G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
fear-of-the-dark ha scritto:cioè abbiamo parlato del no b-day, di rapporti tra mafia e politica, della cultura islamica . Non mi pare sia la stessa cosa del cazzeggio. O almeno per me non lo è.Ho cercato di introdurre in un modo leggero tematiche pesanti. Questo era l'intento con cui è nato questo topic.
Però se non è stato capito e se non frega a molti, allora probabilmente è meglio chiuderlo. Non sto dicendo che lo volete chiudere voi. Ecco.
A me interessa, lo leggo... non partecipo perché purtroppo, ultimamente, posso solo permettermi di scrivere messaggi telegrafici. Una volta in "cazzeggio" si parlava di tutto, anche di quello di cui si parla qui... poi è nato questo topic e una certa parte di discussioni si è "naturalmente" trasferita qui.
Mi interessano le dinamiche del forum e la fluidità dell'informazione, come si incanala... anche per riuscire a strutturare il forum in modo che sia il più "accogliente" e "pulito" possibile per tutti.
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
OT: Lù, come mai nell'indice delle "arti" non trovo il topic sulla musica di Ama (mi sono definitivamente rotta con l'ignoranza in campo musicale)? dov'é? (o sono io che sono imbranata e non lo vedo?
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
bellaprincipessa ha scritto:OT: Lù, come mai nell'indice delle "arti" non trovo il topic sulla musica di Ama (mi sono definitivamente rotta con l'ignoranza in campo musicale)? dov'é? (o sono io che sono imbranata e non lo vedo?
Spostato, mi era sfuggito
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
bé, tanto di cappello a voi che tenete in ordine il forum...Medea ha scritto:bellaprincipessa ha scritto:OT: Lù, come mai nell'indice delle "arti" non trovo il topic sulla musica di Ama (mi sono definitivamente rotta con l'ignoranza in campo musicale)? dov'é? (o sono io che sono imbranata e non lo vedo?
Spostato, mi era sfuggito
Ultima modifica di bellaprincipessa il Ven 11 Dic 2009, 15:42 - modificato 1 volta.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
@Bellaprincipessa: Stiamo spostando poco a poco i topic e di quelli si occupa Canta (che ha da fare, al momento)... non sarà immediata la cosa... ci vuole tempo e dobbiamo anche lavorare...
Stiamo facendo prove, insomma...
Stiamo facendo prove, insomma...
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
ubik ha scritto:admin, profitto per dirti che approvo pienamente l'avere sistemato tutti gli argomenti cultura varia assieme (cinema, musica, arte, ...)
Grazie Ubik.
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
No perchè facevo quello per cui mi ero battuta, alla fine anche mio padre è statofear-of-the-dark ha scritto:rossadavino ha scritto:Vi racconto la mia storia.
44 anni fa finite le medie,avendo deciso di continuare con gli studi, scelsi di fare ragioneria,
mio padre mi disse che o fai le magistrali o vai a fare la sarta. Il motivo? perchè un domani
avrei lavorato a contatto con gli uomini!! Io mi sono imposta e sono riuscita a fare la ragioniera,
morale il lavoro che ho trovato era in un ambiente a contatto solo di uomini ,e da una decina
d'anni che c'è qualche altra donna. Sono stata felice della mia scelta ,e non ho mai avuto
rimpianti, ecco mi dispiace per chi subisce volontariamente e non.
beh hai avuto coraggio e sei stata premiata!!! ti sarà costato all'inizio però....
orgoglioso di me. Bisogna sempre lottare per quello in cui si crede,solo così non
si avranno rimpianti, mi si stringe il cuore per chi non ci riesce
rossadavino- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
questo è il cazzeggio impegnato.. con le clarks e la sciarpa rossa sulla giacca in velluto..
volevo ringraziare per i contributi di princi e canta..
e fear per quanto riguarda lo spaccato di alcune donne nello spazio e nel tempo..
valgono più di tanto filosofeggiare..
e l'admin per la pulizia etnica dei topic..
volevo ringraziare per i contributi di princi e canta..
e fear per quanto riguarda lo spaccato di alcune donne nello spazio e nel tempo..
valgono più di tanto filosofeggiare..
e l'admin per la pulizia etnica dei topic..
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
scusate ma sbaglio o m'è semblato di vedele un gatto( lucadev)?
hai finito in tibet?
hai finito in tibet?
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
Italiano, questo sconosciuto- "Studenti quasi analfabeti"
di MAURIZIO CROSETTI
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba? Piccolo esame di
verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una squadra". Ma
anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a pallacanestro". Nel
cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e ortografia, accenti e
apostrofi si confondono in un'unica insalata nizzarda di parole: "Non
so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si
legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà a numero chiuso, anno di disgrazia 2009:
alcuni degli aspiranti dottori del terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle scuole superiori sono semi-analfabeti",
ha dichiarato il magnifico rettore dell'ateneo bolognese, Ivano
Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
di italiano per le matricole: grammatica e sintassi, cioè argomenti da
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice. E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice Franca Pecchioli, preside di Lettere a
Firenze. "Se gli studenti non sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma
glielo possiamo insegnare. Ma se non sono in grado di seguire la
spiegazione di un docente perché ignorano il significato di certe
parole, allora è peggio". Ha un suono sinistro anche la testimonianza
di Elio Franzini, preside di Lettere alla Statale di Milano: "L'anno
scorso, insegnando ai primi anni di filosofia chiesi chi avesse letto
Proust, e alzarono la mano in tre. E quasi nessuno sapeva chi avesse
scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali". Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero sistema di educazione per adulti, non
siamo più capaci di aggiornarci, allenando cervello e conoscenza come
se fossero muscoli. La faciloneria portata da Internet, strumento
meraviglioso e banale, ricco di potenzialità ma anche di comode
tentazioni, ha ormai diffuso una specie di cultura del "copia e
incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua spesso piatta e tutta
uguale, riprodotta all'infinito. Molti esami scritti, all'Università,
vengono condotti come i test per la patente, mettendo crocette su un
questionario; e le relazioni degli studenti procedono con "Powerpoint",
un altro strumento che riduce la dialettica a riassunto di qualche
schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio. Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/lingua-italiana/lingua-italiana/lingua-italiana.html
di MAURIZIO CROSETTI
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba? Piccolo esame di
verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una squadra". Ma
anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a pallacanestro". Nel
cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e ortografia, accenti e
apostrofi si confondono in un'unica insalata nizzarda di parole: "Non
so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si
legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà a numero chiuso, anno di disgrazia 2009:
alcuni degli aspiranti dottori del terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle scuole superiori sono semi-analfabeti",
ha dichiarato il magnifico rettore dell'ateneo bolognese, Ivano
Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
di italiano per le matricole: grammatica e sintassi, cioè argomenti da
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice. E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice Franca Pecchioli, preside di Lettere a
Firenze. "Se gli studenti non sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma
glielo possiamo insegnare. Ma se non sono in grado di seguire la
spiegazione di un docente perché ignorano il significato di certe
parole, allora è peggio". Ha un suono sinistro anche la testimonianza
di Elio Franzini, preside di Lettere alla Statale di Milano: "L'anno
scorso, insegnando ai primi anni di filosofia chiesi chi avesse letto
Proust, e alzarono la mano in tre. E quasi nessuno sapeva chi avesse
scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali". Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero sistema di educazione per adulti, non
siamo più capaci di aggiornarci, allenando cervello e conoscenza come
se fossero muscoli. La faciloneria portata da Internet, strumento
meraviglioso e banale, ricco di potenzialità ma anche di comode
tentazioni, ha ormai diffuso una specie di cultura del "copia e
incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua spesso piatta e tutta
uguale, riprodotta all'infinito. Molti esami scritti, all'Università,
vengono condotti come i test per la patente, mettendo crocette su un
questionario; e le relazioni degli studenti procedono con "Powerpoint",
un altro strumento che riduce la dialettica a riassunto di qualche
schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio. Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/lingua-italiana/lingua-italiana/lingua-italiana.html
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
Italiano, questo sconosciuto- "Studenti quasi analfabeti"
di MAURIZIO CROSETTI
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba? Piccolo esame di
verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una squadra". Ma
anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a pallacanestro". Nel
cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e ortografia, accenti e
apostrofi si confondono in un'unica insalata nizzarda di parole: "Non
so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si
legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà a numero chiuso, anno di disgrazia 2009:
alcuni degli aspiranti dottori del terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle scuole superiori sono semi-analfabeti",
ha dichiarato il magnifico rettore dell'ateneo bolognese, Ivano
Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
di italiano per le matricole: grammatica e sintassi, cioè argomenti da
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice. E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice Franca Pecchioli, preside di Lettere a
Firenze. "Se gli studenti non sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma
glielo possiamo insegnare. Ma se non sono in grado di seguire la
spiegazione di un docente perché ignorano il significato di certe
parole, allora è peggio". Ha un suono sinistro anche la testimonianza
di Elio Franzini, preside di Lettere alla Statale di Milano: "L'anno
scorso, insegnando ai primi anni di filosofia chiesi chi avesse letto
Proust, e alzarono la mano in tre. E quasi nessuno sapeva chi avesse
scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali". Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero sistema di educazione per adulti, non
siamo più capaci di aggiornarci, allenando cervello e conoscenza come
se fossero muscoli. La faciloneria portata da Internet, strumento
meraviglioso e banale, ricco di potenzialità ma anche di comode
tentazioni, ha ormai diffuso una specie di cultura del "copia e
incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua spesso piatta e tutta
uguale, riprodotta all'infinito. Molti esami scritti, all'Università,
vengono condotti come i test per la patente, mettendo crocette su un
questionario; e le relazioni degli studenti procedono con "Powerpoint",
un altro strumento che riduce la dialettica a riassunto di qualche
schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio. Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/lingua-italiana/lingua-italiana/lingua-italiana.html
di MAURIZIO CROSETTI
Io cossi tu cuocesti egli cosse: cos'è 'sta roba? Piccolo esame di
verbi: "Se io sarebbe più abile, tu mi affiderai una squadra". Ma
anche: "Se tu saresti più alto, potessi giocare a pallacanestro". Nel
cimitero dove giacciono, insepolte, sintassi e ortografia, accenti e
apostrofi si confondono in un'unica insalata nizzarda di parole: "Non
so qual'è la prima qualità di un'uomo". E tutto questo accade, si
legge, si scrive all'Università.
Test d'ingresso per le facoltà a numero chiuso, anno di disgrazia 2009:
alcuni degli aspiranti dottori del terzo millennio hanno risposto così.
"I giovani che arrivano dalle scuole superiori sono semi-analfabeti",
ha dichiarato il magnifico rettore dell'ateneo bolognese, Ivano
Dionigi.
E chi ha già superato il traguardo della laurea non sta poi tanto
meglio: secondo una ricerca del Centro Europeo dell'Educazione (CADE, o
forse sarebbe meglio dire casca: l'asino), l'otto per cento dei nostri
laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi,
peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di
decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far
partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le
controindicazioni dell'aspirina. Ma di più no.
Ancora: un laureato su cinque non riesce a dirimere un'ambiguità
lessicale. E un laureato su tre ha meno di cento libri in casa, quasi
sempre quelli che ha (più o meno) sfogliato per arrivare al pezzo di
carta. Ma su quella carta, troppo spesso è come se fossero impressi
geroglifici. E non parliamo poi di quando è necessario scrivere un
testo.
Per questo, molti atenei hanno deciso di organizzare corsi di recupero
di italiano per le matricole: grammatica e sintassi, cioè argomenti da
prima media. "I ragazzi non conoscono il significato di espressioni
lessicali banalissime", spiega Pier Maria Furlan, preside di Medicina 2
a Torino, dove appunto si torna sui banchi quasi per fare le aste, e
per ripassare (o per studiare?) il congiuntivo. "Credetemi, è una
situazione da mettersi le mani nei capelli. Per fortuna, gli studenti
sono abbastanza consapevoli dei propri limiti: gli iscritti ai corsi di
recupero sono oltre 35 su cento".
Come nasce lo "studente analfabeta"? Quando comincia a diventarlo? "I
guasti iniziano nella scuola dell'obbligo", risponde Tullio De Mauro,
il padre degli studi linguistici italiani. "Il buonismo degli
insegnanti ha fatto grossi danni, ormai si tende a promuovere un po'
tutti e non si sbarra il passo a chi non è all'altezza. Ma il disprezzo
per la lingua italiana risiede anche in certi romanzi di nuovi autori,
pieni di parolacce e di inutili scorciatoie, e nel linguaggio sempre
più sciatto dei giornali dov'è quasi scomparsa la ricchezza della
punteggiatura".
Insomma, oggi s'impara poco anche leggendo. E si studia male. "Credo
che il predominio dell'inglese stia nuocendo all'uso dell'italiano",
sostiene il noto linguista Gian Luigi Beccaria. "Ormai è necessario
alfabetizzare adulti e ragazzi, e la colpa è di un intero percorso
scolastico che non sempre funziona. Le lacune nascono da lontano.
Inoltre, l'uso esclusivo di telefoni cellulari e computer come
strumenti di comunicazione non aiuta la nostra lingua: l'italiano sta
regredendo quasi a dialetto". Lasciando perdere gran parte della
narrativa italiana contemporanea, dov'è possibile far tesoro della
lingua giusta? "Leggendo o rileggendo autori esemplari per pulizia
dello stile e chiarezza: penso a Primo Levi, a Calvino, ma anche a
Pirandello e Pavese, oppure al Fenoglio di Primavera di bellezza,
mentre Il partigiano Johnny è più complesso".
Secondo recenti e sconfortanti statistiche, il venti per cento dei
laureati italiani rischia l'analfabetismo funzionale, cioè la perdita
degli strumenti minimi per interpretare e scrivere un testo anche
semplice. E la percentuale sale tra i diplomati: trenta su cento
possono diventare semi-analfabeti di ritorno. Una delle cause può
essere l'abbandono della grammatica e della fatica della sintassi: già
alle medie non si studiano quasi più, figurarsi al liceo. Nella scuola
superiore, ormai pochissimi insegnanti si sobbarcano la correzione di
trenta temi pieni di bestialità, una fatica tremenda e scoraggiante. E
guai se non si promuove chiunque: scatterà la reazione anche violenta
delle famiglie (sempre più spesso si rivolgono all'avvocato per
rintracciare vizi di forma nei registri, anche dopo la più sacrosanta
delle bocciature dei loro pargoli).
"Siamo molto preoccupati", dice Franca Pecchioli, preside di Lettere a
Firenze. "Se gli studenti non sanno dov'è il Mar Nero, beh, è grave ma
glielo possiamo insegnare. Ma se non sono in grado di seguire la
spiegazione di un docente perché ignorano il significato di certe
parole, allora è peggio". Ha un suono sinistro anche la testimonianza
di Elio Franzini, preside di Lettere alla Statale di Milano: "L'anno
scorso, insegnando ai primi anni di filosofia chiesi chi avesse letto
Proust, e alzarono la mano in tre. E quasi nessuno sapeva chi avesse
scritto Delitto e castigo".
Invece è palese il delitto nei confronti della lingua italiana, o di
quella che dovrebbe essere la formazione universitaria: tra i paesi
industrializzati, solo Messico e Portogallo stanno peggio di noi. Vale
forse la pena ricordare che in Italia soltanto 98 persone su mille
acquistano ogni giorno un quotidiano, mentre in Giappone sono 644. Un
problema di formazione, o di scarsa informazione? "Siamo di fronte a
un'autentica violenza nei confronti della parola", risponde Giovanni
Tesio, critico letterario e docente all'Università del Piemonte
Orientale. "Ma non dipende solo dalla scuola: la colpa è anche delle
famiglie e dei modelli culturali. La prevalenza dell'immagine porta a
una disattenzione verso i testi, e comunque è vero che mancano le basi.
Me ne accorgo correggendo tesi di laurea non solo scritte male, quello
sarebbe il meno, ma anche piene di strafalcioni. Perché per decenni si
è demonizzata la grammatica, come se tutto dovesse essere facile e
divertente. Ebbene, a scuola non tutto può né deve esserlo. Un'altra
fesseria è credere che la grammatica s'impari leggendo, quello è un
universo che non accetta usi strumentali". Ma l'analfabetismo dei
laureati può essere arginato? "Siccome la letteratura è il luogo in cui
il senso della complessità diventa più forte, io la insegnerei anche
nelle facoltà scientifiche".
Forse in Italia manca un vero sistema di educazione per adulti, non
siamo più capaci di aggiornarci, allenando cervello e conoscenza come
se fossero muscoli. La faciloneria portata da Internet, strumento
meraviglioso e banale, ricco di potenzialità ma anche di comode
tentazioni, ha ormai diffuso una specie di cultura del "copia e
incolla", attraverso l'utilizzo di una lingua spesso piatta e tutta
uguale, riprodotta all'infinito. Molti esami scritti, all'Università,
vengono condotti come i test per la patente, mettendo crocette su un
questionario; e le relazioni degli studenti procedono con "Powerpoint",
un altro strumento che riduce la dialettica a riassunto di qualche
schema, sillabando quattro parole.
"Abbiamo vastissima conoscenza orizzontale e istantanea, però non siamo
più in grado di approfondire, di scendere nel cuore delle cose",
conclude Tesio. Il sessanta per cento degli italiani non ha mai letto
un libro (anche se molti di loro, purtroppo, hanno provato a
scriverlo). E non è affatto vero che "val più la pratica della
grammatica". Altrimenti non sarebbe possibile che 45 laureati su cento
ignorino qual è (scritto senza l'apostrofo) il passato remoto del verbo
cuocere.
http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/spettacoli_e_cultura/lingua-italiana/lingua-italiana/lingua-italiana.html
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
lepidezza ha scritto:scusate ma sbaglio o m'è semblato di vedele un gatto( lucadev)?
hai finito in tibet?
E' l'ora d'aria. Ora devo rientrare.
Ci si legge sett prox.
Ospite- Ospite
Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
io non partecipo molto a questo topic
pero' mi sembra innanzitutto diverso da ogni altro e poi quando lo leggo, parlo per me ovviamente, trovo post interessanti e tematiche che si intrecciano di attualita' umana oltre che politica
vado
pero' mi sembra innanzitutto diverso da ogni altro e poi quando lo leggo, parlo per me ovviamente, trovo post interessanti e tematiche che si intrecciano di attualita' umana oltre che politica
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alexcda- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
"CLASSIFICA DEI LEADER EUROPEI. La giuria, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando a loro un punteggio per ognuno di questi sette criteri: capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista. Il presidente del consiglio italiano riesce nell'impresa di accaparrarsi non solo l'ultimo posto nella classifica generale, ma anche su cinque dei sette criteri presi in considerazione dai giurati. Berlusconi riesce a staccarsi dal fondo classifica soltanto per capacità di leadership, in cui risulta terzultimo, e politica economica, nel quale riesce a raggiungere addirittura il quartultimo posto... Ma non dicevano che era un fenomeno nei rapporti con l'estero?"
per chi avesse avuto dei dubbi
per chi avesse avuto dei dubbi
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
e' il fenomeno degli ultimi 150anni
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
ubik ha scritto:"CLASSIFICA DEI LEADER EUROPEI. La giuria, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando a loro un punteggio per ognuno di questi sette criteri: capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista. Il presidente del consiglio italiano riesce nell'impresa di accaparrarsi non solo l'ultimo posto nella classifica generale, ma anche su cinque dei sette criteri presi in considerazione dai giurati. Berlusconi riesce a staccarsi dal fondo classifica soltanto per capacità di leadership, in cui risulta terzultimo, e politica economica, nel quale riesce a raggiungere addirittura il quartultimo posto... Ma non dicevano che era un fenomeno nei rapporti con l'estero?"
per chi avesse avuto dei dubbi
rapporti con donne dall'estero.... che figura...
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
però ho le palle..
e si presuppone che abbia dunque una gradissima testa di..
e si presuppone che abbia dunque una gradissima testa di..
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
ubik ha scritto:"CLASSIFICA DEI LEADER EUROPEI. La giuria, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando a loro un punteggio per ognuno di questi sette criteri: capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista. Il presidente del consiglio italiano riesce nell'impresa di accaparrarsi non solo l'ultimo posto nella classifica generale, ma anche su cinque dei sette criteri presi in considerazione dai giurati. Berlusconi riesce a staccarsi dal fondo classifica soltanto per capacità di leadership, in cui risulta terzultimo, e politica economica, nel quale riesce a raggiungere addirittura il quartultimo posto... Ma non dicevano che era un fenomeno nei rapporti con l'estero?"
per chi avesse avuto dei dubbi
chissà se Scodinzolini...ops volevo dire Minzolini, l'ha letto
Ospite- Ospite
Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
stasera fara' un edioriale per dare la notizia in apertura del tgduful ha scritto:ubik ha scritto:"CLASSIFICA DEI LEADER EUROPEI. La giuria, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando a loro un punteggio per ognuno di questi sette criteri: capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista. Il presidente del consiglio italiano riesce nell'impresa di accaparrarsi non solo l'ultimo posto nella classifica generale, ma anche su cinque dei sette criteri presi in considerazione dai giurati. Berlusconi riesce a staccarsi dal fondo classifica soltanto per capacità di leadership, in cui risulta terzultimo, e politica economica, nel quale riesce a raggiungere addirittura il quartultimo posto... Ma non dicevano che era un fenomeno nei rapporti con l'estero?"
per chi avesse avuto dei dubbi
chissà se Scodinzolini...ops volevo dire Minzolini, l'ha letto
ANNA- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
MILANO - Fischi e contestazioni. Dopo aver deposto le corone davanti alla banca Nazionale dell'Agricoltura, il sindaco di Milano Letizia Moratti, il presidente della Provincia Guido Podestà e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni sono stati sonoramente fischiati non appena sono saliti sul palco, al termine del corteo promosso dalle istituzioni per il quarantennale della strage di Piazza Fontana a Milano. Da più parti si sono levate grida come «Vergogna», «Strage di Stato», «Fascisti!».
scusate, ma da milanese non ne ho potuto fare a meno cercherò di resistere la prossima volta
scusate, ma da milanese non ne ho potuto fare a meno cercherò di resistere la prossima volta
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
ANNA ha scritto:stasera fara' un edioriale per dare la notizia in apertura del tgduful ha scritto:ubik ha scritto:"CLASSIFICA DEI LEADER EUROPEI. La giuria, composta da rappresentanti e inviati a Bruxelles delle maggiori agenzie di stampa e testate europee, ha valutato i ventisette leader dando a loro un punteggio per ognuno di questi sette criteri: capacità di leadership, capacità di lavorare in squadra, atteggiamento nei confronti delle tematiche ambientali, politica economica, rispetto del mercato interno, conformità alle linee guida del trattato di Lisbona e impegno europeista. Il presidente del consiglio italiano riesce nell'impresa di accaparrarsi non solo l'ultimo posto nella classifica generale, ma anche su cinque dei sette criteri presi in considerazione dai giurati. Berlusconi riesce a staccarsi dal fondo classifica soltanto per capacità di leadership, in cui risulta terzultimo, e politica economica, nel quale riesce a raggiungere addirittura il quartultimo posto... Ma non dicevano che era un fenomeno nei rapporti con l'estero?"
per chi avesse avuto dei dubbi
chissà se Scodinzolini...ops volevo dire Minzolini, l'ha letto
figurati, non lo diranno da nessuna parte, già è difficile trovarlo in rete e leggerlo
ubik- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
peccato neanche stasera vedro' il tg1
ANNA- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
ANNA ha scritto:peccato neanche stasera vedro' il tg1
io non lo guardo più da mo'
Ospite- Ospite
Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
perche' esiste ancora?duful ha scritto:ANNA ha scritto:peccato neanche stasera vedro' il tg1
io non lo guardo più da mo'
ANNA- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Località : Catania
Re: G.A.S.Fo.M. (Gruppi A Sinistra del Forum Mengoniano)
l'informazione italiana è poco informata??? beh...il problema è di chi la fa e di chi ne usufruisce. C'è scarso interesse per la conoscenza e spesso le cose che si leggono sui giornali o che si sentono ai telegiornali ( quei pochi che ancora danno qualche notizia seria) sono incomprensibili ai più. Perchè? Per quello che lepi diceva qualche post più su. C'è un'ignoranza dilagante. E invece di migliorare noi peggioriamo.
Volevo a tal proposito riportare i dati PISA.
PISA è l’acronimo di Program for
International Student Assessment,l’indagine che valuta le conoscenze degli studenti in 57 Paesi europei ed extraeuropei.
http://www.invalsi.it/invalsi/ri/pisa2009.php?page=pisa2009_it_01b
http://lnx.sinapsi.org/wordpress/wp-content/uploads/2008/01/classificapisa2006.pdf
36 posto su 56 nazioni.....cosa vi fa pensare???
E' vero l'indagine riguarda solo gli studenti 15enni, però se sono i giovani ad essere il futuro, il dato è sconcertante.
ok non rompo più!!!
Volevo a tal proposito riportare i dati PISA.
PISA è l’acronimo di Program for
International Student Assessment,l’indagine che valuta le conoscenze degli studenti in 57 Paesi europei ed extraeuropei.
http://www.invalsi.it/invalsi/ri/pisa2009.php?page=pisa2009_it_01b
http://lnx.sinapsi.org/wordpress/wp-content/uploads/2008/01/classificapisa2006.pdf
36 posto su 56 nazioni.....cosa vi fa pensare???
E' vero l'indagine riguarda solo gli studenti 15enni, però se sono i giovani ad essere il futuro, il dato è sconcertante.
ok non rompo più!!!
fear-of-the-dark- Utente... preoccupante >10.000 Post
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