Morto Lucio Dalla
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Morto Lucio Dalla
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Re: Morto Lucio Dalla
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/03/01/news/e_morto_lucio_dalla-30754449/
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Re: Morto Lucio Dalla

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Re: Morto Lucio Dalla

didi- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Hommage. Il Dalla che mi è piaciuto ascoltare...
Cuore di Tenebra- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Sconvolto; e non sono mai stato un suo grande fan. Eppure, in questa canzone specialmente, ha un tale tocco nella composizione del testo che mi ha sempre fatto rispettare l'artista che era.
Ciao Lucio!

Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Cuore di Tenebra ha scritto:Hommage. Il Dalla che mi è piaciuto ascoltare...
Bellissima Cuore; la sentii da piccino da mia nonna e mi inquietò tantissimo, ma al contempo mi affascinò (soprattutto la musica)

Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
"Banana Republic" con Francesco De Gregori e Ron, il primo concerto della mia vita... e poi nell'89 insieme agli Stadio, incinta di pochi mesi del mio primo figlio... e (a questo punto, infine) nel 2008, pochissimo tempo dopo l'improvvisa perdita di una giovane amica, quando piansi sulle parole di un suo brano (Ayrton) che rispecchiavano perfettamente la morte della mia amica e, oggi, la sua...
(Dio) "...mi ha detto: 'chiudi gli occhi e riposa'
e io ho chiuso gli occhi."
Voglio ricordarlo con questo pezzo, uno dei suoi tantissimi capolavori...
Ciao Lucio.
(Dio) "...mi ha detto: 'chiudi gli occhi e riposa'
e io ho chiuso gli occhi."
Voglio ricordarlo con questo pezzo, uno dei suoi tantissimi capolavori...
Ciao Lucio.
mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Appena rientrata dallo sci... Sono schockata... Non sapevo.
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bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Morto Lucio Dalla
Da quando ero piccolissima ho sentito in casa canzoni di Dalla perchè i miei erano suoi grandi fans e pian piano ho cominciato ad amare le sue canzoni. Per me è stato il più grande cantautore italiano.
Ciao Lucio.
Ciao Lucio.
sonobeatrice- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
RIP.

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Re: Morto Lucio Dalla
Parentesi: non riusciamo ad essere professionali nemmeno nel fare il coccodrillo di un artista che in qualche modo è parte della storia della musica italiana. Parlo di quegli indecenti imbecilli del Corriere e di Repubblica, che da stamattina continuano a chiamare col titolo sbagliato uno dei pezzi più famosi di Dalla, L'anno che verrà. Ribattezzata per direttissima "Caro amico ti scrivo". Vergognosi cialtroni.
Cuore di Tenebra- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Cuore di Tenebra ha scritto:Parentesi: non riusciamo ad essere professionali nemmeno nel fare il coccodrillo di un artista che in qualche modo è parte della storia della musica italiana. Parlo di quegli indecenti imbecilli del Corriere e di Repubblica, che da stamattina continuano a chiamare col titolo sbagliato uno dei pezzi più famosi di Dalla, L'anno che verrà. Ribattezzata per direttissima "Caro amico ti scrivo". Vergognosi cialtroni.
Ma davvero?


Comunque se sono gli stessi mega-critici che davano 9+ alla prova di Renga a Sanremo si spiegano molte cose

Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Sono troppo dispiaciuta
Di lui ricordo molto volentieri l'album "Balla balla ballerino"... bei tempi!!
E spicca questa (per me)

Di lui ricordo molto volentieri l'album "Balla balla ballerino"... bei tempi!!
E spicca questa (per me)
VivaMatteo- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
http://www.iltempo.it/spettacoli/2012/03/02/1326096-dalla_inafferrabile.shtml
Lucio l'inafferrabile. Quel laico a caccia di Dio
DI STEFANO MANNUCCI Stroncato da un infarto in Svizzera. L’Italia piange un grande del pop che amava provocare spostando i confini dell'arte.
Una volta gli chiesi, a bruciapelo: Dio ti bracca o ti accoglie? E lui: «Mi mette allegria. Dio non è sofferenza. Lo ascolto anche quando mi addormento durante la predica, alla Messa. Mi riservo di avere ulteriori folgorazioni, se non conversioni, fino all'ultimo istante utile». Allora lo incalzai: se Dio fosse un accordo musicale, quale sarebbe? Lucio prese la domanda sul serio: «È nei rumori della notte, amplificati dallo stato alterato della coscienza. Il fischio lontano di un treno, l'abbaiare dei cani in campagna, le cicale d'estate. Suoni metafisici, quasi. Ma anche le voci ovattate di una tv vista dalla strada, alla sera, dietro una finestra ai piani alti. La famiglia come nostalgia di un valore in cui credo». E allora te lo figuravi tradizionalista, un uomo certo alle prese con gli scricchiolii della propria coscienza, ma capace di tenere la barra della propria barchetta su una rotta conosciuta e affidabile. Era lì che ti spiazzava, che si rivelava già su un altro terreno, uno sperimentatore della vita che non tornava mai sui propri passi, che era già oltre mentre ci parlavi, come l'altro Lucio, quel Battisti nato il 5 marzo 1943, un giorno dopo di lui.Hai mai pensato di farti prete? lo provocavo: «Piuttosto mi sparo in un ginocchio». Non era un baciapile, ma un laico che da un anno si faceva confessare da don Chessa, un monaco benedettino che riconosceva a Dalla «una Fede vissuta nel dolore e nella fragilità umana». Sei sempre comunista?, lo schernivo. «Mai stato. E l'errore della sinistra è stato di rivendicare una superiorità morale che il mondo non le garantisce più». Perché, ti spiegava, «tutto cambia attorno a noi, più velocemente di quanto non riusciamo a comprendere. Non siamo in uno stagno puzzolente e fermo, le idee fluttuano come un mare in tempesta». E se insinuavi che altri avrebbero cantato le sue cose senza capirle fino in fondo, ti descriveva la bellezza di San Giovanni agli Eremiti, a Palermo: «Nei secoli è stato tempio greco, poi paleocristiano, arabo, e infine toccato dal barocco. La coscienza artistica, così come quella spirituale, si forma per accumulo e contrapposizione». Lucio l'Inafferrabile, l'iconoclasta per burla, l'architetto di un progetto che ancora non c'è. Si vergognava a cantare "Caruso", quel capolavoro melò-pop che faceva piangere di commozione chiunque l'ascoltasse, e che faceva sospirare i malati che non riuscivano più a sussurrare "te vojo bene assaje" a chi li accudiva. Se ne vergognava, ma se andavi a trovarlo nell'incasinatissima casa bolognese, sentivi quella melodia intonata dal suo merlo parlante, mentre Lucio sogghignava ironico. Nella sua cultura e nella sua grande educazione, amava mostrare l'animo di un clown mai cresciuto. Possibile che lo stesso artista che aveva racchiuso in quattro minuti l'enigma psichico dell'umanità su "Come è profondo il mare" avesse poi scritto la beffa trash di "Merdman", con l'antieroe a spargere sterco ovunque? Come si conciliavano il Dalla socio-politico degli anni Settanta con quello beffardo di due o tre decenni dopo? Lucio l'Inafferrabile si faceva ispirare "Piazza Grande" dal dramma dei senzatetto, "Il gigante e la bambina" dall'orrore della pedofilia, "Intervista con l'Avvocato" dalla tentazione del reportage sindacal-industriale, "Disperato erotico stomp" dall'onanismo svincolato dall'autocolpevolizzazione (e quanto "Portnoy" in quel testo); e poi cazzeggiava con brani senza costrutto, si baloccava con il pop elettronico, si stufava e improvvisamente virava verso cose serissime. E allora vai con la lirica, a sfidare Puccini con una "Tosca" tutta sua, o a curare la regia di un "Pulcinella" stravinskijano. Gli si illuminavano gli occhi quando ti raccontava di quando a Firenze avevano chiuso Ponte Vecchio per il suo allestimento della Beggar's Opera con liriche di Benvenuto Cellini, o quando ti spiegava il suo contributo al film di Mimmo Paladino su "Don Chisciotte". Eppure era lo stesso della filastrocca, un po' metafora un po' nonsense, di "Attenti al lupo". Credevi di averlo capito, e lui si spostava, si nascondeva, si rintanava nella barca-studio ormeggiata nel Golfo di Napoli a pensarne un'altra. Ieri, a ora di pranzo, in tutta Italia si è abbassato di colpo il volume di ogni rumore molesto. Ognuno ha cercato nella testa la "propria" canzone di Lucio. Qualcuno si è sorpreso per l'attualità de "L'anno che verrà", qualche genitore incanutito ha versato lacrime su "Futura", i sogni dei bambini concepiti al tempo dei russi e degli americani. L'ho visto dieci giorni fa, a Sanremo. Quella mano che gli stringevi e che ormai tremava un po' troppo. Cordiale come sempre, elogiava Carone, ti accennava entusiasta al tour europeo. Poi si defilava dietro le quinte. Ti giravi e non c'era già più.
Lucio l'inafferrabile. Quel laico a caccia di Dio
DI STEFANO MANNUCCI Stroncato da un infarto in Svizzera. L’Italia piange un grande del pop che amava provocare spostando i confini dell'arte.
Una volta gli chiesi, a bruciapelo: Dio ti bracca o ti accoglie? E lui: «Mi mette allegria. Dio non è sofferenza. Lo ascolto anche quando mi addormento durante la predica, alla Messa. Mi riservo di avere ulteriori folgorazioni, se non conversioni, fino all'ultimo istante utile». Allora lo incalzai: se Dio fosse un accordo musicale, quale sarebbe? Lucio prese la domanda sul serio: «È nei rumori della notte, amplificati dallo stato alterato della coscienza. Il fischio lontano di un treno, l'abbaiare dei cani in campagna, le cicale d'estate. Suoni metafisici, quasi. Ma anche le voci ovattate di una tv vista dalla strada, alla sera, dietro una finestra ai piani alti. La famiglia come nostalgia di un valore in cui credo». E allora te lo figuravi tradizionalista, un uomo certo alle prese con gli scricchiolii della propria coscienza, ma capace di tenere la barra della propria barchetta su una rotta conosciuta e affidabile. Era lì che ti spiazzava, che si rivelava già su un altro terreno, uno sperimentatore della vita che non tornava mai sui propri passi, che era già oltre mentre ci parlavi, come l'altro Lucio, quel Battisti nato il 5 marzo 1943, un giorno dopo di lui.Hai mai pensato di farti prete? lo provocavo: «Piuttosto mi sparo in un ginocchio». Non era un baciapile, ma un laico che da un anno si faceva confessare da don Chessa, un monaco benedettino che riconosceva a Dalla «una Fede vissuta nel dolore e nella fragilità umana». Sei sempre comunista?, lo schernivo. «Mai stato. E l'errore della sinistra è stato di rivendicare una superiorità morale che il mondo non le garantisce più». Perché, ti spiegava, «tutto cambia attorno a noi, più velocemente di quanto non riusciamo a comprendere. Non siamo in uno stagno puzzolente e fermo, le idee fluttuano come un mare in tempesta». E se insinuavi che altri avrebbero cantato le sue cose senza capirle fino in fondo, ti descriveva la bellezza di San Giovanni agli Eremiti, a Palermo: «Nei secoli è stato tempio greco, poi paleocristiano, arabo, e infine toccato dal barocco. La coscienza artistica, così come quella spirituale, si forma per accumulo e contrapposizione». Lucio l'Inafferrabile, l'iconoclasta per burla, l'architetto di un progetto che ancora non c'è. Si vergognava a cantare "Caruso", quel capolavoro melò-pop che faceva piangere di commozione chiunque l'ascoltasse, e che faceva sospirare i malati che non riuscivano più a sussurrare "te vojo bene assaje" a chi li accudiva. Se ne vergognava, ma se andavi a trovarlo nell'incasinatissima casa bolognese, sentivi quella melodia intonata dal suo merlo parlante, mentre Lucio sogghignava ironico. Nella sua cultura e nella sua grande educazione, amava mostrare l'animo di un clown mai cresciuto. Possibile che lo stesso artista che aveva racchiuso in quattro minuti l'enigma psichico dell'umanità su "Come è profondo il mare" avesse poi scritto la beffa trash di "Merdman", con l'antieroe a spargere sterco ovunque? Come si conciliavano il Dalla socio-politico degli anni Settanta con quello beffardo di due o tre decenni dopo? Lucio l'Inafferrabile si faceva ispirare "Piazza Grande" dal dramma dei senzatetto, "Il gigante e la bambina" dall'orrore della pedofilia, "Intervista con l'Avvocato" dalla tentazione del reportage sindacal-industriale, "Disperato erotico stomp" dall'onanismo svincolato dall'autocolpevolizzazione (e quanto "Portnoy" in quel testo); e poi cazzeggiava con brani senza costrutto, si baloccava con il pop elettronico, si stufava e improvvisamente virava verso cose serissime. E allora vai con la lirica, a sfidare Puccini con una "Tosca" tutta sua, o a curare la regia di un "Pulcinella" stravinskijano. Gli si illuminavano gli occhi quando ti raccontava di quando a Firenze avevano chiuso Ponte Vecchio per il suo allestimento della Beggar's Opera con liriche di Benvenuto Cellini, o quando ti spiegava il suo contributo al film di Mimmo Paladino su "Don Chisciotte". Eppure era lo stesso della filastrocca, un po' metafora un po' nonsense, di "Attenti al lupo". Credevi di averlo capito, e lui si spostava, si nascondeva, si rintanava nella barca-studio ormeggiata nel Golfo di Napoli a pensarne un'altra. Ieri, a ora di pranzo, in tutta Italia si è abbassato di colpo il volume di ogni rumore molesto. Ognuno ha cercato nella testa la "propria" canzone di Lucio. Qualcuno si è sorpreso per l'attualità de "L'anno che verrà", qualche genitore incanutito ha versato lacrime su "Futura", i sogni dei bambini concepiti al tempo dei russi e degli americani. L'ho visto dieci giorni fa, a Sanremo. Quella mano che gli stringevi e che ormai tremava un po' troppo. Cordiale come sempre, elogiava Carone, ti accennava entusiasta al tour europeo. Poi si defilava dietro le quinte. Ti giravi e non c'era già più.
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Re: Morto Lucio Dalla
Cuore di Tenebra ha scritto:Parentesi: non riusciamo ad essere professionali nemmeno nel fare il coccodrillo di un artista che in qualche modo è parte della storia della musica italiana. Parlo di quegli indecenti imbecilli del Corriere e di Repubblica, che da stamattina continuano a chiamare col titolo sbagliato uno dei pezzi più famosi di Dalla, L'anno che verrà. Ribattezzata per direttissima "Caro amico ti scrivo". Vergognosi cialtroni.
Niente in confronto a ciò che hanno scritto sul Corriere di Bologna...
"...Dalla ha consacrato la sua vita alla musica. Entrando nell'olimpo della canzone italiana con pezzi come L'anno che verrà, Caro amico ti scrivo o Caruso..."

FONTE
mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
mariele4ever ha scritto:Cuore di Tenebra ha scritto:Parentesi: non riusciamo ad essere professionali nemmeno nel fare il coccodrillo di un artista che in qualche modo è parte della storia della musica italiana. Parlo di quegli indecenti imbecilli del Corriere e di Repubblica, che da stamattina continuano a chiamare col titolo sbagliato uno dei pezzi più famosi di Dalla, L'anno che verrà. Ribattezzata per direttissima "Caro amico ti scrivo". Vergognosi cialtroni.
Niente in confronto a ciò che hanno scritto sul Corriere di Bologna...
"...Dalla ha consacrato la sua vita alla musica. Entrando nell'olimpo della canzone italiana con pezzi come L'anno che verrà, Caro amico ti scrivo o Caruso..."![]()
FONTE
Mamma mia che scandalo...
Saix91- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Il feretro di Lucio Dalla è stato portato in corteo dal compagno Marco Alemanno.
in altri contenitori si parla dì stretto collaboratore per non turbare l'italia bigotta.
in altri contenitori si parla dì stretto collaboratore per non turbare l'italia bigotta.

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Re: Morto Lucio Dalla
O magari perché forse Lucio non avrebbe gradito (non mi pare abbia mai fatto outing)... ciò non toglie che molti italiani siano bigotti, nella migliore delle ipotesi

mariele4ever- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Mado', con tutti i problemi che assillano il nostro pianeta, c'è ancora chi problematizza la sessualità altrui, certo che è stancante!!

Brina78- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
lepidezza ha scritto:Il feretro di Lucio Dalla è stato portato in corteo dal compagno Marco Alemanno.
in altri contenitori si parla dì stretto collaboratore per non turbare l'italia bigotta.![]()
mariele4ever ha scritto:O magari perché forse Lucio non avrebbe gradito (non mi pare abbia mai fatto outing)... ciò non toglie che molti italiani siano bigotti, nella migliore delle ipotesi![]()
Brina78 ha scritto:Mado', con tutti i problemi che assillano il nostro pianeta, c'è ancora chi problematizza la sessualità altrui, certo che è stancante!!![]()
Io penso invece che hanno fatto bene a definirlo " stretto collaboratore" per la riservatezza con cui Dalla, ha condotto la sua vita. Non c'entra la bigottagine, anche perche'... ma ognuno puo' pensarla come vorra' o no? Diciamo sempre che le cose private, sbandierate ai quattro venti non si dovrebbero fare...ma perche' l'essere gay , deve essere per forza urlato o manifestato per forza in pubblico? C'e' gente che , normalmente, vuole tenere la sua vita e con questo la sua sessualita', riservate, non vedo perche' , deve essere per forza resa pubblica, strillandola ai 4 venti.... diventa una persona migliore o peggiore? Il suo compagno.. per me...non ha avuto rispetto di Lucio

Ciprea*- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
Io non discuto le scelte( dettate con molta probabilità da una società omofobica oppressiva più che per discrezione) della coppia.
Discuto i media e l'opinione pubblica che da una parte celebrano sempre la NORMALITA' di un rapporto d'amore, dall'altra continuano a ignorarlo a seconda delle combinazioni.
Mi domando perchè se la coppia è eterosessuale non si cerchi lo stesso rispetto e non si parli di discrezione.Se fino a un minuto prima non si conosceva il volto e il nome della donna con cui il defunto aveva condiviso un rapporto, benchè non l'avesse dichiarato urbi et orbi, al momento dei funerali lo si segnala perchè è la persona immediatamente prossima che lo/la piange.Il cordoglio di solito è per loro no?E l'averlo reso noto non passa per mancanza di discrezione.
Perchè invece tutte queste" etichette schermo"?
Perchè neppure davanti alla morte si ha rispetto per la vita di colui che si saluta?
Inutile girarci intorno.Siamo al solito la periferia del vaticano.
Poi permettimi ciprea di non essere d'accordo con il tuo rimprovero al compagno Alemanno(!) e il suo mancato rispetto a Dalla.
In quella relazione erano in due e non credo che la levatura artistica del cantautore possa stabilire un podio in una coppia così da stabilire quali volontà abbiano più valore tra i due.Ammesso e non concesso poi che si possa giurare su questa promessa di riservatezza eterna,da parte dello stesso Dalla.Chi ci assicura che invece Alemanno non conoscesse meglio di tutti noi il proprio amato e, come minimo, sapesse esattamente cosa dovesse fare e come avrebbe dovuto rivolgere l'ultimo saluto alla persona che amava in un momento così doloroso?
A occhio e croce se muore chi amo forse ho tutto il diritto di esserci e dire quanto mi mancherà e perchè senza dovermi nascondere.Così come avrei il diritto di manifestare sofferenza e amore e in relazione al rapporto che condividevo.
O dovrei forse mettermi da parte per non urtare chi di certo soffre meno di me, ma non deve essere turbato dal nostro legame?
Discuto i media e l'opinione pubblica che da una parte celebrano sempre la NORMALITA' di un rapporto d'amore, dall'altra continuano a ignorarlo a seconda delle combinazioni.
Mi domando perchè se la coppia è eterosessuale non si cerchi lo stesso rispetto e non si parli di discrezione.Se fino a un minuto prima non si conosceva il volto e il nome della donna con cui il defunto aveva condiviso un rapporto, benchè non l'avesse dichiarato urbi et orbi, al momento dei funerali lo si segnala perchè è la persona immediatamente prossima che lo/la piange.Il cordoglio di solito è per loro no?E l'averlo reso noto non passa per mancanza di discrezione.
Perchè invece tutte queste" etichette schermo"?
Perchè neppure davanti alla morte si ha rispetto per la vita di colui che si saluta?
Inutile girarci intorno.Siamo al solito la periferia del vaticano.
Poi permettimi ciprea di non essere d'accordo con il tuo rimprovero al compagno Alemanno(!) e il suo mancato rispetto a Dalla.
In quella relazione erano in due e non credo che la levatura artistica del cantautore possa stabilire un podio in una coppia così da stabilire quali volontà abbiano più valore tra i due.Ammesso e non concesso poi che si possa giurare su questa promessa di riservatezza eterna,da parte dello stesso Dalla.Chi ci assicura che invece Alemanno non conoscesse meglio di tutti noi il proprio amato e, come minimo, sapesse esattamente cosa dovesse fare e come avrebbe dovuto rivolgere l'ultimo saluto alla persona che amava in un momento così doloroso?
A occhio e croce se muore chi amo forse ho tutto il diritto di esserci e dire quanto mi mancherà e perchè senza dovermi nascondere.Così come avrei il diritto di manifestare sofferenza e amore e in relazione al rapporto che condividevo.
O dovrei forse mettermi da parte per non urtare chi di certo soffre meno di me, ma non deve essere turbato dal nostro legame?
lepidezza- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Morto Lucio Dalla
Sarebbe meglio rispettare la volontà di Lucio. Lui ha voluto sempre tenere riservata la sua sfera privata e così sarebbe giusto smetterla con tutte queste chiacchiere che sembrano quasi morbose.
sonobeatrice- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Morto Lucio Dalla
lepidezza ha scritto:Io non discuto le scelte( dettate con molta probabilità da una società omofobica oppressiva più che per discrezione) della coppia.
Discuto i media e l'opinione pubblica che da una parte celebrano sempre la NORMALITA' di un rapporto d'amore, dall'altra continuano a ignorarlo a seconda delle combinazioni.
Mi domando perchè se la coppia è eterosessuale non si cerchi lo stesso rispetto e non si parli di discrezione.Se fino a un minuto prima non si conosceva il volto e il nome della donna con cui il defunto aveva condiviso un rapporto, benchè non l'avesse dichiarato urbi et orbi, al momento dei funerali lo si segnala perchè è la persona immediatamente prossima che lo/la piange.Il cordoglio di solito è per loro no?E l'averlo reso noto non passa per mancanza di discrezione.
Perchè invece tutte queste" etichette schermo"?
Perchè neppure davanti alla morte si ha rispetto per la vita di colui che si saluta?
Inutile girarci intorno.Siamo al solito la periferia del vaticano.
Poi permettimi ciprea di non essere d'accordo con il tuo rimprovero al compagno Alemanno(!) e il suo mancato rispetto a Dalla.
In quella relazione erano in due e non credo che la levatura artistica del cantautore possa stabilire un podio in una coppia così da stabilire quali volontà abbiano più valore tra i due.Ammesso e non concesso poi che si possa giurare su questa promessa di riservatezza eterna,da parte dello stesso Dalla.Chi ci assicura che invece Alemanno non conoscesse meglio di tutti noi il proprio amato e, come minimo, sapesse esattamente cosa dovesse fare e come avrebbe dovuto rivolgere l'ultimo saluto alla persona che amava in un momento così doloroso?
A occhio e croce se muore chi amo forse ho tutto il diritto di esserci e dire quanto mi mancherà e perchè senza dovermi nascondere.Così come avrei il diritto di manifestare sofferenza e amore e in relazione al rapporto che condividevo.
O dovrei forse mettermi da parte per non urtare chi di certo soffre meno di me, ma non deve essere turbato dal nostro legame?
Permettiti pure, ci mancherebbe altro

Semplicemente penso che...se Dalla, avesse voluto rendere pubblica la sua vita privata in toto...sappiamo ad esempio i piu'...solo ora che era una persona estremamente generosa e piu' credente di cio' che si pensava...e quindi, se avesse voluto rendere pubblico il suo legame, lo avrebbe fatto lui , anche in altre occasioni..
Ecco io , avrei continuato cosi, ad esserci per carita', ma con discrezione, come aveva sempre voluto in vita....
Poi ovvio che la curiosita' dei media , cosi'...imperi...se e' tutto mostrato....
Ciprea*- Utente Colonna: 2001-5000 post
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