G.A.S.Fo.M.

xenas ha scritto:non compro le marche credo sia sciocco comprare solo un nome. compro quelloc he mi piace. Anche saviano denuncia il mondo della moda nel suo libro. Il capitolo col sarto dell'abito della jolie è commovente.

Io non sono mai stata appassionata di moda, di firme, di guardaroba affollati, anzi tutt'altro.
Ma da quando ho letto Gomorra, se possibile, compro ancora meno. Quel capitolo per me è stato ancora più devastante degli altri, perchè davvero mi ha aperto la finestra su un panorama per me totalmente sconosciuto e impensabile.

xenas ha scritto:ho firmato anche io

Anche io

Ma porterà a qualcosa in questo mondo che ama disinformare e amare raccontare un altro mondo?

un po' di vergogna al giornalista?

Xenas come vorrei pensare che sia cosi. Ho paura che il giornalista neanche vergogna proverà

Via libera al decreto Romani "Ma nessun obbligo per i blog"

Il consiglio dei ministri approva la norma che equiparava i video online alle tv tradizionali. "Non sarà applicata a siti internet e giornali online". Ma
restano alcuni dubbi
di ALESSIO BALBI


ROMA - E' stato approvato in Consiglio dei ministri il cosiddetto "decreto Romani", il controverso testo che recepisce la direttiva europea sugli audiovisivi. Secondo quanto comunicato dal ministero dello Sviluppo Economico in una nota, la normativa esce depurata da ogni riferimento a blog, giornali online e motori di ricerca. Una revisione che dovrebbe gettare acqua sul
fuoco delle polemiche innescate dal provvedimento fin dalla sua prima presentazione. Ma restano aspetti poco chiari, in particolare per quanto riguarda l'eventuale equiparazione tra siti professionali come YouTube, che basano il loro business sulla diffusione di video, e le emittenti tv tradizionali.

Il provvedimento varato oggi, si legge nella nota del ministero "recepisce in parte le indicazioni delle Commissioni Parlamentari".
In particolare, continua il documento, "viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere applicata la disciplina prevista dalla direttiva, con un elenco dettagliato delle attività escluse". Tra queste ultime, il ministero cita espressamente "i siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste, i giochi online". Per queste
attività, dunque, sarebbero esclusi una serie di obblighi previsti per le televisioni, primo fra tutti l'autorizzazione preventiva da parte del ministero.

Il testo completo varato dal Cdm non è ancora disponibile. Ma a gennaio il Servizio studi della Camera dei deputati, esprimendo il suo parere sullo schema di decreto legislativo, aveva rilevato che la direttiva non era volta a "a disciplinare l?attività dei siti Internet, fatta eccezione per quel che concerne le web-tv dotate di un palinsesto stabile".

Se dunque gli effetti del decreto Romani sembrano completamente annullati per quanto riguarda i siti personali e gli organi di informazione che fanno uso di video, non è ancora chiaro il destino di servizi commerciali basati sulla distribuzione di video, come YouTube. Un dubbio non da poco, considerando che proprio Google, proprietario di YouTube, era stato tra i più determinati avversari del decreto nella sua prima formulazione. Rispondendo ai timori dei provider, il ministero dello Sviluppo Economico ha comunque chiarito che "il regime dell'autorizzazione generale per i servizi a richiesta (diversi dalla televisione tradizionale, con palinsesto predefinito) non comporta in alcun modo una valutazione preventiva sui contenuti diffusi".

Il decreto, che nella formulazione iniziale equiparava i siti di video alle emittenti televisive tradizionali, aveva scatenato una vera e propria ribellione in rete. Il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, lo aveva definito "restrittivo e inefficace", ravvisando nelle norme varate dal governo un "filtro generalizzato a internet".

fear-of-the-dark ha scritto:

xenas ha scritto:ho firmato anche io :sorriso4:

anche io

chi mi da il link per firmare? premetto che non mi sono mnai iscritta a facebook

https://www.facebook.com/group.php?gid=380461210040

ma prima devi iscriverti a Facebook

NO ALLA CENSURA !!!
Il Popolo Viola di Roma, insieme ai comitati BOBI BOicotta il BIscione ed a Liberacittadinanza invita tutti i cittadini a ritrovarsi a Roma, in Via Teulada, davanti agli studi di Ballarò, oggi 2 marzo dalle ore 20 in poi. Nel caso prosegua la sospensione metteremo a disposizione una diretta internet per trasmettere via streaming su Facebook (pagina del popolo viola) e sui nostri siti (www.ilpopoloviola.it) una trasmissione speciale di Ballarò che mettiamo a disposizione del giornalista Giovanni Floris.
http://www.ilpopoloviola.it/

Bess ha scritto:

NO ALLA CENSURA !!!
Il Popolo Viola di Roma, insieme ai comitati BOBI BOicotta il BIscione ed a Liberacittadinanza invita tutti i cittadini a ritrovarsi a Roma, in Via Teulada, davanti agli studi di Ballarò, oggi 2 marzo dalle ore 20 in poi. Nel caso prosegua la sospensione metteremo a disposizione una diretta internet per trasmettere via streaming su Facebook (pagina del popolo viola) e sui nostri siti (www.ilpopoloviola.it) una trasmissione speciale di Ballarò che mettiamo a disposizione del giornalista Giovanni Floris.
[url=http://www.ilpopoloviola.it/

http://www.ilpopoloviola.it/[/quote[/url]]

molto bene.....

Rabbia e speranza
Gli aquilani vogliono dare battaglia

Le storie degli sfollati "Non posso andare nemmeno a guardare da lontano casa mia"
di Giustino Parisse


L’AQUILA. Incertezza sulla ricostruzione, ma soprattutto incertezza sul futuro della propria esistenza. L’i niziativa sui siti internet del Centro e di Repubblica - (www.repubblica. it) e (www.ilcentro.it) - «Ieri e oggi, così è cambiata la nostra vita» sta portando alla luce decine di storie. Ognuna ha dentro di sè piccoli e grandi drammi giornalieri: i problemi del lavoro, la battaglia contro la burocrazia, la lontanza dalla città. Lidia Carlomagno scrive: «Domenica io e mio figlio abbiamo partecipato alla rivolta delle carriole, è stato molto emozionante. Vorrei far capire a quelli che parlano degli aquilani come degli incontentabili, noi non chiediamo nulla di più di quello che ci spetta».

Irene Margarita ricorda casa sua: «Una splendida abitazione in pieno centro storico in via Garibaldi, volte “a botte e a crociera” affrescate, palazzo dell’Ottocento. Vivevo lì con i miei genitori e mia sorella. Adesso mi rimane difficile descriverla: grosse lesioni attraversano le volte per 4 mt in altezza ed i muri portanti sia esternamente che internamente; la facciata del palazzo si è spostata in avanti interrompendo la continuità con i solai, alcuni muri e pavimenti sono crollati. Non si sta facendo nulla. Gli unici interventi che con, estrema fatica, siamo riusciti a ottenere sono quelli di messa in sicurezza del palazzo (per evitare che continui a crollare) che sono iniziati ad ottobre e oggi si trovano solo a metà. Non posso raggiungere la mia casa anche solo per guardarla dalla strada».

Antonio Giammatteo racconta: «La casa della mia famiglia a San Demetrio è stata classificata “B“. Attualmente è inagibile e non abbiamo ancora l’autorizzazione a ripararla nonostante la domanda sia stata presentata il 22 ottobre 2009. La burocrazia invece di accelerare la ricostruzione, pone sempre nuovi ostacoli».






Patrizia Sericchi: «La nostra casa è una palazzina bifamiliare situata a Pettino (via Sila Persichelli), è classificata E con danni strutturali e, a detta di tutti i tecnici è da abbattere. Vorremmo ricostruire due villette di volumetria più piccola avendo entrambi i proprietari circa 1000 metri quadrati di terreno. Siamo andati al comune per esprimere il nostro desiderio, ci è stato risposto che l’ordinanza prevede la ricostruzione con la stessa forma e volumetria, accetterebbero solo una riduzione di volumetria. Avevamo anche domandato, secondo quando previsto dall’o rdinanza, di ricostruire casa su un altro terreno da acquistare nel comune dell’Aquila, anche qui ci è stato sconsigliato in quanto il terreno dove sorge la casa da abbattere diventerebbe non edificabile perchè si trova nella zona di rispetto dell’autostrada (autostrada costruita a ridosso delle due villette senza effettuare alcun esproprio). Abbiamo deciso quindi di ricostruire così come era la casa».

Stefania Mattioli: «Vivevo nel quartiere di San Sisto da appena 3 anni, in una casa che, con mio marito, stavano piano piano sistemando, ed era bellissima, grande e luminosa. Quella notte siamo scappati con tra le braccia i nostri figli di 3 e 1 mese appena. Siamo rimasti a Pescara, nella casa del mare dei miei, (che sono ancora lì) fino ad ottobre, poi, finalmente, siamo rientrati grazie a degli amici che ci hanno prestato la loro casa mentre loro stavano nella casa paterna. A gennaio ci hanno consegnato la famosa “casetta“ a Paganica 1. Quando torno a casa mia per prendere qualcosa mi viene sempre da piangere, la guardo e penso che è, nonostante le crepe, bellissima. Il mio lavoro è un bel punto interrogativo (ero da poco diventata avvocato), mentre mio marito già a maggio aveva riaperto il suo studio odontoiatrico. Domenica siamo stati tutti e quattro a passare secchi di macerie della nostro bella città».

Elena Bonomo: «I miei genitori sono di Picenze, casa completamente inagile. Ora vivono con me a Roma ma ho parenti sparsi tra caserma, hotel al mare o da amici. Quello che dico io è ok le manifestazioni, la rabbia ma loro ancora non hanno avuto la casa di legno. Forse prima di volere la ricostruzione bisogna aspettare che tutti abbiano la casa».

Marta Vivio: «Cerchiamo tutti di non pensarci perché fa male. Soprattutto fa male saperci disgregati, un pezzo di famiglia qui, un pezzo lì, un pezzo all’estero (siamo in 10). In ogni caso andiamo avanti col sorriso, a noi non ci butta giù nessuno».

/size] (03 marzo 2010)

OGM: VERDI, GRAVE DECISIONE BRUXELLES; PRONTI A REFERENDUM



"OGM: VERDI, GRAVE DECISIONE BRUXELLES; PRONTI A REFERENDUM";

(AGI) - Roma, 3 mar. - La decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione della patata Amflora prodotta dalla multinazionale Bayer e' gravissima e inaccettabile. Per questo i Verdi sono pronti a presentare un quesito referendario gia' dalla prossima settimana per evitare che gli Ogm vengano coltivati in Italia. E' quanto si legge in una nota dei Verdi.
"La coltura autorizzata - sostengono i Verdi - presenta dei profili di rischio molto alti perche' avrebbe un gene marker che provoca resistenza ad un antibiotico importante per la salute umana. In questo modo non solo e' stato violato il principio di precauzione nei confronti delle colture geneticamente modificate ma anche la direttiva Ue 2001/18 che proibisce espressamente l'autorizzazione per gli Ogm che contengono geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana".
"Si tratta - prosegue la nota - di un vero e proprio assalto alla sicurezza alimentare, alla nostra agricoltura tipica, di qualita' e biologica: insomma a rischio c'e' tutto il made in Italy agrolimentare. I Verdi si mobiliteranno con forza, assieme a tutti i soggetti impegnati a difendere la tradizione agroalimentare del nostro paese e la salute dei cittadini dalle colture geneticamente modificate.
"Quella che abbiamo davanti - concludono i Verdi - sara' una nuova stagione di referendum, sugli ogm, sul nucleare e sulla privatizazione dell'acqua per salvaguardare l'ambiente, la salute dei cittadini e il diritto di tutti ai beni comuni".
(AGI) Red/Mgm

questo é grave!

@princi
avevi visto su Arte il documentario sulla Monsanto?

Gaufre ha scritto:@princi
avevi visto su Arte il documentario sulla Monsanto?

si', tra l'altro avevo un'amica chimica che ci lavorava e mi aveva confermato. Adesso non ci lavora più, eh!

comunque, a proposito degl ogm, bruxelles cala le braghe su tutta la linea, la francia ha lobby potentissime pro ogm... speravo nella germenia che é un po' più "verde"...

Che schifo ,ma tanto le braghe è da tanto che stanno giù

da Il fatto quotidiano di oggi

Rai, quanto
costa il bavaglio
di Loris Mazzetti

Tutti gli approfondimenti informativi
della Rai sono stati
chiusi causa elezioni, Santoro,
Floris, Vespa in vacanza
forzata. Questa è stata la decisione
presa a maggioranza dal Consiglio
di amministrazione della Rai (cinque
consiglieri contro quattro),
dopo che il presidente Garimberti
aveva inutilmente tentato di convincere
la commissione di Vigilanza
a modificare le nuove e più restrittive
regole sulla par condicio.
Durante l’incontro, Paolo Garimberti,
ha denunciato che la tv di
Stato è in agonia, per la precisione
ha detto: “La Rai rischia il soffocamento,
la morte per asfissia dopo
lunga e dolorosa agonia”. Nonostante
quest’allarme la Commissione
non ha cambiato la decisione
presa e Sergio Zavoli a sua volta
ha dichiarato pubblicamente che
“la volontà di non cambiare è stata
presa fuori dalla stessa Commissione”.
Le forti parole di Garimberti ci
riportano ad un altro grido di allarme,
quello del direttore generale
Masi quando, sempre in Commissione,
aveva dichiarato che “se
non avviene un cambio di rotta, la
Rai rischia un passivo di oltre 600
milioni di euro”. La La chiusura di
programmi come A n n o ze ro , che ha
un ascolto medio del 19-20% di
share ed è il più visto di RaiDue e
Ballarò che con il suo 15-16%, assieme
a Che tempo che fa, è al primo
posto nella classifica degli ascolti
di RaiTre, causa alla Rai un grave
danno economico. Le trasmissioni
di Santoro e Floris raccolgono molta
pubblicità, quindi portano tanti
“soldini” alle bisognose casse della
Rai, come appunto denunciato dal
dg. Cerchiamo di ipotizzare qualche
cifra. Porta a Porta lunedì scorso
è stato sostituito con un telefilm
che non ha superato il 9% di share,
abbassando la media di 10 punti (il
riferimento è alle puntate con i politici,
se prendessimo in considerazione
quelle di gossip o sui processi dovremmo aumentare il già
notevole calo); più o meno la stessa
cosa accadrà per A n n o ze ro e Bal -
larò. Questo nella prima fase.
Quando il palinsesto invece sostituirà
i telefilm o i documentari con
le tribune elettorali, se facciamo riferimento
all’ultima competizione
elettorale, considerando che non
esistono più i giornalisti alla Jacobelli
o alla Zatterin, gli ascolti oscilleranno
tra il 2-3% di share, 5-6% in
occasione di un leader di partito.
L’ipotesi che si potrebbe fare è la
seguente: la Rai rischia di rimetterci
una cifra intorno ai 4 milioni di
euro per perdita della pubblicità.
L’inserzionista che ha comprato
uno spazio dentro ad A n n o ze ro o
Ballarò lo ha fatto perché queste trasmissioni
hanno un certo target e
raggiungono 4-5, a volte anche 6
milioni di telespettatori e sicuramente
non confermeranno il loro
acquisto o chiederanno di essere
risarciti con ulteriori spazi pubblicitari.
Soprattutto la chiusura dei programmi
di approfondimento informativo
priva il cittadino, che paga
il canone, di un diritto fondamentale:
quello di essere informato.
Quante volte ho sentito dire a Enzo
Biagi: “In Rai non si parla mai di
p ro gra m m i ”. La frase detta da chi
la televisione l’aveva fatta per tanti
anni, racchiude tutte le negatività
della tv di oggi, rappresentando
quello che gli utenti da anni si chiedono:
“Quando in Rai si tornerà a
parlare di qualità?”. I programmi
citati sono sicuramente tra i migliori
prodotti della televisione italiana.
Biagi voleva essere provocatorio,
la sua domanda aveva un significato:
quello di chiedere ai lavoratori
della tv pubblica e ai cittadini
di smettere di subire il potere
politico, di far uscire dalla Rai i
partiti, che fanno e disfano, che se
ne fregano dei principi della democrazia,
che decidono a seconda
del loro gradimento se concedere
o meno l’autonomia a chi fa la televisione.
Sono trascorsi ormai
due anni e mezzo dalla scomparsa
di Biagi, ma il suo pensiero è sempre
attuale. Oggi, la stessa idea è
portata avanti, con un linguaggio
diverso, da Beppe Grillo, quando
denuncia che i politici sono solo
chiacchiere e televisione. Solo con
regole diverse da quelle attuali si
potrebbe togliere al potere politico
l’uso personale della tv, ma questo
non accadrà perché sarebbe
come annunciare il suicidio dello
stesso potere. In questi ultimi giorni
in quante occasioni si è discusso
del Tg1 di Minzolini (una volta per
un suo editoriale, oppure per non
aver fatto dire, all’interno di un servizio,
che Di Girolamo è un senatore
del Pdl, infine, solo per ordine
di tempo, del conduttore, che per
ben due edizioni, ha detto che la
sentenza sulla corruzione dell’av -
vocato Mills è stata di assoluzione e
non di prescrizione), invece di denunciare
che, non solo questi fatti
sono rappresentativi di una cattiva
informazione, ma che contribuiscono
a indebolire l’immagine della
Rai. La chiusura dei programmi
di Santoro, Floris, Vespa, oltre a negare
ai cittadini il diritto base della
democrazia, quello di essere informati,
come sta scritto nella Costituzione
e procurare un danno economico,
dimostra che in Rai ancora
una volta chi ci perde è soprattutto
l’immagine del servizio pubblico.
Ieri sera al posto di Ballarò è
andato in onda un documentario
sul fascismo: la sostituzione non
poteva essere più appropriata.

Si infiamma il confronto a poche ore dal via libera definitivo del Senato al disegno di legge collegato alla Finanziara della norma che allarga il ricorso all'arbitrato. Il ministro Sacconi: "Malafede di chi vuole accendere tensione sociale"

Articolo 18, insorgono Pd e sindacati
"Il ddl del governo è una controriforma"

Treu: "Diventa possibile bypassare norme inderogabili"
Angeletti (Uil): "Parlamento non faccia danni o reagiremo"

ROMA - Ora l'articolo 18 potrebbe diventare un optional. Opposizioni e sindacati rilanciano l'allarme di Repubblica sull'attacco del governo all'articolo dello statuto dei lavoratori che tutela i dipendenti rispetto al licenziamento del datore di lavoro, attraverso la norma contenuta nel ddl lavoro, in ultima lettura al Senato, che allarga il ricorso all'arbitrato, da alcuni ritenuto un tentativo di aggirare, appunto, l'articolo 18.

Il senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, a poche ore dal via libera definitivo del disegno di legge collegato alla Finanziara da parte dell'Aula di palazzo Madama, spiega che "l'articolo 31 del ddl prevede due possiblità per ricorrere all'arbitrato in funzione della risoluzione delle controversie tra datore di lavoro e lavoratore". La prima, prosegue il senatore, "è attraverso contratti collettivi che - dice - è la strada più sicura. In questo modo, infatti, le parti possono stabilire i limiti in cui l'arbitrato può essere esercitato. Poi, però, resta il fatto, che se le parti falliscono nel trovare un accordo, può intervenire il ministro per decreto".
"C'è però un'altra possibilità consentita dalla norme - evidenzia ancora Treu - e cioè che il singolo lavoratore accetti un accordo secondo cui il proprio contratto di assunzione preveda il ricorso all'arbitrato per risolvere le controversie, incluso il ricorso all'arbitrato secondo equità. Cosa, quest'ultima, che implica la possibilità di bypassare le norme inderogabili di legge e quindi
diritti come l'articolo 18 o le retribuzioni o le ferie. Un simile accordo inoltre - rimarca Treu - può essere stretto anche in corso di rapporto di lavoro".

"Lo denunciamo da tempo. Questo ddl opera una vera e propria controriforma delle basi del diritto del lavoro italiano", afferma Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil.
Questo ddl, spiega a margine del congresso della Camera del Lavoro di Bologna, "porta sostanzialmente a una forma di arbitrato obbligatorio che farebbe saltare le forme tradizionali delle tutele contrattuali e delle libertà dei lavoratori di poter adire a queste scelte".

"In questo modo - prosegue Epifani - naturalmente si rende il lavoratore più debole. Se lo si fa addirittura nel momento del suo ingresso nel lavoro lo si segna per tutta la vita. Per questo siamo contro questo principio e speriamo che non venga approvato. In ogni caso - conclude il leader della Cgil - faremo ricorso se ci sono le condizioni di legittimità costituzionale".

"La polemica dei soliti noti su un testo di legge alla quarta lettura in Parlamento, dopo due anni di esame, è l'ennesima prova della malafede di chi vuole sempre accendere tensione sociale", reagisce il ministro del Lavoro. Maurizio Sacconi precisa che con tale norma "il lavoratore avrà la possibilità in più di ricorrere all'arbitrato e il tutto sarà regolato da
contratti collettivi. Non per nulla tutti, tranne la Cgil, hanno condiviso questa norma, punto".

Ma anche Cisl e Uil manifestano il proprio dissenso. "Questo tema, così come i temi del mercato del lavoro, devono essere oggetto prima di confronto e discussione con i sindacati e le associazioni di impresa, che sanno trovare soluzioni più efficaci del Parlamento" e "per evitare danni", dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. "Negli anni scorsi c'era l'intenzione di abrogare l'articolo 18, ora c'è quella di trasformare il reintegro in rimborso o in una penale ai lavoratori, quindi la questione è diversa", ha aggiunto Angeletti, secondo cui "nel caso di danni seri non staremmo con le mani in mano".

Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, "l'unica cosa che si può fare è affidare questa materia alle parti sociali". Interpellato a margine del congresso della Uil, Bonanni sottolinea che da destra e sinistra si vedono iniziative, "ma la politica regoli se stessa che è già abbastanza sregolata". Per Bonanni "su queste materie sociali sono d'accordo solo se sono le parti a regolarsi, altrimenti sono palloni che si sgonfiano".

ok è ufficiale siamo sotto regime!( dal 2001 lo siamo)
che si fa?
continuiamo a fottercene?
le regole non vengono rispettate neppure per la presentazione delle liste.
ma se dai il becchime dell'intrattenimento e sposti l'attenzione sullo zucchero a velo piuttosto che a un pasto equilibrato alla lunga l'organismo collassa perchè è stato indebolito.

mi sento impotente.
sembra che mi infoghi per qualcosa che altri trovano semplicemente lontano dai loro interessi.
contro i mulini a vento è dura.
ma è l'invincibile per antonomasia che si rialza,no?
mah.
sono sempre più sconfortato.

finiremo come in argentina a suonare coperchi di pentole....

lepidezza ha scritto:ok è ufficiale siamo sotto regime!( dal 2001 lo siamo)
che si fa?
continuiamo a fottercene?
le regole non vengono rispettate neppure per la presentazione delle liste.
ma se dai il becchime dell'intrattenimento e sposti l'attenzione sullo zucchero a velo piuttosto che a un pasto equilibrato alla lunga l'organismo collassa perchè è stato indebolito.

mi sento impotente.
sembra che mi infoghi per qualcosa che altri trovano semplicemente lontano dai loro interessi.
contro i mulini a vento è dura.
ma è l'invincibile per antonomasia che si rialza,no?
mah.
sono sempre più sconfortato.

io questa sensazione ce l'ho da un bel po'
ed è anche per questo che sono andata via

E' incredibile vedere la tenacia e la pazienza di questo governo nello smontare piano piano tutti i diritti e tutte quelle leggi che difendono le persone più deboli.

Lucadev ha scritto:E' incredibile vedere la tenacia e la pazienza di questo governo nello smontare piano piano tutti i diritti e tutte quelle leggi che difendono le persone più deboli.

é che non siamo abituati... la storia ci ha abituati a colpi di stato in grande stile, prese di potere teatrali, rivoluzioni infiammate... invece questa volta é tutto fatto in modo subdolo, pezzettino per pezzettino, non se ne parla, nessuno lo vede. Come i tarli... magnano, magnano e non te ne accorgi, svuotano il legno dal di dentro ma da fuori il tavolo sembra sempre lo stesso. Finché un giorno ti svegli ed é crollato...

NOn ho sentito il tg. Devi dedurre ceh possoo presentare le liste anche se erano arrivate fuori tempo massimo?

non è che nn se ne accorge, la gente non vuole vedere. come fanno la maggiorparte degli italiani che sono alla fame, perchè ormai il numero dei suicidi a causa di mancanza di lavoro non si conta, come fanno a continuare a votare persone che nn sanno cosa sia arrivare a fine mese, che sono per vocazione politica lontani dalla gente, che nn si rendono conto della crisi.

come si fa....allora mi rassegno con il fatto che ogni popolo ha il governo che si merita. Mica ci hanno costretto....

Princi, c'è anche chi ha rinunciato a vedere, pur avendo le capacità per farlo... purtroppo
io ormai non mi riconosco più in nessuno schieramento politico
vorrei tanto fare qualcosa anche a distanza, ma non so a quali associazioni/movimenti potrei dare il mio contributo
sono stufa...

carota ha scritto:NOn ho sentito il tg. Devi dedurre ceh possoo presentare le liste anche se erano arrivate fuori tempo massimo?

no carota,la corte d'appello ha respinto la richiesta. rimane il tar. ma non ci possono fare niente se non è stata presentata.