Fattore ICS
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.

RUDY ZERBI: DIRE NO AI REALITY E' ANTISTORICO

Andare in basso

RUDY ZERBI: DIRE NO AI REALITY E' ANTISTORICO Empty RUDY ZERBI: DIRE NO AI REALITY E' ANTISTORICO

Messaggio Da giops Sab 14 Nov 2009, 13:21

Rudy Zerbi: dire no ai talent show?
È antistorico
MARINELLA VENEGONI
MILANO
Discografici vil razza dannata? Non più. Data per estinta, la già vituperata categoria, colpevole di aver trasformato un’arte come la musica popolare in industria-e-basta, conosce una nuova primavera dopo aver abbracciato i talent-show. È una primavera che li riguarda sia per vendite di dischi (l’ultimo Musica e dischi, bibbia nostrana, dava un 7% in più) sia per la loro immagine. A forza di vederli in tv, ad Amici e dintorni, i presidenti delle major (personaggi non tutti simpaticissimi, va detto) sono diventati più popolari del santino di Bob Dylan che aleggia in permanenza sul cielo in tempesta del pop; il più famoso, occhi chiari e ricordo di zazzeretta rossa, è Rudy Zerbi, tycoon della Sony che ha promosso nel mondo X Factor: un uomo ormai a rischio rotocalco, che qui difende con i denti la scelta di sposare, per sempre, musica&talent show.

Caro Zerbi, lei rimarrà famoso dopo che Samuele Bersani ha confessato che al ristorante dove pranzavate, l’autografo non è stato chiesto all’artista ma al discografico...
«Samuele l’ha romanzata un po’, in realtà si era alla “prima" della Tosca di Dalla. Due ragazzine mi hanno chiesto una foto, lui era con me ma ben nascosto sotto un cappellino. Però è un buon esempio di questo tempo, dov’è inevitabile la visibilità su un certo pubblico; la differenza con gli artisti è però che dopo tre mesi io vengo dimenticato, loro no».

I discografici hanno cambiato ruolo, lei più di tutti...
«Non è vero. Parlo della Sony, perché abbiamo colto prima degli altri un aspetto che è di tutto il mondo: oggi i ragazzi, e non solo loro, ascoltano musica su canali differenti rispetto al passato, e il canale numero uno è la tv. Penso ad High School Musical o a Glee, il programma più di successo in Usa, che mescola serial e fiction. Sarebbe colpevole starne fuori».

Ma lei è stato il primo a diventare divo tv...
«Ho capito prima degli altri il potere della tv. Ma esserci e basta non serve: programmi a sfondo musicale ci sono da anni, a far la differenza è un serio lavoro su prodotti e artisti, per connettere visibilità e vendite. Si svolta, come ha fatto Amici da quando ha deciso di coinvolgermi approfondendo la parte discografica e i concorrenti su cui puntare. La discografia non ha lasciato alla tv la ricerca: il successo di Alessandra Amoroso non deriva solo dai mesi di Amici. Maria De Filippi ha scoperto il talento e ha chiamato la Sony per lavorare insieme».

Potrebbe vivere la discografia senza i talent? Hanno davvero aiutato i fatturati?
«Continuerebbe come in passato, ma l’impulso alle vendite è enorme. Negli ultimi cinque anni, con la riduzione del 50% del mercato, si era ridotta anche la possibilità di investire su nuovi talenti: se in un anno ne producevo sei nuovi, ora al massimo sarebbero due o tre. I talent ci fanno risparmiare i costi di lancio e promozione, assai gravosi, e possiamo gestire sul prodotto quelle cifre: in pratica, riesco a fare quattro dischi all’anno in più».

Ansia di sfornare ogni anno nuovi divi tv, che poi vengono rimpiazzati. Stress?
«È la selezione naturale che ci deve essere al di là della tv. Se Ferreri o Amoroso saranno ancora tali, lo deciderà nel tempo la gente. La tv non garantisce carriera, dà un abbrivio, poi dipende dalla qualità del lavoro. In tre edizioni, a X Factor e Amici saranno passati in 60 ma ce l’hanno fatta in tre o quattro: significa che non conta la tv. Noemi, eliminata, ha successo».

Pensa che Bob Dylan, se avesse ora 18 anni, andrebbe a X Factor o Amici?
«Un artista avveduto sceglierebbe di farsi conoscere in quel modo. Chi rifiuta a priori è antistorico e fuori della realtà. Dylan ha cantato dal Papa, Springsteen è andato a Sanremo».

Comunque, l’ambaradan mediatico toglie mistero e magìa al mondo della canzone. È diventata la ragioneria del pop.
«Sa cosa mi ha ricordato Morandi? Che nei Sessanta lui, Celentano e Pavone sono stati benedetti dalla tv, Cantagiro o Sanremo che fosse: in una puntata eravamo giovani sconosciuti, la settimana dopo vendevamo milioni di dischi».
giops
giops
Fattore Produttivo
Fattore Produttivo

Messaggi : 9792
Data d'iscrizione : 30.09.09
Località : Roma

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.