Storie vere dal magico universo rock
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Storie vere dal magico universo rock
http://www.rockol.it/news-145931/I-Kings-Of-Leon-gettano-la-spugna-per-un-bizzarro-incidente
I Kings Of Leon hanno abbandonato il palco, poco dopo avere iniziato la loro esibizione, per uno degli incidenti più bizzarri che si siano mai sentiti. La band era arrivata alla terza canzone al Verizon Wireless Amphitheater di St. Louis, USA, quando il bassista Jared Followill è stato colpito ripetutamente al corpo e al volto dagli escrementi di uno o più piccioni. Uno di essi ha centrato il musicista alla bocca e Jared ha ritenuto di non essere più in grado di continuare. Any Mendelsohn, PR del gruppo di Nashville, ha diffuso una nota alle agenzie in cui ha difeso l'operato del musicista specificando che i volatili si erano veramente accaniti e la situazione era diventata "tossica". Il batterista Nathan Followill si è scusato su Twitter scrivendo "ci dispiace, ma i piccioni hanno cagato in bocca a Jared e continuare non sarebbe stato igienico". La band si dirige ora verso il Canada e la Gran Bretagna.
I Kings Of Leon hanno abbandonato il palco, poco dopo avere iniziato la loro esibizione, per uno degli incidenti più bizzarri che si siano mai sentiti. La band era arrivata alla terza canzone al Verizon Wireless Amphitheater di St. Louis, USA, quando il bassista Jared Followill è stato colpito ripetutamente al corpo e al volto dagli escrementi di uno o più piccioni. Uno di essi ha centrato il musicista alla bocca e Jared ha ritenuto di non essere più in grado di continuare. Any Mendelsohn, PR del gruppo di Nashville, ha diffuso una nota alle agenzie in cui ha difeso l'operato del musicista specificando che i volatili si erano veramente accaniti e la situazione era diventata "tossica". Il batterista Nathan Followill si è scusato su Twitter scrivendo "ci dispiace, ma i piccioni hanno cagato in bocca a Jared e continuare non sarebbe stato igienico". La band si dirige ora verso il Canada e la Gran Bretagna.
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
e continuare non sarebbe stato igienico

miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
xenas ha scritto:http://www.rockol.it/news-145931/I-Kings-Of-Leon-gettano-la-spugna-per-un-bizzarro-incidente
i volatili si erano veramente accaniti e la situazione era diventata "tossica". Il batterista Nathan Followill si è scusato su Twitter scrivendo "ci dispiace, ma i piccioni hanno cagato in bocca a Jared e continuare non sarebbe stato igienico". La band si dirige ora verso il Canada e la Gran Bretagna.



Waltzing Matilda- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
Waltzing Matilda ha scritto:xenas ha scritto:http://www.rockol.it/news-145931/I-Kings-Of-Leon-gettano-la-spugna-per-un-bizzarro-incidente
i volatili si erano veramente accaniti e la situazione era diventata "tossica". Il batterista Nathan Followill si è scusato su Twitter scrivendo "ci dispiace, ma i piccioni hanno cagato in bocca a Jared e continuare non sarebbe stato igienico". La band si dirige ora verso il Canada e la Gran Bretagna.![]()
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come dice il saggio Murphy meglio un uccello in mano che sopra la testa


xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
waltzing matilda il celeberrimo lime cat!! che gli hai messo sulla buccia? una bandiera?
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
maimeri ha scritto:waltzing matilda il celeberrimo lime cat!! che gli hai messo sulla buccia? una bandiera?

Waltzing Matilda- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
come fai a sapere che vuole anche una birra???
maimeri- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
Plastic Bertrand confessa la truffa "Non cantavo io"
Una vita in playback, un successo planetario a
cui ha dato solo il volto, un bluff che vanta pochi precedenti. «Non ho
cantato io Ça plane pour moi», ammette Plastic Bertrand, al
secolo Roger Allen François Jouret, bruxellese, classe ‘54. Ci arriva
dopo anni di smentite e una lunga disputa legale col produttore dei
formidabili esordi, Lou Deprijck, anche lui belga, vero artefice e - si
scopre - interprete di uno più celebri tormentoni similpunk, tre
minuti al fulmicotone che nel 1978 hanno scalato tutte le classifiche,
Usa e Regno Unito compresi. «Avrei voluto, non me lo hanno permesso»,
si giustifica l’ormai stempiato Bertrand. Troppo tardi, i Sex Pistols
hanno fatto scuola. È l’ennesima grande truffa del rock’n’roll.
Per trent’anni nessuno ha avuto dubbi. Uscita nel dicembre ‘77, Ça plane pour moi («Per
me va tutto bene»), nasceva come remake. Qualche settimana prima,
l’aveva pubblicata il britannico Elton Motello, presentandola come Jet Boy, Jet Girl,
in inglese, con un testo torbido su un adolescente innamorato di un
uomo parecchio più vecchio. Il furbastro Deprijck vide che nel brano
c’era un potenziale hit. Lo tradusse in francese, eliminò i riferimenti
all’omosessualità, aggiunse un tocco ottimista di electropop, lo
interpretò e quindi inventò il molleggiato Bertrand, pescando nel mazzo
dei musicisti belgi in cerca di gloria il bel batterista Jouret. Il
mondo si arrese al suo talento, messo in scena segretamente da una
marionetta.
La nuova stella belga, un tipo magro, ballerino
saltellante, occhi chiari e ciuffo biondo fintotrasgressivo, fece
breccia nel popolo dei jukebox e si diffuse in modulazione di frequenza.
Ça plane pour moi divenne un hit generazionale, un motivetto
orecchiabile riproposto un’infinità di volte, dai Sonic Youth come dai
Presidents of the United States (spot Pepsi), dal vate Richard Thompson
ai freschi Vampire Weekend. Sull’onda fantastica del suo hit, Bertrand
pubblicò quattro album. Per coerenza, non cantò in nessuno di loro.
Manco una strofa.
Da un po’ la star belga tira a campare,
pubblicando album non eccelsi. L’ha riportata sotto i riflettori nel
2006 la decisione della sua casa editrice di denunciare Deprijck,
presunto colpevole di avere utilizzato le basi originali per l’ennesima
versione della celebre canzone. Non c’è stato match. Il produttore ha
vinto, il verdetto ha sentenziato che la registrazione era nuova come
pure la traccia vocale, «eseguita dalla stessa persona che l’aveva
cantata nel ‘77». Un vero colpo di scena.
Bertrand ha negato,
sinché possibile. Poi ha ceduto. «Lou mi ha chiesto tacere in cambio
dello 0,5% dei diritti - ha detto al quotidiano Le Soir -. Mi ha
promesso che ne avrei fatto una mia, senza esito». Racconta che gli fu
proibito di entrare in studio, che «ero la sua vittima». Adesso lo
vorrebbe querelare per diffamazione, così per salvare la faccia.
Comunque vada farà poca differenze, il mito è tramontato. Ça plane pas
pour moi.
Una vita in playback, un successo planetario a
cui ha dato solo il volto, un bluff che vanta pochi precedenti. «Non ho
cantato io Ça plane pour moi», ammette Plastic Bertrand, al
secolo Roger Allen François Jouret, bruxellese, classe ‘54. Ci arriva
dopo anni di smentite e una lunga disputa legale col produttore dei
formidabili esordi, Lou Deprijck, anche lui belga, vero artefice e - si
scopre - interprete di uno più celebri tormentoni similpunk, tre
minuti al fulmicotone che nel 1978 hanno scalato tutte le classifiche,
Usa e Regno Unito compresi. «Avrei voluto, non me lo hanno permesso»,
si giustifica l’ormai stempiato Bertrand. Troppo tardi, i Sex Pistols
hanno fatto scuola. È l’ennesima grande truffa del rock’n’roll.
Per trent’anni nessuno ha avuto dubbi. Uscita nel dicembre ‘77, Ça plane pour moi («Per
me va tutto bene»), nasceva come remake. Qualche settimana prima,
l’aveva pubblicata il britannico Elton Motello, presentandola come Jet Boy, Jet Girl,
in inglese, con un testo torbido su un adolescente innamorato di un
uomo parecchio più vecchio. Il furbastro Deprijck vide che nel brano
c’era un potenziale hit. Lo tradusse in francese, eliminò i riferimenti
all’omosessualità, aggiunse un tocco ottimista di electropop, lo
interpretò e quindi inventò il molleggiato Bertrand, pescando nel mazzo
dei musicisti belgi in cerca di gloria il bel batterista Jouret. Il
mondo si arrese al suo talento, messo in scena segretamente da una
marionetta.
La nuova stella belga, un tipo magro, ballerino
saltellante, occhi chiari e ciuffo biondo fintotrasgressivo, fece
breccia nel popolo dei jukebox e si diffuse in modulazione di frequenza.
Ça plane pour moi divenne un hit generazionale, un motivetto
orecchiabile riproposto un’infinità di volte, dai Sonic Youth come dai
Presidents of the United States (spot Pepsi), dal vate Richard Thompson
ai freschi Vampire Weekend. Sull’onda fantastica del suo hit, Bertrand
pubblicò quattro album. Per coerenza, non cantò in nessuno di loro.
Manco una strofa.
Da un po’ la star belga tira a campare,
pubblicando album non eccelsi. L’ha riportata sotto i riflettori nel
2006 la decisione della sua casa editrice di denunciare Deprijck,
presunto colpevole di avere utilizzato le basi originali per l’ennesima
versione della celebre canzone. Non c’è stato match. Il produttore ha
vinto, il verdetto ha sentenziato che la registrazione era nuova come
pure la traccia vocale, «eseguita dalla stessa persona che l’aveva
cantata nel ‘77». Un vero colpo di scena.
Bertrand ha negato,
sinché possibile. Poi ha ceduto. «Lou mi ha chiesto tacere in cambio
dello 0,5% dei diritti - ha detto al quotidiano Le Soir -. Mi ha
promesso che ne avrei fatto una mia, senza esito». Racconta che gli fu
proibito di entrare in studio, che «ero la sua vittima». Adesso lo
vorrebbe querelare per diffamazione, così per salvare la faccia.
Comunque vada farà poca differenze, il mito è tramontato. Ça plane pas
pour moi.
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
Can you tell what's on my mind?
She's with him, it drives me wild
I'd like to hit him on the head
until he's dead
The sight of blood is such a high
Ooh, hoo, hoo, hoo
He gives me head
We made it on a ballroom blitz
I took his arm and kissed his lips
He looked at me with such a smile
my face turned red
We booked a room into the Ritz
Ooh, hoo, hoo, hoo
He gives me head
Jet boy, jet girl
Gonna take you 'round the world
Jet boy I'm gonna make him penetrate
I'm gonna make you be a girl
Ooh, hoo, hoo, hoo
Jet boy jet girl
And though I'm only just fifteen
I like to kick, I like to scream
And even if I have a kick or two in bed
When I'm with him it's just a dream
Ooh, hoo, hoo, hoo
He gives me head
Jet boy, jet girl
Gonna take you 'round the world
Jet boy I'm gonna make him penetrate
I'm gonna make you be a girl
Ooh, hoo, hoo, hoo
Jet boy jet girl
The other day, what a surprise
I saw him with some other guys
God he was dressed up
with a girl around his neck
I could have cried with both my eyes
Ooh, hoo, hoo, hoo
He gave me head
And if or when I make it through
Or if my brain is stuck on glue
And when the world tries to forget
all that I've said
I'll still remember you
Ooh, hoo, hoo, hoo
You gave me head
Jet boy, jet girl
Gonna take you 'round the world
Jet boy I'm gonna make him penetrate
I'm gonna make you be a girl
Ooh, hoo, hoo, hoo
Jet boy jet girl
Jet boy, jet girl
Gonna take you 'round the world
Jet boy I'm gonna make him penetrate
I'm gonna make you be a girl
Ooh, hoo, hoo, hoo
Jet boy jet girl
_________________________________

Brillianttrees- Suprema grafica
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Re: Storie vere dal magico universo rock
ora capisco perchè il testo originale era un po' imbarazzante 

xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
xenas ha scritto:ora capisco perchè il testo originale era un po' imbarazzante
Già

Unu "pagu pagu" esplicito

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Re: Storie vere dal magico universo rock
Brillianttrees ha scritto:xenas ha scritto:ora capisco perchè il testo originale era un po' imbarazzante
Già![]()
Unu "pagu pagu" esplicito
unu pagu meda!
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
ehm... che ti avevo detto?maimeri ha scritto:come fai a sapere che vuole anche una birra???

xenas ha scritto:Plastic Bertrand confessa la truffa "Non cantavo io"
pubblicò quattro album. Per coerenza, non cantò in nessuno di loro.
Manco una strofa.
scommetto che dal vivo nessuno si accorgeva della differenza

Waltzing Matilda- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
Waltzing Matilda ha scritto:ehm... che ti avevo detto?maimeri ha scritto:come fai a sapere che vuole anche una birra???
xenas ha scritto:Plastic Bertrand confessa la truffa "Non cantavo io"
pubblicò quattro album. Per coerenza, non cantò in nessuno di loro.
Manco una strofa.
scommetto che dal vivo nessuno si accorgeva della differenza
magari faceva sempre playback....

xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Storie vere dal magico universo rock
Certo che in questo periodo le case discografiche stanno raschiando il fondo del barile, si rubano soldi tra loro portando a galla magagne del passato per far quadrare i conti.
I Men at Work sono stati condannati a pagare royalties per il "plagio" del celeberrimo riff di flauto della canzone Land Down Under, hit mondiale degli anni 80...lo avrebbero copiato da una filastrocca per bambini. Avrò sentito quella canzone mille volte e mai pensato alla filastrocca, però tanto è.
'Down Under' vs. 'Kookaburra'
Australia
July 13 2010
On July 6, an Australian Federal Court Justice ruled that Australian band, Men at Work, had copied their signature flute riff on the 80's hit "Down Under" from a children's campfire song. The Australian children's song known as "Kookaburra Sits in the Old Gum Tree" was written more than 70 years ago by Australian teacher Marion Sinclair.
The judge in the case ruled that Men at Work's recording company, EMI Songs Australia, and songwriters Colin Hay and Ron Strykert, must pay 5 percent of royalties earned from "Down Under" since 2002 and from its future earnings to Larrikin Music, the publishing company which holds the copyright in "Kookaburra". Larrikin Music was originally asking for 60 percent of royalties earned.
A musical comparison between the flute riff from 'Down Under' and the melody to "Kookaburra" can be heard here.
Expect the dollar amount of 5 percent of such royalties to be in area of several hundred thousand dollars as Larrikin can only collect royalties since 2002.
For an excellent comparison of various "sound-alike" songs, check out this page from "JamsBio Magazine".
I Men at Work sono stati condannati a pagare royalties per il "plagio" del celeberrimo riff di flauto della canzone Land Down Under, hit mondiale degli anni 80...lo avrebbero copiato da una filastrocca per bambini. Avrò sentito quella canzone mille volte e mai pensato alla filastrocca, però tanto è.

'Down Under' vs. 'Kookaburra'
Australia
July 13 2010
On July 6, an Australian Federal Court Justice ruled that Australian band, Men at Work, had copied their signature flute riff on the 80's hit "Down Under" from a children's campfire song. The Australian children's song known as "Kookaburra Sits in the Old Gum Tree" was written more than 70 years ago by Australian teacher Marion Sinclair.
The judge in the case ruled that Men at Work's recording company, EMI Songs Australia, and songwriters Colin Hay and Ron Strykert, must pay 5 percent of royalties earned from "Down Under" since 2002 and from its future earnings to Larrikin Music, the publishing company which holds the copyright in "Kookaburra". Larrikin Music was originally asking for 60 percent of royalties earned.
A musical comparison between the flute riff from 'Down Under' and the melody to "Kookaburra" can be heard here.
Expect the dollar amount of 5 percent of such royalties to be in area of several hundred thousand dollars as Larrikin can only collect royalties since 2002.
For an excellent comparison of various "sound-alike" songs, check out this page from "JamsBio Magazine".
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