G.A.S.Fo.M.

Torino, circa 3000 persone a fiaccolata di Cota contro i ricorsi


Bresso: Marcia contro legalità e contro magistratura


12 ore fa da APCOM


ARTICOLI A TEMA

• 
  
  Più di 3000 persone (stima non ancora definitiva secondo la Questura) hanno aderito alla fiaccolata di protesta contro i ricorsi elettorali organizzata dal centrodestra piemontese. Con il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in prima linea, il corteo è partito intorno alle 21 da piazza Albarello e percorrendo via Cernaia, si sta dirigendo in piazza Castello. In testa, un enorme striscione con scritto: "Giù le mani dal voto, il popolo è sovrano" e i simboli di Lega nord e di Pdl. Accanto a Cota, a reggere lo striscione c'è l'europarlamentare Mario Borghezio (Lega), il parlamentare Enzo Ghigo, l'onorevole Mario Carossa (Lega), i membri della giunta regionale leghista, Roberto Rosso, Elena Maccanti, Michele Coppola, Massimo Giordano. E' uno lo slogan più gridato: "Lo ha scelto il presidente, Cota presidente". "Sono ottimista sulla decisione del Tar" commenta a caldo il presidente della Regione riferendosi al responso del Tribunale amministrativo che dovrà esprimersi sull'accoglimento o meno dei tre ricorsi elettorali su presunte irregolarità delle scorse elezioni regionali presentati da Udc, Federazione dei verdi, Pensionati e Invalidi per Bresso e Consumatori. E mentre il corteo con le fiaccole marcia verso la piazza dove ha sede il palazzo della giunta regionale, l'ex governatore del Piemonte, Mercedes Bresso (Pd), commenta da lontano: "Stasera Cota marcia contro la legalità, contro la magistratura e contro quella democratura che loro chiamano democrazia". "Cota è già in campagna elettorale - spiega Bresso - senza neanche aspettare il giudizio di merito il presidente continua a tuonare parole vergognose con livore tipico di chi teme fortemente il responso della magistratura. Se non temesse il giudizio, dimostrerebbe più serinità e rispetto istituzionale
  

Per non dimenticare, mi sembre che oggi dovrebbe esserci la sentenza a Toto Cuffaro

sempre istruttivo

ma ti sei confusa, c'era la sentenza su Dell'Utri.

Tutto bene: era mafioso ma fino al '92; quando ha cominciato a lavorare per fondare Forza Italia si è convertito ed è diventato un bravo bambino

mambu ha scritto: sempre istruttivo

ma ti sei confusa, c'era la sentenza su Dell'Utri.

Tutto bene: era mafioso ma fino al '92; quando ha cominciato a lavorare per fondare Forza Italia si è convertito ed è diventato un bravo bambino

già

esatto mambu!
da 9 anni a 7per concorso esterno in associazione mafiosa.
La corte d'appello ritiene invece provato che Dell'Utri intrattenne
stretti rapporti con la vecchia mafia di Stefano Bontade e poi, dopo il
1980, con gli uomini di Totò Riina e Bernardo Provenzano, almeno fino
alla stagione delle stragi di Falcone e Borsellino, nel 1992.
Innanzitutto, l'assunzione del boss palermitano Vittorio Mangano per
fare da stalliere nella villa di Arcore di Silvio Berlusconi.
"Attraverso la mediazione di Dell'Utri e del mafioso Gaetano Cinà -
aveva ribadito il procuratore generale Nino Gatto poco prima che i
giudici entrassero in camera di consiglio - Mangano assicurò protezione
contro l'escalation dei sequestri a Milano". Nell'autunno 1974, l'arrivo
di Mangano sarebbe stato sancito da un incontro fra Dell'Utri,
Berlusconi e i capimafia palermitani Stefano Bontade e Mimmo Teresi,
nella sede della Edilnord. I giudici della corte d'appello hanno
evidentemente creduto al pentito Francesco Di Carlo, che ha svelato di
essere stato presente a quell'incontro.

La sentenza di primo
grado sosteneva pure che prima del 1980 Dell'Utri aveva fatto da tramite
per gli investimenti a Milano di Stefano Bontade, all'epoca uno dei
padrini più influenti di Cosa nostra palermitana, che era alla ricerca
di aziende pulite del Nord Italia in grado di riciclare i miliardi di
lire provenienti dal traffico internazionale di droga.

Il
senatore Dell'Utri non è presente nell'aula bunker di Pagliarelli, ha
preferito aspettare la decisione della corte d'appello a Como. Per lui,
il sostituto procuratore generale Nino Gatto aveva chiesto una condanna
anche più alta di quella inflitta in primo grado, 11 anni. E aveva fatto
un appello finale ai giudici: "E' il potere a essere giudicato (...)
Voi potete contribuire alla costruzione di un gradino, salito il quale
forse, e ripeto forse, si potranno percorrere altri scalini che potranno
fare accertare le responsabilità che hanno insanguinato il nostro
Paese. Oppure lo potete distruggere questo gradino".

meglio questo che niente?

lepidezza ha scritto:"E' il potere a essere giudicato (...)

Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?

(De Andrè, Sogno numero due)

quando non hanno ammesso la testimonianza di Ciancimino figlio( il solo che collabori della sua famiglia)mi aspettavo che che avrebbero visezionato la sentenza di primo grado per poter garantire
l'immunità da qualsiasi misura cautelare all'illustre Senatore.

augurati il meglio ma aspettati il peggio..
come è andata?

L'allarme della Cia: "L'Iran ha uranio per due bombe atomiche". Qualcosa
mi dice che ci sarà un'altra missione di pace (Claudio Contrada)

Berlusconi "Crisi? Italia sta meglio delle altre nazioni"
Quest'uomo è così pieno di sè che quando va in bagno dice che si è
riunito il G1. (Francesco Dibenedetto)

Il ministro Brancher ha dovuto rinunciare al legittimo impedimento: dopo
averlo chiesto aveva finito gli impegni
(Nicola Congiu)

So che l'argomento di oggi è la condanna di Dell'Utri, ma volevo ritornare sull'episodio dell'indagine belga sulla pedofilia in ambito ecclesiastico: questo articolo spiega bene ciò che volevo dire in un mio precedente post


L’ira del Vaticano non
smuove i belgi
La giustizia viene prima della tonaca
Lo scandalo degli abusi
sessuali perpetrati dai sacerdoti ha sconvolto il paese. L'opinione
pubblica vuole che sia la magistratura a fare chiarezza e non la chiesaUn
paese cattolicissimo, il Belgio, e un lungo incubo di cui pare non
riesca a liberarsi, la pedofilia. Così le denunce di abusi commessi da
ecclesiastici su minori inevitabilmente richiamano alla mente un periodo
non troppo lontano, ancora ben vivo nella mente dei belgi, un periodo
terrificante con un nome e un volto, quello del pedofilo criminale Marc
Dutroux, ribattezzato il “mostro di Marcinelle”. Nell’affare
Dutroux c’era di tutto, dalla pedofilia agli snuff-film che mostravano
bambini violentati fino ad essere uccisi, dagli omicidi al presunto
coinvolgimento di personaggi dell’alta società belga.

Anche
l’ira del Vaticano non smuove i belgi: la giustizia viene prima della
tonaca, soprattutto quando le vittime sono i bambini. L’opinione
pubblica e quella dei media è concorde e non è neppure intaccata dalla
possibilità, ventilata dalla Chiesa cattolica belga, di avviare
un’azione legale contro le perquisizioni compiute giovedì dalla polizia.
Cattolici sì, ma privilegi agli ecclesiastici no. Il Belgio vuole
chiarezza e giustizia, e deve essere la magistratura a farsene carico,
non la Chiesa.

Lo scandalo degli abusi sessuali perpetrati dai
sacerdoti ha investito anche il Belgio dopo la Germania, l’Austria,
l’Olanda, l’Irlanda. La pubblica confessione del vescovo Roger
Vangheluwe, che ha rivelato di aver abusato per anni di un
ragazzo, il proprio nipote, sia prima che dopo la sua nomina a vescovo, è
stata seguita da una serie di ulteriori rivelazioni culminate nelle
perquisizioni di giovedì. Sì, perché dopo le inevitabili dimissioni del
vescovo Vangheluwe (che sarebbe comunque andato in pensione nel 2011)
sono emersi altri casi, altre denunce, e preoccupanti rivelazioni sulle
responsabilità dei vertici della Chiesa belga. Un sacerdote fiammingo in
pensione, padre Rik Deville, ex curato di Buizingen,
ha rivelato di essere a conoscenza degli abusi commessi dal vescovo
attraverso le confidenze di un conoscente della vittima. Padre Deville
sostiene di aver riferito, oltre 15 anni fa, quanto aveva saputo al
cardinale Godfried Danneels, alla guida della Chiesa
del Belgio dal 1979 al 2009. “Anche con la migliore volontà del mondo, –
ha affermato di contro l’ex primate del Belgio – non riesco proprio a
ricordare una simile discussione.”

Secondo padre Deville, le
accuse contro il vescovo Vangheluwe non sarebbero le uniche che egli
stesso avrebbe riportato al cardinale, ricevendo in cambio un certo
ostruzionismo: “Qualche volta il cardinale si arrabbiava – afferma
Deville – e mi diceva di non occuparmene, perché non era quello il mio
compito.” Secondo Deville, tra il 1992 e il 1998 circa 300 denunce di
abusi sessuali commessi da preti sono state inviate all’arcivescovado,
ma di queste solo una quindicina hanno avuto un seguito, quasi mai
giudiziario. Il cardinale Danneels ha lasciato la guida della chiesa
belga alla fine del 2009, sostituito dall’attuale primate André Leonard.
Non si spiega quindi come mai sia stato proprio Danneels, e non
Leonard, ad organizzare un incontro chiarificatore col vescovo
Vangheluwe e la vittima, ad aprile, e poi un secondo incontro in
seguito. Secondo le norme del Vaticano, infatti, è l’ordinario diocesano
del luogo a doversi occupare di questi procedimenti, o comunque il
superiore in carica, trattandosi di un vescovo.

Non stupisce
dunque che, per fare chiarezza, la polizia si sia presentata, munita di
mandato, anche alla porta dell’abitazione privata del cardinale
Danneels, perquisendo la casa e sequestrando il computer. Stesso iter
seguito, del resto, nell’arcivescovado di Malines-Bruxelles, fulcro
della chiesa cattolica belga. E a poco è valso che la perquisizione
disposta dagli inquirenti sia avvenuta mentre i vescovi belgi erano
riuniti per la Conferenza episcopale e per la nomina del nuovo vescovo
di Burges. La polizia ha permesso soltanto al Nunzio Apostolico,
presente al momento della perquisizione, di lasciare l’edificio
utilizzando i privilegi del suo status di diplomatico. Gli altri vescovi
presenti sono stati trattenuti per diverse ore, incluso il nuovo
primate del Belgio, Andrè Leonard, a sua volta accusato
dalla stampa fiamminga di aver protetto un prete pedofilo negli anni
Novanta, quando era vescovo di Namur. La presunta vittima, Joel
Devillet, in un’intervista al quotidiano belga ha
affermato di essere stato ripetutamente abusato, per anni, dal parroco
del suo villaggio. Nel 1996 si sarebbe confidato con l’allora vescovo
Leonard: “Lui ha però lasciato fare. E’ stato varato un accordo
finanziario, in base al quale il sacerdote avrebbe pagato un terzo della
mia terapia, il vescovo un altro terzo mentre il resto sarebbe stato a
mio carico ma nonostante avesse ammesso i fatti, questo sacerdote è
rimasto al suo posto per altri cinque anni e ha continuato a fare
vittime: Leonard ha fatto di tutto perché si evitasse un processo.”

La magistratura belga ha così aperto una indagine, e il giudice
istruttore De Troy ha ordinato le perquisizioni e il sequestro dei
computer e dei documenti inerenti i casi di abusi. Rispetto alle
necessità giudiziarie, anche il desiderio di riservatezza, cui si è
appellata la Chiesa, passa in secondo piano. Insomma, i religiosi non
sono al di sopra della legge.

di Vania Lucia Gaito,
autrice del libro Viaggio nel silenzio-preti e pedofilia,
edizione Chiarelettere

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/27/lira-del-vaticano-non-smuove-i-belgi-la-giustizia-viene-prima-della-tonaca/

Cattolici sì, ma privilegi agli ecclesiastici no.
Il Belgio vuole chiarezza e giustizia, e deve essere la magistratura a farsene carico, non la Chiesa.
La magistratura belga ha così aperto una indagine, e il giudice istruttore De Troy ha ordinato le perquisizioni e il sequestro dei computer e dei documenti inerenti i casi di abusi. Rispetto alle necessità giudiziarie, anche il desiderio di riservatezza, cui si è appellata la Chiesa, passa in secondo piano. Insomma, i religiosi non sono al di sopra della legge.

ecco gaufre leggi questo e poi pensi alla postilla nel ddl sulle intercettazioni che prevede che se un sacerdote viene sottoposto ad indagini o arrestato, il PM dovrà avvertire il vescovo della diocesi da cui il prete dipende. Se si tratta di un vescovo o di un abate verrà avvisata, addirittura la Segreteria di Stato Vaticana (equivale alla nostra Farnesina). Possiamo immaginare le carte false che faranno per nascondere tutti gli scandali compresi questi..

Gaufre mi sa che scegliendo il Belgio e non hai sbagliato.

Tornando a Dell'Utri, per me era quasi scontata questa sentenza dopo quella di Andreotti qualche anno fa, è uno schema che si ripete. Colpevoli prima di una certa data e sentenza che ben presto verrà annullata dalla prescrizione.
Rai 1 l'ha già data come sentenza di assoluzione definitiva e fra qualche mese ci sarà solo Travaglio a continuare ad affermare che Dell'Utri è un condannato.
Eolo sarebbe stato costretto a dimettersi perchè la sua carriera politica è strettamente legata alla sorte di Dell'Utri.
Non mi meraviglia molto questa sentenza, perchè prima della legge sull'anticipazione della prescrizione in cassazione c'era il famoso giudice Corrado Carnevale detto l'ammazzasentenze, da lui giudice di prima sezione passavano tutti i processi di mafia e guarda caso qusi tutte le sentenze venivano annullate per vizi di forma. Falcone, definito inisieme a Borsellino, da quest'uomo onorevole ""magistrati incapaci", nel 1993 fece cambiare il sistema di assegnazione cause alla cassazione imponendo una turnazione sulle 3 sezioni disponibili. Alla fine degli anni 90 questo galantuomo fu condannato per associazione mafiosa esterna, ma nel 2002 la cassazione lo assolse perchè non ritenne valide le testimonianze dei giudici ddella sua sezione che dichiararono di aver subito pressioni in camera di consiglio. Il tribunale disse che essendoci il segreto sulla camera di consiglio loro non potevano testimoniare.

'nzomma... io ci vedo pure tanta paranoia

La campagna di risposta della chiesa è stata ridicola e piena di balle ("non li hanno fatti mangiare e bere per nove ore!" - ma la grazia divina non gli consente di sopravvivere con una particola al giorno? )

E poi le tombe "sventrate" (falso!) e il divieto dell'uso dei telefonini
ma dico sti preti stanno fuori dal mondo? (mi piacerebbe invitarli alla perquisa di un centro sociale, che per sequestrare gli hard disk prendono i pc a mazzate, ma sto divagando)

però non riesco a togliermi l'idea che ci sia un'ossessione malsana dopo il caso Dutroux

nonhol'età ha scritto:Tornando a Dell'Utri, per me era quasi scontata questa sentenza dopo quella di Andreotti qualche anno fa, è uno schema che si ripete. Colpevoli prima di una certa data e sentenza che ben presto verrà annullata dalla prescrizione.
Rai 1 l'ha già data come sentenza di assoluzione definitiva e fra qualche mese ci sarà solo Travaglio a continuare ad affermare che Dell'Utri è un condannato.
Eolo sarebbe stato costretto a dimettersi perchè la sua carriera politica è strettamente legata alla sorte di Dell'Utri.
Non mi meraviglia molto questa sentenza, perchè prima della legge sull'anticipazione della prescrizione in cassazione c'era il famoso giudice Corrado Carnevale detto l'ammazzasentenze, da lui giudice di prima sezione passavano tutti i processi di mafia e guarda caso qusi tutte le sentenze venivano annullate per vizi di forma. Falcone, definito inisieme a Borsellino, da quest'uomo onorevole ""magistrati incapaci", nel 1993 fece cambiare il sistema di assegnazione cause alla cassazione imponendo una turnazione sulle 3 sezioni disponibili. Alla fine degli anni 90 questo galantuomo fu condannato per associazione mafiosa esterna, ma nel 2002 la cassazione lo assolse perchè non ritenne valide le testimonianze dei giudici ddella sua sezione che dichiararono di aver subito pressioni in camera di consiglio. Il tribunale disse che essendoci il segreto sulla camera di consiglio loro non potevano testimoniare.

perchè ste cose non si sanno?
perchè il cursus honorum di certe personalità non riscuotono lo stesso interesse di tronisti e vip di due ore?

mambu ha scritto:'nzomma... io ci vedo pure tanta paranoia

La campagna di risposta della chiesa è stata ridicola e piena di balle ("non li hanno fatti mangiare e bere per nove ore!" - ma la grazia divina non gli consente di sopravvivere con una particola al giorno? )

E poi le tombe "sventrate" (falso!) e il divieto dell'uso dei telefonini
ma dico sti preti stanno fuori dal mondo? (mi piacerebbe invitarli alla perquisa di un centro sociale, che per sequestrare gli hard disk prendono i pc a mazzate, ma sto divagando)

però non riesco a togliermi l'idea che ci sia un'ossessione malsana dopo il caso Dutroux

cioè?dai ragione a la russa?

Sette
anni, ne dimostra di più









Dunque, anche per la Corte d’appello di Palermo, Marcello
Dell’Utri è un mafioso. Dopo cinque giorni di battaglia in
camera di consiglio, i giudici più benevoli che lui abbia mai incontrato
hanno stabilito quanto segue: fino al 1992, prima in casa Berlusconi,
poi nella Fininvest, poi in Publitalia, ha sicuramente lavorato per Cosa
Nostra (la vecchia mafia dei Bontate e Teresi, e la nuova
mafia dei Riina e Provenzano) e contemporaneamente per il Cavaliere
palazzinaro, finanziere, editore, tycoon televisivo. Dopo il 1992, cioè
negli anni delle stragi politico-mafiose e della successiva nascita di
Forza Italia (un’idea sua), mancano le prove che abbia seguitato a farlo
per il Cavaliere politico. Questo, in attesa di conoscere le
motivazioni della sentenza, è quanto si può dire a una prima lettura del
suo dispositivo.

Qualche sito e qualche cronista (tra cui,
sorprendentemente, quello di Sky) si sono subito affannati a concludere
che “è stato smentito Spatuzza”: ma questo, finchè non
saranno note le motivazioni, non lo può dire nessuno. Molto più
probabile che i giudici abbiano stabilito, com’è giusto, che le sue
parole – né confermate né smentite – da sole non bastano, senza
riscontri. Riscontri che avrebbe potuto fornire Massimo
Ciancimino, se i giudici Dell’Acqua, Barresi e La Commare
avessero avuto la compiacenza di ascoltarlo, prima di decidere
apoditticamente, senza nemmeno averlo guardato in faccia, che è
“inattendibile” e “contraddittorio”.
Riscontri che già esistevano
prima che Spatuzza e Ciancimino parlassero: oltre alle dichiarazioni
ultra-riscontrate di Nino Giuffrè e altri collaboratori sul patto
Provenzano-Dell’Utri, è proprio sul periodo successivoal
1992 che i magistrati hanno raccolto la maggiore quantità di fatti
documentati e inoppugnabili: le intercettazioni del mafioso
Carmelo Amato, provenzaniano di ferro, che fa votare Dell’Utri alle
europee del 1999; le intercettazioni dei mafiosi Guttadauro e Aragona
che organizzano la campagna elettorale per le politiche del 2001 e
parlano di un patto fra Dell’Utri e il boss Capizzi nel 1999; le agende
di Dell’Utri che registrano due incontri a Milano col boss Mangano nel
novembre del 1994, mentre nasceva Forza Italia; la raccomandazione del
baby calciatore D’Agostino per un provino al Milan, caldeggiato dai
Graviano e propiziato da Dell’Utri; e così via. Vedremo dalle
motivazioni come i giudici riusciranno a scavalcare questi macigni.

Ora,
per Dell’Utri, il carcere si avvicina. Quello di ieri è l’ultimo
giudizio di merito sulla sua vicenda: resta quello di legittimità in
Cassazione, ma le speranze di farla franca attraverso una delle tante
scappatoie previste dall’ordinamento a maglie larghe della giustizia
italiana sono ridotte al lumicino. La prescrizione, per il reato di
concorso esterno in associazione mafiosa doppiamente aggravato
dall’elemento delle armi e da quello dei soldi, scatta dopo 22
anni e mezzo dalla data ultima di consumazione del reato:
quindi dal 1992. Il calcolo è presto fatto: se la Cassazione deciderà
che davvero il reato si interrompe nel 1992, la prescrizione scatterà
nel 2014-2015, quanto basta alla Suprema Corte per confermare
definitivamente la condanna a 7 anni. Che non potranno
essere scontati ai domiciliari secondo la norma prevista dalla ex
Cirielli per gli ultrasettantenni (Dell’Utri compirà 70 anni nel 2011),
perché non vale per i reati di mafia (altrimenti sarebbero a casa anche
Riina e Provenzano).
Se invece la Cassazione cassasse
senza rinvio la condanna, Dell’Utri avrebbe risolto i suoi problemi. Ma
c’è pure il caso che la Cassazione cassi la sentenza con rinvio,
accogliendo il prevedibile ricorso della Procura generale contro
l’assoluzione per i fatti post-1992. Nel qual caso si celebrerebbe un
nuovo appello, ma per Dell’Utri sarebbe una magra consolazione:
rinvierebbe soltanto di un paio d’anni l’amaro calice del carcere, visto
che, allungandosi il periodo del suo reato, si allungherebbe anche il termine
di prescrizione. Semprechè, naturalmente, non venga
depenalizzato il concorso esterno in associazione mafiosa.

Questa
sentenza, per quanto discutibile, compromissoria e anche un po’
furbetta, aiuta a comprendere la differenza che passa tra la verità
giudiziaria e quella storica, politica, morale. Nessuna
persona sana di mente potrebbe credere, alla luce del dispositivo, che
Cosa Nostra sia un’accozzaglia di squilibrati che si alleva un
concorrente esterno, lo infiltra nell’abitazione e nelle aziende di Berlusconi
per tutti gli anni 70 e 80 fino al 1992 e poi, proprio quando
diventa più utile, cioè quando s’inventa un partito che riempie il vuoto
lasciato da quelli che avevano garantito lunga vita alla mafia fino a
quel momento, lo scarica o se ne lascia scaricare senza colpo ferire.
Una banda di pazzi che per un anno e mezzo mettono
bombe e seminano terrore in tutt’Italia per sollecitare un nuovo
soggetto politico che rimpiazzi quelli decimati da Tangentopoli e dalla
crisi finanziaria e politica del 1992, e quando questo soggetto politico
salta fuori dal cilindro non di uno a caso, ma del vecchio amico
Dell’Utri, interrompono le stragi, votano in massa per Forza Italia, ma
rompono i rapporti col vecchio amico Dell’Utri, divenuto senatore e
rimasto al fianco del nuovo padrone d’Italia.

I giudici
più benevoli mai incontrati da Dell’Utri, dopo cinque anni di
appello e cinque giorni di camera di consiglio, non hanno potuto evitare
di confermare che, almeno fino al 1992, esistono prove insuperabili(perfino per loro) della mafiosità di Dell’Utri. Cioè
dell’uomo che ha affiancato Berlusconi nella sua scalata
imprenditoriale, finanziaria, editoriale, televisiva. E che nel 1992-’93
ideò Forza Italia, nel 1995 fu arrestato per frode
fiscale e nel 1996 entrò in Parlamento per non uscirne più.
Intervistato
qualche mese fa da Beatrice Borromeo per il Fatto quotidiano, Dell’Utri
ha candidamente confessato: “A me della politica non frega niente. Io
mi sono candidato per non finire in galera”.

Ecco, mentre i
giudici di Palermo scrivono le motivazioni, ora la palla passa alla politica.
Un’opposizione decente, ma anche una destra decente, semprechè
esistano, dovrebbero assumere subito due iniziative.
1)
Inchiodare Silvio Berlusconi in Parlamento con le
domande a cui, dinanzi al Tribunale di Palermo, oppose la facoltà di non
rispondere. Perché negli anni 70 si affidò a Dell’Utri (e a Mangano)?
Perché, quando scoprì la mafiosità di almeno uno dei due (Mangano), non
cacciò anche l’altro che gliel’aveva messo in casa (Dell’Utri), ma lo
promosse presidente di Publitalia e poi artefice di Forza Italia? Da
dove arrivavano i famosi capitali in cerca d’autore
degli anni 70 e 80? Si potrebbe pure aggiungere un interrogativo fresco
fresco: il presidente del Consiglio è forse ricattato o ricattabile
anche su queste vicende (ieri il legale di Dell’Utri, Nino Mormino,
faceva strane allusioni al prodigarsi del suo assistito fino al 1992 per
“salvare dalla mafia Berlusconi e le sue aziende”)?
2) Pretendere
le immediate dimissioni di Marcello Dell’Utri dal
Parlamento. Quello di ieri non è un avviso di garanzia, una richiesta di
rinvio a giudizio, un rinvio a giudizio, una sentenza di primo grado: è
la seconda e ultima sentenza di merito. Che aspetta la politica a fare
le pulizie in casa? Che i carabinieri irrompano a Palazzo Madama per
prelevare il senatore e condurlo all’Ucciardone?

travaglio, editoriale de il fatto quotidiano

lepidezza ha scritto:

mambu ha scritto:'nzomma... io ci vedo pure tanta paranoia

La campagna di risposta della chiesa è stata ridicola e piena di balle ("non li hanno fatti mangiare e bere per nove ore!" - ma la grazia divina non gli consente di sopravvivere con una particola al giorno? )

E poi le tombe "sventrate" (falso!) e il divieto dell'uso dei telefonini
ma dico sti preti stanno fuori dal mondo? (mi piacerebbe invitarli alla perquisa di un centro sociale, che per sequestrare gli hard disk prendono i pc a mazzate, ma sto divagando)

però non riesco a togliermi l'idea che ci sia un'ossessione malsana dopo il caso Dutroux

cioè?dai ragione a la russa?

sto cercando di non cadere nella trappola del pensiero binario, dell'odiquaodillà.

non metterci pure tu

Questa dell'ossessione la penso da tempo e avevo già avuto occasione di vedere che in belgio è ancora più forte che da noi

Ecco, mentre i giudici di Palermo scrivono le motivazioni, ora la
palla passa alla politica.
Un’opposizione decente,
ma anche una destra decente, semprechè esistano, dovrebbero assumere
subito due iniziative.
1)
Inchiodare Silvio
Berlusconi in Parlamento con le domande a cui, dinanzi al
Tribunale di Palermo, oppose la facoltà di non rispondere. Perché
negli anni 70 si affidò a Dell’Utri (e a Mangano)? Perché, quando
scoprì la mafiosità di almeno uno dei due (Mangano), non cacciò
anche l’altro che gliel’aveva messo in casa (Dell’Utri), ma lo promosse
presidente di Publitalia e poi artefice di Forza Italia? Da dove
arrivavano i famosi capitali in cerca d’autore degli
anni 70 e 80? Si potrebbe pure aggiungere un interrogativo fresco fresco:
il presidente del Consiglio è forse ricattato o ricattabile anche
su queste vicende (ieri il legale di Dell’Utri, Nino Mormino, faceva
strane allusioni al prodigarsi del suo assistito fino al 1992 per “salvare dalla mafia Berlusconi e le sue aziende”)?

2) Pretendere le
immediate dimissioni di Marcello Dell’Utri dal Parlamento.
Quello di ieri non è un avviso di garanzia, una richiesta di rinvio
a giudizio, un rinvio a giudizio, una sentenza di primo grado: è la
seconda e ultima sentenza di merito. Che aspetta la politica a fare le
pulizie in casa? Che i carabinieri irrompano a Palazzo Madama per prelevare
il senatore e condurlo all’Ucciardone?

il commento di dell'Utri?
"Mangano
resta il mio eroe"



Ma da Azione Universitaria arriva un nuovo affondo: "Mentre Dell'Utri
continua a definire un eroe il mafioso Vittorio Mangano, noi affermiamo
con orgoglio che gli eroi dei giovani siciliani sono persone come
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".
Se i big del partito si schierano compattamente con Dell'Utri, i giovani
siciliani e Azione Universitaria puntano i piedi. Uscendo dal coro.
"Oggi più che mai sentiamo l'esigenza di avviare una profonda
riflessione all'interno del partito dopo questa condanna che rimane
gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica - si legge in
una nota della Giovane Italia Sicilia - Non ci uniremo al solito coro di
solidarietà già tristemente visto negli anni scorsi per i politici
condannati. Il nostro movimento giovanile non può rimanere in silenzio
davanti a fatti che minano la credibilità di un intero partito".

Ma non basta. Per i giovani siciliani va suvito accolta la proposta del
ministro Giorgia Meloni (ex An) "sulla introduzione nello statuto del
Pdl di una norma che preveda il no alla ricandidatura vita natural
durante e l'espulsione per chi è stato condannato in via definitiva per



<img src=&quot;http://s0.2mdn.net/2804096/Boehringer_Dulcofibre_300x250.jpg&quot; width=&quot;300&quot; height=&quot;250&quot; border=&quot;0&quot; alt=&quot;&quot; galleryimg=&quot;no&quot;>
<IMG SRC=&quot;http://ad-emea.doubleclick.net/ad/N4199.mec.manzoni.network/B4598362.2;sz=300x250;ord=337608760?&quot; BORDER=0 WIDTH=300 HEIGHT=250 ALT=&quot;Clicca Qui!&quot;>
corruzione e mafia".

(repubblica .it)http://www.repubblica.it/politica/2010/06/29/news/giovani-pdl-5245242/?ref=HREA-1

sto cercando di non cadere nella trappola del pensiero binario,
dell'odiquaodillà.

non metterci pure tu

Questa dell'ossessione la penso da tempo e avevo già
avuto occasione di vedere che in belgio è ancora più forte che da noi

mambu chiedo chiarimenti, tutto qui.
l'ossessione belga dopo le dichiarazioni e le testimonianze quale sarebbe?
Io mi riferisco solo al poter dichiarare che il clero NON è al disopra della legge, concetto dalle nostre parti inacettabile.
Il papa ha dichiaratoproprio ieri che infatti solo lui può rimporverare i sacerdoti..
Non è un pensiero binario tra i buoni e i cattivi ma tra ciò che è lecito appurare rispetto al segreto di stato o la lesa maestà.

lepidezza ha scritto:

nonhol'età ha scritto:Tornando a Dell'Utri, per me era quasi scontata questa sentenza dopo quella di Andreotti qualche anno fa, è uno schema che si ripete. Colpevoli prima di una certa data e sentenza che ben presto verrà annullata dalla prescrizione.
Rai 1 l'ha già data come sentenza di assoluzione definitiva e fra qualche mese ci sarà solo Travaglio a continuare ad affermare che Dell'Utri è un condannato.
Eolo sarebbe stato costretto a dimettersi perchè la sua carriera politica è strettamente legata alla sorte di Dell'Utri.
Non mi meraviglia molto questa sentenza, perchè prima della legge sull'anticipazione della prescrizione in cassazione c'era il famoso giudice Corrado Carnevale detto l'ammazzasentenze, da lui giudice di prima sezione passavano tutti i processi di mafia e guarda caso qusi tutte le sentenze venivano annullate per vizi di forma. Falcone, definito inisieme a Borsellino, da quest'uomo onorevole ""magistrati incapaci", nel 1993 fece cambiare il sistema di assegnazione cause alla cassazione imponendo una turnazione sulle 3 sezioni disponibili. Alla fine degli anni 90 questo galantuomo fu condannato per associazione mafiosa esterna, ma nel 2002 la cassazione lo assolse perchè non ritenne valide le testimonianze dei giudici ddella sua sezione che dichiararono di aver subito pressioni in camera di consiglio. Il tribunale disse che essendoci il segreto sulla camera di consiglio loro non potevano testimoniare.

perchè ste cose non si sanno?
perchè il cursus honorum di certe personalità non riscuotono lo stesso interesse di tronisti e vip di due ore?

Perchè sono in troppi ad aver gli scheletri negli armadi.
Quando la mafia tace e non fa parlare di sé,c'è sempre da preoccuparsi, perchè vuol dire che sta lavorando benissimo senza problemi. E' brutto da dire ma quando a Palermo ci fu la stagione deimorti ammazzati fra le forze dell'ordine e i magistrati: il commissarioNinì Cassarà, il capitano Emanuele Basile, il giudice Rosario Livatino simboli della lotta alla mafia,
si poteva percepire che l'onorata società era in difficoltà benchè avesse in mano tutte le attività lecite e illecite dell'isola. Aveva un solo modo per reagire, togliere di mezzo chi gli stava col fiato sul collo. E' negli anni '80 anche per il lavoro d'indagine di Cassarà che Falcone inizia le sue inchieste.
Penso che oggi ci sia una via legale per farla franca sempre e giustamente il procuratore a Palermo del caso Dell'Utri ha nella sua arringa finale detto che i giudici con la loro sentenza potevano incominciare a costruire il primo gradino di una scala
che avrebbe portato al centro del potere occulto che a mio parere vive nella politica.

Non ho letto tutto, quindi non so se è già stato scritto...ma c'è un elemento fondamentale da non dimenticare: Non hanno voluto ascoltare la testimonianza di Massimo Ciancimino, considerandola inattendibile prima di ascoltarlo (uh!?)
Illuminante il dvd "Sotto scacco'' che è uscito qualche giorno fa con Il Fatto

Dichiariazioni del figlio del sindaco avrebbero coinvolto Forza Italia?

Mambu, nemmeno io ho capito che vuoi dire...
L'ossessione belga per la pedofilia comunque c'è eccome, dopo Julie e Melissa... e soprattutto dopo che a Dutroux riuscì un tentativo di fuga, anche se venne riacciuffato.
Lo Stato vuole solo far vedere che c'è, e che quando si tratta di pedofilia, non usa guanti bianchi con nessuno. Mi pare normale, in quel contesto. Si cerca di ribaltare la nomea di paese di pedofili in paese che dà la caccia ai pedofili.

lepidezza ha scritto:Dichiariazioni del figlio del sindaco avrebbero coinvolto Forza Italia?

Questo non posso dirlo..ma lo ritengo altamente probabile.....resta il fatto che non hanno voluto sentirlo, senza una motivazione valida....assurdo....rifiutare un testimone....

Gaufre, la nomea di paese di pedofili la danno gli idioti, anche se nasce dal marcio scoperto attorno al caso Dutroux, dalle amicizie e dalle coperture.

Qualcosa di simile, molto più in piccolo per i fatti ma non per il marcio di contorno, avvenne in Italia più di 20 anni fa con il caso Mongini. Ma pure quella volta c'erano di mezzo i preti (la curia di Trieste) e la cosa fu smorzata con l'uso sistematico della querela.

Quello sull'ossessione non riguarda solo la pedofilia. E' un problema del diritto; mi pare ci sia un'intollerenza di fondo verso la tutela della persona che si esprime creando delle condizioni di eccezione favorite da campagne di stampa sensazionalistiche; sempre per il bene comune, naturalmente, contro i pedofili, contro i terroristi... ma abbiamo già visto tentativi di estendere queste condizioni di eccezione (ricordate l'"insurrezione armata contro i poteri dello stato con l'aggravante dell'associazione" ipotizzata anni fa nei confronti dellla rete del sud ribelle? poi cadde tutto ma intanto... e si appoggiava a leggi straodinarie vecchie di quasi 30 anni)

Non sono un adoratore della Giustizia. La Giustizia è un potere e non mi piace mai vedere un potere pretendere minori controlli


discorsi complessi, ma ora devo anna'

http://levipere.com/2010/06/29/lottimismo-vola-su-chi/

Chi si dà una sistematina al look (è diventato Grazia
senza i contenuti) e
sparisce ‘Doppia
Difesa‘, la rubrica utile di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno
con pareri, anche legali, su temi di attualità come stalking e violenze
domestiche, che resisteva sulle pagine della rivista di casa Berlusconi
da tre anni. Il motivo ufficiale secondo Alfonso è che
‘nessuno se la filava’, quello ufficioso che la Bongiorno, la quale ha
appreso della decisione sfogliando il numero in edicola, gli è andata in
puzza dopo per le ultime posizioni alla Commissione Giustizia
sgradite al regime. La ragione della scelta avrebbe financo delle
motivazioni oggettive, spiega Alfonso, un’indagine di mercato su un
campione di diecimila abbonati che hanno bocciato la
rubrica, giudicata ‘non più in linea con lo spirito ottimistico
e speranzoso del giornale’. Perchè tutto si può dire di Alfonso, meno
che non guardi alla vita con ottimismo e speranza. Diecimila abbonati?
Alfò, forse se ci alleghi il calendario di David Gandy!