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Un nuovo caso per Hicks Factor - La scomparsa del diamante grezzo

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Messaggio Da AndreaX2 Mer 18 Nov 2009, 02:11

Appartenendo tecnicamente ad un genere diverso rispetto alle "cronache", ho pensato di recuperare questo post della scorsa edizione e dedicargli un post tutto suo... spero non me ne vogliano gli admin Un nuovo caso per Hicks Factor - La scomparsa del diamante grezzo 232406

Un nuovo caso per Hicks Factor - La scomparsa del diamante grezzo

Da settimane, negli uffici della H.F. Private Investigations i clienti
erano numerosi come pinguini nel deserto, ed il mucchio delle bollette
da pagare cresceva come una torta di mele con troppo lievito. Insomma,
per l’investigatore privato Hicks Factor, che poi sarei io, non era un
gran bel periodo.

Stavo meditando su come trovare nuovi gonz… ehm clienti, in fondo non
era possibile che i mariti gelosi e le mogli preoccupate si fossero
improvvisamente estinti (in fondo in questa città l’adulterio rimaneva
lo sport più praticato), quando la porta dell’ufficio si spalancò di
colpo. Mi gettai d’istinto sotto la scrivania, pensando all’arrivo di
qualche creditore, ma la visione di un tacco dodici e di una caviglia
ben tornita mi fece capire che doveva trattarsi di una cliente… e che
cliente!

Una bionda da infarto, che nonostante avesse evidentemente già fatto un
po’ di chilometri conservava in ottimo stato tutta la carrozzeria, mi
guardava con l’aria perplessa. <Mister Factor, lei deve aiutarmi, la
prego!>. Ricomponendomi sulla mia sedia, cercai di prendere il
controllo: <Ehm, stavo cercando un documento importante… mi dica,
Signora?> <SignorINA, Sammy. Sammy Venturah. Factor, lei deve
aiutarmi. Il mio diamante grezzo, il mio adorato Danny è scomparso.>
Mi ci vollero un po’ di domande ed alcuni minuti per capire che non si
riferiva ad un solitario proveniente dalle miniere del Congo, ma ad un
giovane cantante dalla voce di usignolo, vista da talpa e stazza da
ippopotamo. La bambola si occupava di reclutare questi cantanti per
farli ingaggiare dai night club della città, traendone un certo
profitto, a quanto pare. Ed ora, il più prezioso dei suoi “diamanti
grezzi” era scomparso.
Sporgendosi verso di me, tra un singhiozzo e l’altro, la bionda mi
supplicò: <Factor, posso chiamarla Hicks, vero? Danny è davvero
importante per me, io farei qualsiasi cosa per ritrovarlo, qualsiasi
cosa…”. Non sono mai riuscito a resistere alle lacrime di una bella
donna, specialmente se accompagnate da una generosa panoramica su una
terza abbondante, pertanto accettai il caso senza troppe esitazioni.

<Devo iniziare da qualcosa, dov’è stato visto il diamante… ehm,
Danny, l’ultima volta?> <Gli avevo trovato un ingaggio all’XYX.
Dopo il concerto, nessuno lo ha più visto>.

Così, messa su un taxi la mia nuova cliente (non senza qualche
rimpianto per non aver insistito per ricevere subito un anticipo sul
mio compenso), accompagnato dall’ululato in lontananza di un coyote, mi
diressi all’XYX.

Il locale era come me lo aspettavo: sfacciatamente pretenzioso come un
matrimonio italiano e triste come un funerale greco. Una rossa niente
male cercava di cantare, o almeno di non stonare troppo, accompagnata
da una band di immigrati clandestini. Lo spettacolo migliore lo davano
sicuramente le ballerine. Chiesi del proprietario, che conoscevo di
fama: Thomas Hiney. Si capiva a prima vista che era uno a cui piaceva
incassare, e non solo i soldi del locale. Stavo per chiedergli qualcosa
su Danny, quando venni urtato da un cameriere che per poco non mi versò
addosso il contenuto del vassoio. Fu Hiney ad intervenire:
<Giacomino, stai più attento con quel vassoio! Ambramarie, su, vieni
a pulire, forza! E voi, forza, non smettete di suonare che non è
successo niente!> <Mister Hiney, suppongo? Sto cercando
informazioni su Danny Slim, mi dicono che è qui che si è esibito
l’ultima volta.> <Slim? Ah sì certo. Le dico una cosa, signor
Factor, se è qui che sta cercando un diamante grezzo, è nel posto
sbagliato, qui ci sono solo cocci di bottiglia.>.

Dopo un’altra mezz’ora nel vocale potevo essere certo di due cose:
dell’assoluta mancanza di originalità e buon gusto del gestore, e del
fatto che non avrei trovato tracce di chi che stavo cercando. Stavo per
uscire, convinto di essere finito in un vicolo cieco, quando la
cassiera, un angelo bruno di nome Laurie, mi sussurrò all’orecchio
(insieme ad alcune altre cose che non vi interessano) “Hicks, prova da
Mary May Oh Nki”.

Mary May Oh Nki. Conoscevo quel nome. Si spartiva con l’irlandese
O’Reily e la sua banda buona parte del contrabbando di alcolici della
città, e si diceva che un tempo fosse la tenutaria di un bordello a
Shanghai. Fuori, i coyotes continuavano ad ululare, e la cosa
francamente non mi sembrava di buon auspicio.

Dovetti suonare più volte al campanello per farmi aprire. Il
maggiordomo della May Oh Nki, un tizio strano vestito come uno di quei
francesi che mangiavano le brioches invece del pane, probabilmente era
parzialmente sordo. Mi fece cenno di salire al piano superiore. Stavo
riflettendo su come ottenere dalla May Oh Nki le informazioni che mi
servivano, quando mi ritrovai alle prese con i suoi scagnozzi. Tre veri
bastardi. Prima che avessi tempo di mettere mano alla mia pistola, o
quanto meno a dei tappi per le orecchie, iniziarono a cantare Non
compro più speranza. Mi ritrovai senza nemmeno accorgermene, dopo pochi
minuti a terra con le orecchie doloranti. Infine, arrivò Mary. Da
terra, riuscii solo a rantolare <Confessa, cosa ne hai fatto di
Danny Slim?> <HA HA HA HA HA HA HA HA!> la May Oh Nki rideva
con la bocca talmente aperta da poterle contare le otturazioni, e
talmente forte che schivai per un niente i frammenti del lampadario.
<Bravo Factor, bravo, mi sei piaciuto! Ma cosa vuoi che me ne faccia
io di quel coso lì? Sarà stato Morgan, che è un bravo ragazzo ma ogni
tanto mi fa girare le…>.

Sembrava sincera, e mi aveva dato una nuova pista: Morgan. Anche lui un
soggetto poco raccomandabile, un infiltrato a capo del traffico di
musica decente in prima serata. Matto come un cavallo ed imprevedibile
come la pallina di una roulette truccata. Il solito coyote non
contribuiva a calmare il dolore dei miei timpani ancora sanguinanti,
mentre mi avvicinavo a Villa Battiato, residenza dell’ex bucaniere.

Un domestico di mezza età, con i capelli rossi in disordine ed una voce
possente mi annunciò: Morgan era nel salone principale. Scalzo, suonava
il pianoforte a coda con i piedi, recitando versi strazianti di un
poeta russo, credo, e sorseggiando una bevanda dall’aspetto poco
rassicurante. Nel delirio, riuscii a cogliere questo frammento:
<Sammy… tutti me li ha fatti fuori, tutti… lei e quell’altra
carampana… Elisa, Chiarastella… Enrico… Noemiiiii Noemiiiiiii ah, ma la
pagheranno…. Ah se la pagheranno…>. Quei nomi non mi dicevano nulla,
ma forse per la prima volta in questo caso ero sulla pista giusta. Mi
stupii nel veder comparire accanto a lui un uomo di chiesa, un
cardinale, che mi venne presentato dal domestico come Monsignor Rodini.
<Vedi, figliuolo, il povero Morgan ultimamente è come dire… un po’
instabile. Per carità cristiana io lo assisto e non lo lascio mai solo.
Parla di vendicarsi, ma in realtà, è buono come uno degli apostoli ed è
assolutamente inoffensivo>. Del catechismo non ricordo molto, ma mi
pare che anche Giuda Iscariota fosse uno degli apostoli. <Eminenza,
sto indagando sulla sparizione di Danny Slim>. <Che il Signore lo
abbia in gloria, povero figliuolo. Non lo troverai certo qui. Posso
assicurarti che nessuno è entrato o uscito da questa casa negli ultimi
giorni, comunque puoi controllare tu stesso>. Così feci, ed in
effetti ancora una volta trovai solo pacchi di lettere d’amore
indirizzate a Morgan dalle povere internate nel locale morganicomio.

Avevo trascurato qualcosa? Forse era il caso di andare a trovare Sammy
Venturah a casa sua, in cerca di maggiori indizi. Ero ormai ad un
isolato dalla casa, e l’ululato di questo maledetto coyote si stava
facendo insopportabile… un momento! Ora era tutto chiaro, dovevo solo
chiamare la polizia.

Della faccenda se ne occupò il Capitano Facchinetti, un bravo ragazzo,
anche se non troppo sveglio: si era arruolato credendo che sarebbe
entrato a far parte dei Police. Fece poi carriera arrestando un giro di
prostitute sulla seconda strada, cosa che ripeteva in continuazione. (* questa è una delle mie battute preferite, passata quasi inosservata l'anno scorso, quindi ci tengo a sottolinearla ora)
Mentre i suoi uomini portavano via in manette la Venturah (lo sguardo
gelido che questa mi riservò mi fece rabbrividire), il capitano mi
chiese: <Factor, ma come hai capito che la Venturah stessa aveva
rapito Danny Slim per incassare l’assicurazione e fuggire a Finale
Ligure con il suo maggiordomo ed il loro figlio adottivo Yuri?>
<Elementare, Facchinetti. Siamo a Milano, mica nel Nevada, e qui non
ci sono coyotes. Pertanto, quell’urlo straziante poteva essere solo il
diamante grezzo che si esercitava nella cantina della Venturah,
convinto da questa di essere in un posto chiamato “sala prove”>.
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Messaggio Da AndreaX2 Mer 18 Nov 2009, 11:42

Ovviamente, il problema di questo genere, la satira, è che invecchia molto velocemente...
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Messaggio Da lepidezza Mer 18 Nov 2009, 11:47

no ma che dici..andrea!
danny slim è ancora tra noi..
anzi mettile tutte le cronache.. memoria storica! occhiolino
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Messaggio Da bellaprincipessa Mer 18 Nov 2009, 11:53

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