come quella di Ramallah, non hanno avuto il permesso israeliano per uscire e sono deceduti. Anche io ho conosciuto personalmente un ragazzo che aveva sua madre ricoverata in gravi condizioni. Non avendo potuto lasciare Gaza, sua madre è deceduta, pur sapendo che sua madre poteva essere curata a solo poche decine di chilometri di distanza. Senza dare la possibilità di far entrare ed uscire merci e persone, è chiaro che questo significa l’intero collasso dell’economia interna. Il 93% dell’industria ha dovuto chiudere, ed ora il 70% della popolazione di Gaza è disoccupata. I dati Unicef dicono che il 98% della popolazione vive solo di aiuti umanitari. Vi è un economia di sussistenza, legata prevalentemente alla pesca. Anche su questo, vi è da dire che i pescherecci di Gaza non possono andare oltre le 3 miglia dalla costa. Quando ci provano, perché devono farlo, perché le acque vicino alla costa sono povere di pesce, finiscono sotto il tiro della marina israeliana. Recentemente anche la croce rossa internazionale ha definito illegale l’assedio a Gaza. L’art. 33 della IV convenzione di Ginevra condanna le punizioni collettive. Ed i pescatori subiscono ogni giorno punizioni collettive da parte degli israeliani. I pescatori non possono andare a pescare nel loro mare, ed i contadini non possono andare a coltivare le loro terre. Sempre secondo le Nazioni Unite, dopo Piombo Fuso, il 35 % dei terreni coltivabili di Gaza non sono più accessibili ai contadini perché sotto il tiro dei cecchini israeliani. Dal 20 Giugno sono stati documentati ben 59 casi di agguati di militari israeliani a civili palestinesi. Questa è la realtà che a Gaza si vive ogni giorno”.

Dopo la tragedia della “Freedom Flotilla” è cresciuto l’isolamento internazionale di Israele. Quanto potrà durare ancora secondo te , in queste condizioni, l’assedio a Gaza?

“Il massacro della Freedom Flotilla ha scosso l’opinione pubblica più di Piombo Fuso. La morte di 9 attivisti è riuscita a fare molto di più del massacro di 1.300 bambini. Questo ci fa capire che ci sono morti di serie A e morti di serie Z.

I caduti della Mavi Marmara hanno cambiato molte cose. L’Egitto, per esempio, ha ceduto su alcune cose, come riaprire subito il valico di Rafah. Per molti palestinesi questo ha rappresentato una speranza. Qualcuno di loro è riuscito ad uscire, a ricongiungersi con i familiari sparsi per il mondo. Per la fine dell’assedio, bisognerebbe avere fiducia nella campagna di boicottaggio verso Israele. Non dimentichiamo che negli anni ’80 Nelson Mandela veniva definito come un terrorista da capi di stato importanti, come Margaret Thatcher. Eppure Nelson Mandela ha continuato a combattere contro l’Apartheid, anche con il boicottaggio. E qui a Gaza la campagna di boicottaggio ha avuto effetti migliori in 5 anni di quanti non ne abbia avuti in 20 anni l’African National Congress. L’illegalità dell’assedio a Gaza è stata percepita anche dal principale sindacato inglese, che rappresenta 6.000.000 di lavoratori, che ha iniziato una sensibile campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani. Dopo “Piombo Fuso “ i governi di Svezia e Danimarca hanno iniziato a convincere le loro industrie a non investire in Israele, riconosciuto come stato responsabile di crimini di guerra e violatore dei diritti umani. Anche molte rockstar si sono rifiutate di tenere concerti in Israele, come hanno fatto Santana e gli U2 di Bono Vox”.

Durante “Piombo Fuso” sono state usate armi al fosforo. Che notizie hai in merito?

“Durante Piombo Fuso sono stato personalmente testimone oculare di fosforo bianco usato contro i civili e contro gli ospedali, alcuni dei quali dati alle fiamme usando proprio il fosforo bianco. Anche a Jabalia sono stato testimone dell’uso del fosforo bianco. Durante i bombardamenti non sapevamo, né io né chi era con me, cosa ci stavano tirando addosso. E’ chiaro che nel vedere le assurde ferite che provocava ai civili, era evidente che gli israeliani stavano usando armi non convenzionali. Vi è anche un problema che riguarda i terreni. Essendo Gaza sotto assedio, Israele proibisce l’ingresso di esperti per analizzare la contaminazione dei terreni e delle falde acquifere. Per questo motivo anche i controlli che si devono fare sono molto approssimativi, dato che anche i laboratori scientifici sono inutilizzabili da 4 anni. Questo è un fatto gravissimo che va denunciato. Pochi giorni fa ho incontrato una delegazione di medici turchi che vorrebbero fare chiarezza sui molteplici casi di cancro e di nascite di bambini deformi che si stanno verificando nelle zone bombardate. E’ la stessa identica cosa che è successa a Falluja in Iraq”.

Tu sei stato uno dei pochi che è riuscito a raccontare con coraggio l’operazione “Piombo Fuso”, vivendo in prima persona quei drammatici giorni. Che ricordo ne hai oggi?

“Le ferite sono ancora aperte. Ogni giorno puoi vedere sempre tutte le 50.000 abitazioni ancora distrutte. Le sofferenze e le cicatrici le vedi ogni giorno negli occhi della gente, soprattutto quelle dei bambini. Ricordo che a Gaza city su 1.500.000 di abitanti ci sono 800.000 bambini. I drammi psicologici, soprattutto per loro, sono stati grandissimi. Molti di loro soffrono di patologie psichiatriche. Non è facile per loro vedere tutto quello che hanno visto. Non è stato facile per loro vedere tutti quei corpi letteralmente macellati e a pezzi. I miei ricordi, insieme a quelli dell’International Solidarity Movement , sono sempre drammatici. Eravamo gli unici attivisti presenti a Gaza in quei giorni. Si dice che la verità è la prima vittima di una guerra. Se pensiamo che Israele ha impedito a tutti i giornalisti internazionali di entrare nella striscia di Gaza, per “Piombo Fuso” è stato proprio cosi. L’obiettivo delle operazioni militari israeliane erano le ipotetiche basi di Hamas. In realtà, hanno bombardato scuole, ospedali, case, mercati e persino la sede delle Nazioni Unite. Non hanno avuto neanche scrupolo di colpire le ambulanze, violando tutte le convenzioni internazionali. Io e quelli dell’I. S.M. avevamo chiesto cosa potevamo fare ai nostri coordinatori. E ci avevano detto di scendere dalle ambulanze dove eravamo saliti per aiutare i feriti, perché non volevano altre Rachel Corrie. Ma ci fu risposto: ‘con voi sulle ambulanze continuano a sparare; ma sparano un po’ meno…’ E cosi decidemmo tutti di restare sulle ambulanze. Ho perso un amico che lavorava all’ospedale di Jabalia. E’ morto al centro di Gaza, mentre cercava di soccorrere un ferito. Mentre lo soccorreva, un carro armato israeliano ha fatto fuoco sull’ambulanza, uccidendo il mio amico. Sono immagini che resteranno sempre impresse in modo indelebile nella mia memoria. Le ferite peggiori sono quelle interne, che non si chiuderanno più. Il ricordo più brutto è stato quando ho visto tanti bambini dilaniati dalle bombe. In ogni caso, dopo tutta questa carneficina, l’opinione pubblica mondiale ha capito chi è la vittima e chi è il carnefice. Israele continua ad espandersi, la Palestina continua a morire”.
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Messaggio Da sickGirl Ven 15 Apr 2011, 10:25

LucyGordon ha scritto: Israele continua ad espandersi, la Palestina continua a morire”.

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Messaggio Da sophia Ven 15 Apr 2011, 10:51

luridissimi bastardi vigliacchi.
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Messaggio Da Chiara 75 Ven 15 Apr 2011, 11:25


ARRIGONI: TRADARDI (ISM), E' COLPA DEL GOVERNO ISRAELIANO

(ASCA) - Roma, 15 apr - ''La situazione dev'essere precipitata nella notte. Se la polizia di Hamas ha individuato il luogo, evidentemente c'e' stata una reazione da parte del gruppo di rapitori che ha portato alla morte di Vittorio''. Lo ha dichiarato Alfredo Tradardi, coordinatore di ISM-Italia, il movimento per cui era attivista Vittorio Arrigoni, in un'intervista a R101.

''I lati oscuri di questa vicenda sono prevalenti.

Attendiamo ulteriori informazioni nel corso della giornata di domani'', prosegue Tradardi. Che accusa poi il governo israeliano: ''Riteniamo che la responsabilita' morale e politica della morte di Vittorio sia del governo israeliano e di tutti i suoi complici. Questo puo' apparire una forzatura, ma noi non possiamo dimenticare che Gaza e' un campo di concentramento a cielo aperto dal 2006. E quindi la situazione all'interno di Gaza e' caratterizzata da una grande tensione. Cosi' come non possiamo negare che ci siano tensioni in corso nel mondo arabo. Israele e' stata apparentemente in silenzio, in verita' opera in varie forme per uscire da un'impasse politica notevole. Nelle ultime settimane sono avvenute diverse uccisioni di palestinesi in attacchi diversi con droni e altre armi. Gaza e' infatti un territorio di sperimentazione di nuove armi da parte degli israeliani'', conclude Tradardi.

http://www.asca.it/news-ARRIGONI__TRADARDI_(ISM)__E__COLPA_DEL_GOVERNO_ISRAELIANO-1008883-ATT-.html



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Messaggio Da bilquis Ven 15 Apr 2011, 18:49

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triste
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Messaggio Da VivaMatteo Ven 15 Apr 2011, 19:18

bilquis ha scritto:G.A.S.Fo.M. - Pagina 12 Processo-breve-vauro

triste

La vignetta farebbe anche ridere ... mah triste
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Messaggio Da sophia Ven 15 Apr 2011, 20:10

ora le intercettazioni...
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Messaggio Da violablu Ven 15 Apr 2011, 22:29

Sentenza Thyssenkrupp, condanna a 16 anni
E’ omicidio volontario la morte di sette operai Nessun tragico incidente. E’ stato un omicidio la morte dei sette operai nel rogo dell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale la Corte di Assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo di reclusione l’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn. Anche quattro dirigenti dell’azienda sono stati condannati per omicidio e incendio colposi – con colpa cosciente – e omissione delle cautele antinfortunistiche. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, mentre Daniele Moroni dovrà scontare dieci anni e dieci mesi di reclusione, più di quanto avessero chiesto i pm. Alle parti civili la Corte ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro al Comune di Torino, poco meno alla Regione Piemonte, 500 mila euro alla Provincia di Torino e 100 mila euro ciascuno ai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uim-Uilm, Flm-Cub. Cento mila euro di risarcimento sono andati anche all’associazione Medicina Democratica. I familiari delle vittime erano già stati risarciti con quasi 13milioni di euro totali.

Le reazioni in aula. “Questa e’ una svolta epocale”, ha dichiarato il pm Raffaele Guariniello, “Non era mai successo che per una vicenda di morti sul lavoro venisse riconosciuto il dolo eventuale”. Ma non tutti i familiari delle vittime è soddisfatto. Alessandra Rodinò, sorella di Rosario, ha commentato: “Volevamo l’ergastolo. Ci devono ridare mio fratello, che aveva 16 anni, non i soldi”. E’ d’accordo il papà di Bruno Santino: “Ci aspettavamo l’ergastolo, altro che 16 anni. Sono degli assassini”. Tutti però ringraziano il pm Guarinello, lo abbracciano alla fine dell’udienza. Ormai non ci credevano più. “Ci dicevano che non sarebbero stati condannati”, racconta Rosina Platì, madre di Giuseppe Demasi, “Ci stavamo rassegnando, adesso mi sento come svuotata”.

La vicenda. La morte dei sette operai è avvenuta a dicembre del 2007, nello stabilimento Thyssenkrupp di corso Regina Margherita, a Torino. Gli operai sono al lavoro, quando da una vasca fuoriesce dell’olio bollente in pressione. In pochi minuti, scoppia un incendio. Non è la prima volta che capita e non c’erano mai state vittime. Gli operai lo sanno e, anziché scappare, tentano di spegnere le fiamme. Ma niente sembra funzionare. Un lavoratore muore dopo pochi minuti, altri sei perdono la vita nei giorni successivi. Si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola perdono la vita. Si salva solo Antonio Boccuzzi, oggi deputato del Pd, che ha commentato: “Speravo potesse essere questa la condanna. Non è vendetta, ma una forma di giustizia in cui chi sbaglia paga”.

La storia del processo. Il procedimento nei confronti della Thyssen si è aperto il 15 gennaio del 2009, quasi un anno dopo il rogo alla fabbrica. Quasi cento udienze, altrettanti testimoni ascoltati dalle parti, le più alte pene richieste in Italia in un processo sulle morti bianche. Durante il procedimento, alcuni imputati sono stati accusati anche di aver messo in atto “una vera e propria strategia per influenzare a loro vantaggio l’esito del processo”. Contro tre testimoni si è aperto un fascicolo per falsa testimonianza e per un altro, Berardino Queto, consulente della Thyssen, l’accusa potrebbe essere di concorso dei reati di omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e di omissione delle cautele antinfortunistiche. Queto è infatti l’autore del documento di valutazione dei rischi della Thyssen, secondo i pm, decisamente lacunosa.”E’ stata confezionata ad arte per arrivare a determinare un rischio di incendio medio su quasi tutti gli impianti”, hanno spiegato i magistrati, “Per creare preventivamente una giustificazione alla mancata adozione degli impianti automatici di rilevazione e spegnimento degli incendi che avrebbero potuto salvare la vita ai sette operai”.

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Messaggio Da G.Kaplan Ven 15 Apr 2011, 23:55

violablu ha scritto:Sentenza Thyssenkrupp, condanna a 16 anni
E’ omicidio volontario la morte di sette operai Nessun tragico incidente. E’ stato un omicidio la morte dei sette operai nel rogo dell’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. Per il reato di omicidio volontario con dolo eventuale la Corte di Assise di Torino ha condannato a 16 anni e mezzo di reclusione l’amministratore delegato dell’azienda, Herald Espenhahn. Anche quattro dirigenti dell’azienda sono stati condannati per omicidio e incendio colposi – con colpa cosciente – e omissione delle cautele antinfortunistiche. La pena è di 13 anni e mezzo per Marco Pucci, Gerald Priegnitz, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri, mentre Daniele Moroni dovrà scontare dieci anni e dieci mesi di reclusione, più di quanto avessero chiesto i pm. Alle parti civili la Corte ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro al Comune di Torino, poco meno alla Regione Piemonte, 500 mila euro alla Provincia di Torino e 100 mila euro ciascuno ai sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uim-Uilm, Flm-Cub. Cento mila euro di risarcimento sono andati anche all’associazione Medicina Democratica. I familiari delle vittime erano già stati risarciti con quasi 13milioni di euro totali.

Le reazioni in aula. “Questa e’ una svolta epocale”, ha dichiarato il pm Raffaele Guariniello, “Non era mai successo che per una vicenda di morti sul lavoro venisse riconosciuto il dolo eventuale”. Ma non tutti i familiari delle vittime è soddisfatto. Alessandra Rodinò, sorella di Rosario, ha commentato: “Volevamo l’ergastolo. Ci devono ridare mio fratello, che aveva 16 anni, non i soldi”. E’ d’accordo il papà di Bruno Santino: “Ci aspettavamo l’ergastolo, altro che 16 anni. Sono degli assassini”. Tutti però ringraziano il pm Guarinello, lo abbracciano alla fine dell’udienza. Ormai non ci credevano più. “Ci dicevano che non sarebbero stati condannati”, racconta Rosina Platì, madre di Giuseppe Demasi, “Ci stavamo rassegnando, adesso mi sento come svuotata”.

La vicenda. La morte dei sette operai è avvenuta a dicembre del 2007, nello stabilimento Thyssenkrupp di corso Regina Margherita, a Torino. Gli operai sono al lavoro, quando da una vasca fuoriesce dell’olio bollente in pressione. In pochi minuti, scoppia un incendio. Non è la prima volta che capita e non c’erano mai state vittime. Gli operai lo sanno e, anziché scappare, tentano di spegnere le fiamme. Ma niente sembra funzionare. Un lavoratore muore dopo pochi minuti, altri sei perdono la vita nei giorni successivi. Si chiamavano Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola perdono la vita. Si salva solo Antonio Boccuzzi, oggi deputato del Pd, che ha commentato: “Speravo potesse essere questa la condanna. Non è vendetta, ma una forma di giustizia in cui chi sbaglia paga”.

La storia del processo. Il procedimento nei confronti della Thyssen si è aperto il 15 gennaio del 2009, quasi un anno dopo il rogo alla fabbrica. Quasi cento udienze, altrettanti testimoni ascoltati dalle parti, le più alte pene richieste in Italia in un processo sulle morti bianche. Durante il procedimento, alcuni imputati sono stati accusati anche di aver messo in atto “una vera e propria strategia per influenzare a loro vantaggio l’esito del processo”. Contro tre testimoni si è aperto un fascicolo per falsa testimonianza e per un altro, Berardino Queto, consulente della Thyssen, l’accusa potrebbe essere di concorso dei reati di omicidio e incendio colposi (con colpa cosciente) e di omissione delle cautele antinfortunistiche. Queto è infatti l’autore del documento di valutazione dei rischi della Thyssen, secondo i pm, decisamente lacunosa.”E’ stata confezionata ad arte per arrivare a determinare un rischio di incendio medio su quasi tutti gli impianti”, hanno spiegato i magistrati, “Per creare preventivamente una giustificazione alla mancata adozione degli impianti automatici di rilevazione e spegnimento degli incendi che avrebbero potuto salvare la vita ai sette operai”.

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Messaggio Da sophia Sab 16 Apr 2011, 02:02

ovviamente il tiranno ha gridato al golpe per l'articolo di questo intellettuale di sinistra
http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2011/mese/04/articolo/4446/

Alberto Asor Rosa

13 aprile 2011

Non c'è più tempo

Capisco sempre meno quel che accade nel nostro paese. La domanda è: a che punto è la dissoluzione del sistema democratico in Italia? La risposta è decisiva anche per lo svolgimento successivo del discorso. Riformulo più circostanziatamente la domanda: quel che sta accadendo è frutto di una lotta politica «normale», nel rispetto sostanziale delle regole, anche se con qualche effetto perverso, e tale dunque da poter dare luogo, nel momento a ciò delegato, ad un mutamento della maggioranza parlamentare e dunque del governo?

Oppure si tratta di una crisi strutturale del sistema, uno snaturamento radicale delle regole in nome della cosiddetta «sovranità popolare», la fine della separazione dei poteri, la mortificazione di ogni forma di «pubblico» (scuola, giustizia, forze armate, forze dell'ordine, apparati dello stato, ecc.), e in ultima analisi la creazione di un nuovo sistema populistico-autoritario, dal quale non sarà più possibile (o difficilissimo, ai limiti e oltre i confini della guerra civile) uscire?
Io propendo per la seconda ipotesi (sarei davvero lieto, anche a tutela della mia turbata tranquillità interiore, se qualcuno dei molti autorevoli commentatori abituati da anni a pietiner sur place, mi persuadesse, - ma con seri argomenti - del contrario). Trovo perciò sempre più insensato, e per molti versi disdicevole, che ci si indigni e ci si adiri per i semplici «vaff...» lanciati da un Ministro al Presidente della Camera, quando è evidente che si tratta soltanto delle ovvie e necessarie increspature superficiali, al massimo i segnali premonitori, del mare d'immondizia sottostante, che, invece d'essere aggredito ed eliminato, continua come a Napoli a dilagare.
Se le cose invece stanno come dico io, ne scaturisce di conseguenza una seconda domanda: quand'è che un sistema democratico, preoccupato della propria sopravvivenza, reagisce per mettere fine al gioco che lo distrugge, - o autodistrugge? Di esempi eloquenti in questo senso la storia, purtroppo, ce ne ha accumulati parecchi.
Chi avrebbe avuto qualcosa da dire sul piano storico e politico se Vittorio Emanuele III, nell'autunno del 1922, avesse schierato l'Armata a impedire la marcia su Roma delle milizie fasciste; o se Hinderburg nel gennaio 1933 avesse continuato ostinatamente a negare, come aveva fatto in precedenza, il cancellierato a Adolf Hitler, chiedendo alla Reichswehr di far rispettare la sua decisione?
C'è sempre un momento nella storia delle democrazie in cui esse collassano più per propria debolezza che per la forza altrui, anche se, ovviamente, la forza altrui serve soprattutto a svelare le debolezze della democrazia e a renderle irrimediabili (la collusione di Vittorio Emanuele, la stanchezza premortuaria di Hinderburg).
Le democrazie, se collassano, non collassano sempre per le stesse ragioni e con i medesimi modi. Il tempo, poi, ne inventa sempre di nuove, e l'Italia, come si sa e come si torna oggi a vedere, è fervida incubatrice di tali mortifere esperienze. Oggi in Italia accade di nuovo perché un gruppo affaristico-delinquenziale ha preso il potere (si pensi a cosa ha significato non affrontare il «conflitto di interessi» quando si poteva!) e può contare oggi su di una maggioranza parlamentare corrotta al punto che sarebbe disposta a votare che gli asini volano se il Capo glielo chiedesse. I mezzi del Capo sono in ogni caso di tali dimensioni da allargare ogni giorno l'area della corruzione, al centro come in periferia: l'anormalità della situazione è tale che rebus sic stantibus, i margini del consenso alla lobby affaristico-delinquenziale all'interno delle istituzioni parlamentari, invece di diminuire, come sarebbe lecito aspettarsi, aumentano.
E' stata fatta la prova di arrestare il degrado democratico per la via parlamentare, e si è visto che è fallita (aumentando anche con questa esperienza vertiginosamente i rischi del degrado).
La situazione, dunque, è più complessa e difficile, anche se apparentemente meno tragica: si potrebbe dire che oggi la democrazia in Italia si dissolve per via democratica, il tarlo è dentro, non fuori.
Se le cose stanno così, la domanda è: cosa si fa in un caso del genere, in cui la democrazia si annulla da sè invece che per una brutale spinta esterna? Di sicuro l'alternativa che si presenta è: o si lascia che le cose vadano per il loro verso onde garantire il rispetto formale delle regole democratiche (per es., l'esistenza di una maggioranza parlamentare tetragona a ogni dubbio e disponibile ad ogni vergogna e ogni malaffare); oppure si preferisce incidere il bubbone, nel rispetto dei valori democratici superiori (ripeto: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, la difesa e la tutela del «pubblico» in tutte le sue forme, la prospettiva, che deve restare sempre presente, dell'alternanza di governo), chiudendo di forza questa fase esattamente allo scopo di aprirne subito dopo un'altra tutta diversa.
Io non avrei dubbi: è arrivato in Italia quel momento fatale in cui, se non si arresta il processo e si torna indietro, non resta che correre senza più rimedi né ostacoli verso il precipizio. Come?
Dico subito che mi sembrerebbe incongrua una prova di forza dal basso, per la quale non esistono le condizioni, o, ammesso che esistano, porterebbero a esiti catastrofici. Certo, la pressione della parte sana del paese è una fattore indispensabile del processo, ma, come gli ultimi mesi hanno abbondantemente dimostrato, non sufficiente.
Ciò cui io penso è invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io definirei un normale «stato d'emergenza», si avvale, più che di manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari, restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove, risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di affermazione e di sopravvivenza della lobby affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione elettorale.
Insomma: la democrazia si salva, anche forzandone le regole. Le ultime occasioni per evitare che la storia si ripeta stanno rapidamente sfumando. Se non saranno colte, la storia si ripeterà. E se si ripeterà, non ci resterà che dolercene. Ma in questo genere di cose, ci se ne può dolere, solo quando ormai è diventato inutile farlo. Dio non voglia che, quando fra due o tre anni lo sapremo con definitiva certezza (insomma: l'Italia del '24, la Germania del febbraio '33), non ci resti che dolercene.



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Messaggio Da Amantide_Religiosa Sab 16 Apr 2011, 02:20

rossadavino ha scritto:G.A.S.Fo.M. - Pagina 12 Gigli-selvatici

..................cresciuto in un'aridità di cuori pazzesco...................



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bellissima la foto e il fiore. sì sì!
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Messaggio Da VivaMatteo Sab 16 Apr 2011, 09:28

violablu ha scritto:Sentenza Thyssenkrupp, condanna a 16 anni

Bene, magra consolazione. Ameno hanno fatto in tempo a condannarli, avevo tenuto dopo l'ennesima porcata del processo breve...
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Messaggio Da G.Kaplan Sab 16 Apr 2011, 10:50

VivaMatteo ha scritto:
violablu ha scritto:Sentenza Thyssenkrupp, condanna a 16 anni

Bene, magra consolazione. Ameno hanno fatto in tempo a condannarli, avevo tenuto dopo l'ennesima porcata del processo breve...

Invece è un grandissimo precedente per tutti i casi di morti bianche Roz Icone
Sono molto felice
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Messaggio Da VivaMatteo Sab 16 Apr 2011, 10:57

G.Kaplan ha scritto:
VivaMatteo ha scritto:
violablu ha scritto:Sentenza Thyssenkrupp, condanna a 16 anni

Bene, magra consolazione. Ameno hanno fatto in tempo a condannarli, avevo tenuto dopo l'ennesima porcata del processo breve...

Invece è un grandissimo precedente per tutti i casi di morti bianche Roz Icone
Sono molto felice

Questo è vero, ma pensavo ai parenti... Qualunque condanna sembra niente... sorrisodiscuse
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