La TV da guardare
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Re: La TV da guardare
è finito ora anche sul +1.
No so quanto ci sia di storico e quanto di inventato.
Spike Lee sicuramente il suo lavoro lo sa fare, il film emoziona anche se in alcuni momenti è fin troppo costruito.
No so quanto ci sia di storico e quanto di inventato.
Spike Lee sicuramente il suo lavoro lo sa fare, il film emoziona anche se in alcuni momenti è fin troppo costruito.
piedonex- Admin Piedonex
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Re: La TV da guardare
miaorizio ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:a quanto pare non ha quasi niente a che fare con la vera storia di Sant'Anna. Cioè non è un film storico sulla vicenda.
se non ricordo male il film riguarda un episodio dell'ultima guerra mondiale realmente accaduto a Sant'Anna di Stazzema, in Toscana (provincia di Pisa, se non erro)
è in provincia di Lucca, nelle colline dietro la versilia
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Re: La TV da guardare
Ex staffetta partigiana delle Brigate Garibaldi, Didala Ghilarducci, 87 anni, ricorda bene quella mattina del 12 agosto 1944, quando nel piccolo paese toscano di Sant’Anna di Stazzema le SS tedesche passarono per le armi 560 persone, in maggioranza donne e bambini. “Quella notte, dai monti che davano sopra al paese, ho sentito tutto, insieme ai miei compagni: le raffiche degli spari dei nazisti, la nube di fumo quando diedero fuoco al paese. Ci illudemmo che fosse stata solo una bravata, che i tedeschi stessero solo sparando in aria: il parroco di Sant’Anna, del resto, ci aveva detto che se ce ne andavamo non ci sarebbe stata nessuna rappresaglia. Invece, la scena che ho visto nel film di Spike Lee era niente a confronto di quello che ho potuto vedere il giorno dopo la strage, quando sono potuta scendere al paese: gli uomini che cercavano tra i morti un pezzetto di vestito, i bambini infilzati, il sangue rappreso ovunque…. Non ho urlato così neanche quando è morto mio marito”.
Il racconto di questa ex partigiana che ora dirige l’Anpi di Viareggio e che l’8 settembre 1943, quando suo figlio aveva solo sette giorni, scelse la strada della montagna è un altro racconto rispetto a quello che emerge dall’ultimo, controverso, film di Spike Lee, Miracolo a Sant’Anna. Un racconto, quello di questa partigiana rimasta vedova a 20 anni, dove non ci sono traditori tra i partigiani a Sant’Anna (, né imboscate sconsiderate che hanno esposto la popolazione civile alle rappresaglie. “La verità è che i tedeschi a Sant’Anna ce li hanno portati su dei fascisti locali. Io lo so perché c’ero. Che bisogno aveva Lee di fare vedere quella sequenza in cui il tedesco che aveva massacrato la popolazione guardava il partigiano traditore?”, chiede ora con un filo di voce rotta dall’emozione mentre ricorda, come fosse ieri, quel tragico agosto di 65 anni fa.
La Ghilarducci è stata una delle prime a vedere il film. Come Giorgio Bocca, anche lui ex partigiano e militante di Giustizia e Libertà, ha scelto di scrivere al regista statunitense per ricordargli che la storia non può essere riscritta, per di più basandosi su un unico libro, quello di James Bride (ed. Rizzoli), che dà il nome all’omonimo film. “Volete sapere perché su questa strage, per tanti anni, è calato il silenzio, a differenza di quanto accade con le stragi di Marzabotto o con le Fosse Ardeatine? Perché, dopo la guerra, Giorgio Pisanò, il fascista Pisanò, scrisse un libro che fu poi distribuito dall’Assessore alla Cultura Lorenzoni a cinquecento giovani sopravvissuti a Sant’Anna. Un libro pieno di falsità che dava la colpa della strage ai partigiani. E oggi tornano quelle polemiche. Ma le cose io le ho vissute e le conosco bene: non c’era nessun partigiano a Stazzema quando i tedeschi uccisero la popolazione”. E sull’accusa, sempre di Lee, che non tutti gli italiani amassero i partigiani, questa donna che qualche mese dopo la strage perse suo marito per mano dei tedeschi dice: “Non è che non ci amassero, è che la gente aveva paura delle vendette tedesche. Tutti sapevano che chiunque avesse ospitato un partigiano rischiava di veder uccise dieci persone vicine”. C’è poi qualcosa, secondo lei, che non funziona in questo film che torna a ricordarci quanto sia ancora divisa la memoria degli italiani rispetto ai fatti della guerra di liberazione. Non è vero che i partigiani esponessero i civili alle rappresaglie tedesche. Avevano solo scelto di combattere da una parte. “Non avevamo scelta. Andare in montagna era obbligatorio per me, sposata con un’antifascista. Le racconto una cosa: dopo Sant’Anna, mio marito cercò, con un altro comandante di brigata, di avvicinarsi al fronte vicino all’Arno. Rimanere lì era diventato troppo pericoloso. Scelse di spostarsi disarmato per evitare di rimanere ucciso se fosse stato catturato. Fu un errore. Aveva solo 24 anni. Nostro figlio non aveva nemmeno un anno e non ha potuto nemmeno chiamarlo papà. Ebbene: bastava una bomba a mano e sarebbe sopravvissuto”. Ma c’è un’altra cosa che vuole dire questa donna che ha contribuito a liberare l’Italia dalla dittatura e dall’occupazione nazista. “Quelli che combattevano per la Repubblica di Salò non erano patrioti. Combattevano, magari con buona fede, per un ideale sbagliato. Stavano alla parte sbagliata. Andavano nelle case e razziavano tutto, mentre io dormivo sotto i castagni con il bambino. Queste cose qualcuno le deve ricordare. Non si può equiparare tutto”.
Il racconto di questa ex partigiana che ora dirige l’Anpi di Viareggio e che l’8 settembre 1943, quando suo figlio aveva solo sette giorni, scelse la strada della montagna è un altro racconto rispetto a quello che emerge dall’ultimo, controverso, film di Spike Lee, Miracolo a Sant’Anna. Un racconto, quello di questa partigiana rimasta vedova a 20 anni, dove non ci sono traditori tra i partigiani a Sant’Anna (, né imboscate sconsiderate che hanno esposto la popolazione civile alle rappresaglie. “La verità è che i tedeschi a Sant’Anna ce li hanno portati su dei fascisti locali. Io lo so perché c’ero. Che bisogno aveva Lee di fare vedere quella sequenza in cui il tedesco che aveva massacrato la popolazione guardava il partigiano traditore?”, chiede ora con un filo di voce rotta dall’emozione mentre ricorda, come fosse ieri, quel tragico agosto di 65 anni fa.
La Ghilarducci è stata una delle prime a vedere il film. Come Giorgio Bocca, anche lui ex partigiano e militante di Giustizia e Libertà, ha scelto di scrivere al regista statunitense per ricordargli che la storia non può essere riscritta, per di più basandosi su un unico libro, quello di James Bride (ed. Rizzoli), che dà il nome all’omonimo film. “Volete sapere perché su questa strage, per tanti anni, è calato il silenzio, a differenza di quanto accade con le stragi di Marzabotto o con le Fosse Ardeatine? Perché, dopo la guerra, Giorgio Pisanò, il fascista Pisanò, scrisse un libro che fu poi distribuito dall’Assessore alla Cultura Lorenzoni a cinquecento giovani sopravvissuti a Sant’Anna. Un libro pieno di falsità che dava la colpa della strage ai partigiani. E oggi tornano quelle polemiche. Ma le cose io le ho vissute e le conosco bene: non c’era nessun partigiano a Stazzema quando i tedeschi uccisero la popolazione”. E sull’accusa, sempre di Lee, che non tutti gli italiani amassero i partigiani, questa donna che qualche mese dopo la strage perse suo marito per mano dei tedeschi dice: “Non è che non ci amassero, è che la gente aveva paura delle vendette tedesche. Tutti sapevano che chiunque avesse ospitato un partigiano rischiava di veder uccise dieci persone vicine”. C’è poi qualcosa, secondo lei, che non funziona in questo film che torna a ricordarci quanto sia ancora divisa la memoria degli italiani rispetto ai fatti della guerra di liberazione. Non è vero che i partigiani esponessero i civili alle rappresaglie tedesche. Avevano solo scelto di combattere da una parte. “Non avevamo scelta. Andare in montagna era obbligatorio per me, sposata con un’antifascista. Le racconto una cosa: dopo Sant’Anna, mio marito cercò, con un altro comandante di brigata, di avvicinarsi al fronte vicino all’Arno. Rimanere lì era diventato troppo pericoloso. Scelse di spostarsi disarmato per evitare di rimanere ucciso se fosse stato catturato. Fu un errore. Aveva solo 24 anni. Nostro figlio non aveva nemmeno un anno e non ha potuto nemmeno chiamarlo papà. Ebbene: bastava una bomba a mano e sarebbe sopravvissuto”. Ma c’è un’altra cosa che vuole dire questa donna che ha contribuito a liberare l’Italia dalla dittatura e dall’occupazione nazista. “Quelli che combattevano per la Repubblica di Salò non erano patrioti. Combattevano, magari con buona fede, per un ideale sbagliato. Stavano alla parte sbagliata. Andavano nelle case e razziavano tutto, mentre io dormivo sotto i castagni con il bambino. Queste cose qualcuno le deve ricordare. Non si può equiparare tutto”.
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Re: La TV da guardare
Ai primi di agosto 1944 S.Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò, all’alba del 12 agosto ’44, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case.
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra.
Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccidevano oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i lanciafiamme.
Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portavano avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido venivano fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), e per finire a Bergiola e a Forno i nazisti facevano circa 200 vittime. Avrebbero continuato la strage con il massacro di Marzabotto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Sant%27Anna_di_Stazzema
In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, donne e anziani. I nazisti li rastrellarono, li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra e bombe a mano, compiendo atti di efferata barbarie. La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni. Fu trovata, ancora viva ma gravemente ferita, da una sorella miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Morì pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello. Infine il fuoco, a distruggere e cancellare tutto. Non si trattò di rappresaglia. Come è emerso dalle indagini della Procura Militare della Spezia, si trattò di un atto terroristico, di una azione premeditata e curata in ogni minimo dettaglio. L'obiettivo era quello di distruggere il paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra le popolazioni civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.
La ricostruzione degli avvenimenti, l’attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’Eccidio sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare della Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci ex SS colpevoli del massacro; sentenza confermata in Appello nel 2006 e ratificata in Cassazione nel 2007. Nella prima fase processuale si è svolto, grazie al Pm Marco de Paolis, un imponente lavoro investigativo, cui sono seguite le testimonianze in aula di superstiti, di periti storici e persino di due SS appartenute al battaglione che massacrò centinaia di persone a Sant’Anna. Fondamentale, nel 1994, anche la scoperta avvenuta a Roma, negli scantinati di Palazzo Cesi, di un armadio chiuso e girato con le ante verso il muro, ribattezzato poi “Armadio della vergogna”, poiché nascondeva da oltre 40 anni documenti che sarebbero risultati fondamentali ai fini di una ricerca della verità storica e giudiziaria sulle stragi nazifasciste in Italia nel secondo dopoguerra.
Il 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spingevano in comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nella zona di San Terenzo. Nel giro di cinque giorni uccidevano oltre 340 persone mitragliate, impiccate, addirittura bruciate con i lanciafiamme.
Nella prima metà di settembre, con il massacro di 33 civili a Pioppetti di Montemagno, in comune di Camaiore (Lucca), i reparti delle SS portavano avanti la loro opera nella provincia di Massa Carrara. Sul fiume Frigido venivano fucilati 108 detenuti del campo di concentramento di Mezzano (Lucca), e per finire a Bergiola e a Forno i nazisti facevano circa 200 vittime. Avrebbero continuato la strage con il massacro di Marzabotto.
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Re: La TV da guardare
Infatti Piedo il film non parla di quella storia. Lo usa come sfondo solo per poco, è quella storia che racconta Favino e da dove era uscito vivo il bambino. Conosco la storia di Sant'Anna, non è essatamente come lo ha raccontato il personaggio di Favino nel senso che non è stato una rapresaglia e non c'è stato nessuno partigiano a guidare i tedeschi lì ma italiani collaborazionisti, se non mi ricordo male.piedonex ha scritto:è finito ora anche sul +1.
No so quanto ci sia di storico e quanto di inventato.
Spike Lee sicuramente il suo lavoro lo sa fare, il film emoziona anche se in alcuni momenti è fin troppo costruito.
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Re: La TV da guardare
ho letto e postato la storia ora
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Re: La TV da guardare
Duful quelle critiche le trovo completante gratuite e fuori luogo ad essere sincera. Direi che questa gente non ha capito un cavolo del film.
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Re: La TV da guardare
All'inizio delle riprese il film è stato accusato dall'Anpi di revisionismo, poiché secondo i partigiani sopravvissuti la strage fu un atto premeditato e non una rappresaglia, come asserisce il film. Spike Lee si è difeso dichiarando: «La nostra storia prende solo spunto dai fatti realmente accaduti. McBride, per scrivere la storia, si è avvalso di alcuni consulenti storici, ma ha scritto un romanzo che contiene anche molti elementi di fantasia».[3] L'ANPI alla fine ha rilasciato un comunicato[8] in cui sottolinea la presenza di elementi di fantasia nel libro e dichiara che non spetta all'associazione esprimere un giudizio in merito. Nel comunicato viene in particolare affermato che: «Il dato storico accertato, anche da sentenze del Tribunale Militare, è che il massacro di Sant’Anna di Stazzema fu esclusivamente dovuto a precise condotte e responsabilità dell’occupante nazista e di ciò ne viene dato atto nei titoli del film. La memoria delle persone e degli eventi che hanno consentito all’Italia di divenire un paese democratico è patrimonio di tutti gli italiani: ogni contributo al perpetuarsi del ricordo è utile e necessario.»
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, dopo aver assistito alla proiezione della pellicola, ha dichiarato come questa sia un omaggio alla resistenza, smorzando così le polemiche.[9]
http://it.wikipedia.org/wiki/Miracolo_a_Sant%27Anna
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Re: La TV da guardare
Amantide_Religiosa ha scritto:Duful quelle critiche le trovo completante gratuite e fuori luogo ad essere sincera. Direi che questa gente non ha capito un cavolo del film.
Ama, è gente che l'ha vissuto sulla propria pelle. semplicemente non gli è piaciuto quella lettura, del partigiano traditore. io li capisco
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Re: La TV da guardare
piedonex ha scritto:All'inizio delle riprese il film è stato accusato dall'Anpi di revisionismo, poiché secondo i partigiani sopravvissuti la strage fu un atto premeditato e non una rappresaglia, come asserisce il film. Spike Lee si è difeso dichiarando: «La nostra storia prende solo spunto dai fatti realmente accaduti. McBride, per scrivere la storia, si è avvalso di alcuni consulenti storici, ma ha scritto un romanzo che contiene anche molti elementi di fantasia».[3] L'ANPI alla fine ha rilasciato un comunicato[8] in cui sottolinea la presenza di elementi di fantasia nel libro e dichiara che non spetta all'associazione esprimere un giudizio in merito. Nel comunicato viene in particolare affermato che: «Il dato storico accertato, anche da sentenze del Tribunale Militare, è che il massacro di Sant’Anna di Stazzema fu esclusivamente dovuto a precise condotte e responsabilità dell’occupante nazista e di ciò ne viene dato atto nei titoli del film. La memoria delle persone e degli eventi che hanno consentito all’Italia di divenire un paese democratico è patrimonio di tutti gli italiani: ogni contributo al perpetuarsi del ricordo è utile e necessario.»
Il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, dopo aver assistito alla proiezione della pellicola, ha dichiarato come questa sia un omaggio alla resistenza, smorzando così le polemiche.[9]
http://it.wikipedia.org/wiki/Miracolo_a_Sant%27Anna
Appunto, e cmq ti basta vedere il film per capire che l'intento non è quello di costruire storicamente l'episodio di Sant'Anna. La cosa fondamentale è questa.
Inoltre, quella storia è universale in quanto non sarà successo a Sant'Anna ma ragazzi è al quanto vera. Delle rapresaglie, tradimenti, guerra tra italiani etc. ce stato anche. Poi trovo inutile sottolineare che non è stata una rapresaglia perciò non era colpa dei partigiani, allora il massacro delle fosse ardeatine, che fu una rapresaglia per via dell'attentato a via Rasella fatto dai partigiani, vogliamo dire che era la colpa dei partigiani? Ovviamente no.
Semmai ha senso precisare per dire che è stato un fatto ancora più grave, anche se pure la rapresaglia era proibito dalla leggi di guerra, ma non ha senso precisarlo per dire che non è colpa dei partigiani. Anzi, lo trovo controproducente.
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Re: La TV da guardare
Dici che è una lettura sbagliata? Non è mai successo in italia??? Ma dai, mi sembra una lettura completamente sbagliata del film, di partigiani c'erano anche gli altri nel film che non erano traditori. Come mai non si parla della tema del film ma si fa tutto questo rumorre per una storia che il film non ha la pretesa di ricostruire?duful ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Duful quelle critiche le trovo completante gratuite e fuori luogo ad essere sincera. Direi che questa gente non ha capito un cavolo del film.
Ama, è gente che l'ha vissuto sulla propria pelle. semplicemente non gli è piaciuto quella lettura, del partigiano traditore. io li capisco
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Re: La TV da guardare
Amantide_Religiosa ha scritto:Dici che è una lettura sbagliata? Non è mai successo in italia??? Ma dai, mi sembra una lettura completamente sbagliata del film, di partigiani c'erano anche gli altri nel film che non erano traditori. Come mai non si parla della tema del film ma si fa tutto questo rumorre per una storia che il film non ha la pretesa di ricostruire?duful ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Duful quelle critiche le trovo completante gratuite e fuori luogo ad essere sincera. Direi che questa gente non ha capito un cavolo del film.
Ama, è gente che l'ha vissuto sulla propria pelle. semplicemente non gli è piaciuto quella lettura, del partigiano traditore. io li capisco
vedi Ama, per me, per te e per tanti altri che quelle storie le hanno lette, studiate o sentite, è più facile guardare un film che parla di una storia vera cercando spunti e interpretazioni diverse, dando magari la priorità ad aspetti inconsueti. tutto questo è interessante, e se il film è ben fatto, godibilissimo da vedere. però noi lo giudichiamo con il distacco del non vissuto, ne apprezziamo l'aspetto artistico, narrativo, registico etc etc.
prova a metterti nei panni di chi c'era, che l'ha visto con i propri occhi. sei sicura che riusciresti a dare un giudizio imparziale sul film, esulando dai fatti accaduti?
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Re: La TV da guardare
Duful, in 3 ore di film la storia di Sant'Anna viene vista per 5 minuti diciamo. Non si può proprio dire che il film parla di questa storia.duful ha scritto:vedi Ama, per me, per te e per tanti altri che quelle storie le hanno lette, studiate o sentite, è più facile guardare un film che parla di una storia vera cercando spunti e interpretazioni diverse, dando magari la priorità ad aspetti inconsueti. tutto questo è interessante, e se il film è ben fatto, godibilissimo da vedere. però noi lo giudichiamo con il distacco del non vissuto, ne apprezziamo l'aspetto artistico, narrativo, registico etc etc.
prova a metterti nei panni di chi c'era, che l'ha visto con i propri occhi. sei sicura che riusciresti a dare un giudizio imparziale sul film, esulando dai fatti accaduti?
Due, nel film quando viene raccontato l'episiodio sai cosa è la cosa più impressionante?
Il commandante tedesco che spara per primo, a sangue fredo, al prete sulla testa. Spike Lee lo fà vedere tutta quella scena, nuda e cruda una vera e proprio esecuzione, poi il massacro a tutti gli altri che pregavano per terra e in fine la bambina piccola che piange e viene uccisa infilzando la baioneta.
Quella scena vale tutte le chiacchiere inutili.
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Re: La TV da guardare
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Amantide_Religiosa ha scritto:Stasera su Sky Primafila
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Re: La TV da guardare
silvestra ha scritto:Amantide_Religiosa ha scritto:Stasera su Sky Primafila
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Re: La TV da guardare
nonostante non sia tra i celebranti de..
il natale del sole invictus o il solstizio d'inverno. il culto di horus o iside o di gesù bambino..
tornando come di consueto al natio borgo selvaggio per unirmi alla
famiglia sfruttando il solo pretesto annuo che non tradisse un
nostalgico ritorno al tepore uterino del nido,
il giorno di santo stefano mi sono trovato a condividere il nuovo
focolare con il resto della piccionata convenuta a gozzovigliare
godendo del calore di un sabato italiano davanti alla rete ammiraglia
rai.
titolo:
mettiamoci all'opera
un talent sulla lirica.
strutturato come x factor
ma con 4 giudici anzichè 3 e indipendenti dai concorrenti come per ballando con le stelle.
nessuna paletta però. solo commenti e un telecomando per esprimere il voto.
voto giuria+ voto pubblico in studio.
giudici:
Katia Ricciarelli, l'inutile Orietta Berti, il tenore Fabio Armillato
e il conduttore radiofonico de la barcaccia Enrico Stinchelli.
orchestra lirica di 40 elementi
conduzione insipida di frizzi. e corpo di ballo terribile e al solito discinta e acchiappatestosterone.
solo Stinchelli mi ha convinto a dare una possibilità alla programmazione di essere presa in considerazione.
la ricciarelli è un animale tv come la berti. i suoi commenti erano del tutto annacquati.
non aggiungevano nulla alla comprensione dell'esibizione.
armillato e stinchelli davano quel minimo di credibilità al tentativo.
il natale del sole invictus o il solstizio d'inverno. il culto di horus o iside o di gesù bambino..
tornando come di consueto al natio borgo selvaggio per unirmi alla
famiglia sfruttando il solo pretesto annuo che non tradisse un
nostalgico ritorno al tepore uterino del nido,
il giorno di santo stefano mi sono trovato a condividere il nuovo
focolare con il resto della piccionata convenuta a gozzovigliare
godendo del calore di un sabato italiano davanti alla rete ammiraglia
rai.
titolo:
mettiamoci all'opera
un talent sulla lirica.
strutturato come x factor
ma con 4 giudici anzichè 3 e indipendenti dai concorrenti come per ballando con le stelle.
nessuna paletta però. solo commenti e un telecomando per esprimere il voto.
voto giuria+ voto pubblico in studio.
giudici:
Katia Ricciarelli, l'inutile Orietta Berti, il tenore Fabio Armillato
e il conduttore radiofonico de la barcaccia Enrico Stinchelli.
orchestra lirica di 40 elementi
conduzione insipida di frizzi. e corpo di ballo terribile e al solito discinta e acchiappatestosterone.
solo Stinchelli mi ha convinto a dare una possibilità alla programmazione di essere presa in considerazione.
la ricciarelli è un animale tv come la berti. i suoi commenti erano del tutto annacquati.
non aggiungevano nulla alla comprensione dell'esibizione.
armillato e stinchelli davano quel minimo di credibilità al tentativo.
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: La TV da guardare
Su Raistoria stanno replicando, ogni mattina a mezzogiorno, l'Odissea televisiva del 1969.
Ho rivisto la prima oggi e devo dire che è sempre un bel vedere anche se a distanza di anni alcuni difettucci emergono. Ma è stata forse la prima grande produzione a diffusione internazionale ad abbandonare l'antichità di cartapesta tipica di tanto cinema per avvicinarsi a una visione "barbarica". E in questo ricordo che un punto di svolta fondamentale per una nuova ricezione del mondo antico fu la messa in scena dell'Orestea a Siracusa nel 1960 da parte del Teatro Popolare di ricerca di Lucignani e Gassman con la collaborazione di Pasolini. Operazione discussa e discutibile ma sicuramente innovativa e fruttifera.
Certo, nello sceneggiato tivvì Telemaco sembra un po' un teddyboy e i Proci che irrompono armati nell'assemblea forse volevano ricordare i mussoliniani "bivacchi di manipoli", ma a me fanno venire il servizio d'ordine della Statale di Milano e le tecniche neo-giacobine di egemonizzazione delle assemblee.
Però ci sono gli stupendi scenari delle isole allora yugoslave del medio-basso adriatico che rappresentano meravigliosamente un'idea insieme di distanza e di vicinanza di quella cultura. Vicinanza perché dopotutto, aldilà delle vicende evenemenziali, la cultura della vite e dell'ulivo, delle pietraie e dei muretti a secco, dei muli come mezzo principale di trasporto, è durata migliaia di anni e i più vecchi di noi hanno potuto vederne le ultime tracce (credo che un contadino di un'isola mediterranea degli anni '30 fosse più vicino all'antica grecia che al mondo attuale).
E poi ci sono due facce che non mi stancherei mai di guardare: la stupenda Irìni Papàs (Irene Papas, ma mi raccomando: questa è quasi l'esatta pronuncia!) e Bekim Fehmiu, allora cittadino yugoslavo ma di nazionalità albanese; un caso di perfetta identificazione fra l'attore e il personaggio... chi riesce ormai a immaginare Ulisse con una faccia diversa?
Approfitterò di non dover andare in miniera anche i prossimi giorni, aspettando con ansia il terrificante/meraviglioso pezzo di Polifemo, opera maxima di quel geniaccio di Mario Bava assieme a Rambaldi, un pezzo da mostrare a tutti quelli che si nutrono di effetti digitali
P.S.: un legame con il cinema peplum comunque c'è: calzature Pompei e parucche della ditta Rocchetti
Ho rivisto la prima oggi e devo dire che è sempre un bel vedere anche se a distanza di anni alcuni difettucci emergono. Ma è stata forse la prima grande produzione a diffusione internazionale ad abbandonare l'antichità di cartapesta tipica di tanto cinema per avvicinarsi a una visione "barbarica". E in questo ricordo che un punto di svolta fondamentale per una nuova ricezione del mondo antico fu la messa in scena dell'Orestea a Siracusa nel 1960 da parte del Teatro Popolare di ricerca di Lucignani e Gassman con la collaborazione di Pasolini. Operazione discussa e discutibile ma sicuramente innovativa e fruttifera.
Certo, nello sceneggiato tivvì Telemaco sembra un po' un teddyboy e i Proci che irrompono armati nell'assemblea forse volevano ricordare i mussoliniani "bivacchi di manipoli", ma a me fanno venire il servizio d'ordine della Statale di Milano e le tecniche neo-giacobine di egemonizzazione delle assemblee.
Però ci sono gli stupendi scenari delle isole allora yugoslave del medio-basso adriatico che rappresentano meravigliosamente un'idea insieme di distanza e di vicinanza di quella cultura. Vicinanza perché dopotutto, aldilà delle vicende evenemenziali, la cultura della vite e dell'ulivo, delle pietraie e dei muretti a secco, dei muli come mezzo principale di trasporto, è durata migliaia di anni e i più vecchi di noi hanno potuto vederne le ultime tracce (credo che un contadino di un'isola mediterranea degli anni '30 fosse più vicino all'antica grecia che al mondo attuale).
E poi ci sono due facce che non mi stancherei mai di guardare: la stupenda Irìni Papàs (Irene Papas, ma mi raccomando: questa è quasi l'esatta pronuncia!) e Bekim Fehmiu, allora cittadino yugoslavo ma di nazionalità albanese; un caso di perfetta identificazione fra l'attore e il personaggio... chi riesce ormai a immaginare Ulisse con una faccia diversa?
Approfitterò di non dover andare in miniera anche i prossimi giorni, aspettando con ansia il terrificante/meraviglioso pezzo di Polifemo, opera maxima di quel geniaccio di Mario Bava assieme a Rambaldi, un pezzo da mostrare a tutti quelli che si nutrono di effetti digitali
P.S.: un legame con il cinema peplum comunque c'è: calzature Pompei e parucche della ditta Rocchetti
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: La TV da guardare
meraviglia.Su Raistoria stanno replicando, ogni mattina a mezzogiorno, l'Odissea televisiva del 1969.
il letto costruito sull'ulivo come prova per ulisse al ritorno dalla sua penelope.
la papas rifece l'odissea trasmessa da mediset negli anni 90 con erik roberts e la calipso nera.
interpretava anticlea la madre di ulisse.morendo in mare come alfonsina di sosa.
lei sola reggeva quella patacca di rivisitazione.
grazie mambu!
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: La TV da guardare
Ma no ma che sfiga che non la prendo ... bellissima ...
che voi sappiate esiste anche in dvd?
Ho mio figlio che si è impallinato con l'odissea e questa era veramente da guardare ...
che voi sappiate esiste anche in dvd?
Ho mio figlio che si è impallinato con l'odissea e questa era veramente da guardare ...
Strawberry Fields- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: La TV da guardare
http://www.ibs.it/dvd/8013147480057/franco-rossi/odissea-avventure-ulisse.html
non so se esistono altre edizioni dvd..tempo fa c'era una serie di dvd venduti da Rai e Fabbri Editore..ma non so se fosse o meno compresa anche Odissea 1968...
cmq in commercio c'è quell'ediz in due dvd..
non so se esistono altre edizioni dvd..tempo fa c'era una serie di dvd venduti da Rai e Fabbri Editore..ma non so se fosse o meno compresa anche Odissea 1968...
cmq in commercio c'è quell'ediz in due dvd..
Re: La TV da guardare
su rai due in questo momento sta andando in onda Il flauto magico di Mozat, con la regia di Kenneth Branagh
se ho capito bene siamo nella prima guerra mondiale
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ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: La TV da guardare
nooooooo a che ora è cominciato???
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: La TV da guardare
una ventina di minuti circa
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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