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Musica, Media e Discografia

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Messaggio Da Cantastorie Mer 03 Mar 2010, 20:09

sono settimane che ho in mente di approfondire a piu' voci un thread che ospiti piu' opinioni/punti di vista in merito a quanto hanno eloquentemente sintetizzato sia Rodini in un articolo che in tanti abbiamo apprezzato che Pagani giorni fa ad Annozero.

I piloni (attori sociali in gioco) di quel discorso per me sono:

A - La propensione ad omologare il gusto popolare riguardo alla musica, come alla tv, alla radio,al cinema, alla letteratura verso una qualità medio-bassa, tale da appiattirne i gusti e da ridurne le capacità critiche....che vadano oltre al mero gusto personale del mi piace/non mi piace. In quest'ottica, gli attori sociali sono:
Lo spazio risibile che occupa l'educaz. musicale a scuola
La logica dei media (tv e radio) che ASSECONDA l'aspetto Mercantile dell'offerta musicale, lasciando briciole qua e là per quei generi musicali che non hanno largo seguito.


B - La considerazione della musicaleggera alla stregua di qualunque prodotto commerciale, senza considerarne la specificità e la dimensione artistica per cui l'industria discografica non si distingue nei metodi di scelta e promozione da quella che si occupa di qualunque Merce.
Qui gli attori sono gli investitori nel settore discografico, sia chi investe i soldini che coloro che elaborano progetti e strategie. Scarso coraggio, scarsa Costruzione....alimentiamo cio' che già il gusto popolare digerisce, l'omogeneizzato indistinto buono per tutti i palati.

C - La disponibilità/indisponibilità degli artisti (già affermati o medio-affermati o ancora ignoti) a piegarsi/sottrarsi alla logica del punto 2. Quali sono le alternative fattibili per chi ha già un NOME da difendere e per chi quel NOME se lo sta costruendo e infine per chi ANCORA ha da venire.

A-B-C sono indissolubilmente legati e si condizionano a vicenda come atomi che collaborano o divergono entro la stessa molecola.

...........................

Da quanto piu' volte letto e commentato qui, provo ad elencare alcuni spunti che potrebbero dipanare qualche filo della matassa, illuminare qualche tassello del mosaico, qualche linea-guida in grado di farci da apripista per avere le idee piu' chiare in merito:

1 - Perchè in campo musicale, si rischia/sperimenta/diffonde così poco?
Perchè è così importante avere immediatamente un riscontro - vendite tale da tranquillizzare il discografico a reinvestire sull'artista che s'è appena affacciato?
Detta in altri termini: perchè è consentito solo agli artisti di prolungata,chiara, trasversale fama di SCEGLIERE e di sbagliare?

2 - Perchè fino a qualche decennio fa si riusciva ad avere un PATRIMONIO MUSICALE comune, riconosciuto, diffuso, che andava oltre il gusto personale e la contingenza del momento?
In altri termini, facendo un esempio, perchè "Un giorno credi" di Bennato fa battere il cuore a distanza di trent'anni e passa (anche a chi non era manco nato) e se devo scegliere una canzone degli ultimi 15 anni non me ne viene in mente UNA che sia una che abbia la stessa forza - collante?

3 - Quanta influenza ha il NON musica, il NON suono...chiamatelo look, chiamatelo charme, chiamatelo todo extra-musicale? Se penso ai "capelloni o fricchettoni di metà anni sessanta", là contava il look , come contavano i capelli biondi e la poca voce di PattyPravo, ma non erano PRIMARI, non venivano prima della musica che quei tali cantavano o diffondevano?
Perchè la musica è diventata secondaria/complementare? E' successo con l'avvento dei video-clip, con l'avvento dei cantanti-non cantanti (cito Madonna per es.)....quand'è che la musica ha smesso di esser l'epicentro per lasciar il posto alla cornice?
E' come se andando ad una mostra di pittura, si parlasse piu' delle cornici dei quadri anzicchè della forza espressiva e dell'arte espressa dal pittor X.

4 - Perchè è sempre piu' diffusa l'abitudine - anche per i PRIMI DELLA CLASSE - di pubblicare compilation con pochissimi inediti, dvd di concerti live, diradando di A N N I l'uscita di cd nuovi di zecca? Cos'è che inibisce la vena creativa o la scommessa sugli inediti?

5 - E ultima, promesso:
l'abitudine ormai diffusa di ascoltare le canzoni in formati compressi - gli mp3 - e attraverso strumenti che ISOLANO le orecchie (cuffiette, ipod e similari), il conseguente aumento del VOLUME ascolto, ha un'incidenza nell'abbassamento delle PRETESE sonore di chi ascolta?
Parallelamente: l'uso et abuso di amplificatori e marchingegni di natura elettrica nella confezione musicale potenzia o impoverisce la nostra capacità di ascoltare?
-------------------
I nomi di cantanti-artisti che ho citato sono solo a titolo di esempio-recupero di memoria, non alcun intento di esprimere valutazioni di alcunchè natura.

Mi piacerebbe che questo thread non fosse uno scambio di gusti musicali del tipo : mi piace questo e non mi piace quello...ma che si provasse ad interagire dimenticando del tutto la pretesa di Affermare il proprio punto di vista o l'anzianità anagrafica o qualunque altro parametro soggettivo.


Riporto nel prox commento gli stralci dell'articolo di Andrea Rodini e la trascrizione fatta da Bea di una parte dell'intervento di Mauro Pagani ad Annozero, perchè le loro parole, uno osservatore-giornalista e l'altro in prima linea quale autore musicale di qualità dalla 40ennale esperienza, assumono un peso specifico rilevante rispetto a quanto ho cercato di delineare.
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Messaggio Da Cantastorie Mer 03 Mar 2010, 20:12

Rodini

Va bene Sanremo a patto che da qualche parte sui canali istituzionali ci sia lo spazio ANCHE per la musica altra.
Invece nulla. Nulla di nulla.
Qualche raggio di luce c'è: Musicultura, premio Tenco, premio Gaber, De Andrè.
Però fateci caso.: questi premi oltre che non trovare nessuno spazio sui grandi media, sono intitolati ad artisti (deceduti) che in un'altra epoca hanno fatto la storia della musica italiana. ITALIANA, non di nicchia.
Ma in questo periodo, quando vengono ricevuti i capi di stato esteri, in rappresentanza della cultura italiana li si porta al Bagaglino
Ma vi rendete conto che se nascesse domani un De Andrè, non se ne accorgerebbe nessuno?!
Perché non esiste allo stato attuale uno spazio che lo accoglierebbe, per non parlare della discografia.
Poi mi sono chiesto che cosa posso fare io in tutto questo.
Scrivere e continuare ad insegnare come faccio. Credo sia arrivato il momento però, che ciascuno faccia il suo.
Alzate la voce ogni volta che potete.

Andrea Rodini


--------------------------------



a partire dal minuto 2'50 ...fino a 5'30

Mauro Pagani interviene ad Annozero..

Quando parliamo di musica e di tutto il mondo dell'immaginario legato alla musica,
noi assommiamo tre cose che non dovrebbero essere assommate.

A. La musica è la seconda lingua che ogni nazione parla:
usa la lingua principale per parlare e la musica per esprimere anche il lato irrazionale e
la parte migliore di sé. Infatti noi di molte nazioni conosciamo poco però abbiamo un'immagine
delle popolazioni attraverso la musica che fanno. Molti di noi non sono andati in Africa
ma la musica africana ci consegna molto.Molti si noi non sono stati in Spagna ma il flamenco...
ecc, ecc. Allora proprio per questo noi dovremmo avere diritto e accesso obbligatorio a scuola
della musica perché è una lingua che dovremmo imparare, perché è un diritto che compete ogni bambino.

B.Questa cosa ci permetterebbe di esprimerci e di raccontare quello che abbiamo da raccontare,
assumere quelli che una volta si chiamavano mezzi critici per difenderci dai condizionamenti di massa.

C. Noi facciamo coincidere la nostra volontà di esprimerci e la volontà di esprimersi dei ragazzi
con quello che l'industria produce, che è la merce, che sono le canzoni con cui ha a che fare Sanremo,
per esempio.
La merce non è rappresentativa della nostra voglia di esprimerci o di quello che avremmo da dare:
la merce è quello che passa il convento, organizzato da degli industriali, da dei commercianti
che commerciano in canzoni con la stessa avvedutezza, volontà di risparmio e volontà di risparmiare
di coloro che commerciano in prosciutto, pere, arti artificiali, bombe a mano.
Il problema è ancora a monte: l'industria è diventata così autoreferenziale che ha costruito
un sistema che passa attraverso un setaccio coi buchi rettangolari
in cui passano solo gli oggetti rettangolari. Chi commercia e trasmette la musica?
Le radio. Le radio si definiscono "radio commerciali" perché
il loro obiettivo non è rendere lieta la giornata dell'ascoltatore,
l'obiettivo è vendere più cari gli spot che gli inserzionisti fanno sulle radio. (Mauro Pagani)
---------------------------------
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Messaggio Da miniatina Ven 05 Mar 2010, 15:47






Ultima modifica di miniatina il Ven 05 Mar 2010, 15:51 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da miniatina Ven 05 Mar 2010, 15:59

http://it.qoob.tv/video/clip_view.asp?id=15381 (intervista integrale)
(da 3.45.... sul diritto/necessità di un artista di essere "incoerente", cioè di non ripetersi, ricercare...)
Da 4.52: La musica Italiana nel dibattito internazionale : perchè l'Italia non è competitiva? Egemonia Inglese/Americana



il problema della lingua... da 1.34 circa: quando Battiato va in studio di registrazione è un evento, dovrebbe esserlo anche per David Bowie, e invece non lo è perchè NON LO SA. E perchè non lo sa?




piccola polemica su aram quartet e discografia... da 2.28 circa


]
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Messaggio Da Cantastorie Sab 06 Mar 2010, 13:10

A - La propensione ad omologare il gusto popolare riguardo alla musica, come alla tv, alla radio,al cinema, alla letteratura verso una qualità medio-bassa, tale da appiattirne i gusti e da ridurne le capacità critiche....che vadano oltre al mero gusto personale del mi piace/non mi piace. In quest'ottica, gli attori sociali sono:
Lo spazio risibile che occupa l'educaz. musicale a scuola
La logica dei media (tv e radio) che ASSECONDA l'aspetto Mercantile dell'offerta musicale, lasciando briciole qua e là per quei generi musicali che non hanno largo seguito.

..........................

Questo è l'ambiente, il contesto in cui si trovano ad interagire sia gli Industriali Discografia che gli artisti musicali.

L'orientamento musicale, il cosiddetto GustoPopolare non è un circuito che partendo dal basso, viene elaborato, sperimentato, mediato dall'arte/professionalità degli artisti e viene RESTITUITO ai fruitori, arricchito di bellezza.

E' uno scarabocchio, pensato come uno scarabocchio, prodotto come uno scarabocchio e giustificato come uno scarabocchio.

Qual è infatti la MUSICA che viene prodotta e diffusa? E' multiforme? E' multiradice? E' uno scopiazzamento generale di cio' che s'è già sentito?
E perchè si scopiazza? Perchè non si vuol correre il Rischio, perchè è piu' facile rifarsi a qualcosa che è già nelle orecchie di chi deve poi fruirne.
Ecco perchè in tv e nelle radio (commerciali quest'ultime) ciò che viene SCELTO d'esser trasmesso appartiene ad un ristrettissimo, limitatissimo, circoscrittissimo raggio: quello a cui le orecchie sono "abituate" da decenni ormai.....e ancora peggio: viene sostenuto che SOLO quello funziona....come se 200 anni qualcuno avesse detto a Beethoven: le sinfonie non vanno di moda caro, scrivi sonate per un solo strumento, musica da camera che quelle le vendiamo come l'acqua... Come se 50 anni fa qualcuno avesse detto a Modugno..No, non cantare in dialetto e non scrivere la musica delle tue canzoni....tu non sei un cantante perchè non hai la voce di Togliani/Villa ....o come se uno avesse detto a Gaber: No no le canzonette non possono trattare di temi "sociali"...solo amorucci, incontrucci, cornucce...e basta...chessò sti testi d'autore...no no, solo te vojo bben please.

ma se è uno scarabocchio scopiazzato, se cio' che deve comunicare è "svago & leggerezza", tantovale che ci sia un ritmo simile, dei suoni simili, delle voci simili...ah già, che parlino un unico idioma - l'inglese - così che un indonesiano senta e si identifichi con un UGUALE universo musicale.....felice e beato di ascoltare la stessa musica di un canadese, di un boliviano ...di un nigeriano. Evviva.

C'è un ma, grande come una casa. Se la musicaleggera è portatrice di CulturaPopolare (ossia si identifica con un TEMPO e uno SPAZIO preciso, definito, individuato) se un indonesiano HA la stessa musica di un canadese....una musica che si esprime in una lingua che non è quella del suo sentire, che NON ha la ritmica della sua cultura, che non è attraversata da segni di IDENTIFICAZIONE...allora quella MUSICA non ha nulla a che fare con la CULTURA...ne è espulsa, in nome dell'OMOLOGAZIONE - o della colonizzazione unidirezionale (perchè l'unica musica esportabile è quella che parla inglese, che ha i suoni - canoni del pop/rock....il resto della musica, nello sgabuzzino dei singoli paesi).

Gli artisti che vogliono esportare...hanno un'unica autostrada: o percorrono quella o ciccia.
Eppure c'è stato un tempo in cui c'era la bossa nova brasiliana, la milonga o il tango argentino, il reggae giamaicano, il country americano...

Lo spiraglio qual è? Sembrerà paradossale, ma uno spiraglio possibile è Internet e la sua facilità di accesso-ascolto-download di musiche e Video provenienti da ambiti e tradizioni diverse......E invece di incoraggiare quel "mercato", regolandone in qualche modo la legalità di download...gli si punta il ditocontro, come fosse il parassita che distrugge la discografia e il diritto d'autore...
............................................................

Ho divagato? Si, perchè quello che voglio fare è offrire piu' spunti possibile...non uno scritto piano e lineare... uno zigzag, una corsa a ostacoli....chi resta in piedi, la vince.
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Messaggio Da ForsesiForseno Mer 10 Mar 2010, 12:25

il discorso di Mauro Pagani è molto interessante e anche condivisibile, ma presenta soltanto una faccia della medaglia ...

La merce non è rappresentativa della nostra voglia di esprimerci o di quello che avremmo da dare:
la merce è quello che passa il convento, organizzato da degli industriali, da dei commercianti
che commerciano in canzoni con la stessa avvedutezza, volontà di risparmio e volontà di risparmiare
di coloro che commerciano in prosciutto, pere, arti artificiali, bombe a mano.


ok, ma l'artista, in tutto questo, dove lo collochiamo ... quali sono le scelte che hanno portato a sposare(?) o a introdurre(?) questo nuovo mercato?
sono gli industriali che per primi hanno organizzato il convento o sono gli artisti che hanno prodotto tale merce, che strizzava l'occhio al nuovo sistema di comunicazione, più diffuso, per vaste platee?

È stata più forte la brama di denaro di quanti hanno investito su prodotti musicali di largo consumo o è stata più forte l'ambizione dell'artista di diffondere il più possibile il proprio lavoro, guadagnando maggiore fama, aprendo una via preferenziale al ruolo del professionista, rispetto a quello dell' artista?

Quanto è stata forte la tentazione di assuefarsi, sempre di più nel tempo, a nuove modalità di espressione e di comunicazione nei confronti non soltanto di un pubblico circoscritto, ma delle masse?
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Messaggio Da ForsesiForseno Mer 10 Mar 2010, 12:58

un esempio di come a questa tematica si possano aggiungere elementi esclusivamente soggettivi (che hanno poco a che fare con una obiettiva esperienza musicale) è il video sul business discografico ...

qui Morgan parla di sue abitudini, suoi gusti personali, non ascolta interpreti ... perfetto, è una sua scelta legittima che però lo pone in una condizione parziale rispetto all'argomento.

La storia della musica è piena di grandi autori che hanno composto grandi pezzi perchè ispirati da grandi interpreti, senza i quali mancherebbe una fondamentale componente di espressione artistica nell'ambito della musica leggera: "CANTARE", visto che una buona metà dei cantautori, nel mondo, non aveva e non ha grandi capacità nella resa canora (in Italia ancora peggio, visto che sono anni che non ci sono grandi interpreti, capaci realmente di cantare).

Rimango perplesso anche rispetto all'altro video, quello sui testi. Dunque Morgan afferma che i migliori testi siano quelli degli autori di hip hop, perchè trattano certe tematiche. È così, basta trattare certe tematiche per assicurarsi un giudizio considerevole? Un buon testo si risolve nella scelta della tematica o possiamo apprezzare come vengono composte le parole, indipendentemente dall'argomento di cui trattano?
La banalità risiede nel tipo di tematica o nel modo in cui si ha l'arte di trattarla?
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Messaggio Da ForsesiForseno Mer 10 Mar 2010, 13:20

Cantastorie ha scritto:

1 - Perchè in campo musicale, si rischia/sperimenta/diffonde così poco?
Perchè è così importante avere immediatamente un riscontro - vendite tale da tranquillizzare il discografico a reinvestire sull'artista che s'è appena affacciato?
Detta in altri termini: perchè è consentito solo agli artisti di prolungata,chiara, trasversale fama di SCEGLIERE e di sbagliare?

forse perchè la musica è inevitabilmente un prodotto. Quando produci una serie di vinili, poi cd in serie, quelli sono un prodotto industriale ... c'è poco da fare. Allora forse si può discutere sulle modalità del gestire un mercato come quello discografico, ma non si può negarlo

il ritorno ci deve essere eccome, altrimenti come fai a produrre. Non si può continuare a parlare di artisti come se non fossero dei professionisti.
Se dipingo su tela, a casa mia, do libero sfogo alla mia creatività, filtrata da zero elementi esterni ... se dipingo con l'intento di mettere in vendita le mie tele, sono consapevole del fatto che ho due possibilità:

1- mi adeguerò alle "richieste" del mercato se voglioguadagnare e se desidero che la mia comunicazione arrivi a più persone possibili

2- non se ne parla, non sacrifico la mia creatività per il mercato, proverò a diffondere le mie espressioni artistiche senza poter prevedere il gradimento pubblico, forse non riuscirò a vivere della mia arte


Ah, agli artisti affermati è consentito proporre altro (e non sempre) perchè ormai hanno conquistato il pubblico, hanno un nome ... o meglio, hanno un marchio che vendono. Il loro nome basta a fare acquistare il loro cd.
Tutti i grandi artisti italiani entrano in classifica, nella prima settimana, con un boom di vendite, soprattutto grazie alle prenotazioni ... quindi senza un ascolto e una valutazione a priori da parte del pubblico, che acquista il marchio (tanto per chiarire quello che ho espresso altrove, che non è vero che chi fa buona musica poi la venda in modo diverso dagli altri ... sempre di mercato si tratta)
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Messaggio Da ForsesiForseno Dom 14 Mar 2010, 20:06

Discografia in crisi, ragioni e colpevoli

http://espresso.repubblica.it/multimedia/6567211/1/1

http://espresso.repubblica.it/multimedia/6567211/1/2

http://espresso.repubblica.it/multimedia/6567211/1/3
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Messaggio Da Cantastorie Dom 14 Mar 2010, 20:22

vedrò le tre parti inchiesta.. grazie Forsesì OCCHEI!

Da quanto so, nei contratti stipulati tra artista/gruppo affermato e casa discografica c'è un Accordo preventivo : ogni tot tempo, l'artista è tenuto a fornire un Nuovo lavoro che poi la casa discografica distribuirà per le vendite.
La casa discografica fa affidamento nel calcolo pre-vendita del bacino-fans del tal artista...ossia di quegli acquirenti che comprano-prenotano a "scatola chiusa"...
La strategia presuppone ANCHE l'ampliamento di quel bacino-fans?
E come l'allarghi quel bacino? Coi famigerati passaggi-marchetta televisiva e con i PATTI tra casa discografica e RADIO commerciali..che naturalmente stanno a guardare al loro "profitto": non conta na mazzafionda se la canzone sia bella o brutta, se abbia o meno un testo o un tema musicale originale/qualitativamente alto: L'importante è che la canzone invece "scivoli", sia radiofonica, abbia ritmica e un trallallà tormentone che ti resta appiccicato addosso ....come erano una volta le canzonette per il mercato estivo del Cantagiro..
solo che stanno a produrre- far uscire le canzonette del mercato estivo anche a novembre..

Si dice che il settore - remunerativo vero per gli artisti sia quello dei tour- spettacoli live...e che la fetta - vendita cd sia solo un'entrata economica limitata.
Sarà per questo che sono anni che certa fascia di cantanti-gruppi si ostinano a far uscire cofanetti-compilation - live o meno ..con al massimo due-tre inediti di DUBBIA valenza.

E' secondario se un artista-autore ha forse bisogno di maggiori tempi per presentare un prodotto di qualità alta...quel che conta è sfornare pagnotte o ricicli vari.
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Messaggio Da Violatrix Dom 14 Mar 2010, 20:54

ForsesiForseno ha scritto:il discorso di Mauro Pagani è molto interessante e anche condivisibile, ma presenta soltanto una faccia della medaglia ...

La merce non è rappresentativa della nostra voglia di esprimerci o di quello che avremmo da dare:
la merce è quello che passa il convento, organizzato da degli industriali, da dei commercianti
che commerciano in canzoni con la stessa avvedutezza, volontà di risparmio e volontà di risparmiare
di coloro che commerciano in prosciutto, pere, arti artificiali, bombe a mano.


ok, ma l'artista, in tutto questo, dove lo collochiamo ... quali sono le scelte che hanno portato a sposare(?) o a introdurre(?) questo nuovo mercato?
sono gli industriali che per primi hanno organizzato il convento o sono gli artisti che hanno prodotto tale merce, che strizzava l'occhio al nuovo sistema di comunicazione, più diffuso, per vaste platee?

È stata più forte la brama di denaro di quanti hanno investito su prodotti musicali di largo consumo o è stata più forte l'ambizione dell'artista di diffondere il più possibile il proprio lavoro, guadagnando maggiore fama, aprendo una via preferenziale al ruolo del professionista, rispetto a quello dell' artista?

Quanto è stata forte la tentazione di assuefarsi, sempre di più nel tempo, a nuove modalità di espressione e di comunicazione nei confronti non soltanto di un pubblico circoscritto, ma delle masse?

Leggi l'articolo che ho postato qui:
https://xfactor.forumattivo.it/attualita-notizie-f4/google-chiude-i-blog-musicali-senza-avvertire-t1193.htm#201472
Questo articolo mi è stato girato da un musicista molto importante, amico mio, che da anni ha deciso di sganciarsi dalle major e distribuire la sua musica... con successo. A volte gratuitamente, altre tramite iTunes. Il suo fenomeno era nato come indipendente, poi massificato, per poi tornare indipendente.
Per svincolarsi dalle pressioni delle major.
Ed è stata una scelta vincente.
Certo, bisogna avere palle d'acciaio, eh! Ma, che io sappia, gente di altissimo livello fa la fila per collaborare con lui... e lui continua a denunciare la politica delle major via web. E' sulla rete che esistono gli ultimi sprazzi di libertà. Musica, Media e Discografia 28293

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(G. I. Gurdjieff)
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Messaggio Da ForsesiForseno Mer 17 Mar 2010, 00:14

Cantastorie ha scritto:vedrò le tre parti inchiesta.. grazie Forsesì OCCHEI!

Da quanto so, nei contratti stipulati tra artista/gruppo affermato e casa discografica c'è un Accordo preventivo : ogni tot tempo, l'artista è tenuto a fornire un Nuovo lavoro che poi la casa discografica distribuirà per le vendite.
La casa discografica fa affidamento nel calcolo pre-vendita del bacino-fans del tal artista...ossia di quegli acquirenti che comprano-prenotano a "scatola chiusa"...
La strategia presuppone ANCHE l'ampliamento di quel bacino-fans?
E come l'allarghi quel bacino? Coi famigerati passaggi-marchetta televisiva e con i PATTI tra casa discografica e RADIO commerciali..che naturalmente stanno a guardare al loro "profitto": non conta na mazzafionda se la canzone sia bella o brutta, se abbia o meno un testo o un tema musicale originale/qualitativamente alto: L'importante è che la canzone invece "scivoli", sia radiofonica, abbia ritmica e un trallallà tormentone che ti resta appiccicato addosso ....come erano una volta le canzonette per il mercato estivo del Cantagiro..
solo che stanno a produrre- far uscire le canzonette del mercato estivo anche a novembre..

Si dice che il settore - remunerativo vero per gli artisti sia quello dei tour- spettacoli live...e che la fetta - vendita cd sia solo un'entrata economica limitata.
Sarà per questo che sono anni che certa fascia di cantanti-gruppi si ostinano a far uscire cofanetti-compilation - live o meno ..con al massimo due-tre inediti di DUBBIA valenza.


E' secondario se un artista-autore ha forse bisogno di maggiori tempi per presentare un prodotto di qualità alta...quel che conta è sfornare pagnotte o ricicli vari.

il discorso della maggiore importanza dei live lo avevamo già accennato nella disamina delle prospettive future dei talent. Sai che vedo uno spiraglio proprio in questo?
Nell'inchiesta si fa riferimento a diverse fasi della discografia

Anni '70 il potere in mano agli artisti
Anni '80 il potere è delle radio
Anni '90 la figura professionale del discografico si affievolisce, si squalifica, tutti si improvvisano

Forse l'unico vero potere che potrebbero esercitare gli artisti, ad oggi, è il live. Intanto perchè nel live l'artista ha la "completa" libertà di impostare, modificare, improvvisare quello che canta, poi perchè per i veri artisti da live (si parla di musicisti o di voci che rendono particolarmente dal vivo) potrebbero proporre dei cd live come si deve. Addirittura si potrebbe sperimentare il cd live come vero prodotto discografico. Cioè, abolire o limitare i cd studio, e quindi tutto il lavoro e le logiche che deprimono la professionalità dell'artista ... e ti ritrovi un prodotto che è frutto di un percorso sperimentale, durante i concerti, che può farti presentare un repertorio di maggiore qualità, senza il rischio di essere bocciato subito dal mercato, perchè passa prima al vaglio della gente, e non delle radio.
Se un artista propone, presenta qualcosa che funziona nei live, ha maggiore potere nel far valere la sua linea per la produzione del cd.
Non so se l'ho sparata grossa ... vale la pena azzardare qualche ipotesi, visto che la condizione attuale è realisticamente deprimente :sorriso4:
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Messaggio Da ForsesiForseno Mer 17 Mar 2010, 01:16

Bea ha scritto:
ForsesiForseno ha scritto:il discorso di Mauro Pagani è molto interessante e anche condivisibile, ma presenta soltanto una faccia della medaglia ...

La merce non è rappresentativa della nostra voglia di esprimerci o di quello che avremmo da dare:
la merce è quello che passa il convento, organizzato da degli industriali, da dei commercianti
che commerciano in canzoni con la stessa avvedutezza, volontà di risparmio e volontà di risparmiare
di coloro che commerciano in prosciutto, pere, arti artificiali, bombe a mano.


ok, ma l'artista, in tutto questo, dove lo collochiamo ... quali sono le scelte che hanno portato a sposare(?) o a introdurre(?) questo nuovo mercato?
sono gli industriali che per primi hanno organizzato il convento o sono gli artisti che hanno prodotto tale merce, che strizzava l'occhio al nuovo sistema di comunicazione, più diffuso, per vaste platee?

È stata più forte la brama di denaro di quanti hanno investito su prodotti musicali di largo consumo o è stata più forte l'ambizione dell'artista di diffondere il più possibile il proprio lavoro, guadagnando maggiore fama, aprendo una via preferenziale al ruolo del professionista, rispetto a quello dell' artista?

Quanto è stata forte la tentazione di assuefarsi, sempre di più nel tempo, a nuove modalità di espressione e di comunicazione nei confronti non soltanto di un pubblico circoscritto, ma delle masse?

Leggi l'articolo che ho postato qui:
https://xfactor.forumattivo.it/attualita-notizie-f4/google-chiude-i-blog-musicali-senza-avvertire-t1193.htm#201472
Questo articolo mi è stato girato da un musicista molto importante, amico mio, che da anni ha deciso di sganciarsi dalle major e distribuire la sua musica... con successo. A volte gratuitamente, altre tramite iTunes. Il suo fenomeno era nato come indipendente, poi massificato, per poi tornare indipendente.
Per svincolarsi dalle pressioni delle major.
Ed è stata una scelta vincente.
Certo, bisogna avere palle d'acciaio, eh! Ma, che io sappia, gente di altissimo livello fa la fila per collaborare con lui... e lui continua a denunciare la politica delle major via web. E' sulla rete che esistono gli ultimi sprazzi di libertà. Musica, Media e Discografia 28293

sì Bea, ho letto il thread e grazie OCCHEI!
parto dal fatto che non conosco perfettamente la situazione all'estero, mi chiedo se ci siano le stesse condizioni che ci sono nel nostro paese.
Ad esempio riguardo all'articolo che ti è stato girato (che tristezza ... ), rimango spiazzato ... mi sono chiesto come sia la situazione in Italia. Non so effettivamente come vengano gestite le risorse internet. Quante siano indipendenti dal controllo delle case discografiche o dalle radio ... insomma la cosa mi incuriosisce molto.

Come mi incuriosisce sapere il perchè il tuo amico sia uno dei pochi (me lo confermi?) che abbia tentato una strada del genere. Quali sono i pro e i contro? E quale obiettivo si soddisfa? Siamo sempre lì, dipende dall'artista e da quello che vuole ottenere con il suo lavoro, con la sua arte.

Qui in Italia, che io sappia, di artisti affermati, soltanto gli Elio hanno tentato qualcosa in questo senso (correggimi se il paragone non è calzante) ... mi sembra ne abbiate parlato anche in un vecchio thread, ma non ricordo quale ...
Perchè? Gli altri? Cioè gli artisti cosa vogliono?
È soltanto una questione di coraggio o si cercano dei vantaggi che soltanto le major possono offrire?
Io sento continuamente lamentele da parte di molti, gli stessi che continuano a ruotare intorno allo stesso giro, magari tentano altro, poi ritornano ... insomma non si decidono.
In pratica è il quesito che mi ponevo prima. Oltre alla certificata incapacità dei discografici, c'è una forte collaborazione di chi fa musica nel non voler cambiare le carte in tavola?
Vado in OT perchè mi interessa il discorso generale
ma ti faccio un esempio per farmi capire.
Morgan che vuole smascherare continuamente la Sony, ha fatto un contratto con la Sony, sta con loro ... non ha 18 anni eppure ancora si trova imballato con le major, da tre anni fa il giudice in un format finanziato da una major.

Non è l'unico a ragionare così. Forse le aspettative degli artisti incidono sulla crisi discografica molto di più di quello che si possa pensare.
Io la chiamo corresponsabilità
correggimi se sbaglio ...
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Messaggio Da sofia x Dom 21 Mar 2010, 03:34

non ci sono soldi e siamo tutti attaccati all'idea romantica della casa discografica = talent scout.il talent scout è una figura morta.ed è stata sostituita dal talent show.in questo modo la casa discografica (che è un'azienda in tutto e per tutto) limita i costi di comunicazione (usa la tv)e di promozione...:) il fatto è che non gli si può recriminare nulla perchè svolge in tutto e per tutto le funzioni di una normalissima azienda. tutto qui.:)
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Messaggio Da Ospite Dom 21 Mar 2010, 03:39

sofia x ha scritto:non ci sono soldi e siamo tutti attaccati all'idea romantica della casa discografica = talent scout.il talent scout è una figura morta.ed è stata sostituita dal talent show.in questo modo la casa discografica (che è un'azienda in tutto e per tutto) limita i costi di comunicazione (usa la tv)e di promozione...:) il fatto è che non gli si può recriminare nulla perchè svolge in tutto e per tutto le funzioni di una normalissima azienda. tutto qui.:)

e quindi tutto è legato al fatto di vendere , se un cantante non esplode subito nel mercato vendendo moltissimo, ha zero possibilità che gli venga prodotto un nuovo cd.
come azienda bada unicamente al profitto, se c'è bene, sennò si cambia prodotto, no?

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Messaggio Da sofia x Dom 21 Mar 2010, 03:55

esattooooooooo!!!!ma questo vale solo per gli emergenti..oggi si ragiona per esempio per singoli. se il primo singolo va bene..allora se ne fa un secondo ...un terzo e poi forse l'album. ripeto questo è per gli emergenti. per i veterani non c'è problema. anzi sono i cantanti della vecchia guardia che risanano le tasche delle case discografiche. si tende a non spendere.ad andare sul sicuro. sono logiche guidate da statistiche e non da un gusto musicale.non a caso nel 2010 non esiste più un movimento artistico e musicale. esempio. se vi dico anni 90..a cosa pensate ? a me vengono in mente i camicioni con i quadrettoni ,il grunge,l'anfibio e molto altro. se penso agli anni 80 penso ai duran duran ,ai police , ai cure , ai capelli cotonati e alle spalline. e così via...ma nel 2010 cosa c'è ? la crisi....e noi rispecchiamo in pieno questo momento ...e fidatevi c'è grossissima crisi ( alla guzzanti)!!! Musica, Media e Discografia 70398
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Messaggio Da ubik Dom 21 Mar 2010, 03:59

sofia x ha scritto:esattooooooooo!!!!ma questo vale solo per gli emergenti..oggi si ragiona per esempio per singoli. se il primo singolo va bene..allora se ne fa un secondo ...un terzo e poi forse l'album. ripeto questo è per gli emergenti. per i veterani non c'è problema. anzi sono i cantanti della vecchia guardia che risanano le tasche delle case discografiche. si tende a non spendere.ad andare sul sicuro. sono logiche guidate da statistiche e non da un gusto musicale.non a caso nel 2010 non esiste più un movimento artistico e musicale. esempio. se vi dico anni 90..a cosa pensate ? a me vengono in mente i camicioni con i quadrettoni ,il grunge,l'anfibio e molto altro. se penso agli anni 80 penso ai duran duran ,ai police , ai cure , ai capelli cotonati e alle spalline. e così via...ma nel 2010 cosa c'è ? la crisi....e noi rispecchiamo in pieno questo momento ...e fidatevi c'è grossissima crisi ( alla guzzanti)!!! Musica, Media e Discografia 70398

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Messaggio Da sofia x Dom 21 Mar 2010, 04:20

ubik ha scritto:
sofia x ha scritto:esattooooooooo!!!!ma questo vale solo per gli emergenti..oggi si ragiona per esempio per singoli. se il primo singolo va bene..allora se ne fa un secondo ...un terzo e poi forse l'album. ripeto questo è per gli emergenti. per i veterani non c'è problema. anzi sono i cantanti della vecchia guardia che risanano le tasche delle case discografiche. si tende a non spendere.ad andare sul sicuro. sono logiche guidate da statistiche e non da un gusto musicale.non a caso nel 2010 non esiste più un movimento artistico e musicale. esempio. se vi dico anni 90..a cosa pensate ? a me vengono in mente i camicioni con i quadrettoni ,il grunge,l'anfibio e molto altro. se penso agli anni 80 penso ai duran duran ,ai police , ai cure , ai capelli cotonati e alle spalline. e così via...ma nel 2010 cosa c'è ? la crisi....e noi rispecchiamo in pieno questo momento ...e fidatevi c'è grossissima crisi ( alla guzzanti)!!! Musica, Media e Discografia 70398

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Messaggio Da Cantastorie Dom 21 Mar 2010, 12:49

In sintesi?
I discografici fanno i Tappezzieri e rifoderano vecchie poltrone - sempre quelle (perchè il gusto musicale è omogeneizzato-spalmato ed essere PezziUnici non è conveniente per il business...)..
E si può sapere perchè un artista affermato NON ha le cosiddette balls per "incidere-promuovere" cio' che gli piace o cio' dove lo porta l'arte sua?
Me la citate una canzone o un cd degli ultimi 10-15 anni, di cantanti italiani che ha raggiunto contemporaneamente il plauso della critica ed è riconosciuta-conosciuta da 50enni e da 14enni?

Non sto parlando di generi di nicchia, sto parlando di musica leggera italiana (indipendentemente dalle etichette..pop, rock, melodico, folk, cipeciop melodica...).
E' quella che è moribonda,...proprio perchè gli artisti affermati ripercorrono ciò che cantavano 15-25-35 anni fa ...e gli emergenti farfugliano-scopiazzano-patchwordano..

Le cosiddette Responsabilità sono nel cortocircuito tra casediscografiche pigreretrò-artisti pigriretrò-pubblico pigroretrò.
E duman? mboh.
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Messaggio Da ForsesiForseno Dom 21 Mar 2010, 13:07

insomma canta ... temo che avresti difficoltà anche nel passato a trovare un accordo di questo tipo tra critici e pubblico (per giunta di tutte le età).

Molti grandi artisti e molti "capolavori" della musica italiana hanno sofferto una completa incomprensione iniziale o da parte degli uni o degli altri, possiamo dirlo?

La rivalutazione a posteriori è altra cosa ...
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Messaggio Da Cantastorie Dom 21 Mar 2010, 13:30

no non sto parlando della rivalutazione a distanza di anni..io parlo dell'uscita della canzone o del lp X e del suo assorbimento come "bella canzone da ascoltare o da cantare" ...faccio un esempio, il primo che mi viene in mente: quando uscì Rimmel - 1975 - quell'LP lo ascoltavo io che avevo manco 10 anni e mio padre che ne aveva intorno a 60..e mio fratello che ne ha 13 piu' di me - fratello che si prese la chitarra apposta e il libretto con gli accordi di quelle canzoni e se le strimpello'. Quel lp ce lo portavamo appresso alle feste a casa di tizia e caio...ci facemmo non so quante musicassette per chi voleva sentirselo in macchina con l'autoradio-cassette..
Io penso a cose di questo tipo, quando mi vien in mente la congiunzione tra un lavoro-LP o cd presentato da un "emergente" - De Gregori aveva pubblicato solo un lp prima..quello con Buffalobill e Atlantide e non ricordo che titolo avesse..
Lo stesso mi ricordo capitò con Una donna per amico di Battisti, alcuni anni dopo..con De Andrè e PFM, con Bennato o con P. Daniele....
voglio dire che capitava che un lp di qualcuno anche non ancora stra-famoso....centrasse l'obiettivo, imponendo un MODO di far canzone indipendentemente dall'età e dal gusto pregresso di chi poi ascoltava o comprava o traslocava da lp a cassetta quelle canzoni.
Fine ...vò a magnè
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Messaggio Da mambu Dom 21 Mar 2010, 13:59

siccome che so' pignolo ricordo che Buffalo Bill lo pubblicò dopo Rimmel. E prima aveva pubblicato il 33 in condominio con Venditti, Alice non lo sa e "la pecora", che poco vendettero ma un po' lo fecero conoscere e crearono una certa attesa intorno a quello strano tipo. Adesso gli procurerebbero solo un pedotone tal cùùl da parte dei discografici.

Sul senso del discorso concordo
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Messaggio Da sofia x Dom 21 Mar 2010, 16:18

sapete quanto contano le radio per un emergente ? tanto . e se vi dicessi che le major e le radio nazionali si mettono d'accordo con un prezzo forfettario per far passare in modo indiscusso qualsiasi cosa venga prodotta da una major ?ecco perchè non sentite quasi mai gli indipendenti sui network nazionali...questa promozione costa tantissimi soldi...e l'unico modo per sostenerla sono gli sponsor ( vedi amici ,x factor) e i veterani che vendono in tutto il mondo milioni di copie.oggi non si rischia perchè la crisi economica ha colpito tutti i settori.a roma non ci sono più le sedi della sony e compagnia...sono tutte a milano.l'altro errore fondamentale è che molte persone non si rendono conto del valore culturale che ha la musica..per fare essere musicista occorrono talento e sensibilità ma bisogna anche studiare...io sono contraria alla tecnica...ma sapere cosa vogliono dire determinate cose e saper leggere uno spartito si..è necessario...e perchè no sapere anche suonare può rivelarsi utile..per la scrittura e per l'indipendenza su un palco...quello che voglio dire è che per molte persone la frase" sono un musicista" equivale a dire " ciao sono un disoccupato fannullone"in realtà lo studio che si fa al conservatorio non è molto diverso da quello di un universitario...la musica è di tutti ma non è per tutti...ed è impensabile che per determinate logiche televisive far pensare alle persone che ci si può improvvisare musicisti da un giorno all'altro.perchè non è così...sapete poi cosa succede quando invece arrivano le persone che hanno veramente studiato o ne sanno qualcosa ? succede che raccontano il loro punto di vista come avete fatto voi con i blog della rai , vi cacciano ,magari ai loro occhi siete dei saputelli ( quando in realtà avetesolo una buona conoscenza musicale..ma davanti a questo deserto apparirete sempre come dei giganti )e non verrete ascoltati...e le vostre idee fanno la fine degli emergenti.dimenticate e sotterrate per fare spazio a ciò che è conforme .
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Messaggio Da seunanotte Dom 21 Mar 2010, 16:24

e se vi dicessi che le major e le radio nazionali si mettono d'accordo con un prezzo forfettario per far passare in modo indiscusso qualsiasi cosa venga prodotta da una major ?ecco perchè non sentite quasi mai gli indipendenti sui network nazionali...questa promozione costa tantissimi soldi...e l'unico modo per sostenerla sono gli sponsor ( vedi amici ,x factor)

E si,si intuisce benissimo che è così Musica, Media e Discografia 738306
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Messaggio Da fear-of-the-dark Dom 21 Mar 2010, 16:25

sofia x ha scritto:...la musica è di tutti ma non è per tutti...ed è impensabile che per determinate logiche televisive far pensare alle persone che ci si può improvvisare musicisti da un giorno all'altro.perchè non è così...sapete poi cosa succede quando invece arrivano le persone che hanno veramente studiato o ne sanno qualcosa ? succede che raccontano il loro punto di vista come avete fatto voi con i blog della rai , vi cacciano ,magari ai loro occhi siete dei saputelli ( quando in realtà avetesolo una buona conoscenza musicale..ma davanti a questo deserto apparirete sempre come dei giganti )e non verrete ascoltati...e le vostre idee fanno la fine degli emergenti.dimenticate e sotterrate per fare spazio a ciò che è conforme .
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