Piccole cose di valore non quantificabile
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
un uomo però ne può parlare
QUANTE PICCOLE STORIE IGNOBILI
......
Non a caso è stata scelta questa vecchia e famosa canzone di Francesco Guccini, dall'album "Via Paolo Fabbri 43" del 1976. Anno in cui, in Italia, l'interruzione volontaria della gravidanza era ancora illegale (la legge 194 reca la data del 22 maggio 1978, confermata poi a larga maggioranza con il referendum del 16 maggio 1980 che segnò la sconfitta dei fascisti clericali del "Movimento per la vita"). Non è troppo errato dire che anche questa canzone diede il suo contributo all'acquisizione di questo diritto, raccontando la "piccola storia ignobile" di una giovane donna di una famiglia normale, di tutte le autentiche violenze che deve subire, dell'incomprensione, della sua solitudine.
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=6329&lang=it

- Spoiler:
- Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante,
che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po' rimate,
che non merita nemmeno l' attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare,
se tu te la sei voluta, a loro non importa niente,
te l' avevan detto che finivi male...
Ma se tuo padre sapesse qual' è stata la tua colpa rimarrebbe sopraffatto dal dolore,
uno che poteva dire "guardo tutti a testa alta", immaginasse appena il disonore,
lui che quando tu sei nata mise via quella bottiglia per aprirla il giorno del tuo matrimonio,
ti sognava laureata, era fiero di sua figlia,
se solo immaginasse la vergogna,
se solo immaginasse la vergogna,
se solo immaginasse la vergogna...
E pensare a quel che ha fatto per la tua educazione, buone scuole e poca e giusta compagnia,
allevata nei valori di famiglia e religione, di ubbidienza, castità e di cortesia,
dimmi allora quel che hai fatto chi te l' ha mai messo in testa o dimmi dove e quando l'hai imparato
che non hai mai visto in casa una cosa men che onesta
e di certe cose non si è mai parlato
e di certe cose non si è mai parlato
e di certe cose non si è mai parlato...
E tua madre, che da madre qualche cosa l' ha intuita e sa leggere da madre ogni tuo sguardo:
devi chiederle perdono, dire che ti sei pentita, che hai capito, che disprezzi quel tuo sbaglio.
Però come farai a dirle che nessuno ti ha costretta o dirle che provavi anche piacere,
questo non potrà capirlo, perchè lei, da donna onesta,
l' ha fatto quasi sempre per dovere,
l' ha fatto quasi sempre per dovere,
l' ha fatto quasi sempre per dovere...
E di lui non dire male, sei anche stata fortunata: in questi casi, sai, lo fanno in molti.
Sì, lo so, quando lo hai detto, come si usa, ti ha lasciata, ma ti ha trovato l' indirizzo e i soldi,
poi ha ragione, non potevi dimostrare che era suo e poi non sei neanche minorenne
ed allora questo sbaglio è stato proprio tutto tuo:
noi non siamo perseguibili per legge,
noi non siamo perseguibili per legge,
noi non siamo perseguibili per legge...
E così ti sei trovata come a un tavolo di marmo desiderando quasi di morire,
presa come un animale macellato stavi urlando, ma quasi l' urlo non sapeva uscire
e così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi davvero sola fra le mani altrui,
che pensavi nel sentire nella carne tua quei morsi
di tuo padre, di tua madre e anche di lui,
di tuo padre, di tua madre e anche di lui,
di tuo padre, di tua madre e anche di lui?
Ma che piccola storia ignobile sei venuta a raccontarmi, non vedo proprio cosa posso fare.
Dirti qualche frase usata per provare a consolarti o dirti: "è fatta ormai, non ci pensare".
E' una cosa che non serve a una canzone di successo, non vale due colonne su un giornale,
se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare...
QUANTE PICCOLE STORIE IGNOBILI
......
Non a caso è stata scelta questa vecchia e famosa canzone di Francesco Guccini, dall'album "Via Paolo Fabbri 43" del 1976. Anno in cui, in Italia, l'interruzione volontaria della gravidanza era ancora illegale (la legge 194 reca la data del 22 maggio 1978, confermata poi a larga maggioranza con il referendum del 16 maggio 1980 che segnò la sconfitta dei fascisti clericali del "Movimento per la vita"). Non è troppo errato dire che anche questa canzone diede il suo contributo all'acquisizione di questo diritto, raccontando la "piccola storia ignobile" di una giovane donna di una famiglia normale, di tutte le autentiche violenze che deve subire, dell'incomprensione, della sua solitudine.
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=6329&lang=it
Ultima modifica di xenas il Mar 19 Ott 2010, 12:27 - modificato 1 volta.
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
xenas ha scritto: gli uomini potrebbero nel frattempo occuparsi di fare informazione sugli anticoncezionali se proprio vogliono rendersi utili!!!!!
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mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
mambu ha scritto:xenas ha scritto: gli uomini potrebbero nel frattempo occuparsi di fare informazione sugli anticoncezionali se proprio vogliono rendersi utili!!!!!
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xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Maricica, Burtone va in carcere
Cori e applausi per 'Alessio libero'
Il gip ha confermato l'ordinanza per Alessio Burtone, il ventenne che ha sferrrato il pugno all'infermiera romena. Tensione sotto casa del giovane all'arrivo dei carabinieri che lo hanno accompagnato a Regina Coeli. "Se tornassi indietro non alzerei le mani - ha detto l'aggressore - mi dispero per quella morte". Il Municipio X: intitolare alla donna il piazzale della stazione Anagnina
Alessio Burtone è in carcere. Il gip ha firmato l'ordinanza che lo ha obbligato a lasciare gli arresti domiciliari per essere trasferito a Regina Coeli. Burtone, durante un litigio nella stazione della metropolitana "Anagnina", aveva sferrato un pugno a Maricica Hahaianu poi deceduta, venerdì scorso, presso il Policlinico Casilino, nella capitale. A provocare la morte della donna, come emerso dall'autopsia eseguita dal professor Paolo Arbarello, un profondo trauma cranico provocato dal colpo che la donna ha ricevuto sul volto e che l'ha fatta cadere pesantemente a terra.
I carabinieri, giunti presso l'abitazione del giovane per condurlo in carcere, sono stati accolti dai cori e dagli applausi degli amici di Burtone - circa duecento persone - che gridavano "Alessio libero, Alessio libero". Il ventenne è uscito con la testa e il volto coperti dal cappuccio di una felpa blu. La sorella è rientrata nell'androne del palazzo, in lacrime, abbracciata ad alcuni amici.
Le reazioni degli amici. Amarezza e rabbia tra gli amici del ragazzo, davanti allo stabile di via San Giovanni Bosco dal quale è stato prelevato dai carabinieri. "Roma non ha piú un sindaco - ripetono alcuni - da oggi Alemanno è il sindaco di Bucarest. Difende i romeni in qualsiasi occasione. Poi invece non parla di episodi come un ragazzo picchiato da due romeni e ricoverato in fin di vita al policlinico Casilino". C'è chi è molto preoccupato per le sorti di Alessio in carcere, "sicuramente verrà picchiato dagli altri detenuti soprattutto se romeni - dice Maui - è stato arrestato come un mafioso, sono venuti a prenderlo con otto automobili". Sul portone del palazzo di Alessio resta lo striscione con su scritto "Alessio libero", che gli amici hanno affisso nei giorni scorsi. "Lo abbiamo rifatto - spiega Andrea - perché la donna delle pulizie, romena, lo aveva staccato. Pensa che coincidenza".
L'attacco a Maricica. "La signora Maricica prendeva spesso l'autobus numero 511 e dava sempre fastidio ai passeggeri, creava sempre un pretesto per litigare, era un'attaccabrighe", dice un amico di Burtone parlando della vittima del pungo sferrato dal giovane. "Tempo fa si è fatta menare - aggiunge - per prendersi i soldi del risarcimento. Quindi non è Alessio il pregiudicato, non è vero".
Le frasi di Alessio. "Se tornassi indietro mi farei picchiare ma non alzerei più le mani in vita mia". Sono le parole ripetute in questi giorni da Burtone e riferite dal suo legale, Fabrizio Gallo. "E' affranto e dispiaciuto", ha raccontato l'avvocato prima della decisione del gip, facendo sapere che il giovane era "un po' più fiducioso" sulla sua situazione. Nel pomeriggio, dopo aver saputo della decisione del gip, Burtone ha anche aggiunto di essere "disperato per quella morte".
I funerali della donna. Quanto ai funerali della donna,il Comune di Roma si occuperà delle esequie e dell'allestimento di una camera ardente. Lo ha confermato ai microfoni di Radio Città Futura Ramona Badescu, consigliere del Comune per i rapporti con la comunità rumena. "E' stato il sindaco a proporlo tramite me al marito - ha spiegato l'attrice - c'è tanta gente che vuole salutarla, farle un omaggio, portarle dei fiori, e con Adrian (il marito della Hahaianu, ndr) abbiamo pensato di accontentarli, quando avremo il nulla osta dopo l'autopsia". Ramona Badescu invita a superare la questione della nazionalità della vittima: "Questo gesto, il fatto che il Comune si sia preso carico di tutte le spese del funerale, l'annuncio di Alemanno che si costituirà parte civile dimostrano il suo coraggio, la sua grandezza umana e fanno capire alla gente che il sindaco sta dalla parte di chi ha subìto un torto".
La polemica politica. Ma la polemica non si placa. "Una gazzarra indegna", la definisce Jean Leonard Touadì, deputato del Pd ed ex assessore alla Sicurezza del Comune di Roma, parlando del botta e risposta che ha visto contrapposti Alemanno, favorevole all'arresto di Burtone, e il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro, contrario. Sempre ai microfoni di Radio Città Futura, Touadì ha spiegato che "i fatti sono gravissimi, stiamo parlando di una donna di 32 anni, madre di due figli, che svolgeva un lavoro delicato, e di un ragazzo maggiorenne incolpato di omicidio preterintenzionale aggravato dalla futilità dei motivi. Di fronte a questo, secondo me il magistrato deve applicare una pena esemplare".
"A vent'anni si ha una responsabilità penale totale - ha spiegato l'esponente del Pd alla Camera - e in questo caso abbiamo assistito a un ragazzo che fa pugilato assestando un colpo di questa durezza in faccia a una donna". E poi gli amici che, stando a quanto si legge su Facebook, "non hanno ancora preso la giusta misura della gravità di ciò che è successo, gli striscioni allo stadio e al quartiere don Bosco che inneggiano alla sua libertà, per questo ci vuole una punizione esemplare". Touadì si è chiesto, quindi "cosa sarebbe successo a parti inverse" e ricorda la vicenda dello stupro della Caffarella: "Allora dei giovani rumeni andarono in carcere sulla base di indizi non provati, poi si scoprì che non c'entravano niente".
Giro: "Preferisco attendere la verifica dei fatti". "Ho grande stima per l'amico e collega Touadì - replica il sottosegretario Giro - ma sbaglia nel polemizzare con me accusandomi di minimizzare la vicenda di Alessio Burtone. Io non partecipo ad alcuna gara tra innocentisti e colpevolisti e non minimizzo nulla ma preferisco attendere gli esiti dell'autopsia e della verifica attenta dei fatti". "Per il momento - aggiunge - mi limito ad osservare che l'omicidio è con tutta evidenza preterintenzionale e che in questo caso specifico è possibile valutare la possibilità di conservare la misura degli arresti domiciliari di un giovane che rischia nel carcere di essere esposto a gravissimi rischi per la propria incolumità personale considerando il suo stato di prostrazione".
La proposta del Municipio. Dal Municipio X arriva la proposta di intitolare a Maricica il grande piazzale della stazione Anagnina. La proposta verrà approvata nel prossimo Consiglio per poi essere sottoposta all'attenzione del Consiglio comunale. "Sono sicuro riceverà il consenso di tutte le forze politiche", ha aggiunto il presidente del X Municipio, Sandro Medici. "Il piazzale dell'Anagnina - spiega - è da molti anni il luogo in cui la domenica mattina la comunità romena si riunisce per incontrarsi e scambiarsi qualche sorriso; una consuetudine tuttavia che abbiamo dovuto difendere e preservare nel corso del tempo, sostenuti in ciò dalle autorità consolari romene". Anche per questa ragione, aggiunge Rocco Stelitano, presidente del Consiglio municipale, "dedicare quel piazzale a Maricica significa anche aprire le nostre porta alle comunità straniere"
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/morte_maricica-8182453/?ref=HREC1-6
degni amici di quella bestia..............
Alemanno è il sindaco di Bucarest perchè non difende un assassino solo in quanto italiano............
Quella poveretta poi se l'è cercata, certo, era un'attaccabrighe! e arrivare a dire che si è fatta menare per il risarcimento...............ma una bella denuncia a questi no???
non ho parole, davvero
Cori e applausi per 'Alessio libero'
Il gip ha confermato l'ordinanza per Alessio Burtone, il ventenne che ha sferrrato il pugno all'infermiera romena. Tensione sotto casa del giovane all'arrivo dei carabinieri che lo hanno accompagnato a Regina Coeli. "Se tornassi indietro non alzerei le mani - ha detto l'aggressore - mi dispero per quella morte". Il Municipio X: intitolare alla donna il piazzale della stazione Anagnina
Alessio Burtone è in carcere. Il gip ha firmato l'ordinanza che lo ha obbligato a lasciare gli arresti domiciliari per essere trasferito a Regina Coeli. Burtone, durante un litigio nella stazione della metropolitana "Anagnina", aveva sferrato un pugno a Maricica Hahaianu poi deceduta, venerdì scorso, presso il Policlinico Casilino, nella capitale. A provocare la morte della donna, come emerso dall'autopsia eseguita dal professor Paolo Arbarello, un profondo trauma cranico provocato dal colpo che la donna ha ricevuto sul volto e che l'ha fatta cadere pesantemente a terra.
I carabinieri, giunti presso l'abitazione del giovane per condurlo in carcere, sono stati accolti dai cori e dagli applausi degli amici di Burtone - circa duecento persone - che gridavano "Alessio libero, Alessio libero". Il ventenne è uscito con la testa e il volto coperti dal cappuccio di una felpa blu. La sorella è rientrata nell'androne del palazzo, in lacrime, abbracciata ad alcuni amici.
Le reazioni degli amici. Amarezza e rabbia tra gli amici del ragazzo, davanti allo stabile di via San Giovanni Bosco dal quale è stato prelevato dai carabinieri. "Roma non ha piú un sindaco - ripetono alcuni - da oggi Alemanno è il sindaco di Bucarest. Difende i romeni in qualsiasi occasione. Poi invece non parla di episodi come un ragazzo picchiato da due romeni e ricoverato in fin di vita al policlinico Casilino". C'è chi è molto preoccupato per le sorti di Alessio in carcere, "sicuramente verrà picchiato dagli altri detenuti soprattutto se romeni - dice Maui - è stato arrestato come un mafioso, sono venuti a prenderlo con otto automobili". Sul portone del palazzo di Alessio resta lo striscione con su scritto "Alessio libero", che gli amici hanno affisso nei giorni scorsi. "Lo abbiamo rifatto - spiega Andrea - perché la donna delle pulizie, romena, lo aveva staccato. Pensa che coincidenza".
L'attacco a Maricica. "La signora Maricica prendeva spesso l'autobus numero 511 e dava sempre fastidio ai passeggeri, creava sempre un pretesto per litigare, era un'attaccabrighe", dice un amico di Burtone parlando della vittima del pungo sferrato dal giovane. "Tempo fa si è fatta menare - aggiunge - per prendersi i soldi del risarcimento. Quindi non è Alessio il pregiudicato, non è vero".
Le frasi di Alessio. "Se tornassi indietro mi farei picchiare ma non alzerei più le mani in vita mia". Sono le parole ripetute in questi giorni da Burtone e riferite dal suo legale, Fabrizio Gallo. "E' affranto e dispiaciuto", ha raccontato l'avvocato prima della decisione del gip, facendo sapere che il giovane era "un po' più fiducioso" sulla sua situazione. Nel pomeriggio, dopo aver saputo della decisione del gip, Burtone ha anche aggiunto di essere "disperato per quella morte".
I funerali della donna. Quanto ai funerali della donna,il Comune di Roma si occuperà delle esequie e dell'allestimento di una camera ardente. Lo ha confermato ai microfoni di Radio Città Futura Ramona Badescu, consigliere del Comune per i rapporti con la comunità rumena. "E' stato il sindaco a proporlo tramite me al marito - ha spiegato l'attrice - c'è tanta gente che vuole salutarla, farle un omaggio, portarle dei fiori, e con Adrian (il marito della Hahaianu, ndr) abbiamo pensato di accontentarli, quando avremo il nulla osta dopo l'autopsia". Ramona Badescu invita a superare la questione della nazionalità della vittima: "Questo gesto, il fatto che il Comune si sia preso carico di tutte le spese del funerale, l'annuncio di Alemanno che si costituirà parte civile dimostrano il suo coraggio, la sua grandezza umana e fanno capire alla gente che il sindaco sta dalla parte di chi ha subìto un torto".
La polemica politica. Ma la polemica non si placa. "Una gazzarra indegna", la definisce Jean Leonard Touadì, deputato del Pd ed ex assessore alla Sicurezza del Comune di Roma, parlando del botta e risposta che ha visto contrapposti Alemanno, favorevole all'arresto di Burtone, e il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro, contrario. Sempre ai microfoni di Radio Città Futura, Touadì ha spiegato che "i fatti sono gravissimi, stiamo parlando di una donna di 32 anni, madre di due figli, che svolgeva un lavoro delicato, e di un ragazzo maggiorenne incolpato di omicidio preterintenzionale aggravato dalla futilità dei motivi. Di fronte a questo, secondo me il magistrato deve applicare una pena esemplare".
"A vent'anni si ha una responsabilità penale totale - ha spiegato l'esponente del Pd alla Camera - e in questo caso abbiamo assistito a un ragazzo che fa pugilato assestando un colpo di questa durezza in faccia a una donna". E poi gli amici che, stando a quanto si legge su Facebook, "non hanno ancora preso la giusta misura della gravità di ciò che è successo, gli striscioni allo stadio e al quartiere don Bosco che inneggiano alla sua libertà, per questo ci vuole una punizione esemplare". Touadì si è chiesto, quindi "cosa sarebbe successo a parti inverse" e ricorda la vicenda dello stupro della Caffarella: "Allora dei giovani rumeni andarono in carcere sulla base di indizi non provati, poi si scoprì che non c'entravano niente".
Giro: "Preferisco attendere la verifica dei fatti". "Ho grande stima per l'amico e collega Touadì - replica il sottosegretario Giro - ma sbaglia nel polemizzare con me accusandomi di minimizzare la vicenda di Alessio Burtone. Io non partecipo ad alcuna gara tra innocentisti e colpevolisti e non minimizzo nulla ma preferisco attendere gli esiti dell'autopsia e della verifica attenta dei fatti". "Per il momento - aggiunge - mi limito ad osservare che l'omicidio è con tutta evidenza preterintenzionale e che in questo caso specifico è possibile valutare la possibilità di conservare la misura degli arresti domiciliari di un giovane che rischia nel carcere di essere esposto a gravissimi rischi per la propria incolumità personale considerando il suo stato di prostrazione".
La proposta del Municipio. Dal Municipio X arriva la proposta di intitolare a Maricica il grande piazzale della stazione Anagnina. La proposta verrà approvata nel prossimo Consiglio per poi essere sottoposta all'attenzione del Consiglio comunale. "Sono sicuro riceverà il consenso di tutte le forze politiche", ha aggiunto il presidente del X Municipio, Sandro Medici. "Il piazzale dell'Anagnina - spiega - è da molti anni il luogo in cui la domenica mattina la comunità romena si riunisce per incontrarsi e scambiarsi qualche sorriso; una consuetudine tuttavia che abbiamo dovuto difendere e preservare nel corso del tempo, sostenuti in ciò dalle autorità consolari romene". Anche per questa ragione, aggiunge Rocco Stelitano, presidente del Consiglio municipale, "dedicare quel piazzale a Maricica significa anche aprire le nostre porta alle comunità straniere"
http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/10/18/news/morte_maricica-8182453/?ref=HREC1-6
degni amici di quella bestia..............
Alemanno è il sindaco di Bucarest perchè non difende un assassino solo in quanto italiano............
Quella poveretta poi se l'è cercata, certo, era un'attaccabrighe! e arrivare a dire che si è fatta menare per il risarcimento...............ma una bella denuncia a questi no???
non ho parole, davvero
Vale82- Utente Aficionado: 501-2000 post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Grazie Vale
vorrei ricordare qui anche una storia diversa che oggi è apparsa sui gionali: quella di Lea Garofalo.
ma per capire la storia di una donna che, abbandonata dallo stato padre, non ha potuto far altro che andare a mettersi nelle mani dell'uomo assassino, vi consiglio non di leggere i giornali, ma di cercare il podcast della trasmissione di Radio3 "Tutta la città ne parla" di stamattina (il sito della rai non mi si apre proprio, quindi scusate se non metto il link); parla di lei e della sua storia la donna dell'associazione Libera che l'aveva aiutato ad affrancarsi dalla famiglia mafiosa
vorrei ricordare qui anche una storia diversa che oggi è apparsa sui gionali: quella di Lea Garofalo.
ma per capire la storia di una donna che, abbandonata dallo stato padre, non ha potuto far altro che andare a mettersi nelle mani dell'uomo assassino, vi consiglio non di leggere i giornali, ma di cercare il podcast della trasmissione di Radio3 "Tutta la città ne parla" di stamattina (il sito della rai non mi si apre proprio, quindi scusate se non metto il link); parla di lei e della sua storia la donna dell'associazione Libera che l'aveva aiutato ad affrancarsi dalla famiglia mafiosa
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
mambu ha scritto:Grazie Vale
vorrei ricordare qui anche una storia diversa che oggi è apparsa sui gionali: quella di Lea Garofalo.
ma per capire la storia di una donna che, abbandonata dallo stato padre, non ha potuto far altro che andare a mettersi nelle mani dell'uomo assassino, vi consiglio non di leggere i giornali, ma di cercare il podcast della trasmissione di Radio3 "Tutta la città ne parla" di stamattina (il sito della rai non mi si apre proprio, quindi scusate se non metto il link); parla di lei e della sua storia la donna dell'associazione Libera che l'aveva aiutato ad affrancarsi dalla famiglia mafiosa
il podcast
credo ci siano troppe connessioni... il link comunque è valido
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
La studentessa che sfida i narcos
Messico, a vent'anni accetta l'incarico di Capo della Polizia
della città di Guadalupe, regno dei più pericolosi trafficanti
CITTÀ DEL MESSICO
È stata l’unica ad accettare l’incarico di Capo della Polizia. A vent’anni Marisol Valles ha deciso di sfidare i narcos della sua città, Guadalupe, al centro di una faida che in una sola settimana, proprio prima della sua nomina, è costata la vita a otto persone. Diecimila anime per una cittadina ai confini con il Texas completamente in mano al narcotraffico che si trova a una sessantina di chilometri da Ciudad Juarez, ormai considerata la città più pericolosa del Messico con 2000 omicidi in un anno, sindaco compreso.
Una realtà nota a Marisol che proprio a Ciudad Juarez studia criminologia e non si è tirata indietro di fronte ad un posto che nessuno voleva. La nomina della giovanissima ’poliziottà arriva nel giorno in cui più ad ovest, al confine con la California, nella città di Tijuana, è stato messo a segno uno storico sequestro di marijuana: oltre 105 tonnellate di erba per un valore di 335 milioni di dollari, 30 delle quali nascoste su otto camion che andavano in convoglio verso il confine con gli Stati Uniti e altre 75 in un ranch, in una villa sul Pacifico e in un appartamento a Tijuana.
Droga che avrebbe potuto essere venduta negli Usa in 210 milioni di dosi. «È un colpo gravissimo per la criminalità organizzata e i narcotrafficanti messicani», ha detto il generale dell’esercito Alfonso Duarte Mujica, che ha condotto la gigantesca operazione, spiegando che il valore della marijuana può anche «raddoppiare e triplicare nella vendita al dettaglio negli Stati Uniti». Il bilancio dell’operazione è di un poliziotto e uno dei malviventi feriti e dell’arresto di 11 persone.
Si tratta della più grande quantità di droga sequestrata in Messico negli ultimi anni, in un paese dove la guerra fra i cartelli della droga ha fatto finora circa 28 mila morti. E ora attraverso le radio pirata sono arrivate minacce di morte dei narcos ad agenti della polizia di Tijuana e allo stesso Mujica.
Messico, a vent'anni accetta l'incarico di Capo della Polizia
della città di Guadalupe, regno dei più pericolosi trafficanti
CITTÀ DEL MESSICO
È stata l’unica ad accettare l’incarico di Capo della Polizia. A vent’anni Marisol Valles ha deciso di sfidare i narcos della sua città, Guadalupe, al centro di una faida che in una sola settimana, proprio prima della sua nomina, è costata la vita a otto persone. Diecimila anime per una cittadina ai confini con il Texas completamente in mano al narcotraffico che si trova a una sessantina di chilometri da Ciudad Juarez, ormai considerata la città più pericolosa del Messico con 2000 omicidi in un anno, sindaco compreso.
Una realtà nota a Marisol che proprio a Ciudad Juarez studia criminologia e non si è tirata indietro di fronte ad un posto che nessuno voleva. La nomina della giovanissima ’poliziottà arriva nel giorno in cui più ad ovest, al confine con la California, nella città di Tijuana, è stato messo a segno uno storico sequestro di marijuana: oltre 105 tonnellate di erba per un valore di 335 milioni di dollari, 30 delle quali nascoste su otto camion che andavano in convoglio verso il confine con gli Stati Uniti e altre 75 in un ranch, in una villa sul Pacifico e in un appartamento a Tijuana.
Droga che avrebbe potuto essere venduta negli Usa in 210 milioni di dosi. «È un colpo gravissimo per la criminalità organizzata e i narcotrafficanti messicani», ha detto il generale dell’esercito Alfonso Duarte Mujica, che ha condotto la gigantesca operazione, spiegando che il valore della marijuana può anche «raddoppiare e triplicare nella vendita al dettaglio negli Stati Uniti». Il bilancio dell’operazione è di un poliziotto e uno dei malviventi feriti e dell’arresto di 11 persone.
Si tratta della più grande quantità di droga sequestrata in Messico negli ultimi anni, in un paese dove la guerra fra i cartelli della droga ha fatto finora circa 28 mila morti. E ora attraverso le radio pirata sono arrivate minacce di morte dei narcos ad agenti della polizia di Tijuana e allo stesso Mujica.
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Castel San Pietro, la Lega Nord dona uno slip al sindaco donna
Bologna, 21 ottobre 2010 - Il sindaco di Castel San Pietro Sara Brunori (Pd) è ora su tutte le furie. Il gesto compiuto dal consigliere comunale della Lega, Gino Volta, proprio nen le è andato giù e adesso pretende delle scuse. L'esponente del Carroccio ha infatti consegnato al sindaco castellano un pacchetto con dentro un capo di biancheria intima con scritte di cattivo gusto. Il tutto in segno di critica alla politica della giunta, sostenendo che, andando avanti così, lascierà i cittadini in mutande.
Dopo aver scartato l'omaggio, la Brunori si è quindi trovata tra le mani uno slip di pizzo bianco con stampata una figurina maschile in boxer a cui un fumetto faceva dire una frase a doppio senso. ''Qualcuno cercherà di minimizzare questo gesto come goliardico ma, come donna e come rappresentante della città e dello Stato, sono profondamente offesa da questo atto molto volgare'', ha commentato oggi in una nota Sara Brunori.
''Quando non si hanno argomenti intelligenti si passa sempre agli insulti - ha continuato - Il consiglio comunale non è un bar, ma è il luogo del confronto civile, il cuore della democrazia, in cui i rappresentanti eletti dal popolo si confrontano e fanno scelte nell'interesse della comunità. Offendere il consiglio e il sindaco, nel tentativo di ridicolizzarli, è un atto antidemocratico che, in questo caso, è aggravato dal carattere sessista, purtroppo molto diffuso in certiambienti politici in cui le donne hanno spazi marginali o inesistenti.
"Come sindaco e come persona - ha concluso Brunori - attendo ora scuse ufficiali e mi aspetto che i gruppi consiliari prendano distanza da quanto è accaduto. Naturalmente valuterò eventuali azioni successive in difesa dell'onorabilita' dell'istituzione che rappresento''.
LE POLEMICHE
Il gesto del consigliere comunale della Lega ha inevitabilmente scatenato la bagarre politica. ''Un gesto inqualificabile, volgare, di pessimo gusto, che denuncia la bassezza morale della Lega territoriale''. Così il segretario Pd dell'unione territoriale imolese, Fabrizio Castellari. Il deputato Pd ed ex sindaco di Imola Massimo Marchignoli parla di "gesto di violenza" nei confronti di una donna e annuncia che segnalerà l'accaduto ''al ministro degli Interni Maroni.
Solidarietà a Brunori arriva dalle donne del Pd del Circondario imolese. ''Le donne - prosegue la nota - tutti i giorni combattono contro questa cultura maschilista e retrograda. E' gravissimo che una forza politica, all'interno di una istituzione, usi tali simboli e linguaggi, screditando una figura istituzionale in quanto donna. Ci aspettiamo dalla Lega Nord una precisa condanna di questo atto, in particolare dalla capogruppo in Provincia Lucia Borgonzoni e dalla commissaria regionale on.Rosy Mauro: prendano le distanze nettamente da un gesto del loro partito che è contro tutte le donne''.
Diversa la reazione del Pdl locale che definisce "inconsulta e sconsiderata" la reazione che il Pd ha avuto nei confronti del gesto che ritengono una "goliardata messa in atto dagli amici della Lega di Castel San Pietro''. E rilanciano: "Il Pd imolese farebbe bene a rispondere nel merito alle domande che il centrodestra fa sul Circondario, invece di sventolare mutande".
Bologna, 21 ottobre 2010 - Il sindaco di Castel San Pietro Sara Brunori (Pd) è ora su tutte le furie. Il gesto compiuto dal consigliere comunale della Lega, Gino Volta, proprio nen le è andato giù e adesso pretende delle scuse. L'esponente del Carroccio ha infatti consegnato al sindaco castellano un pacchetto con dentro un capo di biancheria intima con scritte di cattivo gusto. Il tutto in segno di critica alla politica della giunta, sostenendo che, andando avanti così, lascierà i cittadini in mutande.
Dopo aver scartato l'omaggio, la Brunori si è quindi trovata tra le mani uno slip di pizzo bianco con stampata una figurina maschile in boxer a cui un fumetto faceva dire una frase a doppio senso. ''Qualcuno cercherà di minimizzare questo gesto come goliardico ma, come donna e come rappresentante della città e dello Stato, sono profondamente offesa da questo atto molto volgare'', ha commentato oggi in una nota Sara Brunori.
''Quando non si hanno argomenti intelligenti si passa sempre agli insulti - ha continuato - Il consiglio comunale non è un bar, ma è il luogo del confronto civile, il cuore della democrazia, in cui i rappresentanti eletti dal popolo si confrontano e fanno scelte nell'interesse della comunità. Offendere il consiglio e il sindaco, nel tentativo di ridicolizzarli, è un atto antidemocratico che, in questo caso, è aggravato dal carattere sessista, purtroppo molto diffuso in certiambienti politici in cui le donne hanno spazi marginali o inesistenti.
"Come sindaco e come persona - ha concluso Brunori - attendo ora scuse ufficiali e mi aspetto che i gruppi consiliari prendano distanza da quanto è accaduto. Naturalmente valuterò eventuali azioni successive in difesa dell'onorabilita' dell'istituzione che rappresento''.
LE POLEMICHE
Il gesto del consigliere comunale della Lega ha inevitabilmente scatenato la bagarre politica. ''Un gesto inqualificabile, volgare, di pessimo gusto, che denuncia la bassezza morale della Lega territoriale''. Così il segretario Pd dell'unione territoriale imolese, Fabrizio Castellari. Il deputato Pd ed ex sindaco di Imola Massimo Marchignoli parla di "gesto di violenza" nei confronti di una donna e annuncia che segnalerà l'accaduto ''al ministro degli Interni Maroni.
Solidarietà a Brunori arriva dalle donne del Pd del Circondario imolese. ''Le donne - prosegue la nota - tutti i giorni combattono contro questa cultura maschilista e retrograda. E' gravissimo che una forza politica, all'interno di una istituzione, usi tali simboli e linguaggi, screditando una figura istituzionale in quanto donna. Ci aspettiamo dalla Lega Nord una precisa condanna di questo atto, in particolare dalla capogruppo in Provincia Lucia Borgonzoni e dalla commissaria regionale on.Rosy Mauro: prendano le distanze nettamente da un gesto del loro partito che è contro tutte le donne''.
Diversa la reazione del Pdl locale che definisce "inconsulta e sconsiderata" la reazione che il Pd ha avuto nei confronti del gesto che ritengono una "goliardata messa in atto dagli amici della Lega di Castel San Pietro''. E rilanciano: "Il Pd imolese farebbe bene a rispondere nel merito alle domande che il centrodestra fa sul Circondario, invece di sventolare mutande".
xenas- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
beh... ma si può sapere la frase a doppio senso? 

mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
«Mi faccia una... lega»
http://www.unita.it/news/italia/104876/regala_slip_e_dice_mi_faccia_una_lega
http://www.unita.it/news/italia/104876/regala_slip_e_dice_mi_faccia_una_lega
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
xenas ha scritto:«Mi faccia una... lega»
http://www.unita.it/news/italia/104876/regala_slip_e_dice_mi_faccia_una_lega

aridatece Pippo Franco!
mambu- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
IL LIBRO La donna che denunciò il suo paese
In libreria "Malanova" di Anna Maria Scarfò con Cristina Zagaria. La storia di una donna del Sud abusata dal branco e condannata dal paese: una donna che ha avuto il coraggio di denunciare tutto. Il libro è edito dalla Sperling & Kupfer (16 euro). Ne pubblichiamo il prologo.
Il cielo tace. La terra accusa. Le case basse del paese premono l'una sull'altra e le voci rimbalzano tra i muri e i coppi. Si danno forza. Subito dopo si frantumano e si infilano sotto la porta. Una alla volta. E tutte insieme. Gemono. "Vai via."
Le minacce segnano il confine. Invadono le strade e divengono vento. Non c'è spazio. Non c'è fuga. Loro sono lì.
"Puttana", gridano.
Anna preme i palmi delle mani sulle orecchie.
"Non è vero", grida lei.
"Puttana", l'urlo del vento è più forte.
Quegli occhi dietro gli scuri. Quei tre uomini fermi nella piazza, sotto la pensilina. La donna sui gradini della chiesa. Il camionista accanto alla statua della madonnina. Quella ragazza alla fontana. Il prete. I vicini di casa. I passeggeri della littorina che arranca sui binari della Calabro-Lucana. Il Cristo all'ingresso del paese.
"Puttana."
Il telefono squilla di notte. L'auto frena sotto le finestre.
Le porte si chiudono.
Madri, mogli, sorelle: sono loro i giudici. Gli uomini ridono.
Ecco il paese.
"È colpa tua."
Ecco la sentenza.
"È colpa tua, vai via."
"Io non ho fatto niente. Dovete ascoltarmi."
"Vai via, puttana."
Primavera 2010. Calabria. San Martino di Taurianova. Qui comincia la storia di Anna Maria Scarfò. Oggi ha ventiquattro anni e vive sotto scorta.
Io
La mia camera ha due lettini, il mio e quello di mia sorella. Oltre i letti c'è solo l'armadio. Un piccolo televisore e lo stereo sono su una mensola, perché non c'è lo spazio per un altro mobile. Le nostre foto sono appese alle pareti.
È una camera molto piccola. Poi ci sono la cucina e la stanza di mia madre e mio padre.
Mia madre si chiama Aurora. E va a fare le pulizie in casa della gente. La pagano cinque euro all'ora. Mio padre lavora nei campi, raccoglie arance a Rosarno. E quando non ci sono le arance da raccogliere fa il carrozziere, ma a nero, cioè lui lavora e il cliente lo paga, ma non ha un'officina sua.
Mio padre quando va a lavorare nei campi si alza alle cinque del mattino. E ci alziamo tutti, anche io e mia madre, per rispetto.
La nostra è una casa popolare.
Il bagno ha la doccia al centro del muro di fronte alla porta, con il pavimento inclinato per far scivolare via l'acqua. Quando ti lavi si bagna tutto, perché non ci sono tende o pareti. Così, quando sei lavata e profumata, devi asciugare il bagno e sudi di nuovo. Ma mia madre è fissata con la pulizia. E se sulle mattonelle rimangono le goccioline, che poi fanno le macchie di calcare, urla.
Eccola, la mia casa. La cucina, due stanze, un bagnetto e una finestra, quella della mia camera, che non posso aprire. Anche se volessi camminare per tenere a bada i pensieri e la paura, non potrei. Non c'è spazio. E così i miei pensieri rimangono qui, assieme alla paura, ora che non posso più uscire di casa.
Prima pregavo. Ora a pregare non ci riesco più.
Domenica si vota, ma io non andrò. Non andrò in chiesa per la benedizione delle Palme. Non faccio la spesa. Non vado al mare. Non ho più bisogni. So solo che non voglio fuggire. Non è colpa mia. So che non ho un altro posto dove andare, così scelgo di rimanere.
Ora ho tanto tempo in casa. Non ho fretta. Non ho meta. Non ho niente. Ho solo il mio passato.
Perché non posso uscire di casa? vi starete chiedendo.
Se provassi a spiegarvelo non capireste. Non si può partire dalla fine con storie come la mia. Però, posso raccontarvi come sono arrivata a questo punto. Ho tempo. Molto tempo.
Posso partire dal principio, da quando ero una ragazzina e tutti mi chiamavano "la bambolina". Mi chiamavano così mia madre, i parenti e anche in chiesa. Avevo le gote sorridenti e gli occhi allegri. Ho le lentiggini sul nasino e un viso smorfiosetto e dolce proprio come una bambola. Un neo al centro della guancia sinistra. Capelli lunghi neri. Lucidi. E poi sono bassa. Sono alta un metro... un metro e cinquanta. Formato bambola.
"Annarella, sei bella come una bambola", mi dicevano tutti. E io ci credevo.
Questa è la storia di una puttana che aveva tredici anni.
Questa è la mia storia. Non è facile scriverla. Né ascoltarla.
Decidete ora se volete continuare a sapere. Ma se cominciate, abbiate il coraggio di ascoltare fino in fondo, come io ho avuto il coraggio di vivere quello che vi racconterò.
Comincerò dall'inizio. Da quando tutti mi chiamavano "la bambola".
In libreria "Malanova" di Anna Maria Scarfò con Cristina Zagaria. La storia di una donna del Sud abusata dal branco e condannata dal paese: una donna che ha avuto il coraggio di denunciare tutto. Il libro è edito dalla Sperling & Kupfer (16 euro). Ne pubblichiamo il prologo.
Il cielo tace. La terra accusa. Le case basse del paese premono l'una sull'altra e le voci rimbalzano tra i muri e i coppi. Si danno forza. Subito dopo si frantumano e si infilano sotto la porta. Una alla volta. E tutte insieme. Gemono. "Vai via."
Le minacce segnano il confine. Invadono le strade e divengono vento. Non c'è spazio. Non c'è fuga. Loro sono lì.
"Puttana", gridano.
Anna preme i palmi delle mani sulle orecchie.
"Non è vero", grida lei.
"Puttana", l'urlo del vento è più forte.
Quegli occhi dietro gli scuri. Quei tre uomini fermi nella piazza, sotto la pensilina. La donna sui gradini della chiesa. Il camionista accanto alla statua della madonnina. Quella ragazza alla fontana. Il prete. I vicini di casa. I passeggeri della littorina che arranca sui binari della Calabro-Lucana. Il Cristo all'ingresso del paese.
"Puttana."
Il telefono squilla di notte. L'auto frena sotto le finestre.
Le porte si chiudono.
Madri, mogli, sorelle: sono loro i giudici. Gli uomini ridono.
Ecco il paese.
"È colpa tua."
Ecco la sentenza.
"È colpa tua, vai via."
"Io non ho fatto niente. Dovete ascoltarmi."
"Vai via, puttana."
Primavera 2010. Calabria. San Martino di Taurianova. Qui comincia la storia di Anna Maria Scarfò. Oggi ha ventiquattro anni e vive sotto scorta.
Io
La mia camera ha due lettini, il mio e quello di mia sorella. Oltre i letti c'è solo l'armadio. Un piccolo televisore e lo stereo sono su una mensola, perché non c'è lo spazio per un altro mobile. Le nostre foto sono appese alle pareti.
È una camera molto piccola. Poi ci sono la cucina e la stanza di mia madre e mio padre.
Mia madre si chiama Aurora. E va a fare le pulizie in casa della gente. La pagano cinque euro all'ora. Mio padre lavora nei campi, raccoglie arance a Rosarno. E quando non ci sono le arance da raccogliere fa il carrozziere, ma a nero, cioè lui lavora e il cliente lo paga, ma non ha un'officina sua.
Mio padre quando va a lavorare nei campi si alza alle cinque del mattino. E ci alziamo tutti, anche io e mia madre, per rispetto.
La nostra è una casa popolare.
Il bagno ha la doccia al centro del muro di fronte alla porta, con il pavimento inclinato per far scivolare via l'acqua. Quando ti lavi si bagna tutto, perché non ci sono tende o pareti. Così, quando sei lavata e profumata, devi asciugare il bagno e sudi di nuovo. Ma mia madre è fissata con la pulizia. E se sulle mattonelle rimangono le goccioline, che poi fanno le macchie di calcare, urla.
Eccola, la mia casa. La cucina, due stanze, un bagnetto e una finestra, quella della mia camera, che non posso aprire. Anche se volessi camminare per tenere a bada i pensieri e la paura, non potrei. Non c'è spazio. E così i miei pensieri rimangono qui, assieme alla paura, ora che non posso più uscire di casa.
Prima pregavo. Ora a pregare non ci riesco più.
Domenica si vota, ma io non andrò. Non andrò in chiesa per la benedizione delle Palme. Non faccio la spesa. Non vado al mare. Non ho più bisogni. So solo che non voglio fuggire. Non è colpa mia. So che non ho un altro posto dove andare, così scelgo di rimanere.
Ora ho tanto tempo in casa. Non ho fretta. Non ho meta. Non ho niente. Ho solo il mio passato.
Perché non posso uscire di casa? vi starete chiedendo.
Se provassi a spiegarvelo non capireste. Non si può partire dalla fine con storie come la mia. Però, posso raccontarvi come sono arrivata a questo punto. Ho tempo. Molto tempo.
Posso partire dal principio, da quando ero una ragazzina e tutti mi chiamavano "la bambolina". Mi chiamavano così mia madre, i parenti e anche in chiesa. Avevo le gote sorridenti e gli occhi allegri. Ho le lentiggini sul nasino e un viso smorfiosetto e dolce proprio come una bambola. Un neo al centro della guancia sinistra. Capelli lunghi neri. Lucidi. E poi sono bassa. Sono alta un metro... un metro e cinquanta. Formato bambola.
"Annarella, sei bella come una bambola", mi dicevano tutti. E io ci credevo.
Questa è la storia di una puttana che aveva tredici anni.
Questa è la mia storia. Non è facile scriverla. Né ascoltarla.
Decidete ora se volete continuare a sapere. Ma se cominciate, abbiate il coraggio di ascoltare fino in fondo, come io ho avuto il coraggio di vivere quello che vi racconterò.
Comincerò dall'inizio. Da quando tutti mi chiamavano "la bambola".
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
La violenza del sistema. La violenza su se stessa.
Una donna che si è arresa.
dal blog di Beppe Grillo.
"Caro Beppe,
stasera nella mia città, come in tante altre, inizieranno i festeggiamenti per i 150 anni. Ma di cosa? Mi sono rifiutata di appendere la bandiera al balcone perché non credo che l'Italia esista davvero. Formalmente sì ma come popolo no. Siamo un branco di individualisti che si riconoscono come popolo giusto quando gioca la nazionale. Non ci indigniamo più per quello che la nostra classe dirigente fa e dice; l'importante è avere il carrello della spesa pieno e una bella televisione con abbonamento a Sky. Sono amareggiata perché dopo la laurea ho lavorato diversi anni come libera professionista coniugando lavoro e famiglia avendo messo al mondo un discreto numero di figli. Dopo una separazione molto controversa ho ripreso a lavorare fatturando ogni euro che incassavo ( e anche quelli che alcuni clienti non mi hanno mai pagato ). Non ho mai smesso di seguire i miei figli da vicino lottando con una scuola pubblica che fa acqua con insegnanti che non sanno parlare l'italiano e che mi costringevano ad un lavoro extra serale di assistenza nello studio per essere sicura che imparassero ad esprimersi nella lingua nazionale. Con tutto ciò ho sempre pagato le stesse tasse che paga un collega che non ha prole e magari vive con i genitori...... Morale della favola da alcuni mesi ho cambiato lavoro: ricevo uomini su appuntamento. Mi prostituisco insomma. Non potevo fare diversamente. Stavo per dare il giro ed ero stufa di arrivare a certi week end con i figli in casa, il frigo vuoto e venti euro nel portafoglio. Le ho provate tutte ma alla fine mi sono buttata in un lavoro che sicuramente permette guadagni notevoli e tempo libero da dedicare ai figli. E di pagare i debiti che inevitabilmente si sono accumulati nel corso degli anni. Non è facile ma almeno provo l'orgoglio di poter garantire il minimo indispensabile ai miei figli. Però il tricolore lo lascio appendere agli altri".
Maria
Una donna che si è arresa.
dal blog di Beppe Grillo.
"Caro Beppe,
stasera nella mia città, come in tante altre, inizieranno i festeggiamenti per i 150 anni. Ma di cosa? Mi sono rifiutata di appendere la bandiera al balcone perché non credo che l'Italia esista davvero. Formalmente sì ma come popolo no. Siamo un branco di individualisti che si riconoscono come popolo giusto quando gioca la nazionale. Non ci indigniamo più per quello che la nostra classe dirigente fa e dice; l'importante è avere il carrello della spesa pieno e una bella televisione con abbonamento a Sky. Sono amareggiata perché dopo la laurea ho lavorato diversi anni come libera professionista coniugando lavoro e famiglia avendo messo al mondo un discreto numero di figli. Dopo una separazione molto controversa ho ripreso a lavorare fatturando ogni euro che incassavo ( e anche quelli che alcuni clienti non mi hanno mai pagato ). Non ho mai smesso di seguire i miei figli da vicino lottando con una scuola pubblica che fa acqua con insegnanti che non sanno parlare l'italiano e che mi costringevano ad un lavoro extra serale di assistenza nello studio per essere sicura che imparassero ad esprimersi nella lingua nazionale. Con tutto ciò ho sempre pagato le stesse tasse che paga un collega che non ha prole e magari vive con i genitori...... Morale della favola da alcuni mesi ho cambiato lavoro: ricevo uomini su appuntamento. Mi prostituisco insomma. Non potevo fare diversamente. Stavo per dare il giro ed ero stufa di arrivare a certi week end con i figli in casa, il frigo vuoto e venti euro nel portafoglio. Le ho provate tutte ma alla fine mi sono buttata in un lavoro che sicuramente permette guadagni notevoli e tempo libero da dedicare ai figli. E di pagare i debiti che inevitabilmente si sono accumulati nel corso degli anni. Non è facile ma almeno provo l'orgoglio di poter garantire il minimo indispensabile ai miei figli. Però il tricolore lo lascio appendere agli altri".
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LucyGordon- Utente Fattiscente: 5001-9999 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
LucyGordon ha scritto:La violenza del sistema. La violenza su se stessa.
Una donna che si è arresa.
dal blog di Beppe Grillo.
"Caro Beppe,
stasera nella mia città, come in tante altre, inizieranno i festeggiamenti per i 150 anni. Ma di cosa? Mi sono rifiutata di appendere la bandiera al balcone perché non credo che l'Italia esista davvero. Formalmente sì ma come popolo no. Siamo un branco di individualisti che si riconoscono come popolo giusto quando gioca la nazionale. Non ci indigniamo più per quello che la nostra classe dirigente fa e dice; l'importante è avere il carrello della spesa pieno e una bella televisione con abbonamento a Sky. Sono amareggiata perché dopo la laurea ho lavorato diversi anni come libera professionista coniugando lavoro e famiglia avendo messo al mondo un discreto numero di figli. Dopo una separazione molto controversa ho ripreso a lavorare fatturando ogni euro che incassavo ( e anche quelli che alcuni clienti non mi hanno mai pagato ). Non ho mai smesso di seguire i miei figli da vicino lottando con una scuola pubblica che fa acqua con insegnanti che non sanno parlare l'italiano e che mi costringevano ad un lavoro extra serale di assistenza nello studio per essere sicura che imparassero ad esprimersi nella lingua nazionale. Con tutto ciò ho sempre pagato le stesse tasse che paga un collega che non ha prole e magari vive con i genitori...... Morale della favola da alcuni mesi ho cambiato lavoro: ricevo uomini su appuntamento. Mi prostituisco insomma. Non potevo fare diversamente. Stavo per dare il giro ed ero stufa di arrivare a certi week end con i figli in casa, il frigo vuoto e venti euro nel portafoglio. Le ho provate tutte ma alla fine mi sono buttata in un lavoro che sicuramente permette guadagni notevoli e tempo libero da dedicare ai figli. E di pagare i debiti che inevitabilmente si sono accumulati nel corso degli anni. Non è facile ma almeno provo l'orgoglio di poter garantire il minimo indispensabile ai miei figli. Però il tricolore lo lascio appendere agli altri".
Maria
mi spiace ... per lei....sono sincero.... se il lavoro non si trova... se i servizi fanno schifo ..se abbiamo una classe politica di...cacca per non dire altre oscenita'
ma come ho gia' detto in altri post non c'entra nulla col sentirsi italiani...ma proprio nulla
il senso della patria bisogna averlo....io c'e l'ho' e nel mio piccolo cerco di fare di tutto per non...fare anche io danni.......
ma io mi sento italianissimo.....e so' che molti si sentono tali.....sicuramente ci sono altri che se ne sbattono
io ..sono orgoglioso di essere italiano...e me ne vanto e la bandiera la metto
non e' colpa dell'italia se sopra il suo suolo ....ci sono oltre alle persone che sanno comportasi..anche dei porci che ci camminano sopra
all'estero non si sta molto meglio....ho viaggiato abbastanza per poterlo affermare
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
DROGATI!!!!!
Non vado in giro a proclamarmi artista.
Sì, canto, scrivo canzoni, pure i testi, se qualcuno vuole vedere la mia brutta faccia basta che vada su youtube o nel blog del gruppo, ma io la mattina mi alzo e vado a lavorare, di solito, quindi per campare lavoro, quindi sono un lavoratore. Poi sulla validità delle cose che faccio e sulle patenti di artista ci pensi qualcun altro.
Questo solo per far capire che se parlo di musica ed artisti, però, un minimo di cognizione di causa data dal provarci ce l’ho.
Ora, non sono un fan di Amy Winehouse.
Però riconosco che aveva una voce molto – molto bella.
Piena, carnale e sofferta. Poi che la sentissi sciupata da quel pop-soul-wannabejazze un pò plasticato che fa tanto mercato ma emoziona quanto una gita all’Ipercoop è un altro paio di maniche.
E’ però sempre più sconfortante vedere, a proposito di diffonditori di odio, vedere certi commenti sui siti dei giornali e, perle su perle, sotto i video pubblicati da Youtube. Che mi guardo bene dal riportare qui, che io la spazzatura la tengo il più possibile fuori di casa.
Non è difficile imbattersi, infatti, nei soliti giudizi tranchant per cui fanculo, è morta una stronza tossica, una di meno, se l’è cercata e così via. Insomma, piccoli Giovanardi crescono, già un altro cattolico maitre a penser di cui mi pregio di non seguire l’esempio.
E poi bellissima quella ricorrente ed in stile “monito ispirato da saggezza popolare” per cui “chi gioca con le droghe e l’alcool fa quella fine”.
C’è una notizia per questa gente: i drogati vi hanno fatto un culo così.
Uno ci governa.
Un altro ha diretto per decenni la più grande azienda italiana fra l’ammirazione ed il rispetto di milioni di italiani, pronti ad osannarlo per il suo stile, la sua classe e per l’orologio sopra il polsino.
Ma di cui altrettanti tutti, a bassa voce magari, esaltavano la lucentezza del materiale col quale s’era rifatto il naso bruciato da quantità indefinite di polverina.
Una bella infornata la trovate nel Parlamento che voi gonzi avete eletto.
No, tanto per dare un accenno così al volo.
Sennò parliamo dei vostri divi della TV.
O quelli del cinema.
I vostri eroi, insomma.
Scegliete pure.
Volendo restare nello specifico dei musicisti fra quelli che giocano, o hanno giocato tanto quanto neanche il mio cervello osa immaginarlo ci sono alcuni signori che ad età affatto sgarzoline vanno ancora in giro a raggranellare osanna e prebende che i pezzenti del “chi scherza con la droga” non vedranno mai neanche sommando quelli che avranno nelle prossime tre vite.
Ho visto dal vivo artisti come Lou Reed essere capaci di estasiare migliaia di persone con uno show indimenticabile (quello dell’album “Berlin”).
Ho visto Iggy Pop non più di due mesi fa saltare come una gazzella sommerso da un centinaio di fans.
Forse questi drogati hanno deciso di non morire, forse sarebbe interessante sapere come mai non sono morti o come mai gente come Keith Richards fa la vita da pensionato d’oro alla faccia delle pensioni che magari non vedrete mai?
Il solito gioco delle proporzioni. Un mucchietto di grandi artisti che non hanno retto il gioco a fronte di migliaia che oltre a reggerlo sono ancora qui a raccontarcelo.
Chiunque decide per le vostre vite è drogato.
Chi guida le vostre emozioni è drogato.
Intorno a voi ci sono milioni di psicofarmacizzati che vi vessano a scuola, sul lavoro, quando parcheggiate e quando andate al ristorante. Milioni di cocainizzati che vi accendono quei 5 minuti di divertimento quando uscite la sera. Milioni di estasiati che decidono il mercato dei sabati sera, dove è trendy andare e dove no.
Drogati che scrivono sui giornali come dovete pensare, qual’è la nuova moda, qual’è quello che vale e quello che non vale.
“Chi scherza con la droga”, ecco, “chi scherza con la droga” ha il tacco dello stivale sui vostri crani ed a voi piace da morire.
L’autodistruzione è qualcosa che fa parte della sfera più intima dell’essere.
E’ un meccanismo perfido, che parte come una ricerca dell’oscurità, trovare una risposta a domande che diventano parte della nostra vita ed a cui non sappiamo dare una risposta che convinca al perché così tante, troppe cose non ci tornano.
Perché troppe cose non sono giuste e troppe persone si danno da fare affinché nessuno riesca a farle diventare giuste. Staccare, cercare un altro posto, un altra dimensione, una caverna dove ritirasi ed andare a morire, dimenare le ali freneticamente come una farfalla che sa di non poter più volare, annullare quello che vediamo, annullarci, non vivere per salvarsi la vita, chiudere a compartimenti stagni ogni emozione per evitare di andare in giro con un set di coltelli piantati sul corpo.
Un’ammissione di debolezza che si espande tanto quanto vengono meno i motivi per vivere.
E nessuno può decidere per noi i motivi per cui vivere, quelli veri, non quelli falsi ma molto glamour che il sistema imperante vorrebbe imporci.
I piccoli Giovanardi sono, manco a dirlo, per la Rupe Tarpea.
Per i deboli.
I drogati.
E quindi alcoolizzati, impasticcati, depressi, malinconici, ipertesi e magari si potrebbe poi passare ai logorroici, ai meteorici, agli ipocondriaci ed ai miopi. Il compagno Pol Pot aveva cominciato una cosa del genere, credo.
A saperlo c’era da investire subito in un cantiere di costruzione e collaudo di vagoni piombati.
Perché se dirigi la più grande azienda italiana e ti sfarini le narici sei un ganzo, ma se sei un cazzo di nessuno e ti fai il muro grattato sei uno sfigato stronzo che deve morire.
Nessuno dice che se Amy Winehouse aveva quella voce lì lo doveva alla stessa anima che l’ha uccisa.
Nessuno dice che c’è chi vede un vuoto senza fondo e cerca di comunicarlo usando la cosa più bella che sente di dare: può essere la voce, il corpo, una mano per dipingere o scrivere.
Ho visto morire un numero sufficiente di amici per garantire che ammazzarsi per loro è solo un unico sentiero di dolore insopprimibile sedato soltanto dal sopore della droga fino a trovare quello della morte. Sono tra quelli che gli unici aghi che si fa infilare sono quelli che le infermiere mi obbligano a prendere alla vista annuale per l’idoneità al lavoro. Molto del merito del fatto che non ho mai voluto avvicinarmi a certi tipi di droghe è stato proprio degli amici che hanno cominciato a farsi. Bastava vedere come si riducevano in poco tempo.
Eppure molti erano ragazzi di incredibile spessore umano, alcuni di intelligenza sopraffina. Ma deboli.
Eppure qualcuno, se vuole, può venire a dirmi in ghigna che meritavano di morire.
Chi è debole può diventare forte. Ma non tutti hanno la forza di allenarsi da soli. Purtroppo.
Anni ed anni di sforzi per tenere in piedi persone che non avevano nessuna voglia di rimanerci mi hanno convinto che la cosa migliore da fare è cercare una risposta al dilagare della debolezza indotta. Quella per cui l’attenta distribuzione di droghe e farmaci e tutto quanto può annichilire la volontà in un mercato come quello attuale è così studiata da porre un bel pò di questioni sul se e quanto la cosa sia pianificata. Quella che permette di non vedere le risposte che non vogliamo vedere.
Nessuno ragiona, davanti alla tragedia di una vita buttata nel cesso a 27 anni dicendo “devo diventare più forte anche per queste persone qui”, per autoconservazione ed anche per empatia, una cosa può non escludere l’altra.
I Piccoli Giovanardi selezionano, giudicano e seppelliscono.
Se questi ci sono stati spacciati per esseri umani spero bene che il loro Creatore abbia un reparto reclami.
Sassicaia Molotov
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile

ciao Lucina

miniatina- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Bel post! Ciao Lucy

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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Grazie Liussi 

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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
post interessante che offre alcuni spunti di riflessione.
Un abbraccio lucy
Un abbraccio lucy
Ultima modifica di bellaprincipessa il Mer 27 Lug 2011, 09:06 - modificato 1 volta.
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
e quale sarebbe il senso ultimo? Che il mondo è pieno di drogati? Che se ti droghi bene senza rilevanti conseguenze (morire) sei un figo? Che siccome si fanno tutti siamo legittimati? Il dolore esistenziale, il vuoto cosmico, l'anima nera che viene comunicata tramite l'arte? Aprire le porte della percezione tramite le droghe, il nulla empatico che di empatico non ha nulla se non lo materializzo con qualche forma espressiva e bla, bla, bla...
è possibile che non ci sia una giornata in cui qualcuno non cerchi di fare la morale a chi come me si fa uno culo così dalla mattina alla sera? E' mai possibile che tutti i giorni esca fuori chi ha la verità assoluta e senta l'irrefrenabile bisogno di indottrinare i poveri plebei che si alzano la mattina alle 5 per portare a casa il pane e non cocaina o cagate varie? E' morta una ragazza, nessuno ha saputo o voluto aiutarla questo è tutto, non è difficile, non serve scaricarsi la coscienza adducendo all'artista maledetto che senza la vita sregolata non riesce a comunicare se stesso e il "mare dentro" che lo tormenta, è morta una ragazza così come ne muoiono a centinaia ogni giorno nella società della comunicazione in cui si comunica il meno del meno; perchè tirare in ballo aspetti contestualizzati possono asserire ma che massificati non possono rappresentare tutti! Mi dispiace ma IO non ci sto e non mi faccio dire da nessuno che mi faccio comandare da un drogato o che la mia vita ha due minuti di felicità perchè ascolto la canzone di uno che senza drogarsi o ubriacarsi non sa dire nemmeno il suo nome, quello che scrivo sono miei pensieri e nessun copia incolla del pensiero altrui scritto dal saccente di turno che vuol fare la morale di cui sopra, mie opinioni e solo mie scritte su un forum a cui pochi presteranno attenzione ma che almeno non hanno l'ipocrisia di voler insegnare come va la vita o dire a qualcuno che è uno stronzo a pensarla diversamente.
è possibile che non ci sia una giornata in cui qualcuno non cerchi di fare la morale a chi come me si fa uno culo così dalla mattina alla sera? E' mai possibile che tutti i giorni esca fuori chi ha la verità assoluta e senta l'irrefrenabile bisogno di indottrinare i poveri plebei che si alzano la mattina alle 5 per portare a casa il pane e non cocaina o cagate varie? E' morta una ragazza, nessuno ha saputo o voluto aiutarla questo è tutto, non è difficile, non serve scaricarsi la coscienza adducendo all'artista maledetto che senza la vita sregolata non riesce a comunicare se stesso e il "mare dentro" che lo tormenta, è morta una ragazza così come ne muoiono a centinaia ogni giorno nella società della comunicazione in cui si comunica il meno del meno; perchè tirare in ballo aspetti contestualizzati possono asserire ma che massificati non possono rappresentare tutti! Mi dispiace ma IO non ci sto e non mi faccio dire da nessuno che mi faccio comandare da un drogato o che la mia vita ha due minuti di felicità perchè ascolto la canzone di uno che senza drogarsi o ubriacarsi non sa dire nemmeno il suo nome, quello che scrivo sono miei pensieri e nessun copia incolla del pensiero altrui scritto dal saccente di turno che vuol fare la morale di cui sopra, mie opinioni e solo mie scritte su un forum a cui pochi presteranno attenzione ma che almeno non hanno l'ipocrisia di voler insegnare come va la vita o dire a qualcuno che è uno stronzo a pensarla diversamente.
dino75- Utente Colonna: 2001-5000 post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Grazie Lucy. 

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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
E bravo dino.
Condivido in pieno, e sottolineo che io come te scrivo i miei pensieri e non il copia e incolla del pensiero del saccente di turno.
Tra l'altro non ho capito bene il messaggio, ma cos'è ? Si continua in questa celebrazione della droga ? In questa giustificazione della tossicodipendenza ?
La tesi sarebbe: siccome siamo tutti malati dentro, siamo tutti depressi, siccome siamo comandati da drogati, se si condanna la droga si diventa degli ipocriti. Ho capito bene ?
Io dico vaffanculo, altro che bacini e saluti.
Condivido in pieno, e sottolineo che io come te scrivo i miei pensieri e non il copia e incolla del pensiero del saccente di turno.
Tra l'altro non ho capito bene il messaggio, ma cos'è ? Si continua in questa celebrazione della droga ? In questa giustificazione della tossicodipendenza ?
La tesi sarebbe: siccome siamo tutti malati dentro, siamo tutti depressi, siccome siamo comandati da drogati, se si condanna la droga si diventa degli ipocriti. Ho capito bene ?
Io dico vaffanculo, altro che bacini e saluti.
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
dino75 ha scritto:e quale sarebbe il senso ultimo? Che il mondo è pieno di drogati? Che se ti droghi bene senza rilevanti conseguenze (morire) sei un figo? Che siccome si fanno tutti siamo legittimati? Il dolore esistenziale, il vuoto cosmico, l'anima nera che viene comunicata tramite l'arte? Aprire le porte della percezione tramite le droghe, il nulla empatico che di empatico non ha nulla se non lo materializzo con qualche forma espressiva e bla, bla, bla...
è possibile che non ci sia una giornata in cui qualcuno non cerchi di fare la morale a chi come me si fa uno culo così dalla mattina alla sera? E' mai possibile che tutti i giorni esca fuori chi ha la verità assoluta e senta l'irrefrenabile bisogno di indottrinare i poveri plebei che si alzano la mattina alle 5 per portare a casa il pane e non cocaina o cagate varie? E' morta una ragazza, nessuno ha saputo o voluto aiutarla questo è tutto, non è difficile, non serve scaricarsi la coscienza adducendo all'artista maledetto che senza la vita sregolata non riesce a comunicare se stesso e il "mare dentro" che lo tormenta, è morta una ragazza così come ne muoiono a centinaia ogni giorno nella società della comunicazione in cui si comunica il meno del meno; perchè tirare in ballo aspetti contestualizzati possono asserire ma che massificati non possono rappresentare tutti! Mi dispiace ma IO non ci sto e non mi faccio dire da nessuno che mi faccio comandare da un drogato o che la mia vita ha due minuti di felicità perchè ascolto la canzone di uno che senza drogarsi o ubriacarsi non sa dire nemmeno il suo nome, quello che scrivo sono miei pensieri e nessun copia incolla del pensiero altrui scritto dal saccente di turno che vuol fare la morale di cui sopra, mie opinioni e solo mie scritte su un forum a cui pochi presteranno attenzione ma che almeno non hanno l'ipocrisia di voler insegnare come va la vita o dire a qualcuno che è uno stronzo a pensarla diversamente.





Non avrei saputo dire meglio, grazie.

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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
ragazzi, io credo che lo scritto postato da lucy sia stato, in parte frainteso...
io credo che l'articolo in questione volesse semplicemente stigmatizzare tutti quelle "persone perbene" che danno addosso ai "drogati" quando si tratta dei disadattati sporchi e puzzolenti che chiedono la monetina alla stazione centrale, mentre, in modo del tutto ipocrita, non hanno niente da ridire, anzi, elevano a "miti, decine di personaggi patinati della politica, finanza, mondo dello spettacolo, etc. che, pure essendo notoriamente "drogati", lo sono in modo più "socialmente accettabile".
Io ho letto l'articolo come un'accusa all'ipocrisia imperante del nostro sistema. E in questo senso ne approvo il significato e ho scritto che lo spunto era interessante.
E' ovvio poi che, come ho già avuto modo di scrivere, sono totalmente in sintonia con quanto scritto da Dino (e prima di lui da luca e cuore). Non mi é parso che le due cose fossero cosi' in contrasto ma forse non ho colto bene io il significato del post proposto da Lucy...
io credo che l'articolo in questione volesse semplicemente stigmatizzare tutti quelle "persone perbene" che danno addosso ai "drogati" quando si tratta dei disadattati sporchi e puzzolenti che chiedono la monetina alla stazione centrale, mentre, in modo del tutto ipocrita, non hanno niente da ridire, anzi, elevano a "miti, decine di personaggi patinati della politica, finanza, mondo dello spettacolo, etc. che, pure essendo notoriamente "drogati", lo sono in modo più "socialmente accettabile".
Io ho letto l'articolo come un'accusa all'ipocrisia imperante del nostro sistema. E in questo senso ne approvo il significato e ho scritto che lo spunto era interessante.
E' ovvio poi che, come ho già avuto modo di scrivere, sono totalmente in sintonia con quanto scritto da Dino (e prima di lui da luca e cuore). Non mi é parso che le due cose fossero cosi' in contrasto ma forse non ho colto bene io il significato del post proposto da Lucy...
bellaprincipessa- Utente... preoccupante >10.000 Post
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Re: Piccole cose di valore non quantificabile
Quoto.bellaprincipessa ha scritto:ragazzi, io credo che lo scritto postato da lucy sia stato, in parte frainteso...
io credo che l'articolo in questione volesse semplicemente stigmatizzare tutti quelle "persone perbene" che danno addosso ai "drogati" quando si tratta dei disadattati sporchi e puzzolenti che chiedono la monetina alla stazione centrale, mentre, in modo del tutto ipocrita, non hanno niente da ridire, anzi, elevano a "miti, decine di personaggi patinati della politica, finanza, mondo dello spettacolo, etc. che, pure essendo notoriamente "drogati", lo sono in modo più "socialmente accettabile".
Io ho letto l'articolo come un'accusa all'ipocrisia imperante del nostro sistema. E in questo senso ne approvo il significato e ho scritto che lo spunto era interessante.
Non mi pare ci sia una mitizzazione della droga in questo post, anzi... Si parla di gente che ne è morta e della pericolosità delle sostanze, ma anche di chi in maniera fortuita (grazie all'aiuto di qualcuno) o furba riesce a continuare a convivere con un passato da tossicodipendente e a uscirne. Leggo in quel senso il riferimento a Lou Reed e Iggy Pop, che oggi non si fanno più e si sono dati al tai-chi.
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