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Re: G.A.S.Fo.M.
LucyGordon ha scritto:xenas ha scritto:
già, mi sono rovinata un altra giornata.....
........sei troppo sensibile...... pensa positivo........tipo che il nuovo leader della sinistra come minimo ancora fa le elementari
seunanotte- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Il tg1 ha detto nel breve notiziario, che ieri sera alla cena organizzata da Vespa erano presenti Berlusconi e Casini
nonhol'età- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
1. Parma, 15enne stuprata: arrestato un 40enne (leggo.it ,http://www.leggo.it/articolo.php?id=71829&sez=ITALIA)
2. Prete violenta 15enne. Niente arresto, polemiche (leggo.it,http://www.leggo.it/articolo.php?id=71703 /)
Giancarlo Gismondo
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lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
1. Masi: "Vedrò Santoro, spero in accordo ma spetta a me decidere"
2. Masi: "Vedrò Santoro, ma prima aspetto una telefonata..." (Giancarlo
Gismondo)
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lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
nonhol'età ha scritto:Il tg1 ha detto nel breve notiziario, che ieri sera alla cena organizzata da Vespa erano presenti Berlusconi e Casini
........no a me Casini piace?????...........ops scusate mi sono confusa con la moglie Azzurra
LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
rassegna stampa in una giornata di sciopero dell'informazione vs legge bavaglio.
Sciopero dei giornalisti, Vittorio Feltri: "Ecco perché Il Giornale va
in edicola" (ilgiornale.it/Alessandro Cai)
1. Obama: "Straordinaria l'Italia in Afghanistan" (corriere.it)
2.Afganistan: Abbiamo ucciso 1.200 persone (espresso.it/Giovanni
Pignatelli
Manovra: Il Pd scova nel testo una norma pro Fininvest. Non è stato
facile trovarla: era abilmente celata tra le norme pro Berlusconi.
(Laura Bagliani)
Intercettazioni, l'apertura di Frattini: «Il testo non è intoccabile».
Mi chiedo quanti sinonimi esistano per "Lasciategli fare i cazzi suoi."
(Christian Padula)
I terremotati abruzzesi manifestano davanti a Palazzo Grazioli. Sarà
andata male la crociera. (Mattia F. Pappalardo)
Berlusconi in ospedale per una tendinite alla mano. La D'Addario:
"Dovresti toccarti meno spesso" (Alessandro Cai, Paola Marranzano)
1. Bersani: “Siamo al secondo tempo di un film che non può essere
protratto a lungo”
2. Bersani: “Berlusconi è il produttore, il regista, e il protagonista
del film; noi siamo gli spettatori che aspettano che finisca” (Marco
Ferrara)
Fa talmente caldo che Scajola ha comprato un igloo a sua insaputa.
(Marco Bressanini)
1. Il Papa: "Si apre una nuova era. Internet va evangelizzato"
(repubblica.it 23/01/2010)
2. Sacerdote sorpreso a fare sesso con una 15enne adescata in chat.
(corriere.it/Marco Bressanini)
Sciopero dei giornalisti, Vittorio Feltri: "Ecco perché Il Giornale va
in edicola" (ilgiornale.it/Alessandro Cai)
1. Obama: "Straordinaria l'Italia in Afghanistan" (corriere.it)
2.Afganistan: Abbiamo ucciso 1.200 persone (espresso.it/Giovanni
Pignatelli
Manovra: Il Pd scova nel testo una norma pro Fininvest. Non è stato
facile trovarla: era abilmente celata tra le norme pro Berlusconi.
(Laura Bagliani)
Intercettazioni, l'apertura di Frattini: «Il testo non è intoccabile».
Mi chiedo quanti sinonimi esistano per "Lasciategli fare i cazzi suoi."
(Christian Padula)
I terremotati abruzzesi manifestano davanti a Palazzo Grazioli. Sarà
andata male la crociera. (Mattia F. Pappalardo)
Berlusconi in ospedale per una tendinite alla mano. La D'Addario:
"Dovresti toccarti meno spesso" (Alessandro Cai, Paola Marranzano)
1. Bersani: “Siamo al secondo tempo di un film che non può essere
protratto a lungo”
2. Bersani: “Berlusconi è il produttore, il regista, e il protagonista
del film; noi siamo gli spettatori che aspettano che finisca” (Marco
Ferrara)
Fa talmente caldo che Scajola ha comprato un igloo a sua insaputa.
(Marco Bressanini)
1. Il Papa: "Si apre una nuova era. Internet va evangelizzato"
(repubblica.it 23/01/2010)
2. Sacerdote sorpreso a fare sesso con una 15enne adescata in chat.
(corriere.it/Marco Bressanini)
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Re: G.A.S.Fo.M.
Da friulano (mezzo ) ho visto con vergogna questo articolo apparso su ilGiornale di oggi. Zuppo della solita vecchia retorica sui friulani onesti contrapposti ai terroni lagnosi, pieno di falsificazioni.
Il trucco è vecchio: se non hai ragioni vere da contrapporre (oltre a un po' di balle che non mancano, naturalmente) svilisci l'avversario, sbeffeggialo, sminuiscilo
http://www.ilgiornale.it/interni/gli_altri_terremotati_tutti_pagare_tasse/09-07-2010/articolo-id=459558-page=0-comments=1
Gli altri terremotati: tutti a pagare le tasse
di Guido Mattioni
Le popolazioni colpite reagiscono in modo differente: trentaquattro anni
fa i friulani si misero in coda agli sportelli per versare i tributi.
Gli aquilani sono scesi in piazza per ottenere le agevolazioni che il
governo stava già concedendo
Il trucco è vecchio: se non hai ragioni vere da contrapporre (oltre a un po' di balle che non mancano, naturalmente) svilisci l'avversario, sbeffeggialo, sminuiscilo
http://www.ilgiornale.it/interni/gli_altri_terremotati_tutti_pagare_tasse/09-07-2010/articolo-id=459558-page=0-comments=1
Gli altri terremotati: tutti a pagare le tasse
di Guido Mattioni
Le popolazioni colpite reagiscono in modo differente: trentaquattro anni
fa i friulani si misero in coda agli sportelli per versare i tributi.
Gli aquilani sono scesi in piazza per ottenere le agevolazioni che il
governo stava già concedendo
- Spoiler:
- Lo abbiamo visto e rivisto un po’ tutti, nelle foto sui giornali e
nelle riprese mandate in onda fino all’esaurimento - il nostro - in tv.
Abbiamo visto e rivisto Massimo Cialente, primo cittadino piddino
dell’Aquila, guidare la folla nel tentativo di forzare i cordoni di
polizia messi a difesa della zona rossa della Capitale, quella che
racchiude i centri del potere e i cosiddetti punti sensibili.
Motivo della protesta e di tutto ciò che ne è seguito - forze
dell’ordine duramente impegnate, due zucche ammaccate e un capitombolo
dello stesso Cialente sui sanpietrini - è stato però, a ben vedere, un
«non motivo». Ovvero, ottenere lo scaglionamento su più anni del
pagamento delle tasse. Diciamo «non motivo» dal momento che, proprio
nelle stesse ore in cui Cialente spingeva i suoi fin sotto ai
manganelli, quello scaglionamento veniva deciso dal governo. Che lo ha
portato dai cinque anni della precedente norma approvata in
Commissione, ai dieci annunciati ieri dal sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Questo, grazie a uno specifico
emendamento al decreto legge sulla manovra.
Eppure, per ottenere ciò che già stavano ottenendo (ma non bastava
chiedere, informarsi un po’ meglio prima?) abbiamo visto andare in
scena nelle vie di Roma un’esercitazione d’assalto. Una missione di
stampo quasi militare grazie a quella mano, sempre generosamente
concessa quando si tratta di usare poi tutte le altre, venuta dai
centri sociali. E allora via che si corre, si carica e si spintona.
Prima puntando a Palazzo Chigi, poi al Senato e infine, su quella
stessa strada - «perché no, già che ci siamo?», si saranno chiesti i
nostri eroi -, contro Palazzo Grazioli, residenza privata del premier.
Eppure, se mi consentite un balzo di oltre trent’anni nel passato,
posso assicurarvi che non c’erano sindaci friulani, nel 1976, a
protestare nelle vie di Roma. E non c’erano nemmeno i friulani
terremotati. Che non avevano certo le case nuove che ha avuto in meno
di un anno l’Abruzzo, ma avevano ben altro da fare che protestare.
Qualcosa di ben più grave e di più serio. Chi scrive è abbastanza vecio
del mestiere per aver vissuto quei giorni in prima persona (con il bloc
notes in mano e in fondo al cuore l’angoscia compressa del figlio di
quella stessa terra), ma fortunatamente è ancora abbastanza fresco per
ricordarsene benissimo. Fotogramma dopo fotogramma. Ricordo così come
quei sindaci fossero rimasti tutti fra i mozziconi dei paesi distrutti,
a lavorare e a sudare, fianco a fianco a quella gente così
incredibilmente uguale a loro: di poche parole e di tanti fatti. Come
lo sono del resto i veri abruzzesi. Ma, a differenza dell’attuale primo
cittadino dell’Aquila, azzimato ed esagitato neo Masaniello in
grisaglia e cravatta regimental (evidentemente è così che la moda
impone di andare oggi all’assalto del Palazzo d’Inverno), quei suoi
colleghi di Gemona e di Tarcento, di Buia o di Majano, avevano le barbe
lunghe di chi non avrebbe mai avuto il tempo e nemmeno l’acqua per
radersi. Non potevano nascondere le occhiaie profonde di chi aveva
trattenuto troppe lacrime per dignità e dormito troppo poche ore per
pura forza di volontà. E indossavano da settimane gli stessi jeans
laceri e le stesse scarpacce impolverate dalla prolungata sopravvivenza
in mezzo alle macerie. Il resto delle loro cose, come quelle dei loro
amministrati, era rimasto là sotto, sotto i grebani delle case
sbriciolate in pochi secondi dall’Orcolat, il mostro orrifico e
favolistico del terremoto raccontato per generazioni ai loro nipotini
dai nonni di quella terra struggente e ballerina.
Ma ricordo anche altro, che
stride con la canea romana di mercoledì. Ricordo la gente silenziosa,
in fila davanti all’Intendenza di Finanza di Udine, solo poche
settimane dopo quel sisma che in 55 secondi aveva fatto mille morti,
tremila feriti, 100mila senzatetto, 6.500 imprese disastrate e 18mila
disoccupati. Erano i friulani in coda, come tutti gli anni in quel
periodo, in attesa di pagare le tasse che anche il governo di allora
avrebbe però di lì a poco sospeso. Loro, però, non lo sapevano. Ma si
erano messi in fila comunque. Non felici di farlo, men che meno per
rendersi belli, ma unicamente perché sì, così si fa, così si è sempre
fatto, così si deve fare. Anche perché lo Stato, a loro, non aveva mai
regalato niente.
Di quella civilissima coda ne scrisse, allora, il Giornale. E ne
scrissero increduli tutti gli altri quotidiani nazionali. Così come
raccontarono di quella vecchietta tutta in nero, rimasta anche lei
senza casa. Titubante, davanti al vassoio colmo di cibo che la recluta
della Julia le stava porgendo, si era rivolta a lui in friulano
stretto. «Trop isal?», ovvero: «Quant’è?». Ricordo di averlo tradotto
ai colleghi. E lo giuro: ho visto ruvidi inviati di guerra quasi
scoppiare a piangere.
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Località : Brabante del Friuli
Re: G.A.S.Fo.M.
perfetta analisi mambu grazie!
la comparazione serve in questo caso a delegittimare le richieste degli aquilani e il loro diritto a manifestare.
dice che era un provvedimento che già stavano ottenendo (ma non bastava
chiedere, informarsi un po’
meglio prima?
strana gente se non c'è nero su bianco non ci credono sti terremotati?
evasione fiscale è la sottile accusa in questo articolo..
onestà di alcuni rispetto ad latri nella stessa difficoltàfurberie e opportunismo degno di roma ladrona.dici bene Mambu.
è la chiave interpretativa suggerita che ribalta la percezione della protesta.
poi la depenalizzazione di reati finanziari condoni non sembra contraddittoria rispetto alle pretese di sacrifizio sulla pelle di questi cittadini.
si riesce persino a offenderli.
in italia se sei una vittima non te lo perdonano.
Il trucco è vecchio: se non hai ragioni vere da contrapporre (oltre a un
po' di balle che non mancano, naturalmente) svilisci l'avversario,
sbeffeggialo, sminuiscilo
la comparazione serve in questo caso a delegittimare le richieste degli aquilani e il loro diritto a manifestare.
dice che era un provvedimento che già stavano ottenendo (ma non bastava
chiedere, informarsi un po’
meglio prima?
strana gente se non c'è nero su bianco non ci credono sti terremotati?
evasione fiscale è la sottile accusa in questo articolo..
onestà di alcuni rispetto ad latri nella stessa difficoltàfurberie e opportunismo degno di roma ladrona.dici bene Mambu.
è la chiave interpretativa suggerita che ribalta la percezione della protesta.
poi la depenalizzazione di reati finanziari condoni non sembra contraddittoria rispetto alle pretese di sacrifizio sulla pelle di questi cittadini.
si riesce persino a offenderli.
in italia se sei una vittima non te lo perdonano.
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Si noti che se uno poi legge vede che rinvii ed esenzioni fiscali in Friuli li hanno avuti! Però se li sono meritati perché non li hanno pretesi, sembra dire quel coglione (friulano) di articolista. Trad.: non esistono diritti e conquiste, solo regali del principe: state bbboni e pregate.
E in tutti i casi di catastrofe degli ultimi 30 anni ci sono state dilazioni ed esenzioni fiscali, molto più di quelle previste per gli aquilani. Ma la verità farebbe male alla tesi dell'ingratitudine.
Ma cosa aspettarsi da un giornale che la settimana scorsa ha presentato le dimissioni di Brancher come un grande successo personale di Silvio?
o che pubblica articoli come questo nella pagina della scienza?
articolo di martedì 06 luglio 2010
Il raggio che dà energia. Gratis
di Rino Di Stefano
Marconi
ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolini lo voleva, il
Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche gli scienziati crearono
l'alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l'invenzione stava per
essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato
http://www.ilgiornale.it/interni/il_raggio_che_energia_gratis/energia_gratuita-marconi-scienza-motori/06-07-2010/articolostampa-id=458609-page=1-comments=1
Sarò snobbe ma articoli del genere dicono molto sul tipo di pubblico a cui si rivolgono Feltri e combriccola. Boccaloni disposti a bersi un pastone con i loro ingredienti preferiti: Mussolini, il genio italico, il pericolo rosso e le BR, la chiesa buona pastorella, un po' di complottismo...
E poi la frase
- quello che, per semplicità, chiameremo 'il raggio della morte'
mi ha fatto morire
E in tutti i casi di catastrofe degli ultimi 30 anni ci sono state dilazioni ed esenzioni fiscali, molto più di quelle previste per gli aquilani. Ma la verità farebbe male alla tesi dell'ingratitudine.
Ma cosa aspettarsi da un giornale che la settimana scorsa ha presentato le dimissioni di Brancher come un grande successo personale di Silvio?
o che pubblica articoli come questo nella pagina della scienza?
articolo di martedì 06 luglio 2010
Il raggio che dà energia. Gratis
di Rino Di Stefano
Marconi
ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolini lo voleva, il
Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche gli scienziati crearono
l'alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l'invenzione stava per
essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato
http://www.ilgiornale.it/interni/il_raggio_che_energia_gratis/energia_gratuita-marconi-scienza-motori/06-07-2010/articolostampa-id=458609-page=1-comments=1
- Spoiler:
- L’energia pulita tanto auspicata dal presidente Obama dopo il disastro
ambientale del Golfo del Messico forse esiste già da un pezzo, ma
qualcuno la tiene nascosta per inconfessabili interessi economici. Ma
non solo. Negli anni Settanta, infatti, un gruppo di scienziati
italiani ne avrebbe scoperto il segreto, ma questa nuova e stupefacente
tecnologia, che di fatto cambierebbe l'economia mondiale archiviando
per sempre i rischi del petrolio e del nucleare, sarebbe stata
volutamente occultata nella cassaforte di una misteriosa fondazione
religiosa con sede nel Liechtenstein, dove si troverebbe tuttora.
Sembra davvero la trama di un giallo internazionale l'incredibile
storia che si nasconde dietro quella che, senza alcun dubbio, si
potrebbe definire la scoperta epocale per eccellenza, e cioè la
produzione di energia pulita senza alcuna emissione di radiazioni
dannose. In altre parole, la realizzazione di un macchinario in grado
di dissolvere la materia, intendendo con questa definizione qualunque
tipo di sostanza fisica, producendo solo ed esclusivamente calore.
Una scoperta per caso
Come ogni giallo che si rispetti, l'intricata vicenda che si nasconde
dietro la genesi di questa scoperta è stata svelata quasi per caso. Lo
ha fatto un imprenditore genovese che una decina d'anni fa si è trovato
ad avere rapporti di affari con la fondazione che nasconde e gestisce
il segreto di quello che, per semplicità, chiameremo «il raggio della
morte». E sì, perché la storia che stiamo per svelare nasce proprio da
quello che, durante il fascismo, fu il mito per eccellenza: l'arma
segreta che avrebbe rivoluzionato il corso della seconda guerra
mondiale. Sembrava soltanto una fantasia, ma non lo era. In quegli anni
si diceva che persino Guglielmo Marconi stesse lavorando alla
realizzazione del «raggio della morte». La cosa era solo parzialmente
vera. Secondo quanto Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati
durante una delle sue ultime interviste, Marconi inventò un apparecchio
che emetteva un raggio elettromagnetico in grado di bloccare qualunque
motore dotato di impianto elettrico. Tale raggio, inoltre, mandava in
corto circuito l'impianto stesso, provocandone l'incendio. Lo
scienziato dette una dimostrazione, alla presenza del duce del
fascismo, ad Acilia, sulla strada di Ostia, quando bloccò auto e camion
che transitavano sulla strada. A Orbetello, invece, riuscì a incendiare
due aerei che si trovavano ad oltre due chilometri di distanza.
Tuttavia, dice sempre Mussolini, Marconi si fece prendere dagli
scrupoli religiosi. Non voleva essere ricordato dai posteri come colui
che aveva provocato la morte di migliaia di persone, bensì solo come
l'inventore della radio. Per cui si confidò con Papa Pio XII, il quale
gli consigliò di distruggere il progetto della sua invenzione. Cosa che
Marconi si affretto a fare, mandando in bestia Mussolini e gerarchi.
Poi, forse per il troppo stress che aveva accumulato in quella disputa,
nel 1937 improvvisamente venne colpito da un infarto e morì a soli 63
anni.
La fine degli anni Trenta fu comunque molto prolifica da un punto di
vista scientifico. Per qualche imperscrutabile gioco del destino, pare
che la fantasia e la creatività degli italiani non fu soltanto
all'origine della prima bomba nucleare realizzata negli Stati Uniti da
Enrico Fermi e dai suoi colleghi di via Panisperna; altri scienziati,
continuando gli studi sulla scissione dell'atomo, trovarono infatti il
modo di «produrre ed emettere sino a notevoli distanze anti-atomi di
qualsiasi elemento esistente sul nostro pianeta che, diretti contro una
massa costituita da atomi della stessa natura ma di segno opposto, la
disgregano ionizzandola senza provocare alcuna reazione nucleare, ma
producendo egualmente una enorme quantità di energia pulita».
Tanto per fare un esempio concreto, ionizzando un grammo di ferro si
sviluppa un calore pari a 24 milioni di KWh, cioè oltre 20 miliardi di
calorie, capaci di evaporare 40 milioni di litri d'acqua. Per ottenere
un uguale numero di calorie, occorrerebbe bruciare 15mila barili di
petrolio. Sembra quasi di leggere un racconto di fantascienza, ma è
soltanto la pura e semplice realtà. Almeno quella che i documenti in
possesso dell'imprenditore genovese Enrico M. Remondini dimostrano.
La testimonianza
«Tutto è cominciato - racconta Remondini - dal contatto che nel 1999 ho
avuto con il dottor Renato Leonardi, direttore della Fondazione
Internazionale Pace e Crescita, con sede a Vaduz, capitale del
Liechtenstein. Il mio compito era quello di stipulare contratti per lo
smaltimento di rifiuti solidi tramite le Centrali termoelettriche
polivalenti della Fondazione Internazionale Pace e Crescita. Non mi
hanno detto dove queste centrali si trovassero, ma so per certo che
esistono. Altrimenti non avrebbero fatto un contratto con me. In quel
periodo, lavoravo con il mio collega, dottor Claudio Barbarisi. Per
ogni contratto stipulato, la nostra percentuale sarebbe stata del 2 per
cento. Tuttavia, per una clausola imposta dalla Fondazione stessa, il
10 per cento di questa commissione doveva essere destinata a favore di
aiuti umanitari. Considerando che lo smaltimento di questi rifiuti
avveniva in un modo pressoché perfetto, cioè con la ionizzazione della
materia senza produzione di alcuna scoria, sembrava davvero il modo
ottimale per ottenere il risultato voluto. Tuttavia, improvvisamente, e
senza comunicarci il perché, la Fondazione ci fece sapere che le loro
centrali non sarebbero più state operative. E fu inutile chiedere
spiegazioni. Pur avendo un contratto firmato in tasca, non ci fu nulla
da fare. Semplicemente chiusero i contatti».
Remondini ancora oggi non conosce la ragione dell'improvviso
voltafaccia. Ha provato a telefonare al direttore Leonardi, che tra
l'altro vive a Lugano, ma non ha mai avuto una spiegazione per quello
strano comportamento. Inutili anche le ricerche per vie traverse:
l'unica cosa che è riuscito a sapere è che la Fondazione è stata messa
in liquidazione. Per cui è ipotizzabile che i suoi segreti adesso siano
stati trasferiti ad un'altra società di cui, ovviamente, si ignora
persino il nome. Ciò significa che da qualche parte sulla terra oggi
c'è qualcuno che nasconde il segreto più ambito del mondo: la
produzione di energia pulita ad un costo prossimo allo zero.
Nonostante questo imprevisto risvolto, in mano a Remondini sono rimasti
diversi documenti strettamente riservati della Fondazione
Internazionale Pace e Crescita, per cui alla fine l'imprenditore si è
deciso a rendere pubblico ciò che sa su questa misteriosa istituzione.
Per capire i retroscena di questa tanto mirabolante quanto
scientificamente sconosciuta scoperta, occorre fare un salto indietro
nel tempo e cercare di ricostruire, passo dopo passo, la cronologia
dell'invenzione. Ad aiutarci è la relazione tecnico-scientifica che il
25 ottobre 1997 la Fondazione Internazionale Pace e Crescita ha fatto
avere soltanto agli addetti ai lavori. Ogni foglio, infatti, è
chiaramente marcato con la scritta «Riproduzione Vietata». Ma
l'enormità di quanto viene rivelato in quello scritto giustifica
ampiamente il non rispetto della riservatezza richiesta.
Il «raggio della morte», infatti, pur essendo stato concepito
teoricamente negli anni Trenta, avrebbe trovato la sua base scientifica
soltanto tra il 1958 e il 1960. Il condizionale è d'obbligo in quanto
riportiamo delle notizie scritte, ma non confermate dalla scienza
ufficiale. Non sappiamo da chi era composto il gruppo di scienziati che
diede vita all'esperimento: i nomi non sono elencati. Sappiamo invece
che vi furono diversi tentativi di realizzare una macchina che
corrispondesse al modello teorico progettato, ma soltanto nel 1973 si
arrivò ad avere una strumentazione in grado di «produrre campi
magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti, in modo da colpire
qualsiasi materia, ionizzandola a distanza ed in quantità
predeterminate».
Ok dal governo Andreotti
Fu a quel punto che il governo italiano cominciò ad interessarsi
ufficialmente a quegli esperimenti. E infatti l'allora governo
Andreotti, prima di passare la mano a Mariano Rumor nel luglio del '73,
incaricò il professor Ezio Clementel, allora presidente del Comitato
per l'energia nucleare (Cnen), di analizzare gli effetti e la natura di
quei campi magnetici a fascio. Clementel, trentino originario di Fai e
titolare della cattedra di Fisica nucleare alla facoltà di Scienze
dell'Università di Bologna, a quel tempo aveva 55 anni ed era uno dei
più noti scienziati del panorama nazionale e internazionale. La sua
responsabilità, in quella circostanza, era grande. Doveva infatti
verificare se quel diabolico raggio avesse realmente la capacità di
distruggere la materia ionizzandola in un'esplosione di calore. Anche
perché non ci voleva molto a capire che, qualora l'esperimento fosse
riuscito, si poteva fare a meno dell'energia nucleare e inaugurare una
nuova stagione energetica non soltanto per l'Italia, ma per il mondo
intero. Tanto per fare un esempio, questa tecnologia avrebbe permesso
la realizzazione di nuovi e potentissimi motori a razzo che avrebbero
letteralmente rivoluzionato la corsa allo spazio, permettendo la
costruzione di gigantesche astronavi interplanetarie.
Il professor Clementel ordinò quindi quattro prove di particolare
complessità. La prima consisteva nel porre una lastra di plexiglass a
20 metri dall'uscita del fascio di raggi, collocare una lastra di
acciaio inox a mezzo metro dietro la lastra di plexiglass e chiedere di
perforare la lastra d'acciaio senza danneggiare quella di plexiglass.
La seconda prova consisteva nel ripetere il primo esperimento,
chiedendo però di perforare la lastra di plexiglass senza alterare la
lastra d'acciaio. Il terzo esame era ancora più difficile: bisognava
porre una serie di lastre d'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall'uscita del
fascio di raggi, chiedendo di bucare le lastre a partire dall'ultima,
cioè quella posta a 40 metri. Nella quarta e ultima prova si doveva
sistemare una pesante lastra di alluminio a 50 metri dall'uscita del
fascio di raggi, chiedendo che venisse tagliata parallelamente al lato
maggiore.
Ebbene, tutte e quattro le prove ebbero esito positivo e il
professor Clementel, considerando che la durata dell'impulso dei raggi
era minore di 0,1 secondi, valutò la potenza, ipotizzando la
vaporizzazione del metallo, a 40.000 KW e la densità di potenza pari a
4.000 KW per centimetro quadrato. In realtà, venne spiegato a
sperimentazione compiuta, l'impulso dei raggi aveva avuto la durata di
un nano secondo e poteva ionizzare a distanza «forma e quantità
predeterminate di qualsiasi materia».
Tra l'altro all'esperimento aveva assistito anche il professor Piero
Pasolini, illustre fisico e amico di un'altra celebrità scientifica
qual è il professor Antonino Zichichi. In una sua relazione, Pasolini
parlò di «campi magnetici, gravitazionali ed elettrici interagenti che
sviluppano atomi di antimateria proiettati e focalizzati in zone di
spazio ben determinate anche al di là di schemi di materiali vari, che
essendo fuori fuoco si manifestano perfettamente trasparenti e del
tutto indenni».
In pratica, ma qui entriamo in una spiegazione scientifica un po'
più complessa, gli scienziati italiani che avevano realizzato quel
macchinario, sarebbero riusciti ad applicare la teoria di Einstein sul
campo unificato, e cioè identificare la matrice profonda ed unica di
tutti i campi di interazione, da quello forte (nucleare) a quello
gravitazionale. Altri fisici in tutto il mondo ci avevano provato, ma
senza alcun risultato. Gli italiani, a quanto pare, c'erano riusciti.
L'insabbiamento
In un Paese normale (ma tutti sappiamo che il nostro non lo è) una
simile scoperta sarebbe stata subito messa a frutto. Non ci vuole molta
fantasia per capire le implicazioni industriali ed economiche che
avrebbe portato. Anche perché, quella che a prima vista poteva sembrare
un'arma di incredibile potenza, nell'uso civile poteva trasformarsi nel
motore termico di una centrale che, a costi bassissimi, poteva produrre
infinite quantità di energia elettrica.
Perché, dunque, questa scoperta non è stata rivelata e utilizzata? La
ragione non viene spiegata. Tutto quello che sappiamo è che i governi
dell'epoca imposero il segreto sulla sperimentazione e che nessuno,
almeno ufficialmente, ne venne a conoscenza. Del resto nel 1979 il
professor Clementel morì prematuramente e si portò nella tomba il
segreto dei suoi esperimenti. Ma anche dietro Clementel si nasconde una
vicenda piuttosto strana e misteriosa. Pare, infatti, che le sue idee
non piacessero ai governanti dell'epoca. Non si sa esattamente quale
fosse la materia del contendere, ma alla luce della straordinaria
scoperta che aveva verificato, è facile immaginarlo. Forse lo
scienziato voleva rendere pubblica la notizia, mentre i politici non ne
volevano sapere. Chissà? Ebbene, qualcuno trovò il sistema per
togliersi di torno quello scomodo presidente del Cnen. Infatti venne
accertato che la firma di Clementel appariva su registri di esame
all'Università di Trento, della quale all'epoca era il rettore, in una
data in cui egli era in missione altrove. Sembrava quasi un errore, una
svista. Ma gli costò il carcere, la carriera e infine la salute. Lo
scienziato capì l'antifona, e non disse mai più nulla su quel «raggio
della morte» che gli era costato così tanto caro. A Clementel è
dedicato il Centro ricerche energia dell'Enea a Bologna.
C'è comunque da dire che già negli anni Ottanta qualcosa venne fuori
riguardo un ipotetico «raggio della morte». Il primo a parlarne fu il
giudice Carlo Palermo che dedicò centinaia di pagine al misterioso
congegno, affermando che fu alla base di un intricato traffico d'armi.
La storia coinvolse un ex colonnello del Sifar e del Sid, Massimo
Pugliese, ma anche esponenti del governo americano (allora presieduto
da Gerald Ford), i parlamentari Flaminio Piccoli (Dc) e Loris Fortuna
(Psi), nonché una misteriosa società con sede proprio nel
Liechtenstein, la Traspraesa. La vicenda durò dal 1973 al 1979, quando
improvvisamente calò una cortina di silenzio su tutto quanto.
Erano comunque anni difficili. L'Italia navigava nel caos. Gli
attentati delle Brigate rosse erano all'ordine del giorno, la società
civile soffocava nel marasma, i servizi segreti di mezzo mondo
operavano sul nostro territorio nazionale come se fosse una loro
riserva di caccia. Il 16 marzo 1978 i brigatisti arrivarono al punto di
rapire il presidente del Consiglio, Aldo Moro, uccidendo i cinque
poliziotti della scorta in un indimenticabile attentato in via Fani, a
Roma. E tutti ci ricordiamo come andò a finire. Tre anni dopo, il 13
maggio 1981, il terrorista turco Mehmet Ali Agca in piazza San Pietro
ferì a colpi di pistola Giovanni Paolo II.
È in questo contesto, che il «raggio della morte» scomparve dalla
scena. Del resto, ammesso che la scoperta avesse avuto una consistenza
reale, chi sarebbe stato in grado di gestire e controllare gli effetti
di una rivoluzione industriale e finanziaria che di fatto avrebbe
cambiato il mondo? Non ci vuole molto, infatti, ad immaginare quanti
interessi quell'invenzione avrebbe danneggiato se soltanto fosse stata
resa pubblica. In pratica, tutte le multinazionali operanti nel campo
del petrolio e dell'energia nucleare avrebbero dovuto chiudere i
battenti o trasformare da un giorno all'altro la loro produzione.
Sarebbe veramente impossibile ipotizzare una cifra per quantificare il
disastro economico che la nuova scoperta italiana avrebbe portato.
Ma queste sono solo ipotesi. Ciò che invece risulta riguarda la
decisione presa dagli autori della scoperta. Infatti, dopo anni di
traversie e inutili tentativi per far riconoscere ufficialmente la loro
invenzione, probabilmente temendo per la loro vita e per il futuro
della loro strumentazione, questi scienziati consegnarono il frutto del
loro lavoro alla Fondazione Internazionale Pace e Crescita, che l'11
aprile 1996 venne costituita apposta, verosimilmente con il diretto
appoggio logistico-finanziario del Vaticano, a Vaduz, ben al di fuori
dei confini italiani. In quel momento il capitale sociale era di appena
30mila franchi svizzeri (circa 20mila Euro). «Sembra anche a noi - si
legge nella relazione introduttiva alle attività della Fondazione - che
sia meglio costruire anziché distruggere, non importa quanto possa
essere difficile, anche se per farlo occorrono molto più coraggio e
pazienza, assai più fantasia e sacrificio».
A prescindere dal fatto che non si trova traccia ufficiale di questa
fantomatica Fondazione, se non la notizia (in tedesco) che il primo
luglio del 2002 è stata messa in liquidazione, parrebbe che a suo tempo
l'organizzazione fosse stata costituita in primo luogo per evitare che
un'invenzione di quella portata fosse utilizzata solo per fini
militari. Del resto anche i missili balistici (con quello che costano)
diventerebbero ben poca cosa se gli eserciti potessero disporre di un
macchinario che, per distruggere un obiettivo strategico,
necessiterebbe soltanto di un sistema di puntamento d'arma.
Secondo voci non confermate, la decisione degli scienziati italiani
sarebbe maturata dopo una serie di minacce che avevano ricevuto negli
ambienti della capitale. Ad un certo punto si parla pure di un
attentato con una bomba, sempre a Roma. Si dice che, per evitare
ulteriori brutte sorprese, quegli scienziati si appellarono
direttamente a Papa Giovanni Paolo II e la macchina che produce il
«raggio della morte» venisse nascosta per qualche tempo in Vaticano. Da
qui la decisione di istituire la fondazione e di far emigrare tutti i
protagonisti della vicenda nel più tranquillo Liechtenstein. In queste
circostanze, forse non fu un caso che proprio il 30 marzo 1979 il Papa
ricevette in Vaticano il Consiglio di presidenza della Società Europea
di Fisica, riconoscendo, per la prima volta nella storia della Chiesa,
in Galileo Galilei (1564-1642) lo scopritore della Logica del Creato.
Comunque sia, da quel momento in poi, la parola d'ordine è stata
mantenere il silenzio assoluto.
Le macchine del futuro
Qualcosa, però, nel tempo è cambiata. Lo prova il fatto che la
Fondazione Internazionale Pace e Crescita non si sarebbe limitata a
proteggere gli scienziati cristiani in fuga, ma nel periodo tra il 1996
e il 1999 avrebbe proceduto a realizzare per conto suo diverse
complesse apparecchiature che sfruttano il principio del «raggio della
morte». Secondo la loro documentazione, infatti, è stata prodotta una
serie di macchinari della linea Zavbo pronti ad essere adibiti per più
scopi. L'elenco comprende le Srsu/Tep (smaltimento dei rifiuti solidi
urbani), Srlo/Tep (smaltimento dei rifiuti liquidi organici), Srtp/Tep
(smaltimento dei rifiuti tossici), Srrz/Tep (smaltimento delle scorie
radioattive), Rcc (compattazione rocce instabili), Rcz (distruzione
rocce pericolose), Rcg (scavo gallerie nella roccia), Cls (attuazione
leghe speciali), Cen (produzione energia pulita).
A quest'ultimo riguardo, nella documentazione fornita da Remondini si
trovano anche i piani per costruire centrali termoelettriche per
produrre energia elettrica a bassissimo costo, smaltendo rifiuti. C'è
tutto, dalle dimensioni all'ampiezza del terreno necessario, come si
costruisce la torre di ionizzazione e quante persone devono lavorare
(53 unità) nella struttura. Un'intera centrale si può fare in 18 mesi e
potrà smaltire fino a 500 metri cubi di rifiuti al giorno, producendo
energia elettrica con due turbine Ansaldo.
C'è anche un quadro economico (in milioni di dollari americani) per
calcolare i costi di costruzione. Nel 1999 si prevedeva che una
centrale di questo tipo sarebbe costata 100milioni di dollari. Una
peculiarità di queste centrali è che il loro aspetto è assolutamente
fuorviante. Infatti, sempre guardando i loro progetti, si nota che
all'esterno appaiono soltanto come un paio di basse palazzine per
uffici, circondate da un ampio giardino con alberi e fiori. La torre di
ionizzazione, dove avviene il processo termico, è infatti completamente
interrata per una profondità di 15 metri. In pratica, un pozzo di
spesso cemento armato completamente occultato alla vista. In altre
parole, queste centrali potrebbero essere ovunque e nessuno ne saprebbe
niente.
Da notare che, secondo le ricerche compiute dalla International
Company Profile di Londra, una società del Wilmington Group Pic, leader
nel mondo per le informazioni sul credito e quotata alla Borsa di
Londra, la Fondazione Internazionale Pace e Crescita, fin dal giorno
della sua registrazione a Vaduz, non ha mai compiuto alcun tipo di
operazione finanziaria nel Liechtenstein, né si conosce alcun dettaglio
del suo stato patrimoniale o finanziario, in quanto la legge di quel
Paese non prevede che le Fondazioni presentino pubblicamente i propri
bilanci o i nomi dei propri fondatori. Si conosce l'indirizzo della
sede legale, ma si ignora quale sia stato quello della sede operativa e
il tipo di attività che la Fondazione ha svolto al di fuori dei confini
del Liechtenstein. Ovviamente mistero assoluto su quanto sia accaduto
dopo il primo luglio del 2002 quando, per chissà quali ragioni, ma
tutto lascia supporre che la sicurezza non sia stata estranea alla
decisione, la Fondazione ufficialmente ha chiuso i battenti.
Ancora più strabiliante è l'elenco dei clienti, o presunti tali,
fornito a Remondini. In tutto 24 nomi tra i quali spiccano i maggiori
gruppi siderurgici europei, le amministrazioni di due Regioni italiane
e persino due governi: uno europeo e uno africano. Da notare che, in
una lettera inviata dalla Fondazione a Remondini, si parla di
proseguire con i contatti all'estero, ma non sul territorio nazionale
«a causa delle problematiche in Italia». Ma di quali «problematiche» si
parla? E, soprattutto, com'è che una scoperta di questo tipo viene
utilizzata quasi sottobanco per realizzare cose egregie (pensiamo
soltanto alla produzione di energia elettrica e allo smaltimento di
scorie radioattive), mentre ufficialmente non se ne sa niente di
niente?
Interpellato sul futuro della scoperta da Remondini, il professor
Nereo Bolognani, eminenza grigia della Fondazione Internazionale Pace e
Crescita, ha detto che «verrà resa nota quando Dio vorrà». Sarà pure,
ma di solito non è poi così facile conoscere in anticipo le decisioni
del Padreterno. Neppure con la santa e illustre mediazione del
Vaticano.
Sarò snobbe ma articoli del genere dicono molto sul tipo di pubblico a cui si rivolgono Feltri e combriccola. Boccaloni disposti a bersi un pastone con i loro ingredienti preferiti: Mussolini, il genio italico, il pericolo rosso e le BR, la chiesa buona pastorella, un po' di complottismo...
E poi la frase
- quello che, per semplicità, chiameremo 'il raggio della morte'
mi ha fatto morire
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Si noti che se uno poi legge vede che rinvii ed esenzioni fiscali in
Friuli li hanno avuti! Però se li sono meritati perché non li hanno
pretesi, sembra dire quel coglione (friulano) di articolista. Trad.: non
esistono diritti e conquiste, solo regali del principe: state bbboni e
pregate.
E in tutti i casi di catastrofe degli ultimi 30 anni ci
sono state dilazioni ed esenzioni fiscali, molto più di quelle previste
per gli aquilani. Ma la verità farebbe male alla tesi
dell'ingratitudine.
il sottotesto è quello.
e sembra credibile da accettare.invece è terribile.
perchè accidenti non posso leggerti di più!
mi sfuggono macigni!
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
popolo dellalibertà: facciamo un po' quel cazzo che ci pare!
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Re: G.A.S.Fo.M.
Loro non scrivono, voi fate girare: Maria Teresa ci scrive...
Lettera aperta di Maria Teresa, da L’Aquila. "Ieri mi ha telefonato
l’impiegata di una società i recupero crediti, per conto di Sky. Mi
dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come
mai...Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia
casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto... Le racconto la
vita delle persone che abitano lì. Come in alveari
senz’anima. Senza neanche un giornalaio o un bar".
mercoledì 30 giugno 2010, di Enzo Maddaloni - 615 letture
Ieri mi ha telefonato l’impiegata di una società di recupero
crediti,per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009.
Mi chiede come mai. Le dico che dal 6 aprile dello
scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno,
causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi
di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di
visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in
particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la
basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.
E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i
contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l’i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte e
ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un
terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga
734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le
tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da
soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro
mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso
pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri
costruiti a prezzi di residenze di lusso.
Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari
senz’anima. Senza neanche un giornalaio o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati
dalla loro terra lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei
professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole
superiori in netto calo. Le racconto di una città che muore e lei mi
risponde, con la voce che le trema.
"Non è possibile che non si sappia
niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti
televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo."
Loro non scrivono voi fate girare.
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Lettera aperta di Maria Teresa, da L’Aquila. "Ieri mi ha telefonato
l’impiegata di una società i recupero crediti, per conto di Sky. Mi
dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009. Mi chiede come
mai...Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciato la mia
casa e non vi ho più fatto ritorno, causa terremoto... Le racconto la
vita delle persone che abitano lì. Come in alveari
senz’anima. Senza neanche un giornalaio o un bar".
mercoledì 30 giugno 2010, di Enzo Maddaloni - 615 letture
Ieri mi ha telefonato l’impiegata di una società di recupero
crediti,per conto di Sky.
Mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009.
Mi chiede come mai. Le dico che dal 6 aprile dello
scorso anno ho lasciato la mia casa e non vi ho più fatto ritorno,
causa terremoto.
Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata.
Ammutolisce.
Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi
di dovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.
Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di
visitarla un paio di anni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in
particolare una scalinata in selci che scendeva dal Duomo verso la
basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola.
Le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio.
Le racconto del centro militarizzato.
Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio.
Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati.
Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire.
Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire.
E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere.
Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare le tasse ed i
contributi, anche se non lavoriamo.
Le racconto che pagheremo l’i.c.i. ed i mutui sulle case distrutte e
ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un
terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga
734 euro di retribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le
tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile.
Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da
soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro
mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto.
Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo.
Che io pago ,in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso
pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma.
La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri
costruiti a prezzi di residenze di lusso.
Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari
senz’anima. Senza neanche un giornalaio o un bar.
Le racconto degli anziani che sono stati sradicati
dalla loro terra lontani chilometri e chilometri. Le racconto dei
professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole
superiori in netto calo. Le racconto di una città che muore e lei mi
risponde, con la voce che le trema.
"Non è possibile che non si sappia
niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti
televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo."
Loro non scrivono voi fate girare.
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rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Data d'iscrizione : 06.10.09
Località : Ortona
Re: G.A.S.Fo.M.
Per fortuna qualcosa sta uscendo, si comincia a aparlare dei problemi al di fuori dei soliti circuiti, ma i danni che son stati fatti con la costruzione di quelle maledette niutàun elettorali da palazzinari gli aquilani se li porteranno dietro per decenni, forse per sempre.
Peggio del terremoto
Peggio del terremoto
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 22.09.09
Località : Brabante del Friuli
Re: G.A.S.Fo.M.
sei ottimista..se la centralinista Sky non sa neppure come mai un aquilana non paga il conto da un anno credi davvero che si conoscano le risate della cricca e i salaria e inghippi vari?
sei ottimista mambu?
sei ottimista mambu?
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: G.A.S.Fo.M.
ottimista io? ma quando mai?
ho detto solo che se ne comincia a parlare pure tra i berluschini e i poco informati (homines televisivi berluscones), e lo dico perché almeno è metà della gente che frequento
la telefonista di Sky, ammesso che esista visto che il pezzo profuma di finzione è una
e poi ho detto che le niutàun faranno più danni del terremoto. Peggio di 300 morti? sì peggio... anche come morti, magari distribuiti in decenni, a causa della distruzione del tessuto sociale che questi artifici da palazzinari provocano.
ho detto solo che se ne comincia a parlare pure tra i berluschini e i poco informati (homines televisivi berluscones), e lo dico perché almeno è metà della gente che frequento
la telefonista di Sky, ammesso che esista visto che il pezzo profuma di finzione è una
e poi ho detto che le niutàun faranno più danni del terremoto. Peggio di 300 morti? sì peggio... anche come morti, magari distribuiti in decenni, a causa della distruzione del tessuto sociale che questi artifici da palazzinari provocano.
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 22.09.09
Località : Brabante del Friuli
Re: G.A.S.Fo.M.
mambu ha scritto:ottimista io? ma quando mai?
ho detto solo che se ne comincia a parlare pure tra i berluschini e i poco informati (homines televisivi berluscones), e lo dico perché almeno è metà della gente che frequento
la telefonista di Sky, ammesso che esista visto che il pezzo profuma di finzione è una
e poi ho detto che le niutàun faranno più danni del terremoto. Peggio di 300 morti? sì peggio... anche come morti, magari distribuiti in decenni, a causa della distruzione del tessuto sociale che questi artifici da palazzinari provocano.
se ne comincia a parlare pure tra i berluschini e i poco informati
il pezzo profuma di finzione
ma
le niutàun faranno più danni del terremoto.
a causa della distruzione del tessuto sociale che questi artifici da
palazzinari provocano
al solito io abbocco con tutto l'amo.
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
- Messaggi : 15123
Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: G.A.S.Fo.M.
per i miei dubbi sulla telefonata lepi?
non è mica una certezza: potrebbe pure essere vera
e comunque non è essenziale
non è mica una certezza: potrebbe pure essere vera
e comunque non è essenziale
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Data d'iscrizione : 22.09.09
Località : Brabante del Friuli
Re: G.A.S.Fo.M.
è possibilissimo..come il terribile contrario..non so cosa sia preferibile...
quanto all'analisi sul terremoto sociale diluito negli anni per mano dei semidei del mattone..stravero!
quanto all'analisi sul terremoto sociale diluito negli anni per mano dei semidei del mattone..stravero!
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
- Messaggi : 15123
Data d'iscrizione : 30.09.09
Re: G.A.S.Fo.M.
Octavia Nasr loda un leader di Hezbollah e la Cnn la licenzia: perché nessuno si indigna?
di Giampiero Mughini
Mi ha stupito l’indifferenza con cui la stampa italiana ha accolto la notizia del licenziamento di una giornalista americana della Cnn, Octavia Nasr, colpevole di avere espresso su Twitter un giudizio che conteneva elementi di apprezzamento e di stima su uno dei leader storici di Hezbollah, il settantacinquenne Mohammed Hussein Fadlallah che era appena morto dopo lunga malattia. Ovvio che si trattasse di poche parole pronunciate alla spiccia e dunque che in un modo o in un altro semplificavano - com’è di tantissima parte della comunicazione massmediatica contemporanea -, non di un ragionamento articolato e complesso. La Nasr aveva definito Fadlallah “un gigante” tra i dirigenti di Hezbollah. Da Israele è subito arrivata una tonante protesta e la domanda se la Nair non fosse “amica” dei terroristi. Detto e fatto. La Cnn l’ha licenziata in un colpo e nessun giornale italiano, almeno mi pare, ha messo becco.
Ci provo io a mettere becco, beninteso senza tracotanza. Il giudizio della Nasr era particolarmente riferito alla posizione di Fadlallah in tema di diritti delle donne, una posizione che era particolarmente aperta se raffrontata a quella abituale agli uomini e ai pensatori della sua parte ideologica e religiosa. Dire “gigante” di uno che ha comunque approvato i colpi terroristici inferti agli Israeliani entrati in Libano è di certo improprio. Ma era una dichiarazione abbreviatissima su Twitter, non una biografia o un dotto saggio di venti pagine. La Nasr, che per conto della Cnn “copriva” il Medio Oriente da 20 anni, poteva essere sollecitata a chiarire il suo pensiero, a dire meglio il contenuto e i limiti del suo apprezzamento del leader di Hezbollah.
E’ invece inaudito che i due schieramenti in campo si debbano fronteggiare sempre e comunque nei termini di un odio totale, di una linea divisoria che separa il Bene (tutto da una parte) e il Male (tutto dall’altra). E’ una pura bestialità, dato che la storia degli uomini non funziona assolutamente a questo modo. Prima di diventare i leader dell’unico Paese democratico del Medio Oriente, personaggi eminenti del mondo politico israeliano avevano fatto attentati terroristici a destra e a manca, facendo saltare in aria soldati e ufficiali britannici.
Nel momento più alto del dialogo tra i palestinesi di Arafat e il governo socialista israreliano guidato da Yitzhak Rabin, quando il leader israeliano si trovò di fronte Arafat che stava facendo il gesto di stringergli la mano, dentro di sé ebbe un momento come di esitazione: se lo ricordava benissimo che Arafat negli anni aveva patrocinato atti di terrorismo contro gli israeliani. Quel momento di esitazione lo vinse e la mano ad Arafat la strinse. Bene così. Quel che contava era la politica di oggi, non quella di eri; contava quel che gli uomini erano divenuti, non quel che erano stati.
Per andare all’oggi, quale politica che da parte dell’Occidente e di Israele voglia essere matura e realistica può non tenere conto del reale insediamento nel popolo palestinese di forze come Hezbollah e Hamas? Non è mille volte meglio cercare ogni volta un pertugio, uno spiraglio, una possibilità di dialogo, un raffronto meno ossessivo e totalizzante? Per quel che mi riguarda il commento su Twitter della giornalista americana andava in quella direzione.
di Giampiero Mughini
Mi ha stupito l’indifferenza con cui la stampa italiana ha accolto la notizia del licenziamento di una giornalista americana della Cnn, Octavia Nasr, colpevole di avere espresso su Twitter un giudizio che conteneva elementi di apprezzamento e di stima su uno dei leader storici di Hezbollah, il settantacinquenne Mohammed Hussein Fadlallah che era appena morto dopo lunga malattia. Ovvio che si trattasse di poche parole pronunciate alla spiccia e dunque che in un modo o in un altro semplificavano - com’è di tantissima parte della comunicazione massmediatica contemporanea -, non di un ragionamento articolato e complesso. La Nasr aveva definito Fadlallah “un gigante” tra i dirigenti di Hezbollah. Da Israele è subito arrivata una tonante protesta e la domanda se la Nair non fosse “amica” dei terroristi. Detto e fatto. La Cnn l’ha licenziata in un colpo e nessun giornale italiano, almeno mi pare, ha messo becco.
Ci provo io a mettere becco, beninteso senza tracotanza. Il giudizio della Nasr era particolarmente riferito alla posizione di Fadlallah in tema di diritti delle donne, una posizione che era particolarmente aperta se raffrontata a quella abituale agli uomini e ai pensatori della sua parte ideologica e religiosa. Dire “gigante” di uno che ha comunque approvato i colpi terroristici inferti agli Israeliani entrati in Libano è di certo improprio. Ma era una dichiarazione abbreviatissima su Twitter, non una biografia o un dotto saggio di venti pagine. La Nasr, che per conto della Cnn “copriva” il Medio Oriente da 20 anni, poteva essere sollecitata a chiarire il suo pensiero, a dire meglio il contenuto e i limiti del suo apprezzamento del leader di Hezbollah.
E’ invece inaudito che i due schieramenti in campo si debbano fronteggiare sempre e comunque nei termini di un odio totale, di una linea divisoria che separa il Bene (tutto da una parte) e il Male (tutto dall’altra). E’ una pura bestialità, dato che la storia degli uomini non funziona assolutamente a questo modo. Prima di diventare i leader dell’unico Paese democratico del Medio Oriente, personaggi eminenti del mondo politico israeliano avevano fatto attentati terroristici a destra e a manca, facendo saltare in aria soldati e ufficiali britannici.
Nel momento più alto del dialogo tra i palestinesi di Arafat e il governo socialista israreliano guidato da Yitzhak Rabin, quando il leader israeliano si trovò di fronte Arafat che stava facendo il gesto di stringergli la mano, dentro di sé ebbe un momento come di esitazione: se lo ricordava benissimo che Arafat negli anni aveva patrocinato atti di terrorismo contro gli israeliani. Quel momento di esitazione lo vinse e la mano ad Arafat la strinse. Bene così. Quel che contava era la politica di oggi, non quella di eri; contava quel che gli uomini erano divenuti, non quel che erano stati.
Per andare all’oggi, quale politica che da parte dell’Occidente e di Israele voglia essere matura e realistica può non tenere conto del reale insediamento nel popolo palestinese di forze come Hezbollah e Hamas? Non è mille volte meglio cercare ogni volta un pertugio, uno spiraglio, una possibilità di dialogo, un raffronto meno ossessivo e totalizzante? Per quel che mi riguarda il commento su Twitter della giornalista americana andava in quella direzione.
LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
bhe hanno anche licenziato in tronco un giornalista di raitre che ha criticato il papa....
comunque avevo letto la notizia...
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xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M.
Antistatalismo a singhiozzo
non pare anche a voi un tantino curioso che una scuola fondata dalla
moglie del leader di un partito che inneggia da anni al federalismo
-per non dire alla secessione- e combatte lo statalismo al grido di
"Roma ladrona", nella quale si studia il dialetto locale e si
avvicinano i bimbi alle tradizioni del territorio, e che si chiama
significativamente "Libera Scuola dei Popoli Padani", riceva 800 mila euro di finanziamento in due anni proprio dallo stato centrale che ai "popoli padani" fa tanto ribrezzo?
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Federalismo,
Lega Nord,
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secessionismo,
Umberto Bossi
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non pare anche a voi un tantino curioso che una scuola fondata dalla
moglie del leader di un partito che inneggia da anni al federalismo
-per non dire alla secessione- e combatte lo statalismo al grido di
"Roma ladrona", nella quale si studia il dialetto locale e si
avvicinano i bimbi alle tradizioni del territorio, e che si chiama
significativamente "Libera Scuola dei Popoli Padani", riceva 800 mila euro di finanziamento in due anni proprio dallo stato centrale che ai "popoli padani" fa tanto ribrezzo?
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rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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